Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 419 del 25 febbraio 2004 - Resoconto

OGGETTO N. 419/XII - Iniziative per contrastare l'uso del tabacco. (Interrogazione)

Interrogazione

Premesso che:

- la scienza ha ormai dimostrato in modo inequivocabile quali danni siano determinati dall'uso e dall'abuso di fumo, portando a considerare il tabagismo come una vera e propria dipendenza;

- la legislazione in vigore nei diversi Stati e la legislazione italiana si stanno via via perfezionando per contrastare il fenomeno, vietando - in particolare - il fumo nei locali pubblici;

- per quanto riguarda l'Italia non sono, tuttavia, del tutto chiari né i dettami legislativi né i meccanismi applicativi;

- in tal senso si ritiene indispensabile che da parte della Amministrazione regionale della Valle d'Aosta giunga un segnale chiaro sulle modalità di applicazione dei divieti;

- si ritiene inoltre che, tuttavia, i soli meccanismi e le sole procedure di divieto non bastino a superare la cultura del fumo che per troppo tempo ha caratterizzato intere generazioni, per le quali la prima sigaretta segnava un passaggio di crescita e l'ingresso nel mondo degli adulti;

Sottolineando l'importanza e la necessità di attuare iniziative di informazione e di prevenzione del fenomeno e constatando che, a quanto è dato sapere attraverso le informazioni pubblicitarie, contro il fumo in Valle d'Aosta sono attive solo alcune organizzazioni private che promettono all'utenza terapie miracolose per smettere di fumare senza difficoltà;

Il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

L'Assessore competente per conoscere:

1. i dati - se esistono e se sono stati rilevati - relativi all'uso di tabacco nella nostra Regione;

2. le conseguenze sanitarie rilevate in ordine all'uso di tabacco;

3. i dispositivi posti in essere a livello regionale per impedire il fumo negli uffici e nei locali pubblici;

4. le iniziative poste in essere per informare la popolazione e per sostenere le persone che intendono smettere di fumare.

F.to: Lanièce

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson.

Fosson (UV) - È facile per me rispondere a questa interpellanza perché non sono fumatore, anzi a casa mia è difficile trovare un posacenere e questo proprio per fortuna. Sappiamo tutti quanto sia dannoso il fumo di sigaretta, purtroppo questo concetto, che è un assunto di tutti, non è ancora entrato nella nostra pratica e nella nostra attività, anche se capisco che ogni tanto, soprattutto in momenti di grande tensione, fumarsi una sigaretta può essere un'occasione per rilassarsi un po'.

Mi si chiede i dati del fumo in Valle d'Aosta: essi sono praticamente sovrapponibili ai dati nazionali; quelli in nostro possesso risalgono al periodo fra il 1999 e il 2000, in cui il 29,4% degli uomini e il 18,1% delle donne valdostane fumavano oltre i 14 anni di età, mentre il 42,9% degli uomini e il 67,1% delle donne in questa inchiesta si dichiarava non fumatore. Possiamo dire che, soprattutto per quanto riguarda gli uomini, questi dati siano leggermente inferiori ai dati nazionali, invece le donne che fumano in Valle d'Aosta sono più numerose che nel resto d'Italia. Ancora un dato statistico: il consumo medio di sigarette è lievemente superiore rispetto al resto d'Italia settentrionale, cioè quelli che fumano in Valle d'Aosta fumano di più.

Le conseguenze sanitarie sono ormai conosciute da tutti sia per quanto riguarda il fumo attivo, quanto per quanto concerne il fumo passivo, che ha una combustione secondaria - una combustione passiva della sigaretta - e anche una terziaria - il fumo espirato dal fumatore - che fa sì che anche chi non fuma si trovi ad essere sottoposto agli effetti negativi del fumo. I dati dell'Organizzazione mondiale della sanità dicono in modo inequivocabile che 20 sigarette al giorno riducono di circa 4-6 anni la vita media di un giovane. Si sa con sicurezza che il 90% dei tumori polmonari sono dovuti al fumo di tabacco. Altri dati più significativi dimostrano come nelle famiglie di fumatori i bambini siano sottoposti più facilmente a bronchiti, otiti, a forme infiammatorie anche asmatiche dell'apparato respiratorio. I figli dei fumatori ne vanno incontro più frequentemente degli altri - 38% in più -, quindi non solo il danno è soggettivo, ma il danno è agli altri e il danno è anche esportato nelle proprie famiglie; così come ormai si lega, come fattore predisponente alle malattie coronariche, l'uso del tabacco.

Cosa è stato fatto? Qui sapete vi sono delle leggi nazionali, che noi riprendiamo e possiamo fare applicare nel modo corretto, in particolare mi sembra significativa la circolare del Ministro Veronesi del 28 marzo 2001, che riprende in modo significativo alcuni punti che cito. Intanto, chi vende e somministra tabacco a persona minore di anni 16, è punito con sanzione amministrativa; non solo, fissa in modo preciso i luoghi in cui non si può assolutamente fumare, cioè nelle corsie dell'Ospedale, nelle aule delle scuole, in metropolitana, nelle sale di attesa, eccetera. Non solo, in questa circolare è previsto il divieto di fumo nei luoghi privati, nei ristoranti, nei cinema in cui non siano in atto misure appropriate. La circolare è anche molto importante perché determina chi deve fare osservare queste leggi; chi, sia nell'ambito dell'Amministrazione, sia nell'ambito del privato, debba prevedere questi controlli e addirittura debba formulare le sanzioni. Dice: "i dirigenti preposti alle strutture amministrative e i responsabili delle strutture private sono tenuti ad individuare con atto formale i locali della struttura a cui sovrintendono, dove, ai sensi dei criteri prima citati, devono essere esposti i cartelli di divieto e spetta ad essi tutta una serie di obblighi". L'Amministrazione regionale ha ripreso questa circolare con una circolare applicativa il 12 febbraio 2002, che titola: "Divieto di fumo nei locali dell'Amministrazione regionale", in cui prevede che siano i responsabili di queste strutture a far applicare la normativa. Ho l'esempio dell'Ospedale: in quasi tutti i reparti e i centri di raccolta dei pazienti e dei parenti sono esposti dei cartelli contro il fumo e sono stati individuati i dirigenti che devono prevedere di far applicare queste norme.

