Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 823 del 23 settembre 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 823/XII - Strategie per il superamento della crisi dello stabilimento Tecdis di Châtillon. (Interrogazione e interpellanza)

Interrogazione

Premesso:

- che i dipendenti dello stabilimento Tecdis di Châtillon sono esasperati dalla mancanza di notizie certe sul futuro della fabbrica e dai continui ritardi nel pagamento degli stipendi;

- che è stata (solo) recentemente istituita una task force per monitorare l'andamento dell'azienda e per individuare strategie d'uscita dalla crisi, prima fra tutte la ricerca di nuovi partner finanziari disposti a investire nel capitale di rischio di Tecdis S.p.a.;

- che la Giunta regionale ha esteso fino al 31 marzo 2005 la sospensione dei pagamenti delle rate semestrali dei mutui contratti da Tecdis con Finaosta, a fronte della "grave situazione economica e finanziaria in cui si trova la società";

ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

l'Assessore delegato per sapere:

1. quali sono le linee d'indirizzo della task force in merito al monitoraggio dell'azienda e all'individuazione di strategie per uscire dalla crisi;

2. qual è l'attuale livello di partenariato (tecnologico, commerciale e finanziario) tra Tecdis e ST Microelectronics e se sono prevedibili sviluppi positivi nel prossimo futuro.

F.to: Tibaldi

Interpellanza

Vista la situazione di difficoltà in cui si trova, ormai da tempo, la Tecdis di Châtillon;

Preso atto che gli stessi lavoratori hanno attivato per la prima volta lo strumento dello sciopero, per protestare contro i ritardi nel pagamento degli stipendi e per chiedere informazioni circa la situazione economica della ditta;

Appreso che lo sciopero è stato revocato in seguito ad un accordo per il pagamento degli stipendi, avvenuto in seguito ad incontri tra rappresentanti dei lavoratori, dell'industria e della Regione;

Considerato che nonostante tale accordo il problema finanziario persiste e che le prospettive future dell'azienda rimangono incerte;

Tenuto conto del ruolo che la Regione, direttamente o indirettamente tramite Finaosta, ha giocato e può tuttora giocare rispetto a tale azienda;

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) quali sono le decisioni prese a conclusione degli incontri tra Regione, Finaosta, Azienda e sindacati;

2) quali sono, a suo avviso, le cause delle difficoltà in cui versa l'azienda e se, per quanto di sua conoscenza, i responsabili della Tecdis hanno allo studio adeguate strategie di intervento;

3) quali sono, a suo avviso, le condizioni che consentirebbero una ripresa dell'azienda col conseguente mantenimento dei posti di lavoro e se la Regione, anche tramite la Finaosta, intende attivarsi in tal senso;

4) se la crisi della Tecdis è un fenomeno isolato o se altre aziende del settore industriale presenti in Valle sono in difficoltà e come la Regione intende operare.

F.to: Squarzino Secondina - Riccarand

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Credo che sia noto a tutti la crisi in cui versa da tempo la "Tecdis" di Châtillon, si tratta probabilmente di una crisi che rientra negli effetti della globalizzazione, della delocalizzazione delle imprese in Paesi in cui il costo della manodopera è meno oneroso rispetto al nostro, con tutti i problemi che questo comporta per la dignità delle persone, e qui vorrei aprire una parentesi rispetto a questo tema che non c'entra con la "Tecdis". Proprio in questi giorni abbiamo visto che anche ad Aosta questo capita: un'azienda di manutenzione presso la "CAS" ricorre a personale non in regola, quindi più ricattabile, con minori oneri aziendali, quindi con possibilità di fare gare di appalto al ribasso, inserendo problemi di concorrenza nei confronti di aziende più leali ed oneste... per dire che il problema non è solo del costo minore o inferiore della mano d'opera, ma è il costo della dignità del lavoro. Vi è sicuramente questa interdipendenza dei mercati, vi è il fatto che la situazione da noi è tale che basta un'operazione finanziaria che sposti ingenti risorse da una parte all'altra del mondo che soprattutto le piccole aziende legate a specifiche tecnologie, che hanno difficoltà ad adeguarsi al mercato, si trovino in una situazione di permanente precarietà. Sappiamo qual è la situazione industriale globale, nazionale, europea e non solo. La "Tecdis", purtroppo, per la sua storia pregressa, oltre che per il tipo di progetti che ha e di prodotti che lavora, si trova in questa situazione di precarietà da molto tempo, forse non ha avuto le risorse per l'innovazione.

