Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1147 del 9 febbraio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1147/XII - Approfondimento relativo all'esigenza di approntare modifiche normative per non vanificare la lotta contro qualsiasi tipo di terrorismo. (Reiezione di risoluzione)

Risoluzione

Appreso della recente sentenza di un GUP di Milano di assoluzione, dall'accusa di terrorismo internazionale, di tre reclutatori islamici della cellula milanese di "Al Qaeda" accusati di aver organizzato l'invio di kamikaze in Iraq, sostenendo che fossero guerriglieri in un contesto bellico;

Considerato che tale provvedimento ha suscitato vivaci reazioni politiche e una forte indignazione nell'opinione pubblica;

Atteso che tale pronuncia rischia di legittimare atti di destabilizzazione del nostro ordinamento civile, vanificando la preziosa azione di prevenzione e di sicurezza che le istituzioni nazionali e internazionali stanno portando avanti con grande impegno e offendendo altresì la memoria di coloro che hanno perso la vita nella lotta contro qualsiasi tipo di terrorismo o azione eversiva;

Esprime

sdegno per le motivazioni addotte a giustificazione del provvedimento emanato dal GUP milanese;

Invita

il Parlamento ad approfondire se vi sia l'esigenza di approntare modifiche normative finalizzate ad evitare il ripetersi di siffatte sentenze.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi - Viérin Marco - Comé - Stacchetti - Lanièce

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Questa risoluzione è stata determinata da un fatto di cronaca che è noto. Per certi versi i fatti successivi a quella cronaca giudiziaria hanno confermato la bontà di questa risoluzione. Il fatto noto è la sentenza di un GUP di Milano che aveva assolto dall'accusa di terrorismo internazionale tre reclutatori islamici fiancheggiatori di "Al Qaeda", che partecipavano ad un'organizzazione terroristica nell'ambito della zona irachena e comunque di quel settore dove attualmente dall'Afghanistan all'Iraq sono forti le tensioni con le forze europee occidentali, che cercano di riportare la libertà in quei Paesi. A distanza di pochi giorni il GIP di Brescia ha ribaltato quella sentenza e ha sostenuto che non era pensabile che ci potesse essere una distinzione fra il terrorista di casa, le "Brigate Rosse", rispetto al terrorista guerrigliero, così come era stato descritto dal GUP di Milano, che poteva essere legittimato a fare azioni terroristiche, perché le faceva in un contesto diverso rispetto a quello nazionale. Non possiamo neppure dimenticare che la terra in cui andavano ad operare i "kamikaze" reclutati è la terra in cui sono impegnati contingenti militari fra cui anche il contingente italiano, perciò c'era più di una considerazione che ci porta ad esprimere sdegno e indignazione per le motivazioni del GUP milanese, che sono state superate dalla pronuncia del GIP di Brescia.

Riteniamo che probabilmente a fondamento della sentenza, seppure non se ne conoscano ancora le argomentazioni che spiegano il dispositivo della sentenza, ci possa essere anche l'appiglio a un quadro normativo non completamente chiaro. È per questo che nella seconda parte del dispositivo della risoluzione riteniamo sia importante che il Parlamento verifichi se, a fronte di quello che è successo, sia necessario approdare a una rivisitazione del quadro legislativo che possa evitare situazioni equivoche come quelle che hanno dato origine alla sentenza del GUP milanese. Penso che altre parole su questa risoluzione possono essere inutili, salvo che il dibattito imponga degli interventi di maggior approfondimento.

Président - Je déclare ouvert le débat.

La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Abbiamo anche noi assistito a questo dibattito mediatico feroce concernente questa sentenza e altri provvedimenti giudiziari in questo periodo, che fanno discutere più sulle televisioni e sui giornali che nelle aule giudiziarie.

Crediamo che in uno Stato democratico sia legittimo, sia corretto che ciascun cittadino possa esprimere le proprie opinioni nei confronti di un provvedimento giudiziario, crediamo anche che questa espressione delle opinioni debba avvenire in termini urbani e senza fare processi in piazza, nei confronti di persone che hanno ritenuto di applicare la legge, che possono averlo fatto correttamente, come possono aver ovviamente sbagliato.

