Oggetto del Consiglio n. 771 del 29 luglio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 771/XII - Reiezione del "Rendiconto al 31 dicembre 2003 del Casino de la Vallée - Gestione straordinaria in liquidazione - a norma dell'articolo 8 della l.r. n. 88/1993 modificata".
Il Consiglio
Premesso che la legge regionale 21 dicembre 1993, n. 88 recante "Istituzione della Gestione Straordinaria per l'esercizio della Casa da Gioco di Saint-Vincent", come modificata con legge regionale 7 giugno 1999, n. 13, prevede, all'articolo 8, che la Gestione Straordinaria presenti all'approvazione del Consiglio regionale il bilancio consuntivo dell'attività svolta, comprensivo della relazione del Collegio dei revisori e della relazione della società di revisione;
Preso atto che il liquidatore di Casino de la Vallée - Gestione straordinaria in liquidazione - in data 15 giugno 2004 ha trasmesso il bilancio dell'esercizio 2003 corredato della relazione sulla Gestione, della relazione della Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A., della relazione del Collegio dei Revisori e completato con i dettagli relativi;
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 5016 in data 30 dicembre 2003 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2004/2006 con attribuzioni alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;
Visto il parere favorevole di legittimità rilasciato dal Coordinatore del Dipartimento Bilancio, Finanze, Programmazione e Partecipazioni regionali, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2, della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla presente deliberazione;
Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;
Non approva
l'allegato rendiconto della "Casinò de La Vallée - Gestione Straordinaria in liquidazione" relativamente all'esercizio 01/01/2003 - 31/12/2003 a norma dell'articolo 8 della legge regionale 21 dicembre 1993, n. 88 e s.m.i..
Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Cerco di esporre brevemente e partecipare, insieme al Consiglio, ad un ragionamento di fondo su quello che è chiamata a deliberare l'Assemblea.
Oggi vi viene presentato un bilancio infrannuale di liquidazione; dico questo e cerco di dare un significato alle parole, perché normalmente il bilancio di liquidazione è un bilancio che esprime tutta l'attività della liquidazione, dall'inizio alla sua conclusione. È un bilancio infrannuale e quindi dà una valutazione parziale di un'attività di liquidazione; è quanto accade nelle società e, per analogia, quello che viene presentato a voi. L'anno precedente, il bilancio della Gestione straordinaria in liquidazione in realtà era un bilancio che si riferiva a un anno di esercizio ordinario; per via della messa in liquidazione fu il liquidatore a rappresentarlo, ma in effetti il bilancio di liquidazione era relativo a un bilancio di un anno ordinario.
Oggi abbiamo un bilancio di liquidazione che, al di là degli entusiasmi che la parola "Casinò" solleva, è una rappresentazione tecnica dell'operato di un liquidatore, un liquidatore che, ancorchè in una liquidazione volontaria e non in una liquidazione coatta, ha 2 compiti: realizzare l'attivo e pagare i debiti presenti e di competenza della liquidazione. Qualsiasi altra considerazione esula da quello che siamo chiamati a fare oggi. È vero che possiamo fare tutta una serie di considerazioni, ma il bilancio di liquidazione ha questo tipo di funzione.
Nel merito, il liquidatore rappresenta in modo analitico, nella fase iniziale della sua relazione, quali sono stati i passaggi che hanno inizialmente costituito la Gestione straordinaria fino alla sua messa in liquidazione. Successivamente, mette in evidenza tutte quelle attività che sono state fatte per il passaggio dalla Gestione straordinaria alla Gestione straordinaria in liquidazione: tale passaggio è stato quello che ha comportato il trasferimento dell'azienda dalla Gestione straordinaria alla "Casino de la Vallée S.p.a.", quindi abbiamo avuto la messa in liquidazione, il trasferimento dell'azienda e il perseguimento della liquidazione da parte del liquidatore che ha coltivato tutte le attività e, da quello che vedete, l'attività principale fatta dal liquidatore è stata quella - al di là del passaggio dell'azienda - di coltivare i contenziosi, quei contenziosi che non sono stati trasferiti e che sono in capo alla Gestione straordinaria.
All'interno del bilancio di liquidazione avete una rappresentazione esatta delle movimentazioni che rappresentano un conto economico che non ha ricavi; d'altra parte, non potrebbe averli perché l'attività non viene svolta in quanto l'azienda è stata trasferita; rappresenta una serie di componenti negativi di reddito della liquidazione, principalmente spese professionali, legali, notarili e quant'altro, e soprattutto una serie di accantonamenti per dei rischi connessi alle cause che sono "in itinere".
Su questo tipo di aspetto apro un inciso relativo al contenzioso ormai pluriennale non generato dalla liquidazione, ma generato dalla Gestione straordinaria dalla sua nascita con il gruppo "SAAV-SITAV", che peraltro è sempre stato presente all'interno di tutti i bilanci e non ha un'adeguata copertura all'interno del fondo rischi. Ricorderanno tutti come questi bilanci, che sono stati nel tempo approvati ancorchè in gestione ordinaria, rappresentassero in modo chiaro il pensiero degli amministratori piuttosto che dei revisori, piuttosto che della società di revisione, che indicavano in modo chiaro l'esistenza di quel contenzioso e un'allocazione nel fondo rischi (allora era per 1 lira e che adesso è per 1 euro). Ovviamente quel tipo di bilancio poteva essere approvato - lo abbiamo già detto lo scorso anno - a condizione che, in caso di soccombenza, la Regione intervenisse. D'altra parte non c'è nulla di nuovo, anche perché queste cose sono state dette in ripetute occasioni in sede giurisdizionale, cioè all'interno di un contenzioso che aveva visto il gruppo "SAAV-SITAV" presentare delle istanze di fallimento, successivamente rigettate non tanto perché non accoglibili, ma perché vi era una garanzia accessoria che traspariva dagli atti a beneficio della Gestione straordinaria da parte della Regione. Questo è un qualcosa che è stato detto in primo grado, in Appello e in Cassazione, quindi sentenza passata in giudicato. Non è quindi un compito dell'Assemblea decidere quello che ormai è già stabilito e, anche in questo caso, sia la relazione del liquidatore, sia quella dei revisori, evidenziano che quel tipo di contenzioso ha questa conseguenza.
Rispetto alle cause che già conoscevamo lo scorso anno, sono subentrati dei nuovi contenziosi, nella fattispecie ci sono i contenziosi relativi a cause di lavoro; anche queste, tuttavia, non sono riconducibili all'attività dell'anno che dobbiamo valutare, cioè l'anno di liquidazione, ma sono cause sorte in virtù di applicazioni o non applicazioni contrattuali relative alla Gestione straordinaria, cioè gestione ante-2003. È chiaro che le cause, nel tempo, hanno un'evoluzione e le speranze di successo o di insuccesso mutano a seconda dello stato di avanzamento delle cause stesse.
Lo scorso anno questa Assemblea si era soffermata su una ipotetica - in positivo - posta creditoria in carico alla Gestione straordinaria e con l'INPS come ipotetico debitore, cosa che evidentemente aveva un significato, ma che nel contempo essendo un credito incerto, necessitava di essere totalmente svalutata, e così è accaduto. Ora, la decisione se ricorrere o meno a una sentenza che ha dichiarato inesistente - e quindi non legittimo - il credito vantato dalla Gestione straordinaria, è lasciata ai legali, ma i criteri di redazione del bilancio portano ad iscrivere, siano esse poste di una gestione in liquidazione piuttosto che di una Gestione straordinaria, prudenzialmente i debiti e non iscrivere prudenzialmente i crediti. Si può fare menzione di tutto questo nella nota integrativa, per dare massima trasparenza al bilancio, ma dal punto di vista della quantificazione del pareggio di bilancio non vanno inseriti. La posta più importante che vedete, che è stata allocata nuova, è quella relativa alla causa dei dipendenti e rappresenta il deficit di liquidazione.
Un altro aspetto che viene evidenziato da questa Gestione straordinaria in liquidazione è rappresentato - lo vedete bene a pagina 27 dai rapporti con la "Casino S.p.a." -; credo che questo debba essere evidenziato perché quell'atto di cessione effettuato il 1° gennaio 2003 ha messo in luce una serie di atti che hanno dovuto essere rimeditati e riconsiderati, perché nel tempo hanno fatto emergere delle incongruenze e quindi la necessità di fare delle rettifiche. Oggi abbiamo un bilancio di liquidazione che accoglie queste rettifiche e che fanno emergere una reciprocità fra il primo bilancio annuale di liquidazione e la "Casino S.p.a.".
All'interno di queste modifiche vi segnalo un'importante rettifica che coinvolge l'Amministrazione regionale, cioè la cessione da parte della Gestione straordinaria di servitù e di diritti reali alla S.p.a. per circa 669.000 euro, che sono riferiti al sottopasso che collega il Casinò con la "Casa del Sole". In allora, il liquidatore e il Consiglio di amministrazione effettuarono questo trasferimento nella convinzione di poterlo fare; in realtà, non poteva essere effettuato, perché quel diritto reale era, sì, stato accordato alla Gestione straordinaria, ma vincolato all'esistenza della Gestione straordinaria, quindi nel caso di cessazione della Gestione straordinaria quel diritto reale avrebbe dovuto essere ritrasferito alla Regione. Di fatto, Gestione straordinaria trasferì alla S.p.a. qualcosa che non poteva essere trasferito. Nell'ambito di questo documento, il liquidatore, in virtù del principio del riaddebito dei lavori effettuati su una proprietà altrui, che a quel punto vedrà accrescere il suo patrimonio, indica questi 669.000 euro nei crediti: questi crediti, per essere ritenuti tali ed essere riconosciuti dal debitore, ed essendo debitore un'amministrazione pubblica, devono seguire un certo iter.
