Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1393 del 13 luglio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1393/XII - Presenza di manodopera clandestina in un'azienda valdostana. (Interpellanza)

Interpellanza

Appreso dagli organi di informazione che recentemente è stata riscontrata la presenza di oltre cento operai clandestini impiegati in una ditta appaltatrice della manutenzione presso l'azienda Cogne Acciai Speciali di Aosta;

Appreso che le condizioni di lavoro e il trattamento salariale di tali operai non rispetterebbero le norme contrattuali;

Ritenuto che tali episodi di illegalità siano lesivi della dignità di chi lavora ma anche dannosi per la stessa economia in quanto determinano fenomeni di concorrenza sleale fra imprenditori;

Ricordato che un episodio analogo di sfruttamento della manodopera clandestina si era verificato già nel settembre 2004, sempre presso la stessa azienda e sempre a carico della stessa ditta appaltatrice;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) se, e come, gli uffici competenti hanno seguito il caso di clandestini scoperto presso la Cogne Acciai Speciali nell'autunno scorso ed eventualmente attivato adeguati strumenti di monitoraggio;

2) come viene valutato tale episodio e il fatto che si sia ripetuto nell'arco di pochi mesi;

3) se, e come, intende, intervenire presso la CAS per capire le cause di tali episodi, anche al fine di prevenirne la ricomparsa;

4) se, e come, intende portare il tema del "lavoro nero" in ambito Confindustria, o del Patto dello Sviluppo per valutarne l'impatto sull'economia regionale e per individuare linee condivise di azione.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Riccarand

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Solo brevemente. È chiaro che qui parliamo di un fatto avvenuto circa 2 mesi fa, quindi sembrerebbe non più attuale. Non è tanto il fatto in sé, che ormai è avvenuto e si è esaurito, fra l'altro 2 volte è avvenuto (a settembre 2004 e maggio 2005), quanto ci interessa capire cosa gli uffici competenti hanno fatto o pensano di fare, come hanno seguito la vicenda, soprattutto se c'è la volontà politica di intervenire, non solo presso la "CAS", per evitare che succedano altri episodi del genere, ma soprattutto per affrontare in modo più generale all'interno del "Patto per lo Sviluppo" la questione del "lavoro nero".

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - Condividendo quanto detto dalla collega Squarzino, relativamente al fatto che è necessario intervenire rispetto alle forme di lavoro irregolare o - ancora peggio -clandestino, va altrettanto detto che gli interventi a disposizione dell'Amministrazione regionale, non avendo la Regione competenza in materia di ispettorato del lavoro, sono interventi che possono orientarsi sul piano della formazione, della sensibilizzazione rispetto a questo tema.

Nell'interpellanza ci si riferisce a un problema collegato ad un'azienda appaltatrice della "Cogne", la "Milano Industrie", che aveva iniziato la collaborazione con la "CAS" nel 2002; nel settembre 2004 la Questura di Aosta ha proceduto ad un'indagine che ha portato alla rilevazione di 49 posizioni irregolari così ripartite: 36 Bosniaci, 8 Ungheresi, 3 Rumeni e 2 Senegalesi. Sulla base dell'indagine che è stata avviata dalla Procura di Aosta insieme all'Ispettorato del lavoro, si è appurato che i casi di lavoro irregolare non erano limitate a 49 posizioni, bensì a 150. Si è proceduto, da parte degli organi competenti, al recupero dei contributi previdenziali e alla comminazione delle sanzioni che sono previste dalle norme di legge.

Le indagini hanno però appurato che le modalità utilizzate dalla "Milano industrie" erano difficilmente verificabili ed evidenziabili dalla "CAS", in quanto l'accreditamento dei lavoratori e la fornitura dei "badges" di accesso all'azienda è avvenuta dietro presentazione di documenti falsificati, fotocopie di falsi permessi di soggiorno e libri matricola falsificati; tanto che c'è stato anche un intervento delle organizzazioni sindacali e un comunicato congiunto fra le organizzazioni sindacali e "CAS", dove veniva evidenziato come, da una parte, l'azienda dimostrava la propria volontà di intensificare i controlli, ma, dall'altra, come l'azienda fosse parte offesa in quanto la presentazione di documenti falsificati non consentiva all'azienda di conoscere quale fosse la reale dimensione del problema.

Per quanto riguarda il secondo quesito, l'episodio ha portato a rilevare che il numero dei lavoratori irregolari in questa azienda aveva una dimensione (si ipotizza 150) che andava al di là del numero dei dipendenti che erano occupati per un determinato periodo in uno stabilimento.

