Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 1106 del 26 gennaio 2005 - Resoconto

OGGETTO N. 1106/XII - Lavori di restauro del complesso "Torre dei Balivi di Aosta". (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso che

- Con deliberazione 4360 del 2004 la Giunta ha provveduto a recedere dal contratto di appalto relativo al restauro del complesso "Torre dei Balivi di Aosta", per carenza di copertura finanziaria rispetto al corrispondente impegno sul bilancio triennale;

- L'importo originario del contratto d'appalto, aggiudicato per € 3.634.514,90 è successivamente lievitato sino a raddoppiare;

- L'immobile, una volta restaurato avrebbe dovuto divenire sede della Fondazione Istituto Musicale Valle d'Aosta;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

Il Presidente della Regione e gli Assessori delegati per conoscere:

1. quali sono i motivi che hanno determinato la lievitazione dei costi;

2. quali sono i lavori effettuati nell'ambito del citato appalto e quali i costi sostenuti con riferimento sia alle opere sia agli eventuali oneri aggiuntivi conseguenti al recesso contrattuale;

3. come si intende procedere nel restauro del complesso dei Balivi;

4. se permane sempre attuale la destinazione d'uso indicata nel progetto di recupero.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - L'interpellanza che il nostro gruppo presenta si riferisce a un immobile che appartiene alla storia della città di Aosta, che è la Torre dei Balivi; penso sia storia nota. Dal Medioevo al 1984 quell'immobile era identificato come carcere aostano, unico carcere di questa regione; nel 1984 l'Amministrazione dello Stato ha trasferito il carcere in quel di Brissogne e ha ceduto al demanio regionale l'immobile; dopodiché, per 13 anni, si è discusso su cosa fare e su cosa non fare e nel 2001, finalmente con un atto concreto, arriva la concessione da parte del Comune di Aosta per gli interventi di tipo edile che dovrebbero essere avviati, per ridare nuova vita a quell'immobile.

Concessione edilizia del 2001, inizio lavori fine ottobre 2002: la destinazione di quell'immobile era stata prevista con non poche perplessità a nuova sede dell'Istituto musicale, non poche perplessità perché si era da più parti espressa la difficoltà che un immobile con quelle caratteristiche potesse essere adeguato dal punto di vista dell'acustica alle nuove funzioni alle quali lo si designava. Dopodiché non abbiamo saputo più di tanto di quello che è accaduto in quel complesso, salvo vedere ogni anno, nell'ambito del piano triennale delle opere che si svolgono negli ambiti dei beni architettonici, lo stanziamento delle risorse necessarie per il completamento di quella ristrutturazione: 3,488 milioni di euro.

I lavori, da quel che sappiamo, dovrebbero essere iniziati, salvo aver appreso recentemente che la Giunta, con deliberazione del novembre 2004, ha deciso di recedere dal contratto di appalto stipulato con l'azienda che se lo era aggiudicato, in quanto, a seguito di una vicenda riassunta in maniera talmente sintetica in quella deliberazione da non essere sufficientemente chiara, quel contratto di appalto stipulato per 3,488 milioni di euro era lievitato a 7,328 milioni di euro; di conseguenza, era raddoppiato! Leggiamo nella deliberazione che viene approvato il recesso di quell'appalto e che si rinvia a successivi provvedimenti amministrativi l'approvazione degli atti di determinazione nei confronti dell'impresa affidataria. La frase è molto tecnica ed ermetica, ma penso stia a significare che dovranno essere quantificate le penalità che immaginiamo l'Amministrazione dovrà andare a riconoscere a quell'azienda per aver receduto dall'appalto.

Con questa interpellanza vorremmo capire quali sono i motivi che hanno determinato questa lievitazione incredibile dei costi e soprattutto come è possibile che sia accaduto un fatto del genere, perché negli appalti ci sono una serie di paletti che impongono dei limiti nelle revisioni e nelle previsioni delle revisioni, perciò possiamo immaginare che ci sia stato un qualcosa di "atipico" rispetto ai normali appalti, anche perché non ricordo, a memoria, che ci sia un precedente di questa natura.