Ultimamente ad agosto - eravamo in vacanza, chi al mare e chi a discutere di assetti politici - le difficoltà economiche sono emerse in modo così grave che gli stessi operai hanno dichiarato uno stato di agitazione. Sappiamo poi che, per fortuna, la cosa è rientrata sia perché vi sono stati degli accordi fra sindacati ed azienda, sia perché la Regione è intervenuta giustamente e ha attivato incontri con l'azienda e i sindacati e la Regione è intervenuta sia come Assessorato, sia come enti finanziari - "Finaosta" e "Aosta Factor" - individuando alcune vie di uscita. Ripeto: il problema contingente dello sciopero, quello del pagamento di alcuni operai, quello dell'inquadramento di alcuni di essi sono stati risolti, è stato anche trovato un finanziamento che per 7 mesi garantisce un minimo di respiro, però ci chiediamo se, a fianco di questa soluzione temporanea, vi siano delle strategie aziendali a lungo termine, se la Regione intende portare avanti quella serie di impegni che qui in Consiglio aveva preso, quando l'Assessore diceva che la soluzione potrebbe essere quella di favorire la partecipazione al capitale da parte di "partner" industriali di rilievo internazionale. Volevamo capire rispetto a questa situazione intanto qual è stato il risultato degli incontri avvenuti fra Regione, "Finaosta", azienda e sindacati, la valutazione dell'Assessore sulle decisioni prese, se ha avuto modo di capire che vi sono da parte della "Tecdis" delle strategie adeguate di intervento che accompagnano queste soluzioni temporanee e quale ruolo la Regione intende ritagliarsi; la quarta domanda poi potrebbe essere l'oggetto di un Consiglio straordinario, ma era solo per ricordare che parliamo della "Tecdis", ma "l'occhio" vede nello sfondo anche il problema delle altre aziende del settore industriale presenti in Valle.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) - Ringrazio la Consigliera Squarzino anche per il modo in cui ha posto la questione e quindi la problematicità che vi sta dietro. Ieri in quest'aula sono stati fatti apprezzamenti sulla politica industriale della Regione, in particolare dal Consigliere Lattanzi, che non mi pare avessero questo tipo di problematicità; anche perché, come ricordava la Consigliera Squarzino, il problema dell'industria - così come di altri settori "maturi" della nostra Regione - è il frutto di un cambiamento strutturale della nostra economia; ieri ho aperto "il Sole 24Ore nord-ovest" e ho letto: "il cuore industriale rischia l'infarto, industria: motori in panne", questo per dire che dobbiamo affrontare dei problemi che vanno verso una nuova e diversa divisione del lavoro a livello internazionale e a una difficoltà dell'economia europea in particolare ad affrontare problemi di questa dimensione.

Venendo al tema, il "problema Tecdis" ci preoccupa e preoccupa anzitutto i dipendenti che si trovano in una situazione di incertezza da parecchi mesi, questo ha fatto sì che, nel corso del mese di agosto, sia stata messa in atto un'azione di tipo sindacale con lo scopo di avere elementi di chiarezza in questa situazione, determinata da un clima di sostanziale incertezza e da una difficoltà di rapporto fra le organizzazioni sindacali e il "management" dell'azienda. Nel corso di un incontro tenutosi presso l'Assessorato il 30 agosto, è stato raggiunto un accordo che va nella direzione di costituire una "task force", costituita dall'Amministratore delegato della "Tecdis", dai rappresentanti sindacali dell'azienda e sindacali territoriali, dalla "Finaosta" e dalla "Aosta Factor" per monitorare la situazione, per cercare di trovare soluzioni strutturali al problema. La "Tecdis" ha avuto degli incrementi di fatturato nel 2001, dal 2002 vi è stato un peggioramento, per cui è necessario trovare delle soluzioni che garantiscano una prospettiva allo stabilimento. L'accordo riguarda questioni di carattere sindacale relativamente alla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, problemi legati ai profili professionali dei dipendenti, legati ad una definizione della tempistica, in una situazione di forte crisi di liquidità dell'azienda, per il saldo delle retribuzioni e altre questioni aperte fra sindacato e dipendenti.