In merito alla terza questione, il comunicato congiunto organizzazioni sindacali e "Cogne" si pone l'obiettivo di affrontare questo problema. Va detto che i controlli che vengono fatti dallo stabilimento nei confronti delle ditte appaltatrici sono molto accurati, nel senso che la "Cogne" chiede, per ogni lavoratore dell'azienda appaltatrice, le posizioni assicurative sia INPS che INAIL, la fotocopia del libro matricola, la fotocopia di un documento di riconoscimento per ciascun dipendente, il permesso di soggiorno per gli extracomunitari in originale, una copia del certificato di assunzione presso l'Ufficio di collocamento. È chiaro che nel momento in cui vengono presentati dei documenti falsificati, diventa difficile intervenire... di qui, l'importanza dell'intervento della Magistratura.

Come si intende portare il tema del "lavoro nero" in ambito "Confindustria", o del "Patto dello Sviluppo"? Credo che per i rapporti che abbiamo con "Confindustria" e le organizzazioni sindacali su questo c'è il massimo di attenzione, anche perché gli imprenditori ritengono che utilizzare queste forme di lavoro irregolare rappresenti una forma di concorrenza sleale fra imprese, oltre a rappresentare un intervento molto pesante a fronte del rispetto del diritto dei lavoratori.

Gli interventi specifici che sono stati avviati dall'Amministrazione regionale sono contenuti nel piano di politica del lavoro che prevede iniziative di formazione e di sensibilizzazione, che vanno nella direzione di creare condizioni per lo sviluppo di un mercato del lavoro dove siano salvaguardati i diritti dei lavoratori, così come vengono promosse delle iniziative per la responsabilità sociale dell'impresa, per interventi volti a salvaguardare le normative sulla sicurezza del lavoro.

Per quanto riguarda nello specifico il "lavoro nero" esistono due strutture: presso l'INPS opera l'Osservatorio sul lavoro nero, ed è operante in Valle anche il "Comitato regionale per l'emersione del lavoro irregolare", previsto dalla "legge Tremonti". Sono degli strumenti utili, ci rendiamo conto che contrastare questo tipo di problema necessita un ulteriore intervento e l'utilizzazione di ulteriori energie. Ribadisco la volontà di questa Amministrazione di fare in modo che ci sia il massimo controllo per evitare il ripetersi di fenomeni di questo genere, deprecabili ed inaccettabili.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Capisco che le imprese si difendano dicendo che non avevano strumenti per controllare o che tutto era regolare dal loro punto di vista... è chiaro, trattandosi di documenti falsi non potevano sapere se questi erano irregolari oppure no! C'è un problema, però, legato alla questione dei subappalti. Le industrie - che, come lei dice, sono contro il "lavoro nero", cosa che non metto in dubbio -, di fatto applicano nella pratica quotidiana comportamenti che facilitano il "lavoro nero", ricorrendo continuamente ad appalti e subappalti e ogni subappalto viene dato a sua volta in subappalto a ditte che consentono alla ditta appaltatrice un guadagno ulteriore. Sono quindi continue offerte che tendono a diminuire il costo del lavoro. Inoltre, a me sembra strano che non ci sia un'attenzione da parte dell'Ispettorato del lavoro e che la Regione non si faccia promotrice di iniziative, affinché ci sia un'attenzione focalizzata su certi temi.

Sappiamo che queste ditte propongono orari di 8-10-16 ore consecutive; sappiamo che le condizioni di lavoro non sono rispettose dei contratti e delle regole che la contrattazione dà. Allora posso capire che le aziende cerchino di giustificarsi, posso capire che il Governo dica non è compito nostro, noi facciamo il nostro lavoro, ma credo che ci sia un'attività di vigilanza e di sollecitazione nei confronti di quelli che devono monitorare le condizioni di lavoro che la Giunta deve fare, altrimenti si aspetta che sia la Magistratura ad intervenire! Se questa è una linea politica che la Giunta vuole continuare ad adottare, ne prendiamo atto, ma non credo che sia questo...

(interruzione dell'Assessore Ferraris, fuori microfono)

... c'è una possibilità di sollecitare quelli che devono controllare la durata dei contratti, non è possibile che non si chieda conto rispetto a queste cose, che non ci sia un'attenzione su questi temi e che non si sollecitino questi enti a rendersi conto e ad indagare su queste situazioni... altrimenti non accetto un atteggiamento che dice che noi non possiamo far niente! Io non credo questo, assolutamente, e credo che un approfondimento di questi temi con i datori di lavoro per vedere insieme come risolvere la questione possa essere assolutamente utile.