Pur non avendo dettagli su quello che è accaduto, abbiamo però potuto percepire come cittadini, passando davanti a quell'immobile, che c'erano dei lavori in corso, perciò immaginiamo che una parte di quelle opere siano state eseguite, e vorremmo di conseguenza capire quali opere, da un punto di vista materiale, sono state realizzate e quali sono i costi che hanno determinato l'esecuzione delle opere fino alla data del recesso portate innanzi. Immagino che anche se in quella deliberazione da me citata non sono indicati gli oneri che dovrà sostenere l'Amministrazione regionale nei confronti dell'impresa affidataria, sicuramente l'Assessore avrà una stima di massima, perché prima di andare ad adottare una decisione di questo genere, immagino che una qualche valutazione - anche di tipo economico- in Giunta sia stata fatta!

Auspichiamo che il recesso dell'appalto in corso non voglia dire l'abbandono del recupero di quel complesso monumentale; di conseguenza, vorremmo capire come l'Assessore e la Giunta intendono procedere nel completamento della ristrutturazione e riconsiderazione a nuova destinazione di quell'immobile, intendendo i tempi, le procedure di gara, i costi e, infine, quale destinazione d'uso, ossia se c'è l'ipotesi di portare a compimento quel progetto o se invece si è ritenuto che quel progetto non sia più praticabile. Su questi due ultimi aspetti chiedo all'Assessore di esprimere, al di là delle sue previsioni, le situazioni concrete da un punto di vista amministrativo, che ad oggi sono state definite; cioè se l'Assessore ha un certo percorso, ma di questo percorso dal punto di vista amministrativo nulla è stato fatto, ci piacerebbe avere le due situazioni: la progettualità e la realtà amministrativa che si sta adesso portando avanti. Alla luce della risposta ci riserviamo di fare ulteriori considerazioni.

Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Charles Teresa.

Charles (UV) - Ma réponse sera assez technique parce que l'on entre justement dans un argument d'adjudication intégrée, mais d'abord pour dire que ce grand immeuble ne remonte pas seulement au Moyen Age, mais il se trouve sur les remparts romains, parce qu'il se situe exactement au nord-est de l'enceinte romaine et donc c'est un quelque chose qui remonte à il y a 2.000 ans.

Les fondements principaux de l'adjudication intégrée - "appalto integrato" - devraient être bien connus, la confiance avec laquelle l'Administration régionale a eu recours pour confier les travaux de la Tour du Baillage. L'adjudication intégrée, sur la base de la loi en vigueur, trouve son application particulière en référence aux travaux de manutention, restauration et fouilles archéologiques, ce qui résulte réglementé par l'article 19 de la loi n° 109/1994 du décret du Président de la République. Cette solution n'est utilisable qu'en certains cas spécifiques, et prévoit que le développement du contrat s'articule dans les phases différentes de la rédaction du projet exécutif et de l'exécution des travaux; la phase exécutive est d'ailleurs soumise à l'achèvement positif et à l'approbation du projet.

Confier l'adjudication est un acte qui se passe, donc, sur la base du projet seul, définitif, prédisposé par le groupe qui attribue l'adjudication et celui qui prend l'adjudication doit exécuter tous les approfondissements nécessaires pour la rédaction du projet exécutif, qu'il présente, donc, à l'Administration, afin qu'il soit approuvé. Le projet exécutif devait être fait donc par l'entreprise, sur la base des données, c'est-à-dire sur la base du projet définitif de la Région: c'est ce qu'on appelle l'"adjudication intégrée".

En raison de la particularité de l'institution, l'article 140 du DPR dont j'ai dit, prévoit, en ajout à l'hypothèse générale de désistement de la part du commettant du contrat d'adjudication réglementée par le précédent article 122, deux hypothèses spécifiques de désistement. En particulier, l'alinéa 6 établit que, du moment que le projet exécutif rédigé par l'entreprise n'est pas retenu apte à l'approbation, le contrat est résilié pour non-exécution de la part de l'adjudicataire: c'est la règle, mais ce n'est pas le cas qui nous revient. Au contraire, l'alinéa suivant, n° 7, prévoit, d'autre part, que dans tout autre cas de non-approbation du projet exécutif - et c'est là notre cas - la non-approbation n'est pas due à la valeur du projet, mais au fait que le coût a redoublé - comme vous avez souligné -, ce qui a paru inacceptable et ce qui a été considéré non équilibré. Dans tout autre cas de non-approbation du projet exécutif l'adjudicateur résilie le contrat, et, en dérogation de ce qui est prévu par l'article 122, à l'adjudicataire est reconnu uniquement ce qui est prévu par le "Cahier des charges" général dans le cas où l'instance de résiliation pour le retard des travaux soit accueillie.

