Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 988 del 3 dicembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 988/XII - Rinvio del disegno di legge: "Disposizioni per le attività di coordinamento, promozione e sostegno del sistema della comunicazione e dell'informazione regionale".

Président - La parole au rapporteur, Conseiller Fiou.

Fiou (GV-DS-PSE) - Pochi disegni di legge regionali sono stati interessati da un dibattito partecipato, anche esterno agli organi istituzionali, come questo che riguarda gli interventi a favore della comunicazione e dell'informazione regionale. Questo fatto evidenzia le molte sensibilità all'interno del settore, ma anche l'interesse che lo stesso suscita nell'opinione pubblica, viste le sue potenzialità di influire sulle scelte democratiche che riguardano la comunità. L'intervento pubblico, poi, a sostegno dell'informazione può influenzare in modo importante il rapporto fra il "Palazzo" e l'informazione stessa e, indirettamente, fra il "Palazzo" e l'opinione pubblica, fra centri di potere e opinione pubblica: ecco perché la materia in discussione è delicata ed ha destato molto interesse.

La legge regionale n° 41 del 1998, ancora vigente, ha nel tempo evidenziato criticità significative in materia. Discussioni in proposito si sono accese in questo Consiglio e analisi critiche hanno segnato anche i lavori della Commissione d'inchiesta sull'"affaire Maccari". Si rendeva perciò necessaria una revisione critica di questa legge per garantire agli interventi regionali maggiore rigore e trasparenza. Questo lavoro di revisione è servito anche per recepire le novità intervenute nella legislazione statale e per rendere compatibili i nostri interventi alla normativa comunitaria.

Alla definizione del testo proposto dalla Presidenza della Giunta alla II Commissione consiliare hanno partecipato tutti gli operatori del settore, i quali sono stati ancora auditi durante i lavori della Commissione stessa. Non tutte le sollecitazioni di cui essi erano portatori sono state recepite, o perché, a volte, in contraddizione fra loro, o perché di competenza di altri tavoli (vedi alcune questioni di natura sindacale). La proposta oggi in discussione come testo di commissione rappresenta il punto di equilibrio delle varie esigenze ed è stato fatto proprio anche dalla Presidenza della Giunta. Il testo si propone come una sostanziale evoluzione di quanto previsto dalla legge regionale n. 41 del 1998 per la logica programmatoria di cui è portatore, per gli elementi di maggiore trasparenza che introduce e per la maggiore attenzione ai controlli che prevede.

Il testo è articolato in 5 Capi che organizzano ciascuno una distinta materia, permettendo una migliore specificazione degli interventi e una maggiore chiarezza e linearità delle procedure: il Capo I è dedicato ai principi generali e alle finalità della legge; il Capo II concerne le attività di informazione e comunicazione della Regione; il Capo III organizza la materia relativa agli interventi a sostegno dell'informazione locale; il Capo IV è dedicato agli interventi a sostegno dell'informazione associativa, politica e sindacale e alla formazione professionale; il Capo V prevede le disposizioni transitorie e finanziarie.

Richiamando infine alcuni temi che più hanno animato nei mesi passati il dibattito consiliare relativo alla gestione degli interventi per la comunicazione e l'informazione regionale, mi paiono significative alcune scelte che il testo in esame propone: l'impegno a regolamentare il funzionamento della Commissione tecnica per l'informazione, previsto al comma 3, articolo 7; la condizione, per l'accesso ai contributi, del rispetto delle norme vigenti in materia di trasparenza pubblicitaria (lettera c, articolo 12); la condizione, per l'accesso ai contributi, della dimostrazione della trasparenza della proprietà delle imprese interessate (comma 2, articolo 12); la previsione dei controlli, da parte della struttura competente, sullo stato di attuazione delle iniziative oggetto di contributo, sul rispetto degli obblighi previsti dalla normativa, sulla veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dai soggetti beneficiari (comma 1, articolo 15).

Si dà atto che, dalle ore 17,08, presiede il Vicepresidente Nicco.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale, ricordando che discutiamo sul nuovo testo predisposto dalla commissione.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Brevissimamente, nell'attesa che gli emendamenti arrivino, volevo ricordare che il nostro gruppo è d'accordo nel rivedere la legge.