Cosa è stato fatto ancora? Con le iniziative, anche recenti, è stata intanto data una struttura precisa alla Pneumotisiologia del nostro Ospedale, identificare un responsabile di un'unità budgetaria vuol dire dare stabilità, vuol dire vedere da chi devono partire tutte le iniziative per il contrasto di questa pratica. Abbiamo di nuovo in una finanziaria, con dei problemi economici, mantenuto l'ambulatorio del fumo, cioè un ambulatorio in ambito USL, dove si può con l'aiuto di psicologi disabituare gli utenti a questa pratica. La "Lega italiana per i tumori" ha fatto diverse di queste campagne, una di queste è stata rivolta anche ai dipendenti dell'USL per disattivare questa abitudine; così l'USL ha preparato un documento per bambini delle elementari a fumetti, è stato dato corso negli anni passati ad un progetto dal titolo "Ospedale senza fumo"; vi ricordate come erano significativi quei piatti ricolmi invece di spaghetti, di mozziconi di sigarette? Il fumo dà una dipendenza, è vero, quindi va trattato come una malattia cronica e vanno prese le iniziative di conseguenza.

In conclusione, vorrei dire che ho letto 2 anni fa una pubblicazione del "British journal inglese", che su questo è autorevole, dove si diceva che la campagna contro il fumo finora non si è affermata per due motivi: perché le due classi principali che dovevano sostenere questa campagna non l'hanno adeguatamente sostenuta e faceva riferimento ai medici e agli insegnanti; da questa considerazione l'Associazione dei medici inglesi ha lanciato una campagna con i suoi aderenti di non fumare più. Potrei aggiungere una cosa, se veramente crediamo a questo - penso che degli "scoop" possano avere un valore a livello regionale -, nell'atrio della saletta abbiamo diversi cartelli in cui è scritto: "Vietato fumare", proprio come "scoop" e sull'onda di questa inchiesta inglese, potrebbe avere un senso che i Consiglieri della Valle d'Aosta si impegnassero a non fumare e a sostenere una battaglia contro il fumo.

Président - La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (SA) - Prendo atto della risposta dell'Assessore. Il problema del tabagismo, in effetti, è ormai ben noto in tutta la sua drammaticità, e le conseguenze sanitarie e sociali dell'abuso di fumo sono materia di trattazione in tutte le sedi. L'Assessore stesso ha fornito alcuni dati che evidenziano i danni che procura alla salute umana ed è ormai consolidato anche il fatto che il tabagismo è una vera e propria dipendenza, non diversa da quella legata all'alcool o alla droga e come tale deve essere trattato.

Lo scopo di questa interrogazione era quello di conoscere come la pubblica amministrazione si vuole porre di fronte a questo problema e quali iniziative l'Amministrazione ha posto in essere e vuole porre in essere per fare della prevenzione. È proprio questa la cosa importante, perché non possiamo pensare che la Regione possa fare altro se non informare la collettività sui danni che il fumo porta alla salute, tenuto conto che vi è il fumo attivo, che è una scelta dell'individuo, e il fumo passivo, che è la conseguenza per le persone che non fumano. È stato sottolineato giustamente che i figli di fumatori hanno più facilità di ammalarsi, quindi penso che l'importanza dell'azione dell'Amministrazione regionale sia quella di fare prevenzione, anche perché non possiamo - né questa era la volontà di questa interrogazione - fare una crociata contro i fumatori, in quanto ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte sulla propria salute, però è importante informare la collettività, in modo che ciascuno possa fare le scelte in modo consapevole. Questa iniziativa non deve essere vista né come una critica verso eventuali ritardi fatti in questa direzione, né come una volontà di criminalizzare i fumatori, ma nel senso di cercare di intervenire con un'azione di dissuasione, frutto di campagne di informazione e di educazione e quindi di prevenzione sanitaria. Serve anche da stimolo, per fare in modo che questo diventi un problema importante da seguire come l'alcool e la droga, per i quali in passato si sono fatte diverse iniziative da parte degli organi competenti. Penso che il fumo ha conseguenze sanitarie molto gravi, quindi è giusto che il tabagismo sia considerato tale e quale alle altre dipendenze ed affrontato con il massimo sforzo.

Il fatto di far riferimento a campagne nazionali e ad azioni tipo quella della "Lega italiana per la lotta contro i tumori" è una cosa positiva ed è giusto sostenerle, ma penso che sia altrettanto opportuno che la Regione abbia un ruolo diretto e attivo nell'affrontare tale problematica, in modo da portare a conoscenza della collettività il fatto che l'uso di tabacco è nocivo. L'importante è aumentare le iniziative per fare informazione, educazione e prevenzione per quanto riguarda la lotta contro il fumo.