Sur ce point, l'article 9 du Règlement portant sur le "Cahier des charges" d'adjudication des travaux publics approuvé par décret du Ministre des travaux publics du 19 avril 2000, n° 145, a prévu que (je cite):

"L'adjudicataire a droit au remboursement des dépenses contractuelles selon l'article 112 du Règlement, ainsi qu'aux autres dépenses effectivement soutenues et documentées dans la mesure toutefois non supérieures aux pourcentages suivants, calculés sur la somme nette de l'adjudication: 1,00% pour la partie de la somme jusqu'à 500 millions; 0,50% pour l'excédent jusqu'à 3.000 millions; 0,20% pour la partie excédent les 3.000 millions. Dans le cas d'adjudication intégrée, l'adjudicataire a aussi le droit au remboursement des dépenses du projet exécutif..." - c'est notre cas là - "... pour la somme quantifiée dans les documents d'adjudication et défalqué du rabais offert; avec le paiement la propriété du projet est acquise à l'adjudicateur". Mis en évidence tout ceci, je souligne ce qui suit, en référence aux questions posées.

Point 1: l'adjudication, vu le système utilisé, a été confiée sur la base de projet définitif, exécuté sur la base des connaissances que l'on peut obtenir sans l'exécution des démolitions des parties ajoutées, sans autorisation, sans cohérence architecturale, du creusage pour aplatir la superficie de la cour, des fouilles archéologiques. L'exécution de ces activités a consenti l'approfondissement des campagnes de monitorage de l'environnement, des sondages et des études stratigraphiques, comme, d'autre part, il était prévu par le "Cahier des charges", et a fait émerger quelques conditions du terrain non prévisibles précédemment. Nous avons rencontré, en effet, entre autres, d'un côté la non-homogénéité sur toute la superficie de la cour du substrat avec la présence d'une couche de cailloux de discrètes et disparates volumétries et avec un degré de perméabilité non prévu; de l'autre côté, la présence dans certaines pièces de couches d'enduit à sauvegarder.

A la lumière des nouvelles connaissances et des nouvelles conditions, qui évidemment ne pouvaient pas être contemplées par le projet définitif approuvé, même en présence de l'impossibilité d'exécuter des recherches dans les parties de la cour où il existe des constructions, le projet exécutif rédigé par l'entreprise a prévu une typologie différente d'exécution de la structure du nouveau corps souterrain. La solution proposée par le projet exécutif résulte plus complexe et coûteuse par rapport à l'exécution de structures provisoires pour renforcer la construction, de la mise en oeuvre d'appareillages accessoires pour mesurer les déformations, ainsi que l'augmentation des oeuvres de consolidation sur les voûtes existantes, sur les fondations, avec des soutiens plus consistants, des murs en général, et sur les structures verticales plus massives. A tout cela s'ajoute qu'il a été imposé de la part de la structure régionale compétente des oeuvres de sauvegarde et de restauration de certains enduits qui sont apparus, après les approfondissements stratigraphiques, dans certaines pièces.

Point 2: l'entreprise adjudicataire a exécuté par contrat les travaux prévus pour une somme totale liquidée jusqu'aujourd'hui de 510.600,00 euros. Les oeuvres comptabilisées consistent, en détail, en:

- démolition des corps de l'édifice à l'intérieur des murs d'enceinte et des constructions supplémentaires sans autorisation et sans cohérence architecturale, prévues au projet et aplatissement de la cour;

- partielle démolition et enlèvement des travaux de maçonnerie internes;

- partiel enlèvement des enduits internes;

- fouilles archéologiques;

- campagnes de monitorage de l'environnement, sondages sur les niveaux des fondations et sur les voûtes;

- essais stratigraphiques sur les murs élevés;

- enlèvement du guano dans les combles de la tour et désinfestation de l'édifice au sud.

