Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 849 del 6 ottobre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 849/XII - Carenze di personale infermieristico in alcuni servizi dell'Ospedale regionale. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso che:

- ad inizio estate sono stati chiusi temporaneamente alcuni servizi ospedalieri per carenze di personale infermieristico;

- tra le problematicità del servizio paramedico è emersa la scarsa conoscenza della lingua italiana da parte degli operatori stranieri esterni ai ruoli sanitari;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

Il Presidente della Regione e l'Assessore alla Sanità per conoscere:

1. quali sono i criteri adottati nel reclutare personale esterno ai ruoli sanitari regionali;

2. quali sono i costi sostenuti dall'USL relativamente a tale personale infermieristico;

3. qual è la situazione degli organici relativamente al personale infermieristico;

4. quali soluzioni sono state individuate per risolvere il problema di cui in premessa.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Questa interpellanza affronta quello che è sempre uno dei maggiori problemi della sanità valdostana, ma anche italiana: il problema delle carenze infermieristiche. Vorrei fare solo alcune premesse prima di entrare nello specifico; intanto, come dicevo, è un problema italiano: perché i nostri ragazzi non vogliono più fare l'infermiere professionale, adesso Dottore in scienze infermieristiche. Questo è il problema vero da affrontare, ridando dignità a tale mestiere e professionalità, compiti specifici. È quello che cerchiamo di fare, anche se, dal punto di vista contrattuale, non possiamo cambiare le regole nazionali. In particolare, la chiusura della Geriatria... come si richiede... non è dovuta a un calcolo o a degli inconvenienti particolari, se non ad un'emergenza verificatasi proprio nel personale infermieristico, che in poco tempo ha costretto il Direttore sanitario, senza contattare i sindacati e neanche me, per un'emergenza venutasi a realizzare, dovendo chiudere una parte della Geriatria: quella che veniva chiamata la "Geriatria B". Non è quindi stato un problema di incapacità di parlare l'italiano di alcuni infermieri, comunque bisogna notare che il problema specifico di questo reparto è avvenuto in un momento in cui si stava facendo un'analisi sul percorso sanitario del malato anziano in estate, che, contrariamente a quanto è stato detto, in Valle d'Aosta per l'anziano e per la salute dell'anziano è il momento più favorevole, tutti gli anziani in estate vengono in Valle d'Aosta perché si sta meglio che nelle città... poi perché si stava delineando un nuovo percorso assistenziale con l'apertura della RSA di Antey, che è avvenuta proprio a metà agosto. Questo anche perché, come dicevo, si sta verificando e delineando un nuovo percorso di assistenza per l'anziano: ad esempio, per quanto riguarda l'ictus, una volta il malato al di sopra dei 65 anni veniva ricoverato in Geriatria, adesso con la nascita in Neurologia di alcuni letti dedicati al trattamento intensivo dell'ictus la malattia ha cambiato il decorso, anche perché è chiaro che avere un malato affetto di ictus in reparto o averlo in Neurologia, quindi in Viale Ginevra in Ospedale, vuol dire poter accedere alla radiologia, ad interventi di disostruzione carotidea, quindi direi che, nell'ambito di un discorso più generale, si è venuto a verificare un problema particolare, per cui la Geriatria è stata chiusa. Direi che questo a posteriori non ha causato dei problemi, anzi tutte le unità e tutti gli altri reparti hanno sopportato in modo egregio tale problema.

Rispondendo alla prima domanda, a parte il discorso della nostra scuola infermieri... una scuola di alto valore che forma ogni anno 30 infermieri professionali, l'anno scorso vi era stato un calo nell'iscrizione. Bene, posso dire con orgoglio che da quest'anno abbiamo più di 30 domande al primo anno della nostra scuola. Le infermiere vengono reclutate intanto con avvisi di concorso per i posti definitivi, poi, proprio perché vi è una non sufficiente risposta in Regione a questo bisogno di lavoro, perché vi sono molti "part-time" e si dà molto spazio alla formazione, vengono introdotti i contratti libero-professionali. Questi contratti sono rivolti a soggetti infermieristici non più in attività, ad esempio infermieri in pensione, infermieri in mobilità da altre regioni... e in questo caso il loro curriculum e la loro iscrizione all'albo vengono valutati dall'Ufficio infermieristico.