Quello che per quanto ci riguarda non intendiamo fare, è affrontare in quest'aula un dibattito su un tema delicato, che ha riguardato un provvedimento giudiziario, senza avere tutti gli elementi a disposizione per conoscere quel provvedimento, perché lo stesso illustratore ha riconosciuto una cosa molto importante: che oggi non conosciamo le motivazioni del provvedimento e questo contraddice, se il collega mi consente, quanto è scritto sulla risoluzione.

Il primo dispositivo della risoluzione dice che il Consiglio esprime sdegno per le motivazioni addotte a giustificazione del provvedimento emanato dal GUP milanese; non so se qualcuno di noi è a conoscenza delle motivazioni, noi no. Quindi se c'è qualcuno dei proponenti che ha in mano la sentenza, che ce la faccia vedere, la leggeremo, potremo esprimere le nostre critiche.

Ripeto, è legittimo discutere un provvedimento giudiziario, ma non commettiamo più - se mai lo abbiamo commesso - l'errore di giudicare un atto giudiziario senza leggerlo. Quindi allo stato noi non affrontiamo il dibattito su questo tema se non previa conoscenza formale e approfondita dell'atto in questione, perché, trattandosi di materia così delicata, non si può fare dei ragionamenti e dare dei giudizi anche pesantissimi, dati "per sentito dire". Per "sentito dire" un corno! Noi vogliamo leggere cosa è scritto in quell'atto e se secondo le nostre convinzioni il giudice avrà giudicato male, potremo dirlo liberamente.

Peraltro nei confronti delle sentenze, delle ordinanze, dei provvedimenti dei giudici, c'è l'appello. Ci sono gli organi giurisdizionali perché se una sentenza in primo grado o un'ordinanza del GUP sono meritevoli di essere impugnate state pure tranquilli che l'ordinamento italiano dà tutte le possibilità di ridiscutere la cosa, perché sotto questo profilo abbiamo l'ordinamento più garantista del mondo. Tant'è vero che gli imputati ricchi riescono spesso attraverso tutta una serie di tattiche, di capacità strategiche, anche perché hanno bravi avvocati, ad impugnare ripetutamente anche gli stessi provvedimenti in modo da far andare tutto in prescrizione! Ormai non si fanno più in Italia i processi per accertare la verità, si fanno i processi per evitare un giudizio che sia di colpevolezza o di innocenza.

Quindi noi ribadiamo che siamo disposti ad ascoltare il merito della questione, che è serio, però a "carte viste", non a carte che nessuno conosce e tanto meno la stampa, che ha messo sul crocefisso questo giudice, che potrà anche aver sbagliato, il quale peraltro sta già reagendo con querele nei confronti di chi, a suo giudizio, lo ha diffamato.

Per quanto riguarda la normativa e quindi al secondo punto della risoluzione, questa mi sembra un'indicazione utile, perché non abbiamo bisogno di conoscere una sentenza e le motivazioni; la normativa c'è, abbiamo letto anche sui giornali delle opinioni di autorevoli giuristi anche contrastanti rispetto alle interpretazioni di questa normativa, sicuramente è una normativa che va chiarita. Quindi questo secondo punto della risoluzione ci sembrava interessante, saremmo d'accordo a che si chiarisse, però non siamo d'accordo a proseguire il dibattito se non c'è l'atto che è oggetto di critica.

Président - La parole au Conseiller Viérin Marco.

Viérin M. (SA) - Il collega Curtaz fa l'avvocato, quindi è perfettamente capace di confondere o mettere fuori strada i colleghi su quanto da noi proposto. Vorrei solo leggere ai colleghi quanto diciamo nell'"Invita", possiamo anche togliere le parole "esprime sdegno", quello che l'Avvocato Curtaz ha sottolineato, non è un problema, ma abbiamo solo detto: "Invita il Parlamento ad approfondire se vi sia l'esigenza di approntare modifiche normative finalizzate ad evitare il ripetersi di siffatte sentenze". Prendiamo visione di dichiarazioni di chi ha fatto questo ragionamento, virgolettato trovo: "il giudice sostiene infatti da chi insieme agli altri due imputati non aveva programmato attività terroristiche che miravano a seminare terrore indiscriminato fra i civili, ma semmai attività di guerriglia". O il giudice denuncia il giornale o le ha dette! Preso atto di questo, poi posso anche accettare che qualcuno dica che il giornalista ha detto cose diverse, ma qui sono virgolettate. Personalmente come cittadino provo sdegno per queste affermazioni, come gran parte della comunità valdostana, quella italiana, ma anche estera; è questo il ragionamento.

