Oggetto del Consiglio n. 1641 del 5 dicembre 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1641/XII - Approvazione del piano regionale economico finanziario (PREFIN) per l'anno 2006 e per il triennio 2006-2008. (Ritiro di ordine del giorno)
L'Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni regionali, Sig. Aurelio Marguerettaz, richiama l'articolo 2 della legge regionale 20 luglio 2004, n. 13 recante "Disposizioni in materia di pianificazione strategica della Regione Valle d'Aosta. Modificazioni alla legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta)" in cui si prevede che per evidenziare le linee della pianificazione strategica e definire la manovra di finanza regionale per il periodo compreso nel bilancio pluriennale, la Regione formuli ogni anno il Piano regionale economico-finanziario (PREFIN).
Illustra il Piano regionale economico-finanziario redatto per l'anno 2006 e triennio 2006-2008.
Fa presente che tale Piano, predisposto dalla Giunta regionale, deve essere presentato al Consiglio entro il 31 agosto, come previsto dall'art. 5 della medesima legge.
Propone, quindi, alla Giunta regionale di sottoporre all'esame del Consiglio regionale l'allegato Piano regionale economico-finanziario per l'anno 2006 e triennio 2006-2008.
La Giunta
Vista la legge regionale 20 luglio 2004, n. 13;
Richiamata la propria deliberazione n. 2362 in data 29 luglio 2005 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2005/2007 con decorrenza 1° agosto 2005, e di disposizioni applicative;
Preso atto di quanto sopra riferito dall'Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni regionali, Sig. Aurelio Marguerettaz;
Visto il parere favorevole rilasciato dal Coordinatore del Dipartimento bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale n. 45/1995, sulla legittimità della presente proposta di deliberazione;
Delibera
di sottoporre all'esame del Consiglio regionale l'allegato Piano regionale economico-finanziario (PREFIN) per l'anno 2006 e per il triennio 2006-2008.
Allegato
(Omissis)
Président - Comme j'avais communiqué et que nous avions convenu, nous discutons maintenant le point n° 24 à l'ordre du jour.
La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Una breve illustrazione. Questo documento arriva in Consiglio regionale in una data non particolarmente conforme al dettato regionale. Volevo ripercorrere con voi tuttavia alcuni passaggi, perché questo è un documento di indirizzo che è stato avviato nel mese di luglio, dopo l'insediamento del nuovo Governo regionale e il 13 luglio alla riunione dei Capigruppo il Presidente Caveri e il sottoscritto avevano partecipato alla riunione dei Capigruppo dichiarando che non sarebbero stati rispettati, ma era pleonastico perché la scadenza era il 30 giugno.
Rispetto all'iter, il mese di luglio ha visto in modo abbastanza forte le strutture del Governo regionale e di tutti gli Assessorati ad un confronto, tanto che in data 3 agosto c'è stato il primo incontro con il Patto per lo sviluppo, incontro che si è ripetuto il 2 settembre e prima dell'approvazione, che è stata fatta il 9 settembre da parte della Giunta, c'è stato anche un confronto con il CPEL. Direi quindi che il percorso è stato assolutamente celere per quanto attiene le date. Qui l'ironia si può sprecare, però l'insediamento della Giunta era il 4 luglio e la presentazione il 9 settembre - ricordo a tutti che il mese di agosto e fino al 15 settembre le Commissioni non si riuniscono - e il 9 settembre, data precedente alla ripresa dei lavori, il documento è stato licenziato. Dopodiché i lavori delle Commissioni, che hanno approfondito l'argomento, hanno portato all'approvazione il 7 novembre, quindi ci troviamo oggi in aula a discutere questo documento.
È un documento che non vuole essere risolutivo, lo vediamo nella legge n. 13/2004, è un documento di indirizzo, propedeutico rispetto ai criteri per la formazione del bilancio; è un documento che vuole dare alcuni elementi ed è l'occasione di confronto fra il Governo regionale, propositore del documento, e il Consiglio, un confronto rispetto alla situazione socio-economica che ci vede accomunati nella gestione della cosa pubblica. Il documento ha una parte iniziale dove viene approfondito il quadro socio-economico della Regione e in questa parte vi sono una serie di dati che inquadrano la nostra situazione. Da un lato balza agli occhi l'invecchiamento della popolazione, il flusso migratorio, vengono approfondite le percentuali di natalità e la composizione della natalità; tutti dati che sono stati affrontati anche in altri documenti, in occasione dell'analisi delle necessità socio-assistenziali o del mercato del lavoro. Qui siamo slegati da un singolo argomento, per fare una lettura a 360 gradi del "sistema Valle d'Aosta". Vengono quindi evidenziate sicuramente alcune criticità, ma per contro, se vogliamo adottare delle valutazioni comparative, la qualità della vita e il raffronto con altre Regioni e altre realtà, probabilmente non abbiamo elementi per gioire, ma per avere comunque un po' di ottimismo rispetto alla nostra situazione. Questi sono dati che, raccolti all'interno di questo documento, possono essere poi utilizzati per fare le varie valutazioni.
Rispetto al capitolo successivo, abbiamo voluto dare un quadro delle risorse a disposizione, altro dato assolutamente importante per poter fare qualsiasi tipo di programmazione: partire da una lettura attenta dello stato del "sistema Valle d'Aosta" e capire quali sono le risorse a disposizione. Le risorse a disposizione sono tendenzialmente stabili e in linea con le previsioni rispetto agli anni precedenti. All'interno di questo capitolo sono state anche indicate le possibilità che abbiamo per potere autonomamente intervenire sulle entrate, quindi la possibilità di introdurre addizionali di varia natura.
Il terzo capitolo riguarda i vincoli rispetto all'aumento della spesa. Abbiamo una serie di fabbisogni da parte della comunità valdostana che possono essere soddisfatti con le entrate, ma questa spesa non è assolutamente libera, abbiamo una serie di vincoli. Fino a poco tempo fa eravamo abituati ad avere delle limitazioni per quanto concerneva la legislazione europea, quindi avere dei limiti per quanto atteneva gli interventi nell'ambito del settore produttivo e avere dei limiti per quel che era l'aiuto alle imprese. La Comunità europea si soffermava decisamente su quelle attività che potevano portare un turbamento nella concorrenza, quindi rispetto a certi fenomeni poneva dei limiti e questo o ci obbligava ad adeguarci a quelle che erano le regole del "de minimis", oppure a notificare le norme che introducevano sostegno alle imprese (un esempio per tutti la legge che interviene a favore degli impianti a fune). Rispetto a questi limiti da qualche anno abbiamo il Patto di stabilità, che è un patto che ha origini europee e che incide a livello nazionale e a livello regionale per quanto attiene la spesa pubblica nel suo complesso. Rispetto alle prime versioni ci troviamo delle limitazioni che sono di progressione generale, fino a poco tempo fa solo sulle spese correnti, oggi sulle spese correnti e sulle spese anche di investimento. All'interno di questi limiti sono stati introdotti anche altri vincoli rispetto all'indebitamento, quindi rispetto alla possibilità di contrarre dei mutui l'Amministrazione si trova ad avere alcuni impedimenti e non può accedere liberamente per qualsiasi tipo di intervento al credito. Questo aspetto ricordo che è, per quanto attiene gli ultimi anni, un qualcosa che ha relativamente incidenza per la nostra Regione, perché non abbiamo contratto mutui.
Fatte queste valutazioni, ci troviamo di fronte al vero documento, che è la lettura della visione politica di fondo del Governo regionale, che ha voluto fotografare con un processo molto semplice... relativamente alla visione politica che vede lo sviluppo di una competitività autonoma di qualità, sia in termini di qualità ambientale che sociale, all'interno di una popolazione coesa e solidale. Questo sta a significare che il termine "competitività autonoma", che poi viene sviluppato anche successivamente, non è un termine che vuole rappresentare una competitività dell'individuo, quindi non vuole rappresentare un modello americaneggiante, in cui prevalgono solo i più forti, ma vuole esprimere una competitività di ogni soggetto, non semplicemente una competitività aziendale. Tale termine è stato utilizzato molto per descrivere la capacità che ha l'impresa di reagire rispetto al mercato; credo che la competitività autonoma che è stata indicata in questo documento sia la capacità di ogni singolo attore della nostra comunità di reagire rispetto a delle necessità. Parliamo quindi sicuramente della competitività aziendale, ma parliamo anche della competitività della famiglia, della pubblica amministrazione e delle "ONLUS", cioè come reagire nel modo più economico ed opportuno rispetto alla necessità di soddisfare il proprio bisogno. Rispetto a questo dobbiamo fare un'analisi approfondita circa tutta una serie di attori, che generalmente sfuggono a tale analisi sulla competitività, avevo avuto modo già in Commissione di parlare di questo, parlando di competitività la famiglia reagisce correttamente rispetto a delle necessità? Nel momento in cui qualche suo componente si trova in difficoltà qual è la reazione? Molte volte vediamo dei paralleli fra tali reazioni e le reazioni del mondo economico: le aziende quando sono in difficoltà molte volte - non tutte, per fortuna, ma tante - cercano di trovare qualche "paracadute" preferibilmente pubblico, quindi cercano soprattutto delle azioni di sostegno, di difesa e lo stesso avviene all'interno della famiglia: nel momento in cui vi sono delle difficoltà, la famiglia reagisce cercando di dare un "paracadute", ma non spronando rispetto all'individuazione di una soluzione economicamente e socialmente utile. Descritta questa visione politica di fondo, per cui assolutamente nessuno vuole immaginare una nostra società che abbia al suo interno dei conflitti, sono state individuate delle linee di intervento per essere in sintonia con tale visione. Sono linee di intervento che sono interferenti le une rispetto alle altre. Abbiamo lo sviluppo e l'animazione economica, le infrastrutture, l'ambiente, la tutela della salute e del benessere sociale, il tutto legato dal concetto della cultura; una cultura che non si riferisce solo alle classiche competenze dell'Assessorato dell'istruzione, ma si estende a tutto quel sistema di conoscenze e di competenze dei valori condivisi. Qualcuno nell'ambito dell'illustrazione ha detto che avremmo potuto parlare di intelligenza; sicuramente sono dei ragionamenti che possono essere compatibili, il concetto di cultura per noi era un qualcosa di più ampio perché comprendeva anche l'intelligenza, ma è soprattutto un'intelligenza a servizio del "sistema Valle d'Aosta", non è un'intelligenza astratta o indipendente, o che premia solo il soggetto intelligente a scapito di colui che lo è un po' di meno. Il concetto di cultura è più avanzato rispetto al concetto di intelligenza, è un concetto che è proprio di una comunità, l'intelligenza può essere patrimonio anche del singolo.
Queste linee di azione sono misurate con dei criteri, noi ne abbiamo individuati 5, ad iniziare dal superamento di criticità storiche, abbiamo cercato di misurare questo obiettivo con la rimozione di fattori di debolezza del territorio, la capacità di ogni singola azione o di un'infrastruttura di superare una debolezza territoriale. Il fatto di intervenire sull'aeroporto ad esempio significa superare una criticità storica, perché quel tipo di aeroporto non è ad oggi disponibile, quindi all'interno di tale criterio ogni intervento che va a supplire rispetto a questa debolezza è un intervento che potrebbe prendere il massimo dei criteri di valutazione. Altro criterio introdotto: l'immediatezza degli effetti, cioè la capacità dell'intervento di avere immediatamente degli effetti - cioè non interventi traslati nel tempo -: più l'azione è immediata più alta è la valutazione. Terzo criterio: il potenziale di miglioramento, cioè la possibilità di avere degli interventi aggiuntivi che sono affrontati in maniera efficace ed efficiente e hanno comparativamente dei risultati migliori rispetto ad altri. Rispetto a una logica marginale - ricordo le teorie marginalistiche, dove di ogni unità aggiuntiva si stima qual è la capacità di soddisfacimento - quindi qual è il potenziale di miglioramento; a livello scolastico, quando si aderisce a delle teorie marginali, si aderisce a delle logiche che misurano la capacità di soddisfare di ogni unità aggiuntiva: se do un chilo di pane a uno che sta morendo di fame, questa unità ha una capacità elevatissima, ma se do un chilo di pane ad un soggetto che vive in una situazione agiata, tale unità ha una capacità marginale molto ridotta. Quarto criterio: l'aderenza dell'azione o dell'obiettivo con il principio di economicità. Rispetto a questo l'economicità è intesa come coerenza fra le risorse impegnate e i risultati ottenuti nel rispetto di regole fisiologiche che reggono l'autonomia dei singoli istituti sociali. Assolutamente quindi non si mette in discussione alcun tipo di azione, ma si chiede qual è l'economicità di questo tipo di intervento. Quinto criterio: la sostenibilità e persistenza nel tempo dell'azione e dei suoi effetti; questo è un elemento molto importante che il Governo regionale ha voluto introdurre ed è la possibilità che tali interventi siano sostenibili nel tempo, cioè qual è la possibilità che le azioni che poniamo in atto nel tempo vedano assicurate le risorse necessarie per una loro prosecuzione. Rispetto a tutti questi criteri troverete nel capitolo 5, con una distinzione per Assessorato e per la Presidenza, tutta una serie di azioni, a loro volta distinte in modo compartimentale.
Quando arriviamo al punto n. 6, abbiamo un momento di sintesi, dove sfuggiamo da questa logica di dipartimento, per dare una lettura rispetto alle priorità del Governo regionale, quindi non siamo più nella logica dove ogni Assessorato deve difendere la propria azione ma, dopo l'applicazione del metodo che ci siamo dati, quali sono le priorità del Governo regionale. Nel vostro documento a pagina 43 avete una schermata di sintesi che, rispetto alle varie linee di azione, mette in evidenza quelle che il Governo regionale pensa siano le priorità da sostenere poi all'interno delle programmazioni che verranno fatte successivamente.
Vi segnalo ancora che nell'ambito delle infrastrutture, oltre alle infrastrutture materiali, abbiamo delle infrastrutture in senso generico immateriali, che sono gli strumenti amministrativi, piuttosto che il quadro normativo di riferimento; all'interno di questo quadro ci sono delle attività che sono attività del legislatore, cioè la revisione della legge n. 45/95, della legge n. 48/95, della legge n. 54/98, sono infrastrutture immateriali da cui discende tutta una serie di attività. Questo è stato indicato cercando di dare un'interpretazione estensiva sul concetto di infrastruttura.