La legge andava rivista, il relatore ha già spiegato i motivi, credo che tutti conosciamo le note vicende che hanno interessato il Capo Ufficio Stampa che gestiva la legge sull'informazione, una legge che il nostro gruppo non aveva votato, avevamo votato contro quella legge, con tutta una serie di emendamenti, nessuno dei quali accettati. Noi già avevamo visto come fosse pericolosa quella legge, perché ha consentito di dare una serie di contributi solo ad alcune testate e alcune imprese editoriali. Lo voglio ricordare perché credo che sia significativo, nel senso che nel triennio, a fronte di contributi che non arrivano neanche a 40mila euro per "Il Corriere della Valle", questo dà l'idea di una spesa più che decorosa, ma limitata a 40mila euro, troviamo che "Media Servizi" si è aggiudicato quasi 250mila euro, come pure "La Vallée" si è presa, nel solo 2003, 247mila euro. Questo ci dice come la legge fosse stata fatta senza prevedere dei meccanismi chiari di controllo - la stessa "Take" si è presa, in tre anni, 157mila euro - era una legge veramente incontrollabile anche nella spesa e consentiva di destinare grosse risorse ai giornali, alle società che erano in quel momento particolarmente disponibili a dialogare con il capoufficio stampa, se vogliamo usare questi termini.

Ora, questa nuova legge tenta di rispondere in parte a questi limiti e li ha già ripresi il collega Fiou. Noi abbiamo individuato alcuni emendamenti che vanno soprattutto nell'ottica della trasparenza della proprietà. Abbiamo chiesto che ci fosse nella legge un emendamento che indicasse chiaramente che solo le testate che dichiaravano la proprietà potevano accedere a questi contributi; noi chiediamo di andare oltre, di precisare meglio chi sono i finanziatori di queste testate, altrimenti tutta l'operazione diventa solo un'operazione di facciata, ma non va a toccare il problema. Questo è uno dei punti cruciali, perché se non si precisa non solo la proprietà, ma chi assicura i finanziamenti, non facciamo un vero passo avanti nella trasparenza!

Ci siamo accorti in questi giorni come sia importante l'informazione per l'opinione pubblica, credo che dobbiamo essere molto attenti quando gestiamo delle risorse; vediamo poi organi di informazione che contribuiscono a creare una mentalità e che possono privilegiare o meno certe informazioni, diventare, in taluni casi, un canale diretto con i politici che hanno i soldi e che finanziano il giornale. Non vogliamo che questo avvenga, vogliamo che ci sia una chiarezza fra la proprietà del giornale e i lettori, vogliamo sapere con esattezza chi sta dietro alle informazioni e credo che la vicenda recente de "La Vallée Notizie", di cui abbiamo discusso, ma che non è ancora conclusa, ci dica come è particolarmente delicato questo settore, per cui è meglio essere più attenti e precisi rispetto a situazioni simili, altrimenti si rischia di non modificare nella sostanza quell'indirizzo sbagliato che aveva la legge precedente.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Perrin.

Perrin (UV) - C'est pour annoncer la présentation d'un amendement pour des raisons techniques, que j'illustrerai le moment où l'on fera la discussion des articles.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Diciamo due parole, visto che l'argomento è interessante ed era necessaria una revisione legislativa, anche se è una revisione parziale di quella legge n. 41/1998 che sarà abrogata e lascerà spazio a questo disegno di legge non appena entrerà in vigore.

Questo disegno di legge può costituire anche il momento per affrontare ad ampio raggio il sistema della comunicazione e informazione locale, sistema che ha visto un'evoluzione non indifferente in questi ultimi anni. L'evoluzione c'è stata "in primis" a livello nazionale, con una produzione legislativa di tutto rispetto: solo in questi ultimi anni sono state emanate delle leggi particolarmente importanti come la n. 62/2001 che ridisciplina l'editoria e la n. 112/2004 che riforma il settore radiotelevisivo. Queste leggi nazionali hanno delle implicazioni profonde anche sul microcosmo locale, fatto di realtà editoriali a dimensione regionale che sono fra loro variegate, sia nel settore della carta stampata che in quello radiotelevisivo.

Per quanto riguarda il quadro locale possiamo dire che l'editoria locale si è impoverita, in primis sotto il profilo delle risorse finanziarie, perché anche il mercato locale valdostano non garantisce più quelle risorse pubblicitarie che sono indispensabili per la presenza dei vari editori; è un impoverimento che deriva dalla crisi congiunturale di tutti i mercati e che non poteva lasciare esente il settore dell'editoria locale. È un impoverimento che si è fatto sentire in capo alle finanze dei vari editori, le cui conseguenze economiche hanno avuto inevitabili riflessi sui contenuti giornalistici proposti dalle diverse testate.

