Oggetto del Consiglio n. 948 del 17 novembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 948/XII - Valutazioni sulla normativa che disciplina la professione di maestro di sci in Valle d'Aosta. (Interrogazione)
Interrogazione
Preso atto del contenuto della missiva del 28/09/2004 inviata dal Tour Operator "Interski" al Presidente della Regione, all'Assessore al Turismo e ai componenti della V^ Commissione consiliare permanente, avente per oggetto i problemi che conseguirebbero all'approvazione del Disegno di legge n. 39;
Osservato che il Tour operator in questione garantisce la continua presenza di un buon numero di sciatori nel periodo invernale (oltre 2.000 clienti per il programma "Interski classico"; circa 12.000 giovani per il programma di settimane bianche destinato ad adolescenti e studenti);
Ritenuto opportuno chiarire se la nuova normativa elaborata della Giunta, impedendo l'attività a maestri di sci che non abbiano le caratteristiche di eccellenza richieste, finisca con l'impedire l'organizzazione dei viaggi degli sciatori inglesi nella nostra regione;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
l'Assessore competente per sapere:
1) come valuta il contenuto della lettera inviata alle autorità regionali dal Tour Operator "Interski";
2) se, alla luce delle osservazioni svolte, appaia opportuno emendare (e, in caso affermativo, in quali termini) la normativa proposta.
F.to: Curtaz
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio, trasporti e affari europei, Caveri.
Caveri (UV) - Questa questione, che è assurta all'attenzione della stampa e che direi oggi vivacemente interessa il mondo del turismo e diversi imprenditori del mondo del turismo... vale la pena, se il Consigliere Curtaz lo permette, di avere una sua breve ricostruzione in termini niente affatto polemici, perché ritengo che l'interesse da parte di chi fa l'Assessore al turismo sia di mantenere i turisti e di non farseli fuggire. Credo che in questo caso non potrà sfuggire all'Avvocato Curtaz come giurista che si tratta con una legge regionale di contemperare a delle esigenze diverse, che devono però trovare nella legislazione regionale un opportuno punto di equilibrio. Avremo occasione all'interno della commissione competente di tornare sull'esame della legge senza fretta, perché la "ratio" con cui venne presentata la legge era quella di approvarla per la stagione invernale e quest'ultima è cominciata, quindi credo che abbiamo oggi tutta la ponderatezza e la tranquillità per poter ragionare sul caso. Vorrei anzitutto inquadrare il contesto: quello della disciplina della professione di maestro di sci, professione citata addirittura nello Statuto di autonomia e vorrei ricordare che una delle prime leggi votate da questo Consiglio Valle ha riguardato questa professione della montagna e diverse altre leggi hanno nel tempo normato l'evoluzione della materia.
Già in passato sono esistiti dei problemi interni all'Italia sulla regolamentazione su almeno tre filoni: il primo, le diverse associazioni di maestri di sci configgenti, qualcuno ricorderà che per un certo periodo anche in Valle d'Aosta vi erano due divise, perché vi erano due associazioni di maestri di sci; il secondo problema era la diversità dei percorsi formativi fra le regioni, qualcuno ricorderà con divertimento che, per esempio, la Regione Calabria formava i maestri di sci che non vedevano mai la neve, perché erano dei corsi puramente teorici e alla fine senza nessun percorso sulla neve, era l'Assessore regionale della Calabria che, come una specie di "Madonna pellegrina", decideva chi del corso teorico doveva diventare maestro di sci. Il terzo argomento, molto "caldo", in particolare a Pila, era quello dei cosiddetti "accompagnatori turistici", cioè di quelle figure promiscue che erano gli accompagnatori "Valtour", i quali erano sostanzialmente dei maestri di sci abusivi. Questa questione nel 1989 finalmente ha visto una soluzione, perché la legge quadro sui maestri di sci ha definito degli "standard" formativi obbligatori per tutte le regioni italiane, ha definito un percorso molto chiaro contro l'abusivismo, impedendo gli accompagnatori... e si è creato un sistema molto interessante di collegio nazionale e collegi regionali sotto l'egida, per quel che riguarda la formazione professionale tecnica, della "FISI". Devo dire con grande soddisfazione di aver compartecipato alla scrittura di quella legge con l'allora Consigliere nazionale della "FISI", Umberto Parini, e che nella legge del 1989 la logica era quella di tutelare la nostra competenza legislativa, pur "compartecipando" il disegno nazionale per i maestri di sci.