Come potete ben capire, essendo questa posta emersa nel mese di maggio, ad oggi detto bilancio esprime un credito e noi, come Amministrazione regionale, abbiamo avviato l'iter per valorizzare questo eventuale debito, che è riconducibile all'accrescimento del patrimonio dell'Amministrazione regionale; quindi, a fronte di questo presunto credito, i servizi dei lavori pubblici stanno effettuando le valutazioni di congruità, per capire se i 669.000 euro sono congrui rispetto ai lavori effettuati e l'Ufficio patrimonio per valorizzare tale accrescimento del patrimonio. Se così non fosse, ovvero se l'ufficio dei lavori pubblici dovesse ritenere che quei lavori non valgono 669.000 euro, detto tipo di credito farebbe emergere una sopravvenienza passiva che, nell'arco della liquidazione, non cambierebbe nulla di fatto per l'Amministrazione regionale, perché o paga un riaddebito di lavori o paga un disavanzo di liquidazione, ma dal punto di vista giuridico formale porterebbe a 2 situazioni diverse. Infatti, in un caso abbiamo l'accrescimento del patrimonio dell'Amministrazione regionale; nell'altro caso, abbiamo il pagamento di un disavanzo.
Credo che i fatti salienti della liquidazione siano stati espressi; immagino che sulla questione vi siano degli interventi, per cui nel corso della discussione potremo cercare di fugare dei dubbi. Faccio comunque un invito ad attenersi a quello che dobbiamo approvare, cioè un bilancio di liquidazione. Un bilancio di liquidazione può essere approvato o bocciato, ma sull'attività del liquidatore; non si può, invece, dare un giudizio sulla liquidazione immaginando di dare dei giudizi che risalgono nel tempo, perché è come dare una valutazione sull'attività di un curatore fallimentare che deve fare un certo tipo di mestiere, dando un giudizio rispetto all'attività che, nel tempo, ha portato ad un fallimento. Chiaramente, parlando di "fallimento", parlo di liquidazione coatta; qui, invece, le motivazioni sono di altro genere, c'è stato un passaggio dal punto di vista giuridico che ha costituito una S.p.a., ma invito a fare un ragionamento che miri all'ordine del giorno.
Président - Le débat général est ouvert.
La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Assessore, come al solito, è sempre interessante sentire le sue cognizioni in materia commercialistica, che peraltro ci servono anche per comprendere certi aspetti contabili e numerici di questo bilancio di liquidazione; abbiamo quindi apprezzato l'esordio del suo intervento e lo condividiamo fino al punto in cui lei dice che la liquidazione è la rappresentazione tecnica dell'operato del liquidatore: questo, da un punto di vista meramente contabile, è condivisibile ed è in linea con le regole giuridiche della tecnica contabile. Sarebbe però riduttivo ridurlo a mero atto contabile questo bilancio di liquidazione, sarebbe altrettanto riduttivo soffermarci esclusivamente sull'insieme delle poste attive e passive che il liquidatore ha collocato nelle varie porzioni di detto bilancio.
Non vorremmo che questo aspetto, peraltro importante e non marginale, diventasse l'aspetto sostanziale e fondante di una serie di ragionamenti e riflessioni che ci sentiamo di fare sul bilancio della Gestione straordinaria del 2003 che - come giustamente lei ha ricordato - è il primo bilancio di liquidazione. Non è questo l'atto che conclude la procedura di liquidazione, ma si presume che durerà per qualche anno.
Vorremmo soffermarci anche su taluni aspetti sostanziali di questa liquidazione, anche perché abbiamo avuto occasione di approfondirla in sede di commissione, quindi abbiamo tratto alcune conclusioni. Innanzitutto la liquidazione - che ci piaccia o no riconoscerlo - è anche una fotografia che riassume una gestione del passato e questo non possiamo cancellarlo con un "colpo di spugna"; il primo bilancio di liquidazione si chiude con un debito tutt'altro che trascurabile e che ammonta a quasi 2,7 milioni di euro. Vedremo poi quali sono i fattori che hanno generato questa esposizione debitoria così elevata.
Gestione straordinaria non è un'entità astratta, completamente avulsa da quella che è l'azienda "Casinò", tutt'altro; la Gestione straordinaria è in questo momento la figliastra dell'azienda "Casinò" perché la figlia legittima è diventata la "Casinò S.p.a.", e nella Gestione straordinaria è collocato un riassunto di questa pesante eredità del passato, che non può essere valutata disgiuntamente dal presente, in quanto nel 2003 la Gestione straordinaria ha purtroppo collezionato un passivo di 2,7 milioni di euro e, dall'altra parte, la "Casinò S.p.a." ha collezionato un altro passivo di 2,8 milioni di euro: il che, sommati, significa che l'azienda "Casinò" nel 2003 accumula un deficit complessivo di 5,5 milioni di euro.
Il ragionamento disgiuntivo che lei ci vuole proporre e la fotografia parziale - questa istantanea che ci vuole proporre secondo un ragionamento meramente commercialistico - non possiamo accettarlo! Noi, anche perché non possiamo congelare il nostro sguardo sul passato o su questo presente, dobbiamo guardare oltre! Ce lo impone la politica, che ci impone degli oneri, in particolare li impone a voi che siete gli amministratori di questo Governo regionale insediatosi un anno fa con degli obiettivi chiari, che sono stati iscritti in un programma di legislatura, con degli obiettivi che, a distanza di un anno, non sembrano ancora traguardati, anzi sembrano distanti e lei ne è consapevole!
Un'altra considerazione che facciamo, sulla base di questi risultati economici, è che la gestione della casa da gioco, sia essa nella forma della Gestione straordinaria del passato o della formula ordinaria della "Casinò S.p.a.", che sono entrambe formule pubbliche perché la Gestione straordinaria era un ente strumentale della Regione, la "Casinò S.p.a." è una società a totale partecipazione pubblica, questi risultati confermano il fallimento della gestione pubblica della casa da gioco e bisogna prenderne atto prima o poi. Non possiamo dire, dal 1994 ad oggi, che si chiami "GS" o "Casinò", che è cambiato qualcosa: è cambiato l'abito, voi avete cambiato l'abito, ma la sostanza rimane quella, perché non è cambiato nient'altro! Assessore, anche il suo avvento, un anno fa, non ha quindi impresso quella scossa - come ama dire qualcuno a Roma - che ci attendevamo!
È inconfutabile che la gestione pubblica sia arrivata al capolinea; un ragionamento che ci sarebbe piaciuto sentire da parte dell'Assessore non è una dichiarazione di fallimento, però che prendesse atto della non funzionalità di questo modello: non ha funzionato prima e non sta funzionando neppure adesso e abbiamo delle profonde perplessità sul fatto che possa funzionare in futuro, anche alla luce delle considerazioni legittime che lei stesso ieri faceva, con le normative vincolistiche che, da qui a qualche mese, entreranno in vigore (ricordo l'anti-fumo e la normativa antiriciclaggio).
È opportuno che questa Giunta si metta intorno al tavolo e rifletta su tali dati; dopo anni di risultati... ma ci fosse almeno un cambio per quanto riguarda i volumi di produzione, le presenze, le quote di mercato! Invece no, non ci sono novità! La "GS", che rappresenta il passato e in un certo senso il rimorchio, non è un contenitore vuoto - come ieri diceva lei, mi sembra rispondendo ad un'interpellanza -, è purtroppo un rimorchio colmo di debiti e di contenziosi, ai quali bisognerà far fronte. E chi vi farà fronte? Sia che si tratti della figliastra "GS", sia che si tratti della figlia "Casinò S.p.a.", la mamma è sempre una sola, è sempre la mamma che mette mano al portafoglio per ripianare tutti i debiti che si sono generati!
Ripudiando questa logica disgiuntiva che ho cercato di far passare tra le righe e nemmeno troppo, il primo invito che vi facciamo è, alla luce di questi risultati, di prendere coscienza che la gestione pubblica è arrivata al capolinea! Dovete avere il coraggio di girare pagina, perché con le parole - pur apprezzabili sotto il profilo contabile - non si cambia nulla! Di qui a qualche mese non cambierà nulla, anche perché le premesse non ci sono per cambiare qualcosa, ce ne siamo accorti tutti! Se il casinò da un anno aspetta un piano di sviluppo, che è stato consegnato alla IV Commissione... questo non ha mai avuto la dignità di approdare in aula! Non si è mai fatta una parola sul piano di sviluppo, non sappiamo se questa maggioranza l'ha accolto parzialmente o totalmente o lo ha respinto; eppure la legge istitutiva della "Casinò S.p.a." prevede che sia la nostra competenza per sapere se questa casa da gioco ha dignità di essere rilanciata e sviluppata! È l'elemento nodale per guardare al futuro e guardare in prospettiva, traendo esempio dal passato, e il passato ci deve insegnare qualcosa, sennò è un passato che si consolida!
