Oggetto del Consiglio n. 959 del 17 novembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 959/XII - Norme di sicurezza sulle piste di sci delle stazioni di piccola dimensione. (Interpellanza)
Interpellanza
Ricordato che il 23 settembre 2004, durante l'esame consiliare di un'iniziativa ispettiva del gruppo "Arcobaleno-Vallée d'Aoste", si svolse una discussione avente per oggetto il tema della realizzazione e della manutenzione delle piste di sci di fondo nella nostra regione;
Rammentato che, in tale circostanza, l'Assessore competente condivise la preoccupazione circa il sistema regionale di controllo della sicurezza e di individuazione dei responsabili delle piste, considerandolo troppo pesante in rapporto alle possibilità organizzative ed economiche delle stazioni invernali più piccole;
Creduto opportuno rivedere l'attuale normativa, che prevede regole ugualmente rigide per tutte le località turistiche della Valle, alla luce delle difficoltà riscontrate nelle piccole stazioni;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l'Assessore competente per sapere:
1) se riafferma il giudizio di eccessivo appesantimento del sistema di controllo della sicurezza e della individuazione dei responsabili delle piste, con particolare riguardo alle piccole stazioni invernali dove si pratica lo sci di fondo;
2) se non ritenga opportuno approfondire il tema, specie in riferimento ai problemi giuridici che la questione pone, al fine di sgravare le piccole località da incombenti che oggi impediscono l'apertura di piste di sci al pubblico;
3) se non intenda, infine, proporre adeguate modifiche alla normativa vigente, rendendo possibile l'utilizzo delle piste nelle stazioni minori.
F.to: Curtaz
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Un'illustrazione che sarà particolarmente breve, anche per venire incontro alle esigenze di chi ha altri impegni istituzionali. Ritorno con questa iniziativa su un problema già affrontato, seppure incidentalmente, in occasione della discussione di un'altra iniziativa nello scorso mese di settembre.
L'attuale normativa che disciplina i problemi della sicurezza e dell'individuazione dei responsabili delle piste di sci è particolarmente pesante per quanto riguarda le piccole stazioni, che hanno difficoltà a trovare questi responsabili, e la conseguenza paradossale è che alcune stazioni di sci non aprono al pubblico le piste, soprattutto quelle di fondo, o addirittura sperano che non nevichi, in modo che il problema non si ponga. A seguito di questo ragionamento, introdotto in via occasionale quando discutemmo di un'altra iniziativa, l'Assessore condivise tale analisi della situazione: da qui, l'esigenza di un approfondimento della tematica che viene chiesta con questa interpellanza, in modo da verificare se c'è la volontà politica di andare ad una disciplina che non tratti le stazioni invernali tutte alla stessa stregua, ma che permetta un regime più flessibile per quelle piccole stazioni invernali che non hanno la possibilità di trovare persone che possono assumere degli incarichi, i quali, sotto il profilo della responsabilità, possono essere anche gravosi.
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio, trasporti e affari europei, Caveri.
Caveri (UV) - Naturalmente non posso che riaffermare quanto ho già detto, quindi l'impegno si dovrà concretizzare.
Oggi, però - avendo non in maniera incidentale la possibilità di esprimermi -, vorrei dire quella che ritengo essere una possibile proposta da sottoporre all'attenzione del Consiglio regionale. Dico già che si tratta di una normativa che non potrà essere presentata, se non all'inizio dell'anno prossimo, per una questione di bilancio, quindi in termini finanziari probabilmente riusciremo a dare una retroattività sul 2005; in termini invece ordinamentali credo che sarà corretto immaginare che ci troveremo di fronte ad un'applicazione per l'inverno per la stagione prossima, non per questa imminente. Infatti è in fase di avanzata elaborazione avendo già ottenuto un primo parere favorevole dall'Associazione valdostana degli enti gestori piste sci di fondo, che poi è un'emanazione del "CELVA", un disegno di legge che prevede la copertura da parte della Regione di parte degli oneri derivanti dai servizi di soccorso sulle piste di sci di fondo: questa era una carenza derivante dal fatto che, quando furono abrogate una serie di norme che riguardavano delle leggi di settore, al momento dell'emanazione della norma complessiva di finanziamento dei comuni, nota come "finanza locale", questa legge fu abrogata, quindi da allora non ci furono, se non in rarissimi casi di gestione di piste da parte di sci club, più forme di compensazione per la battitura delle piste di sci da fondo.
Come lei sa, non possiamo più tornare su queste forme di finanziamento legate alla battitura pista, perché sono contrarie alle regole degli aiuti di Stato, mentre un finanziamento a valere sul soccorso delle piste è possibile, lo facciamo per gli impianti di risalita dello sci da discesa, quindi non vedo delle difficoltà per lo sci nordico. Possiamo quindi dire che - siccome abbiamo messo una particolare somma per questo bisogno - alla fine di quest'anno vareremo, come Giunta, il provvedimento, ed è all'interno di questo provvedimento, che lega soccorso con finanziamento, che dovremo riflettere su una formula di alleggerimento delle regole di soccorso, senza far venire il principio del soccorso, perché credo che il servizio di soccorso di pronto intervento qualificato sulle piste di sci di fondo sia comunque - dal punto di vista dell'immagine della Valle d'Aosta - un qualcosa di estremamente rilevante: siamo gli unici che hanno, in Italia, un sistema così efficace di soccorso sulle piste di discesa e sulle piste di sci di fondo.