È assai più recente invece il problema dei maestri di sci stranieri, comunitari ed extracomunitari, motivato anche dalla tendenza crescente in molte località alpine da parte di "tour operator" di portarsi i maestri di sci dai propri paesi di origine perché meno costosi di quelli locali.
Già la legge in vigore sui maestri di sci in Valle d'Aosta se ne occupa e prevede in maniera molto chiara che dopo 15 giorni questi maestri - che devono annunciare la propria presenza alle scuole di sci locali - non possono più insegnare, cioè dovrebbero cessare l'insegnamento. Un sistema oggettivamente debole, che non è mai stato applicato in una logica di "embrassons-nous" o, se preferiamo in romanesco, di "volemose bene", perché si era trovato una sorta di equilibrio in cui i "tour operator" dicevano: "prendiamo un certo numero di maestri, quando vi sono delle "punte", facciamo venire i nostri perché voi non potete coprirci le esigenze", quindi vi era questa specie di grande "entente" cordiale, che portò a uno scarso interventismo da parte della Regione.
Nel frattempo a livello comunitario la materia si è evoluta - e lo dico anche al Consigliere Frassy, che con una nota ha fortemente polemizzato su questa questione - e i maestri di sci... in particolare per mano dell'allora Presidente del Collegio nazionale, Dott. Saverio Blandino, che noi abbiamo preso come esperto per poter studiare questa riforma della nostra legge... è riuscito alcuni anni fa ad ottenere dalla Commissione europea il riconoscimento di una "piattaforma" comune fra le principali nazioni che hanno i maestri di sci, compresi i maestri di sci inglesi, in cui sostanzialmente si sono fissate delle regole e noi riportiamo queste regole in maniera speculare nella nostra legislazione regionale. Tra l'altro, la recente nuova direttiva sulle professioni, la cosiddetta "direttiva Zappalà", che entra in vigore fra breve, prevede che queste "piattaforme" siano la linea di indirizzo della Commissione europea in materia di libera circolazione dei lavoratori.
Cosa prevede la nostra normativa? Sotto una settimana, nessun problema: uno si presenta, manifesta la propria esistenza come maestro di sci di qualunque livello alla scuola di sci e può accompagnare chiunque; se uno vuole installarsi in Italia e in Valle d'Aosta, deve fare una domanda specifica alla cosiddetta "Conferenza dei servizi" a Roma. La Conferenza dei servizi esamina il curriculum del candidato e decide se questa persona può restare; naturalmente in questo caso i livelli sono i massimi, quindi, per chi conosce la normativa - abbiamo anche dei maestri di sci in Consiglio regionale -, vuol dire "Eurotest" e "Eurosécurité". In realtà resta un problema intermedio: la Commissione europea non considera più i 15 giorni, come nella nostra normativa, ma le cosiddette "4 settimane". È del tutto evidente che si tratta di trovare a questo punto un "modus vivendi" e noi abbiamo discusso a lungo non solo con i vertici dell'Associazione maestri di sci, ma con tutti i direttori delle scuole di sci e anche con il Presidente nazionale dei maestri di sci italiani per trovare un modo di ragionare, sapendo che nel tempo sta aumentando il numero dei maestri di sci di provenienza. Oggi si dice che vi sono circa 154 maestri di sci inglesi di III° livello, quindi non potrebbero andare al di là dello spazzaneve; queste persone attualmente non sono qualificate per fare tale insegnamento di 4 settimane. Noi immaginiamo delle regole coerenti con le direttive comunitarie, che consentano a queste persone di poter "passare" da noi in Valle d'Aosta dei corsi, che non pretenderanno il "top" previsto dall'"installazione", ma quel minimo di regole di sicurezza e di comprensione della lingua che risultano necessarie, ma non mi soffermerò su questo, lo faremo in commissione, citerò anche il caso francese, il caso più significativo, che è molto più rigido della legislazione che stiamo immaginando.
