Oggetto del Consiglio n. 2061 del 13 luglio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2061/XII - Ritiro della mozione: "Iniziative di partnerariato e di collaborazione tra le popolazioni dell'arco alpino".
Mozione
Preso atto della Sentenza della Corte di Cassazione, che ha approvato l'indizione nel Comune di Noasca di un referendum, da tenersi nel prossimo autunno, in merito all'annessione di tale Comune alla nostra Regione autonoma, e della raccolta di firme, con lo stesso obiettivo, in almeno altri tre Comuni delle Valli Soana e Orco;
Considerato che tali iniziative presentano importanti aspetti costituzionali e statutari e quindi rivestono una notevole importanza per la nostra autonomia;
Ricordato il carattere solidalistico della nostra concezione di autonomia, che discende dalla Dichiarazione di Chivasso "Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine" e dalla condivisione del diritto all'autodeterminazione dei popoli;
Tenuto conto che in tali popolazioni, di meno di 2800 abitanti, permangono caratteri e costumi molto vicini a quelli della nostra Regione, tra cui l'utilizzo di parlate di franco-provenzali, difese dal 1981 dall'Associazione di studi e ricerca franco-provenzali di Ronco Canavese;
Venuti a conoscenza che alcuni rappresentanti del Comitato promotore per la riannessione alla Valle d'Aosta dei Comuni delle valli Orco e Soana sono stati incontrati dai Presidenti della Regione pro tempore e che sono state fatte dichiarazioni negative su tale proposta, senza che vi sia stato nel Consiglio regionale della Valle d'Aosta un dibattito e una presa di posizione;
Impegna
il Presidente della Regione ed il Presidente del Consiglio a:
1) proporre un incontro con i rappresentanti del Comitato referendario e i Sindaci dei Comuni delle Valli Orco e Soana, al fine di meglio capire le caratteristiche e gli obiettivi dell'iniziativa;
2) predisporre una serie di proposte di collaborazione e di partnerariato, perché comunque inizino nel più breve tempo possibile più forti rapporti di solidarietà tra le nostre popolazioni alpine, in campo ambientalistico, culturale, linguistico, economico e istituzionale;
3) di predisporre uno studio giuridico per valutare l'impatto costituzionale di tali iniziative sul nostro Statuto e nei rapporti con la Regione Piemonte e la Costituzione italiana.
F.to: Sandri - Ferraris - Fiou - Fontana Carmela
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Il problema che abbiamo voluto rappresentare con questa mozione apparentemente sembra un problema curioso, anche perché è apparso all'attenzione pubblica attraverso notiziole nelle pagine finali dei quotidiani locali, questa curiosità di questo Sindaco di Noasca che ha cominciato a teorizzare l'annessione alla Valle d'Aosta in risposta a tutta una serie di situazioni locali a cui voleva dare una risposta che facesse notizia. Il tempo però passa e questo problema ha raggiunto un'evidenza e un'importanza di prim'ordine, anzitutto perché la Corte di Cassazione recentemente ha approvato l'indizione da parte del Comune di Noasca di un referendum da tenersi nel prossimo autunno in merito alla possibilità di questo Comune di annessione alla nostra Regione autonoma. Tra l'altro, questo tipo di scelta, che è partita da una deliberazione del Consiglio comunale di Noasca, viene portata avanti in tale fase con forme differenti sia come raccolta di firme popolari, sia come iniziative consiliari da almeno altri 3 Comuni delle Valli Soana e Orco, fra l'altro tutti Comuni che fanno parte del Parco nazionale del Gran Paradiso.
