Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 698 del 23 giugno 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 698/XII - Evoluzione del patrimonio di edilizia popolare nel decennio 1994-2003. (Interpellanza)

Interpellanza

Richiamata la discussione svoltasi negli anni passati fra chi sosteneva la necessità di vendere alloggi di edilizia residenziale pubblica al fine di reperire risorse aggiuntive per ampliare il patrimonio pubblico di edilizia popolare e chi riteneva che tale politica avrebbe portato ad una riduzione del patrimonio abitativo pubblico pur in presenza di una forte domanda;

Al fine di conoscere qual è stata realmente l'evoluzione del patrimonio di edilizia popolare nell'ultimo decennio e quali sono le intenzioni in tale materia del governo regionale;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:

1. qual era, nel 1994 e nel 2003, il numero di alloggi in locazione di proprietà dell'ARER sia per quanto riguarda l'intero territorio regionale, sia per quanto riguarda la città di Aosta;

2. qual era, nel 1994 e nel 2003, il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Aosta;

3. qual è il giudizio sull'evoluzione, nel decennio 1994-2003, del patrimonio pubblico di edilizia popolare;

4. che cosa si intende fare per ampliare il patrimonio pubblico di edilizia popolare in Valle d'Aosta.

F.to: Riccarand - Squarzino Secondina

Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - Con questa interpellanza abbiamo voluto sollevare il problema dell'edilizia popolare in Valle, soprattutto per conoscere le tendenze che si sono sviluppate nell'arco dell'ultimo decennio e gli indirizzi verso cui si sta andando. Quello che è certo è che i dati ci indicano l'esistenza di un fabbisogno casa di edilizia popolare ancora alto nella Regione; l'ultimo bando, solo per quanto riguarda Aosta, per alloggi popolari ha visto la presentazione di 589 domande e pochissime hanno potuto essere soddisfatte; se a queste aggiungiamo che circa altre 500 persone ricorrono alla Regione e agli enti pubblici per l'integrazione sui canoni di affitto, il dato ci indica che esistono oltre 1.000 persone in situazione di disagio abitativo nella nostra Regione. Di fronte a questa realtà, che esprime un disagio su un'esigenza primaria per la vita, riteniamo non vi sia stato uno sforzo adeguato per incrementare il patrimonio abitativo pubblico, perché, pur essendo in una situazione favorevole dal punto di vista finanziario, pur essendo il decennio appena trascorso sicuramente caratterizzato da ingenti disponibilità finanziarie, bisogna dire che, per quanto riguarda l'edilizia popolare, si è realizzato molto poco.

Vi è stato anche qualcosa di peggio nel corso dell'ultimo decennio, in particolare negli ultimi 7-8 anni, cioè non solo non si è incrementato in modo significativo il patrimonio abitativo pubblico, ma si è fatta anche una scelta che abbiamo sempre considerato pericolosa e abbiamo avversato: quella di vendere quote significative di patrimonio abitativo pubblico, prendendo a motivazione che in questo modo si reperivano delle risorse e si faceva cassa e si poteva reinvestire per ampliare il patrimonio abitativo pubblico. Con questa interpellanza vorremmo anche capire qual è l'esito di questa politica, cioè vorremmo avere i dati rispetto all'evoluzione nell'ultimo decennio del numero di alloggi di edilizia popolare, sia per quanto riguarda l'azienda regionale per l'edilizia residenziale (ARER), sia per quanto concerne le proprietà di patrimonio abitativo pubblico del Comune di Aosta; poi vorremmo avere un giudizio rispetto all'evoluzione che vi è stata nel corso di questo decennio e capire cosa l'Amministrazione regionale intende fare per incrementare questo patrimonio abitativo pubblico e dare così risposta a un fabbisogno e a una domanda che rimane molto alta e molto forte.

Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.

Cerise (UV) - Per quanto concerne la prima domanda, "qual era, nel 1994 e nel 2003, il numero di alloggi in locazione di proprietà dell'ARER sia per quanto riguarda l'intero territorio regionale, sia per quanto riguarda la città di Aosta", schematicamente gli alloggi in locazione di proprietà dell'ARER erano, al 31 dicembre 1994, 819, di cui 574 nel Comune di Aosta; al 31 dicembre 2003, 658, di cui 407 nel Comune di Aosta.

