Oggetto del Consiglio n. 1323 del 25 maggio 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1323/XII - Indagine su un movimento franoso in Comune di Courmayeur. (Interrogazione)
Interrogazione
Preso atto che con la delibera n. 2656 del 23 luglio 2001 la Giunta regionale affidava l'incarico allo studio associato Cancelli di Milano per la redazione di uno studio sul movimento franoso sul versante nord occidentale del Mont de la Saxe, in Comune di Courmayeur;
Sottolineato che tale incarico era dettato dall'esigenza di procedere ad uno studio geologico, geomorfologico e geologico-tecnico del settore di versante oggetto del movimento franoso, al fine di acquisire le necessarie conoscenze, in un'ottica di protezione civile, e nel contempo un supporto alla delineazione delle ipotesi di evoluzione prospettabili e dei conseguenti scenari di rischio, con conseguente attivazione di un sistema di monitoraggio;
Richiamate le precedenti interrogazioni presentate in Consiglio;
Tenuto conto che dai dibattiti effettuati nell'aula consiliare era emerso che, per definire le caratteristiche volumetriche dell'ammasso roccioso instabile e quindi di conseguenza per ipotizzare, in maniera maggiormente oggettiva, gli scenari di evoluzione del fenomeno e la posa di strumentazione di monitoraggio, era necessario provvedere a delle indagini geognostiche con la posa di inclinometri e piezometri, indagini che sono iniziate nel settembre 2004;
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
L'Assessore competente per sapere:
1) qual'è la situazione attuale di tali indagini geognostiche;
2) quali sono i risultati ottenuti da queste prime indagini;
3) la data entro la quale si pensa di poter disporre di tutti gli elementi indispensabili al fine di poter ipotizzare gli scenari di evoluzione del fenomeno e le conseguenti ed eventuali azioni da intraprendere a tutela dell'incolumità pubblica.
F.to: Lanièce - Viérin Marco - Comé
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Torniamo su questo argomento con una certa cadenza.
Il punto 1 dell'interrogazione chiedeva la situazione della messa in opera del monitoraggio strumentale; come si era detto, nell'autunno 2004 sono stati eseguiti i sondaggi profondi sul corpo di frana con la posa delle colonne inclinometriche e piezometriche che serviranno per il controllo degli spostamenti profondi e del livello dell'acqua di falda, per la fine della primavera e l'estate 2005 è previsto il completamento della strumentazione con alcuni sondaggi più superficiali. Si è poi proseguito con il monitoraggio topografico superficiale delle fessurazioni.
Per quanto riguarda i primi risultati, il dr. Cancelli ha presentato un elaborato nel febbraio 2005, che riassume le risultanze delle indagini finora svolte e nel quale viene evidenziato che l'esecuzione di una serie di rilievi di tipo geomorfologico, geologico e geomeccanico hanno permesso di definire l'estensione dell'area interessata dal movimento e le caratteristiche meccaniche dell'ammasso roccioso in superficie, cioè i sistemi di fatturazione... Le osservazioni di monitoraggio topografiche effettuate periodicamente su 7 punti all'interno dell'area in frana hanno mostrato, fra la primavera 2002 e l'estate 2004, spostamenti inclinati compresi fra i 37 e gli 83 centimetri, con spostamenti relativi all'ultimo anno, luglio 2003 giugno 2004, variabili fra 13 e 25 centimetri. Due punti di misura sono stati persi a seguito del crollo e della mobilizzazione delle porzioni rocciose su cui erano installati. Lo spostamento rilevato è oltretutto confermato dai fenomeni di crollo che hanno interessato l'area nella primavera-estate 2004 con le dinamiche di crollo di blocchi da uno a più metri cubi, che hanno raggiunto l'alveo della Dora di Ferret e dall'allargamento di alcune fessure sul terreno; sono quei crolli che hanno determinato la necessità di vedere tutti i piani di sicurezza, verifica che ha comportato un ritardo nell'affidamento dell'incarico di effettuare i sondaggi.