Vi sono poi le cooperative, in Valle d'Aosta sono 2 quelle che forniscono infermieri stranieri soprattutto: le società "Multinational" e "Obiettivo Lavoro". Queste cooperative forniscono, secondo la "legge Bossi-Fini", degli infermieri che hanno svolto il loro percorso scolastico in altri Stati; sono esse a verificare tutto il percorso di iscrizione all'albo, che prevede un visto del Ministero della salute e un'approvazione del loro percorso formativo. Quando il Ministero della salute ha vidimato il loro curriculum, solo in quel momento loro possono iscriversi all'albo professionale della Valle d'Aosta. Nell'ambito di questo accordo della legge "Bossi-Fini" è anche previsto un corso di lingua italiana, un accertamento delle loro capacità sempre nello Stato di provenienza. Da questo deriva, sempre per tale legge, che questi infermieri non possono slegarsi da questo rapporto con la cooperativa, proprio perché previsto come personale di più all'entrata nel mercato in Italia secondo la "legge Bossi-Fini". Dopo questo percorso, quando sono iscritti all'Albo professionale degli infermieri della Valle d'Aosta, affrontano un colloquio con l'Ufficio infermieristico che verifica sia la loro professionalità, sia le loro conoscenze del linguaggio, dopo si passa ad un'introduzione nel reparto a cui sono destinati, che prevede un periodo di prova di 15 giorni, dopodiché il coordinatore verifica se siano idonei o no all'introduzione lavorativa, sempre per un periodo definitivo. Questi infermieri non hanno un rapporto unico con il loro ente di appartenenza ma, essendo dei liberi professionisti, hanno un rapporto che è quantificato in ore giornaliere... rispetto ai costi sostenuti dall'azienda relativamente a tale tipologia di contratti, posso dire che per il 2003 la spesa per contratto con cooperative e società di somministrazione lavoro si è assestata in euro 1.074.000, mentre la spesa per il 2004 si proietta a un valore superiore: verso 1.800.000 euro. Sempre in questo ambito, per quanto riguarda l'intero conto dei contratti libero-professionali, nel 2003 abbiamo speso 2.669.000 euro, mentre per il 2004 si può ragionevolmente "proiettare" verso un valore pari a 3.650.000 euro... rispetto alla situazione degli organici infermieristici. Nei numeri che le darò vi è tutto il personale infermieristico dipendente, al lordo di aspettative, congedi e permessi, racchiudendo in questi numeri anche i "part-time". Nel 2001 avevamo 472 infermieri, nel 2002 503, nel 2003 511. Bisogna dire però che con l'aumento dei numeri di personale infermieristico sono diminuite le ore di straordinario che effettuavano gli infermieri precedentemente.

In risposta all'ultimo punto che mi sembra il più stimolante...

(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)

... i primi numeri che le ho dato sono i numeri del personale con un contratto con cooperative e società amministrative, cioè personale straniero, e il secondo numero che le ho fornito è il numero di tutti i contratti professionali; il costo non glielo ho dato, perché non me lo hanno dato, glielo farò avere. Mi sono addentrato nel sottolineare le soluzioni per risolvere il problema di cui in premessa, come viene chiesto nell'ultimo punto. La cosa interessante è che è stato sperimentato e ritenuto valido il nuovo percorso di cura, cioè un percorso di cura che prevede per la Geriatria solo il momento dell'urgenza, per il Reparto geriatrico dell'Ospedale, dopodiché il malato verrà trasferito in una RSA per svolgere un percorso riabilitativo in un ambiente più favorevole. Da lì abbiamo due soluzioni: una che prevede il rientro a domicilio con un'assistenza domiciliare integrata che è stata potenziata, oppure nella ricca rete di case per anziani che abbiamo e che stiamo sottoponendo a un potenziamento, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto sanitario. La Geriatria, comunque, sarà riaperta in parte proprio secondo le esigenze emerse da questo nuovo percorso, cioè alla "Geriatria A" di 29 posti letto saranno aggiunti 20 posti letto di quelli che erano la "Geriatria B", per arrivare a 49-50 posti letto, che sembrano più che sufficienti per tale nuovo percorso.

Per risolvere invece il problema delle carenze infermieristiche - che, come dicevamo, è un problema nazionale e una questione non facilmente risolvibile in poco tempo -, come lei sa, sono partiti i corsi di riqualificazione - a questo abbiamo partecipato tutti, comprese le organizzazioni sindacali, degli "ADEST" e degli "OTA" in "OSS" e soprattutto avremo a novembre il primo corso e a primavera dell'anno prossimo il secondo corso di formazione degli "OSS" "ex novo". Lei sa che gli "OSS" hanno un percorso di 1.000 ore, questo ci porterà nel giro di un anno ad avere tale personale, molto utile in una struttura ospedaliera, in una quantità molto interessante. Intanto, come dicevo, abbiamo da quest'anno di nuovo 30 iscritti alla scuola professionale della Valle d'Aosta e questo forse perché è stata data di nuovo dignità al loro mestiere, forse perché si è fatta conoscere di più tale possibilità, di fatto abbiamo più di 30 domande al primo anno di scuola di infermieri. Questo ci permetterà - e qui volevo dire che non è vero che non è stato fatto niente quest'anno, perché tutto tale percorso organizzativo è sicuramente innovativo - una razionalizzazione dell'utilizzo del personale: laddove le infermiere professionali sono in turno in 2, appena avremo gli "OSS" stabili che hanno finito il loro percorso, potremo affiancare ad un'infermiera professionale sicuramente un "OSS"; ciò permetterà una riorganizzazione del personale e in questo modo avremo una qualità migliore di assistenza. Mi dispiace per i costi generali che le fornirò, per il resto penso di aver risposto.