Le domande che sono state poste dai due documenti pongono un primo problema circa gli orientamenti della "task force": gli orientamenti sono quelli di vedere di affrontare in termini strutturali il problema dell'azienda, sapendo che ognuno deve svolgere il proprio ruolo, in particolare "Finaosta" ha un ruolo di supporto sul piano tecnico e operativo in modo collegato alle norme della Regione di incentivazione all'impresa, eventualmente di aiuto finanziario per quanto riguarda la ricerca. Nell'interrogazione di "Forza Italia" si chiede: "qual è il livello di partenariato (tecnologico, commerciale e finanziario) fra "Tecdis" e "ST Microelectronics"". La "ST Microelectronics" ha erogato un finanziamento di € 3 milioni - grazie all'intervento di "Finaosta" a garanzia dell'incremento dell'esposizione di "Aosta Factor" di € 3 milioni, di cui 1 per anticipo crediti e 2 per anticipi su contratti (la scadenza originaria era prevista al 1° dicembre 2003, successivamente è stata prorogata al 31 marzo 2004, portata poi al 31 marzo 2005, a seguito anche della proroga delle convenzioni con le banche creditrici nei confronti di "Tecdis", le quali hanno portato questo termine al 31 marzo 2005, quindi un tempo breve nel quale cercare di trovare delle soluzioni). Per quanto riguarda i rapporti con "ST", in un incontro che vi era stato tempo fa con l'Ing. Pistorio, questa società si è dichiarata disponibile a convertire il debito di 3 milioni di euro in capitale dell'azienda in presenza di un analogo comportamento delle banche creditrici o in presenza dell'ingresso di nuovi "partner" nell'azienda: è questa la questione che deve essere sciolta nei prossimi mesi. Dal punto di vista produttivo, "ST" fornisce componenti per la fabbricazione di "display" alla "Tecdis". Inoltre i risultati del piano di ricerca che attualmente "Dora" sta sviluppando per la ricerca di dimostratori di circuiti integrati di pilotaggio e controllo dei "display", cosiddetti "driver/controller", inclusivo delle attività di nuove tecnologie del silicio ad essi dedicati, potranno avere ricadute positive sull'attività industriale di "Tecdis".

Cosa ha cercato di fare negli anni passati la Regione? A fronte di un'attività industriale che a livello nazionale ed europeo tendeva a delocalizzarsi, la nostra scommessa è di cercare di avere delle produzioni che abbiano una forte componente di ricerca. "Dora" era nata in questa ottica, era un'azienda in partecipazione fra "Tecdis" e "Finaosta", successivamente è stata ceduta interamente a "ST"; questa società, che attualmente occupa 14 dipendenti, si è trasferita nell'area industriale di Aosta e prevede degli incrementi nella propria attività e nel numero dei propri dipendenti nel prossimo biennio, proprio perché crediamo che la ricerca sia una frontiera sulla quale è necessario muoversi.

Le altre domande riguardano le cause di difficoltà in cui versa l'azienda e se vi siano allo studio adeguate strategie da parte dei responsabili della "Tecdis". L'azienda storicamente si è trovata ad operare in un mercato altamente competitivo, caratterizzato dalla presenza di grandi aziende con basi produttive prevalentemente localizzate in Estremo Oriente. La "Tecdis" è l'unica azienda a livello europeo a produrre cristalli liquidi; in questo contesto ha sempre ricoperto una posizione non di primo piano, ma di azienda che viene subito dopo, quindi non era "leader" dal punto di vista tecnologico, ma ha recepito la tecnologia prevalente ed operato un costante adattamento dei propri prodotti alle esigenze del cliente, il tutto è avvenuto nel tempo, con un basso livello di redditività. Tra il 2001 e il 2002 la società ha sperimentato un drammatico crollo del fatturato, passato da € 96 milioni a € 47 milioni, successivamente vi è stato un recupero, ma non siamo più tornati ai livelli del 2001; questo è dovuto al crollo della domanda mondiale dell'economia, ma soprattutto del settore della telefonia, settore di riferimento della società; questo ha creato una situazione di pesanti perdite nel tempo, che hanno eroso il capitale della società e portato l'azienda ad una cronica crisi di liquidità: da qui la discussione di oggi.