L'esecuzione del sondaggio geognostico ha raggiunto gli 83 metri e ha permesso di evidenziare un ammasso roccioso con scadenti caratteristiche geomeccaniche, presentando una roccia fratturata e alterata fino a queste profondità con la presenza di più settori, costituiti da livelli di rocce particolarmente fratturate ed alterate; di conseguenza, queste potrebbero costituire delle potenziali superfici di rottura. Nel dettaglio, si sono individuati almeno 4 settori di potenza plurimetrica, cioè a diverso spessore, che presentano parametri geotecnici particolarmente scadenti e più precisamente fra 26 e 28 metri, fra 30 e 33 metri, fra 36 e 53 metri, fra 60 e 73 metri: questi dobbiamo immaginarli come se fossero delle soluzioni di continuità, quindi delle aree di frattura. Sono questi i dati che confermano l'ipotesi di trovarsi di fronte ad un fenomeno franoso profondo che potrebbe generare la destabilizzazione di masse anche importanti; ci troviamo di fronte a dei fenomeni geologici, quindi è difficile poterli quantificare. Adesso sappiamo con precisione che a queste quote ci sono delle potenziali masse di scorrimento dovute all'alterazione della roccia.
I riscontri di terreno indicano una netta propensione alla disarticolazione, cioè al verificarsi di fenomeni piuttosto corticali sul fronte sommitale, quindi ci troviamo di fronte a dei fenomeni di tipo superficiale per ora, anche perché è quello più sensibile agli eventi climatici; pertanto ci aspettiamo dei crolli parziali del tipo di quelli che si sono verificati nel 2004. Non sono esposte a questi tipi di crolli delle infrastrutture urbanistiche, se non l'acquedotto comunale, e purtroppo c'è anche un sentiero comunale che dovrà essere opportunamente segnalato come potenziale oggetto di crollo. L'osservazione periodica continua e permetterà di valutare la tendenza evolutiva del fenomeno, soprattutto in profondità, che è quello che più ci preoccupa, e questo correlato a delle eventuali segnalazioni di dissesti puntuali in profondità, legato a dei fenomeni meteorologici, può darci delle idee di dove si sta evolvendo questo fenomeno.
Le osservazioni strumentali profonde, quelle inclinometriche e piezometriche, dovranno essere svolte fino a coprire un arco completo delle stagioni, in maniera che possiamo avere tutti i dati, confidando di trovarci di fronte a una stagione meteorologicamente media, perché se per caso ci troviamo di fronte a un anno caratterizzato da forte siccità o da forti precipitazioni, è chiaro che il dato rimane disequilibrato, cioè possiamo trovarci in una situazione in assenza di fenomeni e, nell'altra, in eccesso di fenomeni, perché se le medie pluviometriche sono superate, possiamo immaginare la penetrazione dell'acqua e quindi la facilitazione di scorrimenti.
Alla fine di quest'anno sarà possibile definire meglio quantitativamente gli effettivi spostamenti profondi, la loro tendenza legata alla stagione e i volumi complessivi di materiale che oggettivamente sono in fase di destabilizzazione. Sono parametri funzionali indispensabili per la definizione degli scenari - come abbiamo già fatto presente nelle altre interrogazioni - da cui dovranno derivare le eventuali azioni strutturali e non strutturali, comprese quelle di protezione civile. Bene inteso, ci troviamo di fronte a fenomeni di tipo geologico, per cui facciamo delle ipotesi sulla base delle indicazioni scientifiche, però sappiamo di masse che si trovano in questa situazione ormai da secoli e sono lì, e poi invece, con eventi che sono imprevedibili, d'un tratto si hanno fenomeni di crollo; comunque, quello che sarà possibile definire in termini di scenario verrà definito.
