Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1715 del 11 gennaio 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 1715/XII - Incarico a Finaosta per uno studio sul settore delle case da gioco. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso

· che, il 2 settembre 2005, la Giunta regionale ha incaricato Finaosta S.p.A. (spesa preventivata 144mila euro) della realizzazione di uno studio finalizzato all'analisi dell'attuale congiuntura del settore delle Case da gioco, dell'evoluzione del mercato del gioco in Italia e in Europa e delle prospettive di sviluppo;

· che Finaosta S.p.A. prevedeva di consegnare lo studio entro la fine del mese di novembre 2005;

ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Presidente della Regione o l'Assessore delegato per sapere:

1) se lo studio è stato consegnato;

2) in caso affermativo:

a) quali nuovi elementi di conoscenza del mercato del gioco sarebbero emersi grazie allo studio di cui in Premessa;

b) quali indicazioni utili pensa di trarre l'azionista principale della Casino s.p.a. e quali eventuali intendimenti ha maturato.

F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - L'illustrazione qui sarà molto breve, anche perché alcune domande, 2 su 3, sono state superate dagli eventi.

Lo studio della società "KPMG" è stato presentato ieri, in IV Commissione, l'elaborato è stato accompagnato da un'audizione di coloro che lo hanno realizzato, quindi la prima domanda - se lo studio è stato consegnato - decade; naturalmente quando lo abbiamo presentato non sapevamo ancora che c'era questa presentazione in IV Commissione. Sugli elementi di conoscenza del mercato ci torneremo, anche perché lo studio si compone di due parti; a noi è stata consegnata la parte sintetica, quella che comprende circa 30 pagine, e sfogliandola, pagina su pagina, abbiamo potuto constatare che l'analisi di mercato fatta da questa società a seguito di un incarico della Giunta a "Finaosta" è un'analisi di alcuni mercati europei, compreso quello italiano, che più o meno significativamente soffrono di una crisi abbastanza diffusa, tranne alcuni mercati locali che invece sono in controtendenza.

Piuttosto esigua è la sezione dedicata al casinò, dove le valutazioni sono fatte, sì, sul mercato che ha avuto delle ripercussioni generate da fattori esterni, quali l'introduzione del divieto di fumo, più volte citato dal Presidente Caveri e dall'Assessore Marguerettaz come causa di criticità esterna, e dalla congiuntura economica stagnante recessiva in particolare dell'area del nord-ovest; però ci sono anche delle criticità interne sulle quali questo studio si sofferma in maniera marginale, anche se individua dei fattori che sono per noi estremamente significativi. Tra le criticità endogene si sintetizzata in un passaggio a pagina 24: una formula non del tutto coerente e pronta a reagire alle caratteristiche del mercato, cioè Saint-Vincent è impreparato e ha dimostrato un'incapacità a reagire alle caratteristiche di questo mercato che è in fase di stagnazione; fra parentesi sono indicati alcuni titoli: la produzione, il "marketing" e la forza lavoro sarebbero le debolezze strutturali individuate.

Ci sono poi alcuni consigli, ma noi vorremmo sapere, visto che questo studio porta la data del 15 dicembre 2005 - quindi immaginiamo che il Presidente Caveri e l'Assessore Marguerettaz abbiano avuto tempo, durante le vacanze di Natale, di leggerselo - quali sono le conclusioni e le indicazioni utili per cercare di rilanciare in maniera efficace una casa da gioco che, da tempo, sta soffrendo di una crisi senza precedenti.

Président - La parole au Président de la Région, Caveri.

Caveri (UV) - In questo periodo è abbastanza di moda parlare di "metodi" e devo dire che lo studio - e rispondo in questo caso alla prima delle domande - che è già stato consegnato e che abbiamo avuto modo di discutere in parte nel corso dell'audizione in IV Commissione, ha avuto come scopo riportare in capo all'azionista - ovvero la Regione - un esame della casa da gioco, che non fosse solo dal punto di vista dell'impresa, ma che ripiazzasse il casinò nell'ambito del sistema economico della Valle d'Aosta, tentando di ottenere delle informazioni utili per l'Amministrazione regionale nella sua qualità di titolare della concessione e di azionista principale della società di gestione. L'aspetto più importante, in questa fase, prima ancora di sottolineare - come nello studio è stato fatto - le criticità della casa da gioco, è stato quello di compiere in maniera scientifica un insieme di accertamenti e di esami riguardanti le altre case da gioco italiane e straniere che potessero avere un qualche elemento comparativo di una qualche utilità.

Credo, nel rispondere alla seconda parte, che oggi abbiamo degli elementi finora non emersi. Non erano emersi nel cosiddetto "piano di sviluppo", soprattutto invertendo le responsabilità, oggi riprendiamo in mano questo "dossier" della casa da gioco non solo ponendoci nella prospettiva di aspettare un piano di sviluppo, ma - e queste sono un po' le conclusioni, collega Tibaldi, che ho fatto in Commissione - traendo oggi quelle indicazioni - ed è l'ultima parte della domanda - che risultano da questo studio e non solo, perché esso va incrociato con l'altro studio della "TBridge", che si occupa di temi molto delicati dal punto di vista sociale, quali il confronto con le altre case da gioco italiane per quel che riguarda la produttività, il numero di dipendenti, i tavoli. Sono temi molto più brucianti che portano a delle valutazioni su quello che non chiamerei un piano di sviluppo, ma un "piano di ristrutturazione industriale". Questo piano parte dalle ultime pagine dello studio, là dove si evidenziano, sia in maniera prospettica, che in maniera autocritica, alcuni elementi e io credo che questi elementi dovranno essere ripresi assieme a quelli che dovranno essere discussi con il sindacato, perché parliamo di un'azienda di 832 dipendenti, quindi nella logica delle industrie valdostane, tolto il pubblico e tolta la "Cogne" di Aosta, siamo di fronte a uno dei pochi centri di occupazione forti che abbiamo in Regione. Bisogna quindi essere molto cauti, è come manovrare dell'esplosivo. Fra l'altro sappiamo che questa è un'azienda che ha una conflittualità molto accentuata, come si è visto nelle vicende natalizie delle assemblee sindacali e degli incontri...

In questa fase possiamo tarare una serie di interventi per la s.p.a. che si appresta a un rinnovo del "CdA", e quando dico "rinnovo" intendo rinnovo dal punto di vista tecnico. Credo che avremo modo di discuterne in maggioranza per capire l'esperienza di questi anni, l'esperienza di un certo tipo di conduzione, che ha coinciso - voglio dirlo, perché le persone che hanno lavorato in questi anni si sono comunque trovate, al di là di tutte le polemiche del passato - che qui non riprendo assolutamente - di fronte a un momento reale di criticità. È scarsamente consolatorio, ma io mi sono autenticamente convinto che la legge sul fumo abbia inciso...

(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)

... sì, la si sapeva da 3 anni, però devo dirle che quando si discute con i responsabili dei casinò svizzeri, i responsabili delle Case da gioco hanno convinto il Governo svizzero a far sì che il divieto di fumo non agirà nelle case da gioco svizzere, perché hanno visto cosa è successo con spostamenti massicci di giocatori dai casinò italiani, dove tutta una serie di problematiche non sono le sale fumatori e non fumatori dei ristoranti. Siamo oggi di fronte a delle normative, come la "626", che ci pongono moltissime difficoltà. E ancora, la congiuntura economica sfavorevole, il peso notevole rispetto a una parte di clientela dei casinò svizzeri che hanno una connotazione di forte economicità. Abbiamo visto che in Francia il 93% dei giochi sono giochi elettronici, non ci sono più i cosiddetti "giochi lavorati", che credo debbano continuare ad essere in parte una caratteristica nostra, se vogliamo collegare la casa da gioco non solo ad un aspetto speculativo economico, ma anche alla presenza di un nucleo di posti di lavoro importanti, e infine le macchinette nei bar che sono un fatto assolutamente da non sottostimare, perché le nuove norme della finanziaria rendono l'insieme delle macchinette da bar un'autentica potenza del Ministero dell'economia.

Qual è il percorso? Il percorso è quello - nelle prossime settimane - dell'elaborazione di un documento di indirizzo che verrà portato in Consiglio, che sia la sintesi di tutte le problematiche in cui noi non ci sostituiamo alla s.p.a., ma diamo degli indirizzi - come è legittimo che sia - per darli nelle successive assemblee della s.p.a. Questi indirizzi verranno trasformati in un nuovo documento che la s.p.a. invierà nuovamente a noi, in parte discuterà, perché non tutto è qui, molta è contrattazione. Daremo degli "input", riotterremo degli "input" o degli "output" per delle scelte che dobbiamo effettuare. Penso al fatto che abbiamo fatto bene nel piano di sviluppo a stopparci nel limitare scelte che avrebbero avuto, come conseguenza, il fatto di costruzioni come quella che è stata fatta a Campione e che rischiano di diventare improvvide in un momento di crisi: tu prendi il grande architetto svizzero Mario Botta, realizzi un enorme cubo, bellissimo per la clientela, ma quale clientela se, in quel momento, il casinò vede un declino di clientela? Ci attestiamo sulla parte esistente della casa da gioco? Facciamo un "restyling" brillante? Credo che questi siano i temi e, visto che la domanda è "cosa faremo di questo studio", questo studio verrà trasformato in una mozione di indirizzo che verrà discussa qui, fra alcune settimane, e che servirà alla s.p.a. in parte per riportare qui degli altri elementi per un aspetto attivo da parte dell'Amministrazione regionale, e, dall'altra, una parte di un piano di ristrutturazione industriale che dovrà essere invece legato ad una contrattazione sindacale, del tutto indispensabile.

Credo che la valenza del metodo, tornando all'inizio del discorso, stia nel fatto che oggi abbiamo degli elementi oggettivi che sono frutto di approfondimenti seri e, con questi, ci confronteremo fin dai prossimi giorni.

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Innanzitutto lo studio indubbiamente è utile, dà una valenza scientifica a delle criticità che sono state sempre affermate da più parti, quindi non ne disconosciamo il contenuto, anzi è apprezzabile, perché conferma degli elementi che già conoscevamo.