Il futuro, senza piano di sviluppo, non si fa; c'era tutto un insieme di interventi che erano stati codificati in questa legge, un piano di sviluppo che prevedeva non solo interventi a livello gestionale, ma anche a livello strutturale e infrastrutturale. Si parlava di un campo di golf che doveva rientrare fra i vari tasselli che prevedevano il rilancio della casa da gioco nella zona di Châtillon e Saint-Vincent, ma sembra che sia stato tutto accantonato, rinchiuso in un cassetto: vietato parlare di piano di sviluppo in questo Consiglio! Ma chi ne sta parlando di piano di sviluppo? L'attuale Consiglio di amministrazione non sembra, perché questo è rimasto silente sul piano di sviluppo anche in IV Commissione; non ha evidentemente la delega a parlare di questo argomento! D'altro canto, sulla "GS" si dovrebbe parlare di un piano di rientro, perché qui i contenziosi non sono un'entità astratta, perlomeno sono astratti da un punto di vista giuridico ma, alla fine, si traducono in soldoni e, guarda caso, in soldoni da pagare, perché la sentenza del 13 maggio 2004 ha visto la Corte d'Appello di Torino condannare la Gestione straordinaria in liquidazione al pagamento, a favore di 147 dipendenti, delle differenze retributive sui premi di produzione erogati dal 1° luglio 1999 fino alla scadenza nel 2002; hanno accantonato nel fondo rischi 2,8 milioni di euro.
La cifra simbolica inizialmente iscritta nei bilanci ordinari per il valore di 1 euro, dopo, e di 1 lira, prima, è già cresciuta a 2,8 milioni di euro ed è destinata a crescere, perché un'altra mole di contenziosi attende una definizione; ci saranno i giudici che prima o poi saranno chiamati a definire queste vertenze ed è prevedibile che i 2,8 milioni di euro di oggi crescano e, ancora una volta, la figliastra Gestione straordinaria dovrà andare dalla mamma a chiedere chi paga! È ovvio che qualcuno deve pagare, paga la Regione! Abbiamo fatto questa domanda - provocatoria, del resto, perché sappiamo che paga la Regione - al liquidatore, il quale ha risposto testualmente: "è ovvio che paga la Regione, non posso mica pagare io!"; d'altronde, la situazione della "GS" qual è? La "GS" è nei guai!
Queste parole sono agli atti, dunque la situazione non è così serena come lei ci vuole rappresentare, è una situazione drammatica. Lei dice di "no", perché ragiona con il portafogli dei cittadini valdostani, ma se ragionasse in termini privatistici, come era abituato a ragionare fino al giugno 2003, si renderebbe conto che non è così semplice la situazione! È tutt'altro che semplice e tutt'altro che districabile, perché ci sono processi in corso, contenziosi, che vedono richieste per importi superiori a 103 milioni di euro; magari sono fantasie nella mente di qualche attore e l'attore, nella fattispecie, si chiama "SITAV S.p.a.", ma può darsi che queste fantasie siano ritenute credibili ed accolte da un giudice e, un domani, questi soldi dovranno essere pagati a detto attore; anche perché, Assessore, se questa cifra così esosa e anche difficilmente credibile non trova una soluzione transattiva e all'orizzonte non si vedono spiragli di trattativa per quanto riguarda la "questione Billia" - qui non voglio apparire come non sono, un difensore di ufficio di una controparte -, ma anche la rottura di un accerchiamento, Assessore - prendetene atto! - è stato un fallimento di questa Giunta!
La rottura dell'accerchiamento, prima annunciata e poi scritta, anche questa nel vostro programma di legislatura, è al punto di partenza, se addirittura non è retrocessa rispetto a quello che era stato fatto all'epoca della "Giunta Louvin"! Al disciplinare è stata addirittura conferita una durata diciottennale, per cercare di venire incontro a determinate richieste; e sembrava che si fosse giunti a un passo dalla soluzione, a un passo dalla definizione di un rapporto. Non so se era la foga della campagna elettorale del 2003, ma sembrava che tale impostazione dovesse approdare a un risultato. Improvvisamente - non so se lei, Assessore, ha portato sfortuna - c'è stata una retrocessione su una situazione che si era già consolidata! Lei sa bene che la somma di tutte queste vicende ci vede soccombenti, ma non vede soccombente solo una Gestione straordinaria che ha perso una causa, un contenzioso o che ha registrato un primo sbilancio di 2,7 milioni di euro; vede soccombente tutta una politica gestionale impostata da chi ha avuto le responsabilità di governo e che è oggi arrivata ad un punto morto!
Assessore, lei per primo - visto che è titolare di deleghe importanti - deve riuscire a proporre una via di uscita, ma le vie di uscita che lei propone non devono essere solo le parole che ogni volta ci propina quando le proponiamo un'interpellanza o un'interrogazione sullo stato dell'arte, perché posso capire che sia noioso rispondere sovente le stesse cose, ma è altrettanto noioso e preoccupante, da parte di chi lavora là e da parte di chi risiede in Regione, vedere che in realtà non sta cambiando nulla! La stessa incidenza sui proventi regionali segna il passo, perché alle cifre di bilancio contenute nel consuntivo - che andremo ad esaminare più tardi - dobbiamo decurtare le somme necessarie a ripianare i passivi, perché comunque sono soldi che escono dalla stessa cassa! Allora, se la matematica non è un'opinione, sono tutte sottrazioni di poste da un attivo iniziale di poste, che alla fine mi danno dei risultati la cui linea è discendente.
La sollecitazione ad intervenire è fatta anche dagli stessi membri del Collegio sindacale, i quali, oltre a confermare le formalità contabili e procedurali nella redazione di questo documento, dicono che la Regione deve farsi carico della perdita già generata e di quelle altre che si dovessero generare nella fase di liquidazione, ivi comprese quelle che dovessero emergere dai contenziosi in atto con "SITAV" e "SAAV", che non sono poca cosa. In sostanza, anche qui è conclamato che l'erosione del capitale non riguarda solo la "Casinò S.p.a.", ma ha riguardato anche il fondo di dotazione della "GS", che risulta interamente eroso dalle perdite, le quali, al netto del risultato di esercizio, residuano in oltre 6 milioni di euro.
È questo un bollettino di guerra, anche se lei vuole fare un'analisi meramente contabile, penso che riuscirebbe a ricavare ben poca sostanza da questo documento: è un bollettino che riassume una modalità gestionale che deve senz'altro terminare! Non vogliamo ripercorrere tutte quelle tappe che lo hanno caratterizzato, ci saranno stati indubbiamente dei risvolti positivi: il mantenimento in esercizio della casa da gioco in un momento in cui era necessario il trapasso dalla gestione ordinaria privatistica a una Gestione straordinaria e provvisoria; però questo trapasso non può essere ultradecennale, certi metodi non possono essere perpetuati in eterno, anche perché la loro efficacia è stata smentita dai fatti!
Assessore, lei deve prendere il coraggio e avere la forza di dare un impulso che finora non abbiamo visto, altrimenti rischia di diventare il fautore del declino e, forse, un domani dell'estinzione di una ricchezza che è sempre stata il "fiore all'occhiello" della Valle d'Aosta! Forse qualcuno starà pensando che questa idea sia distante dalla realtà e neppure menzionabile; non mi illuderei in continuazione, alla luce dei fatti. Paradossalmente, questi fatti si sono realizzati in un periodo di tempo determinato, hanno dei responsabili precisi, che hanno ricoperto, di volta in volta, il ruolo di Presidente del Consiglio di amministrazione, di Consigliere di amministrazione, di Comitato di gestione, di Amministratore delegato, di Direttore generale; quest'ultimo, poi, è stato liquidato con un premio che non ha nulla di realistico in una società che si vuole reggere su criteri di economicità e di serietà, perché 1.300.000 euro per i risultati infausti che sono stati collezionati è un insulto a chi lavora in maniera davvero competente!
Oggi non possiamo accettare la logica minimalistica contabile e fotografica che lei ci vuole proporre; no, vogliamo che la politica intervenga, ma che intervenga su una situazione che ormai dice "basta"; sono gli stessi dipendenti a dire "basta", che si sono accorti che la capacità di reggere a uno stato di cose di questo tipo è ormai finita! Se la politica non ha il coraggio di compiere delle scelte radicali rispetto al passato, pensiamo che il destino di questa casa da gioco sia segnato!
Président - La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Vista l'ora, spero di essere all'altezza della lucidità degli oratori che mi hanno preceduto, perché sia l'Assessore Marguerettaz, sia il collega Tibaldi, hanno affrontato il problema con notevole chiarezza.
Devo però dire che dall'Assessore ci aspettavamo qualcosa in più di una relazione ragionieristica, un'abile relazione ragionieristica, perché - come abbiamo detto altre volte parlando in questa sede del casinò - questo è il luogo della politica, delle osservazioni, delle critiche, delle proposte, delle giustificazioni, ma che siano di carattere politico. Può essere interessante capire i passaggi formali che portano a certi risultati; però, secondo noi, dobbiamo andare al di là di questi dati nominali, per capire cosa sta succedendo e cosa questa Amministrazione pensa di fare per rivitalizzare un'azienda le cui crepe sono ormai evidenti.