Pour ce qui concerne les dépenses ajoutées dues à la résiliation du contrat, l'adjudicateur, selon l'article 9 du "Cahier des charges" général, doit rembourser à l'entreprise qui a fait les travaux le coût du projet exécutif avec l'acquisition consécutive de la propriété de ce projet. En outre, il faut considérer le remboursement des dépenses contractuelles et des autres dépenses documentées dans les limites indiquées par la loi citée. On estime que le total des dépenses dues à la résiliation que doit toucher l'entreprise soit d'à peu près 250.000,00 euros, dépenses et taxes comprises.

Point 3: dès que la couverture financière est trouvée, il y aura un nouvel appel d'offres pour l'adjudication seulement des travaux avec le souhait d'obtenir une contraction des coûts.

Point 4: nous avons l'intention de poursuivre l'objectif établi, c'est-à-dire de destiner le monument à l'Institut musical régional.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Una breve replica. Ho ascoltato la sua risposta, Assessore, ma devo dire che al di là del percorso di tipo amministrativo e legislativo che lei ha sunteggiato in maniera chiara, mi sfuggono alcuni aspetti, che sarebbe stato invece importante acquisire dalla sua risposta.

I motivi che hanno determinato la lievitazione dei costi indicati al punto 1, erano intesi non solo nel "motivi che i costi sono lievitati perché sono aumentate le opere", ma avremmo voluto capire come è possibile che un appalto integrato, seppur con la particolarità che esso costituisce, possa arrivare a conclusioni di questo genere. Immaginiamo che i 3,4 milioni di euro fossero oggetto di una valutazione fatta in una qualche sede tecnica, cioè immaginiamo che non sia stata la Giunta di allora a stimare questa cifra, ma che una struttura tecnica dell'Amministrazione avesse stimato questa cifra sulla base di una serie di ragionamenti tecnici. Diventa quanto meno sorprendente apprendere che questa cifra, in sede di progettazione esecutiva, va al raddoppio! Delle due l'una: o ci sono delle carenze nell'ambito delle strutture tecniche dell'Amministrazione regionale - e allora sarebbe opportuno capire quali sono queste carenze! - oppure, anche perché non vedo una terza ipotesi, l'azienda aggiudicatrice ha confezionato un progetto non in linea con quello che lei ha chiamato il "Cahier des charges". Se così fosse, i presupposti del recesso non sarebbero più onerosi per l'Amministrazione regionale, ma sarebbe esattamente l'inverso, nel senso che a fronte di una certa richiesta è stato prodotto un elaborato progettuale non congruo rispetto alla richiesta per la quale si era aperta la procedura dell'appalto integrato.

Mi pare invece di capire che, con un certo fatalismo, si dica che alla fine i costi sono lievitati...

(interruzione dell'Assessore Charles, fuori microfono)

... sì, ma vede, diventa difficile capire come sia pensabile che un progetto possa raddoppiare! Che ci possano essere degli aumenti è comprensibile, ma che arrivi addirittura a raddoppiare vuol dire che qualcosa non ha funzionato in questa procedura!

Non so se ci siano dei precedenti di appalti integrati gestiti in tempi più o meno recenti da parte dell'Amministrazione regionale, ma lei converrà con me - e spero anche l'Assessore Cerise, esperto in materia per la delega che deve gestire - che è curioso che ci sia una lievitazione che porta al raddoppio dei costi, anche perché il progetto esecutivo sarà stato sviluppato sulla base di una serie di indicazioni. Allora, o quelle indicazioni erano carenti - e il problema è interno all'Amministrazione e va capito dov'è il problema -, oppure abbiamo chiesto una cosa e ce ne hanno data un'altra, perché alla fine - da quello che ho potuto capire - ci sono stati 150 mila euro di lavori minimali effettuati, acquisiamo un progetto che comporta quei costi se viene messo in esecuzione - a prescindere dal fatto che venga portato ad esecuzione da questa impresa o da un'altra impresa -, e paghiamo una penale del recesso intorno a 250 mila euro!

Il paradosso è che alla fine ci troviamo con un progetto che è il doppio rispetto a quello che avevamo ipotizzato, come costi, e se facciamo il conto degli altri costi dei 150 mila euro di lavori eseguiti e 250 mila euro di penale, ci teniamo nel cassetto un progetto che forse sarebbe costato meno farlo portare a compimento dall'impresa aggiudicataria, stralciando delle parti o chiedendo la revisione progettuale, perché immagino che ci sia la possibilità di chiedere delle revisioni progettuali! Leggendo la vostra deliberazione, voi dite che in data 30 agosto 2004 l'impresa ha consegnato la progettazione esecutiva relativa all'intervento in argomento e che il responsabile del procedimento ha esaminato la sopraccitata progettazione, verificando la necessità di alcune integrazioni, a cui ha ottemperato parzialmente l'impresa il 12 ottobre 2004. Allora deduco che nella procedura dell'appalto integrato c'è la possibilità di andare a rimodulare la progettazione esecutiva.