Lo studio vuole dimostrare che l'azionista non è assente, però l'azionista, essendo presente, ha paradossalmente scavalcato il "CdA", la cui missione era proprio quella di individuare le criticità del mercato e di indicare delle soluzioni: l'avevamo già obiettato la volta scorsa, quando è stata incaricata "Finaosta" di procedere a questa analisi di mercato. Ieri ho visto in Commissione che era presente anche un Consigliere di amministrazione della "Casinò S.p.a.", ho visto che sorrideva, penso che sorridesse per circostanza, perché l'analisi lucida e impietosa in alcuni passaggi che facevano i tecnici, non penso gli desse grandi motivazioni per sorridere! Alcuni passaggi hanno sottolineato - direi drammaticamente - le criticità e sottintendevano anche delle responsabilità, ma penso che su questo argomento torneremo, anche perché lei, Presidente, porterà una mozione di indirizzo in Consiglio che conterà le vostre indicazioni.

Le nostre considerazioni... la più ovvia: le criticità contenute in questo studio sono criticità conosciute, Presidente; lei ha detto che ci sono elementi di novità, ma nell'elencarli ha citato quegli elementi di novità che più volte avete affermato, sia lei che l'Assessore Marguerettaz, a giustificazione di un andamento aziendale non felice. Non so se queste vostre suggestioni sono state trasferite nel momento in cui avete incaricato la società o "Finaosta" per dire: "dovete individuare le criticità del mercato, sappiate che qui ci sono questi problemi", non so se abbiate suggerito fino a questo punto, in sede di committenza, il professionista incaricato, però il fumo è un elemento di criticità che più volte è stato ricordato, la congiuntura sfavorevole anche in particolare quella dell'area nordoccidentale dell'Italia, la concorrenza dei casinò ticinesi è la terza e i videopoker nei bar sono anche un fatto notorio. Allora vorremmo sapere quali sono gli elementi di novità che emergono da questo studio, che è costato la modica somma di 144mila euro, perlomeno come impegno di spesa... poi, liquidato, non lo conosciamo!

Lei, Presidente, dice che il fumo è stato uno dei problemi fondamentali, ma c'è anche la legge antiriciclaggio che entrerà in vigore fra poco, o meglio la parte più pesante per quanto riguarda i riflessi sull'attività del gioco di azzardo entrerà in vigore nel 2008; questo lo sappiamo da qualche anno, come da un anno abbondante sapevamo che ci sarebbe stata la tagliola sulla possibilità di fumare liberamente in questi locali... quando entrerà in vigore la norma antiriciclaggio, ci saranno "lacrime e sangue"! Già il 2005 si è concluso, e penso che l'Assessore Marguerettaz possieda il polso della situazione, con un calo di 23 milioni di euro sul 2004 in termini di ricavi... non sono pochi! Non possiedo ad oggi le situazioni aziendali e i risultati degli altri 3 casinò italiani, ma il nostro casinò ha una diminuzione di 23 milioni di euro: se e quanto entrerà in vigore la norma antiriciclaggio, veramente saranno "lacrime e sangue"! Non possiamo cercare in continuazione degli alibi, penso che questo studio abbia confermato delle criticità ampiamente conosciute, che noi sapevamo, e di cui più volte abbiamo parlato in quest'aula.

C'è anche un paradosso, lei se n'è accorto nel momento in cui il Consiglio approvava il piano di sviluppo, tanto che intelligentemente ha stoppato 4 fasi su 2, perché non si possono mettere in cantiere 80 milioni di euro di lavoro quando non si conosce con certezza il mercato nel quale operiamo, e si pretende di investire, magari cambiare completamente l'immagine della casa da gioco, per andare a colpire quale "target" di clientela... Il problema è che 2 di queste 6 fasi comportano un impegno di 56 milioni di euro, e il paradosso è che l'analisi di mercato è successiva all'approvazione di un piano di sviluppo; dopo che il "CdA" ci ha proposto un piano di sviluppo che è stato in buona parte tagliato come fasi esecutive dal Consiglio, in particolare dalla maggioranza, l'azionista di riferimento - ecco, ripeto, il paradosso - fa un'analisi di mercato; forse erano invertite queste fasi. Allora il paracadute è che dobbiamo fare un piano di ristrutturazione industriale... ma è da tempo che lo aspettiamo! Anzi, lo abbiamo invocato in IV Commissione come atto necessario, parallelo al piano di sviluppo: da un lato, decidiamo come vogliamo modificare la "location" della casa da gioco; dall'altro, decidiamo come intervenire sul mercato che è stagnante, e quindi era opportuno effettuarlo contestualmente nell'aprile scorso.

Oggi possiamo prendere atto che questo piano conferma l'esistente e ciò che tutti noi già sapevamo: che è costato 144mila euro, che non porta elementi di novità e che attendiamo da voi - visto che avete l'onore e l'onere di rappresentare il Governo regionale - una proposta politica efficace per rilanciare la casa da gioco valdostana.