Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1296 del 11 maggio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1296/XII - Indagine della Confindustria sulla situazione industriale della Regione. (Interrogazione)

Interrogazione

Osservato che gli organi di stampa hanno dato giusto rilievo all'indagine previsionale della Confindustria regionale, riferita al secondo trimestre 2005 e relativa al settore manifatturiero e ai servizi, i cui indicatori sono prevalentemente negativi;

Osservato altresì che la crisi del settore industriale nella nostra Regione è fonte di grave preoccupazione fra i lavoratori valdostani ed è da tempo oggetto di dibattito politico all'interno del Consiglio regionale;

Ricordato, in particolare, che le preoccupazioni maggiori riguardano la possibile chiusura della "TECDIS" di Châtillon;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

L'Assessore competente per sapere:

1) cosa pensa degli indicatori e dei dati sullo stato dell'industria valdostana resi noti attraverso l'indagine previsionale della Confindustria locale;

2) qual'è la situazione alla "TECDIS" di Châtillon e come si sta attivando il governo regionale per scongiurarne la chiusura.

F.to: Curtaz

Président - La parole à l'Assesseur aux activités productives et aux politiques du travail, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - Il settore industriale sta attraversando una fase congiunturale non favorevole. Infatti, permane una fase recessiva, sia a livello italiano che europeo, che condiziona il sistema economico valdostano nel corso del 2004 e di quest'anno, in cui sono state palesate delle criticità che hanno carattere esogeno ed endogeno. Non entro però nel merito di dette questioni, ma voglio fare un quadro di riferimento che tiene conto dell'andamento occupazionale a livello regionale.

I più recenti indicatori relativi all'occupazione - dati ISTAT 2005 - ci segnalano per il 2004 una sostanziale tenuta del mercato del lavoro della Valle d'Aosta. Con un anno di anticipo abbiamo raggiunto gli obiettivi definiti dalla strategia europea per l'occupazione, abbiamo un differenziale positivo dell'1,2%, quindi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui il tasso di disoccupazione fra il 2003 ed il 2004 si è contratto, attestandosi al 3% a fronte dell'8% medio nazionale. Anche l'occupazione mostra segnali positivi, poiché il numero di occupati risulta in leggera crescita avendo sfiorato le 56.000 unità, mentre il tasso di occupazione dovrebbe essere del 67% risultando di circa 10 punti superiore al dato relativo all'Italia nel suo complesso; il tasso di occupazione femminile avrebbe superato il 58%. Questi indicatori avrebbero fatto quindi conseguire alla Valle l'obiettivo previsto per il 2005 dalla strategia europea per l'occupazione. Il quadro occupazionale che emerge posiziona la nostra regione ancora in una situazione migliore di quella media italiana. Abbiamo anche dei dati per quanto riguarda il PIL che sono più elevati rispetto ai dati italiani del nord-ovest e questo vale anche nel periodo 2000-2003 per quanto riguarda il settore industriale.

Si deve però anche notare che nel corso del 2004 si è certamente registrato un inasprimento delle dinamiche congiunturali relative all'industria manifatturiera che hanno prodotto una contrazione degli occupati ed un maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali: il "caso Tecdis" è uno di questi. Un'ulteriore conferma che anche l'industria valdostana attraversa una fase congiunturale sfavorevole viene poi dai principali indicatori economici - fatturato, ordinativi e produzione - che in larga parte evidenziano "performances" non ottimali. D'altro canto, recenti studi empirici, promossi dall'Assessorato e realizzati dall'Osservatorio del mercato del lavoro che il Consiglio regionale ha avuto modo di analizzare, hanno evidenziato che il sistema industriale valdostano risente certamente dei contraccolpi di un complessivo rallentamento dell'economia italiana e, in particolare, dell'economia delle regioni del nord-ovest cui è legato, sia in termini di relazioni produttive, sia per una politica industriale degli anni '90 fortemente centrata sulla prossimità territoriale. Al tal proposito ricordiamo i rapporti con "FIAT" e "Olivetti". Tuttavia, la crisi dell'industria regionale presenta anche dei tratti propri connessi alla struttura ed alle caratteristiche delle imprese operanti in Valle d'Aosta, con ampie e diffuse attività incentrate sulle fasi più standardizzate della produzione.