Sempre in un'ottica politica non è condivisibile l'invito che l'Assessore ha fatto di esaminare le due gestioni separatamente: da una parte, il bilancio annuale della Gestione straordinaria che oggi è all'ordine del giorno; dall'altra, il bilancio della "Casinò S.p.a." che arriverà in Consiglio nei prossimi mesi. Questo ha senso da un punto di vista formale, ma non ha senso in un'ottica sostanziale, perché stiamo parlando della stessa azienda e di una continuità gestionale; c'è una discontinuità dal punto di vista formale, perché ad un ente ne è succeduto un altro, ma dal punto di vista aziendale sono la stessa cosa. Bene ha fatto il collega Tibaldi quando ha ricordato che, dal punto di vista delle passività, alla passività della liquidazione della Gestione straordinaria andrà sommata - per avere un quadro complessivo dell'andamento del casinò - la passività della "Casinò S.p.a.": solo così abbiamo un quadro corretto, altrimenti giochiamo "alle scatole cinesi", scatole che se non saranno una dentro l'altra, saranno una a fianco all'altra.
Sono mancate le valutazioni politiche da parte del Governo regionale, se non quella che colgo implicitamente ed è ricorrente negli interventi dell'Esecutivo in riferimento ai problemi del casinò: una sottolineatura costante, ancorchè implicita, indiretta, nel sottolineare che si tratta di dati negativi, che tuttavia sono il risultato di gestioni vecchie. Questo è un "leitmotiv" che ricorre molto sovente, e sarà però un "leitmotiv" - mi consentirà l'Assessore di dirlo - che cadrà nel momento in cui esamineremo il bilancio della "Casinò S.p.a.", perché se ci fosse disomogeneità, allora dovremmo avere dei dati migliori da parte del nuovo sistema di gestione, con i nuovi indirizzi politici che sono stati dati. Invece, vedremo che né i dati del 2003 di cui è in parte corresponsabile la nuova Giunta, né i primi dati del 2004, quant'anche ci si sforzi di farli apparire meno negativi, danno un segno di discontinuità. C'è una continuità nei risultati di gestione che sono purtroppo passivi; quindi - forse non è neppure una cosa che mi riguarda - sottolineo che questa apparente sottolineata discontinuità, questa ricerca di dire sempre: "guardate che si tratta di dati, certo, freschi, ma che derivano da una situazione passata sbagliata", trova smentita dai dati nuovi che non sono diversi rispetto ai dati vecchi!
Venendo al merito di questo bilancio e della sua relazione, ho condiviso l'impostazione dell'Assessore quando ci ha sottolineato che il dato più preoccupante, il dato pauroso è costituito dal numero di contenziosi, dalle numerose cause in corso, "in primis" quelle intentate dalla "SAAV-SITAV" nei confronti della Gestione straordinaria, contenziosi che - per ragioni che non è il caso di approfondire - sono rimasti nell'ambito della Gestione straordinaria. In concreto, poco cambia, anche perché - come ho già sottolineato precedentemente - se questi contenziosi avranno un esito negativo, chi dovrà aprire il portafoglio e pagare non sarà la "Casinò S.p.a." - che non li ha ereditati -, non sarà la liquidazione della Gestione straordinaria - che non ha i mezzi finanziari per poter coprire queste passività -, ma sarà la Regione autonoma Valle d'Aosta! E questi contenziosi ammontano ad una cifra considerevole, forse del tutto ipotetica, forse esagerata, che ammontano tuttavia ad oltre 100 milioni di euro, ossia 200 miliardi circa di vecchie lire!
La relazione del liquidatore mi ha particolarmente colpito su un punto, in ordine al quale vorrei avere dei chiarimenti perché devo dire che lo stesso, ancorchè assai interessante, non mi è molto chiaro. A pagina 16 della relazione, c'è un capitoletto titolato "Possibili transazioni". Dice il liquidatore: "Fin dal marzo 2003 il liquidatore aveva concordato una transazione di tutte le cause in essere fra Gestione straordinaria in liquidazione e "SITAV-SAAV", transazione promossa nel quadro di maggiori intese fra RAVA tramite FINAOSTA e SITAV, relativamente all'acquisizione di beni immobili, e che prevedeva questa transazione un esborso a carico della Gestione straordinaria in liquidazione di euro 3,5 milioni, con esclusione ovviamente di quanto dovuto...".
Mi sembra un punto piuttosto interessante, perché oggi parliamo di un contenzioso sul tavolo di circa 200 miliardi di lire, quando il liquidatore dice che si fece promotore di una transazione che prevedeva un esborso di circa 7 miliardi di lire. Sarebbe interessante capire perché questa ipotesi transattiva - se il liquidatore sente il bisogno di scriverlo mi sembra fosse una cosa piuttosto fondata e ben avviata - non si è conclusa; mi sembra un fatto essenziale, anche per capire, un domani, nella malaugurata ipotesi che questi contenziosi abbiano un esito negativo per la Regione..., perché nel marzo 2003, nel giugno 2003, nell'ottobre 2003, qualcuno ha detto "no" alla transazione. Oppure sarebbe interessante sapere perché questa transazione non si è potuta perfezionare, in quanto mi sembra un dato di una qualche rilevanza. Chiedo all'Assessore se ha la cortesia, in sede di replica, di dire qualcosa su questo dato.
Non accolgo l'invito che ha fatto l'Assessore di limitarci a discutere, perché non ha senso, questo bilancio della Gestione straordinaria in liquidazione; recentemente, nella IV Commissione, a cui partecipo come osservatore, abbiamo audito il nuovo Consiglio di amministrazione, dal quale sono venuti dei dati interessanti, e qui voglio chiedere alcune conferme - forse sono già implicite - circa i dati negativi del 2003 e dei primi mesi del 2004, circa il fatto - e questa è una domanda anche specifica che le faccio, Assessore, perché la Valle d'Aosta è piccola, circolano voci che noi sentiamo e quindi ci permettiamo di riprenderle qui, magari per essere smentite, se devono essere smentite - di un accordo sindacale fra le organizzazioni sindacali e la "Casinò S.p.a." che prevederebbe un congelamento di nuove assunzioni, mentre parrebbe che, in deroga a questo blocco, negli ultimissimi tempi ci siano state una quindicina di assunzioni.
Vorremmo capire il perché di queste assunzioni in deroga agli accordi sindacali e, se posso permettermi un'osservazione ulteriore - in deroga al buon senso, direi - perché un'azienda che va male, un'azienda che secondo molti osservatori - non certo il sottoscritto, perché non ho alcuna esperienza nel settore - è dal punto di vista del personale sovradimensionata, perché quando si parla un po' meno ad alta voce, ci sono molte persone che gravitano nell'ambito del casinò, che convengono che forse i dipendenti sono tanti rispetto alla redditività offerta oggi dalla casa da gioco; quindi bisognerebbe capire perché, rispetto a questi due elementi, si vanno ad assumere altre persone al casinò e sarebbe anche interessante capire con quali criteri sono stati assunti.
Voglio fare ancora due osservazioni finali, con cui voglio esprimere la mia preoccupazione, ma che non vuole essere polemica. Poi ci sarà anche il tempo per le polemiche, perché siamo anche qui per dire cose che magari qualcuno non vuole sentire, siamo anche qui per fare polemica quando occorre, ma voglio manifestare uno stato di preoccupazione che, se possibile, è aumentato - per quanto mi riguarda - dopo l'audizione del nuovo Consiglio di amministrazione, che mi ha ricordato, per certi versi - mi si permetta di dirlo -, il nuovo Ministro all'economia Siniscalco, il quale ha dovuto mettere le carte in tavola, i conti in tavola. Prima si sapeva poco, invece ho dovuto osservare che il nuovo Consiglio di amministrazione, soprattutto su un paio di cose, si è dimostrato piuttosto preoccupato; soprattutto in ordine alle normative che dovranno essere applicate, da qui a breve, e che un osservatore esterno non apprezzerebbe in tutta la sua importanza e la sua gravità. Si tratta delle normative - come già ricordato dal collega Tibaldi - in materia di legislazione anti-fumo e antiriciclaggio.
Vien da dire: che sarà mai adeguarsi a queste normative? E invece si aprono problemi enormi, perché significa che se ci si mette in regola, come si dovrà mettere in regola, perché non vedo tante alternative, a meno di non proibire l'entrata al casinò ai fumatori, ciò che comporterebbe ulteriori perdite..., bisognerà investire ingenti risorse per degli impianti anti-fumo. Si parla di cifre da far rizzare i capelli, quando sappiamo che le finanze della Casinò S.p.a. non sono fra le più brillanti.
Questa era la prima considerazione conclusiva; ne faccio un'altra di carattere politico, anche se so di ripetermi. Credo che su tale vicenda, così rilevante, il Governo regionale sia oggi più che mai in un vicolo cieco, perché per almeno un anno si è creduto in maniera quasi fideistica che la risoluzione del problema sarebbe stata l'acquisto dei beni che costituiscono l'accerchiamento, quindi il nuovo piano di sviluppo, un nuovo rilancio e, a cascata, tutta una serie di ipotetici benefici; aveva comunque una logica, che personalmente posso non condividere, ma aveva una logica. È passato un anno; la situazione per l'eventuale acquisizione dei beni costituenti l'accerchiamento non solo non ha fatto un passo in avanti ma, se possibile, ha fatto dei passi indietro, e quindi direi abbastanza chiaramente... l'Assessore, ieri, rispondendo a una nostra interpellanza ci ha segnalato che la situazione della trattativa è congelata, anche alla luce dei nuovi contenziosi, a provvedimenti giudiziari che arrivano addirittura dall'Inghilterra!