È vero però che oggi siamo indeterminati, cioè oggi non ci rendiamo conto della differenza fra grandi e piccoli comprensori; pretendiamo la presenza di un direttore di piste e di un "pisteur secouriste" in maniera assai indeterminata, mentre personalmente ritengo che dovremmo, nella legge sul finanziamento delle piste di fondo, piuttosto che rivedere il sistema di per sé, immaginare se quell'occasione possa valere per rivedere la figura del "pisteur secouriste": questa è anche un'esigenza che i "pisteurs" manifestano.
La figura professionale di "pisteur secouriste" è una figura in crisi; oggi abbiamo circa 500 "pisteurs"; di questi, poco meno di 80 sono sul mercato e sono occupati. Di recente, abbiamo fatto un corso da direttore di piste ed eravamo convinti di avere almeno 25-26 iscritti; ne abbiamo solo 14, è segno che c'è qualcosa che non funziona. Molti accedono a questo tipo di professione senza avere una reale vocazione, molti sono impiegati regionali, pensionati, persone appassionate di sci e sono convinti che questo sia uno sfogo o l'ottenimento di chissà quale possibilità, mentre noi sappiamo che quella dei "pisteurs" è una professione che riconosciamo con una logica da albo, ma, in realtà, sono lavoratori dipendenti delle società o dei comuni, nel caso dello sci da discesa o dello sci da fondo. Credo che al di sotto di un certo chilometraggio potremmo sposare una richiesta che viene dai "pisteurs": di istituire la figura di "aiuto pisteur", che - usando il praticantato degli avvocati e dei giornalisti - dovrebbe essere una specie di "praticante pisteur", avente già alcune caratteristiche e che abbia già fatto una parte di corso o una certa professionalizzazione... questo potrebbe forse consentire una riduzione dei costi.
L'impegno che prendo, da qui al mese di gennaio, quando presenteremo la legge, è quello di approfondire ulteriormente, naturalmente in collaborazione con l'Associazione degli enti gestori di piste di sci di fondo, perché, da una parte, la presenza del soccorso ci consente di finanziare, dall'altra, il soccorso così fatto in certe situazioni è pesante. Penso agli anelli al di sotto dei 3 km., che sono parecchi: uno di questi è Vetan di Saint-Nicolas, per il quale è sempre più difficile avere un innevamento della pista (l'altro giorno i rappresentanti del comune mi hanno detto che per loro il direttore di pista e il "pisteur", per pochi giorni l'anno, su un anello di 2 km., diventa un po' pesante).
Concludendo, si tratta di contemperare il fatto di scegliere di finanziare, come Regione, il soccorso e, dall'altra, fare in maniera di trovare la formula forse attraverso la figura di "aiuto pisteur" - ma lo approfondiremo - che consenta di sgravare i più piccoli comprensori di fondo da costi eccessivi.
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Mi dichiaro soddisfatto della risposta e dell'impegno dell'Assessore, che ovviamente verificheremo a tempo debito.
Credo che una risposta vada data soprattutto a livello normativo, perché l'esempio che lei mi ha fatto della piccola pista di Vetan - ma ce ne sono decine di queste situazioni, qualche volta le piste di questa lunghezza sono le uniche in piccoli comuni - ci induce a una riflessione. Non possiamo utilizzare la medesima normativa per comprensori come Courmayeur o tornando al fondo come Brusson e Cogne, e comprensori minimali come possono essere Valpelline e Ollomont, perché ci troviamo di fronte a fattispecie dal punto di vista tecnico, sciistico, economico... totalmente diverse!
Insisto molto sull'attenzione al dato normativo, perché ritengo che una normativa - che pure è corretta e che approviamo in questa materia - vada vista con un po' di buon senso. Non è possibile gravare delle piccole stazioni da incombenti che sono assolutamente superiori alle loro forze! Anche la leva finanziaria ed economica può alleviare questo carico, però ritengo preferibile una modifica normativa che alleggerisca pure gli aspetti burocratici.
Peraltro, mi permetto di suggerire un'altra possibilità: quella di costituire dei consorzi o qualcosa di analogo fra comuni che hanno in gestione dei piccoli impianti, in modo che questi oneri vengano ripartiti attraverso un meccanismo di economie di scala. Credo che ci debba essere uno sforzo di riflessione su questo tema; apprezziamo la disponibilità della Giunta rispetto ai solleciti che, da parte nostra, vengono posti con questa iniziativa, e ci riserviamo di discutere il merito della normativa che l'Assessore sottoporrà all'attenzione del Consiglio.