Per quanto attiene il quadro di riferimento, la competitività autonoma si vorrebbe raggiungere con tali linee di intervento. È chiaro che questo è un documento di indirizzo; se vogliamo entrare nel dettaglio, non siamo in linea con le indicazioni che ha dato la legge e che probabilmente necessitano di avere altri passaggi. Questo non vuole essere solo un documento, che è un documento di letteratura... è un documento che vuole, da un lato, stimolare il dibattito e, dall'altro, cercare di dare un'interpretazione all'interno di un quadro che si sta evolvendo. Questo primo passaggio dovrà essere seguito da altri passaggi; qualcosa è già stato fatto, all'interno di ogni momento di costruzione legislativa è stato introdotto un criterio valutativo dove per ogni norma ci deve essere una scheda preparatoria, dove si capisce qual è l'impatto di tale norma, ma non solo nell'ambito delle intenzioni, anche dal punto di vista finanziario e rispetto a ciò anche la possibilità di introdurre delle norme a tempo, quindi non dare per scontato che tali norme siano dei diritti acquisiti che rimangono nel tempo, perché questo porta ad ottenere un fenomeno che avevamo già avuto modo lo scorso anno di individuare con una certa chiarezza.
Il nostro ordinamento ha tutta una serie di provvedimenti che fanno nascere delle aspettative che poi il Governo deve soddisfare e nel tempo diventa difficile scardinare questo sistema. Bisogna allora introdurre all'interno di tale quadro delle norme, che con metodo siano in grado di misurare, anno dopo anno, l'efficacia e la bontà delle leggi e capire se nell'ambito degli obiettivi abbiamo "fatto centro", oppure abbiamo fatto nascere delle situazioni che inizialmente non erano prevedibili. Queste cose vanno ancora affinate, quindi il processo non è finito. Abbiamo detto che vogliamo riorganizzare anche il sistema contabile; così come è stato fatto nell'ambito degli enti locali, dove sono state introdotte delle contabilità economiche, anche per l'Amministrazione regionale è venuto il tempo di introdurre degli strumenti di questo tipo.
Oggi - ripeto - stiamo discutendo un documento che è stato approvato dal Governo regionale il 9 settembre, quindi rispetto alle responsabilità del Governo al momento attuale chiedo scusa per quello che è, ma - ripeto - che dalla discussione odierna all'approvazione da parte del Governo sono passati alcuni mesi. Tali indicazioni già le troveremo applicate nell'ambito del bilancio regionale, sicuramente nell'ambito di questa programmazione è auspicabile che negli anni a venire vi sia una tempistica diversa e dei tempi che la legge indica sia per la Giunta che per... perché si dice che la Giunta deve approvarlo entro il 30 giugno e, considerando la pausa estiva, il Consiglio deve approvarlo entro il 30 settembre, quindi, se ritenete c'è un impegno al rispetto di questi tempi. Credo che questa possa essere una mia prima relazione introduttiva, ci sarà tempo e modo per continuare la discussione.
Président - Je déclare ouvert le débat.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Ci troviamo di fronte a un "PREFIN" la cui legge istitutiva è stata votata anche dalle forze di opposizione; è uno strumento che deve servire a consentire un dibattito politico sulle grandi scelte da tradurre nel successivo documento di bilancio. Ricordo solo un po' la storia di questo "PREFIN". Il nostro gruppo, in occasione della discussione del bilancio di previsione del 2004, aveva più volte sottolineato la necessità di un documento di programmazione su cui poi basare la discussione dell'intero bilancio. In quella occasione l'allora Presidente Perrin aveva colto questa esigenza, aveva capito il senso della nostra proposta e si era attivato perché si traducesse in un disegno di legge quella che era una nostra esigenza, ma non solo nostra, perché, se vado a leggere alcuni passi della relazione del collega Fiou, emerge chiaramente la finalità di tale legge ed è una filosofia condivisa da tutti. Il collega Fiou allora diceva:
"Questo disegno di legge è importante perché risponde all'esigenza di rinnovare il modo di lavorare del Consiglio. Vi è quindi una forte carica di innovazione che questo disegno di legge propone, perché consente di rovesciare l'iter di costruzione del documento più impegnativo che il Consiglio si trova annualmente ad affrontare, cioè il bilancio. Finora la discussione è sempre stata limitata nel percorso del bilancio stesso, nel senso che venivano mortificati gli aspetti politico-strategici, dando prevalenza agli aspetti contabili che conferiscono al bilancio una struttura rigida. Il "PREFIN" consente di superare questi limiti, perché, facendo precedere il documento contabile dalla discussione politica e dalle conseguenti scelte strategiche, indirizzi e priorità di governo dello sviluppo della Valle d'Aosta, consente una discussione chiara e consente anche che il voto sul bilancio non sia solo un fatto formale".
Noi condividiamo pienamente questa filosofia; anche nelle nostre proposte emergeva tale bisogno di avere un momento chiaro in cui si analizzano i bisogni di una comunità e si scelgono le priorità da perseguire nel momento in cui si definisce un bilancio. Sembrava quindi importante consentire spazi e momenti adeguati per analizzare i dati economici, sociali e culturali della Regione, per evidenziare le criticità, le linee di tendenza e scegliere nel modo più condiviso possibile non solo fra le forze politiche, ma fra i soggetti interessati, le strategie di intervento. Ricordo ancora le parole del collega Fiou, che mi sembra avesse evidenziato il "clou" della questione: "questo documento..." - diceva - "... può evidenziare le contraddizioni fra le esigenze introdotte dai nuovi processi di trasformazione e le priorità che rigidamente sono codificate nel nostro "corpus" legislativo, per cui queste rigidità mal si adattano alle nuove esigenze".
Il "PREFIN" quindi può essere un momento di stimolo per rivedere in modo critico e innovativo tutto il nostro patrimonio legislativo, per adeguarlo meglio alle priorità e anche di fronte alle indicazioni di programma. Il "PREFIN" dovrebbe analizzare, secondo questa logica, i risultati finora ottenuti dalle politiche perseguite e i progetti che il programma di governo ha evidenziato. Faccio un esempio per tutti: la casa, c'è da chiedersi: è servita la politica della casa fatta finora? Gli interventi finora effettuati hanno dato un alloggio a chi ne aveva bisogno? Quali sono i bisogni emergenti? Sappiamo ad esempio che crescono le difficoltà di affitto per le famiglie, che risposte si possono dare? Come impegnare le risorse necessarie per dare queste risposte? Da tale insieme di domande, di analisi, da questa riflessione comune dovrebbero emergere alcuni macrobiettivi da declinare nei vari ambiti dell'amministrazione, da sostenere con risorse adeguate e da inserire nel bilancio. Per fare questo la legge ha previsto dei tempi precisi: entro il 30 giugno la Giunta predispone il documento di analisi e le proposte delle scelte; entro il 30 settembre il Consiglio approva tale documento in modo che si possa ripartire per predisporre il bilancio. L'Assessore ha fornito delle date diverse, ha detto: "ci siamo preoccupati a luglio di vedere quali erano le indicazioni anche con il Patto di sviluppo di agosto, e il 9 settembre abbiamo licenziato il nostro "PREFIN", le date questa volta sono slittate". Sta di fatto che questo documento è stato iscritto all'ordine del giorno del Consiglio del 23-24 novembre, è stato rinviato al Consiglio del 5 dicembre con un notevole ritardo. Ora, Assessore, è un'offesa alla nostra intelligenza che lei dica: "abbiamo fatto il nostro lavoro, adesso arriva in Consiglio", in questi mesi l'argomento è rimasto nel limbo, così non sappiamo come mai e perché. Vogliamo fare l'elenco delle leggi che la Giunta approva in una settimana e la settimana dopo devono essere discusse, approvate, esaminate dalle Commissioni, inscritte all'ordine del giorno aggiuntivo e portate in Consiglio? Credo che tutti noi ci siamo posti questa domanda: come mai solo per questo documento la Giunta non è stata così sollecita nel portarlo avanti? Di fatto, se guardiamo le date, tale documento dovrebbe essere propedeutico alla predisposizione del bilancio; ora, nel momento in cui la Giunta a novembre approva il bilancio, lo porta in Commissione, lo inserisce nell'ordine del giorno del Consiglio... e, guarda caso, lo stesso giorno, nello stesso Consiglio, si discute il "PREFIN", che dovrebbe dare i grandi obiettivi su cui costruire poi il bilancio! Non è solo questione di tempi, ma è questione di rispetto dell'intelligenza delle persone e del ruolo del Consiglio e delle procedure che una legge, condivisa da quasi tutte le forze politiche di questo Consiglio, indicava. Che senso ha discutere il "PREFIN" quando il bilancio, che avrebbe dovuto recepire le scelte discusse e condivise nel momento dell'analisi del "PREFIN", è già stato redatto, analizzato in Commissione, ha avuto il parere? Il PREFIN arriva in Consiglio stamani e oggi pomeriggio comincia l'esame del bilancio. Non vi viene il dubbio che il Consiglio sia stato espropriato del suo ruolo? Da quando questa maggioranza si è insediata abbiamo continuato a sentire parole quali rispetto del Consiglio, valorizzazione del Consiglio, poi, di fatto, nel concreto abbiamo assistito giorno dopo giorno alla prevaricazione della Giunta con i suoi "diktat" per far approvare in Commissione e poi in Consiglio le leggi, oppure per rendere inutile, non efficace, vanificato dall'interno l'esame del "PREFIN"!
Noi potremmo dedicare qui ore ed ore ad analizzare il "PREFIN", ma questa è una discussione accademica, fatta per riempire tale sala di parole "vuote", perché la traduzione di questo documento è già stata fatta nel bilancio, quindi qualunque cosa oggi diciamo: una virgola in più, una virgola in meno, quel dato che manca, l'altro che non va bene non avrebbe nessuna efficacia. Ora lei non può venire qui e chiederci di impegnarci in una discussione in cui analizziamo il lavoro della Giunta. So che avete pagato anche 19.000 euro un consulente per aiutarvi a fare questo "PREFIN", so che vi siete preoccupati anche di stampare e ristampare il documento, sarà più o meno bello, non lo so, ma è un lavoro inutile! È inutile perché è imperniato su un obiettivo che è superato: l'obiettivo di affrontare i grandi problemi della Valle per dare una risposta al bilancio, quando il bilancio è già stato fatto! La scelta che avete fatto di trascinare fino ad oggi il PREFIN è una scelta politica della maggioranza di governo, perché - e lo vedremo anche in questo Consiglio -, quando la Giunta ha un'urgenza, un obiettivo da raggiungere che le sta a cuore, dice "I care", e la macchina organizzativa del lavoro la macchina organizzativa del lavoro consiliare funziona a ritmi accelerati.
Ho ascoltato il tentativo che ha fatto l'Assessore di dare valore a questo documento ma, quando le parole, anche le più roboanti, messe anche in tali centri concentrici con le freccette, non sono accompagnate da indicazioni chiare dei tempi e delle risorse con cui i vari interventi vogliono essere effettuati, sono "parole al vento" e anche il fatto di mettere le priorità, sfido chiunque a sapere quali sono in concreto gli interventi, quanto costano, quando si realizzano e qual è l'obiettivo da raggiungere, ad esempio, il problema della casa viene liquidato con queste affermazioni: "coordinamento degli interventi strutturali e non strutturali nell'ambito dei settori dell'edilizia residenziale privata e pubblica, diretti a far fronte alle esigenze abitative". Quante cose si vogliono fare, in quanto tempo, con quali risorse, rivolte a quale fascia della popolazione? Tutto questo zero. Allora voi mi dite che questi sono macrobiettivi e priorità che il Governo ha voluto indicare nel "PREFIN" su cui ha costruito il bilancio? Ripeto: è questione di rispetto della nostra intelligenza. La sfido, Assessore, a fare alcuni esempi di cosa vuol dire incrociare "coesione" con "competizione" con i "criteri"! Sempre sulla casa, criteri di qualità dell'ambiente mi "parlerebbero" di tetti in lose da privilegiare; criteri di popolazione coesa mi "parlerebbero" di dare un alloggio a chi non ce l'ha; i soldi dove li mettiamo? Che scelte facciamo in concreto con le cifre sul bilancio? Questo volevo sapere, questo deve essere scritto nel "PREFIN", perché il bilancio diventa solo la traduzione delle cose decise, condivise. Potrei andare avanti all'infinito a fare moltissimi altri esempi, ma non è questo il momento perché è solo accademia, essendo tutto già stato deciso. Per noi il "PREFIN" rimane uno strumento valido, perché ha delle finalità molto grandi; deve essere redatto e discusso in tempo utile come previsto dalla legge affinché possa raggiungere la sua finalità.
Insieme a tutti i colleghi dell'opposizione presentiamo un ordine del giorno, con il quale stigmatizziamo i ritardi che vanificano l'impostazione di tale documento e impegniamo almeno la Giunta a rispettare nel 2007-2009 con il "PREFIN" i tempi indicati dalla legge e a renderlo uno strumento chiaro, con dati che descrivono la realtà. Che non si faccia il giochino di nascondere i dati che non ci piacciono. Assessore, se lei prende la pagina sulla qualità della vita de "Il Sole 24Ore", da cui ha estratto le informazioni, nota che nel PREFIN alcuni indici negativi sono stati stralciati, come mai? Diciamo le cose come stanno: perché bisogna selezionare i dati da mettere qui per far emergere una realtà edulcorata? Comunque vogliamo dati più precisi e poi le priorità del Governo non devono essere parole, ma bisogna indicare chiaramente per ogni priorità quali interventi sono richiesti, come sono declinati in quali tempi e con quali risorse.