Se non si esce da questa "impasse" mi chiedo: ha senso continuare a perseguire questa politica di acquisizione di tali beni o non bisogna immaginare qualcosa di diverso? C'è di più, per quanto mi riguarda: non è il caso, invece che continuare ad inseguire dei soggetti - che non sono degli "stinchi di santo" - per fare delle trattative..., di riflettere ed immaginare prioritariamente qual è il ruolo che vogliamo dare al casinò, che non è solo una questione di forma giuridica, non è solo questo, è rispondere ad altre domande. E le domande sono: abbiamo bisogno di un casinò più grande, abbiamo bisogno di un casinò più piccolo, abbiamo bisogno di 1.000 dipendenti, abbiamo bisogno di 700 dipendenti, abbiamo bisogno di relazionare l'attività del casinò in sinergia con altre realtà locali con altre aziende, con altre opportunità, in modo da differenziare l'offerta turistica? A me sembra che queste siano domande, in riferimento alle quali si dà sempre tutto per scontato, sembra quasi che la Giunta persegua una sola strada e continui a battere la testa contro lo stesso muro, perché quella strada è disseminata non di muretti, ma di muraglioni, che non si riescono a scavalcare! A me sembra questa la realtà da sottolineare, proprio mentre il Governo regionale che ha preso una strada - giusta o sbagliata che sia - e che, pur continuando a incrociare ostacoli, in luogo di cercare di superarli, di prendere un'altra strada, di immaginare altre soluzioni, continua a perseverare negli ostacoli, quasi stupendosi che gli ostacoli ci sono, diventano sempre più alti e sono insuperabili!
Mi sembra che questa politica sia destinata al fallimento; forse possiamo già parlare di fallimento di questa politica sulla casa da gioco e possiamo affermare che sia necessario, in tutta umiltà, un ripensamento del ruolo del casinò nella nostra regione.
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Certamente comprendo il tentativo fatto dall'Assessore Marguerettaz di congelare la discussione esclusivamente sulla Gestione straordinaria in liquidazione; il termine "congelamento" mi pare che vada abbastanza di moda in quel di Saint-Vincent, ma sicuramente - come hanno espresso anche i colleghi che mi hanno preceduto - non posso cogliere questo invito fatto dall'Assessore.
È vero, oggi il Consiglio è chiamato ad esprimere un giudizio sull'ultimo atto che riguarda la Gestione straordinaria, che dal 1993 al 2003 è stata prevista per l'esercizio transitorio della casa da gioco, un esercizio che ha visto però una transitorietà protrarsi nel tempo oltremodo, che, come ben si sa, si è conclusa con la nascita della nuova società "Casinò".
Vorrei anch'io fare una raccolta dati, ma vorrei allargarmi rispetto alle analisi fatte finora: il Consiglio regionale, solo pochi mesi fa, a gennaio 2004, ha approvato, dopo una serie infinita di riunioni di commissione che si sono protratte per parecchi mesi, il rendiconto al 31 dicembre 2002, che chiudeva l'esercizio con una perdita pari a 8.862.261 euro. Ora siamo qui, oggi, per dare il nostro assenso o meno al bilancio in liquidazione della gestione, che chiude con un risultato negativo di 2.694.000 euro, e circa 20 giorni fa abbiamo ricevuto la relazione e il bilancio firmato dal nuovo Consiglio di amministrazione per la gestione della nuova società "Casinò" del 2003, che evidenziava una perdita per un ammontare pari a 2.795.980 euro. Come se non bastasse, pochi giorni fa abbiamo ricevuto la prima relazione al bilancio intermedio al 30 aprile 2004, da dove scaturisce una perdita di 307.000 euro. È vero, questo è solo un bilancio intermedio, ma facendo una semplice addizione, in questi pochi mesi la Regione ha ripianato e ripianerà successivamente una perdita di euro 14.659.952.
Al suddetto esame - questo rientra di nuovo nella gestione in liquidazione - rimangono inoltre in capo alla Regione autonoma Valle d'Aosta i rilevanti contenziosi descritti nella relazione dal liquidatore, non escludendo quindi che si debba procedere all'emissione di ulteriori somme necessarie per il pagamento di tutti i debiti sociali, ai sensi dell'articolo 2280 del Codice civile, come viene evidenziato dal Collegio dei revisori della Gestione straordinaria, là dove affermano - lo aveva letto anche il Consigliere Tibaldi - il consolidato presupposto che la Regione autonoma Valle d'Aosta si faccia carico della perdita già generata e di quelle che si dovessero generare nella fase di liquidazione; qui, mi ha anticipato il collega Curtaz, perché anch'io volevo chiedere delucidazioni sul passaggio a pagina 16 delle possibili transazioni, che non sto qui a rileggere, visto che lo ha già fatto il collega.
In effetti, a questi contenziosi - e non voglio entrare nel merito - bisogna porre molta attenzione, perché per il contenzioso con la società "SITAV" giacciono delle richieste superiori a 103 milioni di euro; oltre a questi, vi sono i contenziosi con i dipendenti per i premi di produzione, di trattamento fine rapporto, tredicesima e quattordicesima, per un importo di parecchi milioni di euro. Tutto questo a fronte anche di una riduzione di quella che è stata e sarà la quota dei proventi spettanti alla Regione, che è regolamentata dal disciplinare all'articolo 11, perché l'articolo 11 dice che "per le attività di cui al presente disciplinare "Casinò S.p.a." versa alla Regione una quota pari al 52% degli introiti lordi dei giochi"; essendo questi ultimi calati negli ultimi anni, automaticamente le future entrate non saranno rispondenti alle previsioni di cassa messe nel bilancio di previsione. È bene ricordare che dette entrate sono destinate al soddisfacimento di bisogni collettivi, a cui tutti noi, in base al grado di rappresentatività che abbiamo in questo Consiglio, dobbiamo provvedere; quindi siamo in una situazione in cui si riducono i proventi riservati alla Regione e ad ogni rendiconto l'ente Regione deve ripianare i debiti, che purtroppo rimangono sempre su cifre piuttosto consistenti.
Lo stesso Consiglio di amministrazione in carica non nasconde, nelle proprie relazioni, che i pesanti riflessi della passata gestione contribuiscono a condizionare il risultato della gestione in atto. Non vorremmo però qui assistere alle consolidate lamentele italiane, classiche dei governi, che dicono che i debiti lasciati dalla precedente maggioranza impediranno di migliorare la situazione economica successiva! Dicevo prima che do atto all'attuale Consiglio di amministrazione dell'estrema chiarezza con cui rappresenta i problemi che assillano la casa da gioco che, solo fino a un decennio fa, era al vertice quanto ai risultati di gestione delle case da gioco europee.
Vorrei leggere, qui, le considerazioni che l'attuale Consiglio di amministrazione ha evidenziato, facendo un esame sul futuro andamento gestionale e reddituale: "Si vuole brevemente ricordare in questa sede che la situazione gestionale reddituale per il futuro non è certo confortante sia sotto il profilo del mercato (mutate aspettative della clientela, crisi economica del bacino di utenza, apertura nuovi casinò), sia sotto il profilo dei piani di intervento strategico, oggi congelati". Su questo ieri abbiamo ascoltato una iniziativa del Consigliere Curtaz, in cui si è parlato di piano di sviluppo e io sono allineato su quella posizione, perché il piano di sviluppo è un piano che il Consiglio di amministrazione decaduto ha presentato e ufficializzato alla Regione; pertanto, questa dovrà presentarlo in Consiglio, dopodiché si potrà decidere di accantonarlo e dare incarico all'attuale Consiglio di amministrazione di predisporne un altro.
Inoltre, come dicevo, vi sono ancora le preoccupazioni rilevate dal Consiglio di amministrazione, sia sotto il profilo delle cause legali in corso (contenzioso "SAAV-SITAV", lavoro e previdenze), sia sotto il profilo normativo: qui, sono le disposizioni tributarie in vigore e le famose leggi sul fumo e anti-riciclaggio in attesa di applicazione. "Se a tale quadro... - concludono la loro relazione - si aggiungono le criticità interne di natura organizzativa e professionale che renderanno ancora più difficile affrontare la situazione delineata, non è possibile presagire un'evoluzione positiva della gestione, stante il contesto in cui la casa da gioco si trova ad operare".
Vorrei segnalare che, rispetto a questa grave situazione di crisi in cui si trova il casinò, vi sono aziende che stanno andando in controtendenza: è il caso di Sanremo. Su "La Stampa" dei primi di luglio 2004, nelle pagine regionali, un articolo riferisce che la casa da gioco sanremese, al 30 giugno 2004, ha registrato un record di incassi con un aumento percentuale di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e vi è stato un aumento, seppur minimo, per numero di clienti.
Ritornando nella nostra regione, va ricordato che, oltre a questa analisi, negli ultimi anni abbiamo assistito a più tentativi da parte del Governo nazionale proiettati nella direzione di modificare le regole del mondo del gioco. È noto a tutti come nelle ultime finanziarie si sia cercato di introdurre, ad esempio, le "slot machines" all'interno delle sale "Bingo". Tenuto conto della situazione economica difficile del Paese, prima o poi queste regole verranno modificate a tutto svantaggio delle attuali case da gioco.
