Oggetto del Consiglio n. 208 del 5 novembre 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 208/XII - Salvaguardia delle attività, dei livelli occupazionali e del marchio della "Centrale laitière d'Aoste". (Approvazione di risoluzione)
Risoluzione
Appreso che la "Centrale Laitière d'Aoste" di Gressan starebbe per chiudere l'attività a causa del dissesto finanziario evidenziato negli ultimi anni;
Ricordato che tale Impresa era stata ceduta dalla FINAOSTA S.p.A. alla Cooperativa ABIT di Torino nella primavera del 2001, allo scopo di rilanciarne l'attività;
Osservato che la chiusura comporterebbe gravi problemi di carattere occupazionale e serie conseguenze circa la tutela del marchio e delle attività produttive e di trasformazione nel settore lattiero-caseario della nostra Regione;
Il Consiglio regionale
Esprime
preoccupazione per gli effetti negativi in termini occupazionali, che la chiusura della Centrale Laitière d'Aoste comporterebbe;
Impegna
la Giunta ad operare con tempestività per trovare soluzioni adeguate che salvaguardino i livelli occupazionali, tutelino il marchio della Centrale e rilancino l'attività di trasformazione lattiero-casearia nella nostra Regione;
Chiede
che l'Assessore riferisca sulle problematiche in esame e sullo stato delle iniziative assunte dalla Giunta alla Commissione consiliare competente.
F.to: Curtaz - Riccarand - Squarzino Secondina
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Ci siamo fatti carico di porre questa risoluzione all'attenzione del Consiglio - sperando che venga approvata da tutti i gruppi presenti in aula - per centrare l'attenzione sul problema. Abbiamo letto negli ultimi giorni, anche a seguito delle dichiarazioni che membri della Giunta avevano già reso in quest'aula, che lo stato finanziario della Centrale laitière è assai grave e che si prospetta addirittura la chiusura dello stabilimento di Gressan.
Con questa risoluzione vogliamo porre l'attenzione su questo problema, porlo nella maniera più moderata e corretta possibile in rapporto all'iniziativa che abbiamo preso, perché un'eventuale chiusura dello stabilimento di Gressan comporta vari tipi di problemi. Il problema più evidente è quello di carattere occupazionale: ancora oggi in quello stabilimento sono occupate, se non ricordo male, 16 persone, a cui si aggiunge un piccolo indotto per la commercializzazione e la distribuzione dei beni prodotti nello stabilimento. Vi è secondariamente un problema più generale di attenzione al settore della trasformazione dei prodotti lattiero-caseari, quindi chiediamo che vi sia da parte del Governo una particolare attenzione in questa fase delicata.
Chiediamo in sostanza che il Consiglio si esprima, evidenziando preoccupazione per gli effetti negativi in termini occupazionali che la chiusura della Centrale laitière provocherebbe e che impegni la Giunta ad attivarsi per trovare delle soluzioni adeguate per salvaguardare i livelli occupazionali e per rilanciare l'attività di trasformazione lattiero-casearia. Domandiamo infine che l'Assessore - che immaginiamo già occupato su questo problema -, nelle prossime settimane, riferisca alla commissione consiliare competente sulle problematiche in esame e sullo stato delle iniziative assunte dalla sua Giunta.
Presidente - La parola al Consigliere Borre.
Borre (UV) - Credo che, in merito alla Centrale del latte, l'Assessore più volte abbia risposto relativamente ai problemi a cui si andava incontro, volta per volta. Questa interpellanza ci trova d'accordo tranne per la parte impegnativa, che vorremmo modificare, non perché non si voglia mantenere la trasformazione lattiero-casearia in quella sede, ma conosciamo tutti le dimensioni della struttura della Centrale del latte: potrebbe verificarsi la necessità di usarne parte per lavorazioni diverse. Chiediamo quindi di modificare la parte impegnativa come segue: "impegna la Giunta ad operare con tempestività per ricercare e sostenere soluzioni adeguate alla salvaguardia dei livelli occupazionali anche mediante la riconversione totale o parziale della struttura".
Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Alcune parole in riferimento all'emendamento presentato dal Consigliere Borre, che accogliamo. Chiediamo quindi che la risoluzione venga votata con l'emendamento in discussione, che sostituisce la nostra parte impegnativa. Voglio spiegare però cosa c'è di diverso, altrimenti ci potrebbe essere un equivoco e voglio che tutti i consiglieri siano edotti della diversità fra la nostra proposta e quella del Consigliere Borre: la nostra risoluzione contiene un espresso riferimento al problema del marchio. Ora, posso capire perché la maggioranza - e credo la Giunta - ci chiedono, rispetto all'approvazione di questa risoluzione, di accantonare il problema del marchio: penso che sia per un dato nello stesso tempo formale e sostanziale, il marchio della centrale non ci appartiene più, lo abbiamo venduto "all'Abit". Potrei dire che lo abbiamo improvvidamente venduto "all'Abit", forse si poteva immaginare qualche altra soluzione. Noi, negli scorsi 2 anni, peraltro, abbiamo offerto continui suggerimenti alla Giunta rispetto a queste problematiche, agli inadempimenti, ma si è voluto "fare le orecchie da mercante" su questo tema. Sarà necessaria una riflessione sugli errori effettuati al momento della cessione della "Finaosta" ad "Abit" e sugli errori commessi nella valutazione della consistenza economico-finanziaria "dell'Abit", lo consentirà anche il Presidente della Regione, perché, di fronte a varie opzioni, la "Finaosta" disse al Consiglio regionale che "l'Abit" era il partner più affidabile per questa trattativa. Lo vediamo dopo 2 anni quanto affidabile era "l'Abit"! Nella centrale il deficit è aumentato, parlano di chiudere anche a livello torinese, quindi era un partner assolutamente non affidabile. Questo, comunque, è un tema che affronteremo separatamente, io voglio solo spiegare che questo tema del marchio, degli inadempimenti, delle responsabilità amministrative e politiche farà oggetto di dibattito in altra sede.
Oggi a noi premeva soprattutto sottolineare il problema occupazionale, quindi riteniamo che, ponendo l'attenzione su questo tema, la risoluzione sia votabile: si impegna l'Esecutivo a rendersi attivo per risolvere i problemi occupazionali e l'Assessore a relazionare quanto prima alla commissione competente - immagino sia la IV - sugli sviluppi della vicenda.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - L'argomento è sicuramente di grande attualità, anche se non è nuovo, nel senso che della Centrale del latte se n'è parlato prima della cessione "all'Abit", se n'è parlato dopo e penso che ne parleremo ancora.
La risoluzione vuole testimoniare una preoccupazione da parte di questo Consiglio, ma dovrebbe avere anche una minima parte di concretezza. Riteniamo che questo tipo di risoluzione, così come è stata presentata e successivamente emendata, porti poco alla risoluzione di un grosso problema. Un grosso problema che non vogliamo individuare in maniera riduttiva solo nella preoccupazione - che peraltro persiste - sul fronte occupazionale, anche perché, a forza di preoccuparci delle problematiche occupazionali, questa Regione ha bruciato centinaia di miliardi in aziende con una vita media non superiore ai 10 anni - forse 5 anni è la vita media di molte aziende -, che hanno dissipato ingenti risorse che, se fossero state messe a rendita vitalizia, forse avrebbero garantito, da un punto di vista economico-finanziario, quelle persone che lì dovevano essere occupate con una prospettiva che invece non vi è stata. Riteniamo di conseguenza che l'aspetto occupazionale, seppure importante, non possa essere l'unico punto di vista dal quale guardare questa vicenda.