Ordine del giorno
Vista la legge regionale 20 luglio 2004, n. 13, ed in particolare l'articolo 2 in cui:
- si prevede che la Regione formuli ogni anno il Piano regionale economico-finanziario (PREFIN), al fine di evidenziare le linee della pianificazione strategica e di definire la manovra di finanza regionale per il periodo compreso nel bilancio pluriennale della Regione;
- si dettano i tempi della predisposizione del documento da parte della Giunta, entro il 30 giugno, e dell'esame in Consiglio, entro il 30 settembre, al fine di garantire un congruo numero di giorni per la predisposizione del bilancio, alla luce delle indicazioni emerse e approvate nel PREFIN;
Preso atto che il Piano regionale Economico e Finanziario 2006-2008 è stato approvato dalla Giunta il 21 settembre u.s. ed è stato iscritto all'ordine del giorno del Consiglio del 23 e 24 novembre e rinviato alla discussione del Consiglio del 5 dicembre, con un ritardo di oltre due mesi rispetto alle indicazioni della legge regionale;
Considerato che nel frattempo la Giunta regionale ha provveduto a predisporre il bilancio annuale e pluriennale della Regione, documento che sarà esaminato nella attuale seduta del Consiglio, in concomitanza col PREFIN;
Atteso che il ritardo con cui si porta il PREFIN all'esame del Consiglio, vanifica di fatto il senso di tale Documento Programmatorio, in quanto sono già state approvate nel Bilancio le assegnazioni di risorse che, come recita il comma 3 dell'articolo 2 della succitata legge regionale, avrebbero dovuto essere definite alla luce delle indicazioni di pianificazione strategica contenute nel PREFIN;
Nel ribadire
- l'importanza del PREFIN quale strumento di programmazione economica che può consentire un momento di dibattito politico delle scelte da tradurre poi nel bilancio regionale;
- la necessità che tale documento contenga significativi dati dettagliati sulla situazione socio-economica della Regione, da cui solo possono scaturire tendenze da potenziare ed elementi di criticità da correggere, indicazioni chiare ed esplicite delle priorità da perseguire e delle relative risorse da assegnare nei vari ambiti dell'attività amministrativa, nonché previsioni dei tempi in cui perseguire gli obiettivi indicati;
Il Consiglio regionale
Sottolinea
i ritardi con cui il Governo regionale ha messo mano quest'anno al PREFIN che
- rendono totalmente ininfluente il suo passaggio in Consiglio;
- impediscono nei fatti ai consiglieri di esercitare il loro ruolo propositivo rispetto alle scelte da operare nel bilancio;
Impegna
La Giunta regionale, nella predisposizione del PREFIN 2007-2009,
- a rispettare i tempi indicati in legge,
- ad arricchire il documento di ulteriori dati descrittivi della realtà socio-economica,
- e a declinare in termini chiari ed in tempi precisi le priorità del Governo regionale.
F.to: Squarzino Secondina - Riccarand - Curtaz - Lattanzi - Frassy - Comé - Stacchetti - Viérin Marco - Lanièce - Tibaldi - La Torre - Salzone - Lavoyer
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno, che le è stato appena consegnato, Presidente, e vorremmo dare anche una motivazione all'Assessore, che si è prodigato nell'illustrarci questo "POSTFIN", nel senso che chiamarlo "PREFIN" è veramente cosa ardua. Un "PREFIN" dovrebbe prevedere una finanziaria, questo arriva praticamente dopo e diventa difficile chiamarlo "PREFIN"... è un "PRE-FINTO" sì... D'altronde noi su tale documento avevamo già espresso, unici in quest'aula... purtroppo per noi, ma anche per voi perché, se ci aveste ascoltato, evitavate di fare delle brutte figure... quando con la legge istitutiva del "PREFIN" voi avete tentato di convincerci che era cosa buona e giusta avere un momento di riflessione sull'andamento del programma di legislatura annuale che prevedesse l'allocazione delle risorse sui vari obiettivi strategici... già in quella sede i miei colleghi intervennero in maniera molto chiara dicendo che stavamo tentando di copiare una delle cose che a livello nazionale più ci fanno schifo, cioè quel maledetto "DPF", di cui tanto si parla e, purtroppo, questa Regione è nota per copiare le cose peggiori del livello nazionale, mentre poche volte riesce a suggerire cose migliori. Il "PREFIN" - o il "POSTFIN" - di oggi è l'esempio di quanto le persone con i comportamenti dimostrino di quanto credono alle parole che dicono. Oggi a pranzo con mio figlio parlavamo della valutazione dei comportamenti delle persone, mi sono permesso di dargli un suggerimento: non credere a quello che dicono le persone, guarda quello che fanno e, se oggi dovessi guardare cosa sta avvenendo in questo istante, cioè un Assessore alle finanze che porta un "POSTFIN" prima della finanziaria che arriva dopo, dovrei dedurre che o non ci credeva quando ha proposto la legge istitutiva del "PREFIN", o non ci ha creduto durante, o ha dei problemi a gestire la sua struttura, perché è evidente che ci sono o delle manchevolezze di volontà politica, o delle manchevolezze di competenza professionale (con riferimento ovviamente all'Assessorato).
Questo documento, che ci è costato qualche decina di migliaia di euri - plurale "majestatis" -, non dà ragione all'illustrazione che l'Assessore ne ha appena fatto. Sui tempi ha cercato di spiegare, ma non c'è riuscito. Lei può ben raccontarci che il 30 giugno era la data giusta, ma voi siete arrivati comunque il 9 settembre... siamo al 5 dicembre, cosa avete fatto voi dal 9 settembre al 5 dicembre non lo sappiamo. Abbiamo visto il "PREFIN" in Commissione solo qualche ora prima che arrivasse la finanziaria e non sono le Commissioni che hanno posticipato, perché noi l'abbiamo vista una volta e mezzo questa "cosa", perché poi abbiamo cominciato a parlare della finanziaria, che poco ha a che vedere con tali parole. Se qualcuno avesse avuto voglia - come ho dovuto fare io - di passare qualche sera ad analizzare il "PREFIN" e a sovrapporlo sulla finanziaria, direbbe: "ma che ci azzecca!" e non poteva che essere così, al di là di alcune linee strategiche generali che abbiamo sentito risintetizzate adesso dall'Assessore: la coesione e la competitività, con un'uscita a piè pari sulla competizione individuale, perché noi non siamo come gli Americani... purtroppo per noi non siamo come gli Americani, visto che loro viaggiano ad un PIL del 4,5% e sono la prima potenza mondiale con 250 milioni di abitanti! Noi non riusciamo neanche ad immaginarla quella cultura della competizione individuale, perché è più importante in questa Regione avere una competizione regionale, dove il politico di turno, lui sì, compete con il bacino elettorale! Nulla a che vedere con il mondo reale, di cui parleremo domani quando discuteremo della finanziaria regionale!
La Commissione ha guardato questo documento con grande superficialità, perché di carta ne gira tanta, l'ultimo pezzo di carta che parlava di programmi strategici di questa Giunta era in tale documento chiamato "Integrazione del programma di legislatura regionale", se anche qui i colleghi hanno voglia di leggersi il "Libro bianco" delle volontà del Presidente Caveri e della sua Giunta e le sovrappongono con questo... diciamo che il consulente da 19.000 euro non ha fatto una grande fatica a fare copia e incolla! Complimenti per la grafica - non so cosa ci è costata -, forse qualche casa in più a quelli che sono in mezzo a una strada era meglio, visto che parliamo di coesione e solidarietà! Siamo molto bravi a spendere dei soldi su progetti che vanno nei cassetti, ne parleremo anche in finanziaria; noi eravamo contro l'istituzione di questo "PREFIN", oggi penso che sia a tutti più chiaro, perché, se qualcuno si illude che con questo documento si possa dibattere in termini politici ogni anno delle volontà programmatiche di legislatura... credo che lo possiamo fare ogni qualvolta i Consiglieri vogliono discutere dello stato di avanzamento lavori della Giunta. Non avevamo bisogno del "PREFIN" quindi per stimolare un dibattito politico su questo argomento, anche perché gli obiettivi citati nel programma di legislatura e nel "PREFIN" sono lungi dall'essere chiamati obiettivi. Ricordo che in un corso di "management" qualche anno fa illustri docenti mi fecero notare che gli obiettivi sono quelle cose chiare, misurabili nel tempo e nella quantità; vi sfido a chiamare una sola di queste paginette obiettivo, se non un insieme di volontà anche abbastanza pleonastiche. Fra l'altro, ci sono anche degli errori di copia e incolla nel "PREFIN" - almeno 3 -, perché per rimpinguare il documento si prendono parti intere di articolato e si trasferiscono sulla pagina successiva, poi, se l'Assessore vuole, glieli indico.
Cosa dice il "PREFIN"? Ci svela il "segreto di Pulcinella", dicendoci che siamo 126 mila abitanti, che la popolazione invecchia, che abbiamo poca natalità, che abbiamo la longevità più alta in Italia e fra le più alte in Europa, che abbiamo un numero crescente di immigrati con il quale stiamo cercando di cooperare per la loro integrazione. Scopriamo che un terzo delle nostre attività produttive è terziario non avanzato - nel senso che non lo vuole più nessuno, ma arretrato -, scopriamo che abbiamo un rapporto con gli enti locali che è di totale condivisione - e, guarda caso, non poteva che essere cosi! - delle operatività strategiche della Regione, non voglio fare polemica perché la condivisione e la concertazione sono concetti utili all'amministrare su diversi livelli, ma, quando questi concetti diventano sudditanza totale, per la quale il Comune chiede i soldi, come spenderli lo chiede alla Regione, è evidente che abbiamo ampi spazi di miglioramento. In un passaggio preciso si dà un grosso ruolo al rapporto della Regione nel CELVA.
Scopriamo poi che il cattivo Berlusconi non ha fatto quello che era stato, allarmisticamente, dichiarato e cioè che avrebbe tagliato i soldi all'autonomia speciale della Regione Valle d'Aosta, ma che dal 2000 al 2004 le risorse sono aumentate da 1,048 miliardo di euro a 1,415 miliardo di euro, con un 41% di aumento delle risorse. Questo grazie al fatto che l'economia regionale corre più di quella italiana, sappiamo anche perché corre, lo abbiamo detto molte volte: abbiamo un PIL che beneficia di una presenza nella crescita reale di questa Regione, nella presenza della Regione come motore economico, tanto che per un terzo del PIL pesa lo sviluppo del turismo e del commercio della Regione e per quasi 2/3 vi è la presenza massiccia dell'Amministrazione regionale e del suo potente bilancio. Scopriamo, nonostante le parole roboanti di approccio "sinistrorso" alla finanziaria, che anche questo Governo ha concordato insieme al Governo nazionale la necessità di porre un freno alle spese che sono crescenti, non solo per rispettare il Patto di stabilità della norma comunitaria, ma perché il momento economico per il Paese è difficile, quindi l'aumento concordato del 2,9% è il limite alla crescita della spesa, limite alla crescita esponenziale di settori assolutamente fuori controllo. Basti citare la spesa che questa Regione ha per la sanità e per il "welfare", con incrementi di spesa del 15% annui che sono devastanti in qualunque Paese civile (o normale, come direbbe il compagno D'Alema).
Scopriamo anche che questo modo di approcciare in maniera manageriale la finanziaria, che purtroppo così non è, ha delle linee strategiche così suggerite, come suggerisce il Premio nobel Barro quando dice che il ruolo delle amministrazioni è fondamentale per lo sviluppo di un territorio; peccato che si omette di dire che lo stesso Premio nobel dava alle amministrazioni locali e regionali un ruolo importante nel non impedire la crescita e lo sviluppo del territorio, quindi parlava di investimenti nel sociale come motore dello sviluppo, ma aggiungeva nel limite della burocrazia... cioè l'opportunità delle amministrazioni regionali e locali a limitare la loro presenza sull'economia attraverso la burocrazia, così come diceva che l'amministrazione non dovrebbe solo limitare la propria presenza in economia, ma dovrebbe incentivare l'economia, in questo contraddicendo quello che l'Assessore ha detto poco fa, quando ha detto che siamo per la politica della coesione del popolo regionale e aborriamo la competitività dell'individuo. Bravo! Aborriamola ancora un po', così quei pochi individui che hanno ancora voglia di aprire qualche albergo o attività turistica o azienda, o quegli artigiani che hanno voglia di licenziarsi dalla "Cogne" prendendo la liquidazione e di aprire un'attività artigianale verranno disincentivati e allineati nelle liste di collocamento dei concorsi regionali.
Scopriamo ancora che il Presidente Caveri cambia direttrici sulle sue attività rispetto al Presidente Perrin e assume non solo il coordinamento della Giunta, che "ça va sans dire" per un Presidente della Regione, ma che viene sottolineato come un'innovazione, ma viene detto che si punta sul federalismo euro-regionale. Qualcuno mi dovrà spiegare questa strategia delle euro-regioni, cioè come si pensa di finire di "mungere la mucca italiana" e si cerca di "mungere la vacca europea"; mi si dovrà spiegare come una piccola Regione come la nostra in un mondo europeo pensa di andare a Bruxelles a "puppare" danaro come ha fatto a Roma fino ad ieri. Se poi qualcuno mi risponderà che la strategia passa attraverso l'apertura di 2 sedi istituzionali, Ministero degli esteri dell'Amministrazione regionale valdostana, dico che, più che andare a cercare dei soldi, stiamo regalando dei soldi a chi ci conviene lasciare su.
Apprendiamo dal "PREFIN" che il Presidente della Regione pone particolare attenzione sugli obiettivi di competitività rispetto al 2007-2013 quando sappiamo che una serie di modifiche delle finanziarie europee andranno a modificare.
Manca totalmente nella paginetta della Presidenza della Regione la menzione del ruolo della Regione rispetto allo Stato italiano. Uno Stato italiano che viene citato solo in negativo e, quando qualcosa viene citato in positivo, se ne dà il merito alla Comunità europea, dimenticando che il Governo nazionale ha sottoscritto quegli impegni ed è ancora impegnato a mantenere inalterate le risorse nonostante le difficoltà del Paese.