La società ha sviluppato industrialmente nuove tecnologie dopo aver introdotto nel 2003 la produzione di parti a colore. Successivamente alla ricerca sul polarizzatore liquido - di cui ha ottenuto un brevetto mondiale - sta sviluppando la nuova tecnologia identificata come "bistabile": che cos'è? È un "display" a cristalli liquidi che, anche nel momento in cui si interrompe il circuito elettrico, fa sì che l'immagine rimanga definita, ciò consente un risparmio di energia e l'utilizzo di apparecchiature per più tempo rispetto alla tecnologia normale. La tecnologia del "bistabile" è stata studiata dalla società francese "Nemoptic" che ne detiene i diritti; questa tecnologia dovrebbe offrire nuove performance ai "display" (minori assorbimenti di energia e maggior durata delle batterie). Al riguardo la società dichiara di avere sviluppato con successo un prototipo di vocabolario elettronico per la giapponese "Sharp" che, ove immesso in produzione, garantirebbe una ripresa del fatturato. La presenza di una tecnologia innovativa e di un cliente di riferimento permetterebbe all'azienda di meglio qualificarsi presso i potenziali investitori ed ottenere così l'intervento in capitale necessario per finanziare i programmi di investimento, i fabbisogni di capitale circolante e riequilibrare una struttura finanziaria che, ad oggi, è sostanzialmente totalmente a debito. Ad oggi, infatti, i numerosi fondi di investimento contattati - qui vi è stata un'azione da parte di "Finaosta" - non hanno sciolto il dubbio circa la possibilità di mantenere una produzione di cristalli liquidi in Europa su basi competitive e tali da remunerare un investitore istituzionale. Una nuova tecnologia competitiva - il discorso del "bistabile" va in quella direzione - potrebbe prospettare invece buone possibilità di crescita in un segmento remunerativo, con un vantaggio competitivo in grado di durare per qualche anno.

Nella terza domanda si chiede: "quali sono, a suo avviso, le condizioni che consentirebbero una ripresa dell'azienda..."; credo in parte di aver risposto dicendo che è necessario che vi siano due interventi: uno, un consolidamento della tecnologia tradizionale; l'altro, la necessità di nuovi prodotti, in particolare questo del "bistabile", che consentano di fare quel salto di qualità che metterebbe l'azienda in condizioni di competitività sul mercato. "Finaosta" da oltre un anno sta contattando fondi di investimento per proporre l'ingresso nella società, dando anche la propria disponibilità ad esaminare un co-investimento nel rispetto di quanto indicato dall'Unione europea, che richiede il "pari passu" rispetto all'intervento privato: a fronte di un intervento privato di un determinato volume finanziario, vi è la disponibilità di mettere un uguale volume finanziario da parte di "Finaosta", è però importante che vi sia un intervento o da parte di un'impresa industriale, o di un investitore istituzionale.

