Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1312 del 12 maggio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1312/XII - Piano di controllo e di protezione della rinotracheite infettiva bovina. (Interpellanza)

Interpellanza

Richiamato il Piano di Controllo e di Protezione della "Rinotracheite Infettiva Bovina" (IBR) approvato con Delibera di Giunta n. 4759 del 20/12/2004;

Rilevato che tale Piano non prevede la deradicazione ma il controllo e la protezione;

Rilevati i forti disagi che l'"IBR"sta provocando agli allevatori valdostani;

Sentito che potrebbero esserci dei dubbi sull'attendibilità dei "test" e sugli effetti dei vaccini;

Constatato che la situazione è purtroppo in continua e preoccupante evoluzione e sta già bloccando in senso pratico e reale molti allevamenti;

Visto l'ordinanza n. 83 emessa dal Presidente della Regione in data 11/02/2005;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente e la Giunta regionale per sapere:

1) quanti sono ad oggi gli allevamenti e i capi bovini valdostani interessati dall'"IBR";

2) se per i capi infetti da "IBR" è possibile l'accesso al "Piano Carne";

3) se l'attuale situazione creerà dei problemi agli allevamenti sulla commerciabilità e relativamente alla monticazione;

4) come intende procedere per far fronte a tale situazione sia sotto l'aspetto sanitario che quello di sostegno agli allevatori.

F.to: Viérin Marco - Comé - Lanièce - Stacchetti

Président - La parole au Conseiller Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Abbiamo presentato questa interpellanza come gruppo della "Stella Alpina" proprio perché è un tema che sta creando notevoli difficoltà al settore dell'allevamento valdostano. Abbiamo richiamato nell'interpellanza il piano di controllo di protezione della cosiddetta chiamata "IBR", prevista dalla deliberazione n. 4759/2004, proprio per partire da un punto fermo, cioè da quel piano approvato dalla Giunta. Abbiamo fatto alcuni rilievi, fra questi il fatto che il piano non prevede la deradicazione, ma il controllo e la protezione e che la stessa malattia dell'"IBR" sta provocando agli allevatori valdostani degli effetti che da un punto di vista pratico creano una situazione di blocco dell'attività di allevamento. Sappiamo anche che circa il 50% degli allevamenti valdostani hanno casi positivi al controllo dell'"IBR". Questa situazione è in continua evoluzione e crea incertezza anche in coloro che oggi non hanno problemi di detto tipo, cioè anche in coloro che sono detentori del restante 50% degli allevamenti in Valle d'Aosta.

Le nostre domande sono molto chiare: quanti sono ad oggi gli allevamenti e i capi bovini valdostani interessati dall'"IBR", gradiremmo una conferma da parte dell'Assessore se i dati enunciati rispondono a verità; se per i capi infetti da "IBR" è possibile l'accesso al "Piano Carne"; se l'attuale situazione creerà dei problemi agli allevamenti sulla commerciabilità e relativamente alla monticazione... perché dico questo? Manca meno di un mese alla monticazione dei capi in alpeggio e sappiamo che in Valle d'Aosta questa, ormai, si fa raggruppando parecchi bovini di diversi allevatori e quindi c'è anche la preoccupazione di inviare in alpeggio i propri capi, rischiando eventuali contagi da "IBR".

Infine, chiediamo come si intende procedere per far fronte a tale situazione, sia sotto l'aspetto sanitario che quello di sostegno agli allevatori, perché nella deliberazione n. 4759 in merito agli incentivi c'è una formula che forse dovrete rivedere, cioè il fatto che si premia con 160,00 euro gli allevamenti indenni, oltre a 50,00 euro per capo presenti in allevamento. Questo aspetto, se da un punto di vista teorico può essere condiviso, da un punto di vista pratico nella situazione che viviamo oggi crea maggiori problemi per quelle aziende che già rischiano di non stare più in piedi dal punto di vista finanziario. Questi allevamenti dove è presente l'"IBR" non possono commercializzare, a questo riguardo l'ordinanza del Presidente della Giunta del mese di febbraio, la n. 83, al punto 1, stabilisce che "... è vietata l'introduzione negli allevamenti regionali di bovini provenienti da altre regioni, non sottoposti con esito negativo ai testi "IBR", eseguiti entro trenta giorni dallo spostamento; nel caso di compravendita di bovini in ambito regionale è obbligatoria l'indicazione degli esiti di test sierologici sul passaporto, in modo da rendere edotto l'acquirente sulla situazione sanitaria del capo o dei capi acquistati...", e questo sta a confermare quello che dicevo prima, cioè da un punto di vista tecnico-amministrativo non ci sono problemi di blocco negli allevamenti, ma da un punto di vista pratico gli allevamenti dove esiste anche un solo capo positivo all'"IBR", non si commercializza.

