Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 436 del 25 febbraio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 436/XII - Situazione dei servizi sociali per minori nella nostra Regione. (Interpellanza)

Interpellanza

Vista la richiesta di chiarimenti pervenuta dal Comune di Courmayeur, in quanto gestore dell'asilo-nido, circa l'obbligatorietà dei comuni di contribuire alle spese relative ai "loro" minori che frequentano servizi sociali, collocati e gestiti da un comune limitrofo;

Ritenuto che tutti gli Enti locali devono farsi carico di contribuire al costo dei servizi sociali riguardanti i minori, specie dopo che la Regione ha deciso di affidare agli enti locali tali servizi, destinando ai comuni il relativo contributo sulla base di una quota capitaria;

Considerato che, nonostante l'apertura di garderie e l'avvio di esperienze di "tata familiare", la richiesta di servizi per l'infanzia sul territorio, è ancora alta e non trova risposta, specie in alcune zone della Regione, come il Comune di Aosta;

Constatato infine che le stesse modalità di iscrizione (con scadenza annuale) non facilitano l'accesso ai servizi;

La sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

La Giunta regionale per sapere:

1) quanti sono attualmente i posti disponibili nei servizi sociali (asili nido e garderie) per i minori, quanti i minori assistiti da "tate familiari" e quale il rapporto tra l'insieme di queste offerte e la totalità dei possibili utenti;

2) se esistono, e quali sono, gli strumenti con cui si possono definire i reciproci obblighi tra l'ente pubblico che gestisce un servizio e i comuni limitrofi, che ne usufruiscono;

3) se intravede situazioni di criticità nell'attuale sistema di servizi per minori e come intende farvi fronte.

F.to: Squarzino Secondina

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Il problema degli asili nido è tornato recentemente all'attenzione e si tratta di un segnalazione fatta dal Comune di Courmayeur - che, fra l'altro, è arrivata in V Commissione - che pone un problema reale ed è di questo tipo: il Comune di Courmayeur ha un asilo nido nel quale accoglie bambini provenienti da altri comuni e chiede a questi comuni di compartecipare alle spese che deve sostenere.

L'Assessore sa bene come fino al 1998 la Regione, rispetto alle spese degli asili nido, seguiva una politica del pagamento a piè di lista, una politica che forse non aiutava a responsabilizzare, non aiutava a gestire con più oculatezza il servizio; politica che è stata cambiata con l'avvio dell'autonomia dei comuni: gli enti locali sono diventati gestori responsabili dei servizi ai minori. A questo punto la Regione ha avviato un nuovo modo di finanziare i servizi ai minori, cioè ha attribuito ad ogni comune, all'interno del budget complessivo che viene dato agli enti locali, una quota capitaria per ogni minore sotto i 3 anni, una quota capitaria che è all'incirca di 700 euro al mese grosso modo. I comuni hanno questa quota capitaria con cui fanno fronte alle spese, naturalmente questi soldi non sono sufficienti per coprire tutte le spese, gli utenti intervengono con delle rette e poi il comune con proprie risorse completa il divario esistente fra le spese effettivamente sostenute e le entrate della Regione attraverso la quota capitaria e le rette degli utenti.

Uno dei problemi che sorge è che i comuni limitrofi a quello dove c'è l'asilo nido e che vedono dei loro residenti frequentare tale struttura non sempre sono disponibili - così segnala il Sindaco del Comune di Courmayeur - a concorrere alle spese, nel senso che sono disponibili a fornire la quota capitaria, ma non a coprire la differenza esistente fra le entrate per ogni bambino, date dalla quota capitaria e dalla retta dell'utente, con le spese effettivamente sostenute. È stata allora formulata una richiesta molto precisa da parte del Sindaco di Courmayeur al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio in cui si chiede se esistono - ed è la domanda che riproponiamo nella nostra interpellanza - e quali sono gli strumenti con cui si possono definire i reciproci obblighi fra l'ente pubblico che gestisce un servizio e i comuni limitrofi che ne usufruiscono. Questo episodio è interessante, dal punto di vista di chi si occupa dei problemi dei servizi, perché fa emergere una serie di questioni su cui mi interessava conoscere il parere della Giunta.