Per quanto riguarda la seconda domanda, "qual era, nel 1994 e nel 2003, il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Aosta", anche qui il dato è schematico: sulla base dei dati catastali forniti dall'Ufficio del patrimonio del comune, gli alloggi di proprietà del Comune di Aosta, al 31 dicembre 1994, erano 1.009; al 31 dicembre 2003, 925.

Nell'intervallo di tempo tra il 1994 e il 2003 sono intervenuti elementi importanti, che vanno richiamati per una corretta analisi dell'evoluzione del settore e che sinteticamente possono essere ricondotti: a una GESCAL che non c'è più, quindi la fonte di finanziamento principe è venuta a mancare; a un trasferimento di competenze dallo Stato alle regioni, con la modifica del titolo V della Costituzione, che non contempla, anche in questo caso, alcuna analisi finanziaria, né tanto meno individua fonti di finanziamento; all'attuazione dei piani di vendita previsti dalla norma regionale - la legge regionale n. 40/1995 -, che ha potuto, sia pur parzialmente, sopperire alle difficoltà di carattere finanziario dovute ai motivi detti sopra.

Non possiamo tacere il fatto che i soggetti che hanno acquistato l'alloggio in assegnazione, a fronte di un prezzo contenuto, hanno potuto risolvere il loro problema abitativo e nel contempo gli introiti derivanti dalle vendite hanno consentito ad ARER e a comuni di effettuare nuovi investimenti, realizzando nuovi alloggi ed effettuando lavori di manutenzione straordinaria, anche se la consistenza del patrimonio abitativo andava diminuendo. Complessivamente sono stati venduti dall'ARER 254 alloggi e dal Comune di Aosta 88 alloggi su 197 che erano inseriti nel piano. Nel corso del primo semestre del corrente anno, peraltro, le nuove costruzioni assegnate da parte dell'ARER sono state 39, le acquisizioni 18 e le cessioni in applicazione del piano di vendita 11; al 30 giugno il patrimonio immobiliare dell'ARER ammonta a 704 alloggi; a questi si aggiungeranno le realizzazioni in corso in attuazione di programmi già da tempo avviati, che porteranno il patrimonio ARER a circa 854 alloggi, di cui circa 570 in Aosta.

Per quanto riguarda il giudizio sull'evoluzione, tenuto conto delle valutazioni che ho fatto, ritengo che sia del tutto positivo; d'altra parte riteniamo che la legge abbia centrato i suoi obiettivi, anche se il quadro normativo deve essere perfezionato nella direzione di assicurare in maniera più organica i finanziamenti per dare delle risposte. Che cosa si intende fare per ampliare il patrimonio pubblico di edilizia popolare in Valle d'Aosta? Con l'avvio della nuova legislatura la Giunta regionale ha approvato un programma per il settore casa, peraltro già illustrato in III Commissione, che vuole partire dall'analisi del fabbisogno, analisi che si è appena conclusa, per poi individuare gli strumenti - di tipo strutturale e non - più idonei per intervenire sul territorio, senza ulteriormente incidere sulla città di Aosta. Occorre poi tenere conto di alcune circostanze che rendono complessa l'operatività per quanto riguarda questo settore: innanzitutto la disponibilità di aree da destinare a nuove costruzioni è estremamente ridotta e i vincoli di carattere urbanistico impongono tipologie di intervento e di recupero non compatibili con i limiti di costo imposti all'edilizia residenziale pubblica. Ribadisco, a titolo esemplificativo, rientrano nella fattispecie gli interventi nei centri storici, che presentano dei costi di recupero di gran lunga superiore ai limiti di spesa dell'edilizia cosiddetta "popolare".

Stiamo poi vivendo un'epoca caratterizzata da profonde e continue trasformazioni, a cominciare dalle immigrazioni, per arrivare alle cosiddette "nuove povertà", cui occorre trovare nuove forme di risposta per evitare tensioni di carattere sociale e forme di emarginazione. Vi è la necessità di riqualificazione delle aree degradate e anche in questo caso possiamo immaginare di trovare delle risposte al problema, a condizione che si tratti di una riqualificazione complessiva; non a caso nel corso degli ultimi anni sono stati avviati progetti di recupero, con il parziale concorso dello Stato, che ultimamente sta venendo a mancare.