Non posso accettare che si dica: "siamo contrari". Qui la gente sta verificando che si finisce in galera per aver rubato due polli, che si hanno condanne penali per un'infrazione stradale e poi si liquida una questione del genere in maniera molto tranquilla? Noi chiediamo solo di invitare il Parlamento a verificare se bisogna apportare delle modifiche in merito a questo discorso; è molto chiara la risoluzione. Siamo anche con gli altri firmatari disponibili a togliere le parole "esprime sdegno", perché nella parte dell'"Invita" diciamo cose molto coscienziose. Tanto per essere chiari possiamo ridefinire alcune considerazioni, ma oggi il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile della giustizia, ha commentato: "Mi limito a dire che l'Europa ha già parlato con la decisione quadro del 2002", quindi la Commissione europea ha già detto sull'argomento con la decisione quadro 2002 cosa pensa su questo argomento, e continua: "Abbiamo detto cos'è il terrorismo, abbiamo detto che il terrorismo non può avere giustificazioni di nessun genere, gli stati membri la devono immediatamente ratificare, alcuni di questi stati sono un po' indietro". Questo significa che probabilmente il Parlamento è indietro anche sul prendere atto di cos'è la normativa europea quadro. Qui siamo a sollecitare il Parlamento italiano che approfondisca se c'è l'esigenza di apportare modifiche normative finalizzate ad evitare il ripetersi di siffatte situazioni.

Vogliamo togliere sentenze e mettere situazioni? A noi va bene comunque, ma i colleghi hanno potuto constatare che nell'opinione pubblica questo fatto ha veramente creato sdegno, io ho richiamato alcune situazioni che si ripetono su piccole vicende giudiziarie o fatti non leciti, dall'infrazione stradale all'aver prelevato due polli per necessità o altre cose ancora, quindi mettiamo al bando delle persone per fatti ben più leggeri mentre queste situazioni cerchiamo di liquidarle, come ha fatto il collega Curtaz - atteggiamento che non posso condividere - dicendo che di questo argomento dibattono solo le tivù e i giornali. Collega, di queste cose dibatte la gente! Non si possono fare processi in piazza, siamo d'accordo, bisogna avere tutti gli elementi a disposizione e non bisogna dare giudizi prematuri, siamo d'accordo, lo diciamo, chiediamo solo che si approfondisca questo argomento proprio nell'ambito della normativa europea. Quando il collega Curtaz sottolinea una differenziazione fra imputati ricchi e poveri, credo che forse il collega abbia voluto deviare tutto il ragionamento, dimostrando così che lui stesso ha dei dubbi sull'attuale situazione e non dico altro.

Président - La parole au Conseiller Fiou.

Fiou (GV-DS-PSE) - Non entro nel merito di un dibattito che ci porterebbe molto lontano. La discussione sulla mozione dell'Iraq credo che abbia evidenziato la nostra difficoltà di discutere seriamente di certi problemi. Voglio affrontare la questione con un altro taglio. Ritengo estremamente inopportuno che un organo istituzionale come il nostro esprima giudizi sull'operato di un altro organo istituzionale, creando su questo piano dei conflitti che vengono appunto chiamati conflitti istituzionali. Ogni cittadino ha il diritto di criticare sentenze, ma ritengo che ci siano dei limiti per un organo istituzionale come il nostro. Abbiamo già ricevuto una "tiratina di orecchi" qualche tempo fa, quando in maniera disattenta ci siamo lasciati andare su giudizi inopportuni su un'altra sentenza, per questo motivo chiedo caldamente ai gruppi che hanno presentato questa mozione di ritirarla, perché il votare su una mozione di questo tipo ritengo sia inopportuno da un punto di vista istituzionale.

Président - Je ferme la discussion générale.

La parole au Conseiller Frassy, pour déclaration de vote.