Volevo intanto verificare se i servizi sul territorio per minori da 0 a 3 anni sono sufficienti; sulla base di questo episodio, si può dire che vi è una carenza di servizi, nel senso che vi è un'esigenza di servizi non soddisfatta nel proprio territorio tanto che si cerca anche in altri comuni quello che il proprio comune non può dare. Credo che questa carenza di servizi emerga anche da altre notizie apparse. Penso che anche l'Assessore abbia visto una lettera apparsa alcuni mesi fa su "La Stampa" del tenore seguente: "Ma devo proprio abortire io perché i miei figli non possono accedere ai servizi. Se compero un figlio, come ho deciso di comperare, e se poi faccio domanda per l'asilo nido nel Comune di Aosta, ma mio figlio è nato dopo la scadenza delle domande di iscrizione, devo aspettare più di un anno per poter accedere agli asili nido e poi c'è un elenco così lungo di domande (160-170) per posti che non sono così numerosi, cosa devo fare?".

Questa domanda era un po' provocatoria, ma era per indicare che esiste un segnale di carenza di servizi per minori. In questo senso è vero che esistono, oltre agli asili nido, anche le "garderies", ma si voleva sapere quanti sono i posti disponibili complessivamente e qual è il rapporto fra l'insieme di queste offerte e i possibili utenti per capire qual è il "décalage" fra l'offerta effettuata e la richiesta degli utenti. Ancora: se nell'insieme dei servizi per minori si intravedono alcuni punti critici e come si intende affrontare queste situazioni non solo di emergenza, ma di criticità.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - Ci proverò a rispondere, perché l'argomento è in grande evoluzione, aspetta una normativa nazionale che, se arriva come previsto, rivoluzionerà tutto il discorso.

È vero, il fatto che alcuni comuni non si mettano d'accordo - perché, in fin dei conti, il discorso è questo - è una questione non bella in una realtà invece molto bella della Valle d'Aosta: quella degli asili nido.

Bisogna fare alcune precisazioni perché il percorso, come è stato proposto, non mi sembrava tutto analizzato. Non so se nella risposta voleva toccare altri punti ma, come è stato detto, fino a un po' di tempo fa, i costi degli asili nido venivano ripagati a piè di lista, poi non è stato più così da quando la Regione ha introdotto le leggi di settore che prevedevano un finanziamento agli enti locali specifico per quel settore: poi invece non è più stato così nel 2002-2003, questo è il passaggio che forse mancava. Da quest'anno invece abbiamo voluto di nuovo ristabilire le leggi di settore, cioè finanziare gli enti locali per questo specifico compito che ci sembra molto importante.

È in corso un gruppo di studio a livello di CELVA dei comuni proprio per analizzare la distribuzione di questi fondi, previsti dalla legge di settore, appunto nella logica che chi ha un servizio di questo tipo abbia giustamente una corrispondenza. Dobbiamo tenere ben presente che gli asili nido non sono dei servizi obbligatori a questo momento, sono dei servizi che il comune eroga ai suoi cittadini e all'occasione anche ai cittadini dei comuni limitrofi; questo è importante perché è un servizio a domanda, cioè un servizio che il comune offre ai suoi cittadini.

La capienza degli asili nido - prima domanda - è pari a 400 posti, quella dei servizi chiamati "garderie" è pari 235 posti e i bambini affidati alle tate in questo momento sono 22, il totale dell'offerta è di 657 bambini, previsti per anni diversi, per cui i numeri statisticamente non sono un dato significativo perché, come lei sa, nelle "garderie" vengono presi anche i neonati, invece nell'asilo nido i bambini dai 9 mesi in su. Avevo già risposto ad un'interpellanza in questo senso dei colleghi di "Forza Italia", che mi sembrava significativa, cioè noi siamo al secondo posto in Italia come offerta, incidenza di posti nido disponibili su una popolazione da 0 a 2 anni, siamo a livelli del 12,3%, che è secondo solo all'Emilia Romagna, che ha un indice molto più elevato di recettività di bambini. Il Piemonte, ad esempio, mentre noi siamo a 12,3%, è a 10,7%, quindi offriamo decisamente più opportunità alle madri che vogliono, come diceva lei, comprare un bambino, cioè la nostra offerta è molto maggiore rispetto alle regioni vicine. L'altra considerazione però che deve generare delle domande è che la richiesta delle famiglie valdostane è più alta che negli altri posti, cioè diamo maggiori risposte, però abbiamo più domande che negli altri settori. Devo dire, per completare questo primo punto, che sono ormai alla partenza altri due corsi per tate familiari, che sembra essere nei piccoli comuni una risposta molto valida.