In sintesi, quindi, si può delineare il seguente schema di intervento - che non è altro che quello già rappresentato da noi in III Commissione - che prevede il completamento di interventi strutturali: il completamento dei progetti di nuove costruzioni di edilizia residenziale pubblica già avviati; la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente; la localizzazione di nuovi interventi in località che presentano situazioni di necessità, in maniera da rendere coerente la realizzazione o la disponibilità di nuovi alloggi e la domanda; le agevolazioni in favore di privati che mettono sul mercato della locazione alloggi a canoni contenuti (vale a dire la legge regionale n. 5/2003).

Per quanto riguarda gli interventi non strutturali, rimane fermo l'impegno dell'Amministrazione regionale per l'erogazione di contributi per il sostegno alla locazione per quella fascia di popolazione in situazione di grave disagio economico.

La risposta al bisogno di abitazione per le fasce più deboli quindi deve trovare migliore efficacia attraverso un migliore raccordo fra tutti i dispositivi normativi esistenti e stiamo lavorando in questo senso, tenendo conto del progressivo disimpegno, dell'inattendibilità dello Stato in questo settore, come abbiamo potuto rilevare in recenti episodi relativi a finanziamenti promessi, ma poi non concessi. Quest'anno il volume complessivo degli investimenti di questo settore, per lo più con fondi a disposizione dell'Amministrazione regionale, oscilla intorno ai 6 milioni di euro. Resta fermo l'impegno del sottoscritto, già assunto in seguito ad una risoluzione presentata dal collega Salzone, di venire in commissione per rappresentare meglio questa strategia.

Presidente - La parola al Consigliere Riccarand.

Riccarand (Arc-VA) - I dati che ci ha fornito l'Assessore per quanto riguarda la realtà sono molto eloquenti e indicano nel decennio preso a riferimento - parliamo del periodo 1994-2003 - dei saldi fortemente negativi per quanto riguarda il patrimonio abitativo pubblico. Il patrimonio dell'ARER è diminuito di quasi il 20% - era di 819 alloggi, è diventato di 658 alloggi, quindi meno 161 alloggi -; gli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà del Comune di Aosta sono diminuiti: da 1.009 a 925, meno 83; quindi complessivamente fra ARER sul territorio regionale e il Comune di Aosta abbiamo una riduzione del patrimonio abitativo pubblico di 244 alloggi. Questo è particolarmente pesante ad Aosta, dove il saldo di questo decennio è di meno 256 alloggi; quindi, invece di ampliare, si è fortemente ridotto il patrimonio abitativo pubblico. Noi questi dati li vogliamo evidenziare, perché bisogna correggere questo tipo di politica in cui si è costruito e recuperato poco e si è venduto, pertanto il saldo non può che essere negativo.

Il problema non era di carattere finanziario, per cui non si facevano certi interventi, ma era riconducibile ad altre motivazioni: difficoltà oggettiva di reperire aree o edifici da ristrutturare, ma anche una grossa difficoltà operativa. Il fatto di andare a vendere ancora degli alloggi di patrimonio pubblico porta adesso a un saldo negativo, che ci vorrà chissà quanto tempo per recuperare. Sotto questo aspetto noi diciamo che questa politica della vendita è una politica caratterizzata da un forte elemento di demagogia e i risultati sono fortemente negativi nell'interesse della collettività; quindi bisogna assolutamente rivedere questa politica che continua ad andare avanti, in quanto si continua a vendere senza poi riuscire a mettere a disposizione un nuovo patrimonio significativo.

Per quanto riguarda le prospettive, l'Assessore ci ha indicato soprattutto le difficoltà - che indubbiamente esistono e sono difficoltà di tipo urbanistico, di tipo finanziario e tutto quanto... - però, secondo noi, non si può pensare di operare solo movendo essenzialmente la "leva" dell'integrazione degli affitti, che è una "leva" che va utilizzata perché può dare sollievo e attutire determinati problemi, ma la cosa principale è ampliare il patrimonio abitativo pubblico, in modo che vi sia una disponibilità accresciuta ed invertire radicalmente la tendenza rispetto a quello che è successo negli ultimi anni, che invece non è andato nella direzione giusta. Pensiamo quindi si debbano impegnare risorse significative dell'Amministrazione regionale, oltre che energie importanti, per ottenere un risultato in questo campo che vada nella direzione di ampliare il patrimonio abitativo pubblico, invertendo la direzione che si è seguita negli ultimi anni.