Président - La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (CdL) - Alcune riflessioni a margine delle risposte che l'Assessore ha fornito alla nostra richiesta di chiarimenti su una situazione che parte da lontano, nel senso che il problema della carenza di organici è una situazione che accompagna da molto, troppo tempo la sanità valdostana, perché è di quella che qui ci occupiamo ed è su questa sanità che possiamo intervenire. Un dato che sorprende è come nonostante l'incremento delle unità in organico, dalle 472 alle 511 in 3 anni... non è un aumento vertiginoso, ma è un "trend" di progressivo aumento rispetto a posti in ruolo che sono ancora scoperti...

(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

... questi sono i dati dei professionali... comunque il problema grosso sta soprattutto sulla carenza di personale professionale. Quello che ci lascia perplessi è che sono aumentate le professionalità dei cosiddetti "infermieri professionali", sono incrementati nel contempo gli oneri delle convenzioni esterne vuoi con le cooperative, vuoi con i cosiddetti "infermieri convenzionati", perciò vi è stato uno sforzo, quanto meno finanziario, da parte dell'USL per cercare di sopperire a questa cronica carenza di organico. Nonostante tale sforzo sia significativo in termini economici... perché sicuramente lo è, anche se non abbiamo i numeri nel dettaglio per gli infermieri a ruolo, perché da 472 sono passati a 511, perciò è evidente che sarà aumentata la spesa, ma essa è aumentata per quelli esterni, cooperative convenzionate, da 3,743 milioni di euro del 2003 ad una stima di 5,450 milioni di euro nel 2004. Rimaniamo perplessi quando alla fine scopriamo che, nonostante questo sforzo, è accaduta una cosa che l'Assessore ha minimizzato, ma che è preoccupante, perché è preoccupante apprendere che dei reparti devono essere chiusi per carenza di personale. È vero che nel passato è accaduto di peggio, perché avevamo chiuso le sale operatorie, questa però non è una buona consolazione rispetto a quello che è accaduto in estate.

Le nostre preoccupazioni sono rafforzate da quel dato che l'Assessore ci ha confermato, ma che era noto: la RSA di Antey, attesa e auspicata a più livelli, comporterà una serie di problematiche sul "turnover" del personale dedicato a quella RSA, che è una RSA forse troppo decentrata rispetto a quello che l'attuale situazione avrebbe suggerito. Il fatto di sapere che l'apertura della RSA di Antey è stata una delle cause, se non la causa, della chiusura di un reparto, in Geriatria, ci induce a dire che forse bisogna fare ulteriori sforzi per ottimizzare quelle risorse non abbondanti, ma esistenti. Infatti apprezziamo la riflessione che l'Assessore ha fatto alla fine dell'illustrazione di questi suoi dati, quando ha detto che, per quanto riguarda gli intendimenti generali, vi è l'auspicio di poter valorizzare ed ottimizzare la turnazione del personale professionale. Siamo convinti che uno dei grossi problemi sia proprio questo, perché i numeri che lei ci ha fornito parlano da soli! Gli sforzi finanziari da parte della Regione, da un lato, e dell'USL, dall'altro, sono stati più che significativi e in un periodo così breve difficilmente si sarebbe potuto ottenere di più. Penso che vada raccomandato, se vogliamo usare questo termine, all'USL di intervenire anche pesantemente, se necessario con una diversa politica dell'impiego delle risorse, valutando se in effetti queste cooperative diano dei risultati migliori e maggiori rispetto ai convenzionati - e ne dubito sia in termini di costo, sia in termini di risposte professionali -, e soprattutto di verificare una ridistribuzione che tenga in conto le esigenze oggettive della funzionalità dei reparti, magari scontentando qualche primario e qualche responsabile di reparto che vorrebbe, per il suo reparto, ottimizzare la situazione. Dovendo invece cercare di far funzionare il tutto, sarebbe bene che tutti facessero dei piccoli sacrifici, ma a beneficio della sanità valdostana.