L'unica cosa che si potrebbe fare è l'abbattimento dei capi, ma in base ai prezzi oggi sul mercato... pensiamo solo che un capo bovino è pagato da 250,00 a 300,00 euro come valore di macellazione reale! Se un allevatore deve fare questa operazione, rischia di fallire sin dall'inizio, perché negli allevamenti in cui ci sono 10-20 capi, sostituire questi capi vuol dire affrontare un esborso finanziario diretto di 30-40-50 milioni di vecchie lire; è chiaro che in una situazione quale quella odierna, con allevamenti che sono in situazione delicata dal punto di vista finanziario, si creerebbe veramente un grosso problema al futuro della zootecnica in Valle d'Aosta.

Mi riservo di fare ulteriori considerazioni dopo la risposta dell'Assessore.

Président - La parole à l'Assesseur à l'agriculture, aux ressources naturelles et à la protection civile, Vicquéry.

Vicquéry (UV) - Le plan de contrôle de prophylaxie de l'"IBR" approuvé par la délibération n° 4759/2004, ne prévoit pas dans la phase actuelle l'éradication de cette maladie, étant donné qu'en accord avec l'Association éleveurs valdôtains et avec le Service sanitaire de l'Université, il a été décidé d'adopter des mesures visant à évaluer la situation particulière et l'évolution de la maladie, compte tenu des caractéristiques du système zootechnique valdôtain. Il s'ensuit que le plan ne comporte aucune interdiction en matière de déplacement, de commerce et d'inalpage du bétail. La seule interdiction adoptée concerne l'introduction en Vallée d'Aoste d'animaux positifs à l'"IBR" provenant d'autres régions. Il est important de souligner que plusieurs régions sont en train d'adopter des plans d'éradication de l'"IBR" et que le commerce d'animaux positifs à l'"IBR" est déjà interdit au Piémont depuis 2004. Quant à la fiabilité des testes, je peux vous préciser que ces derniers ont été confiés à l'Istituto Zooprofilattico, dont le laboratoire a obtenu la certification de qualité et que le choix des kits a été effectué sur la base des produits certifiés présents sur le marché.

Pour répondre à la première question, les élevages concernés par le programme "IBR" sont tous ceux qui sont inscrits au fichier régional du bétail, soit 1.337 en 2004. Quant aux têtes de bétail, 30.336 animaux de plus de 6 mois ont été testés en 2004. La situation actuelle de la maladie est la suivante: animaux positifs 6.430 (21,2%), élevage avec au moins un animal positif 646 (48,3%), élevage sans aucun animal positif 691.

Deuxième question: le plan viande tel qu'il est défini par la délibération du Gouvernement régional n° 3506/2003, concerne les animaux de race valdôtaine, engraissés suivant un cahier des charges approuvé par l'AREV et contrôlé par celle-ci. Aucune interdiction ne porte sur l'engraissent d'animaux positifs à l'"IBR", ni sur la destination à la consommation humaine de la viande issue de ces animaux. Comme j'ai déjà dit, le déplacement et le commerce du bétail ne sont pas interdits, donc les animaux positifs ou négatifs peuvent être achetés dans tout élevage à condition que l'achat soit dûment documenté. L'acheteur peut contrôler l'état sanitaire de l'animal acheté, car le résultat des testes que ce dernier a subi figure sur le passeport sanitaire. Le plan "IBR" ne modifiera certainement pas l'organisation des alpages au cours de l'été 2005, puisque habituellement au mois de décembre les éleveurs et les alpagistes ont déjà conclu des accords pour l'inalpage des animaux.

Dernière question: les actions à entreprendre devront tenir compte de la situation sanitaire résultant de l'évaluation des résultats de suivi, effectué en 2005, de la campagne de vaccination en cours, et des effets de l'inalpage sur les séroconversions. En automne le comité technique analysera la situation épidémiologique afin de proposer les actions qui s'avéreront nécessaires, y compris les aspects économiques que le collègue Viérin a cités.

Si dà atto che dalle ore 9,23 presiede il Vicepresidente Nicco.

Presidente - La parola al Consigliere Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - L'Assessore è stato molto breve e sintetico, ma anche molto chiaro. Ci fa piacere sentire che l'accesso al "Piano Carni" è possibile e non c'è questa preclusione, mentre ci preoccupano le risposte alle altre tre domande poste.

