Oggetto del Consiglio n. 858 del 6 ottobre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 858/XII - Modificazione del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale.
"Articolo 1
(Modificazione del comma 5 dell'articolo 27)
Al comma 5 dell'articolo 27 del Regolamento interno del Consiglio regionale è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Si può derogare a tale preclusione nel caso di proposte di atti amministrativi di particolare urgenza la cui mancata approvazione comporti gravi conseguenze, anche economiche, per la Regione oppure determini l'impossibilità a far fronte ad adempimenti soggetti a termini di scadenza inderogabili fissati per legge.".
Articolo 2
(Modificazione del comma 8 dell'articolo 37)
Al comma 8 dell'articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Si può derogare a tale preclusione nel caso di proposte di atti amministrativi di particolare urgenza la cui mancata approvazione comporti gravi conseguenze, anche economiche, per la Regione oppure determini l'impossibilità a far fronte ad adempimenti soggetti a termini di scadenza inderogabili fissati per legge.".
Article 1er
(Modification du cinquième alinéa de l'article 27)
À la fin du cinquième alinéa de l'article 27 du Règlement intérieur du Conseil régional est ajoutée la phrase suivante: "Il peut être dérogé à ladite disposition en cas de propositions d'actes administratifs particulièrement urgentes dont la non-approbation comporterait soit de graves conséquences, éventuellement économiques, pour la Région, soit la violation des délais de rigueur fixés par la loi pour l'acquittement de certaines obligations.".
Article 2
(Modification du huitième alinéa de l'article 37)
À la fin du huitième alinéa de l'article 37 du Règlement intérieur du Conseil régional est ajoutée la phrase suivante: "Il peut être dérogé à ladite disposition en cas de propositions d'actes administratifs particulièrement urgentes dont la non-approbation comporterait soit de graves conséquences, éventuellement économiques, pour la Région, soit la violation des délais de rigueur fixés par la loi pour l'acquittement de certaines obligations.".
Presidente - Come i colleghi sanno, nella seduta del 29 luglio scorso il Consiglio regionale ha respinto il rendiconto per il 2003 del Casinò relativo alla Gestione straordinaria in liquidazione. La Giunta regionale in una seduta di agosto ha riproposto al Consiglio un atto, dove si chiede l'approvazione del bilancio del Casinò relativo alla Gestione straordinaria in liquidazione. I colleghi sanno che gli articoli 27 e 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale non consentono al sottoscritto l'assegnazione alle commissioni consiliari, o comunque la sottoposizione all'esame del Consiglio, di atti il cui contenuto riproduca quello di proposte che precedentemente erano state respinte qualora non siano trascorsi almeno 6 mesi dalla data in cui questi atti sono stati respinti. In data 2 settembre 2004, tenuto conto delle conseguenze gravi, anche di natura contabile e fiscale che la mancata approvazione del bilancio potrebbe comportare, i Capigruppo Fedele Borre e Giovanni Sandri mi hanno invitato a convocare la Commissione per il Regolamento, questo al fine di introdurre una deroga tecnica, seppure di validità generale, che, salvaguardando e tenendo in conto lo spirito delle norme in vigore, consenta la riproposizione di quegli atti amministrativi che sono soggetti a termini di scadenza inderogabili di natura contabile, fiscale o giuridica prima del termine attualmente stabilito. La Commissione per il Regolamento, che è stata riunita 2 volte, dopo aver audito sia il liquidatore, sia l'Assessore competente, il 30 settembre 2004, dopo un attento e approfondito esame della questione, ha stabilito di portare all'esame di questo Consiglio una proposta di modifica al Regolamento interno, che trovate allegato al punto, che anche se è determinata da una situazione contingente, introduce una deroga tecnica di validità generale alla norma attualmente in vigore. Su questo argomento dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Nicco.
Nicco (GV-DS-PSE) - Con il voto del 29 luglio, voto di non approvazione del rendiconto al 31 dicembre 2003 del Casino de la Vallée, Gestione straordinaria in liquidazione, è emersa manifestamente, anche se lo strumento non lo era... una situazione di malessere, di "malaise" - come lo ha definito il Presidente - all'interno della maggioranza. Situazione determinata credo da questioni di varia natura, alcune generatesi probabilmente al tempo stesso della costituzione del Governo regionale e poi mai compiutamente risolte, anzi forse accentuatesi. Il fatto che l'espressione di tale malessere sia avvenuta sul punto specifico del bilancio del Casinò, piuttosto che su un'altra questione, ha nel contempo generato uno specifico problema relativo all'atto in sé, problema di carattere amministrativo. Credo però che la maggioranza abbia fatto bene ad affrontare in primo luogo la questione di natura politica, promovendo nella sede propria, ovvero in questo Consiglio, nella seduta del 22 settembre, un dibattito in merito, con l'inserimento di uno specifico punto all'ordine del giorno e presentando una risoluzione che lo concludesse con un esplicito voto. Ciò fatto, data cioè una risposta al problema politico, si tratta di dare una risposta anche alla seconda questione, al problema di carattere amministrativo.
