Oggetto del Consiglio n. 611 del 26 maggio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 611/XII - Ripercussioni sulla salute degli ovini-caprini a seguito dell'introduzione di sistemi di identificazione elettronica. (Interrogazione)
Interrogazione
Appreso che continuano le segnalazioni di agricoltori che lamentano ripercussioni sulla salute delle capre in conseguenza dell'inserimento del "bolo endoruminale" nel loro rumine;
Ricordato che tale sistema di identificazione elettronica delle capre era stato avviato nel 1999 a titolo sperimentale;
Al fine di avere un quadro preciso dell'attuale situazione;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:
1. qual è la situazione attuale in Valle d'Aosta per quanto riguarda i sistemi di identificazione degli ovi-caprini;
2. quali inconvenienti sono stati segnalati e verificati in merito all'utilizzo del bolo endoruminale;
3. qual è la diffusione, in Italia ed in Francia, dell'utilizzo del bolo endoruminale per l'identificazione degli ovi-caprini;
4. quali provvedimenti sui sistemi di identificazione degli ovi-caprini sono previsti il futuro.
F.to: Riccarand
Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.
Fosson (UV) - È un problema molto dibattuto la salute degli ovini, caprini e bovini, dopo l'installazione di un "marker" endoruminale. Chiaramente è un problema dibattuto, ma come tutti i problemi bisogna dibatterlo forse in modo oggettivo, vedendo quelle che sono le vere ripercussioni del problema soprattutto sulla salute di questi animali.
È chiaro che, da una parte, l'apposizione di una targa a ovini e caprini è determinante sia per problemi sanitari sia per problemi aziendali; dall'altra parte, questa targa deve essere riconoscibile, non rimuovibile e non dare conseguenze alla salute di questi animali. Cosa c'è di oggettivo? Nel 1998 la nostra Regione ha istituito un'anagrafe regionale del bestiame e delle aziende, ha previsto un'identificazione elettronica con bolo endoruminale in tutti i bovini e i caprini, aderendo ad un protocollo che ormai non è solo nazionale, ma è internazionale - che si chiama "Idea" -, al quale hanno aderito diversi stati. In particolare sono stati marcati elettronicamente 42.309 bovini, 2.573 ovini, 4.648 caprini. L'attività di identificazione è continuata negli anni 2002-2003-2004 su tutti gli animali della rimonta, con la marcatura di circa 10.000 vitelli all'anno e di circa 1000 bovini e caprini, quindi dei numeri molto elevati.
Per quanto attiene agli inconvenienti che si sono verificati e che sono stati documentati, perché questa è l'oggettività della questione, a noi risulta che hanno avuto problemi 2 vitelli e un caprino su tutti questi numeri, ascrivibili alla tecnica di applicazione. Avendo avuto delle osservazioni sulla salute degli animali, si sono applicate anche attraverso l'anatomia patologica delle indagini sul macello di questi animali; al momento non sono state rilevate lesioni a carico di prestomaci riferiti ad azione del bolo. A noi, oltre a questi danni avuti su 2 vitelli e un caprino al momento dell'installazione, non risultano anche dopo macellazione e dopo indagine anatomo-patologica delle lesioni al prestomaco di questi animali, a cui era stata applicata questa marca.
Giustamente nel maggio dello scorso anno, come lei sa, è stata fatta una conferenza su questo argomento, senza addivenire a dei risultati diversi. La diffusione dell'identificazione elettronica, come è stato richiesto, è una tecnica che si sta sviluppando: sono oltre un milione i capi identificati nell'ambito del "progetto Idea" in Italia, Portogallo, Spagna, Germania, Olanda e Grecia. Per quanto riguarda l'Italia, ha aderito a questo protocollo anche la Sardegna, che attualmente ha identificato circa 400.000 capi iscritti.
Com'è la situazione adesso? Da una parte, vi è una norma regionale che prevede questa identificazione con questo bolo endoruminale; dall'altra, un veterinario regionale che attesta che di oggettivo, di danni documentati a livello di ovini, bovini e caprini a seguito di questa procedura non ve ne sono; dall'altra parte un'attenzione nostra a verificare il problema non appena vi siano dei dati oggettivi riportati. Penso che i dati debbano essere riportati al veterinario regionale, che ha il compito istituzionale di verificare questa situazione.