Sulla prima domanda ci viene confermato dall'Assessore che il 48% degli allevamenti vive questo problema per un totale del 21% del nostro patrimonio zootecnico, e va dato atto all'Assessore di essere stato chiaro anche su questo.

La domanda che abbiamo posto sugli alpeggi... qui è vero che gli accordi sono già stati fatti, anche perché sappiamo bene che nel nostro mondo agricolo non si può decidere dove invio i miei capi bovini o il mio allevamento per la monticazione, lo decido nei mesi di dicembre-gennaio, ma quello che oggi volevo trasmetterle, Assessore, è la forte preoccupazione sugli accordi già stipulati. Sappiamo, fra l'altro, che gli accordi fra agricoltori sono sempre verbali, come è nostra tradizione, ma c'è una forte preoccupazione di inserire animali provenienti da allevamenti che non hanno il problema dell'"IBR" con animali aventi questo problema. Non è perché un allevatore mette in conto che alcuni suoi capi possano ammalarsi nei mesi successivi alla stagione estiva, ma perché avere un capo positivo all'"IBR" in senso pratico significa essere bloccati commercialmente.

Quando lei ci dice che il piano non comporta alcuna interdizione, si possono vendere e comprare, però se andiamo in senso pratico non c'è più nessuno che ha venduto o comprato un capo di quegli allevamenti... perché? Perché se un domani altre Regioni predispongono alcuni sbarramenti, avremo dei problemi anche su tutte quelle vendite da parte dell'ARER inerenti il "surplus" di vitelli nati in ogni annata e questo ci creerebbe un ulteriore grave problema.

Secondo noi, andrebbe pensato già qualcosa in estate e non rinviare il tutto alla stagione autunnale, perché se in questi 3 mesi i capi andranno comunque in alpeggio - anche se in alcuni casi si sono trovate soluzioni diverse, ad esempio gli allevatori li tengono nei "mayens", cioè in qualche modo il mondo agricolo si sta dando da fare perché quando i capi torneranno a valle potremmo avere delle situazioni pesanti, anche perché prima dell'inverno tutti gli allevatori cercano di fare i loro acquisti e le loro vendite onde impostare il loro allevamento per il 2006.

Poi c'è l'attendibilità dei test: qui c'è qualcosa che non funziona, le faccio un appello, perché c'è una cosa molto strana, cioè da quello che si dice tutti i capi vaccinati contro la pastorellosi 4 anni fa sono tutti positivi. Allora vuol dire che è successo qualcosa: o è successo per il tipo di vaccino utilizzato o è successo per altre questioni, ma qualcosa è successo e bisognerebbe partire da lì. Perlomeno in estate alcune ricerche di cosa non ha funzionato le potrete fare.

Su come si intende procedere in futuro, ribadiamo che sarebbe bene iniziare a pensare da subito, attraverso l'estate, di come procedere, perché credo che questo sia un problema che altrimenti ci sfuggirà di mano e aggraverà la crisi nel settore zootecnico. Quando sento dire da molte persone che il mondo agricolo è aiutato, ribatto subito: se si guadagna tanto a fare l'allevatore, come mai non c'è più nessuno che vuol fare questa attività? E se qualcuno che parla così ha voglia di provare, si può trovare subito qualcuno che gli affitta la stalla gratuitamente e gli affida 20 capi per provare 2 o 3 anni, ma non c'è nessuno che vuol provare! Allora, se nessuno vuol provare e c'è la crisi di persone che vogliono lavorare in questo settore, vuol dire che non è tanto conveniente fare quel mestiere; però, senza questa attività, nascono anche problemi collaterali. Qui parliamo di "sistema Valle d'Aosta", parliamo di "turismo", ma se non c'è la cura del territorio, credo che di questo sistema avremo già perso le gambe!

Chiedo all'Assessore se ritiene di fare un incontro con il gruppo della "Stella Alpina" o con altri Consiglieri che hanno qualcosa da dire al riguardo, perché ritengo che tante idee possano contribuire a proporre delle soluzioni che potrebbero risolvere il problema almeno in parte. Al nostro gruppo non interessa lo scontro con la maggioranza, ma vuole essere propositivo come lo è stato per altre questioni, quindi fin d'ora vi comunichiamo che stiamo analizzando possibili soluzioni per attenuare questa "spada di Damocle" che sta cadendo sul settore zootecnico valdostano, perché anche voi vogliamo dare il nostro contributo per risolvere questo problema.

Chiedo solo all'Assessore di non aspettare l'autunno per affrontare questo problema.