Dobbiamo anche dire che questa vicenda non è arrivata a questo punto per caso: riteniamo che vi sia quanto meno un responsabile e il responsabile - scusateci, non è per recitare il ruolo delle parti - è un responsabile politico! Questa è la prima e unica privatizzazione fatta in 10 anni da questa Regione e si è dimostrata un disastro, in primo luogo per la tempistica in quanto è stata ceduta un'azienda sulla quale la Regione aveva fatto grossi investimenti, testimoniati da questa struttura, oggi considerata da più persone spropositata nelle dimensioni rispetto alle esigenze del mercato valdostano. È stato fatto un investimento importante, è stata messa in piedi una struttura annunciata come una struttura all'avanguardia e ci si è resi conto che la gestione politica della stessa non la faceva stare sul mercato. Non possiamo infatti dimenticare che se il meccanismo delle quote - intendendo come quote latte il prezzo politico che veniva applicato o, meglio, il sovrapprezzo -, anziché stare in capo al bilancio della vecchia Centrale del latte, fosse stato in capo al bilancio regionale, forse la prospettiva economica di quella impresa sarebbe stata diversa. Noi pensavamo sostanzialmente di poter gestire in un meccanismo di mercato un'impresa che era assoggettata ad un'imposizione calmieristica di tipo politico; probabilmente, per avere un'azienda in grado di stare in equilibrio, bastava semplicemente portare quel sovrapprezzo nel calderone del bilancio regionale. I conti della Centrale del latte, invece, erano in "profondo rosso" perché in quella gestione non vi era un equilibrio economico e si arrivò alla conclusione di svendere il marchio e l'attività, mantenendo la proprietà della struttura e dimenticandosi, da 2 anni a questa parte, di incassare il prezzo degli affitti che, mese per mese, avrebbero dovuto essere pagati.
Se questo quadro che ho sintetizzato è un quadro reale, allora vorremmo capire come è possibile demandare "all'assassino" di questa attività industriale il salvataggio dell'attività stessa. Voi impegnate la Giunta a trovare soluzioni adeguate, ma le soluzioni adeguate della Giunta sono quelle che hanno portato al disastro attuale. È una fiducia che non ci sentiamo di condividere. Questo dalla prima lettura della risoluzione depositata, convincimento che è maturato "dall'emendamento Borre", che ci lascia senza parole, perché se tale emendamento ha un senso, ha il senso di smantellare un determinato tipo di lavorazione, che dovrebbe essere quel tipo di settore industriale legato all'agricoltura che, invece, dovrebbe essere valorizzato, perché questo dice l'emendamento: "riconversione totale o parziale della struttura". Non so se andremo a farne una sede espositiva, non so se andremo a fare quali altri tipi di lavorazioni, ma è evidente il segnale politico di voler chiudere questa parentesi.
Ci chiediamo allora per quale motivo ciò che funziona in Trentino Alto Adige non possa funzionare in questa Regione; per quale motivo le mele, gli yogurt del Trentino Alto Adige abbiano un mercato; per quale motivo ciò che in Alto Adige viene prodotto e commercializzato e venduto, in Valle d'Aosta non lo possa essere; per quale motivo gli impianti di risalita del Trentino Alto Adige non abbiano i rilevanti problemi degli impianti valdostani. O non è vero che questa Regione, come viene definita da tutti e da più parti, possiede un "patrimonio naturale incommensurabile", in quanto con una natura favorevole a una serie di valorizzazioni di tipo turistico - e allora dobbiamo prendere atto che la nostra Regione non è quello che vogliamo "vendere" -, oppure, se è vero che la Valle d'Aosta è questo patrimonio naturale eccezionale, dobbiamo prendere atto che, fino ad oggi, non siamo stati capaci di valorizzarlo; questa è la conclusione. Delle due l'una, Consigliere Borre, perché o voi ci dite che l'agricoltura, la zootecnia e tutta quella industria, che è legata al settore primario in Valle d'Aosta, non trovano uno spazio, dunque dobbiamo dimenticarle, altrimenti siete in contraddizione con quanto avete scritto nel programma di legislatura.