Abbiamo assistito recentemente a un dibattito organizzato dalla "Co.re.com.", dove sono state proposte diverse visioni del sistema; la globalizzazione ci investe, c'è chi la vede come un fattore devastante che rischia di depauperare l'editoria locale, c'è chi invece la vede come un elemento che può essere colto positivamente come fattore di promozione. Sono vere entrambe le versioni. Se vogliamo parlare di "depauperamento dell'editoria locale", possiamo dire che si è depauperato oltre che sotto il profilo finanziario anche sotto il profilo qualitativo e penso che in questo senso una grossa responsabilità venga dagli editori, ma anche dai professionisti dell'informazione; sovente la qualità delle notizie è scadente, sono notizie che vengono mutuate dai vari centri istituzionali di comunicazione - la Regione o enti di diverso tipo - e che vengono appena rimaneggiate dagli operatori dell'informazione, quando non addirittura lette o pubblicate integralmente. L'apporto critico di approfondimento di veridicità della fonte viene così dimenticato o lasciato al caso.

È una decadenza che ha avuto un suo picco e faccio un esempio che voglio ricordare: l'esperienza di "La Vallée Matin", un quotidiano che nasce come un fungo, e ben venga perché è comunque un'alternativa all'unico quotidiano esistente, "La Stampa", nasce con una importante sovvenzione pubblica, sopravvive giusto il periodo in cui vengono consumate le risorse erogate per costituirlo e poi sparisce. È un'avventura editoriale che ha una vita brevissima, ma che ha lasciato un segno: positivo, perché ha creato un'alternativa a livello di informazione; negativo, perché ha avuto il sapore di un'avventura editoriale della serie: "prendiamo i soldi, vediamo fino a quando riusciamo a resistere, nella speranza che ci sia qualche fideiussione importante o qualche copertura politica" e poi, all'alba del "niet", dell'impossibilità di collezionare risorse secondo questi canali è implosa. È auspicabile che iniziative del genere non siano più finanziate con disinvoltura da parte di chi ha le responsabilità pubbliche e politiche di questo ente, ed è un episodio che ha lasciato una traccia importante nel quadro di questi ultimi anni.

Penso e spero che questa legge possa servire da freno a certe iniziative estemporanee. Ricordo che la Commissione tecnica dell'editoria, ai sensi della legge n. 41/1998, esisteva sulla carta, ma veniva convocata sporadicamente, veniva gestita come cosa propria da qualcuno e penso che su questi aspetti possa dire qualcosa di più il collega Frassy, che ha avuto parte rilevante nella Commissione d'inchiesta che ha approfondito questi aspetti deteriori della politica connessa con l'editoria. Politica ed editoria in Valle d'Aosta hanno delle convergenze di interessi che sono molto più marcate rispetto al quadro nazionale, si guarda sempre al conflitto di interessi a livello nazionale quando si fa riferimento a Berlusconi, ma penso che qui tanti piccoli "berluschini" siano presenti anche in quest'aula e hanno interessi più o meno diffusi con le varie testate locali, oppure ci sono delle vicinanze non solo ideologiche, ma anche di interesse con gli stessi operatori dell'informazione.

Speriamo che questa legge possa essere uno strumento per dire "stop" a un certo tipo di editoria e di giornalismo; è auspicabile che anche organi istituzionali come l'Ordine dei giornalisti faccia una riflessione sull'esercizio della professione in Valle d'Aosta, perché sovente da parte di qualcuno questo esercizio viene professato come giornalismo, mentre è comunicazione per conto di qualcuno che siede in questi banchi o altrove. Questa distinzione, anche che viene rimarcata dagli stessi operatori con enfasi in sedi autorevoli come quella del convegno del "Co.re.com.", viene subito dimenticata quando si rientra in redazione e si deve fare il servizio che, più che a vantaggio di una collettività, va a vantaggio di qualcuno. Auspichiamo che questa legge possa portare qualche elemento di novità in termini professionali e di crescita del comparto editoriale, i cui presupposti di esistenza sono sempre più flebili, non solo per questi aspetti, ma anche per la carenza di inserzionisti che ci sono nello sterile mercato valdostano.

