Oggetto del Consiglio n. 182 del 5 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 182/XII - Iniziative per garantire i percorsi formativi di integrazione tra istruzione e formazione. (Interpellanza)
Interpellanza
Appreso
- che la riforma Moratti ha riabbassato l'obbligo scolastico alla fine della terza media rispetto alla precedente riforma Berlinguer;
- che tale obbligo formativo si è trasformato in un diritto per lo studente e in un dovere per l'Amministrazione che è tenuta a predisporre percorsi per favorire il passaggio degli studenti dal sistema dell'istruzione a quello della formazione e viceversa;
Venuti a conoscenza che gran parte delle Amministrazioni regionali, in questi mesi, hanno sottoscritto appositi protocolli d'intesa con il Ministro dell'Istruzione;
Attestato che la nostra regione ha competenza primaria nel settore dell'istruzione professionale ed esclusiva nella formazione professionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere quali sono le azioni che l'Assessore intende mettere in atto per garantire i percorsi formativi di integrazione tra istruzione e formazione professionale.
F.to: Comé - Stacchetti - Viérin Marco
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Intanto ci sembra di poter dire che la legge n. 53, entrata in vigore a marzo di quest'anno, abolendo due leggi precedenti: la n. 9/99, che fissava l'obbligo scolastico a 16 anni e la n. 30/2000 sulla riforma dei cicli scolastici, ha nuovamente cambiato le carte in tavola nel futuro della scuola.
Ora, se per la mancata attuazione delle riforme sui cicli mi pare che nessuno in giro si strappi le vesti, cioè non mi pare che se ne avverta ancora una certa urgenza, per quanto riguarda il problema dell'obbligo scolastico ridotto a 15 anni con l'abrogazione della legge e la mancata attuazione dei decreti attuativi previsti dalla legge n. 53, si è creato un vuoto legislativo su un problema delicato e complesso, su cui è urgente intervenire.
Come dicevo, con l'abrogazione della legge n. 9/99, conosciuta come "legge Berlinguer", non vi è più l'obbligo della frequenza di un anno scolastico dopo le medie, ma di un impegno che dura fino a quando il giovane non sia in possesso di una qualifica professionale almeno di 2° livello; livelli che non sono stati determinati dallo Stato, ma livelli che erano stati previsti nel Consiglio della C.E. nel 1985 e che sono stati poi ripresi nell'intesa quadro a giugno di quest'anno fra la Regione e il Ministero dell'istruzione. In questo senso l'obbligo formativo è ormai solo obbligo per l'amministrazione, che deve fornire tutti i presupposti per cui un ragazzo, attraverso il canale della formazione, anche se ha lasciato la scuola dopo la 3° media, possa arrivare a 18 anni con una preparazione di base compiuta.
Il problema si pone già per l'anno scolastico 2003-2004 per i ragazzi di 14 anni i quali, non essendo più obbligati ad iscriversi ad una scuola, possono scegliere l'iscrizione ad un percorso di formazione professionale.
Con la mia interpellanza volevo conoscere quali azioni l'Assessore vuole mettere in atto per garantire i percorsi formativi di integrazione fra istruzione e formazione professionale… ad esempio, per la Camera di commercio vi sono degli atti che avvengono nel periodo successivo alla presentazione dell'iniziativa, che superano anche la nostra richiesta.
Ho letto la deliberazione n. 3906 di pochi giorni fa, con la quale si approva la proposta di protocollo di intesa fra Agenzia regionale del lavoro e Sovrintendenza agli studi della Valle e di un protocollo di intesa fra la Regione, Ministero dell'istruzione e Ministero del lavoro. Ben venga che a livello regionale si sia definita un'ipotesi operativa con un programma di azioni integrate per l'attuazione del diritto/dovere di istruzione e formazione con l'Agenzia del lavoro! Quello che, invece, sorprende è che l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta, che ha competenza primaria in materia di istruzione e formazione, competenza anche riconosciuta dall'articolo 6 della citata legge n. 53/2003 - l'articolo 6 recita che le competenze per le regioni autonome rimangono -, abbia scelto di giocare un ruolo di interlocutore debole e remissivo nei confronti dello Stato, quando non è tenuta a firmare alcun accordo per affrontare questo problema nel territorio di sua competenza, come invece ha fatto la Provincia autonoma di Bolzano, Alto Adige.
Questo atteggiamento di "abdicazione" allo Stato, con la firma congiunta dell'Assessore all'istruzione e di quello alle attività produttive - qui abbiamo assistito ad una rivoluzione copernicana con un assessore dei DS che sottoscrive un protocollo con un governo di Centro-Destra; è vero, l'assessore mi dice che anche gli altri hanno fatto lo stesso, ma gli altri sono a statuto ordinario e non hanno determinate competenze! -, si qualifica come un atto di sottomissione al Governo e non di riconoscimento delle proprie competenze!