Il Signor Mackintosh è un importante imprenditore inglese di origine gallese che ha fondato "Interski", una società che ha fatto la sua fortuna in Valle d'Aosta, ha una sede a Pont Suaz, fiscalmente è sempre rimasta nel Regno Unito. Rispettiamo e ci sforzeremo di evitare traumi e credo che si debba contrastare la minaccia dello spostamento di un pacchetto significativo di 12.000 turisti, in prevalenza giovani turisti inglesi - per usare un anglicismo - "low cost", cioè una clientela, che si sposta in pullman, estremamente "bassa". La minaccia mi sembra un po' come le pistole ad area compressa, perché se la minaccia è quella di spostarsi a Verbier... chiunque beva un caffè a Verbier sa che è difficile che certi prezzi che possono essere praticati in Valle d'Aosta possano essere trovati nella Confederazione elvetica, ma non voglio polemizzare, la logica è quella di "raffreddare" gli animi e trovare delle soluzioni. Ci tengo però a dire a questo proposito che con il Sig. Mackintosh, che immaginavo potesse in qualche maniera ritenere di essere l'oggetto della nostra legislazione, ma la nostra legislazione ha un valore astratto e vale per tutti i "tour operator" che verranno in Valle d'Aosta: per gli Svedesi, per i Russi e un giorno forse anche per i Cinesi... vi è stato un "carteggio" fra me e l'"Interski". Il 17 novembre 2003 il Sig. Mackintosh "mette le mani avanti" e dice: "Les moniteurs tenus par l'"Interski" ne font pas partie d'un service public, ils n'enseignent qu'à nos clients, leur activité est privée..." - mi spiega poi come deve essere un buon maestro di sci - "... le bon moniteur démontre deux qualités fondamentales: la capacité technique et la capacité pédagogique. La capacité technique de nos moniteurs, vu l'activité privée, est limitée qu'ils assurent l'approbation complète de notre clientèle, reste selon ma thèse d'une suffisance beaucoup plus qu'adéquate; la capacité pédagogique est la meilleure". Mi spiega cioè che, anche se il livello tecnico non è elevatissimo, dal punto di vista pedagogico, "vanno molto forte". Virata: il 4 luglio 2004 ricevo una lettera in cui mi si dice: "Caro Assessore, voi potete fare la legislazione che volete", perché: "J'ai le plaisir de vous informer par la présente que l'"Interski" a été nommée "Centre agréé de formation de la "British Association of snow sport instructors"". Cela nous permettra d'offrir des cours de formation professionnelle à nos moniteurs depuis le niveau de base jusqu'au niveau plus haut". Mi scrive cioè dicendomi che "Interski" si fa lui i maestri di sci. Naturalmente gli comunico che questo non c'entra niente con la legge regionale, lui è libero di farsi i maestri di sci, ma la Valle d'Aosta è libera di verificare se i suoi maestri di sci abbiano quel livello ritenuto congruo.
Dopo questa lettera del 1° luglio ricevo una seconda lettera del 27 luglio in cui si manifesta un "revirement" e mi si dice: "Notre produit tout compris se vent dans un marché très compétitif. Si on se trouve obligés de ne prendre que des moniteurs "top"..." - che ho già spiegato che non è quello che chiediamo - "... nous serons obligés d'augmenter de façon importante nos prix de vente, nos concurrents seront "ravis" sûrement". Malgrado i tentativi di spiegare che non siamo "cattivi" e non vogliamo cacciare nessuno, a questo punto si entra in una logica "lobbistica" - uso il termine inglese perché è un comportamento "lobbistico" -: viene spedita a tutti i fornitori di "Interski" questa lettera con una cosa da ritagliare in cui il Sig. Mackintosh dice: "Si vous trouvez en mesure de faire entendre votre opinion, vous êtes invités à prendre le contact de Luca Ghiorzi de l'"Hôtel Etoile du Nord"". Tutti i "fournisseurs Interski" cioè mandano questo "coupon" al Sig. Ghiorzi per dire che la Regione è "cattiva" nel voler fare questa legislazione. Da notare che la famosa minaccia "io me ne vado", che è quella manifestata anche a livello pubblico... qui vi è scritto: "Cette lettre explique la situation actuelle..." - quella che poi vi leggerò - "... telle que je la vois et je profite de l'occasion pour vous rassurer sincèrement de ma volonté personnelle claire et nette de pouvoir continuer notre heureuse collaboration pour au moins encore une vingtaine d'années, si on veut bien nous le permettre".
Ritenendo che poi ci dovremo mettere attorno a un tavolo con il Sig. Mackintosh per trovare una soluzione che non voglia dire un "passo indietro" da parte del potere legislativo di questo Consiglio, ma si tratta di una logica di trovare una soluzione ragionevole, nell'ultima lettera, in quella inviata alla commissione, devo dire che la questione è chiara perché si scrive: "Le coût des moniteurs valdôtains est quasiment le double, voire le triple de celui des moniteurs britanniques, frais de voyage et hébergement inclus". Sappiamo che questa è la questione di fondo, non siamo di fronte alla libertà di circolazione dei lavoratori, di fronte a grandi temi ideali tipo "i Valdostani non vogliono gli Inglesi". "Reste néanmoins..." - scrive il Sig. Mackintosh - "... la préférence, tout à fait compréhensible et naturelle d'ailleurs, de suivre des cours donnés par quelqu'un de la même langue maternelle: les Allemands préfèrent un Allemand, les Français préfèrent un Français et ainsi de suite". Va benissimo, nessuno discute che i Russi vogliano portare... quando verranno i maestri di sci russi... i Cinesi i Cinesi, perché ritengono che sia più "friendly" e più amichevole avere un maestro di sci di lingua madre. Non è quello che diciamo: noi diciamo che il Francese, il Tedesco, il Danese che viene qui deve avere alcune caratteristiche di tipo tecnico, che sono quelle riconosciute come tali dalla "piattaforma europea", che è stata sottoscritta dalle associazioni dei maestri di sci, compresi i maestri di sci inglesi.
Questo allora è il quadro della situazione. La ragione per la quale ho chiesto al Presidente della Commissione, Sandri, di soprassedere per il momento a una discussione della legge è perché ritengo che la situazione vada "raffreddata", che vada colto il "grido di dolore" di alcuni albergatori, soprattutto della zona di Aosta, che in questi anni, non avendo trovato altra clientela, si sono trovati nella condizione di vendere delle camere a 20-25 euro al giorno, mezza pensione, che è una cosa - come dire? - come la canna del gas: vi è un po' di gas e piano piano stai lì... ed è una situazione che va compensata, per cui, al di là dell'illustrazione, che ritengo possa essere stata utile, reputo che si tratti di un dovere da parte mia di trovare, in collaborazione con il Consiglio, una soluzione ragionevole.
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Voglio ringraziare l'Assessore, anche perché questo suo "excursus" piuttosto lungo, ma anche completo, ha dato la possibilità di avere un quadro migliore della vicenda; credo fosse necessario, così come sicuramente lo è l'approfondimento che l'Assessore ha annunciato, perché in questa vicenda sono ravvisabili degli aspetti di confusione, dei momenti di poco approfondimento delle tematiche giuridiche, ma anche economico-finanziarie e direi che su qualche "superficialità" poi le polemiche sono state alimentate. È vero peraltro quello che ha detto l'Assessore all'inizio del suo intervento: si tratta di una materia complessa dove occorre contemperare delle esigenze diverse, da un lato vi sono quelle dei maestri di sci - direi anche quelle della professionalità di una categoria piuttosto importante, professionalità che va tutelata, perché il fatto che abbiamo dei maestri di sci di eccellenza, come li ho definiti io, è sicuramente un "atout" importante che va giocato sul piano turistico, dell'immagine ma, ripeto, io credo che la professionalità sia un valore in sé -; tale esigenza però va contemperata con le esigenze turistiche e soprattutto di un turismo particolare, di basso livello... che garantisce ad una serie piuttosto nutrita di operatori economici di questa Regione, la sopravvivenza che l'Assessore ha indicato a chiusura del proprio intervento.
In genere non sono molto favorevole ai "volemose bene", invece mi pare che, rispetto a questo problema, negli ultimi anni si fosse trovata una soluzione che veniva incontro alle reciproche esigenze, perché se è vero quanto afferma il Direttore dell'"Interski", è anche vero che un certo numero di maestri valdostani ha lavorato con questa associazione, quindi vi era un proficuo scambio di opportunità economica. In definitiva credo che bisognerà ragionare ancora; è opportuno questo rinvio dell'iter della nuova legge in commissione, in modo che quanto meno non vi sia un'entrata in vigore traumatica della nuova normativa.
Come si ricordava, ormai la stagione invernale è alle porte, un ragionamento ulteriore su questa legge potrebbe portare ad un'auspicata soluzione il più possibile condivisa, soprattutto porterà ad una soluzione più meditata: ciò ci consente di affrontare il problema con un po' di "respiro", perché a quel punto la nuova normativa che verrà approvata entrerà in vigore a partire dalla prossima stagione invernale. Credo che l'annuncio oggi effettuato dall'Assessore - che, fra l'altro, conoscevamo già per averlo appreso dai componenti della commissione competente - di un approfondimento dell'iter della legge, un rallentamento che dovrebbe portare a soluzioni maggiormente meditate e condivise sia auspicabile.
Faccio un'ultima osservazione, ma anche qui non voglio essere polemico, perché il tono dell'Assessore non è stato polemico e men che meno nei nostri confronti, visto che ci siamo limitati a fare il nostro dovere di ispettori del lavoro della Giunta. Credo che in questa vicenda la Regione non abbia dato una buona immagine di sé, perché questa "cosa" è uscita sui giornali in un certo modo, forse vi sono state delle forzature che avremmo potuto evitare se questo problema fosse stato preventivamente studiato e portato all'attenzione di chi ha dovuto esaminare tale proposta di legge.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per fatto personale.
Frassy (CdL) - Ho avuto l'onore e il piacere di essere citato, però ritengo a sproposito, dall'Assessore Caveri nella risposta che ha dato ai colleghi del gruppo "Arcobaleno", in quanto ha fatto riferimento a una nostra presa di posizione politica liquidandola come "nota polemica". Su questo chiederei che vengano valutate diversamente le prese di posizione che possono provenire anche dai banchi dell'opposizione, perché se "polemica" è utilizzato nell'accezione ormai comune di "provocazione", caro Assessore Caveri, non è sicuramente una provocazione la nostra, è una convinzione su un diverso modo di affrontare la problematica. Se invece è nell'accezione classica, classicheggiante, greca di "polemos" come guerra, sicuramente la nostra nota è un atto di guerra a quel tipo di provvedimento legislativo.
Quello che però vorrei chiarire nel chiudere la mia breve questione personale, e approfitto anche per invitare l'Assessore - capisco che, quando si sta in un contesto di maggioranza assoluta, spesso si perde la percezione della realtà e tutto ciò che viene detto a critica del disegno politico di quella maggioranza più che assoluta può diventare fastidioso e polemico - a portare il confronto all'interno della commissione, è che il Presidente dei maestri di sci nella prima audizione che vi è stata ebbe a dire che vi erano dei profili di illegittimità su quell'atto e che aveva dato incarico a un "pool" di legali. Non abbiamo avuto il piacere, nonostante la richiesta, di approfondire quei profili di illegittimità che ci erano stati preannunciati come depositati all'Assessorato.
Non è perciò sicuramente una nota polemica, ma è una volontà di confronto e di approfondimento e noi auspichiamo che su questo vi possa essere un percorso di confronto e di gradualità, perché le riforme fatte a settembre per farle iniziare a dicembre difficilmente danno frutti positivi.
Presidente - La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio, trasporti e affari europei, Caveri.
Caveri (UV) - Intendo dire che, a mio avviso, il fatto personale non c'era: il fatto personale nell'interpretazione del Regolamento è quando si va a toccare la suscettibilità personale di qualcuno; io mi sono limitato, essendo il Consigliere Frassy impegnato in altre questioni, a richiamare la sua attenzione perché, avendo lui fatto una presa di posizione sull'argomento, ritenevo che l'argomento fosse di un qualche suo interesse. Ho rievocato quella che, a mio avviso, è stata una polemica, ma in termini assolutamente garbati, ricordandogli che stavo per trattare la questione delle direttive comunitarie. Se uno intende prendere la parola sul punto, va benissimo, ma lo fa con gli strumenti che prevede il Regolamento.