Si parla di devoluzione di funzioni regionali agli enti locali, anche qui in un gruppo misto Regione-CELVA ci sono tali concertazioni, dove il ruolo strategico delle comunità montane dovrà trovare un proprio perché. Si dimentica di dire - l'ho chiesto in Commissione non ho avuto risposta, lo chiedo qui, non avrò risposta... - che qualcuno ci dovrà spiegare come nei prossimi 5 anni, oltre alle funzioni, si distribuiscono le risorse e soprattutto il personale, perché la famigerata stratificazione delle assunzioni - sindaci che assumono, presidenti di comunità montana che assumono, Regione che assume e devolve funzioni - prima o poi da qualche parte ci porterà. Abbiamo già sollecitato questo tema, ci viene risposto che è allo studio la devoluzione delle competenze e delle risorse per valutare che tipo di impatto avrà, che i Comuni dovranno assumere risorse umane per gestire quelle competenze, mentre la Regione sta cercando di convincere i sindacati ad accettare il concetto di mobilità nel comparto unico, ma il comparto non c'è, è chiaro che un dipendente regionale non accetterà mai di diventare dipendente del Comune di Jovençan, perché il rapporto cambia, a meno che il comparto unico non presupponga uguali diritti ed opportunità, ma di questo non c'è traccia.
Vi è una bella paginetta sulle attività produttive e qui l'Assessore Ferraris - penso lui, a meno che non abbia fatto qualcuno per lui... - si è sbizzarrito nel copiare il programma di legislatura, che già molto ci ha preoccupato, perché anche a pagina 35 del "PREFIN" non vi è una sola parola sul cambio di strategia che sta "affossando" questa Regione, anzi si ribadisce la continuità della stabilità dell'azione di governo, che sta facendo fallire il Governo sulla questione economica. Chiudiamo le aziende, abbiamo disoccupati, ci inventiamo ammortizzatori sociali, dove qui viene ribadito l'intervento di politica attiva del lavoro; notate bene, nella politica "attiva" troviamo ammortizzatori sociali, ammortizzatori sociali, ammortizzatori sociali e questa è la politica attiva di questo Governo! Politica che è in linea con il socialismo reale che evidentemente esprime.
Si fa un cenno al risparmio energetico per la diversificazione delle fonti di energia quando siamo una Regione che produce 3 volte quello che consumiamo; sarebbe sufficiente cominciare a dare ai Valdostani l'energia a minor costo, perché, se sul terzo dell'energia che produciamo incassassimo un po' meno, non dissesteremmo le casse della Regione, ma daremmo un forte impulso alle aziende, che potrebbero venire qui, se avessero un'energia a minor costo, visto che produciamo 3 volte il nostro fabbisogno.
La preoccupazione su tale "PREFIN" quindi è che conferma le linee di indirizzo di questo Governo regionale, cioè una politica fallimentare dal costante affidamento degli incentivi agli investimenti, cosa hanno prodotto? Nulla. Il sostegno agli interventi di qualificazione e di ampliamento del sistema infrastrutturale e logistico al servizio delle attività produttive cosa ha prodotto? Nulla, abbiamo intere aree ristrutturate che sono totalmente vuote, con i rappresentanti degli industriali che tirano via delle "bastonate" non senza responsabilità anche loro per quel che riguarda le infrastrutture di questa Regione, che sono talmente care da essere fuori mercato anche per gli imprenditori valdostani.
Scopriamo che ci sarà un'attuazione puntuale del sistema di valutazione della legge n. 19/2000, articolo 18, e che verrà costituita una commissione di lavoro composta di esperti italiani e francofoni - fantastico! - con i rappresentanti dell'IRRE, della VDA, dell'Università... per definire scopi e ipotesi organizzative della struttura regionale. È una meraviglia, non vediamo l'ora di vederla questa commissione, di vedere quanto ci costa e cosa riuscirà a produrre l'ennesima commissione di studio sull'organizzazione della macchina regionale! Siete stupefacenti!
Abbiamo una ricognizione delle necessità edilizie per le scuole superiori di Aosta, come se non lo avessimo fatto centocinquanta miliardi di volte! Siamo cioè all'anno zero, abbiamo bisogno di mandare fuori qualcuno che faccia una ricognizione delle scuole superiori di Aosta al fine di elaborare un piano di intervento e il proseguimento delle strutture già programmate. Sul proseguimento delle strutture già programmate lo studio è già stato fatto, scopriamo che non lo abbiamo ancora finito, ma che bisogna fare un altro studio per capire bene quali sono le nuove necessità.
Salto a piè pari, così la risparmio, Assessore Charles, la cultura perché l'elenco delle cose da fare è lo stesso da 20 anni, non lo commentiamo più perché abbiamo la nausea. Il parco archeologico di Saint-Martin è lì dal 1969 e non si è messo un centimetro da quando governate questa Regione... anzi dal 69 prima di Cristo è lì!
Abbiamo bisogno dell'ampliamento dell'Ospedale; ecco sull'Ospedale abbiamo dato la nostra disponibilità a fare una valutazione, che è una valutazione tardiva evidentemente. Non voglio dare la colpa all'Assessore alla sanità attuale, perché i suoi predecessori non hanno certo brillato per velocità, perché che non si voleva l'ospedale nuovo lo dite da 15 anni e vi siete sempre impegnati nella riorganizzazione strutturale dell'esistente. Adesso da un paio di anni nasce la volontà di far venir meno quell'aberrazione di parcheggio provvisorio straordinario diventato ordinario che è di fronte all'Ospedale, all'epoca il Consigliere Frassy ed io eravamo in Consiglio comunale a votare contro l'istituzione del parcheggio a tubi, che distrugge i paraurti e fa ricchi gli extracomunitari e i carrozzieri... quando dicevamo: "quel parcheggio se lo mettete lì, passeranno altri 10 anni prima che si possa ragionare sull'eventuale ampliamento dell'ala est dell'Ospedale". Ci disse l'allora Sindaco chirurgo Thiébat che con un'operazione "chirurgica" quel parcheggio straordinario sarebbe rimasto pochissimo tempo, spiegandoci che i 300 milioni che si spendevano per mettere su quei tubi - diventati poi 600 - erano una cosa... noi votammo contro perché dicemmo: "se mettete il parcheggio in tubi provvisorio, non si ragiona più sull'ampliamento". Era il 1995, siamo nel 2005, sono passati esattamente 10 anni, adesso possiamo cominciare a ragionare su questo ampliamento. Ci ragioniamo, è nel programma, è comparso quasi improvvisamente e ne prendiamo atto; ho cercato nel programma regionale di inizio legislatura, non c'era, è comparso adesso. Finalmente qualcuno ci ha "messo la testa sopra" e ne diamo atto.
Abbiamo poi un paragrafo, dove si dice, a pagina 40: "soddisfacimento di bisogni connessi ad interventi strategici"; cosa vi aspettate? Due pagine? Fermi lì. Tre righe: "identificazione e programmazione, nonché la realizzazione e il monitoraggio di opere di rilevante interesse regionale connesse ad interventi strategici orientati a sostenere e incrementare lo sviluppo economico-sociale e di tutela e riqualificazione ambientale della Regione". Se uno dice: ma cosa? C'è un altro paragrafo... due pagine addirittura... questo paragrafo che ci azzecca? Di questi commi ne abbiamo pieno il "POSTFIN", lo chiamiamo "POSTFIN" da oggi? Tale post-finanziaria è piena di tali cose e denota l'interesse per costruire questa "cosa", cioè fare un'impaginazione grafica rapida che potesse anticipare la finanziaria, ma non c'è riuscito... sul turismo è bellissimo, perché sembra di essere sempre all'inizio, da quando sono qui, ogni volta che arriva una finanziaria, si inizia un percorso nuovo e questa volta tocca all'Assessore Pastoret iniziare la novità. Questa maggioranza è straordinaria, perché voi dite dell'Onorevole Berlusconi, ma voi siete meglio! È meglio venire qui e imparare da voi, perché come comunicate voi non comunica nessuno, neanche Stalin riusciva! Voi riuscite ad ogni cambio di Assessore ad aprire la porta dell'ufficio dell'Assessorato del turismo, dare "aria all'ufficio" e dire: "Signori, cambiamo i quadri, adesso ci sono io e quello che è stato fatto prima non mi interessa". Stavolta è il Presidente ad aver sbagliato, nel senso che quello che è stato fatto prima lo aveva fatto l'Assessore Caveri, che adesso è Presidente. Qui c'è un refuso spettacolare, non vorrei che ti coinvolgesse, Ennio, toglilo perché nell'ultimo capoverso a pagina 41 ci sono "papale papale" 4 righe e si è infilato per 2 volte... ripetiamo sempre le stesse cose, tanto non sappiamo bene cosa dire. A parte il fatto che è stratosferico vedere come il turismo - che poi vedremo in finanziaria di quanti soldi beneficia - abbia una paginetta, eppure è l'azienda motore di sviluppo e anche l'unica prospettiva che abbiamo, che porta il 60% del PIL reale, quello dei 9/10, cioè quello dei 9/10 arriva dal turismo e annessi.
Al di là delle valutazioni sulla finanziaria, ma almeno a livello di parole... so che non l'ha fatta l'Assessore Pastoret tale paginetta, vogliamo far finta di credere che il nostro futuro in questa Regione fra una decina di anni potrà essere di una Regione nel cuore dell'Europa, che possa diventare meta ambita, non dico di tutto il mondo perché non ci interessa neanche, come diceva il Presidente Caveri, bisogna segmentare il mercato e targhetizzare i clienti che ci interessano, non possiamo fare il turismo di massa. Anche se molte delle attività di promozione turistica sono di massa purtroppo e infatti c'è il turismo sociale, facciamo gli ostelli per quelli che arrivano con lo zaino... va tutto bene, ma anche qui vi sono 4 capoversi, "turismo e sua qualificazione", 5 righe; "riorganizzazione del sistema turistico", cioè fuori le AIAT, 3 righe e "potenziamento del settore turistico" 6 righe. Nello spazio di un quarto di pagina abbiamo risolto l'obiettivo strategico dell'industria primaria della Regione, unica opportunità che i nostri figli hanno di poter avere ancora il "welfare"... la sanità, il sociale in un contesto che, se è visto con miopia, è quello dei prossimi 3 anni, se visto con lungimiranza, è 2007-2011-2013. Lo sto già spiegando a mio figlio, dovrebbero dirlo nelle elementari, cosa succede per la Valle d'Aosta nel 2007-2011-2013: riforma federale, federalismo fiscale, ognuno per sé e Dio per tutti... il mondo sta andando in quella direzione, altro che la coesione sociale e la competitività regionale! O ci diamo una sveglia sui settori strategici di nostra competenza o aspetteremo che da Bruxelles arrivino i finanziamenti, e non arriveranno! Su "La Stampa" di stamani avete letto la posizione di Blair, attuale Presidente della Comunità europea? Tagliano 25 miliardi di euro al bilancio dell'Europa, non ce n'è, "trippa per i gatti" non ce n'è più"! Altro che mettere l'Assessorato degli esteri a Bruxelles per tentare di "puppare" qualcosa ancora, che forse Roma non ci darà più! Altro che atteggiamento strategico di politica istituzionale! Ma almeno leggiamo i giornali! E noi ci presentiamo con il "PREFIN" che prevede che le nostre finanze dipenderanno in prospettiva dalla coesione sociale, quindi battere cassa a Roma se ce n'è, altrimenti battere cassa a Bruxelles, ma guardate che Bruxelles ha i portoni di cemento armato!
C'è un bellissimo passaggio: "definizione delle strategie 2007-2013 dei fondi strutturali". Chiesi 5 anni fa se era possibile fare uno studio sull'impatto che il federalismo e l'Europa hanno sulle risorse regionali e sulle opportunità di investimento strategico; assolutamente sì, mi si disse, un po' di consulenza non si nega a nessuno. Venne fatto uno studio che è sparito! Purtroppo quello studio, che ho avuto modo di leggere solo di sfuggita, diceva cosa si doveva fare per mantenere gli attuali livelli di benessere in Valle d'Aosta ma, siccome non era in coerenza con gli assetti finanziari di questo attuale Governo, venne accantonato. Se riuscissimo ad averne una copia, visto che lo ha pagato la Regione, saremmo ben contenti.
Abbiamo poi un paio di begli schemini sulla sintesi del programma strategico, abbiamo la sintesi su come si costruirà il bilancio - peccato che questo è già stato costruito prima che arrivasse il "POSTFIN" -, abbiamo interventi in materia sociale che ripeto essere una "bomba esplosiva", perché abbiamo la popolazione fra la più vecchia in Europa e la natalità più bassa, nessuno si chiede chi pagherà la pensione a noi stessi, abbiamo già un deficit pensionistico regionale che viene totalmente coperto dallo Stato e dal 2011 non sarà più così e, a meno che non vogliamo andare a Roma dicendo che siamo una zona disagiata, è difficile che avremo la solidarietà delle altre Regioni, che oggi ci vedono come quei privilegiati che hanno buoni benzina, mutuo per la casa, tutto pagato, quando noi sappiamo che tutto questo si ritorce contro di noi con un utilizzo smodato della benzina e delle auto, ma va bene così.
Mi fermo qui, ce ne sarebbe da dire sul "PREFIN", ma come si fa a parlare di questo documento se dobbiamo già "mettere la testa" sul bilancio e non vediamo l'ora di sentire l'Assessore Marguerettaz che ci fa vedere come tale "POSTFIN" "sale" sul bilancio e ne detta i capitoli di spesa. Io ci ho provato, non ho la sua competenza, Assessore, ma non ci sono riuscito, mi aspetto che lei riesca nella sua relazione e nel dibattito che seguirà a spiegarmi dov'è questo "PREFIN", che non condividiamo neanche nei suoi contenuti, perché sono da socialismo reale. È comodo fare il socialismo reale con i soldi degli altri, più difficile farlo con i soldi propri e lì ci aspettiamo al varco... purtroppo anche i nostri figli. Questo "PREFIN" non serve, non serviva lo avevamo già detto, perdiamo del tempo, perdiamo dei soldi su situazioni che dovrebbero essere molto chiare; sarebbe sufficiente che il programma di legislatura fosse discusso una volta all'anno e non abbiamo bisogno del "PREFIN" per discutere le linee strategiche del Governo, che dovrebbero essere in questo documento. Come dicevo a mio figlio, noi le persone non dobbiamo giudicarle per quello che dicono, dobbiamo giudicarle per quello che fanno e noi il giudizio su di voi lo abbiamo già dato un po' di anni fa.
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Non oso pensare se l'anno scorso il collega Lattanzi avesse votato a favore di questo "PREFIN", perché, pur votando contro al "PREFIN", lo ha "vivisezionato" e gli ha addirittura cambiato il nome: da "PREFIN" a "POSTFIN", il che condivido pienamente. Anche il nostro gruppo ha sottoscritto l'ordine del giorno che è stato presentato all'attenzione di questo Consiglio, ma non vogliamo entrare in merito al "PREFIN", non faremo nessuna analisi proprio perché, dopo aver sentito dei colleghi che hanno detto che il "PREFIN" ha avuto dei costi, quindi si è sprecato del denaro, io dico che, se dovessimo entrare nei contenuti del "PREFIN", oltre che aver sprecato del denaro, sprecheremmo anche del tempo; pertanto da parte nostra non ci sarà un'analisi sui contenuti del "PREFIN".
Vado solo a motivare il perché abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno. Noi lo scorso anno, quando per la prima volta fu preso in esame il piano regionale economico finanziario, quasi tutte le forze - tranne "La Casa delle Libertà" - accolsero tale documento con un discreto entusiasmo. L'Assessore stesso nel suo intervento di presentazione con grande enfasi dipinse tale documento come svolta epocale. Per la prima volta si riusciva ad anticipare un dibattito politico, quindi i Consiglieri stessi con l'introduzione di tale documento potevano dare un contributo per definire le linee programmatiche, che poi erano inserite nei numeri del bilancio. Un bilancio che per sua stessa natura è un bilancio rigido, che non consente pertanto delle riflessioni di tipo politico. Vi era la possibilità di avviare un confronto in quest'aula prima di discutere il bilancio. Il "PREFIN" dello scorso anno, essendo stato licenziato a fine agosto, è stato definito dall'Assessore stesso, che aveva richiesto una comprensione all'aula, come un documento che ha in sé tutti i limiti per le ristrettezze di ragionamenti dovuti ad un confronto di un solo mese: "credo possa essere l'occasione per fare alcune riflessioni, che servono a mettere a punto un'attività affinché nel 2005 si possa arrivare ad approvare un "PREFIN" rispondente alle aspettative di ognuno".
Come tutti sanno, il "PREFIN" nasce dalla legge n. 13 del luglio scorso, dove vengono giustamente definiti i tempi per la predisposizione di tale documento dalla Giunta e i tempi per l'approvazione in Consiglio. Tale lasso di tempo fra la predisposizione e l'approvazione era stato inserito affinché si permettesse ai Consiglieri di presentare una serie di considerazioni e di proposte. Capite bene che tali considerazioni e tali proposte formulate oggi in Consiglio sono puro esercizio di stile e niente più. Tale intendimento nobile che l'Assessore lo scorso anno faceva suo... quest'anno, per una mancanza sua e del Governo, che non hanno rispettato la legge regionale, noi siamo qui ad esercitare solo la nostra oratoria, ma senza poter dare un contributo fattivo per migliorare tale documento che traccia poi le sorti della nostra Regione. Siccome tutti qui abbiamo a cuore lo sviluppo della Valle d'Aosta, al mese di settembre ci saremmo sentiti di esprimere i nostri pareri e le nostre indicazioni; questo oggi è stato purtroppo negato.
Ho sentito il Presidente Caveri, quando a Palazzo Chigi è stato invitato ad esprimere una sua valutazione sulla legge finanziaria, in particolare sulla ricaduta di quest'ultima sulla Valle d'Aosta, esprimere un giudizio negativo e critico, lamentando poco rispetto avendo ricevuto il testo in grande ritardo. Vorrei ricordare per correttezza che anche a livello statale vi è stato un cambio della guardia, quindi invito il Governo e l'Assessore competente a non fare in Valle quello che il Governo nazionale fa in Italia.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (FA) - Anch'io non entrerò nel merito del "PREFIN", perché è evidente che i vari temi affrontati saranno fonte di discussione domani in sede di discussione del bilancio. Un giudizio a freddo è che per noi risulta un semplice documento che fa l'elenco delle cose che già sappiamo. Parla dell'invecchiamento della popolazione, degli stranieri, dell'età media della popolazione, della vivibilità della nostra Regione, fa un cenno all'occupazione, parla della valorizzazione del patrimonio immobiliare, della realizzazione del digitale di cui verremo a discutere quando sarà ora, del patrimonio culturale, eccetera. Fra l'altro, il suo tono, così serio quasi da docente universitario, che non la contraddistingue peraltro, è evidente che era dettato più dalla consapevolezza di sapere di portare un documento fuori tempo massimo che non interessa più nessuno, perché la vera discussione sarà domani, ma probabilmente è uno strumento che forse questa maggioranza non ha ritenuto utile. La collega Squarzino infatti ha detto nel suo accalorato intervento che è una discussione accademica; a me sotto certi aspetti questo pare più il "teatrino" della politica, perché di serio oggi in tale documento non c'è nulla. Lei nel suo intervento qualche passaggio interessante lo ha fatto quando ha detto che nel cuore del documento c'è la visione di una società in cui al centro ruota la famiglia: un'espressione importante e condivisibile senz'altro.
Anche se questo documento è stato portato fuori tempo massimo, avremmo voluto vedere argomenti forti, importanti, strutturali; quando lei ha citato la famiglia mi aspettavo che ci fosse in tale documento qualcosa di importante, come ad esempio il problema della casa. Pensi che ne parla perfino l'Onorevole Berlusconi, lo ha capito perfino lui, che non credo abbia nella sua mente un impegno così forte in un settore che non è certo il suo; siamo riusciti su questo argomento - poi ne parleremo domani - a non mettere nulla! Non c'è niente! Probabilmente, quando vedete qualche piccola cifra che parla di edilizia economica popolare, magari pensate: "qui l'Assessore ha messo dei soldi per l'edilizia sovvenzionata". Macché! C'è qualcosa che fa riferimento ancora alle vecchie cooperative, ma per i poveri non c'è niente! In questo documento di interventi importanti di ammortizzatori sociali per le povertà non c'è niente, zero!
Questo era un documento che era stato acclamato come lo strumento indispensabile per formulare tutti gli anni... che consentisse di pianificare gli interventi di rilievo nel bilancio pluriennale della nostra Regione. Infatti, così come predispone la legge n. 13/2004, si dettano i tempi della predisposizione del documento entro il 30 giugno da parte della Giunta. Non abbiamo capito quali sono stati i motivi che non vi hanno consentito di approvare questo documento entro la data prefissata, mi pare di capire che non vi sia la volontà politica. Devo dire che nei corridoi del Palazzo ho più volte sentito dire da parte di esponenti di tale maggioranza che questo è un documento che non interessa più di tanto. Credo che con l'ordine del giorno firmato anche dalla nostra forza politica, dove vi chiediamo per il futuro di rispettare i tempi, di dare degli indirizzi più precisi e delle argomentazioni importanti, dovrete esprimervi e dirci se questo è un documento al quale vogliamo fare riferimento per il futuro, perché tale legge è stata bene accolta da noi dell'opposizione, sembrava davvero una cosa importante che potesse consentire a tutti noi, ma anche alle organizzazioni sindacali, agli imprenditori, di discutere, non dico attorno allo stesso tavolo, ma nelle diverse sedi e fare proposte concrete che potrebbero essere utili a questa maggioranza.
Credo che uno dei segnali forti che vi è arrivato, sia per quanto riguarda questo documento, sia per la finanziaria, dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali e da noi stessi è proprio questo fatto: che voi abbiate un metodo non condivisibile, quasi di arroganza nei confronti delle parti interessate, cioè voi presentate un documento senza avere un confronto aperto nei tempi, ecco perché dico che il "PREFIN" doveva essere presentato nei tempi giusti...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... non c'è solo il Patto di sviluppo. Non avete sentito i sindacati cosa vi hanno detto? Ma ve lo diciamo anche noi, perché non abbiamo potuto discutere in Commissione il "PREFIN"... non abbiamo discusso dei problemi forti e pesanti esistenti in questa Regione, voi ve li siete scordati i problemi importanti! Questo mi pare di poterlo dire con franchezza. Su certe cose sembra che vi mettiate "il salame davanti agli occhi" e proprio non le vediate; mi pare di assistere a quel "teatrino" che avviene a livello nazionale, dove voi rappresentate il "Governo Berlusconi"! Ecco perché ritengo che nel metodo non ci siamo, non siamo assolutamente d'accordo e l'ordine del giorno che abbiamo firmato spero vada nella direzione di far vedere anche a voi una strada che ci consenta di utilizzare tale documento nella maniera più opportuna.
Presidente - La parola al Consigliere Cesal.
Cesal (UV) - Vediamo se dopo le diverse critiche al metodo riusciamo ad entrare nel dettaglio del documento, eventualmente facendo delle proposte per verificare se potremo ottenere la convergenza su alcuni argomenti importanti. Credo che in effetti il "PREFIN" potrebbe rappresentare uno dei documenti di programmazione più importanti nella vita politico-amministrativa di questa Regione, il momento per discutere dei temi più qualificati, quelli soprattutto di più ampia prospettiva. È pur vero che la discussione dovrebbe avvenire nei tempi e secondo i modi programmati. Capisco anche che l'anno che sta per volgere al termine è stato uno dei più travagliati nella storia del nostro Consiglio, malgrado tale ritardo, ritengo di poter apportare al dibattito anche il mio modesto contributo, per non rendere questo passaggio inutile, anche se può essere considerato fuori tempo massimo. Dal mese di gennaio d'altronde, con la discussione che si è sviluppata a seguito del Consiglio monotematico sulla situazione della crisi industriale economica della bassa Valle, ben pochi sono stati i confronti veri di dibattito e di proposta che ci hanno permesso di uscire dalla quotidianità, dal problema impellente, dalla situazione incalzante, dalla necessità di approvare velocemente una qualsiasi legge. Ritengo quindi che il "PREFIN" sia un momento importante di dibattito, di proposta e anche di critica, il tutto tenendo conto della scontata scenografia, coreografia maggioranza-minoranza.
La situazione di difficoltà in cui ci dibattiamo dovrebbe però indurci a riflettere, a ragionare anche dai comodi schemi consolidati del rapporto maggioranza-minoranza. D'altronde lo sappiamo da sempre, la critica è molto più facile della proposta, ma in questo periodo di crisi economica, il più lungo del dopoguerra, la discussione dovrebbe servire ad individuare un percorso unitario il più possibile, cercando di mettere a servizio della collettività il nostro impegno, le nostre intelligenze, le nostre esperienze, la nostra conoscenza delle problematiche reali, indicando rimedi e terapie che abbiano la possibilità di concretizzarsi, senza aprire il solito "libro dei sogni", senza utilizzare le frasi ad effetto che spesso attirano l'attenzione mediatica in sede di dibattito, ma poi in concreto non offrono alcun elemento per risolvere le criticità latenti. Non credo poi che serva a nessuno continuare ad additare la parte avversaria come l'unica responsabile di tutti i mali che sopportiamo. Non penso neanche che porti alcun vantaggio alla nostra comunità passare delle giornate intere in questa sala a disquisire sui massimi sistemi, proporre improbabili soluzioni, lanciare "anatemi" a destra e a manca, dimenticando la nostra fragilità e impotenza di fronte a dinamiche che sfuggono al controllo delle grandi potenze economico-industriali: penso allo sviluppo tumultuoso dell'economia asiatica, all'aggressività della Cina, alla capacità dell'India di sfornare cervelli e teste d'uomo, figuriamoci se la nostra Regione con la sua politica può modificare tendenze planetarie così ben cristallizzate. Ciò non toglie che vi sia la necessità di utilizzare al meglio tutti quegli strumenti di cui disponiamo. L'Ente Regione, dopo la riforma costituzionale del 2001, è diventato l'ente propulsore ed indispensabile per promuovere la competitività del proprio territorio; in qualche modo può essere considerato magari in maniera enfatica come il protagonista del proprio destino. Ritengo che questa nuova prerogativa debba essere sfruttata appieno, per poter competere a pieno titolo con le altre realtà territoriali ben più appetibili della nostra. Non possiamo dimenticare infatti che una regione di montagna, come siamo, sconta "handicap" fisici e geografici importanti e che solo la ricerca della qualità e del miglioramento costante, del sostegno all'innovazione possono aiutare a colmare. Il continuo miglioramento della sua rete infrastrutturale, non solo come realizzazione di ponti, strade e acquedotti, ma anche come ricerca di servizi efficienti, soprattutto in tema di quadri normativi chiari, quali possono essere lo Statuto, il sistema degli enti locali, l'organizzazione del personale, la definizione di processi amministrativi burocratici snelli... è in questa direzione che dobbiamo puntare, è lì che dobbiamo indirizzare le nostre risorse e la nostra energia. Direi che questo rappresenta il "core business" di tale organismo ed è su tali argomenti che vorrei incentrare il mio intervento di oggi, tenendo conto anche degli incarichi istituzionali che mi competono. Dobbiamo avere l'effettiva capacità di incidere se vogliamo creare le condizioni per attivare un processo virtuoso che favorisca lo sviluppo della nostra comunità, in effetti l'assenza di prospettiva politica mortifica le tante risorse intellettuali di cui disponiamo, che, non trovando sbocchi appetibili in loco, cercano la loro definitiva sistemazione al di fuori del contesto regionale lasciando scie di malcontento e vuoti difficilmente rimpiazzabili.
Parlando quindi di infrastrutture non si può non sottolineare come la revisione statutaria debba rappresentare il primo dei nostri obiettivi, un obiettivo che va perseguito con determinazione e caparbietà, in maniera il più possibile unitaria. Ho sempre sostenuto - e credo in tale principio - che le regole vanno scritte di comune accordo, sono e continuo ad essere fedele a questa mia idea e ritengo che fissare delle regole fondamentali certe e il più possibile condivise, che definiscano diritti, doveri, prerogative e competenze, in un confronto basato sulla pari dignità con lo Stato e le sue emanazioni istituzionali, non possa che rappresentare un nuovo impulso anche alla crescita culturale ed economica di una comunità quale quella in cui viviamo. L'attuale fase di stallo in cui siamo bloccati deve essere superata al più presto, indicando tempi, traguardi, obiettivi e percorsi chiari, in modo da giungere prima della fine della presente legislatura ad un testo rappresentativo delle effettive ed attuali esigenze della comunità valdostana.
Non possiamo poi non continuare a rivendicare il diritto naturale della nostra Regione ad essere degnamente rappresentata in Europa, soprattutto oggi, ben sapendo che le grandi scelte sono sempre più di provenienza comunitaria. Ritengo che in questa fase è un interrogativo che va posto a tutti i candidati, ad ogni coalizione politica che si presenterà alle elezioni del prossimo aprile: è l'impegno ad operare per una revisione della legge elettorale europea, che deve diventare l'elemento qualificante di tutte quelle coalizioni che si richiamano ai principi autonomistici e qualunque collocazione dei nostri Parlamentari a Roma non potrà prescindere dall'accettazione di questa nostra improcrastinabile richiesta. Il tentativo di modifica della legge elettorale europea, che la presente Assemblea ha approvato a larga maggioranza nel 2004, non ha ottenuto nessun riscontro; va ripresa e ripresentata da tutti.
Perché poi non cercare di ragionare anche sulla legge elettorale per il Consiglio regionale? Certamente non per rincorrere mode passeggere come il maggioritario puro, che sembrava rappresentare fino a qualche mese fa l'unica panacea a tutti i mali del "sistema Italia", o al proporzionale di ritorno, a cui si è velocemente convertita l'attuale maggioranza di Centro Destra quando ha avvertito che essa avrebbe potuto rappresentare un'ancora di salvataggio per le prossime elezioni. Qualcuno in questa ed in altre sedi ha già posto sul tavolo questo tema; personalmente lo ritengo di fondamentale importanza, così come ritengo fondamentale rivedere i meccanismi che determinano le preferenze e il numero delle stesse attribuibili a ciascun elettore.
Questi elementi che ho appena citato: revisione dello Statuto, rappresentatività della nostra Regione in Europa, meccanismi di selezione della classe dirigente valdostana rappresentano dal mio punto di vista le infrastrutture di primaria importanza, molto di più - non me ne voglia in questo caso l'Assessore Cerise - di qualsiasi altra opera pubblica e possono essere considerate come base di discussione e di confronto vero, che deve però avvenire scevro da "incrostazioni" ideologiche, da giudizi precostituiti non solo fra le diverse forze politiche presenti in Consiglio, ma anche coinvolgendo la cosiddetta "società civile". Il mancato scioglimento di questi "nodi" non può che comportare la perdita di competitività di un sistema che soffre già troppo rispetto alle proprie potenzialità... e creare un quadro normativo moderno ed efficiente in linea con i tempi in cui viviamo. Così come non possono non essere considerati interventi infrastrutturali la revisione dell'intero sistema degli enti locali, la loro organizzazione, oggi troppo frammentata, troppo ancorata a logiche campanilistiche, che rallentano o addirittura impediscono il naturale evolversi delle comunità di cui sono espressione, in difesa di interessi e prerogative superate ed anacronistiche.
La riflessione sulle comunità montane, diventate con la riforma del 1998 enti di gestione, che erogano servizi obbligatori, di gran lunga più costosi rispetto agli stessi servizi offerti in regime di libero mercato, non può più essere rinviata. È evidente che la loro organizzazione, mastodontica e di chiara impostazione politica, incide in modo sostanziale sulle risultanze di bilancio di tali organismi; tali costi, che non possono essere considerati come costi della politica, ricadono conseguentemente sul cittadino contribuente. Così come non può essere considerata non infrastrutturale l'organizzazione del pubblico impiego: questo è un settore ipertutelato, in cui però si annidano inefficienze ed "incrostazioni" burocratiche inaccettabili. Non voglio certo generalizzare, perché esistono anche qui delle eccellenze, che però hanno difficoltà ad emergere in un contesto di appiattimento. La revisione del comparto relativo al settore del pubblico impiego va affrontata al più presto senza indugi e condizionamenti.
Insomma, per concludere, rendere competitivo un territorio significa soprattutto rendere efficiente la sua pubblica amministrazione. Senza questo passaggio, che non può essere indolore, non possiamo andare da nessuna parte; possiamo solo cercare di sopravvivere più a lungo possibile. Il "PREFIN" e il bilancio in discussione oggi cercano di dare una prima risposta a tali domande che ho posto, alle criticità che ho cercato di elencare; credo però che occorra essere chiari e lavorare senza farsi condizionare da coloro, e sono in molti, da cui la situazione esistente è considerata come la migliore, che si sono adeguati ad un sistema che li garantisce, li protegge e li tutela. Anche la nostra categoria, spesso per pigrizia mentale, teme di uscire dai facili binari della normalità e non sa affrontare i problemi reali, perché ritiene che la situazione prima o poi possa evolversi naturalmente nella giusta direzione e non ha il coraggio di intervenire in quei settori fondamentali nella vita istituzionale, temendo di perdere consensi e forse anche qualche privilegio. Personalmente ritengo che per amministrare una comunità ci voglia soprattutto coraggio, il coraggio di porsi degli obiettivi, di perseguirli con determinazione, indipendentemente dalle pressioni e dai suggerimenti che possono pervenire da più parti. Le riflessioni che ho cercato di esporre in maniera sintetica in questa sede non sono né ultimative, né perentorie, sono comunque aperte al dibattito, alla riflessione e al contraddittorio. Spero anche che il prosieguo della discussione possa portare ulteriori e maggiori elementi di incisività al dibattito.
Ho limitato questo mio intervento ad aspetti più propriamente istituzionali perché ritengo, se sarà il caso, di intervenire eventualmente in sede di discussione di bilancio sugli aspetti economici e sociali che investono la nostra Regione. Esprimo comunque un parere favorevole in ordine al documento che ci è stato presentato dal Governo regionale, seppure in ritardo, perché ritengo che contenga delle novità, che cominci ad andare nella giusta direzione ed anticipo il voto positivo da parte mia, ma anche da parte del gruppo dell'"Union Valdôtaine".
Presidente - La parola al Consigliere La Torre.
La Torre (FA) - Innanzitutto vorrei tranquillizzare il Consigliere Cesal dicendo che non so se i risultati che ha citato nelle sue raccomandazioni potranno essere raggiunti, però si tranquillizzi: di sicuro non perdete consensi, nel senso che da quel lato di certo questo tipo di gestione non fa perdere consensi. Mi auguro anche che le sue raccomandazioni possano essere raccolte dalla Giunta, trovo che abbia detto delle cose interessanti ed innovative rispetto al documento stesso del "PREFIN", introducendo una serie di letture e di valutazioni anche diverse da quelle che ci sono all'interno del "PREFIN". Mi auguro quindi che le sue raccomandazioni vengano raccolte e trasformate in azioni da parte della Giunta.
Tornando a fare un po' di critica, come è giusto per i ruoli che ci competono, ho sentito prima parlare il Consigliere Lattanzi che ha fatto una bella battuta: "questo è chiamato "PREFIN"..." - ha detto - "... io lo chiamerei il "POSTFIN"", voglio fare anch'io la battuta: io lo chiamerei "FINCHÉ", finché cosa? Finché dura! Perché è evidente che con tutto tale denaro questo è un "finché dura", perché è facile immaginare o gestire un'economia con molto denaro. Mi viene subito da aggiungere che spero che duri abbastanza, piacerebbe anche a me fare l'Assessore disponendo di una quantità di denaro come questa, per poter recitare un ruolo attivo, quindi mi auguro che duri e che duri abbastanza finché io possa fare l'Assessore e anch'io possa presentare dei documenti così generosi e soprattutto ricchi ed interessanti di prospettive per la nostra Regione. Farei quindi subito un plauso a chi lo ha scritto, perché, se è vero quanto ha detto prima qualcuno che costa solo 19.000 euro, secondo me è poco, perché ha scritto un mucchio di cose interessanti. Non so se poi le applicheremo, ma rispetto a tante altre cose che ho visto scrivere, pagate molto più care, trovo che qui sono scritte cose interessanti e che 19.000 euro sono pochi per le cose che vi sono scritte. Bisogna vedere in che modo riusciamo a "far tesoro" di queste cose, perché apparentemente si potrebbe tradurre il documento sotto un aspetto filosofico e si potrebbe dire che il "PREFIN" è quella cosa con la quale o senza la quale si vive tali e quali e così è, tant'è vero che addirittura i membri della II Commissione, uscendo il giorno dell'approvazione del "PREFIN", dissero: "menomale, abbiamo finito presto, siamo in tempo per la conferenza stampa sul bilancio", il che era perfetto e concomitante con i lavori, perché ci vuole una sequenzialità temporale anche nelle cose... partendo da questi presupposti, che forse possono essere un poco ironici, ma bisogna alleggerire la tensione, perché lo so che ognuno di noi resta poi dell'idea che ha... questo è il bello di essere in un Consiglio regionale e di rivestire ruoli diversi.
Una cosa però mi ha colpito leggendo alcune pagine del "PREFIN", anzi mi hanno colpito ad esempio nella pagina della pianificazione strategica due cose: una molto seria, quando c'è un riferimento all'esigenza di garantire che gli interventi rispondano "in primis" ad un criterio di equità. Mi pongo la domanda seriamente - e non in modo ironico -: siamo convinti di operare all'interno della nostra Regione in termini equi? Siamo convinti che tutto ciò che facciamo, anche a buon fine, nel senso non certamente pensando del male, ma a volte inconsciamente... quindi animati da un buon principio, lo facciamo in termini di equità? Siamo convinti che spalmiamo le nostre risorse in modo equo? Io su questo, senza muovere accuse a nessuno, credo che qualche riflessione dovremmo farla, perché, se è ingiusto non dare a chi ha bisogno, è molto più ingiusto dare a chi non ha bisogno. Mi pongo allora la domanda: ma forse noi molte volte spendiamo molti dei nostri denari in direzione di chi non ha bisogno, dovremmo porci delle domande diverse? Qui c'è scritto: "in primis", con criteri di equità, e poi è scritta un'altra cosa significativa: si parla di esigenza di adottare modelli di governo orientati all'ascolto costante dei portatori di interesse, ma se non ascoltate noi che in quanto Consiglieri regionali siamo i portatori di interessi della Valle... ma chi sono tali portatori di interessi? Io sono un portatore di interessi, rappresenterò poca gente, ma la rappresento! Anche gli altri che hanno parlato sono portatori di interessi, ma non mi sembra di avere tutta questa "audience", almeno io so già che faccio il mio intervento, so già che dall'altra parte ci sarà un controintervento, ma non mi sembra mai che qualcuna delle migliori intenzioni venga mai presa in considerazione. I portatori di interessi allora chi dovrebbero essere? Nella pianificazione strategica nominiamoli, chi sono? Gli industriali? Chi sono? Perché i Consiglieri regionali non lo sono, pur avendone titolo. Il Dott. Barro è già stato citato dal Consigliere Lattanzi, non dico altro per non prendere tempo.
Il Consigliere Cesal ha citato lo Statuto, questo è un argomento molto delicato; egli ha detto: "quest'ultimo anno di questo Consiglio è stato un anno difficile", ma io sono contento che non abbia vissuto gli ultimi 2 o 3, perché non è che gli ultimi 2 o 3 siano stati meno difficili, io ero Capogruppo in quest'aula e posso garantire che sono stati momenti molto delicati e difficili. Si è parlato di Statuto, di grandi riforme, il Consigliere Nicco ne sa qualcosa e anche lui non ha avuto momenti facili, poi magari glielo possiamo anche chiedere. Non è che qui prima di tale legislatura non vi fosse nulla: prima di tale legislatura vi è stato molto e adesso dobbiamo capire cosa vogliamo fare in questa legislatura. Questa è una domanda che secondo me si è ben posta il Presidente, perché credo che bisogna pianificare una legislatura: una legislatura non può essere un giorno incollato all'altro, non può essere un "PREFIN" dietro l'altro, non può essere una votazione alla ricerca di un consenso, ma deve essere un progetto condiviso, un progetto pianificato, un progetto che deve andare nell'interesse della nostra popolazione. Questo è il limite di tale "PREFIN", come è stato detto da altri, e io facevo la battuta ironicamente che si vive tali e quali; il "PREFIN" è un grande strumento e il merito dell'Assessore è stato quello di introdurlo come concetto, ma il limite è stato quello di non usarlo, perché presentato così non ne ha fatto uno strumento, ne ha fatto una regola. C'è la regola che bisogna essere in classe alle 8,00? Alle 8,00 sono in classe, ma non è questo il problema di presentare il "PREFIN" il giorno prima del bilancio... il "PREFIN" dovrebbe essere quello strumento che lei con intelligenza ha introdotto, quindi al limite io dico che, se lei ritiene che questo strumento non abbia più nessuna utilità, possiamo anche toglierlo. Vivevamo prima uguale, viviamo uguale adesso, però se c'è, lo applichiamo e lo facciamo funzionare nel modo migliore; comunque ricordo che è uno strumento che serve soprattutto alla maggioranza, perché comunque la minoranza non ha "audience" e il "PREFIN" lo legge, non è che lo condiziona...
(interruzione da parte della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... dovrebbe... il prossimo anno, quest'anno no.
Alcuni passaggi che mi lasciano perplesso: la pianificazione strategica quando si parla del nostro futuro - fra l'altro, è scritto piccolo e faccio fatica a leggerlo, se si potesse scriverlo più grande il prossimo anno... -, il superamento delle criticità storiche e qui viene messo il nostro territorio. È evidente che chi lo ha scritto non è della Valle d'Aosta, perché il nostro territorio non è una criticità storica, è la nostra peculiarità storica, è il nostro punto di orgoglio storico! Il fatto di essere una "cerniera" in un territorio montano in una realtà come la nostra di particolarismo e bilinguismo non è una criticità. Io, da Valdostano, questo capitolo della criticità, in cui si mette che il nostro territorio è la nostra criticità, non lo condivido. Per me il nostro territorio è la nostra ricchezza, forse uso il pensiero antitetico che è quello di fare una forza da ciò che per altri potrebbe essere una debolezza, ma io ritengo che tale pensiero viene da ben più lontano di me, non è un pensiero mio; questo è un pensiero di chi è venuto prima di me, di cui voi siete interpreti e quindi dite a questo Signore, che non è evidentemente valdostano, che questa criticità storica del nostro territorio non fa bella mostra su tale documento.
Vi sono parecchi passaggi su quello che è il costo-beneficio. Questo è un concetto economico di un investimento e del risultato che dovrebbe dare; in realtà in Valle d'Aosta non è così, diciamocelo con onestà, che non possiamo darci questo criterio. Dobbiamo avere il coraggio di dire che non possiamo applicare tale criterio, altrimenti sarebbe una bugia, perché dobbiamo investire nell'agricoltura non pensando ad un ritorno di tipo economico, che non ci può essere, noi sappiamo che investiamo in agricoltura dieci per avere un ritorno di due, ma lo facciamo perché abbiamo deciso di fare così nell'interesse del nostro territorio, della nostra cultura e della nostra Regione, quindi è inutile che cerchiamo giustificazioni di tipo economico che non ci fanno onore; ma siamo fieri di quello che siamo! Ma quale rapporto costo-beneficio... ma dov'è questo rapporto? Noi crediamo nella nostra agricoltura e ci investiamo e non vogliamo nessun ritorno, vogliamo che non sia spopolata la montagna, vogliamo che la montagna mantenga la sua identità: questo è il beneficio di tale costo che abbiamo, ma non è un costo-beneficio di tipo economico, che non ci può essere! Perché allora vogliamo scrivere che siamo animati dal rapporto costo-beneficio? È sbagliato, non lo condivido, non c'è fierezza in questo! Competitività... qui si fa molto riferimento alle singole unità che lo compongono... cioè la famiglia, imprese, enti pubblici, istituzioni... questo è un elemento su cui la Valle d'Aosta deve interrogarsi molto, il "PREFIN" dovrebbe farlo non citandolo come un dato definito come indirizzo, ma dovrebbe farlo in base ad un'analisi di quello che in realtà accade sul nostro territorio. Noi abbiamo questo problema della "Finaosta" che non viene mai affrontato, è un problema che viene costantemente rinnovato; abbiamo tutti presente le decine e centinaia di imprese partecipate, abbiamo presente il discorso dell'"INVA." e di come funziona prestando il suo personale agli enti pubblici, che noleggia i "computer"... ma come fa un'azienda privata a competere con le aziende pubbliche o sovvenzionate dal pubblico? Ma non c'è spazio! Ci vuole "Superman", non basta il Centro sviluppo che fa quel che può! Come fa un'azienda privata ad emergere? Sì, può aprire, resistere abbastanza tempo da fare abbastanza debiti, di modo che la "Finaosta" possa intervenire e renderla partecipe, questo può farlo, quindi ci deve essere tale capacità di resistenza negli anni per poter essere partecipata da "Finaosta" e quindi a tutti gli effetti diventare un'azienda valdostana, perché tu sei un'azienda valdostana se sei partecipata da "Finaosta" o se ti metti in condizioni di essere garantito all'interno del percorso... non possiamo scrivere queste cose... credo che dovremmo cominciare ad affrontare il discorso su una base di onestà intellettuale, perché è evidente che le cose si possono dire e si lasciano dire e in questo caso si lasciano anche leggere. È evidente che le posizioni maggioranza e minoranza saranno sempre di contrapposizione o di scontro, però vogliamo affrontare in maniera intellettualmente aperta i problemi che affronta la nostra Regione, i problemi degli imprenditori, oppure no? Perché, se non si comincia a dire che la "Finaosta" è da ristrutturare, che l'"INVA." molte delle cose che fa non le deve fare, che troppi soldi li spendiamo in certi modi, che altri soldi devono essere applicati con dei principi di equità diversi, che gli obiettivi che ci dobbiamo dare devono essere obiettivi condivisi, ma condivisi - come diceva il Consigliere Cesal - da tutto il Consiglio e non da una parte sola del Consiglio! È così che si trova una coesione molto forte e probabilmente riusciremo a raggiungere gli obiettivi che ci diamo.
Il "PREFIN", Assessore, può essere due cose: se usato nel modo giusto e con dei contenuti partecipati e dei contenuti che vengono realmente dalla somma del lavoro del Consiglio, della maggioranza, della Giunta e delle forze di opposizione, può diventare uno strumento strategico per lo sviluppo della Valle d'Aosta ma, se viene presentato solo perché deve essere presentato e se viene scritto bene solo perché chi lo ha scritto lo ha scritto bene, dopodiché non è condiviso, non è partecipato, non è nei tempi e nei modi giusti, resta quel pezzo di carta con il quale o senza il quale viviamo tali e quali.
Président - La parole au Conseiller Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) - Al di là dei tempi, su cui si è molto parlato, credo che il "PREFIN" in questo momento possa essere discusso soprattutto per come dovrebbe essere fatto, perché attualmente non ha più la valenza di una discussione preventiva al bilancio. Vale però la pena di fare alcune riflessioni. Il "PREFIN" non è un atto risolutivo in sé, ma è il momento di collegamento fra la programmazione regionale e il bilancio di previsione di un anno specifico. Non può rappresentare di per sé stesso un "libro dei sogni", sarebbe inutile se non collegato a qualcos'altro di risolutivo, e il documento che discutiamo credo stia correndo il rischio di essere un "libro dei sogni", perché, se guardiamo agli obiettivi generali che propone, sono belli e indicativi di tutti i bisogni di una comunità, però sono messi lì, non collegati ad iniziative operative. Il "PREFIN" è l'occasione per verificare se la programmazione su cui poggia questa fase di governo della Regione dà le risposte più opportune alle esigenze della comunità, è l'occasione per adeguare eventualmente tale programmazione agli avvenimenti, ai cambiamenti sopravvenuti, è l'occasione per individuare le priorità su cui puntare nel bilancio di previsione annuale e pluriennale per adeguare i singoli capitoli di spesa ai nuovi indirizzi che il "PREFIN" delinea. Ci chiediamo: tutto ciò è contenuto nel documento che stiamo discutendo? Credo che abbiamo in mano un documento costruito con cura, che contiene analisi e percorsi evolutivi della nostra realtà, individua obiettivi generali a 360°, direi condivisibili in pieno (per questo dicevo sembra il "libro dei sogni", perché non ci sono i percorsi per realizzarli). Dopodiché conferma, per i vari settori, la prosecuzione dei percorsi sin qui tracciati, magari con qualche correttivo tecnico, ma sono quelli che ereditiamo dall'anno precedente. Rimane la sensazione che manchi qualcosa; individuo come carenza di fondo la mancanza di legame con una verifica della programmazione. In questi ultimi anni sono successe cose importanti, ci sono segnali di cambiamento che pesano come macigni sulla nostra realtà, turismo e industria sono messi in discussione proprio nel loro modo di essere dalla trasformazione dei mercati internazionali o dall'affacciarsi di nuovi produttori. Le risorse, pur incrementandosi in valore nominale, faticano a stare al passo con l'aumento dei costi. La distribuzione delle risorse che prevediamo non riesce a stimolare nuova vitalità produttiva, ma direi che riesce ad essere di sostegno solo ad una realtà che "galleggia". Queste cose dovrebbero stimolare una serie di riflessioni sul modello di sviluppo, che è alla base del bilancio che discuteremo domani e del "corpus" legislativo che ne assorbe il 95% delle risorse a disposizione, tutto ciòquindi irrigidisce molto le nostre possibilità di intervento.
Questo "PREFIN" è omogeneo all'attuale modello di sviluppo, direi che è quasi l'unica premessa politica possibile all'attuale bilancio; chi lo ha fatto non aveva ricevuto indicazioni di cambiamento diverse. Il "PREFIN" è uno strumento che non riesce a superare le carenze che sono della politica, ciò che fatica a crescere è la riflessione su un nuovo progetto di sviluppo per la Valle d'Aosta da qui a 10-20 anni e questo impegno non si risolve che con un impegnativo dibattito da far crescere nella nostra comunità, dibattito che coinvolga tutte le forze attive, sociali, produttive, quelle culturali. Pur avendo sostenuto e sostenendo ancora l'importanza del ruolo che il "PREFIN" dovrebbe avere almeno qui dentro, per dare il significato al bilancio previsionale, non mi illudo più - se mai mi sono illuso in passato - che l'occasione del "PREFIN" possa essere sostitutiva del dibattito politico ampio e delle scelte che in esso devono trovare espressione, ma che devono nascere dalle forze vive della comunità e dalla classe politica prima per supportare le decisioni che nel "PREFIN" devono trovare realizzazione.
Président - Est-ce qu'il y a d'autres collègues qui souhaitent intervenir? Je ferme la discussion générale.
La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Con la giornata di oggi sono 5 mesi che questo Governo si è formato, quindi siamo ben lieti, essendo ancora dei "neonati", di accogliere tutte le critiche e i suggerimenti che vengono dal Consiglio, tanto che non credo vi sia difficoltà ad accogliere alcuni aspetti dell'ordine del giorno che è stato presentato, un po' "purgato" di quelle parti più critiche nei confronti del Governo regionale e magari rimettendo anche le date a posto, ad esempio, la Giunta ha approvato il "PREFIN" non il 21 settembre, ma il 9 settembre. Vorrei essere molto chiaro prima di fare invece qualche valutazione più propriamente politica.
Per quel che riguarda la tempistica, forse avremmo fatto bene a non presentare il "PREFIN", nel senso che abbiamo deciso di presentarlo per una questione di rispetto nei confronti del Consiglio: il Governo, dicevo, è nato il 4, l'8 luglio è stato dato incarico a tale società che ci ha supportato per una migliore stesura del "PREFIN" e oggettivamente il documento di quest'anno, dal punto di vista della presentazione del contenuto, è a mio avviso più efficace di quello dell'anno precedente. Vorrei ricordare a chi continua a parlare del "PREFIN" come di un oggetto di dettaglio che questo dovrebbe essere quello che per lo Stato è il "DPEF" (documento di programmazione economico-finanziaria), quindi si parla di obiettivi di tipo generale da conseguire nel periodo. Quindi chi immagina che noi dovremmo dettagliare punto per punto e giustamente "fa le pulci" ad alcune cose che non ci sono dovrebbe rendersi conto che la logica è quella di tipo generale.
Il 13 luglio con l'Assessore Marguerettaz abbiamo avvertito i Capigruppo che ci sarebbero stati dei ritardi, perché era nato un nuovo Governo che doveva tarare i propri comportamenti. Avevamo detto ai Capigruppo che lo avremmo presentato a fine agosto, poi, apprezzato il fatto che il Consiglio non avrebbe riunito le proprie Commissioni consiliari se non da metà del mese di settembre, anziché approvarlo il 25 di agosto, abbiamo preferito approvarlo il 9 settembre. Vorrei ricordare che i termini della legge del "PREFIN" sono 30 giugno-30 settembre, non esistono solo gli obblighi in capo al Governo, ma anche in capo al Consiglio, che teoricamente 3 mesi dopo dovrebbe approvare il "PREFIN".
Abbiamo fatto bene o male a presentare il "PREFIN"? Effettivamente, avendo cominciato dai primi di luglio, avremmo potuto dire che i tempi erano scaduti e che lo non avremmo presentato. Abbiamo ritenuto utile farlo perché il "PREFIN" ha un senso fino a quando il Consiglio riterrà che abbia una sua utilità. È un momento che abbiamo vissuto quest'anno come Governo regionale per riuscire, anche in vista della finanziaria, a fare il punto su alcuni temi, molti dei quali sono stati rievocati qui e ritengo che il lavoro svolto sia un lavoro al contempo soddisfacente e insoddisfacente: insoddisfacente dal punto di vista dell'insieme dei dati che riusciamo a mettere assieme. Da questo di punto di vista deriva la scelta che abbiamo fatto nell'"omnibus" di potere discrezionalmente individuare una figura professionale che diventi Caposervizio dell'Osservatorio dell'economia presso l'Assessorato delle finanze, partendo dalle professionalità del vecchio Ufficio statistica. Credo che da questo punto di vista chiunque di voi abbia dovuto in occasione di qualche convegno dotarsi di dati e di proiezioni si è sempre trovato in difficoltà. Noi abbiamo una grave carenza di dati, non sto qui a dire le ragioni per le quali ritengo che queste carenze esistano, ma credo vi sia stata una certa trascuratezza negli anni nei confronti dell'Ufficio statistico che vorremmo superare. È molto interessante il modello di Trento, ma in particolare di Bolzano, dove nel tempo l'Ufficio provinciale è diventato la ramificazione locale dell'ISTAT, quindi c'è un'interesse maggiore che evita quello che capita in Valle d'Aosta, dove spesso i criteri statistici che sovrintendono il calcolo di alcuni dati falliscono per la particolarità del campione statistico, che è molto piccolo, per cui bastano pochi elementi in più o in meno per sballare il campione.
Ritengo quindi sia vero quello che si dice nell'ordine del giorno: che cioè dobbiamo arricchire il documento di ulteriori dati descrittivi della realtà socio-economica, lo condivido, va fatto, così come condivido che si debbano rispettare i tempi indicati in legge. Credo che l'esperienza accumulata in questi mesi ci porti a dire che forse bisogna rivedere tali date, perché la data 30 giugno-30 settembre paga il fatto della "generale estate", quindi diventa poi abbastanza irrealistico, perché, purtroppo, il Consiglio, per tutta una serie di aspetti regolamentari, ha una lunghissima pausa estiva. Credo che forse dovremmo riflettere sull'anticipazione di un mese del "PREFIN", immaginare quindi un'approvazione già all'inizio di giugno per consentire quello che capita normalmente con il "DPEF", cioè poterne discutere prima della pausa estiva. Questa è una proposta concreta e credo che si potrebbe in una breve pausa del Consiglio valutare il fatto di metterlo come uno degli impegni: anticipare in maniera da consentire nella pausa estiva, come capita normalmente alla Giunta, di organizzare la finanziaria.
Dal punto di vista delle priorità e di quella che viene definita nella legge istitutiva del "PREFIN", che risale ad agosto 2004, questa idea cioè del piano regionale economico-finanziario, gli indirizzi per la predisposizione del disegno di legge finanziario sono indirizzi triennali, perché poi decliniamo la finanziaria nei 3 anni successivi. Credo che quest'anno nel testo che è stato illustrato dall'Assessore competente degli sforzi migliorativi ci siano stati. È chiaro che ci siamo anche spinti fino alla definizione di una sintesi della sintesi, che trovate a pagina 43, in cui decliniamo in termini abbastanza impegnativi sul triennio prossimo una serie di cose che devono essere fatte. Si possono scrivere meglio, esistono degli elementi migliorativi in termini contenutistici, ma anche in termini di presentazione? Da questo punto di vista, voglio ripetere che, mentre la finanziaria assume una valenza nel momento decisionale di un'autorappresentazione di sé stessa e dei progetti che contiene, che è abbastanza impermeabile a una serie di discussioni, perché vi sono dei saldi finanziari, vi è una logica piuttosto rigida nei documenti finanziari, il "PREFIN" è un documento molto aperto. Mi domando se questa apertura del "PREFIN" alla fine per gli aspetti modificativi che avremmo potuto accogliere anche nella discussione in Commissione... se questi aspetti si siano in qualche maniera accolti, io lo dico per il futuro, nel senso che...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... l'anno scorso non lo so, io le dico di quest'anno... quando mi sono presentato ad esporre per la parte che mi concerne, mi sembra di aver detto che alcuni dei temi che qui riguardano la Presidenza della Regione sono dei temi che non erano a "scatola chiusa". Come voi vedete, nella parte di priorità della Presidenza della Regione ci sono una serie di cose che in questo momento si stanno già facendo peraltro e che sono sicurezza personale e protezione civile, analisi e governo dei flussi migratori, riflessione sul conferimento di funzioni regionali agli enti locali e poi - perché il tema è da quest'anno - la questione della programmazione europea nel periodo 2007-2013, che si esaurirà nella sua fase organizzativa nel 2006.
Prendo atto quindi delle critiche. Ogni critica serve per migliorare il prodotto e quanto si immaginerà di mettere nei "PREFIN" successivi, sapendo che il "PREFIN" è uno strumento giovane, siamo ancora in una fase di riflessione avanzata e ogni apporto critico è positivo. Personalmente non ho difficoltà, chiedendo una breve sospensione, a trovare sull'ordine del giorno degli elementi di unitarietà, non vedo quale interesse potremmo avere il prossimo anno a ritardare l'approvazione del "PREFIN". Di quest'anno abbiamo detto. Contesto il fatto che il "PREFIN" non sia stato condiviso all'interno del Patto per lo sviluppo, lo dico al collega La Torre: o noi abbiamo dei problemi comunicativi, o nel Patto per lo sviluppo sono presenti tutti, è una specie di "Messa cantata", in cui dalle organizzazioni sindacali alle organizzazioni di categoria ci sono tutti. Con il collega Ferraris stiamo riflettendo come si farà a rendere più efficace quel patto, perché questo deve avere momenti più piccoli rispetto a tale logica assembleare che fa sì che andiamo lì, ognuno fa il proprio "pistolotto" quasi sempre legato alle proprie tematiche un po' specifiche, si chiude la cerimonia, arrivederci e ci vediamo al prossimo Patto per lo sviluppo. Tant'è che il collega Ferraris ha cominciato a dire: "perché non creiamo delle commissioni che possano sortire degli elementi", "dalla protesta alla proposta" per usare un vecchio "slogan" che non piace al Consigliere Lattanzi.
Quello che vorrei dire è che la discussione odierna è utile e paradossalmente precede di poche ore o di pochi minuti la discussione sulla finanziaria. Probabilmente, potessimo tornare indietro, forse sarebbe stato meglio il 13 luglio andare dai Capigruppo e dire: "apprezzate le circostanze, non si fa il "PREFIN" e si passa direttamente alla finanziaria". Personalmente forse ingenuamente ho ritenuto che uno dei primi atti politici fosse quello di presentarci ai Capigruppo, chiedendo scusa dei ritardi che ci sarebbero stati, ritenendo che il "PREFIN" avesse avuto - perché ricordo bene la discussione che c'era stata - un certo apprezzamento, che peraltro si ritrova nel testo dell'ordine del giorno e quindi un apprezzamento strategico. Abbiamo fatto male ad andare avanti scontando il fatto che abbiamo "cozzato" contro un ritardo epocale, perché i tempi della scaletta che è stata predisposta dimostrano che poi lo abbiamo votato in Giunta il 9 settembre e arriva solo oggi. Quindi non si può far finta di niente: è arrivato drammaticamente tardi a ridosso della discussione vera che faremo sulla finanziaria. Ne prendiamo atto, il prossimo anno uno degli impegni che potremmo assumere è quello di cambiare le date, perché è irrealistica la data del 30 giugno sull'approvazione del 30 settembre... sapendo che di mezzo c'è una lunga pausa estiva.
Presidente - Altri colleghi per dichiarazione di voto? Ricordo che voteremo prima l'ordine del giorno e successivamente il documento.
La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Ritengo che quello che il Presidente della Regione ha detto in questo momento sia importante, forse, se mi consente, l'alibi della "gioventù presidenziale" non è del tutto accoglibile, nel senso che è vero che lei è da 5 mesi presente in questa Giunta, ma è stato per 2 anni Assessore nella Giunta precedente e mi pareva che ne condividesse l'operato. La giustificazione della "gioventù presidenziale" quindi ha un suo limite, ma credo che lei abbia con onestà intellettuale accolto l'invito che il Consiglio in questo caso, perché sono tante le forze che hanno sottoscritto quel documento... a una gestione ottimale... noi rimaniamo contrari al documento in sé, certamente sarebbe opportuno, ammesso e non concesso che la minoranza potesse partecipare alla definizione del "PREFIN" e quindi alla sua modifica in sede di dibattito consiliare e quindi ante le ferie estive, come succede a Roma... proprio perché, alla luce di quello che il Consiglio approva come linee strategiche, si costruiscono i capitoli di spesa.
Credo che al di là della dichiarazione di buoni intenti per il prossimo anno... ripeto: condivido che il "PREFIN" si possa discutere prima delle ferie estive per poter dare un indirizzo reale da parte del Consiglio all'impostazione del bilancio, che questa sia l'ammissione del "guado" in cui si è trovata questa Giunta e noi non godiamo a dire: "ecco vi abbiamo presi "con le mani nel sacco"". Semplicemente si tratta di dare coerenza a una legge che avete votato voi e che oggi non ha trovato la sua chiara applicazione in tale documento.
Per il resto lei dice che questo "PREFIN" oggi è un documento più chiaro e leggibile, io mi chiedo - e me lo chiedo ogni volta che si concede una consulenza esterna - se siamo veramente sicuri che con le risorse professionali che ci sono in questa Regione, 7.000 dipendenti, non vi fosse nessuno che avesse le competenze per riorganizzare un documento programmatico, politico-amministrativo e che gli potesse dare una veste grafica di un certo tipo. Abbiamo anche la tipografia regionale che lavora molto poco perché si fa prima a dare in appalto alle tipografie esterne perché elettoralmente più conveniente, però rifiutiamo la logica dell'assenza di competenza e professionalità all'interno dei vari Assessorati per la compilazione di tale documento, che non mi sembra contenga quelle professionalità così difficili da reperire all'interno dell'organico regionale. Aprirei su questo una riflessione, perché c'è una legge che prevede che non si possa far fare fuori quello che si può fare dentro, quindi, se qualcuno mi dimostra che tale documento non era fattibile all'interno delle professionalità regionale, farebbe buona cosa anche per gli enti che sono chiamati a controllare la gestione delle risorse finanziarie di questa Regione.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Per dichiarazione di voto, ma nel contempo avrei avuto piacere di esaminare il documento con il Presidente. C'è stata forse una svista nel non rendersi conto che la discussione generale era chiusa. Ma, quando la Giunta ha una volontà di dialogo, si preoccupa di non lasciare chiudere subito la discussione generale. Una volta che è chiusa, vanno rispettate le regole che ci siamo dati. Altrimenti se ogni volta le cambiano a nostro piacimento, non sono più regole, entriamo in una discrezionalità assoluta, cioè nella vittoria sempre di chi ha il numero per governare. Detto questo, prendo atto che c'è un errore materiale, al Presidente del Consiglio chiedo se è possibile considerare un errore materiale: non "21", ma "9 settembre" e poi si potrebbe eventualmente votare comma per comma, se questo può facilitare la votazione dell'impegno finale.
Presidente - Tale impostazione mi trova contrario, perché abbiamo già una volta fatto una votazione di questo genere e nel deliberato non ci si ritrova più quello che si approva e quello che non si approva, o un documento è approvato nella sua interezza oppure no.
La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Credo si potrebbe addivenire ad una sospensione di 5 minuti, immaginando una soluzione di questo genere: potrebbe essere il ritiro dell'ordine del giorno e la sua trasformazione in una risoluzione, in maniera che, anche se contestualmente non sarà un ordine del giorno legato al "PREFIN", lo discutiamo dopo assumendo degli impegni. Ci dovrebbe però essere un eventuale accordo per la sospensione, perché vi è stata un'ingenuità sul fatto che l'ordine del giorno è strettamente legato e dopo la discussione non si può più emendare.
Presidente - Penso sia opportuno fare chiarezza. Il Consiglio è sospeso per 10 minuti.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18,30 alle ore 19,09.
Président - Nous pouvons reprendre nos travaux.
La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Rispetto all'ordine del giorno presentato dai gruppi di minoranza, è stato raggiunto un accordo, anche con i gruppi della maggioranza, quindi viene ritirato e per motivi procedurali viene ripresentata una risoluzione, sottoscritta da tutti i Capigruppo del Consiglio regionale, in cui si ribadisce il fatto che non è stata rispettata la tempistica e si chiede un impegno preciso alla Giunta affinché il prossimo anno la tempistica venga rispettata e il "PREFIN" venga redatto con alcune caratteristiche.
Presidente - L'ordine del giorno viene ritirato. Vi ricordo che prima voteremo il "PREFIN" con gli emendamenti e successivamente iscriveremo la risoluzione e, se il Consiglio è d'accordo, la voteremo.
La parola al Consigliere Riccarand, per dichiarazione di voto.
Riccarand (Arc-VA) - Sul documento nel suo complesso il nostro gruppo voterà contro, adesso sui singoli emendamenti valuteremo, ma sul complesso del documento la valutazione sarà contraria, perché riteniamo vi sia stato un grave errore nella tempistica, un ritardo che ha vanificato la funzione di questo documento di programmazione e la sua capacità di incidere sulla predisposizione del bilancio. Chiaramente avrà inciso nella fase preparatoria, ma il Consiglio è stato espropriato di questa importante fase di intervento sul documento di programmazione finanziaria e, di conseguenza, sulla manovra di bilancio, quindi siamo contrari alla tempistica che è stata seguita quest'anno.
Come ha evidenziato la collega Squarzino, c'è anche tutto un aspetto di contenuti di genericità che abbiamo individuato in questo documento di programmazione finanziaria, quindi il nostro voto nel complesso sarà negativo. Chiediamo anche, a nome di tutti i gruppi della minoranza, che il voto finale sul "PREFIN" avvenga a scrutinio segreto.
Presidente - Se il Consiglio è d'accordo, pongo in votazione l'atto a scrutinio segreto con gli emendamenti dell'Assessore Marguerettaz e del Presidente Caveri; do lettura dell'emendamento dell'Assessore Marguerettaz:
Emendamento
Nelle premesse dell'atto, le parole:
"Fa presente che tale Piano, predisposto dalla Giunta regionale, dev'essere presentato al Consiglio entro il 31 agosto, come previsto dall'articolo 5 della medesima legge".
sono sostituite con:
"Fa presente che tale Piano, predisposto dalla Giunta regionale, dev'essere presentato al Consiglio entro il 30 giugno, come previsto dall'articolo 2 della medesima legge".
Il testo dell'intero documento viene sostituito dall'allegato che ne migliora esclusivamente la veste grafica e ne corregge i seguenti errori materiali:
- alla pagina n. 3, la parola "pianficazione" è sostituita dalla parola "pianificazione";
- alla pagina n. 13, le parole "alluvionali di ottobre 2001" sono sostituite da "alluvionali di ottobre 2000";
- alla pagina n. 46: dopo la parola "clusters" è inserito "(sistema)";
- alla pagina n. 47, la numerazione del 2° capoverso del paragrafo "interventi di politica attiva del lavoro" attualmente: "1" è sostituita con "2";
- alla pagina n. 49, la parola "sostengo" è sostituita con "sostegno";
- alla pagina n. 49, la parola "ASL" è sostituita con le parole "Azienda USL";
- alla pagina n. 55: alla fine del 1° capoverso la punteggiatura è errata per una doppia punteggiatura.
Do lettura degli emendamenti del Presidente Caveri:
Emendamento
Alla pagina 32 del nuovo allegato, punto 5.1 (Presidenza della Regione - Conferimento di funzioni regionali agli enti locali) al termine del terzo capoverso, sopprimere l'inciso: ", anche attraverso l'utilizzo, per i costi di gestione, di una quota delle risorse aggiuntive di finanza locale per l'anno 2006.".
Emendamento
Alla pagina 44, punto 7 (Criteri per la predisposizione della legge finanziaria - Finanza locale) al primo capoverso, sopprimere l'inciso: ", oltre a finanziare i costi di gestione delle funzioni regionali conferite,".
Il Consiglio
Richiamato l'articolo 2 della legge regionale 20 luglio 2004, n. 13 recante "Disposizioni in materia di pianificazione strategica della Regione Valle d'Aosta. Modificazioni alla legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta)" in cui si prevede che per evidenziare le linee della pianificazione strategica e definire la manovra di finanza regionale per il periodo compreso nel bilancio pluriennale, la Regione formuli ogni anno il Piano regionale economico-finanziario (PREFIN);
Visto il Piano regionale economico-finanziario redatto per l'anno 2006 ed il triennio 2006-2008;
Considerato che tale Piano, predisposto dalla Giunta regionale, deve essere presentato al Consiglio entro il 30 giugno, come previsto dall'articolo 2 della medesima legge;
Vista la legge regionale 20 luglio 2004, n. 13;
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 2362 in data 29 luglio 2005 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2005/2007 con decorrenza 1° agosto 2005, e di disposizioni applicative;
Visto il parere favorevole rilasciato dal Coordinatore del Dipartimento bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;
Visto il parere della II Commissione consiliare permanente;
Delibera
di approvare l'allegato Piano regionale economico-finanziario (PREFIN) per l'anno 2006 e per il triennio 2006-2008.
Allegato
(Omissis)
Consiglieri presenti e votanti: 35
Favorevoli: 19
Contrari: 16
Il Consiglio approva.