L'ultima domanda, lo diceva la Consigliera Squarzino, potrebbe occupare un intero Consiglio. Vorrei dire solo questo: il Piano delle attività produttive è all'esame della IV Commissione, insieme a questo è stato fatto dall'Agenzia del lavoro un aggiornamento dell'analisi sulla situazione del settore industriale in Valle e credo che questa sarà la sede per affrontare tale discussione, sapendo che stiamo discutendo di dinamiche che stanno rimettendo in discussione molte delle certezze che vi erano non solo in Valle d'Aosta, ma anche a livello nazionale ed europeo. Il nostro settore industriale risente della crisi che vi è stata nel settore della "Fiat" e "dell'Olivetti", cioè in quei settori che hanno un forte radicamento nel vicino Piemonte, ma che anche lì incontrano difficoltà; pertanto, se è giusta una dialettica fra maggioranza ed opposizione, su argomenti come questi è importante quanto meno condividere i giudizi fondamentali sul fatto che ci troviamo a confrontarci con temi di dimensione regionale - per cui le politiche territoriali e industriali devono essere "giocate" fino in fondo dalla Regione -, ma con anche delle implicazioni che vanno al di là dei confini nazionali per entrare nell'ambito di cosa si intende fare in Europa rispetto a questi settori. Vediamo che, rispetto ai processi di delocalizzazione, si stanno facendo ipotesi di defiscalizzazione, cioè interventi con una dimensione che va al di là dei poteri dell'Amministrazione regionale. Con questo non voglio sottrarmi alle responsabilità dell'Amministrazione regionale, anche perché dovremo fare un'approfondita discussione sul tema e sicuramente nei prossimi Consigli, con il piano delle attività produttive, avremo occasione di approfondire queste questioni.

Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Accolgo l'invito dell'Assessore di non spostarci dal particolare al generale e di conservare le nostre personali osservazioni sulla politica industriale valdostana nel momento in cui verrà affrontato il piano che è oggetto di discussione anche in IV Commissione, anche perché per l'interrogazione si hanno cinque minuti di tempo... e la replica è alquanto breve.

Perché abbiamo proposto un'interrogazione? Prima di tutto perché il nostro gruppo più volte ha richiamato l'attenzione dell'Assessore sul "problema Tecdis"; di conseguenza, abbiamo formulato due domande specifiche, anche perché gli intendimenti della Giunta ci interessavano relativamente: a noi interessava sapere, visto che l'Assessore è membro di una "task force" costituita recentemente - costituzione che vediamo come un evento tardivo rispetto al "problema Tecdis" - qualcosa in materia strategica. Ci permettiamo di avanzare una nota di biasimo sulla tardività: troppo tardi istituire una "task force" adesso; "meglio tardi che mai", è vero, però, alla luce di una situazione che è stata monitorata da lei e da altri soggetti - come noi che abbiamo il dovere di fare attività ispettiva - sappiamo che la "parabola" discendente di "Tecdis" non porta la data dell'estate 2003, ma di qualche anno addietro. Cosa avete fatto? Alla prima domanda lei risponde che si deve affrontare la questione in termini strutturali. La risposta è pleonastica, è normale che debba essere affrontata in termini strutturali, nonostante le difficoltà anche congiunturali del mercato, però sostanzialmente cosa state facendo? Qui è stato un po' evasivo, Assessore, per non dire che è stato completamente insufficiente nella sostanza della risposta. Sappiamo benissimo che vi sono esattamente 7 mesi per uscire dal "tunnel": o "Tecdis" riesce a trovare un "partner" internazionale di livello, oppure è condannata e con essa sono condannate oltre 300 persone che sono lì sulla "graticola" nella speranza che questa "task force", della quale fa parte l'Assessore e le componenti finanziarie della Regione, "Finaosta" e "Aosta Factor" "in primis", oltre alle rappresentanze sindacali e allo stesso imprenditore, trovi una soluzione.

Mi sono annotato l'unico passaggio che ritengo degno di nota della sua risposta, perlomeno per quanto riguarda la nostra interrogazione. Conosciamo il sostegno finanziario che è stato dato da "ST Microelectronics" a "Tecdis", conosciamo anche le grandi e generose attenzioni che ha avuto la Regione nei confronti di "Tecdis", abbiamo fatto una ricerca, abbiamo chiesto un prospetto agli uffici dei soldi erogati solo in termini di ricerca: sono 4,5 milioni di euro, non sono pochi. Abbiamo profonde perplessità sui risultati della ricerca, perché anche il polarizzatore liquido ora citato dall'Assessore non ci sembra che sia in funzione, secondo quelle che sono state le sue affermazioni. Lei, Assessore, però ha detto - ed è l'unica cosa degna di nota - che "ST" è disposta a convertire il debito in capitale a condizione che vi sia un accordo delle banche e, soprattutto, se vi sono altri soggetti internazionali del settore; allora la "task force" ha questo compito fondamentale, che noi auspichiamo sia già avviato in tutta la sua importanza, se tale missione non si compie nell'arco di questo brevissimo lasso di tempo, purtroppo per "Tecdis" si segna un "capolinea". Noi non vogliamo che ciò si realizzi, perché "Tecdis" è un'importante realtà industriale in una zona della media valle, che in questo momento sta vivendo difficoltà tutt'altro che trascurabili. Non vi è solo il problema della bassa valle industriale, vi è anche il problema della media valle, perché alla "Tecdis" si aggiunge il "Grand Hotel Billia", dove 150 dipendenti anche loro fra 6 mesi potrebbero avere una scadenza drammatica.