Frassy (CdL) - Penso che sia un po' strano il modo in cui questo Consiglio si possa appassionare su questioni che forse possono avere dei riflessi fra organi istituzionali, ma che hanno anche dei riflessi politici, di costume soprattutto. Qualche ora fa mi sembra che si siano spesi più di 5 minuti e un dibattito abbastanza appassionato sulla risoluzione che il gruppo "Arcobaleno" aveva presentato per il ritiro del contingente militare italiano all'Iraq e forse anche quello è un conflitto istituzionale, perché non compete a questo Consiglio prendere decisioni in quella materia. Dando per un momento seguito al ragionamento che ha fatto il collega Fiou, che è forse l'unico ragionamento che è stato svolto dai banchi della maggioranza perché non abbiamo avuto il piacere di sentire né la Giunta, né il partito di maggioranza, su un argomento che pensiamo non abbia lasciato così indifferenti gli elettori e i cittadini, perché ha occupato le pagine dei giornali e le cronache dei telegiornali per parecchi giorni, l'intervento del collega Fiou aveva un suo filo logico che forse non è stato sviluppato come avrebbe meritato. Anche l'intervento che ha fatto il collega Curtaz tutto sommato poteva avere un suo fondamento e il fondamento è quello che questa situazione ha del paradossale, perché penso che sia difficile non arrivare alla conclusione che questa sentenza, al di là del fatto che se ne possano conoscere le motivazioni che sono state scritte ad argomentazione di quel dispositivo, non abbia creato sconcerto. Perciò quando interveniva il collega Viérin nel dire che la parte dell'"Esprime" poteva essere modificata o soppressa, non esprimeva solo un punto personale, ma una disponibilità politica a far sì che il Consiglio si potesse esprimere più in sintonia con i sentimenti delle persone che sono fuori da questo Palazzo.

Prendiamo atto che oggi forse, poi può darsi che il risultato della votazione mi smentisca, me lo augurerei, il Consiglio ha dimostrato di essere sempre più in difficoltà non solo a gestire la realtà valdostana, l'economia "in primis", ma tutto quello che dipende dalle scelte politiche di questa amministrazione, ma di essere sempre più scollegato dalla sensibilità del paese reale, per riassumerlo con un luogo comune ma al tempo stesso significativo. Infatti, sulla presenza dei militari in Iraq e sulla sentenza oggetto di questa risoluzione penso che il sentimento degli italiani sia completamente diverso rispetto alla votazione che è stata espressa poc'anzi sul ritiro delle truppe e diversa anche dalla votazione che nel silenzio dell'"Union" questo Consiglio si appresta ad esprimere sulla risoluzione. Se questo da un certo punto di vista ci preoccupa, da un altro punto di vista ci conforta, perché constatare che chi ha avuto delega per rappresentare la maggioranza dei Valdostani sta perdendo il collegamento con il comune sentire dei Valdostani ci porta a dire che le cose sono pronte per cambiare. Di conseguenza riteniamo che questo voto sia l'ennesima "cartina di tornasole" della difficoltà politica evidente di interpretare la realtà valdostana, ma in questo caso non solo la realtà valdostana.

Manteniamo con convinzione la risoluzione, anche se la disponibilità a cambiarla c'era, ma è stata una disponibilità che non mi sembra che abbia accolto consenso alcuno, di conseguenza, al di là dei distinguo che hanno fatto sia il collega Fiou che il collega Curtaz, la realtà è che abbiamo una diversa sensibilità rispetto a questi argomenti. Con questa considerazione confermiamo il nostro voto positivo sul documento ed è significativo il titolo del documento, Presidente, la ringraziamo perché ci esprimiamo sulla lotta al terrorismo e vedremo chi si esprime per la lotta e chi contro la lotta.

Président - Je soumets au vote la résolution:

Conseillers présents: 29

Votants: 17

Pour: 7

Contre: 10

Abstentions: 12 (Caveri, Cerise, Charles Teresa, Fey, Fosson, Maquignaz, Marguerettaz, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini)

Le Conseil n'approuve pas.

Président - Avec ce point nous terminons nos travaux.

La séance est levée.

---

La réunion se termine à 20 heures 43.