Il convincimento che abbiamo è che questa vicenda è stata abbandonata a sé stessa, con una evidente carenza da parte delle strutture preposte - non so se siano interne al suo assessorato o se siano le strutture dei lavori pubblici -, ma è evidente che alcuni rilievi sono stati fatti, forse tardivamente, anche perché dai dati che scrivete nella deliberazione apprendiamo che il contratto è stato aggiudicato a dicembre 2002 e che la progettazione esecutiva è stata approvata il 30 agosto 2004, cioè oltre un anno e mezzo dopo! Come tempi progettuali sono tempi quanto meno inusuali rispetto alle tempistiche di un progetto esecutivo, seppure su un complesso monumentale che ha una sua particolarità per la nuova destinazione d'uso. Sarebbe interessante capire cosa è successo in quell'anno e mezzo, cioè se in quel periodo c'è stato un colloquio con gli uffici o se, invece, gli uffici hanno completamente accantonato la pratica, salvo scoprire il 30 agosto 2004 che quel progetto era completamente diverso nei costi rispetto alla previsione dell'aggiudicazione del dicembre 2002!

Questi sono elementi centrali perché qui ci sono due aspetti: uno, l'aspetto sostanziale dell'intervento che subirà un rallentamento nel suo sviluppo, l'altro, la funzionalità della "macchina amministrativa". Abbiamo la netta sensazione che in questa vicenda qualcosa si sia inceppato; il fatto che questo "qualcosa" non sia emerso dalla sua risposta ci può portare a due considerazioni: una - che però non prendiamo in considerazione - è che lei debba dare copertura a qualche situazione che è girata storta, ma forse non è così; l'altra è che non c'è stato un controllo efficace su questa vicenda e, proprio perché siamo convinti di questa seconda ipotesi, la invitiamo a verificare cosa è successo in questo anno e mezzo e le chiederemmo - senza dover formalizzare con un altro documento in aula - di portare una sua relazione in V Commissione su detta vicenda, perché riteniamo che ci siano degli aspetti dal punto di vista sostanziale interessanti, ma anche dal punto di vista delle procedure degli appalti.

Una ultima considerazione sul 3° e 4° punto; abbiamo capito che c'è l'intendimento di mantenere ferma quel tipo di destinazione d'uso, cioè destinazione ad Istituto musicale, ma ci sembra anche di aver capito che non c'è certezza sulle tempistiche e le procedure, anche perché lei ci ha detto che manca la copertura finanziaria.

Mi rivolgo alla maggioranza e non più all'Assessore, perché poi è la maggioranza che approva il bilancio: mi viene difficile da credere che, a fronte delle situazioni di bilancio che abbiamo avuto modo di esaminare nella discussione recente sul bilancio di previsione 2005, lei si sia fermata perché non c'è la copertura e parliamo di 3 milioni di euro (ammesso che sia una cifra ragionevole, che quella cifra sia giustificata da quella progettazione, altrimenti il discorso sarebbe diverso...). A questo punto, non se l'abbia a male, Assessore, penso che la sua maggioranza non le voglia dare non la copertura finanziaria, ma la copertura politica, e allora il problema è più grave, perché se la questione passa dal piano finanziario a quello politico i ragionamenti che ho fatto sono superati da altre situazioni. Sarebbe veramente un peccato che vicende che dovrebbero coinvolgere non solo la maggioranza, ma la maggioranza e l'opposizione del Consiglio, perché parliamo di un patrimonio monumentale e ritengo sia intendimento di tutti recuperare, debbano essere ostaggio di diatribe di tipo politico!

Stento a credere che ci sia un problema meramente finanziario; mi sembra di intravedere di più un problema politico e invito l'Assessore, a breve, a venire in V Commissione - lo chiederò anche al Presidente Sandri - a relazionare su quello che è successo e su quello che auspichiamo possa succedere nel concreto.