Voglio ricordare che lo studio della Fondazione Nomisma presentato in Alto Adige a giugno sulle problematiche dell'agricoltura dice una cosa sola: che la Regione Valle d'Aosta deve puntare sulla valorizzazione di produzioni di qualità e, se non riusciamo a trovare le produzioni di qualità nella lavorazione dei prodotti lattiero-caseari, mi domando quali sono le produzioni di qualità che vogliamo legare al sistema economico della Valle d'Aosta.
Pur nella convinzione che il problema della Centrale del latte sia un problema reale, sul quale devono essere fatte delle valutazioni e trovate delle soluzioni, abbiamo forti dubbi che le soluzioni possano essere trovate nella risoluzione dei "Verdi" - delega in bianco ai responsabili di questo disastro - o nella riconversione della struttura, come ipotizza l'emendamento del Capogruppo "dell'Union Valdôtaine". Di fronte a un problema di questa portata, per le responsabilità che abbiamo nei confronti della collettività come concetto generale, ma anche per le responsabilità di governo dei procedimenti dell'economia, forse sarebbe stato bene arrivare con delle proposte più articolate, che avessero una loro concretezza. Questa risoluzione dice: "ci siamo accorti che la centrale continua ad essere un problema". Noi pensiamo che non fosse necessario ricordare questo problema con una risoluzione, perché le iniziative fatte dai vari gruppi dell'opposizione hanno evidenziato nei mesi e negli anni scorsi la consapevolezza dell'esistenza del medesimo, nonostante dai banchi di Giunta gli Assessori e i Presidenti che si sono succeduti confermassero la positività dell'operazione fatta; abbiamo visto a distanza di 2 anni quali sono le conclusioni! Penso che la Giunta debba fare lo sforzo di trovare delle soluzioni in grado di valorizzare quello che costituisce un patrimonio di questa Regione, ossia tutta quella produzione che è legata alla montagna e agli allevamenti. Mi stupisce che la proposta della riconversione totale invece venga proprio da quel partito "dell'Union Valdôtaine", che dovrebbe avere nel suo programma e fra i suoi obiettivi prioritari la tutela della tipicità della nostra Regione. Termino l'intervento dicendo che forse il mio stupore è uno stupore frutto della dimenticanza perché, nel corso dei Consigli di questa nuova legislatura, abbiamo visto come su certi argomenti sia evidente la scarsa sensibilità della Giunta su problemi locali, cito SOA, "l'ENEL", le consulenze sulle piazze di Milano, piuttosto che su quelle di Torino.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA) - Credo che sulla vicenda della Centrale del latte siano stati scritti fiumi di cose, forse sono il meno adatto a parlarne perché non l'ho seguita personalmente, quindi non sto a rifare la storia però, ovviamente, perlomeno le cose che in questi anni abbiamo letto sui giornali ormai sono note a tutti. Come gruppo, avevamo pensato di votare subito la risoluzione del gruppo "dell'Arcobaleno" in considerazione della preoccupazione degli effetti negativi ed occupazionali verso le persone che ci lavorano. L'emendamento presentato "dall'Union Valdôtaine" ci ha suscitato delle perplessità poiché in questo emendamento si parla di una "riconversione totale o parziale", che è vuota di contenuti, a meno che l'Assessore oggi non ci dica cosa intende per "riconversione". Non sto quindi a rifare la storia negativa che ha avuto tutta questa vicenda, per cui, considerata questa "posizione", l'emendamento stesso ci pare veramente vuoto di contenuti. Se le cose rimangono in questi termini, pertanto noi ci asterremo su questa risoluzione.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione.
La parola all'Assessore all'agricoltura, risorse naturali e protezione civile, Vicquéry.