Président - La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - In realtà mi aspettavo che la risposta venisse dall'Assessore all'agricoltura, perché è stata seguita tutta la pratica dall'Assessorato all'agricoltura, ma non c'è alcun problema, va benissimo anche sotto l'aspetto sanitario. Si vede che c'è stata un'osmosi di competenze. Credo che la risposta sia stata puntuale, ma anche problematica e aperta ad una verifica rispetto ai problemi che ci sono.
Sul fatto che esistano dei problemi, credo sia un dato da tener presente e approfondito, perché, al di là di questi dati rassicuranti che lei ci dà - un solo caprino e 2 soli vitelli che hanno avuto dei problemi -, vi sono riscontri negativi da parte di un numero significativo di allevatori in particolare delle capre, riscontri negativi che, anche dopo la fase immediatamente successiva all'introduzione di questo bolo endoruminale - in quanto si può capire che in una prima fase ci possa essere stata una reazione negativa - continuano a rimanere. Questo significa che se chi opera con questi animali riscontra questi problemi, insiste, vuol dire che c'è un problema che non va sottovalutato.
Ho presentato questa interrogazione, anche perché mi è stata fornita documentazione, c'è ormai tutta una corrispondenza nutrita su questo argomento e io sono rimasto abbastanza sorpreso nel leggere tutta una serie di lettere di allevatori di capre che lamentano questo dato. Faccio solo degli esempi. Questa è una lettera del 10 marzo 2004, quindi molto recente: "la sottoscritta..." - nome, cognome, comune - "... avendo considerato che alcuni capi di caprini sono deceduti a causa del bolo, chiede un risarcimento danni". Poi, 9 aprile 2004: "io sottoscritto... sono possessore di un certo numero di capre, constatando dopo l'applicazione del bolo endoruminale sui soggetti del proprio allevamento una moria anomala degli stessi, non intendo procedere all'applicazione e richiedo che vengano utilizzati metodi meno distruttivi del sistema identificativo imposto".
Voglio citarne ancora una, perché mi ha molto colpito, che è una lettera più vecchia, risale al 21 agosto 2002 ed è di un'allevatrice, la quale scrive: "io sottoscritta..." - nome, cognome - "... come giovane allevatrice, cioè amante delle capre dal 1995, ho riscontrato che i primi anni tutto era più semplice per allevare capre, sia sulla burocrazia dei documenti sia sui riconoscimenti delle stesse. Negli ultimi due anni, cioè da quando è stato obbligatorio l'uso del riconoscimento tramite bolo, ho riscontrato una mortalità più frequente e più o meno tutte con la stessa patologia. Le capre cominciano a mangiare sempre meno, quindi a non ruminare, quindi a deperire, quindi ad avere le feci in diarrea e quindi si giunge alla morte dell'animale. Non dico che sia sicuramente il bolo, cioè quel corpo estraneo nello stomaco dell'animale, però perché se l'animale è nato senza, gli si deve introdurre un corpo di tali dimensioni? Con questo vorrei concludere facendovi notare che se anche all'essere umano introducessero un corpo estraneo, come si potrebbe vivere: meglio o peggio?".
Sono domande poste con un po' di ingenuità e molta semplicità, però è un problema che esiste e credo che un approfondimento vada fatto, anche perché a me sembra che alcune recenti ordinanze fatte da alcuni sindaci rispetto a questo tema, vadano al di là delle righe. Ci sono alcuni sindaci, ad esempio quello di Perloz - ma non è l'unico -, che ha fatto delle ordinanze dicendo agli allevatori dicendo di fare certe cose, minacciando il ricorso alla forza pubblica, autorizzata esplicitamente con il presente provvedimento. Ora, non credo che sia questo il sistema per affrontare un problema; può anche darsi che ci siano degli allarmismi eccessivi, ma va fatta un'azione di approfondimento e di convinzione, anche perché ho visto che la normativa comunitaria a cui si fa riferimento, è ben lungi dal dire: "bisogna seguire questo sistema". Dà una indicazione per il 2008, di usare un sistema di identificazione elettronica, ma intanto lo sottopone ad ulteriori verifiche ed è una data che può anche slittare; soprattutto non dice quale sistema, che può essere il bolo, ma anche altri sistemi di identificazione elettronica.
La raccomandazione che farei con questa interrogazione, a commento della risposta dell'Assessore, è di approfondire maggiormente tale questione e di avere un rapporto di maggiore disponibilità nei confronti degli allevatori, senza ricorrere ad imposizioni che sono antipatiche e che non risolvono assolutamente il problema.