La situazione attuale del casinò è così grave che decisioni forti e precise non possono più essere prorogate e non possiamo più assistere a dilazioni temporali. I rapporti fra Regione e società devono essere chiari e rispettosi; abbiamo sentito, l'altro giorno in commissione, che il Consiglio di amministrazione ha dato un incarico di peso, per dare un'interpretazione autentica di un articolo del nostro disciplinare o del nostro Statuto. Direi che questo forse bisognerebbe evitarlo; qui non ci troviamo di fronte a provvedimenti legislativi presi a livello nazionale o europeo, sono provvedimenti che prendiamo noi, in questo Consiglio! Che adesso il Consiglio di amministrazione debba dare l'incarico per interpretare quello che decidiamo... se ci sono dei problemi, se non c'è chiarezza, basta ripresentare la linea di indirizzo che il Consiglio vuole dare e modificare gli articoli, o del disciplinare, o dello Statuto!
Ritengo che la situazione sia interna che esterna può ancora creare problemi al sistema del nostro casinò; noi, comunque, proprio perché siamo preoccupati in merito a tale situazione, ci sentiamo di dare una nostra disponibilità e di aprire quel tavolo di confronto che chiedeva prima il Consigliere Tibaldi, per fare un fronte comune a dette situazioni e trovare le giuste risposte per un rilancio del casinò.
Président - La parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Non sarò molto lungo, anche perché l'intervento sostanziale, per quanto riguarda il nostro gruppo, è stato svolto molto bene dal collega Tibaldi.
Non avevo neanche programmato di intervenire; ho dovuto farlo, Assessore, perché è fastidioso sentire lo smarcamento che lei continua a proporre ogni volta che si parla della vecchia gestione 2003, sia del bilancio di esercizio, sia della Gestione straordinaria, da quella che è l'attuale gestione del suo Assessorato. È fastidioso, glielo ho già detto in un precedente Consiglio, perché se è vero che in questo momento stiamo valutando il primo bilancio di liquidazione della società a Gestione straordinaria - e lei giustamente ha avvertito tutti che non si doveva fare confusione con il primo bilancio di esercizio della "Casinò S.p.a." -, poi però il collega Tibaldi le faceva notare che non c'era grande differenza fra il primo bilancio di esercizio 2003 della "Casinò S.p.a." e il primo bilancio di liquidazione... il primo, perché è evidente che ce ne saranno altri, fino a quando tutti i crediti e i debiti non saranno ratificati, quindi si potrà produrre il documento finale di liquidazione della "GS".
Lei mi permetterà allora di fare una riflessione politica, di uscire dai canoni del commercialista che lei è, e del consulente finanziario che io sono, perché quando parliamo di "politica" non voglio e non posso dimenticare, per quanto riguarda le scelte fatte sia per quanto riguarda il bilancio di esercizio 2003 - chiusosi con 2,8 milioni di euro di rosso -, sia per quanto riguarda il primo bilancio di Gestione straordinaria in liquidazione che si chiude con 2,7 milioni di euro, la sua responsabilità politica! Lei non si può smarcare: né lei, né il Presidente, né la Giunta che la sostiene!
Perché fate il giochino dello "smarcamento"? Voi siete forse una Giunta diversa da quella che ha governato in questi ultimi anni o siete gli stessi che avete presentato un programma di legislatura, facendo della continuità politica e amministrativa il vostro "cavallo di battaglia"? Posso immaginare che qualcuno nuovo possa provare a "fare il gioco delle 3 carte"; l'Assessore Caveri può dire: "ma io ero a Bruxelles, o a Roma, e non mi sono reso conto di quello che l'Union faceva a Palazzo Deffeyes" - non lo faccia, anche se potrebbe dirlo -, ma lei era Presidente dell'Union! Nove anni di Gestione straordinaria da lei condivisi... perché se aveva qualcosa da dire, doveva dirlo! Non l'ho mai sentita fare una dichiarazione di contrarietà politica ad una scelta di Gestione straordinaria, quindi oggi ratifichiamo anche il suo, di fallimento, così come quello dell'amico Perrin, che in questo momento è Presidente ed era Assessore! Perché vi smarcate? Perché c'è il fuggi-fuggi dalla ratifica di un "buco", quando l'avete votato sistematicamente, sia come Assessori, sia come rappresentanti di Giunta, sia come rappresentanti di maggioranza... ancor di più lei, come Presidente del suo partito, che ratificava quelle decisioni! Capisco che "le vittorie hanno i padri e le sconfitte sono tutte orfane", ma a questo giochino non ci stiamo!
Altro fatto politico: questo è il primo bilancio della Gestione straordinaria in liquidazione, ma sappiamo che il secondo non sarà inutile, perché se tutto andrà bene ci saranno più o meno contenziosi da pagare. Allora perché dovremmo fare quello che lei diceva un "approccio tecnico", richiamando la nostra attenzione sul fatto che questo è un primo bilancio di liquidazione, che bisognerebbe guardare le cose "a bocce ferme", che si dovrebbe guardare più avanti... in breve, la storia si scriverà prima! Napoleone diceva che la storia è quella bella favoletta su cui tutti ci si mette d'accordo. E noi, su questa storia, non siamo d'accordo, perché non è che la sua partenza sia stata così brillante; lei ha iniziato, a metà dell'esercizio "Casinò S.p.a." dello scorso anno, dicendo: "guardate che siamo già in rosso, chiuderemo anche in rosso", però sempre tenendosi smarcato.
Qui c'è il problema della prospettiva, perché se è vero che sono questi 2 bilanci, uno, di liquidazione di un passato e, l'altro, di esercizio, sono figlia e figliastra, quello che è preoccupante sotto l'aspetto politico è che stiamo ratificando, da un lato, un bilancio di esercizio in passivo; dall'altra, stiamo ratificando un bilancio di liquidazione passivo, ma non è che il Consiglio di amministrazione ci abbia prospettato delle rosee aspettative! Lei ci ha sempre detto: "aspettate perché vi sono dei cambiamenti che abbiamo messo in atto, c'è il lavoro del Consiglio di amministrazione", ma con lei, "grande regista", perché sappiamo che non si muove nulla che lei non voglia, addirittura stiamo ragionando sulle nomine dei capi settore nei banchi e lei ci mette "lo zampino", perché si sa! Quello che stiamo aspettando da lei è il piano di sviluppo, e il piano di sviluppo non è un piano che vorremmo conoscere tanto perché siamo qui, ma il piano di sviluppo - che a lei è già stato presentato -, questo Consiglio non ha avuto il piacere quest'anno di poterlo analizzare!
Le ricordo che il piano di sviluppo è previsto dalla legge n. 36/2001, è previsto dal disciplinare, è previsto dal suo programma di legislatura, ma quello che è ancora più grave è che, sia la legge, che il disciplinare, prevedono che sia questo Consiglio a valutare il piano di sviluppo! Lei ne è in possesso e ha scritto una nota al Presidente della IV Commissione dicendo: "ne sono in possesso ma, poiché è un preliminare, adesso faremo un'analisi e poi ve lo faremo sapere"!
Assessore, non compete a lei l'analisi di quel progetto, né compete a lei il primo piano preliminare del piano di sviluppo, perché il 3° comma dell'articolo 14 del disciplinare dice: "Il "Casinò S.p.a." si impegna a proporre il primo piano di sviluppo entro 90 giorni dalla sottoscrizione del presente disciplinare"; quindi ci deve essere un piano preliminare, sul quale questo Consiglio - di cui tutti si riempiono la bocca per dire che non deve perdere la sua potestà legislativa, la sua attività di controllo e di proposta - è stato completamente esautorato!
Il 31 luglio 2003, lei ha ricevuto il piano dall'Amministratore delegato del "Casinò S.p.a.", e diceva: "Nel rispetto di quanto disposto nel vigente disciplinare all'articolo 14 e, in relazione al piano di sviluppo della casa da gioco, consegno entro i termini previsti il documento contenente le indicazioni strategiche e le filosofie di intervento, che l'azienda - sentite le amministrazioni comunali e le organizzazioni turistiche del territorio - ritiene opportuno proporre alla vostra spettabile amministrazione, al fine di perseguire il necessario rilancio della "Casinò de la Vallée"".
Il documento, che è di indirizzo - e quindi è il primo documento che lei deve portare qui -, qui non è mai arrivato! Lei non si nasconda dietro il preliminare, perché il preliminare lo deve adottare questo Consiglio, non lei! Io glielo ribadisco, glielo ho già detto un mese fa e glielo ripeterò fra un mese: lei quel piano lo deve portare qui, che ci sia il "Billia" dentro o che non ci sia, perché lei l'ultima volta ha detto: "sapete, visto che il piano ha come centro focale l'acquisto del "Billia" e lo sviluppo delle strutture, è inutile che ve lo porto, perché siete un branco di gente che non capite nulla, quindi questo lo deciderò io"! No! Lei lo porti qui, poi che ci sia il "Billia" dentro o non ci sia, lasci a noi valutare se è il caso di lasciarci il "Billia" o meno! Spetta a questo Consiglio anche la valutazione del primo piano di sviluppo, che lei ha nel cassetto, e dice al Presidente della IV Commissione: "non ti preoccupare, ci penso io alla valutazione"!
Credo che sia per questo motivo che lei non si possa smarcare, perché lei ha avuto la responsabilità politica delle scelte precedenti, ha avuto la responsabilità di un semestre di gestione di esercizio, ha avuto sicuramente una piena responsabilità politica e amministrativa dei primi 6 mesi, durante i quali non mi sembra siano brillati i bilanci della "Casinò", non so per quanto tempo ancora lei possa dire: "aspettate, vedrete che domenica prossima ci saranno gli ingressi raddoppiati"!