Come gruppo consiliare proponiamo, oltre a queste riflessioni, una serie di emendamenti che possono correggere in meglio l'impostazione di questo disegno di legge e mi soffermo su due emendamenti che riteniamo significativi e che riguardano l'articolo 12. Il primo si riferisce al fatto che è inammissibile - se vogliamo far crescere l'editoria - andare a finanziare tutti coloro che esercitano attività editoriali e radiotelevisive che hanno una periodicità - mi soffermo sulla carta stampata - almeno mensile. L'attività editoriale fatta con costanza deve essere almeno settimanale... che senso ha finanziare una larga parte di editori quando hanno periodicità mensili o quindicinali? L'impegno si vede anche da questo punto di vista, quindi è necessario che le testate che beneficiano di finanziamenti, che possono essere anche più elevato rispetto a quelli previsti, siano almeno a cadenza settimanale! Questo emendamento non è stato pensato all'ultimo momento per far piacere a qualcuno e il torto a qualcun altro, ma è una norma che abbiamo trovato in altre legislazioni regionali, dove vengono premiati coloro che hanno una maggiore assiduità in termini di presenza sul mercato della carta stampata. Il secondo aspetto importante è che gli editori, nel dimostrare la continuità dell'attività intrapresa, rispettino le normative nazionali previste per tutti gli editori a livello italiano. La normativa che emerge dalla legge n. 416/1981, rivista poi dalla n. 62/2001, fissa delle condizioni che non possono essere ignorate anche in ambito valdostano, ci devono essere delle condizioni necessarie per accedere alle provvidenze previste dalla legge: fra queste, indichiamo l'iscrizione al registro della stampa e al registro degli operatori della comunicazione. Sono condizioni obbligatorie per testate che hanno almeno 5 giornalisti professionisti, ma sono facoltative per coloro che non hanno questa soglia di impiegati.

È naturale che non sono prevedibili testate che occupino almeno 5 professionisti nella nostra Regione, ma ciò non impedisce che questa iscrizione facoltativa prevista per il registro ai sensi della n. 416/1981 sia la condizione per accedere alle provvidenze. Prescindendo dal requisito occupazionale che non può e non deve interessare le piccole realtà locali, perché sarebbe di difficile accesso per chiunque, è però importante che la trasparenza assoluta sull'azionariato, gli obblighi di comunicazione relativamente alle comunicazioni societarie e i documenti di bilancio che vengono presentati al registro nazionale, siano comunicati anche all'organo regionale, perché dobbiamo sapere chi c'è dietro e chi fa... che cosa! Questa condizione ci sembra la condizione minima per erogare il denaro che legittimamente queste società si meritano di prendere per l'attività svolta.

Secondo noi queste sono due condizioni fondamentali, unitamente alle quali abbiamo indicato tutta un'altra serie di emendamenti che vanno ad arricchire l'obiettivo - professionalità e qualità dell'informazione - e che verranno illustrati in corso di esame di questa legge. Una legge che riteniamo di fondamentale importanza approvare in questa fase, perché permetterà a coloro che ne hanno i requisiti di percepire le provvidenze arretrate, finora maturate.

Presidente - La parola al Consigliere Borre.

Borre (UV) - Per chiedere una breve sospensione per guardare tutti questi emendamenti e programmare i lavori.

Presidente - Mi sembra una buona proposta. Il Consiglio è sospeso.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,39 alle ore 18,41.

Presidente - La parola al Consigliere Borre.

Borre (UV) - C'è stata una riunione per verificare tutti gli emendamenti: 17 emendamenti presentati dal gruppo "La Casa delle Libertà", 2 emendamenti presentati dal gruppo "Arcobaleno" e un emendamento presentato da tutti i Capigruppo; si è verificata la necessità di approfondire gli emendamenti, quindi non solo come forze di maggioranza, ma anche con gli uffici, per capire se sono emendamenti che possono essere inseriti senza andare a stravolgere l'articolato. Chiediamo pertanto il rinvio della legge al prossimo Consiglio e ci prendiamo il tempo per esaminare a fondo, perché la legge ha una complessità non indifferente.

Presidente - Mi sembra di capire che ci sia un consenso unanime alla proposta del collega Borre di rinviare la proposta di legge.

Il Consiglio prende atto, concordando.