I colleghi Borre e Sandri, a nome della maggioranza, non essendo stata individuata un'altra via per risolvere celermente la questione, una via migliore, hanno formulato la nota proposta e cioè un intervento ad hoc sul Regolamento - sarebbe ipocrita nasconderlo -, ma che ha anche una valenza più generale per situazioni analoghe che dovessero in seguito presentarsi. In merito alle modifiche al Regolamento, vorrei dire intanto - lo ricordava bene il collega Salzone in commissione - che il Regolamento non è un "tabù" intangibile, è uno strumento che va all'occorrenza necessariamente aggiornato e messo a punto. Quando e con quale impulso? Una strada per le modifiche è espressamente indicata dal Regolamento stesso all'articolo 32: "La Commissione per il Regolamento propone le modificazioni e le aggiunte che l'esperienza dimostra necessarie", cioè i casi concreti che si presentano di volta in volta nel corso dei nostri lavori, e, anche se non fosse il Regolamento, direi che sarebbe la logica ad indicarci questa strada. Quando mi accorgo di una carenza regolamentare? Quando mi scontro con un problema specifico. Vi è poi anche una seconda via per proporre delle modifiche al Regolamento: quella di un ragionamento teorico, di principio, su una data questione; via che non è in contrasto con la prima, ma complementare. Provando allora a fare astrazione per un attimo dal contesto specifico in cui questa via è stata indicata - contesto fortemente caratterizzato da un punto di vista politico -, provando a ragionare in modo asettico, credo che non la si possa considerare in sé come una riprovevole anomalia o come un "vulnus". Lo sarebbe stato se non si fosse prima affrontata, con il passaggio consiliare, la questione politica, se si fosse operato surrettiziamente mascherando una questione politica con una modifica regolamentare; allora certo avrebbe assunto un carattere del tutto diverso, ma questo non è stato, il percorso seguito è stato un altro e io credo sia stato compreso e che proprio perciò sia possibile ora realizzare su questa proposta di modificazione quell'altra essenziale condizione per le modifiche, ovvero la ricerca e la realizzazione della più ampia condivisione all'interno di questa Assemblea. Lo svolgimento dei lavori della Commissione per il Regolamento mi sembra andare in questo senso. Si è definito lì, assieme, un percorso per acquisire tutti gli elementi utili ad assumere una motivata decisione, per chiarire in particolare il passaggio centrale su cui si fondava la richiesta dei colleghi Borre e Sandri, che era appunto la preoccupazione che la mancata approvazione del bilancio comportasse una paralisi delle operazioni di liquidazione con evidenti, gravi conseguenze anche di natura contabile e fiscale.
Abbiamo fatto un percorso senza forzature nei tempi, con una prima audizione dell'Assessore Marguerettaz, con il completamento dell'analisi comparata con la situazione di tutte le altre regioni dei due rami del Parlamento, con l'acquisizione della corrispondenza intercorsa fra la Gestione straordinaria e le istituzioni regionali, con l'audizione del liquidatore in quanto estensore del primo esercizio della Gestione straordinaria, con una seconda audizione dell'Assessore e con l'impegno a valutare ulteriormente una proposta emendativa formulata in commissione e che sarà riproposta in aula. Commissione in cui, in un passaggio comunque delicato e difficile, vi è stato da parte di tutti, maggioranza ed opposizione, pur nel rispetto e nell'esercizio dei rispettivi ruoli, un atteggiamento che a me è parso costruttivo e responsabile ed è proprio su tale presupposto, del metodo di lavoro, condiviso, instaurato su questa specifica questione, che la commissione ha posto positivamente le basi per proseguire il lavoro di revisione del Regolamento.
I colleghi dei gruppi "La Casa delle Libertà" e "Stella Alpina" hanno già sottoposto all'esame della commissione una prima serie di proposte, sulle quali si è dato mandato ai competenti servizi del Consiglio di predisporre per la prossima riunione della commissione i relativi "dossier" di natura tecnica, con l'impegno nel contempo da parte dei vari gruppi di fare ognuno le proprie valutazioni politiche, onde poter celermente giungere ad una decisione in merito, come pure vi è stato l'impegno di tutti di "porre sul tappeto" in tempi ragionevoli eventuali altre indicazioni di modifica di ordine generale o particolare, al fine di completare quello "screening" che già il Presidente Perron aveva richiesto agli uffici, e che mi pare sia a buon punto, per effettuare una ricognizione dei possibili punti di accordo da riunire in un primo blocco di proposte da portare poi all'esame del Consiglio.