La invitiamo quindi - e lei avrà notato che siamo esenti da polemiche - a dare vigore a questa "task force", ad individuare il soggetto che può compartecipare con la "Tecdis" e ad affrontare in maniera severa con l'imprenditore le iniziative che ha posto in essere finora perché la Regione la sua parte l'ha fatta ampiamente, l'hanno fatta i dipendenti, ora ci attendiamo delle risposte concrete dallo stesso imprenditore che per anni ha dichiarato che tutto andava bene. Gli abbiamo fatto anche l'ultimo "dono" questa estate ad agosto, evitandogli il pagamento delle rate semestrali dei mutui fino al 2005, diciamo sconti che non si fanno a tutti gli imprenditori. Lei ha un'importante responsabilità non solo da un punto di vista politico, ma anche da un punto di vista di soluzione aziendale del problema; le chiediamo ancora di tenerci costantemente informati come IV Commissione, forse un Consiglio ad "hoc" è eccessivo anche se può essere una suggestione, però ritengo che quanto meno la IV Commissione, avendo una competenza specifica, debba essere costantemente informata.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Ritengo vi sia un elemento che accomuna Governo ed opposizione: non è tanto l'assunzione di responsabilità, ma la preoccupazione. Credo che tutti abbiamo grande preoccupazione rispetto a tale situazione, ho registrato dalle parole dell'Assessore una preoccupazione che esprime quella dei lavoratori, perché vedono profilarsi una situazione di crisi in cui viene meno la loro fonte di lavoro... preoccupazione che vi è un ambito sociale ed economico... perché non si vorrebbe vedere allargare la situazione di crisi dell'industria in Valle; preoccupazione perché si intravedono possibili vie di uscita, ma per ora non è stato possibile imboccarne una con decisione. Non ho parlato di responsabilità personali o politiche, è una preoccupazione che registriamo tutti, di fronte alla quale si ha l'impressione di essere impotenti, soprattutto perché vediamo che la soluzione che sembra emergere come ottimale, sembra difficilmente raggiungibile: mi riferisco alla ricerca di un nuovo "partner"... da oltre un anno "Finaosta" è impegnata in questa ricerca, ma finora senza esito.

Io, più che sollecitare ancora l'Assessore a seguire con attenzione questa ricerca, in modo che si riesca a trovare un nuovo "partner" che dia un po' di "linfa" a tale azienda, non credo vi sia altro da fare, perché sappiamo bene che in questo momento non è tanto il lavoro che manca, quanto i soldi per pagare i fornitori, per cui l'azienda è ridotta al punto che, se chi dà la commessa dà anche la materia prima, allora riesce a mettere il lavoro, altrimenti l'azienda non ha i fondi per comprare la materia prima che serve a produrre i suoi prodotti innovativi; quindi siamo in una situazione di crisi difficile, di cui siamo tutti preoccupati. Se credessimo ancora nella capacità miracolistica, credo che tutti l'attiveremmo. Noi le chiediamo da parte sua, in contatto anche con "Aosta Factor" e "Finaosta", di intensificare la ricerca di un nuovo "partner", senza il quale saremmo in grosse difficoltà tutti in Valle.

Presidente - Su questo punto interrompiamo i lavori che riprenderanno alle 15,30.

La seduta è tolta.

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La séance se termine à 13 heures 18.