Oggetto del Consiglio n. 429 del 25 febbraio 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 429/XII - Concessione di garanzie fidejussorie da parte di Finaosta a società controllate per erogazioni finanziarie a favore di terzi. (Interrogazione)
Interrogazione
Premesso che:
- L'Assessore all'Industria, rispondendo ad una precedente iniziativa del gruppo CdL, ha evidenziato il ruolo di Aosta Factor S.p.A., società controllata dalla finanziaria regionale, nello smobilizzo di fideiussioni rilasciate da terzi a garanzia di crediti vantati da Finaosta S.p.A.;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
Il Presidente della Regione e l'Assessore alle Finanze per sapere:
1) se Finaosta S.p.A. abbia fornito garanzie fidejussorie alle società controllate BVA S.p.A. e Aosta Factor S.p.A. per erogazioni finanziarie da queste ultime attuate a favore di soggetti terzi;
2) in caso affermativo a quanto ammontano gli importi garantiti e su quali presupposti si fondano.
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Nelle premesse dell'interrogazione si richiama un intervento dell'Assessore all'industria relativo al ruolo svolto da "Aosta Factor" all'interno delle operazioni di finanziamento su imprese operanti in Valle d'Aosta. Per quanto riguarda la prima questione: "se "Finaosta" abbia fornito garanzie fidejussorie alle società controllate "BVA S.p.A." e "Aosta Factor S.p.A." per erogazioni finanziarie da queste ultime attuate a favore di soggetti terzi", la risposta è parzialmente positiva, nel senso che vi è stato un caso in cui "Finaosta" ha concesso una garanzia fidejussoria a beneficio della "Aosta Factor", mentre non vi sono state fideiussioni a beneficio di "BVA". Questa fideiussione è stata rilasciata a sostegno dell'intervento finanziario nei confronti della "Tecdis" e questo tipo di operazione era stata effettuata con l'intervento finanziario corrispondente di una multinazionale, che era intervenuta con mezzi finanziari nei confronti della "Tecdis". L'importo della fideiussione concessa da "Aosta Factor", per dare una risposta puntuale all'interrogazione, è di 3 milioni di euro e questo tipo di operazione, ripeto, è un intervento congiunto fra sistema del credito e questo partner industriale di livello internazionale.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Più che puntuale, direi che è laconica come risposta, anche perché sul punto n. 2 la risposta non vi è stata. È significativo comunque quello che lei ci ha detto e penso che su questo una riflessione vada fatta in quest'aula sulle politiche industriali e sulle politiche economiche e finanziarie che questa Regione attua, perché il fatto che "BVA"… quando esisteva… "Aosta Factor S.p.A.", "Finaosta S.p.A.", e potrei continuare con un nutrito elenco di S.p.A…. Assessore, il fatto che queste società operino con la veste privatistica della S.p.A. non può farci dimenticare che il patrimonio e gli azionisti di queste società sono di origine pubblica, sono la Regione… sono risorse pubbliche.
Su questo aspetto allora penso che vada fatta chiarezza una volta per tutte, perché è paradossale che "Finaosta", società partecipata al 90% o poco meno, decida di rinunciare a fideiussioni che sono state poste a garanzia di denari erogati sì da "Finaosta", ma sottolineo io denari pubblici, che dovrebbero perseguire un fine pubblico, seppure in un contesto privato, ma il fine pubblico di una programmazione della politica industriale, di un intervento a sostegno di determinati settori dell'economia valdostana. Di tanto in tanto capita che "Finaosta" nei confronti di altri soggetti, e qui devo dire, Assessore, in base a valutazioni politiche - non valutazioni di mercato, finanziarie -, faccia credere che certi soggetti ad un certo punto siano più solidi di altri e che di conseguenza sia inutile chiedere le garanzie a questi soggetti. Vengono dunque in buona sostanza smobilizzate le fideiussioni, che garantivano le linee di credito che "Finaosta" aveva aperto.
In questa vicenda, perlomeno nella vicenda che l'Assessore ha voluto in maniera sintetica individuare, subentra un'altra S.p.A., anche questa abbondantemente gestita e partecipata dalle risorse pubbliche, la quale dice una cosa diversa da quella che "Finaosta" ci ha fatto credere: "quel soggetto privato non è affidabile, dunque tu "Finaosta" mi devi in qualche maniera garantire". Attenzione, non è indifferente quello che accade con questa operazione apparentemente di tipo finanziario, perché vi è uno spostamento del rischio: mentre il rischio prima gravava sul privato che otteneva i soldi da "Finaosta", ma doveva dare delle fideiussioni a "Finaosta", di conseguenza garantiva l'ente pubblico indirettamente della bontà dell'operazione… penso e mi auguro che né lei, né i suoi colleghi di Giunta abbiate mai pensato di poter utilizzare le risorse pubbliche per aiutare degli amici in difficoltà indipendentemente dai risultati finali di questa operazione. Mi auguro che vi sia un'operazione che abbia un disegno di politica industriale ed economica, che sia quindi funzionale al raggiungimento di quell'obiettivo e non all'erogazione "tout court" di quelle risorse. Invece qui cosa succede? Che, mentre per "Finaosta", quel privato non ha più bisogno di dare garanzie perché - dicendola con espressione sintetica - è diventato un privato solvibile dalle "spalle larghe", per quello stesso privato dà garanzie "Aosta Factor S.p.A.".
Qual è la conclusione paradossale di questa vicenda? Che se quel privato, per un motivo che non voglio stare qui a sindacare, ma, se quel privato saltava sul mercato, l'erogazione dei finanziamenti di "Finaosta" era garantita da banche, piuttosto che da assicurazioni, piuttosto che da beni reali, di conseguenza l'amministrazione pubblica vedeva fallire la programmazione di politica industriale, ma non ci rimetteva denari pubblici, perché le banche, le assicurazioni, le garanzie reali reintegravano queste risorse finanziarie. In questo caso, se quel soggetto salta, è "Finaosta", sono le casse pubbliche che pagano, perché è una partita di giro che avete messo in piedi che mi ricorda molto le "vicende Parmalat". In un intreccio di società, in un intreccio di partecipazione, in uno scambio di crediti e di debiti, alla fine poi il "cerino in mano" sappiamo a chi è rimasto.
Questa è una vicenda sulla quale torneremo, ma la sua risposta è molto preoccupante! È preoccupante perché non ci ha detto quali sono i presupposti, perché non ci ha spiegato la filosofia. Denunciamo in quest'aula che si trasferisce il rischio di impresa dai privati al pubblico con un'operazione di finanzia surrettizia, perché non si dà ad intendere qual è l'obiettivo vero. Le garanzie rimangono e, anziché rimanere sul privato, rimangono in mano all'ente pubblico. Questo è un argomento sul quale torneremo.