Ritengo infine che questa vicenda debba essere l'occasione per qualche considerazione, peraltro non nuova, sulle funzioni del Consiglio. La legge 21 dicembre 1993 al comma 4 dell'articolo 8 - su cui si era soffermato in Commissione anche il collega Riccarand - stabilisce che Gestione straordinaria presenti il bilancio annuale di esercizio all'approvazione di questo Consiglio. Quale reale possibilità ha avuto in questi anni il Consiglio per entrare nel merito del bilancio di esercizio di un'istituzione di diritto privato, per capire cosa c'era realmente dietro quelle cifre? Chi possiede gli strumenti tecnici, le strutture, le necessarie relazioni dirette con quella istituzione per farlo, per capire se quelle cifre nascondessero qualche "bomba" - il termine non è mio - e, se così era, per disinnescarla? Certamente più il Governo che non il Consiglio. Indicare quale referente il Governo e non il Consiglio voleva forse dire espropriare il Consiglio delle sue funzioni, andare in una direzione opposta a quella che tutti auspichiamo? Credo di no, niente affatto, altri sono gli atti con i quali il Consiglio esercita il ruolo che gli è proprio: ruolo normativo, di indirizzo politico, di controllo. Reputo allora che anche da questa vicenda non possa non venire un impegno alla ridefinizione dei ruoli del Consiglio e del Governo. Ritengo personalmente che tutto ciò che attiene all'attività gestionale ed amministrativa in senso stretto, quando non sia strettamente connessa alle funzioni di indirizzo politico, non possa non essere di competenza e responsabilità a pieno titolo, esclusiva, del Governo e, se così è, mi pare urgente riproporre un esame della legge 7 dicembre 1979 n. 66, ponendo come "bussola" l'articolo 26 dello Statuto - o, meglio, la prima parte di quell'articolo - che indica chiaramente nell'esercizio delle funzioni normative il compito essenziale del Consiglio. Esame peraltro a suo tempo già avviato con la costituzione nel 1999 di un apposito gruppo di lavoro misto: Direzione affari legislativi del Consiglio, Segreteria del Governo. Gruppo che dovrebbe essere ricostituito e che, siccome la materia penso interessi il Consiglio in tutte le sue componenti politiche, dovrebbe opportunamente essere "incardinato" presso la I Commissione.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Nell'intervenire nella discussione generale riguardante tali ipotesi di modifica al Regolamento non si può non fare anche un riferimento a quelle cause che hanno generato questo tipo di problematica, che ci porta oggi a discutere di modifiche al Regolamento, lo ha correttamente sottolineato il Presidente Perron nell'introdurre l'argomento, lo ha doverosamente ripreso il collega Nicco. Qualche riflessione va fatta, anche in chiave forse più politica rispetto a quanto non sia stato fatto negli interventi precedenti, puntualmente tecnici.
È evidente che la situazione creatasi a fine luglio ha avuto dei riflessi non solo politici, ma anche sostanziali. Come Commissione per il Regolamento, alla quale partecipo, ci siamo posti la domanda se fosse opportuno o meno entrare nel merito della causa scatenante e infatti abbiamo audito l'Assessore alle finanze e il liquidatore della Gestione straordinaria per capire cosa sarebbe accaduto nell'ipotesi in cui non si arrivasse a sbloccare questa situazione. La sensazione politica che abbiamo ricavato dall'audizione soprattutto del Ragionier Bo è di una situazione di disagio, ma non del Ragionier Bo, che sicuramente lo sta provando, ma di disagio anche da parte dei componenti della Commissione per il Regolamento che hanno ascoltato il disagio del liquidatore. Liquidatore che ha iniziato a scrivere pochi giorni dopo che la notizia di quella votazione che aveva bocciato il bilancio della Gestione straordinaria divenne di pubblico dominio e che ha continuato a scrivere fino a qualche settimana fa non ottenendo mai risposte dal livello politico, tanto che il liquidatore ha dichiarato in maniera non "addolcita" di sentirsi senza copertura politica. Il problema di fondo che il liquidatore ha evidenziato cioè non era solo quello inerente la carenza di liquidità, ma soprattutto quello di non avere più "l'ombrello politico" che desse copertura agli atti che avrebbe dovuto assumere come liquidatore. Penso allora questa volta debba essere fatta la riflessione sul concetto di responsabilità politica. Il problema di luglio è nato all'interno delle fila della maggioranza, anche perché i franchi tiratori sono voti mancanti alla compagine che governa. Oggi il Consiglio regionale è chiamato a "correre ai ripari" sulla situazione sostanziale, che, per essere gestita con tempi compatibili con procedure complesse, non può fare a meno di una modificazione del Regolamento consiliare.