Devono ulteriormente diffondersi nel tessuto imprenditoriale valdostano il processo di innovazione di prodotti e tecnologie, il potenziamento delle funzioni superiori di impresa - ricerca, "marketing", finanza... -, deve avviarsi una fase di integrazione produttiva. Questi sono obiettivi sui quali si sta cercando di lavorare e va segnalato che nel 2005 gli stanziamenti per la ricerca sono aumentati di 1.250.000,00 euro rispetto all'anno precedente e che un ulteriore maggiore stanziamento di 1,4 milioni sarà previsto in sede di ripartizione dell'avanzo di esercizio. Le ricerche delineano un peggioramento della situazione, oltre a ribadire che la fase tendenzialmente recessiva che attraversa l'industria valdostana non si caratterizza tanto settorialmente, ma fa piuttosto riferimento a problematiche multidimensionali.

Occorre tuttavia notare che, pur in un quadro complessivamente difficile, il settore secondario evidenzia anche alcune dinamiche interessanti, sia sotto il profilo di realtà produttive di rilievo, sia rispetto ad alcune tendenze di "irrobustimento" e qualificazione delle strutture aziendali. Il delinearsi poi, seppure ancora con contorni imprecisi, di filiere o "cluster" produttivi è un ulteriore indicatore dei fenomeni emergenti attorno a cui si sta operando per costruire una politica industriale innovativa. D'altro canto, le attività di analisi finora svolte consentono di affermare che il sistema secondario regionale, in particolare il comparto manifatturiero, sta attraversano un'importante fase di transizione che produrrà quasi certamente una sua rilevante trasformazione. È poi anche importante sottolineare che, a partire dai primi mesi del 2005, pur permanendo situazioni critiche, si sono andati anche manifestando segnali di ripresa relativi ad importanti gruppi industriali valdostani (penso alla "CAS" e alla "Olivetti Ink Jet" che ha ripreso con un piano di aumento dei volumi e delle assunzioni). Al momento si tratta di indicazioni ancora deboli, ma che lasciano intravedere qualche prospettiva speriamo positiva per il futuro.

Vengo ora all'indagine della "Confindustria". Le caratteristiche dell'indagine di "Confindustria" non consentono raffronti con altri studi, ivi compresi quelli realizzati dall'Osservatorio del mercato del lavoro poiché - come sempre succede in questi casi - si fa riferimento a metodologie diverse, anche se apparentemente possono risultare simili. In questo senso, lo studio dell'associazione è un utile contributo informativo che può aiutare a chiarire il quadro congiunturale, a cui occorre però dare la giusta collocazione. Qualche precisazione in questo senso è quindi utile.

Senza entrare in dettagli eccessivamente tecnici, è bene sottolineare che dalla nota distribuita si fa riferimento ad un generico "campione significativo di aziende del settore manifatturiero e dei servizi", quindi il primo problema è sapere a quanto ammonta il valore assoluto del campione, ricordo che l'indagine che era stata fatta dall'Osservatorio del mercato del lavoro aveva un campione che raggiungeva quasi il 95% delle imprese superiori ai 15 dipendenti; si deve poi conoscere quante imprese sono manifatturiere e quante operano nei servizi e di quali attività di servizio si tratta; infine, non è chiaro se si tratta delle sole aziende associate a "Confindustria".

Nello studio si dice il campione può considerarsi significativo, sia dal punto di vista quantitativo, sia da quello qualitativo, poiché rispecchia fedelmente la composizione del tessuto industriale della Valle d'Aosta e dell'assetto associativo, e qui andrebbe chiarito qual è il livello di rappresentatività statistica ovvero il tasso di copertura del campione in termini di occupati e di aziende; qual è l'errore campionario; ricordavo prima che, nel caso dell'indagine sul settore industriale dell'Osservatorio, l'errore campionario era pari al 5% - ovvero un valore bassissimo - con una probabilità che arrivava al 95%. Il problema è quindi quello di dare una buona rappresentanza del campione, e si tratta di verificare quanto questo sia statisticamente rappresentativo. Si tratta poi di capire come è stato somministrato il campione, quali sono i criteri di elaborazione, a quale tipo di occupazione si riferisce: solo ai lavoratori dipendenti, ai lavoratori dipendenti e indipendenti, si riferisce anche ai lavori a termine? Vi sono alcuni elementi che andrebbero aggiunti.