Il primo dato che vogliamo evidenziare è come queste iniziative abbiano un forte impatto costituzionale e dal punto di vista politico, perché toccano la nostra autonomia e fra l'altro ricordiamo come una parte integrante del nostro Statuto sia quella dell'elenco dei Comuni che fanno parte della nostra Regione autonoma. Occorre però secondo noi non affrontare questo problema in modo superficiale... reattivo, perché esprime qualcosa che è presente nella popolazione. Ora nessuno meglio di noi conosce la difficoltà di vita e di rappresentanza dei popoli alpini, non è un caso che alla "Dichiarazione di Chivasso" del dicembre 1943 ci riferiamo come uno dei punti di riferimento, che è la dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine. Noi quindi sicuramente per le popolazioni alpine, per chi vive in queste situazioni di oggettiva difficoltà, ma che hanno comportato un radicamento di strutture specifiche durante i secoli non possiamo che guardare con attenzione perché ne condividiamo il destino; a maggior ragione quando, anche in questo Consiglio, larga parte dei Consiglieri crede profondamente nel diritto all'autodeterminazione dei popoli. Facendo un'analisi più attenta proprio per questa necessità di non reagire a tali iniziative in modo troppo istintivo, ci si va a rendere conto di una popolazione molto piccola - circa 2.800 abitanti -, che oltretutto ha caratteristiche abbastanza simili a quelle nostre. Da più di 25 anni esiste un'associazione di studi e di ricerche franco-provenzali con sede a Ronco Canavese, che è uno di questi 3 Comuni che vogliono l'annessione alla Valle d'Aosta, perché in questi Comuni si parla ancora oggi il franco-provenzale. Non solo, avendo anche una tradizione come la Valle d'Aosta di emigrazione in Francia, esistono molte persone che parlano come seconda lingua il francese. La necessità di capire, prima di prendere delle decisioni, quali sono gli aspetti giuridici della questione e quali sono gli aspetti anche umani e politici allora ci fa dire che non deve essere qualcosa di ristretto al Presidente della Regione, che ha incontrato in più occasioni i rappresentanti del Comitato promotore per la riannessione alla Valle d'Aosta delle Valli Soana e Orco - questo dimostra un'interpretazione quanto meno allegorica della passata Provincia di Aosta -, ma crediamo sia importante che questo Consiglio dia un'indicazione precisa... prima di tutto di affrontare il nodo giuridico che non è secondario, in modo che possiamo capire quale sia l'impatto costituzionale di tali iniziative e poterci esprimere in materia.
La seconda cosa che credo sia importante è che comunque queste iniziative esprimono non solo il disagio di tali popolazioni che evidentemente hanno da parte della loro capitale provinciale e regionale, Torino, scarsissima attenzione, ma che vivono un degrado di zona di montagna che possiamo ben capire, a cui possiamo dare delle risposte ovviamente non di tipo annessionistico, ma di tipo diverso, cioè di solidarietà e di collaborazione. Credo sia importante, per esempio, trovare con loro momenti di solidarietà nei confronti del Parco nazionale del Gran Paradiso: non si capisce perché il Parco nazionale del Gran Paradiso debba avere la sede fuori dal parco, fra l'altro nella città di Torino, e non possa averla in uno di questi Comuni.
Infine credo che, proprio per rinsaldare legami tra montanari, ma soprattutto rinsaldare la conoscenza e quindi con la conoscenza evitare malintesi, evitare soluzioni un po' populiste e far capire a queste persone che l'autonomia della Valle d'Aosta ha certe radici di cui non si può non tener conto, sarebbe opportuno un incontro in modo da sviluppare questo tipo di conoscenza ed evitare che emergano dei conflitti assolutamente inutili fra persone che condividono un unico destino.
Président - La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Come è noto, sono molto rispettoso delle responsabilità in capo al Consiglio regionale, però sono altrettanto rispettoso dei compiti in capo al Governo regionale. La decisione dell'impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale è una prerogativa del Governo regionale, quindi sono nelle condizioni di poter dire che le richieste di approfondimento giuridico che il collega Sandri chiede nella mozione sono già state fatte dall'Ufficio legislativo della Regione e che la decisione è quella di impugnare sia l'ordinanza della Cassazione, sia la deliberazione del Consiglio dei Ministri, perché i costituzionalisti a cui abbiamo chiesto l'approfondimento del caso ci confermano che a loro avviso l'articolo 132 della Costituzione non è applicabile alla particolare situazione dell'ordinamento valdostano. Con questo ci si astrae dal caso specifico di Noasca, ma si entra nel campo di una fattispecie giuridica che prescinde dalle particolari condizioni di Noasca, di Ceresole e degli altri Comuni - perché sappiamo che si sta predisponendo un referendum anche per il Comune di Carema - ma si entra nella sfera giuridica che nulla ha più a che fare con il caso concreto, per il quale riteniamo che questo precedente risulti assai pericoloso ed è ancora più grave che il Consiglio dei Ministri abbia adottato il provvedimento che si concretizza poi in un DPR, peraltro già in Gazzetta ufficiale del 12 luglio, senza ritenere di invitare il Presidente della Regione ai lavori del Consiglio dei Ministri, come previsto dallo Statuto di autonomia, che dice che, nel caso di discussioni che abbiano una particolare attinenza con la Valle d'Aosta, il Presidente della Regione deve essere invitato alla riunione. Ci spiace di constatare che questo non è avvenuto, lo riteniamo gravemente lesivo perché un referendum che sposti un Comune piemontese sulla Valle d'Aosta è un argomento di grande peso per una Regione come la nostra. Se io fossi andato al Consiglio dei Ministri, avrei già in quella fase contestato la legittimità dell'uso dello strumento referendario, ritenendo che il nostro Statuto di autonomia sia successivo all'articolo 132, che questo, prevedendo una legge ordinaria per la modifica dei confini, non è valida nel caso della Valle d'Aosta, che nello Statuto di autonomia riprende quanto contenuto nel decreto luogotenenziale del 1945, dove non a caso risulta un elenco dei Comuni facenti parte della Valle d'Aosta. In passato è vero che questi Comuni come Noasca facevano parte della Provincia di Aosta, ma è inutile che ricordi come uno dei primi atti politici con il decreto luogotenenziale fu l'abolizione della Provincia di Aosta, ritenuta un'imposizione del Fascismo che violava gravemente i confini storici e geografici della Valle d'Aosta.
Devo dirle peraltro, collega Sandri, che avendo nella giornata di lunedì chiesto esplicitamente un incontro nel corso di un'assise internazionale con la Presidente Mercedes Bresso, ho avuto la conferma dell'assoluta contrarietà della Regione Piemonte a questa iniziativa referendaria di questi Comuni. La Presidente Bresso mi ha autorizzato a dire che la Regione Piemonte esprimerà un parere negativo rispetto a tale spostamento. Se il problema è quello che questo atto politico di protesta dei Comuni canavesani si propone di rafforzare i reciproci legami, di tener conto dell'impiego del franco-provenzale che storicamente tali vallate fanno, se bisogna tener conto della stessa dimensione montana, se si vuole tener conto dei collegamenti intervallivi che in passato legavano queste nostre Comunità, che oggi devono fare alcune ore di macchina, credo che questi siano argomenti seri. Proprio rifacendosi al contenuto del punto n. 1 della sua mozione, lei ritiene che si potrebbe nella logica di buon vicinato fra noi e la Regione Piemonte immaginare che il Presidente della Valle d'Aosta vada ad incontrare tali Comunità che fino ad oggi sono appartenute a un'altra Regione... o sarebbe più opportuno - questo è un impegno che potrei prendere ufficialmente nel chiederle il ritiro della mozione - che mi accordassi con la Presidente Mercedes Bresso per decidere assieme un incontro a Pont Cavanese in cui si possa trattare dell'insieme di problematiche di rafforzamento dei legami reciproci? Lei sa che da molti anni mantengo dei legami di profonda amicizia con queste Comunità che conosco bene, ma devo dirle che da qui a immaginare che noi possiamo accarezzare il gatto nel senso giusto del pelo alla ricerca di una violazione di quelli che sono i confini da sempre della nostra Regione ne passa, perché quelle vallate, pur avendo avuto delle collaborazioni, hanno fatto sempre parte del territorio piemontese, al quale sono strettamente legate essendo queste vallate a pochi chilometri. Qualcuno ricorderà che alcuni di questi Comuni fanno i loro Consigli comunali a Torino, perché moltissime di queste persone, anche per la facilità del trenino che collega con Torino, vivono in una situazione urbana pur mantenendo dei rapporti nel fine settimane di legame con le proprie vallate. Ma non è di questo che vorrei occuparmi, vorrei invece dirle che la Giunta regionale ha già predisposto per domani la deliberazione di impugnativa alla Corte Costituzionale, perché riteniamo che questo è uno dei nostri doveri. Come lei sa, esistono possibilità di impugnativa da parte anche dell'Assemblea regionale, ma su questa fattispecie spetta statutariamente al Governo regionale contrapporsi nel momento in cui si ritenga che esistano delle violazioni che possono riflettersi gravemente sull'autonomia.
Nell'invitarla al ritiro quindi assumo l'impegno formale di adempiere ad alcuni dei punti che lei sottolinea, cioè trovare, anche in collaborazione con la Regione Piemonte, un momento di dialogo con le vallate del parco, con il quale abbiamo dei rapporti continuativi, come vi può spiegare meglio di me il collega Laurent Viérin, che rappresenta la Regione nella Comunità del parco, o il collega Borre per questa Fondazione "Gran Paradis", che continua a mantenere con le vallate piemontesi degli ottimi rapporti, o molti altri colleghi, penso ai notevoli legami di amicizia che il collega Praduroux ha con le popolazioni di quelle zone. Io quindi prendo atto della possibilità di incontrarci ma, per quel che riguarda le prerogative del Governo regionale, abbiamo già fatto l'approfondimento di cui al punto n. 3 e riteniamo che per la duplice ragione della non applicabilità dell'articolo 132 e anche per il "vulnus" che c'è stato nel non invitarci al Consiglio dei Ministri si debba presentare ricorso alla Corte Costituzionale.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Intanto ringrazio il Presidente per l'ampia relazione che ha voluto fare a questa mozione, però mi sembra che sia rimasto offuscato dal suo ideologismo, nel senso che ha visto dietro tale mozione la volontà di chissà quale scompaginamento dei confini regionali, non c'è scritto da nessuna parte, non c'è scritto in questa mozione.
Parto subito però chiarendo una cosa: mi spiace doverla contraddire, ma se è vero quello che lei ha detto per quanto riguarda i rapporti fra Presidente della Regione Valle d'Aosta e questi Comuni, sappia che il suo predecessore questi comitati li ha incontrati!
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... ma non credo sia andato prima ad avvertire la Presidente Mercedes Bresso o il Presidente della Repubblica! Trovo che dietro a questo atteggiamento un po' di ideologia vi sia e secondo me è un errore, bisogna guardare le cose con calma e serenità, c'è un atteggiamento del "faso tutto mi" che non va bene! Questa sarà pure una prerogativa della Giunta regionale, ma che il Consiglio regionale venga a scoprire oggi che domani ci sarà l'impugnativa davanti alla Corte costituzionale per queste cose... credo non sia un buon modo di lavorare insieme per la difesa dell'autonomia! Per difendere l'autonomia conviene che le istituzioni della Valle d'Aosta collaborino e qui torno a dire che deve collaborare il Governo regionale, deve collaborare il Consiglio regionale, devono collaborare i Parlamentari, perché anch'io trovo profondamente disdicevole che il Presidente della Repubblica abbia deliberato un decreto o un Consiglio dei ministri abbia preso dei provvedimenti in questa materia senza coinvolgere la Regione Valle d'Aosta e in primo luogo il suo Presidente: questo è grave, ma proprio perché per difendere l'autonomia e per difendere da questi atti gravi che possono venire dal Centro-Sinistra, come sono venuti in altri tempi dal Centro-Destra... credo che la collaborazione di tutti sia utile! Non possiamo andare avanti il Governo da una parte, il Consiglio dall'altra, i Parlamentari dalla terza, è questo l'errore fondamentale che si sta facendo e questo indebolisce la Valle d'Aosta! Faccio un esempio: nulla vieta che l'interpretazione di cui tra l'altro le chiedo documentazione, visto che era l'obiettivo della mia mozione, adesso scopro che è già stata fatta, benissimo, ce la presenti, se ce ne dà copia, abbiamo già risolto metà del lavoro... ma che dalla documentazione emerga che c'è un'incongruenza nell'articolo 132 della Costituzione, perché non difende la specialità della Valle d'Aosta, benissimo! Ma chi impedisce a questo consesso di presentare una proposta di legge costituzionale in collaborazione con i 2 Parlamentari in cui la Regione Valle d'Aosta chiede una modifica del 132° articolo della Costituzione in cui si specifica che quei meccanismi valgono per tutto quello che si vuole, ma non per la Regione Valle d'Aosta, perché quei confini fanno parte di una legge già costituzionale e ben definita. Credo sia questa la motivazione che sia stata data dai giuristi, perché mi sembra di capire che in quella direzione si vada avanti. Io credo pertanto che, se è vero che il Governo regionale deve depositare fisicamente il ricorso, il Consiglio regionale avrebbe meritato un po' più di coinvolgimento. Se poi, come diceva Mao Tze Tung, "l'importante non è che il gatto sia bianco o sia nero, ma che prenda i topi", va benissimo: abbiamo messo in partenza un treno che va nella giusta direzione, per cui va bene. D'altra parte mi fa piacere che lei ammetta che, al di là di tutta questa parte ideologica, c'è stata una mancanza da parte nostra da tale punto di vista, cioè un po' più di collaborazione con queste popolazioni probabilmente avrebbe portato del bene a tutti. Mantenere questi rapporti intervallivi, che una volta erano la struttura della società, perché i grandi blocchi di comunicazione fra le popolazioni non erano i crinali delle montagne, ma le gole, dove era pericoloso passare, ma chi portava al pascolo le mucche in montagna negli alpeggi, che fosse da una parte o dall'altra, Svizzera o Italia, poco importava perché lì c'erano le comunicazioni... credo che riprendere queste comunicazioni sia anzitutto utile alla Valle d'Aosta. Contesto da questo punto di vista un po' di mancanza di attenzione e, quando prima ho accennato a quella ipotesi, non l'ho accennata a caso, perché, da quei contatti informali che ho potuto prendere, mi è sembrato di capire che alla fine una serie di istanze che possono provocare grossi problemi alla Valle d'Aosta si potrebbero risolvere in modo molto semplice proprio attraverso il Parco nazionale del Gran Paradiso. Vedo qui il collega Borre, oltre che il Presidente della Regione, spero che questa mozione susciti l'impegno da parte di tutti di allearsi fra coloro che vivono in montagna perché il Parco nazionale del Gran Paradiso non sia un qualcosa di estraneo e gestito a livello della città di Torino, ma che torni alla sua gestione anche all'interno dei confini del parco, perché questo è un segnale di federalismo e di solidarietà fra le popolazioni alpine. Se si vuole lavorare, se c'è l'impegno come è stato detto, di lavorare in questa direzione, ben venga. Se la situazione giuridica è stata già determinata, mi fa piacere, ci venga fornita la documentazione; l'invito con cui concludo l'illustrazione della mozione... nel senso di ritirarla... è quello però, rivolto al Presidente della Regione in particolare, di essere più collaborativo con il Consiglio regionale e con i 2 Parlamentari.
Presidente - La parola al Consigliere Cesal.
Cesal (UV) - Nel caso in cui la mozione venisse ritirata, mi pare di poter considerare come inutile il mio intervento, per cui lascerei trarre le conclusioni al Presidente della Regione.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Accolgo con favore il ritiro e, per quel che mi riguarda, ritengo comunque, l'ho già detto, che sia il punto n. 1, sia il punto n. 2 siano argomenti sui quali, d'intesa con la Regione Piemonte e con la collega Bresso, credo si debba lavorare. Ritengo assolutamente che noi si debba spiegare alle popolazioni delle vallate piemontesi del Parco che non esiste da parte nostra nessun atteggiamento punitivo o egoistico nel ritenere che l'integrità del territorio regionale della Valle d'Aosta vada mantenuta. Vorrei però aggiungere a precisazione che quando ho ricevuto il Comitato per il referendum, peraltro in un incontro molto garbato e cortese, avevo loro già espresso a titolo personale le mie grandi perplessità ed è vero che nell'occasione mi era stato detto che nelle sue vesti di Consigliere regionale l'ex Presidente Perrin aveva invece espresso loro un parere favorevole rispetto alla possibile annessione di questi Comuni. Era però un'affermazione fatta da loro, che personalmente non ho mai riscontrato. Ci tengo quindi a dire che, per quel che mi riguarda, la logica di ricorso alla Corte vale oggi per Noasca - e le farò avere l'impugnativa -, varrà ancora di più per Carema, perché l'aspetto paradossale dell'attuale articolo 132 - che, se interpretato positivamente dalla Corte Costituzionale su nostro ricorso, non varrà la pena di essere modificato - sta nel fatto che, se domani la Provincia di Torino dovesse chiedere in blocco l'annessione alla Valle d'Aosta, ci troveremmo nella situazione paradossale di entrare in una specie di gorgo di negazione totale di quell'aspetto identitario che invece è strettamente facente parte dell'ordinamento valdostano, cioè della sommatoria dello Statuto e del decreto luogotenenziale.
Mi spiace di avere dato l'impressione del "faso tutto mi", che è una definizione che ci accomuna, perché anche il collega Sandri è noto per il suo attivismo, basta vedere il numero di iniziative consiliari che fa per dire che io mi assumo il "faso tutto mi" mio, ma lui si assume il "faso tutto mi" suo... ma lo ringrazio del fatto che questo argomento sia stato discusso in Consiglio come ritengo sia opportuno debba essere fatto. Forse - detto fra di noi - ne abbiamo discusso un po' tardivamente, perché sono molti mesi che queste firme sono state raccolte. Assicuro e prendo l'impegno di parlare con la Presidente Bresso per dare questa strutturazione di un rapporto con le vallate piemontesi, che è reso obbligatorio dal fatto che il famoso piano del parco, che deve essere approvato da questo Consiglio, deve essere approvato sia dall'Assemblea consiliare piemontese, sia da noi; quindi vi è un obbligo di una riflessione congiunta sulle caratteristiche di questi due territori.
Président - La motion est donc retirée.
Il Consiglio prende atto.