Vicquéry (UV) - Intervengo semplicemente per rispondere innanzitutto al Consigliere Salzone che stiamo votando una semplice risoluzione di impegno a riferire in commissione consiliare: è quella la sede nella quale entreremo nel dettaglio di questa problematica, non era e non è questa la sede in cui andiamo ad esplicitare il tipo di "riconversione totale o parziale", anche perché non saremmo comunque in grado di dare delle risposte. Abbiamo degli incontri in settimana con il consiglio di amministrazione, sentiremo la volontà di quel consiglio rispetto al "primo tema" dell'aspetto occupazionale dei 16 dipendenti, che ci interessa. Nel primo incontro ci hanno riferito che è loro intenzione agevolare in parte i pensionamenti e la mobilità, noi dobbiamo sapere qual è la forza lavoro che rimarrà in capo alla collettività; non la sappiamo.
Il secondo aspetto riguarda i temi trattati dal Consigliere Frassy, il quale si considera forse depositario della cultura liberista, ma confesso che ho grossi problemi a seguirne la logica perché nei suoi interventi non c'è logica sotto questo punto di vista. Non è possibile, infatti, affermare che il discorso della salvaguardia dell'attività occupazionale a lui interessa poco o è un discorso banale, perché questa è stata la risposta rispetto al tema posto dal gruppo "Arcobaleno", e al tempo stesso dichiararsi contrario alla riconversione totale o parziale, perché se è vero, come avete sempre sostenuto, che "privato è bello", ebbene stiamo ragionando di una struttura privata, la proprietà dell'immobile è della Regione, ma lì ci fermiamo, non stiamo ragionando di sostenere economicamente un privato. Mi fa strano che una persona di cultura come il Consigliere Frassy faccia delle affermazioni assolutamente fuori luogo, come quella di sostenere che le risorse stanziate dall'Amministrazione regionale per il sostegno delle politiche industriali in questi anni avrebbero dovuto essere riconvertite in - cito - "rendite vitalizie", probabilmente…
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
… ma è un paradosso che, senza disturbare Adam Smith, potrebbe essere portato all'attenzione dei vostri referenti nazionali come testo scolastico della cultura liberista: il gruppo di "Forza Italia" in Regione sostiene che le politiche industriali non devono essere fatte, perché è preferibile investire in rendite vitalizie, BOT o CCT o in non so cosa. I paradossi si usano anche per esprimere delle idee, non il vuoto, non il nulla, perché per anni avete contestato l'Amministrazione regionale di sperperare denaro pubblico nel momento in cui si presentavano in quest'aula disegni di legge per il ripiano dei disavanzi della Centrale laitière, allora pubblica, e li avete contestati con un fondamento, con una logica; quel tipo di ragionamento aveva una logica. Ad un certo momento è stata operata la scelta giusta, sacrosanta di privatizzare e di evitare di continuare in parte a rimborsare i disavanzi della Centrale laitière, disavanzi che erano dovuti - lo ricordo semplicemente - a quello che lei ha definito il "sovrapprezzo", perché si pagava di più il latte rispetto a quanto lo si pagava in Piemonte - "l'Abit" ha pagato di più il latte rispetto a quanto lo paga attualmente la Regione Piemonte -; la politica valdostana era di fatto una forma indiretta di sostegno al contadino valdostano. Ora, che lei adesso venga a dire - un altro paradosso ne sono convinto - che sarebbe stato sufficiente inserire nel calderone del bilancio regionale il sovrapprezzo… ripeto, Consigliere Frassy, lei mi delude perché lei conosce benissimo qual è la normativa europea del Commissario europeo Monti - che viene celebrato in tutti i testi e che è stata una personalità di altissimo livello presentata dal "Governo Berlusconi" in Commissione europea - che, nel regolare le normative sulla concorrenza, mi pare parli di aiuti di Stato e lei mi viene a dire che noi dobbiamo caricare il sovrapprezzo sul calderone regionale? Consigliere Frassy, l'ora è tarda, andiamo ad occuparci di faccende migliori perché siamo completamente fuori linea! Il problema non è quello "dell'ammasso": non esiste più in Valle d'Aosta il problema dell'ammasso di fontina o di difficoltà di vendere il prodotto. Concordo in pieno quando parla di prodotti di nicchia e prodotti di qualità… è quello che vogliamo fare… Non esiste più in Valle d'Aosta l'esubero di mele, di pere, di fontine, di latte: si sta vendendo tutto, il problema è di venderlo a un prezzo migliore e con qualità migliore, su questo concordo in pieno; ma lei è completamente fuori strada e mi dispiace perché è una persona altamente qualificata.