Penso che la prima considerazione sia sull'assunzione delle responsabilità. Avevamo dichiarato fin dall'inizio che non avremmo accettato "colpi di mano", che, se vi erano delle questioni regolamentari, dovevano essere affrontate facendo riferimento alla Commissione regolamentare, che dovevano essere verificate eventuali strade alternative e che bisognava capire quali erano i meccanismi da cambiare che non facessero saltare l'impianto delle regole. Noi non abbiamo responsabilità di governo, di conseguenza ci potrebbe venir facile dire che il problema non ci riguarda, nel senso che la questione concerne il Governo. Il Governo si è trovato in questa situazione perché la sua maggioranza ha operato delle scelte diverse; di conseguenza, ci verrebbe la sensazione di dire: "risolvetevelo da voi il problema!". Riteniamo però che questo ragionamento denoterebbe da parte nostra una mancanza di responsabilità e, visto che non abbiamo mai sostenuto la filosofia del "tanto peggio, tanto meglio", reputando che vi siano degli interessi che debbano accomunare sia chi ha responsabilità di governo, sia chi non ce l'ha, sin dalle prime battute in quella Commissione per il Regolamento abbiamo cercato di capire il problema e di proporre delle soluzioni che tenessero conto del particolare, ma che non stravolgessero nella sostanza un certo schema regolamentare; infatti, abbiamo presentato in quella commissione degli emendamenti a modifica di quel testo, che sono poi stati recepiti nel testo d'aula che oggi stiamo discutendo. Avevamo peraltro detto che quel testo d'aula così come era, nonostante le nostre modifiche, era un testo che non ci piaceva, perché si correva il rischio sul caso particolare di derogare a quello che per noi rimaneva un principio importante; avevamo di conseguenza formalizzato un secondo emendamento che era rimasto all'attenzione delle componenti di maggioranza. Ripresentiamo gli articoli che oggi sono oggetto di modifica nel testo che avevamo ipotizzato in Commissione per il Regolamento, perché riteniamo che, se è richiesto un atto di assunzione di responsabilità, questa responsabilità deve essere coerente con il problema; di conseguenza, ci assumiamo la responsabilità di creare i presupposti regolamentari per la governabilità, ma la responsabilità di governo, che non è la responsabilità "dell'agibilità"... alle regole necessarie alla governabilità, le deve dare la Giunta, la maggioranza. Anche andando a modificare questa norma nel senso che a breve illustrerò, è evidente che la responsabilità di governo che questa Giunta e questa maggioranza hanno dato negli ultimi tempi è tutt'altro fuor che esemplare e, quando dico "responsabilità di governo", Assessore Marguerettaz, mi rivolgo a lei in questa vicenda, perché lei l'ha subita e patita, ma sul Casinò lei deve rendersi conto che delle decisioni vanno assunte e vanno assunte nelle sedi che sono deputate ad assumere quelle decisioni! Nel dare la nostra disponibilità a "rimettere in carreggiata" il percorso della liquidazione della Gestione straordinaria auspichiamo che lei, Assessore, si faccia carico delle responsabilità di governo, che prenda delle decisioni, che esca dai ricatti politici che la sua parte politica le ha fatto "digerire", fino allo "sgambetto" di quella notte di luglio sulle vicende del Casinò, anche perché, superata questa "impasse", non ci saranno più altre attenuanti a suo favore o a suo discarico.
Abbiamo letto la deliberazione della Giunta di questa mattina: è una deliberazione che non dice nulla, perché sul Casinò lascia l'intera competenza a lei, Assessore, ribadendo che il Presidente della Regione ha un ruolo di coordinamento. Penso che tutti i colleghi siano consapevoli che, al di là delle materie assunte in gestione diretta da parte della Presidenza, su tutte le altre materie vi sia un compito di coordinamento da parte del Presidente della Regione in virtù della collegialità delle decisioni che sovrintendono all'organo esecutivo, alla Giunta regionale, perciò la deliberazione di stamani non ha portato novità significative; probabilmente ha fatto un po' di "fumo" che era necessario all'interno delle fila della maggioranza o, meglio, all'interno dell'"Union Valdôtaine". Sappiamo che i segnali di "fumo" hanno sempre caratterizzato le comunicazioni fin dagli albori dell'umanità, probabilmente l'"Union Valdôtaine" continua a comunicare con segnali di "fumo". Noi auspichiamo che queste comunicazioni portino a delle decisioni e al rispetto di certe procedure.
Nel testo dell'emendamento che si sta distribuendo chiediamo di limitare la "finestra" che verrebbe aperta dalle modifiche indicate nel testo d'aula. Avevamo già ottenuto in Commissione per il Regolamento che tale previsione venisse limitata solo agli atti amministrativi, come recita il testo oggi all'esame dell'aula, e che di conseguenza venisse preclusa la possibilità di riportare gli atti regolamentari e gli atti legislativi in aula prima dei 6 mesi. Ritenevamo però - e questo è il motivo per il quale abbiamo presentato l'emendamento - che la dizione "anche economiche" lasciasse una discrezionalità molto ampia; di conseguenza, chiediamo che la particolare urgenza in riferimento alla mancata approvazione degli atti amministrativi comporti gravi conseguenze giuridiche ed economiche. Non vogliamo che si innestino delle "speculazioni", in senso positivo del termine, di filosofia politica, cioè che atti amministrativi con semplicemente delle aspettative politiche all'esterno di questa Amministrazione possano essere riportati prima dei 6 mesi in aula. Reputiamo anche che il prosieguo - che abbiamo cassato nel nostro testo alternativo -: "oppure determini l'impossibilità a far fronte ad adempimenti soggetti a termini di scadenza inderogabili fissati per legge" si presti ad interpretazioni abbastanza ampie e possa portare prima dei 6 mesi in aula una serie di situazioni che in questo momento forse ci sfuggono, ma che sono molto più ampie rispetto a quella che ha dato origine a questa vicenda.