Secondo punto: come si diceva già, gli asili nido sono gestiti dagli enti locali. Noi abbiamo previsto una legge di settore - giusto o non giusto - su questo. Vorrei precisare però che queste comunque sono delle strutture di eccellenza, perché le normative regionali prevedono per gli asili nido veramente un trattamento di eccellenza. Lei conosce sicuramente i parametri: un educatore ogni 6 bambini, se poi il bambino sta di più di 9 ore, è previsto un altro educatore; per i bambini disabili, oltre all'educatore, vi è un insegnante di sostegno. La cucina che hanno gli asili nido è solo per l'asilo nido; se lei va nella struttura di Variney, vede una cucina per il poliambulatorio per gli anziani e poi un'altra cucina per l'asilo nido; nel Comune di Saint-Christophe vi sono su 50 pasti 15 menu diversi ogni giorno. Questo per dire che è una struttura di eccellenza; con questo non voglio dire che l'eccellenza non debba essere data a tutti i bambini della Valle d'Aosta, comunque, in questa nostra realtà, l'asilo è una struttura di eccellenza.

È una struttura, proprio per il meccanismo delle domande, soprattutto aperta verso quelle situazioni difficili di reddito e familiari particolari.

Per quanto riguarda l'accessibilità delle domande al Comune di Aosta, ho verificato anch'io, prima della sua interpellanza, questa situazione; per cui le domande sono annuali e la risposta è - ed è una scelta del comune, chiaramente - che, siccome non vengono soddisfatte tutte le domande presentate nell'anno, loro non intendono aggiornare l'elenco, perché uno che arriva alla vigilia di essere chiamato si troverebbe poi… e questa è una decisione del comune. È comunque una struttura di eccellenza che ha costi molto elevati, per cui il comune che ha una struttura di questo tipo si trova ad avere dei problemi economici.

Criticità: tre considerazioni. La prima considerazione, chi è che deve educare e gestire i bambini da 0 a 3 anni, è un obbligo delle famiglie o deve essere comunque prevista un'obbligatorietà del servizio? Questo non è un problema da poco, non voglio offrire una possibile soluzione, dico sicuramente che le famiglie valdostane hanno più offerte delle altre, ma che hanno domande maggiori di altri posti. A mio avviso, qui bisognerà intervenire sulla famiglia, la Conferenza sulle politiche familiari che faremo quest'anno toccherà proprio questo argomento, cioè: "famiglia ridiventa padrona del tuo destino, associati con altre famiglie, vedi se deve essere sempre lo Stato, la Regione o un ente che risolve i tuoi problemi o hai delle energie all'interno per risolverli tu".

La seconda criticità è la normativa: questa può essere rivista, sicuramente andrà riorganizzata a livello delle possibilità finanziarie che abbiamo. È stata approvata alla Camera una legge, che prevede l'obbligatorietà della scuola da 0 a 3 anni e per l'ente locale di offrire questo servizio. Certo che, se questo servizio diventerà obbligatorio, chiaramente tutto il discorso andrà modificato e quindi, prima di rivedere la normativa regionale, vorremmo aspettare l'esito di questo fatto.

Terza criticità: dicevo prima che è una cosa non bella che dei comuni non si mettano d'accordo su un passaggio di questo tipo, che può essere normato solo da una convenzione e la convenzione è quanto già normalmente avviene fra il Comune di Aosta e i comuni limitrofi. Nel caso da lei citato, non esisteva una convenzione, cioè non vi è stato un accordo fra il Comune di Courmayeur e i comuni vicini. È stata preparata una risposta in accordo con il Presidente della Regione, che prevede che non si sospenda un servizio iniziato al mese di marzo, il 1° di marzo; se non vi sono state queste convenzioni, andranno fatte, ma non si interromperà un servizio in opera, tanto più che, se a fare questo discorso è il Comune di Courmayeur, noi diciamo che un piccolo sforzo forse potrebbe farlo.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Questo, chiaramente, è un problema complesso, che non può essere risolto così solo con qualche battuta… ringrazio anche l'Assessore per avere individuato i vari aspetti del problema e per aver tentato di rispondere alle domande che l'interpellanza poneva.

Credo che sul fatto che l'asilo nido in Valle d'Aosta sia un servizio di eccellenza siamo tutti d'accordo, basta andare a vedere come tali servizi funzionano e, laddove il servizio è aperto, le famiglie, che possono mandarvi i bambini, sono veramente soddisfatte. Sta di fatto che esiste ancora in Valle d'Aosta una carenza di questi servizi, un bisogno - lei lo ha ricordato - perché, a fronte di un quasi 22% di domande di iscrizione, ne vengono accolte il 12%, poco più della metà: abbiamo quasi la metà delle famiglie che aspettano un servizio e che non possono vederlo soddisfatto.