Non vado oltre, non è ovviamente questa la sede per discutere nel merito le metodologie di indagine; senza sottovalutare i risultati che emergono dallo studio, che indicano una forte situazione di difficoltà nel settore industriale, tuttavia si terrà conto di questa indagine e si cercherà di fare in modo che questo rappresenti un elemento all'interno di un panorama di dati informativi e di indagini empiriche che sono state fatte e che riteniamo poter utilizzare in futuro, partendo dal presupposto che una pluralità di fonti informative è utile per avere un miglior quadro della situazione.

Per quanto riguarda la questione legata alla "Tecdis", nei giorni passati sono stati erogati gli anticipi della cassa integrazione. Per quanto riguarda la situazione dell'azienda, l'azienda ha fatto richiesta di amministrazione straordinaria. Il Tribunale di Aosta ha autorizzato tale procedura e questo significa che il Ministero delle attività produttive deve provvedere al più presto - la legge consente un mese - alla nomina dell'Amministratore per l'avvio della procedura dell'amministrazione straordinaria. Attualmente lo stabilimento continua a produrre con un numero limitato di lavoratori; è chiaro che nel momento in cui l'amministrazione straordinaria diventerà operativa, sarà possibile continuare a produrre e commercializzare i prodotti dell'azienda e, al tempo stesso, imprenditori che siano interessati a rilevare l'attività non dovranno farsi carico della situazione pregressa dal punto di vista debitorio della società. È un'opportunità che si può aprire per lo stabilimento, quindi una situazione molto problematica, ma rispetto alla quale si sta individuando una strada che può consentire di individuare delle vie di uscita.

Président - La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta all'interrogazione, sono persino in difficoltà perché di fronte alla vastità dei dati dover replicare in pochi minuti è impossibile.

Prendiamo atto dei dati forniti. L'Assessore non ha sottaciuto le difficoltà che sono evidenti, non ha sottaciuto la rilevanza dei dati che emergono dall'indagine della "Confindustria" regionale, che prevede indicatori negativi per il secondo trimestre del 2005, anche se ha cercato, comprensibilmente, di sottolineare i dati positivi nel mondo del lavoro valdostano. In particolare c'è questo dato che viene spesso utilizzato della diminuzione della disoccupazione, che però sappiamo non coincide con una ricchezza non solo economica, ma anche in termini sociali per i lavoratori, perché ci troviamo di fronte a una quota di precarizzazione del lavoro notevolissima. Infatti, gli indici ci dicono che in Valle d'Aosta, in rapporto al numero complessivo di lavoratori, la quota di lavoratori precari è assai consistente, forse la maggiore in Italia. Se andiamo a vedere perché l'occupazione cresce, scopriamo che cresce perché i lavori provvisori sono sempre più consistenti con tutte le conseguenze in termini economici e sociali per le famiglie; è quindi un quadro che meriterebbe ulteriori riflessioni.

Un ultimo cenno alla vicenda della "Tecdis": sicuramente il fatto che l'impresa sia stata ammessa all'amministrazione straordinaria autorizzata dal Tribunale di Aosta è un "taccone", si evita il precipitare della situazione, ma certo non consente di fare una prognosi molto ottimistica; o c'è un'inversione di tendenza nel corso dell'amministrazione straordinaria, oppure il destino dell'azienda è segnato, non c'è da essere ottimisti, credo che questo dato non vada sottaciuto.

Continuiamo a richiedere al Governo regionale la massima attenzione su queste problematiche che, anche da parte nostra, ci indurranno a seguire l'andamento delle vicende perché sono questioni troppo importanti per la nostra regione.

Si dà atto che dalle ore 10,46 presiede il Vicepresidente Nicco.