Riteniamo di esserci dimostrati disponibili a confrontarci sul "terreno" delle regole, nel rispetto delle procedure che sovrintendono al cambiamento delle stesse... e anche all'impegno che il Presidente Perron si è assunto di proseguire un'analisi su una serie di situazioni che vanno modificate nel Regolamento e che hanno anche penalizzato chi dai banchi di opposizione ha l'intendimento di fare proposte e di essere propositivo, perciò su tale percorso e su questo testo il nostro gruppo è disposto ad assumersi una responsabilità che possa rimettere in gioco le regole di governabilità, su un testo diverso la nostra indisponibilità sarebbe totale.
Président - La parole au Conseiller Fey.
Fey (UV) - Voglio dire solo due parole sul Regolamento interno del Consiglio. Questo mio breve intervento mi sembra opportuno per porre l'accento su un fatto di grande rilevanza che accadrà oggi in quest'aula: la modifica del Regolamento interno dell'Assemblea, che consentirà di riesaminare il bilancio del Casinò di Saint-Vincent, Gestione straordinaria in liquidazione. Questa decisione è sostanzialmente condivisa da più aree politiche di maggioranza e di minoranza, in particolare "La Casa delle Libertà" dimostra elevato senso di responsabilità che in modo trasversale caratterizza il Consiglio regionale. È la migliore dimostrazione di come, pur da punti di vista che rimangono ben distinti, questa Assemblea è in grado di ritrovare un'unità di intenti laddove una mancanza di approvazione comporti gravi conseguenze, anche economiche, per la Regione e la vicenda del Casinò è in modo inequivocabile un tema per il quale le battaglie politiche non possono e non devono combattersi sulle teste, in primo luogo, dei lavoratori del Casinò e, in definitiva, sui Valdostani che legittimano la nostra presenza in quest'aula. Sento di poter affermare che troppo spesso la complessità degli equilibri e delle regole della politica rischiano di farci perdere di vista il nostro vero obiettivo, che è quello di rispondere concretamente alle aspettative della comunità valdostana, un rischio che oggi è stato evitato brillantemente riportando questa Assemblea su una rotta più efficace e rispettosa dei cittadini.
Président - La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Ritengo che, da un punto di vista politico, questa vicenda si presti a una sottolineatura fortemente critica, perché qui la situazione è quasi paradossale, nel senso che abbiamo una maggioranza molto ampia con 22 voti, che non riesce a portare in approvazione - perché si divide - un proprio provvedimento e poi qual è la soluzione che viene portata avanti "a spron battuto" per risolvere il problema? È quella di andare a modificare il Regolamento consiliare. Si tratta di una procedura che, dal punto di vista politico, va pesantemente stigmatizzata, cioè non siamo assolutamente d'accordo con i presupposti che stanno dietro a questa manovra.
Nella lettera dei Capigruppo dei "DS" e "Union Valdôtaine", che hanno proposto questa modificazione del Regolamento, si dice: "ritenuto che la mancata approvazione del bilancio comporta di fatto una paralisi delle operazioni di liquidazione con gravi conseguenze di natura contabile e fiscale, proponiamo di modificare il Regolamento in modo che quello che fino a ieri non si poteva fare, adesso si possa fare". Questo non è assolutamente accettabile - cioè che si pensi di risolvere problemi nati all'interno della maggioranza con modifiche di regole che sono patrimonio comune - e che lo si faccia in modo unilaterale è un fatto molto negativo, poi si può accettare tutto ma, se è questo il punto di partenza, nessuno poi ci garantisce, perché di qui a 6 mesi, o 1 anno la logica può essere la stessa, per cui si può affrontare qualsiasi eventuale nuovo "intoppo" in termini di modifiche al Regolamento. Sottolineo che questo è un punto sul quale nessuno aveva mai proposto modifiche regolamentari, perché mai era stato individuato come un punto critico il fatto che si dicesse che un provvedimento bocciato dal Consiglio per 6 mesi non può essere riesaminato; del resto, capita talmente raramente... e non dovrebbe capitare a maggior ragione adesso che vi è una maggioranza così ampia, quindi ci sembra paradossale. Questo è il presupposto per cui diciamo intanto politicamente che non possiamo condividere tale operazione.