Credo che lei faccia riferimento, come ho fatto anch'io, allo studio condotto dal Centro nazionale documentazione analisi per l'infanzia e l'adolescenza, che dà questi dati. Proprio questo studio, nella parte finale di commento, dice: "È vero che si è visto come si è diversificata l'offerta dei servizi ai minori, quasi per rispondere a un bisogno di differenziazione, di esigenze puntuali delle famiglie ma, nel caso del nido di infanzia, la domanda che si presenta è in quantità tale da non essere completamente soddisfatta". Esiste cioè una domanda in questo senso, che nel nostro caso è soddisfatta per poco più del 50% ed è vero che anche in altre regioni vi sono le donne che lavorano, però noi ci vantiamo in genere, quando viene descritta la situazione occupazionale della Valle d'Aosta, di avere un alto tasso di occupabilità femminile; questo porta come conseguenza anche la necessità per un gran numero di donne di lavorare fuori casa e quindi di pensare a come collocare i figli.

Teniamo conto anche che in Valle d'Aosta vi è un tasso di natalità bassissimo e che una serie di servizi forse potrebbe facilitare la famiglia nel compito di decidere di avere dei bambini e di allevarli. Cercherei quindi di vedere i servizi anche sotto questa ottica, perché è vero che esiste la domanda di fondo: "a chi è affidata l'educazione dei minori?" e sono d'accordo anch'io che spetti alla famiglia, ma non sempre essa è in grado di poterlo fare per cui, se vogliamo che sia la famiglia, dobbiamo sostenerla. Lei capisce che l'assegno post-natale - e qui attenzione, non parlo solo di tempo per educare, parlo di un'altra cosa - non è sufficiente a far fronte alle spese che la nascita di un bambino comporta. Oggi nessuna famiglia è in grado di mantenersi, se non a fronte di lavori "interessanti" che fa uno dei due coniugi, se tutti e due non contribuiscono. Mettendo insieme tutti questi elementi, si vede che anche la famiglia, che ha voglia di avere figli e di educarli, non ci riesce, perché o va a lavorare e non sa dove tenere i bambini, oppure tiene i bambini, ma non ha i mezzi e non vuole sicuramente ricorrere alla legge del minimo vitale per poter mantenere i figli. Esiste questo problema, quindi, e credo che lo si debba affrontare in modo particolare nella città di Aosta e nel circondario, dove si trova il 50% della popolazione valdostana. Ora, il problema e la soluzione delle tate è intelligente ed è funzionale per rispondere ai bisogni dei piccoli centri, delle vallate laterali, mentre la grande domanda - "grande" come quantità perché riguarda il 50% della popolazione - è concentrata su Aosta e circondario; quindi è su questo che bisogna riflettere nella scelta dei servizi.

Ultimo elemento. È vero, affronteremo il problema quando sarà approvata questa nuova legge, però non nell'ultima deliberazione, ma nella deliberazione del 28 maggio 2001, proprio laddove si parla della quota capitaria, delle modalità, nelle premesse viene anche riconosciuto che, all'articolo 2 della legge n. 328/2000, si parla di diritto alle prestazioni e si afferma il carattere di universalità del sistema dei servizi sociali. Vi è quindi un po' il diritto alla prestazione, non è obbligatoria, ma è un po' come il diritto-dovere della scuola, allora vi è un diritto che viene riconosciuto al minore al quale corrisponde un dovere che l'ente locale riconosce. In questo senso penso sia utile che la Regione continui a fare un'opera di sollecito nei confronti degli enti locali rispetto a questo problema; abbiamo visto in tutti questi anni che le proposte di servizi sociali ai minori nei comuni incontrano molta difficoltà ad essere portate avanti, perché sembrano sempre meno urgenti ed importanti di altri servizi di cui il comune ha bisogno: dall'urbanizzazione ai parcheggi, o alle fognature e via dicendo. Chiederei quindi al suo Assessorato di continuare a sollecitare i comuni rispetto a questa esigenza, perché non possiamo accettare che vi siano comuni in cui la famiglia possa andare a lavorare tranquilla, perché sa che vi è un servizio ben fatto, che assiste e tutela i minori, rispetto ad altri comuni dove questo non è possibile.