A me, questo Consiglio di amministrazione ha dato l'impressione di essere più preoccupato di portare un bilancio in pari - magari anche con un piccolo esercizio -, piuttosto che fare degli investimenti in quella casa. Quella casa sta crollando a picco e lei non è in condizione, anche perché non vuole farsi aiutare da questo Consiglio, di capire cosa fare strategicamente! Lei si preoccupa delle nomine o delle assunzioni, e fa bene il collega Curtaz a dire: "ma come, un casinò che presenta bilanci a colpi di rosso, procede a delle assunzioni..."?
Noi siamo stupefatti dalla sua gestione politica, ma vorremmo darle un'informazione: magari non siamo bravi come lei a gestire i bilanci, ma politicamente non siamo stupidi, dunque non si smarchi, perché lei, da questa vicenda, non si può smarcare: né prima, né dopo! Lei si è assunto la responsabilità di portare avanti nella continuità un ragionamento che è fallimentare, come diceva il collega Tibaldi; lei, da questa responsabilità, non si può esautorare e, visto che quotidianamente gestisce le relazioni del casinò, non si potrà esimere dal portare, qui, il piano di sviluppo che lei ha nel cassetto... questo io le chiedo formalmente di fare!
Questo Consiglio deve valutare quel piano di sviluppo che le è stato consegnato con lettera dell'Amministratore delegato il 31 luglio 2003; non credo sia più accettabile, da parte di Consiglieri che hanno la loro prerogativa di analisi, di poter continuare ad aspettare da lei che lei faccia la pre-analisi che non le compete! Forse non le è chiaro come funziona il Consiglio regionale e allora glielo spieghiamo noi! Il Consiglio regionale ha le sue prerogative che devono essere rispettate, Assessore!
Président - S'il n'y a pas d'autres Conseillers qui s'inscrivent à parler, je ferme la discussion générale.
La parole à l'Assesseur au budget, aux finances, à la programmation et aux participations régionales, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Cercherò di mantenere fede agli impegni e, apprezzando la valutazione positiva sulla relazione fatta dal Consigliere Curtaz, cercherò di rispondere ad alcune domande che mi sono state poste. Devo però ribadire che se dovessimo adoperare un linguaggio scolastico, dovremmo definire "fuori tema", "non valutabili" le osservazioni fatte perché dovevamo valutare un bilancio di liquidazione e, invece, qualcuno ha letto la relazione degli amministratori della S.p.a., qualcun altro è partito dalla... comunque qui vi sono cose che, per alcuni aspetti, stupiscono, in quanto si dice: "ma qui vengono dette sempre le stesse cose"! Io devo dire la verità: non riesco ad avere una lettura logica delle cose che vengono dette, soprattutto da qualcuno!
Noi, prima di tutto, dobbiamo leggere un bilancio, non perché dobbiamo essere dei commercialisti, ma perché dobbiamo mettere le carte al loro posto, e c'è un principio che è quello della competenza temporale! Consigliere Lattanzi, lei ha anche una formazione ragionieristica che si è fatta al "Manzetti", quindi da questo punto di vista nessuno si vuole smarcare o andare in fuori gioco! Qui si tratta solo di leggere, nel tempo, degli atti e nessuno vuole smarcarsi rispetto a delle attività, tanto che qui non vengono espresse critiche, si stanno leggendo delle attività! Dopodiché, se vogliamo essere propositivi - l'ho detto oggi -... mi pare che sotto alcuni aspetti una valutazione politica il Consigliere Tibaldi l'abbia fatta, suggerendo che una soluzione potrebbe essere quella di privatizzare. Potrebbe essere un tema, ma queste sono argomentazioni politiche; il resto, è tutta "bassa cucina", in cui si afferma: "ma è colpa di uno, è colpa dell'altro"! Sono delle stupidaggini - per come le vedo io -, abbiate pazienza, non ho la verità in tasca!
Ritornando a ragionamenti che mi sembrano più che mai pertinenti - e qui rispondo al Consigliere Curtaz -, c'è una pagina 16 in cui è scritto qualcosa; allora, leggiamo. Siccome è un mio cruccio, ogni giorno purtroppo devo leggere, quindi ho più in mente alcune cose... ma quando il liquidatore afferma di aver concordato una transazione, rappresenta una parte di un ragionamento molto più ampio e rappresenta la sua parte.
Ricordo a tutti, ancora nel corso della precedente legislatura, una proposta fatta dall'avv. Tasco, in cui indicava una sequenza di proposte tra di loro collegate in modo inscindibile. Le 3 proposte erano: l'acquisto delle aree pertinenziali accessorie che il Presidente Louvin aveva incaricato Finaosta di valutare; un contratto di affitto azienda che qualcuno ha ricordato, perché era legato ad un disciplinare di 18 anni, che prevedeva un affitto di azienda e un'opzione di acquisto al termine di questi 18 anni; la chiusura di un contenzioso. Tutto questo perché non si è concluso? Perché le 3 proposte erano inscindibili, per cui "nulla quaestio" per la chiusura della transazione, "nulla quaestio" per l'acquisto delle aree accessorie; evidentemente quello che non ha fatto concludere l'operazione era l'affitto di azienda per 18 anni con un'opzione di acquisto.
Siccome sto parlando con un Consigliere che ha una professionalità importante in termini di transazioni, quando abbiamo un contenzioso che nominalmente vale 200 miliardi, che i nostri avvocati valutano conveniente chiudere da 15 a 20 miliardi, secondo lei, può essere vista in modo autonomo una transazione di 7 miliardi, trascurando le altre 2 proposte? Evidentemente no, avvocato Curtaz, è una cosa che non ha né capo, né coda! Dico questo perché anche il Consigliere Tibaldi, in precedenti interrogazioni, aveva fatto un ragionamento sulla convenienza o meno della transazione e, rispetto all'intervento di oggi, in allora in qualche modo accennava a una non convenienza a transare, ma non è così: gli atti erano 3 e quindi non trovo nulla da ridire al liquidatore perché ha rappresentato quella parte di sua competenza. Gli era stato chiesto di valutare se quel tipo di transazione era conveniente o meno; evidentemente aveva espresso, con il supporto dei pareri legali precedenti, un parere positivo di convenienza. È ovvio che questo tipo di problema, se al liquidatore nulla si può dire, per noi, che abbiamo la visibilità di tutto il problema, è un problema che non esiste.
Dal punto di vista dei dati, voglio cedere e quindi contravvengo all'invito che avevo fatto e vado a riprendere dei ragionamenti che sono completamente diversi - ripeto -: quello di liquidazione rispetto a quello di gestione. Non bisogna dire che è colpa di uno o è colpa dell'altro, ma analizzare in modo esatto i fatti per capire cosa potrà succedere in futuro. Mi pare corretto quello che mi dite, quindi la volontà non è quella di compromettere precedenti gestioni, ma solo epurare da un conteggio dei fatti straordinari che sono imputabili a periodi precedenti, per capire come si sarebbe sviluppata l'attività senza questi fatti straordinari. A riprova di questo, chiederei - se qualcuno non lo avesse fatto - di prendere la relazione del liquidatore a pagina 24, in cui, nell'ambito delle altre informazioni, dice: "Poiché la fase di liquidazione è stata coinvolta in esiti di cause di lavoro particolarmente importanti, che hanno inciso su più esercizi sociali, come già anticipato in premessa, preme sottolineare come, in assenza di stanziamenti per svalutazioni, per rischi ed oneri futuri del tutto sopravvenuti rispetto alla fase iniziale della liquidazione e per sbilancio sopravvenienze, il risultato di periodo sarebbe stato assolutamente differente".
Ma secondo voi, Consigliere Lattanzi, il liquidatore ha voglia di smarcarsi, per imputare precedenti gestioni? Ma no, vuole solo dare una lettura pulita della fase della liquidazione, in modo che si possa valutare se si è fatto bene o si è fatto male! Dopodiché quello che si prende in eredità si deve affrontare con la diligenza e con l'onestà intellettuale di cui tutti siamo capaci e a cui siamo tenuti. Nel momento in cui si rappresenta l'andamento del 2003 - lo abbiamo seguito passo passo - non credo che gli amministratori attuali possano essere così sprovveduti nel dire: "guardate è tutta colpa del passato"!
Adesso, se non facciamo nulla nel prossimo esercizio ci sarà un momento in cui qualcuno - come in questa sala correttamente è stato detto - presenterà il conto; le gestioni passate hanno fatto, ma cosa accadrà in futuro? Quello che stanno facendo è un'attività per rilanciare. All'interno di questo quadro vi sono poi le sopravvenienze dal punto di vista legislativo, norme anti-riciclaggio, norme anti-fumo, ma nessuno di noi è andato a cercarsele! Però bisogna risolverle e quindi mi pare onesto rappresentarle perché, se così non fosse, avrei dei dubbi, e non è un alibi, è un ragionamento che viene fatto in modo puntuale!
Si fa riferimento agli sviluppi di altre case da gioco; ma poiché il momento topico potrebbe esserci fra 2 giorni, cioè al termine della terza decade, quando magari qualcuno di voi sarà già sotto l'ombrellone, qualcuno dirà che il casinò ha avuto un incremento del 20%... lasciatemi i numeri di telefono, che vi riferirò!