Presidente - Secondo l'articolo 64 del Regolamento interno, dovremmo procedere in questo modo: il proponente fa le sue proposte, interviene il rappresentante della Giunta, dopodiché può intervenire un solo consigliere per ciascun gruppo consiliare. Siamo andati, come capita spesso, su un terreno diverso rispetto all'oggetto del dibattito, comunque mi pare che adesso possiamo chiudere la discussione generale e passare alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Frassy, per fatto personale.
Frassy (CdL) - Per fatto personale. Mi scuso con l'Assessore per averlo interrotto, ma il suo intervento è stato una provocazione gratuita e una manipolazione del mio intervento.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi, per dichiarazione di voto.
Tibaldi (CdL) - Dall'intervento dell'Assessore Vicquéry ci aspettavamo qualcosa di più sostanzioso e più pertinente con l'argomento trattato. Il neo Assessore all'agricoltura ha incentrato il suo intervento su una polemica sterile e critica e strumentale nei confronti di quello che ha detto il collega Frassy. A parte la disamina della visione liberistica o meno del mio collega, ci sarebbe piaciuto sentire qualcosa di più sostanzioso sulla Centrale laitière, sulla situazione di questa realtà produttiva che rischia di non essere più una "realtà". Visto che lei, anche se non seduto su altre poltrone, ha condiviso, a livello di Giunta regionale, tutto un percorso risalente all'inizio degli anni '90, è bene che faccia mente locale sulle responsabilità e sui ruoli giocati dalla Giunta in questa vicenda. L'Assessore Vallet sedeva al suo posto quando vi siete prefissati un piano ambizioso e avete investito come Giunta qualcosa come 15 miliardi per costruire uno stabilimento moderno come quello della Centrale del latte e, probabilmente, sovradimensionato rispetto alla realtà valdostana, alla realtà della filiera lattiero-casearia valdostana, anche perché le esigenze, sia in termini di produzione che di distribuzione, si sono rivelate completamente diverse rispetto alle vostre previsioni. Quella centrale, in termini di produzione, è stata pensata per una realtà cittadina, una realtà con una popolazione decisamente superiore a quella valdostana e, in termini di distribuzione, se ci fosse stata una risposta adeguata alla politica aziendale intrapresa, anche a livello di consumo, i Valdostani si sarebbero orientati più facilmente verso il "prodotto Centrale laitière", cosa che, purtroppo, non si è verificata. È mancato il mercato e senza mercato non si va distanti; questo concetto non riguarda solo la Centrale del latte, concerne altre realtà industriali che è tutto il giorno che stiamo esaminando.
Non credo che quello che ha detto prima - che non vi sono problemi a livello di distribuzione - sia veritiero, perché le fontine sono ancora stoccate nei magazzini, non dico congelate, ma quanto meno stoccate lì. I nostri magazzini straripano di forme di fontina, a meno che - mi perdoni la battuta - non siano state sotterrate, Assessore! Non mi sembra che il mercato della fontina, se non si interviene in termini qualitativi, abbia un grande sbocco nel futuro.
È poi succeduto all'Assessore Vallet l'Assessore Perrin, il quale ha avuto la fortuna di scaricare il problema sulle spalle di un privato. L'investimento iniziale e i ripiani annuali, che si verificano puntualmente ogni anno a carico delle casse regionali, sono stati trasferiti sulle spalle di un privato, che anche lui non ha fatto i calcoli come si deve; un privato che, probabilmente, non era soggetto idoneo e la privatizzazione si è rivelata infelice, su questo siamo concordi. