Oggetto del Consiglio n. 1914 del 10 maggio 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 1914/XII - Disegno di legge: "Modificazioni alla legge regionale 31 marzo 2003, n. 6 (Interventi regionali per lo sviluppo delle imprese industriali e artigiane)".
Articolo 1
(Modificazione dell'articolo 19)
1. Il comma 3 dell'articolo 19 della legge regionale 31 marzo 2003, n. 6 (Interventi regionali per lo sviluppo delle imprese industriali e artigiane), è sostituito dal seguente:
"3. I mutui non possono avere una durata superiore a quindici anni o, nel caso dei consorzi e delle società consortili di cui all'articolo 26, a venti anni, incluso l'eventuale periodo di preammortamento, nei limiti di tempo stabiliti per la realizzazione dell'iniziativa.".
Articolo 2
(Modificazione dell'articolo 26)
1. Al comma 1 dell'articolo 26 della l.r. 6/2003, dopo la parola: "superficie" sono inserite le seguenti: "o l'alienazione di diritti di proprietà".
Articolo 3
(Sostituzione dell'articolo 27)
1. L'articolo 27 della l.r. 6/2003 è sostituito dal seguente:
"Articolo 27
(Cessione aree produttive)
1. Per la realizzazione di insediamenti produttivi, la Regione o le società controllate dalla Regione ai sensi dell'articolo 2359, comma primo, del codice civile, possono concedere ai consorzi o alle società consortili di cui all'articolo 26 un diritto di superficie su aree di loro proprietà, di durata trentennale, o alienare le aree stesse.".
Articolo 4
(Inserimento dell'articolo 27bis)
1. Dopo l'articolo 27 della l.r. 6/2003, come sostituito dall'articolo 3, è inserito il seguente:
"Articolo 27bis
(Scioglimento di consorzi e società consortili)
1. L'alienazione o la cessione di fabbricati realizzati da consorzi o società consortili su aree alienate o sulle quali sia stato concesso un diritto di superficie dalla Regione o da società controllate dalla Regione ai sensi dell'articolo 2359, comma primo, del codice civile sono consentite, in deroga al divieto di cui all'articolo 12, comma 1, nei soli casi di scioglimento ai sensi dell'articolo 2611 del codice civile. In tali casi, le porzioni di fabbricato non assegnate ai consorziati o ai soci possono essere alienate o cedute al solo fine del loro utilizzo per la localizzazione di insediamenti industriali o artigianali.
2. In capo ai consorziati, ai soci assegnatari o agli acquirenti terzi, restano fermi i vincoli e gli obblighi di cui all'articolo 12, comma 1. Nel caso di fabbricati realizzati sulle aree concesse in superficie, il vincolo di destinazione è elevato a trenta anni, decorrenti dalla data di costituzione del relativo diritto.
3. I consorziati, i soci assegnatari o gli acquirenti terzi subentrano, a tutti gli effetti, nei rapporti con la Regione o con le società controllate dalla Regione ai sensi dell'articolo 2359, comma primo, del codice civile facenti capo al consorzio o alla società consortile.".
Articolo 5
(Modificazione dell'articolo 28)
1. Dopo il comma 3 dell'articolo 28 della l.r. 6/2003, è aggiunto il seguente:
"3bis. Nel caso di assegnazione delle unità immobiliari realizzate e di intervento sotto forma di mutuo a tasso agevolato o di contributo in conto interessi, il capitale mutuato è frazionato in quote relative ad ogni lotto assegnato, con accollo da parte di ciascun assegnatario o acquirente della quota di mutuo corrispondente al lotto assegnato.".
Presidente - La parola al relatore, Consigliere Praduroux.
Praduroux (UV) - Il disegno di legge n. 104 riguarda le imprese artigiane e industriali introducendo modifiche alla legge regionale del 31 marzo 2003, n. 6. L'oggetto è quello degli interventi a sostegno dei consorzi di imprese. Siamo tutti consapevoli di quanto siano essenziali i settori produttivi per il nostro tessuto economico regionale, non solo da un punto di vista di conti economici, ma anche sotto il profilo occupazionale. Bisogna quindi intervenire in maniera metodica, senza tralasciare nessuna possibile soluzione o intervento per migliorare le condizioni in cui operano gli imprenditori che sono determinati nell'incrementare le opportunità delle loro aziende. Stare al passo con i tempi, raccogliere le indicazioni che ci giungono dagli ambienti produttivi per modulare nuovi strumenti e adeguarli ai rapidi mutamenti delle condizioni di mercato: ecco la priorità di questo disegno di legge. Un provvedimento che si preoccupa di chi malgrado le difficoltà ha fatto la scelta di percorrere la via dell'investimento nel proprio lavoro autonomo, nella propria azienda, mettendo a frutto l'esperienza maturata e il valore aggiunto creato finora con le proprie capacità e risorse.
Le condizioni da affrontare in una piccola Regione come la nostra aggiungono difficoltà a quelle che sono comuni ad altre realtà socio-economiche. Tra i fattori su cui intervenire gli imprenditori segnalano proprio quello della dimensione aziendale, ma anche la possibilità di mettere in comune con altri imprenditori costi fissi come quelli per le strutture produttive. Anche per questa via si può intervenire per raggiungere l'obiettivo di una maggiore competitività puntando sull'innovazione. Va poi sottolineato che lo strumento normativo che stiamo esaminando è in linea con la normativa e con la disciplina europea essendo stato notificato a Bruxelles e dopo l'esame ha ricevuto via libera. È questa una conferma dell'assoluta trasparenza delle procedure e degli interventi che l'Amministrazione regionale intende porre in essere per sostenere i comparti produttivi regionali.
Entrando nello specifico del dettato normativo, con questo disegno di legge si intende promuovere l'aggregazione tra le imprese artigiane e industriali per mezzo della creazione di consorzi o di società consortili accogliendo le osservazioni relative alle esigenze, manifestate da alcuni consorzi e dalle associazioni di categoria, di rendere disponibile la proprietà dei terreni sui quali sono sorti o sorgeranno le strutture. Questo obiettivo del Governo regionale rientra nelle strategie messe in atto per sostenere e rilanciare lo sviluppo del tessuto economico-produttivo valdostano. Con queste nuove disposizioni normative si intende favorire una maggiore competitività del "sistema impresa" in Valle d'Aosta. Al centro di queste modifiche normative vi è la necessità di assicurare una dimensione d'impresa adeguata alla realtà dei mercati nazionale ed esteri. Proprio la dimensione d'impresa è una variabile decisiva nell'assetto competitivo di un sistema produttivo e questa è una considerazione ancora più significativa in una realtà come la nostra che è caratterizzata da piccoli numeri, dove è indispensabile evitare l'emarginazione rispetto ai principali settori economico-produttivi.
Passiamo all'esame di quanto previsto nei singoli articoli. Risulta che l'articolo 1 eleva il periodo di ammortamento dei mutui dei consorzi da 15 a 20 anni. Si creano così condizioni più favorevoli per le imprese che intendono associarsi. In questo modo si favoriscono anche gli investimenti necessari per lo sviluppo delle imprese oppure per il loro consolidamento. L'articolo 2 consente l'alienazione dei diritti di proprietà su aree di proprietà regionale. Finora era solo prevista la semplice concessione dei diritti di superficie.
L'articolo 3 conferma la decisione di permettere la vendita delle aree in alternativa alla costituzione di diritti di superficie; questo vale anche per le società controllate dalla Regione, come ad esempio il caso dell'"ex area Cogne". L'articolo 4 norma la nuova disciplina delle procedure nel caso di scioglimento di consorzi. Una volta raggiunto lo scopo sociale, ad esempio la costruzione del fabbricato o dell'impianto produttivo, è consentito sciogliere il consorzio. Resta fermo però il divieto di cambio di destinazione, divieto che viene anzi elevato a 30 anni nel caso di diritto di superficie. L'articolo 5 infine serve ad assicurare continuità ai rapporti creati in seguito alla concessione di finanziamenti con mutui.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - La legge è stata esaminata in Commissione e sulla medesima abbiamo espresso parere favorevole come gruppo, di conseguenza non abbiamo problemi a votarla. Si tratta di un provvedimento che è nato già nel dicembre 2005 sotto l'egida di un altro Assessore, che oggi viene solennizzato da questo Consiglio e da un altro Assessore. Il discorso che vorremmo invece ribadire - e penso che l'Assessore La Torre ne sia consapevole -, peraltro già anticipato in sede di Commissione, è quello che vi sono esigenze diffuse da parte di imprenditori valdostani di ampliare e potenziare la loro attività produttiva su terreni che non sono di loro proprietà e che sono di proprietà regionale e naturalmente hanno la necessità di acquisire la proprietà di questi terreni per poter fare degli investimenti. Oggi come oggi, nessun imprenditore va ad investire per costruire o ampliare un proprio insediamento produttivo su un terreno altrui, men che meno un terreno pubblico. È un'esigenza datata peraltro, oltre che essere diffusa, perché alcuni casi sono antichi; noi li abbiamo portati in quest'aula a più riprese anche con diverse interrogazioni ed interpellanze. Alcuni si sono risolti soprattutto a seguito delle nostre sollecitazioni, altri rimangono irrisolti, cito il caso "Thermoplay" di Pont-Saint-Martin, quello "MDM" di Châtillon, quello "GPS Standard" di Arnad e ve ne sono altri che adesso mi sfuggono. Qui gli imprenditori hanno la possibilità di incrementare la loro produzione, di aumentare anche i livelli occupazionali, quindi cercare di dare una soluzione anche al problema della carenza di occupazione esistente nella nostra Valle e d'altro canto abbiamo una Regione che, forte delle sue maglie burocratiche, continua a dilazionare i tempi e questi imprenditori attendono una soluzione. C'è qualcuno che ancora ha voglia di investire e ingrandire la propria attività e la Regione che paradossalmente glielo impedisce. Assessore, lei, oltre a mettere il timbro su questo disegno di legge, che è nato qualche mese fa, ha anche tale compito importante di dare corpo e sostanza a tale richiesta, una richiesta che permane, che è pressante e che auguriamo, nell'approvare questa legge, lei si prenda impegno di esaudire. Per quanto riguarda il progetto, ribadisco il voto favorevole del nostro gruppo.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Siamo intervenuti nella IV Commissione, ma anche nella I Commissione e abbiamo espresso dei pareri fortemente critici a tale leggina, perché questa è l'ennesima leggina ad "hoc". Nulla osta agli imprenditori di investire - glielo auguro - un sacco di soldi e quindi creare occupazione, ma quello che manca è una strategia da parte della Regione. Sono intervenuto stamani in riferimento a un'altra azienda in Valle che fa ricerca, ha bisogno di investire, si sta ampliando e abbiamo scoperto che la Regione a momenti non la conosce o se ne disinteressa totalmente per un verso, per un altro verso abbiamo l'"affaire Tecnomec" e allora la Regione interviene con l'acquisto. Qui abbiamo un'altra ipotesi e la Regione interviene su richiesta delle aziende alienando i propri beni su aree strategiche per insediamenti industriali.
Pongo allora un paio di domande. L'azienda che acquista l'area e l'immobile nel momento in cui delocalizza rivende alla Regione a pari condizioni con la rivalutazione e il tasso di inflazione? Ne rimane proprietaria e quindi vincola un immobile a futuri altri insediamenti che dovranno essere delocalizzati in altri luoghi della Regione, quindi la Regione interviene nuovamente per creare infrastrutture a disposizione di aziende che non si possono insediare nelle infrastrutture perché occupate e di proprietà di terzi? Altro problema, ed entro nel merito delle aziende: se queste aziende hanno soldi da investire, non capisco perché dovrebbero comprare l'immobile per darlo in garanzia all'istituto di credito per accedere ai mutui da investire; se hanno fatto dei soldi, che investano direttamente i loro soldi dal punto di vista tecnologico, non dal punto di vista di una speculazione immobiliare o finanziaria! Mi va bene che l'ammortamento dei mutui passi da 15 a 20 anni, significa che le aziende che vogliono accedere a finanziamenti hanno più tempo per ammortizzare. Quando però si parla di divieto di cambio di destinazione d'uso e si eleva a 30 anni, vorrei chiedere quali sono le aziende in Valle che si sono insediate e hanno una vita di 30 anni; quindi anche qui la conseguenza è che corriamo il rischio di alienare aree strategiche per altri insediamenti industriali, commerciali e artigianali, aziende che possono chiudere, delocalizzare e andarsene. La Giunta, di conseguenza, non ha una strategia, perché sono andato a rileggermi il documento programmatico dell'insediamento del nuovo Governo presentato dal Presidente all'atto dell'insediamento, si parla di strategia, si parla di programmazione, poi, di fatto, ci troviamo di fronte ogni Consiglio con provvedimenti ad "hoc" su una singola azienda o su gruppi di aziende, senza che la Regione abbia una strategia, oppure la strategia è quella delle rivendicazioni dei singoli insediamenti e noi facciamo da atto notarile alle esigenze di acquisto o di vendita delle aziende, a seconda delle loro necessità finanziarie, di insediamento, di continuazione dell'attività o di delocalizzazione; pertanto, per quanto ci riguarda, su questo provvedimento il nostro gruppo si asterrà.
Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.
La Torre (FA) - Voglio innanzitutto ringraziare il relatore, la cui relazione è stata estremamente semplice e chiara, e credo che per qualche verso l'argomento sia stato ben compreso dal Consiglio, perché intanto mi sembra di capire che c'è una comprensione del problema, oltre che il consenso, del quale ringrazio, che viene da alcuni banchi dell'opposizione. Cosa ci divide - inizio rivolgendomi al Consigliere Bortot, visto che l'ultimo intervento è stato il suo - ? Ci divide un'impostazione ideologica, Consigliere Bortot, quindi capisco bene che lei non sia d'accordo, perché ideologicamente abbiamo una visione diversa. Non vengo a sostenere che la sua sia una visione sbagliata, semplicemente la ritengo diversa, ma la rispetto per questo. Questa è una legge che va incontro alle nostre imprese e gli dà intanto un incentivo ad associarsi, quindi per rapportarsi al mercato in un modo diverso, ma soprattutto gli concede un'opportunità: quella di crescere investendo su sé stessa, realmente e concretamente in una proprietà che poi, di fatto, diventa delle aziende. Lei pone una questione e dice: "cosa succede una volta che queste aziende diventano proprietarie?". Vorrei ricordarle che in prima battuta chi gestisce nei confronti della Regione il passaggio sono i consorzi, non sono le singole aziende, quindi stiamo già ragionando all'interno di un progetto, che si costruisce, con tante imprese che si mettono insieme, quindi c'è già una volontà che si manifesta nell'acquisizione e nell'adesione al consorzio. Resta il fatto che, quando il consorzio - è la legge stessa che lo prevede - si scioglie, comunque la proprietà rimane vincolata ad una destinazione che questo consorzio nel momento in cui acquisisce si fa carico di trasmettere ai consorziati. Non è che qui vendiamo un'area e poi quando il consorzio si scioglie i consorziati magari danno una destinazione completamente diversa dall'impostazione iniziale. Ideologicamente quindi facciamo una scelta precisa che non è una scelta ad "hoc", non è quella la solita leggina ad "hoc", ma è secondo me - e do anche i meriti a chi prima di me ha impostato questo lavoro - una volontà precisa di cominciare a costruire "passo dopo passo" quel famoso ragionamento, che sta a cuore a tutti, di meno Regione e più impresa. È evidente che questo è un percorso anche culturale che non si può improvvisare, non si svolta da un giorno all'altro; cambiano le situazioni, le problematiche, l'economia, anche noi con i tempi degli enti pubblici... ci dobbiamo impegnare per cercare di adeguarci a questi tempi. Evidentemente tale modifica di legge va in questa direzione, per qualche verso potrebbe essere addirittura poco, però, proprio perché ci deve essere anche una comprensione da parte del settore imprenditoriale, credo sia il passo necessario. Non è uno "strappo" rispetto alle politiche così come sono state portate avanti fino adesso, ma è un passo necessario e conseguente per avviare questo processo culturale di cambiamento che ci porta ad una visione dove c'è meno Regione e più impresa.
Detto questo, credo che il dibattito sia stato ampio anche all'interno della Commissione e ringrazio quest'ultima per l'attenzione che ha voluto riservare a tale proposta di legge. Mi prendo - e adesso vengo alle osservazioni fatte dal Consigliere Tibaldi - volentieri tale impegno che lei chiede, perché credo che dobbiamo reagire a tale situazione di crisi che ci troviamo ad affrontare dando più fiducia alle imprese valdostane. Forse dobbiamo cominciare ad aspettarci un po' meno da tutto quello che possa venire da fuori, nel senso che siamo pronti a confrontarci con l'esterno e ad andare all'esterno con la nostra "valigia" a cercare di portare qui aziende, ma ciò detto che lo faremo, dobbiamo ridare energia e fiducia alle nostre aziende e questo vuol dire dargli credibilità e credere in loro, quindi vuol dire cedere alle loro richieste che molte volte sono richieste legittime. Prima citava delle aziende e faceva dei riferimenti; bene, con l'Assessore Marguerettaz su questo tema mi sono confrontato e insieme abbiamo ripreso con convinzione quel percorso, tant'è vero che non solo c'è già stato un incontro con molte delle aziende che lei ha segnalato, ma ci sono stati incontri anche con l'Associazione industriali per riaprire quel canale, "ridando fiato" a questo impegno che deve vederci a fianco, non a fare assistenzialismo, ma a fare da sostegno nei confronti delle imprese valdostane.
Spero che il processo che abbiamo riattivato possa dare dei frutti in breve termine, i veri problemi in merito a questo sono sempre legati concretamente alle valutazioni, a quello che poi è il fatto di quantificare in modo equo e rispettoso da una parte della Comunità e nello stesso tempo anche degli interessi degli imprenditori, e quello attiene agli uffici; mi rendo conto che anche su questo molte volte gli imprenditori hanno delle aspettative, ma queste aspettative devono conciliarsi con le regole che gli uffici sono obbligati ad imporre. Ritengo che però sia possibile, attraverso un'opera di mediazione della politica, nella trasparenza, di spingere in questa direzione, quindi l'impegno che lei mi chiede mi sento di prenderlo e ribadisco che dobbiamo credere - e io sarò il primo che lo farò e cercherò di farlo venendo qui a dimostrarlo - e "dare più fiato" alle nostre aziende valdostane, a tutte quelle aziende che qui realmente forse non saranno grandi aziende, ma di fatto ci stanno consentendo di tenere in piedi la nostra economia, che sta vivendo un momento di particolare difficoltà.
Ringrazio per la disponibilità a sostenere questa modifica di legge, ringrazio anche il Consigliere Bortot, non mi contrappongo a lei perché rispetto la sua idea, ma sono due impostazioni diverse, quindi il nostro sarebbe anche un confronto difficile, comunque accetto la sua opinione e cercherò di tenerne conto per fare in modo di conciliare anche le sue osservazioni.
Si dà atto che dalle ore 17,21 riassume la Presidenza il Presidente Perron.
Presidente - Passiamo all'esame dell'articolato, ricordo che questa proposta ha avuto il parere favorevole delle Commissioni II e IV all'unanimità.
Pongo in votazione l'articolo 1:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 31
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:
Consiglieri presenti e votanti: 30
Favorevoli: 27
Contrari: 3
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3:
Consiglieri presenti e votanti: 30
Favorevoli: 27
Contrari: 3
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 28
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione la legge nel suo complesso:
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)
Il Consiglio approva.