Voglio sentire, adesso, quali sono le motivazioni che l'Assessore mi vorrà fornire sulla scelta di questo percorso.
Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Charles Teresa.
Charles (UV) - Vous avez justement affirmé que la loi n° 53, la "loi Moratti", a abrogé non seulement la loi n° 30/2000, mais aussi la n° 9/99 qui élevait l'obligation scolaire jusqu'à 15 ans. La "loi Moratti" introduit aussi le concept de droit/devoir à l'instruction et à la formation, qui peut se comprendre soit à travers le système scolaire qu'à travers le système de la formation professionnelle régionale, les 2 systèmes s'intégrant en quelque manière et se complétant l'un l'autre.
Sur la base de l'accord de la loi cadre du 19 juin dernier entre le Ministre de l'instruction, celui de la recherche et le Ministère du travail, les Régions et les Provinces autonomes de Trento et Bolzano, les Provinces, les Communes et les Communautés de montagne se sont mis d'accord pour la réalisation - à partir de cette année - d'une offre formative expérimentale d'instruction et de formation professionnelle dans le retard de l'émanation des décrets de la loi n° 53.
Tout d'abord cet Assessorat a prédisposé, dans ce domaine, quelques initiatives en accord avec l'Assessorat des activités productives compétent en matière de formation professionnelle; en particulier, vu les spécificités de notre Région - qui ne sont tout de même pas comme celles de Bolzano -, il a été récemment signé, le 30 octobre dernier, le protocole d'entente entre la Surintendance aux études de la Vallée d'Aoste et l'Agence régionale du travail. Ces organismes sont d'accord sur la nécessité de l'intégration entre le système d'instruction, de formation et de travail, intégration finalisée à garantir en particulier aux jeunes l'exercice du droit à l'apprentissage tout au long de leur vie, comme une condition principale et, en quelque sorte inaliénable, de tutelle et de développement du patrimoine culturel et professionnel, individuel et collectif.
Ce document met en évidence la détermination des procédures et des dispositifs communs d'information et d'orientation et ces derniers doivent cibler le processus de choix et de construction du parcours individuel des jeunes après qu'ils ont terminé l'école obligatoire, pour l'acquittement du devoir et du droit à l'instruction et à la formation. L'objectif prioritaire est la construction des modèles d'offre intégrés par la définition des dispositifs pour la gestion de la mobilité et des passages entre les différents systèmes. Pour que soient réalisées des actions intégrées et partagées sur leur signification, le protocole d'entente prévoit un groupe technique intégré, formé par des représentants du monde de l'école, de la formation et du handicap.
Vu l'accord cadre du 19 juin dernier, l'entente entre la Surintendance et l'Agence du travail a été signée avec le respect qui s'impose sur les compétences régionales en la matière, afin de garantir aux jeunes Valdôtains ce système aligné sur les grands choix de l'éducation, dans une optique nationale, mais surtout européenne. Sur la base de ce protocole, un autre protocole d'entente, que vous avez en quelque manière critiqué, a été défini entre la Région, les Ministères de l'instruction, de l'université et du travail et il confirme l'offre formative et expérimentale qui soit à même d'accueillir formellement les conditions particulières de notre situation régionale.
Je souligne que nous avons un pouvoir concurrent, parce que pour l'instruction nous n'avons pas un pouvoir primaire, nous ne l'avons que sur l'instruction professionnelle, donc nous n'avons pas la même situation que celle de Bolzano!
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Assessore, non mi ha convinto, intanto perché, con l'articolo 8 della legge n. 7/2003, eravamo già entrati nell'analisi della disciplina della formazione, quindi noi potevamo andare a definire eventualmente questi livelli standard richiesti, partendo da questa prima legge che è la legge nostra. Sono convinto della mia posizione: abbiamo dimostrato che, pur avendo delle competenze, non le abbiamo esercitate!
In tanti settori, come Regione a statuto speciale, siamo all'avanguardia, mentre in questo campo siamo al traino! Vi sono regioni a statuto ordinario - come l'Emilia Romagna - che hanno messo mano a un settore così importante, e invece noi, che abbiamo le nostre competenze, accettiamo passivamente di seguire le impostazioni dettate dal ministero! Corriamo il rischio di andare a rivendicare le nostre competenze, e poi, quando le abbiamo, accettiamo passivamente di seguire le indicazioni e le imposizioni provenienti dal Governo!