Una serie di attività vengono fatte e credo stiano dando dei segnali. Stiamo parlando di periodi talmente brevi per cui, al termine di quest'anno, ci fosse anche un risultato positivo, non per questo dovremmo esaltarci, perché potrebbe essere il caso. Le attività, in particolare quelle imprenditoriali, devono essere valutate su periodi che sono più ampi di 6 mesi o di 1 anno, a meno che non ci siano già dei segnali di discesa a rotta di collo, perché se così è, dobbiamo subito provvedere e cambiare!
Un tema che è stato sollevato e che esula dalla relazione è quello delle assunzioni. Il criterio e le modalità di assunzione gli intervenuti li conoscono meglio di me e sicuramente bene, perché è stato approvato da voi un disciplinare, nel senso che c'eravate e avete avuto modo di capire quali erano i criteri. Io adesso verifico, per il tramite dei servizi ispettivi, che venga rispettato. Quindi era un "voi" non tanto come maggioranza o minoranza, ma "voi" come persone fisiche, visto che il Consigliere Curtaz si è lanciato prima in una votazione sulle persone fisiche, piuttosto che sulle figure istituzionali! Da quel punto di vista il criterio è semplice: per tutta una serie di attività esistono dei concorsi e delle graduatorie. Poi c'è una parte, che si chiama "allegato A", che prevede un'assunzione diretta per attività specifiche che, o hanno carattere meramente tecnico, o hanno carattere fiduciario. Mi spiego. Se va in pensione chi si occupa del condizionamento, anche se ho a disposizione un buon avvocato, dovrò assumere qualcuno che abbia dei requisiti personali specifici; così, come se devo assumere qualcuno che ha delle mansioni sulla sicurezza, sul trattamento di dati riservati, devo assumere soggetti aventi quelle caratteristiche.
Si dice: "noi siamo bravi politicamente". Ora, sarete tutti bravi, ma gli Unionisti sono di più, quindi abbiate pazienza! A parte questo, dico che, per quanto riguarda le assunzioni - ma mi riservo di ritornarvi sopra alla ripresa dei lavori - ci sono state delle attività che hanno avuto bisogno di essere sostituite con il ricorso all'allegato A e ve ne sono altre che sono state fatte acquisendo da graduatorie relative a mansioni in quel momento scoperte. Immagino che siano assunzioni a tempo determinato, ma lo dico senza avere la conoscenza puntuale delle assunzioni. Dico di più. Il Consiglio di amministrazione si è impegnato con la parte sindacale a fare un monitoraggio a 360° di tutto il personale, perché è stato percepito che vi sono aree che necessitano di rafforzamenti e ve ne sono altre in cui vi sono eccessi. Certo che ci sono degli eccessi, perché se all'interno della sala ci sono 100 croupiers e i tavoli aperti non sono sufficienti ad impiegare questo numero, lei, Consigliera Squarzino, non può prendere i croupiers e metterli a gestire il bruciatore o il condizionamento, perché farebbe un disastro! Se il vostro intuito vi porta ad immaginare attività di questo genere, meno male che non avete compiti per gestire e, quindi, giustamente compiti di sollecitazione!
Detto questo, all'interno di tale quadro è un impegno che il Consiglio di amministrazione si è preso e credo che attuerà in modo puntuale, come ha sempre fatto fino ad oggi. Questo discorso porterà ad una rivisitazione delle piante organiche. Sono al corrente di assemblee richieste dai sindacati e credo che ci sarà occasione per poter rappresentare tutto questo discorso.
In sede di replica, dico che nessuno si sottrae al confronto o a delle responsabilità, ma vorrebbe impiegare il proprio tempo non tanto nel gioco delle parti, quanto nel concepire delle attività che possono dare un minimo di prospettiva a una casa da gioco. Oggi abbiamo guardato esclusivamente delle attività e dei risultati del gestore e abbiamo tralasciato le entrate che la casa da gioco produce all'Amministrazione; per cui, non vorrei che questo discorso scatenasse nell'opinione pubblica l'idea che il casinò è dannoso e che incide negativamente nell'economia della Regione, perché questa sarebbe una cosa non vera! Quello è un luogo dove lavorano 1.000 dipendenti, è un luogo in cui la somma algebrica dei proventi della gestione della casa da gioco e la tassa di concessione sommati, anche se di segno opposto, danno un valore aggiunto! Se poi il nostro ragionamento ci porterà a dire di fare delle cose per migliorare la gestione, allora troverete nel sottoscritto, nella Giunta e nella maggioranza dei collaboratori attenti.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi, per dichiarazione di voto.
Lattanzi (CdL) - Noi voteremo contro questo provvedimento, mi pare chiaro anche dagli interventi che abbiamo fatto. Non condividevamo quella gestione, come lei ha potuto riconfermare, non condividiamo la continuità di quella gestione, ribadiamo che questa è una ratifica di un "modus operandi" che non condividiamo.
Ritengo importante, alla luce di quanto ci siamo detti in questa sede stasera, che il Consiglio abbia il diritto di esprimersi in maniera libera; per cui, chiedo al Presidente di votare sul provvedimento con voto segreto. Chiedo ai colleghi di sostenere questa richiesta, perché credo che questo sia un passaggio delicato di un primo bilancio di Gestione straordinaria in liquidazione, che vale la pena di votare in maniera segreta.
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Anche per ragioni regolamentari, ci vogliono almeno cinque Consiglieri per chiedere un voto segreto. Noi aderiamo alla proposta del collega; quindi dichiaro che il nostro gruppo si associa alla richiesta di votazione segreta.
Peraltro, intendevo brevemente fare una dichiarazione di voto. Il nostro gruppo voterà contro questo bilancio che viene portato all'attenzione del Consiglio. Se mi è consentito brevemente tornare sul tema, sulla replica dell'Assessore, mi devo dichiarare del tutto insoddisfatto della sua risposta. Non mi è piaciuto - mi è sembrato anche poco rispettoso della funzione del Consiglio - il suo esordio, quando ha detto che il dibattito è stato fuori tema. A me sembra che sia più fuori tema chi ritenesse che si è discusso di altro! Invece la discussione è stata piuttosto pertinente su tutte le tematiche che riguardano la crisi del casinò. È chiaro che, andando su queste tematiche, non otteniamo risposte convincenti, troviamo elusioni alle domande che sono state poste.
Avevo fatto alcune domande specifiche: su alcune devo riconoscere che c'è stata una risposta più o meno convincente, ma argomentata - e non ho niente da dire (mi riferisco, in particolare, al discorso dell'ipotesi transattiva) -; invece, per quanto riguarda il problema delle recenti assunzioni, la risposta è stata totalmente evasiva! Nei giorni scorsi, ci è stato dato dal Consiglio di amministrazione il verbale di accordo fra le organizzazioni sindacali e il Consiglio di amministrazione del casinò, in cui si dice chiaro che c'è una scelta di un temporaneo blocco delle assunzioni. Dopo neanche dieci giorni dalla sottoscrizione di tale accordo, sappiamo - lei lo ha confermato indirettamente - che vi sono state delle assunzioni. Allora è inutile riferirsi a criteri generali e agli "allegati A"! La domanda era: perché - di fronte a questo accordo sindacale, fra l'altro anche piuttosto curioso, ma questo fa parte delle dinamiche sindacali che un sindacato dica: "Non si assume più nessuno", credo che sia fatto per ragioni egoistiche, ma legittime - poi questo accordo viene subito disatteso?
Verificheremo nei prossimi giorni se ci saranno delle reazioni anche da parte di chi questo accordo lo ha sottoscritto e alla "rentrée" di settembre questo specifico punto sarà all'ordine del giorno del prossimo Consiglio. Queste erano alcune brevi considerazioni per dichiarare la nostra insoddisfazione e annunciare il voto contrario del nostro gruppo sul provvedimento in esame.
Presidente - La parola al Consigliere Comé, per dichiarazione di voto.
Comé (SA) - Molto brevemente; noi abbiamo fatto alcune osservazioni, ma sempre nello spirito di fare un'analisi della situazione del casinò. Avevo concluso il mio intervento dichiarando una certa disponibilità che mi è sembrato di cogliere nella parte conclusiva dell'intervento dell'Assessore, il quale si è dichiarato disponibile a qualsiasi confronto; quindi, da parte nostra, l'invito che ci viene ricambiato dall'Assessore lo cogliamo e lo porteremo avanti.
Per quanto riguarda l'oggetto in discussione, dichiariamo il nostro voto di astensione, anche perché ci eravamo astenuti sul rendiconto del 2002 e, essendo questo l'atto conclusivo di Gestione straordinaria, manterremo il voto di astensione.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone, per dichiarazione di voto.
Salzone (FA) - Noi, di "Fédération", per quanto riguarda il rendiconto, non consideriamo che sia un terreno di scontro politico, ma semplicemente un documento contabile 2003, con luci ed ombre su cui riflettere; è un atto dovuto nei confronti del Consiglio su cui "Fédération" si asterrà, dando la possibilità alla Giunta di presentare proposte di rilancio per la casa da gioco, proposte su cui daremo il nostro contributo ed esprimeremo le nostre valutazioni.
Presidente - Ricordo che procederemo a votazione con modalità segreta. Pongo in votazione l'oggetto n. 29:
Consiglieri presenti: 33
Votanti: 28
Favorevoli: 15
Contrari: 13
Astenuti: 5 (Comé, La Torre, Salzone, Stacchetti, Viérin Marco)
Il Consiglio non approva.