Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1635 del 5 dicembre 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1635/XII - Acquisizione da parte della Regione di beni della Gestione Straordinaria del Casinò de la Vallée. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso:

- che, a più riprese, la Regione ha acquisito beni dalla GS del Casinò de la Vallée verso il corrispettivo di somme consistenti;

- che il nostro gruppo consiliare ha più volte evidenziato incongruenze nell'inventariazione dei beni acquisiti dalla Regione;

- nella relazione del Collegio sindacale che accompagna il bilancio della Casinò S.p.a. chiuso al 31 dicembre 2004 vengono rilevate diverse criticità, ad oggi non definite, tra le quali la completa attuazione delle procedure d'inventariazione;

- che da una recente ricognizione sui beni aziendali della casa da gioco valdostana, sia quelli di proprietà della Casinò S.p.a sia quelli di proprietà regionale, sarebbero emersi ammanchi di cespiti per centinaia di migliaia di euro;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

il Presidente della Regione o l'Assessore delegato per sapere:

1) se e quando la Regione e Casinò S.p.a. hanno completato l'inventariazione dei cespiti di rispettiva proprietà, quali soggetti hanno curato (o stanno curando) le procedure d'inventariazione e si tratta di consulenti esterni;

2) se sono stati rilevati ammanchi di cespiti: in caso affermativo, di quali generi di beni si tratta e a quanto ammontano le minusvalenze patrimoniali a danno della Regione e di Casinò S.p.a.;

3) quali azioni sono state poste in essere a tutela dell'integrità aziendale di Casinò S.p.a. e dei cespiti di proprietà regionale;

4) quali sono i cespiti concessi in uso a privati e/o enti pubblici, se tale uso è a titolo gratuito oppure oneroso e dove sono stipati i beni obsoleti e non utilizzati.

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi

Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.

Marguerettaz (UV) - Il collega Tibaldi ritorna su un argomento che era stato già oggetto di un'interpellanza da parte del collega Frassy lo scorso anno. A fronte del tema relativo ai beni e all'inventario mi viene chiesto: "se e quando la Regione e "Casinò S.p.a." hanno completato l'inventariazione dei cespiti di rispettiva proprietà, quali soggetti hanno curato - o stanno curando - le procedure d'inventariazione e si tratta di consulenti esterni". Ripeto quanto avevo già detto, che la "Casinò S.p.a." nel 2004 ha iniziato l'inventariazione di tutti i beni presenti presso la sede e le altre unità locali a sua disposizione, al fine di avere un riscontro fra i cespiti risultanti in contabilità e l'esistenza fisica. Il lavoro di cui sopra era iniziato a metà maggio 2004, avvalendosi sia di personale interno, un'unità a tempo pieno che già si occupava di inventario - in passato sotto la responsabilità dell'area acquisti - e un'unità "part time" dell'Ufficio amministrazione, che già seguiva la registrazione delle fatture dei cespiti, sia di personale esterno. Rispetto al personale esterno era stata stipulata una convenzione con il Dipartimento di economia aziendale dell'Università di Torino. Le difficoltà riscontrate in corso d'opera e non preventivabili hanno allungato i tempi di consegna dell'inventario, che è avvenuta da parte degli esterni nella seconda metà di ottobre 2005.

Rispetto alla seconda domanda: "se sono stati rilevati ammanchi di cespiti: in caso affermativo, di quali generi di beni si tratta e a quanto ammontano le minusvalenze patrimoniali a danno della Regione e di "Casinò S.p.a."", per esigenze di bilancio, avendo riscontrato in sede di etichettatura dei beni delle discordanze, si sta procedendo per prima cosa alla riconciliazione fra i dati contabili e quelli fisici dei beni di proprietà di "Casinò S.p.a.". Rispetto a un primo controllo effettuato, erano risultati mancanti cespiti per complessivi 449.490 euro, che si riferivano ad impianti vari, attrezzature, mobili ed arredi per 299.224 euro, ad impianti generici non facilmente individuabili ed inventariabili per 150.266 euro (sono il complemento dei 449 mila). Per tali cespiti era stato approntato un fondo di svalutazione, come avevamo riferito già a novembre 2004. Attualmente è in corso da parte di "Casinò S.p.a." un'ulteriore verifica per essere certi che i beni non rinvenuti dopo l'etichettatura siano effettivamente mancanti e quantificare in modo certo l'entità degli ammanchi sia dei beni di proprietà, sia di quelli concessi in comodato dalla Regione autonoma Valle d'Aosta.

La terza domanda è molto importante: "quali azioni sono state poste in essere a tutela dell'integrità aziendale di "Casinò S.p.a." e dei cespiti di proprietà regionale"; "Casinò" sin da agosto 2004 si è dotato di una procedura per la gestione dei cespiti aziendali, che permetterà di seguire gli spostamenti dei beni fin dal loro primo ingresso in azienda. Sono stati individuati i vari responsabili di area, ufficio locale, che hanno sottoscritto una scheda contenente l'elenco di tutti i cespiti ivi ubicati (quindi rispetto alla gestione dei beni un documento che individua i vari custodi).