Se poi entriamo nel merito, è vero che in commissione abbiamo sentito l'Assessore, il liquidatore, anche se devo dire fra parentesi - e chi è stato in commissione lo sa - che lo abbiamo potuto fare a fatica, in quanto la richiesta da me avanzata di sentire il liquidatore è stata accettata con estrema fatica, perché si è cercato in ogni modo di evitare anche quel passaggio, dato che comportava il rinvio di una decisione che avrebbe dovuto essere immediata in commissione, però quell'audizione del liquidatore è stata molto utile perché ha chiarito dei fatti importanti. Qui e anche in commissione è stato più volte detto che il problema di fare in fretta, di ritornare con un bilancio in Consiglio era una questione essenzialmente di liquidità, perché il liquidatore ha un bilancio deficitario, ha bisogno di risorse e, per avere queste risorse, bisogna approvare il bilancio, perché la Giunta e il Consiglio facciano dei provvedimenti di ripianamento del deficit e per reintegrare il liquidatore nelle sue disponibilità finanziarie. Abbiamo verificato che questo non è assolutamente vero, che il problema non è di carattere finanziario; non solo, abbiamo appreso dal liquidatore che egli - e lo ha poi confermato l'Assessore - deve ancora incassare oltre 1 milione di euro già deliberati dalla Giunta regionale rispetto alla gestione dei bilanci precedenti, però non ancora erogati. L'Assessore ci ha detto che non sono stati erogati perché il liquidatore non ne ha bisogno, quindi non esiste un problema di liquidità e di esigenza finanziaria; del resto, lo stesso liquidatore nelle lettere che abbiamo potuto acquisire dice ad un certo punto che il voto negativo del Consiglio sul bilancio lo ha messo in estrema difficoltà, tant'è vero che lui non può proseguire prudenzialmente le azioni di liquidazione: non dice che lui non le può fare, afferma che non le può continuare prudenzialmente e questo è molto importante, perché lui non è "tecnicamente impedito", ma si trova in grossa difficoltà perché la bocciatura del bilancio lo ha messo in una situazione di difficoltà di non "copertura politica". È questo che ci ha fatto capire il liquidatore, perché ha voluto evidenziare in modo molto chiaro che il suo problema è stato anche di aver inviato una serie di lettere - di cui abbiamo avuto copia - al Presidente del Consiglio, all'Assessore e al Presidente della Regione, di cui, a parte una, non ha mai ricevuto risposta. È qui che è nato il problema grave, perché un liquidatore che si trova con il bilancio bocciato, al quale non gli vengono spiegate neanche esattamente le motivazioni di questa bocciatura, al quale non gli viene data una copertura rispetto alla prosecuzione della sua attività... è chiaro che lui dice: "io non faccio più niente e blocca tutto quanto" ma, se vi fosse stato e vi fosse un intervento di sostegno adeguato da parte dell'organo di governo, il liquidatore poteva proseguire la sua attività, sapendo che forzatamente si arriverà all'approvazione del bilancio. Non era la questione del mese in più o del mese in meno... e la dimostrazione di questo fatto ce l'abbiamo direi quasi matematica, perché il bilancio della Gestione straordinaria del 2002 non è stato approvato a luglio 2003, ma nel gennaio 2004 e il liquidatore ha continuato a svolgere la sua attività tranquillamente; quindi non vi era una situazione di emergenza, per cui di corsa bisognava il primo Consiglio utile convocare la commissione e modificare il Regolamento, non è assolutamente così! Chiaramente vi era uno stato di agitazione, di difficoltà, di disagio da parte del liquidatore, perché non capiva cosa stesse succedendo, non capiva quali erano le intenzioni politiche, non si sentiva sorretto a livello politico: questa è la realtà! Lui ha voluto più volte dirci in audizione - ed è verbalizzato - che non ha ricevuto risposta alle lettere da lui indirizzate all'Amministrazione regionale e questo è paradossale e grave. Non è che vi fosse quindi tutta questa urgenza, si poteva riunire la commissione con molta più tranquillità, accorpare l'esame di tale punto specifico con altri punti più importanti e forse più urgenti di modifica del Regolamento e fare un ragionamento più sereno; questo è il percorso che si doveva fare, quindi non condividiamo la fretta con cui anche oggi si è voluto portare - con iscrizione d'urgenza - tale provvedimento al Consiglio.
Vi è poi un altro aspetto che non condividiamo: il metodo di fondo, perché qui "mettiamo mano" al Regolamento. Vi sono due aspetti di metodologia che non vanno bene. Il primo è che "mettiamo mano" solo a questo punto specifico; è vero che è venuto fuori, ed è positivo, l'impegno di andare a rivedere anche altri aspetti, vi erano anche delle proposte, ma per il momento sono state accantonate perché, in realtà, quello che si vuole modificare adesso è solo quel punto, quindi si affronta un solo aspetto, prescindendo da tutta un'altra serie di aspetti. Possiamo anche capire che vi possa essere una discussione e alla fine si formi una maggioranza, ma qui ci si è mossi con una decisione di maggioranza di imporre un certo tipo di scelta secondo una metodologia inaccettabile, perché il Regolamento deve essere un qualcosa di condiviso, quindi anche sulle modifiche va cercata una convergenza ampia, perché il Regolamento del Consiglio è un patrimonio comune, sono delle regole che ci diamo e non sono delle regole che possono essere decise e modificate "a colpi di maggioranza". Si può tecnicamente fare, ma non è un modo corretto di gestire il Regolamento del Consiglio e, purtroppo, secondo noi, siamo in questa situazione e anche sotto tale aspetto critichiamo.