Président - La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (SA) - Prendo atto della risposta dettagliata che ci ha fornito, anzi le chiederò se può farmene avere una copia.
Come ha detto l'Assessore, questa è la quarta volta che il sottoscritto, a nome della "Stella Alpina", porta in aula detto problema; questa ripetitività è forse dovuta al fatto che il problema deve essere ancora risolto. Ricordo che lo stesso fu sollevato nel 2000 a seguito di una segnalazione della Stazione forestale di Pré-Saint-Didier; siamo nel 2005 e da poco sono iniziati i primi controlli: vi è stata la posa della strumentalizzazione di monitoraggio nel settembre 2004 ed ora inizierà l'esame dei dati.
La cosa strana di tale vicenda è che quando fu segnalato questo problema, la prima cosa che si disse fu che questo poteva essere un problema di incolumità pubblica, e quindi c'era bisogno di effettuare al più presto un'indagine: in effetti nel 2002 veniva assegnato, con deliberazione n. 2656, un incarico ad uno studio di Milano per l'effettuazione di uno studio sul movimento franoso. Pur con tutte le vicissitudini di cui abbiamo già parlato nelle precedenti iniziative, oggi siamo a 5 anni da quando è stato segnalato il problema e ancora oggi non si sa qual sia l'entità e quali siano i possibili scenari di rischio! Mi sembra questo un modo di comportarsi - mi riferisco alla Struttura, e a chi ha seguito e sta seguendo questo problema - con una certa sufficienza e senza troppo impegno, perché se c'è il rischio che ci sia un'enorme massa in movimento che possa poi coinvolgere le abitazioni e in modo particolare gli abitanti di Entrèves, mi sembra si dovrebbe essere più veloci ed incisivi nel verificare tale rischio! Oggi leggevo su un settimanale locale che un funzionario afferma: "a breve partirà lo studio dei dati". Da questo articolo sembra che siano stati posizionati detti strumenti, però l'incarico per realizzare questi dati deve essere ancora dato. Se fosse così, questo stride con quanto ha detto l'Assessore, perché se risulta vero quanto dichiarato dagli organi di informazione, abbiamo posizionato, finalmente dopo 4 anni, queste strumentalizzazioni importanti, ma l'analisi di questi dati, che doveva essere continua, mensile, non è ancora partita e partirà solo adesso! Questo significa che si ritarda ancora di un anno, e infatti il funzionario parla del 2006, mentre l'Assessore diceva che entro fine anno si potevano già avere delle indicazioni.
Qui ripeto che c'è qualcosa che non quadra, è una vicenda un po' strana ed è per questo che più volte il sottoscritto l'ha portata in aula per capire se si riesce ad avere delle notizie su un miglioramento della situazione, tenuto conto che un'analisi approfondita della situazione è importante anche per predisporre il piano di protezione civile in quella zona. A questo proposito ricordo che è stato detto ultimamente che si dovrà fare un accordo di programma per la riqualificazione di La Palud: come si fa a pensare di fare un accordo di programma per riqualificare La Palud, senza sapere cosa può succedere sul Mont de la Saxe? Mi sembra che su questa vicenda ci siano delle cose non chiare e, purtroppo, ogni volta che presentiamo l'iniziativa, invece di avere informazioni che ci garantiscono una maggiore tranquillità sull'iter, ne usciamo perplessi, perché l'Assessore ci ha detto una cosa - che spero corrisponda a verità -, mentre il funzionario sui giornali ha dichiarato qualcosa di diverso, cioè che inizia solo adesso lo studio dei dati. Mi auguro che abbia ragione l'Assessore, e che siano già pronti questi controlli e che entro la fine del 2005 si possano avere dei dati che permettano di ipotizzare eventuali scenari di rischio - sperando che non vi siano! -, ma se vi saranno, è opportuno che la popolazione sia informata.
Invitiamo l'Assessore, non appena avrà questi dati, magari prima della pausa estiva, di portarli in III Commissione.