La quarta domanda: "quali sono i cespiti concessi in uso a privati e/o enti pubblici, se tale uso è a titolo gratuito oppure oneroso e dove sono stipati i beni obsoleti e non utilizzati", alcuni cespiti - e io ho fatto un elenco che è disponibile - sono messi a disposizione di terzi a seguito del contratto di affitto azienda, bar, "brasserie" del Casinò e bar impiegati, altri sono concessi in comodato gratuito a terzi (Ufficio pubblica sicurezza, Comune di Saint-Vincent, "Lega tumori", eccetera); i beni obsoleti e non più utilizzati sono stipati presso dei locali concessi in comodato da "Finaosta" (capannoni "ex Fera") e dalla Regione autonoma Valle d'Aosta (capannone tiro a volo) alla "Casinò S.p.a.".

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Stranamente l'Assessore è sintetico in questa risposta, ha ricordato più volte l'interrogazione fatta dal collega Frassy nel novembre 2004. Vorrei anzitutto ricordare all'Assessore che è trascorso un anno e in un anno di cose ne cambiano; fra le diverse cose che sono cambiate è stato redatto un inventario che ci risulta abbia censito circa 27 mila cespiti diversi.

Le prime considerazioni che facciamo sono queste: la risposta è insufficiente, non è completa, perché nell'interrogazione si faceva riferimento ad eventuali "minusvalenze patrimoniali a danno della Regione" e sappiamo che la Regione è diventata proprietaria di diversi beni a seguito dell'acquisizione da parte di "GS", con deliberazioni che sono tutte elencate e che adesso non sto a riproporre, però per un valore complessivo che si aggira sugli 8.750 milioni in lire più quasi 7 milioni di euro. Le domande relative a tale patrimonio che sono in capo alla Regione non hanno avuto alcuna risposta, pertanto per questa parte ci dichiariamo totalmente insoddisfatti.

Per quanto riguarda il resto, credo che l'interrogazione del Consigliere Frassy a novembre e l'interrogazione del sottoscritto fatta nella scorsa legislatura e l'interrogazione odierna stiano ad evidenziare una totale confusione nella gestione dei beni aziendali. Questa totale confusione ci pare di capire si evinca anche dalle sue risposte, perché è inammissibile che in una società che annovera 850 dipendenti al suo attivo non vi sia una struttura organizzata per fare un rilievo periodico e costante delle giacenze in termini di cespiti aziendali. È inammissibile che non vi sia stata una figura direzionale, c'era un direttore generale, vorremmo sapere se fra i suoi compiti rientrava anche quello di far inventariare i beni di proprietà aziendale, vorremmo sapere se e quando e come lo ha fatto. Paradossalmente, a fronte di 850 dipendenti disponibili in azienda, la "Casinò S.p.a." ha dovuto stipulare una convenzione onerosa con il Dipartimento di economia aziendale dell'Università di Torino per cercare di effettuare una ricognizione completa. Cosa è emerso da questa ricognizione? L'Assessore ci ha parlato di etichettature che probabilmente erano inadeguate o forse non erano il materiale giusto, si saranno scolorite nel tempo. A noi risulta che ci siano stati degli spostamenti di beni addirittura in corso di inventariazione, malgrado ci fosse un divieto assoluto di spostare i beni. Come si fa a censire i beni e a sapere dove sono recapitati se qualcuno improvvisamente è fisicamente disposto da un luogo all'altro? Penso che questo sia il caos, un caos nel quale giace del resto la casa da gioco!

L'Assessore ha dei fiduciari nel "CdA" che anche nelle relazioni di bilancio hanno evidenziato la necessità di completare velocemente l'inventariazione, però è un'inventariazione che evidenzia dei "buchi", degli ammanchi; lei oggi ce li ha quantificati solo per quanto riguarda la "Casinò S.p.a." in una cifra che viene quantificata in 450 mila euro circa, però vi sono anche i cespiti di proprietà regionale che sono dati in comodato al Casinò, vorremmo sapere se questi sono effettivamente censiti dai suoi uffici. Ci risulta che sia stata creata una stanza virtuale nell'ambito della classificazione dei beni che sono stati catalogati, dove giace una moltitudine di cespiti che non sono stati più trovati. Assessore, faccia un sopralluogo all'"ex Fera", è un "teatro" di progetti, ci sarà già il sesto o settimo progetto in corso, così rispondeva ancora il Presidente Caveri qualche mese fa quando era Assessore, vada a vedere quanti beni di proprietà non so se regionale o di "Casinò S.p.a.", o dell'ex "GS" si trovano lì, accatastati o all'aperto o all'interno del magazzino. È una vergogna, come è vergognoso il fatto che questa inventariazione si faccia solo adesso e sia incompleta, senza sapere dove sono finiti molti beni, se in casa di qualcuno o presso altri enti!