Se vogliamo prescindere dal contesto del ragionamento politico, dalla non urgenza di questo provvedimento e dal modo - che non ci convince affatto -, nel merito, per quanto riguarda la proposta di modifica, è chiaro che non riteniamo affatto scandaloso si possa mettere in discussione anche quel termine di 6 mesi, ci si può ragionare sopra. Abbiamo visto anche quello che succede nelle altre regioni e negli altri Consigli regionali, che esiste un principio generale in tutti i casi in cui il vincolo dei 6 mesi vale per i provvedimenti legislativi, mentre, per quanto riguarda gli atti amministrativi, vi è una situazione più variegata: vi sono le regioni che hanno i 6 mesi, altre senza dei limiti, altre ancora con altri limiti. Effettivamente, non è scandaloso che si voglia introdurre una tempistica diversa, una preclusione diversa fra provvedimenti legislativi e provvedimenti amministrativi, a parte il fatto che il nostro Regolamento ha già una deroga su alcuni atti amministrativi: le nomine, quindi è già stato prevista, perché si conosceva il problema. Se si fa questa differenziazione fra atti amministrativi e atti legislativi però, secondo noi, è fondamentale che si stabilisca un termine minimo anche per gli atti amministrativi: se per gli atti legislativi è di 6 mesi, si stabiliscano 3 o 4 mesi per gli atti amministrativi, ma non che un provvedimento possa ritornare immediatamente nel Consiglio successivo a quello in cui è stato bocciato, anche per serietà nel modo di lavorare, per senso di responsabilità di chi vota in Consiglio regionale. Noi quindi abbiamo proposto in commissione un emendamento, che riproporremo anche all'aula, nel quale - quanto meno se si vogliono modificare questi termini - si prevede un termine di 3 mesi, in modo che non vi sia la possibilità di riportare subito in Consiglio un provvedimento respinto dal Consiglio.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Oggi stiamo affrontando un problema estremamente delicato: quello del Regolamento, in qualche modo la "Costituzione" di questo Consiglio, il modo con cui ci siamo impegnati a funzionare. È un problema che deve essere "trattato con i guanti" e credo si possa dire che, pur in una fase molto difficile della politica, tale argomento sia stato trattato con la dovuta delicatezza da parte di un ampio schieramento del Consiglio. Penso che la proposta di modificazione effettuata al Consiglio sia una proposta seria, una proposta che adegua tale Regolamento non solo in merito al caso specifico, ma dia una prospettiva che può essere utile in molti altri casi; quindi il caso specifico ci ha fatto capire come questa norma poteva essere di ostacolo al buon funzionamento della massima istituzione regionale. Abbiamo fatto questa proposta, che naturalmente è stata dibattuta, in questo senso apprezzo il contributo proveniente da "La Casa delle Libertà", che ha presentato degli emendamenti ragionevoli e in grado di migliorare tale testo, in modo che sia chiaro, ad esempio, che la mancata approvazione può portare a gravi conseguenze economiche e giuridiche. La dizione che avevamo messo era forse più generica, poteva forse dare adito a qualche perplessità o male intendimento. Credo si possa concordare con questa definizione che viene proposta dai colleghi, apprezzandola proprio come sforzo per un migliore risultato finale. Penso sia questo il metodo che si dovrà usare nei prossimi mesi quando affronteremo le altre parti del Regolamento, nel senso che credo sia chiesto a ciascuno di noi in questo Consiglio di portare il proprio contributo, perché vi sono anche altre parti che devono essere migliorate.
Cito solo due temi su cui il confronto fra maggioranza ed opposizione dovrà portare dei "frutti" positivi: il problema dei revisori dei conti, so che vi sono già proposte provenienti da varie parti politiche che indicano strade migliorative rispetto alla situazione attuale; così come, per esempio, una valutazione sul numero legale con cui la stessa Commissione per il Regolamento debba operare, perché il Regolamento attuale non è così preciso in termini di condivisione dei lavori. Ritengo che, se tutti mettiamo un po' di buona volontà, si possa... anzi possiamo già dire che si è verificata su questo tema un'ampia convergenza e mi dispiace che l'unico che non se n'è accorto è il Consigliere dell'"Arcobaleno", che richiede una convergenza ampia, dove l'unico che non converge è lui. Faccio un appello al gruppo perché capti questa atmosfera che si è creata fra i gruppi consiliari e voglia contribuire con proposte precise al miglioramento del Regolamento e del funzionamento del Consiglio. Concludendo, anche a nome della maggioranza, dichiaro che possiamo accettare gli emendamenti presentati da "La Casa delle Libertà".
Président - Je n'ai pas d'autres collègues qui s'inscrivent à parler. Je ferme la discussion générale.
La parole au Conseiller Salzone, pour déclaration de vote.
Salzone (FA) - Intervengo brevissimamente. Come avevamo già detto in commissione - ringrazio il collega Nicco di averlo ricordato e anche il collega Sandri -, abbiamo cercato di far rilevare l'importanza della Commissione per il Regolamento: quando si va a modificare gli articoli del Regolamento deve essere un fatto ben ponderato e lo abbiamo sottolineato più volte.
Detto ciò, rispetto al fatto specifico, abbiamo preso atto che la mancanza dell'approvazione del rendiconto della Gestione straordinaria è stato un atto politico, che è stato più volte esplicitato in quest'aula e che non sto a risottolineare. A riprova di questo, se cioè non fosse stato così, credo che il Rag. Bo, liquidatore della Gestione straordinaria, avrebbe dato per primo le dimissioni, così non è stato. Abbiamo preso atto però che il liquidatore, rispetto ad una bocciatura del bilancio, non può operare, perlomeno così ci è stato riconfermato dalle diverse audizioni che abbiamo avuto e in questo discordo dal ragionamento portato avanti dal collega Riccarand: a mio avviso, vi sono fatti di opportunità e di etica che non consentono, di fronte alla bocciatura di un bilancio, di poter operare, non fosse altro perché in quel caso la responsabilità del liquidatore sarebbe tale da non consentire di andare in quella direzione. Abbiamo anche detto che a questo punto la modifica del Regolamento diventava un fatto importante per consentire al liquidatore di operare su tutte le cose che devono essere fatte, con eventuali contenziosi che potrebbero aggravare la situazione economica della gestione stessa, per cui questo fatto ci ha portato a ragionare in senso positivo, ovvero che andare a modificare il Regolamento per noi in tal caso non è una cosa traumatica. Abbiamo già ribadito in altri interventi che il Regolamento ha dei punti che devono essere discussi e modificati; quindi il fatto di poter migliorare il regolamento ci consente di dire che la modifica è a questo punto opportuna.
Sono già stati citati alcuni dei temi di modifica al Regolamento che dovranno essere discussi, peraltro in commissione si è parlato della disponibilità di andare a discutere nel più breve tempo possibile il Regolamento stesso: per esempio, il tema dei revisori dei conti, ma soprattutto la questione del numero legale della commissione stessa, sono due aspetti di fondamentale importanza; per questo, come abbiamo già detto in commissione rispetto alle proposte del gruppo "La Casa delle Libertà", di modifica al Regolamento, trovando la convergenza con la maggioranza, ci trova consenzienti.
Président - La parole au Conseiller Viérin Marco.
Viérin M. (SA) - Intervengo molto brevemente. I colleghi hanno già analizzato questo aspetto sia dal punto di vista politico che amministrativo. Politicamente si è scelta questa strada per risolvere altri problemi, qualcuno come il Consigliere Riccarand dice che non ci potrebbero essere; io, parlando al condizionale, ritengo che probabilmente qualche problemino ci sarebbe se non andassimo ad approvare il bilancio del Casinò e le differenze ci sono state spiegate anche in commissione.
Sull'argomento condividiamo gli emendamenti proposti da "La Casa delle Libertà", anche perché nel merito ci siamo confrontati in commissione; il mio intervento era soprattutto per ricordare l'accordo che si è preso di rivedere a fondo il Regolamento almeno su alcuni aspetti, li hanno già citati i colleghi intervenuti prima di me, i temi che ci premono di più sono: quello delle maggioranze qualificate, e non solo per la commissione, in quanto vi sono aspetti che riteniamo vadano approvati in quest'aula o in Commissione per il Regolamento a maggioranza qualificata; poi quello dei revisori dei conti, del quale avevamo dibattuto all'atto dell'approvazione del conto consuntivo del 2003, quando avevamo proposto un ordine del giorno che è stato approvato dal Consiglio, quindi è anche un impegno verso tutta l'Assemblea. Abbiamo chiesto anche dei tempi brevi, nel senso di non andare a portare alcune modifiche al Regolamento da qui a 2 anni, quindi l'impegno deve essere almeno in questi prossimi mesi di affrontare tutta la tematica.
Président - Je soumets au vote l'amendement du groupe "Arcobaleno", dont je donne lecture:
Emendamento
Il testo fra virgolette degli articoli 1 e 2 è sostituito dal seguente:
"Nel caso di proposte di atti amministrativi di particolare urgenza, la cui mancata approvazione, entro 6 mesi dalla reiezione, comporti gravi conseguenze economiche per la Regione oppure determini l'impossibilità di far fronte ad adempimenti soggetti a termini di scadenza inderogabili fissati per legge, i termini di preclusione sono ridotti a tre mesi".
Conseillers présents: 33
Votants: 6
Pour: 3
Contre: 3
Abstentions: 27 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Lanièce, La Torre, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Sandri, Stacchetti, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Je soumets au vote les amendements du groupe "La Casa delle Libertà", dont je donne lecture:
Emendamento
L'articolo 1 della proposta di modificazioni è così sostituito:
"Articolo 1
(Modificazione del comma 5 dell'articolo 27)
Al comma 5 dell'articolo 27 del Regolamento interno del Consiglio regionale è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Si può derogare a tale preclusione nel caso di proposte di atti amministrativi di particolare urgenza la cui mancata approvazione comporti gravi conseguenze economico-giuridiche per la Regione."
Emendamento
L'articolo 2 della proposta di modificazioni è così sostituito:
"Articolo 2
(Modificazione del comma 8 dell'articolo 37)
Al comma 8 dell'articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Si può derogare a tale preclusione nel caso di proposte di atti amministrativi di particolare urgenza la cui mancata approvazione comporti gravi conseguenze economico-giuridiche per la Regione."
Conseillers présents et votants: 34
Pour: 31
Contre: 3
Le Conseil approuve.
Président - Je donne acte que ce sera la Présidence qui va traduire le Règlement, qui sera proposé soit en italien, soit en français.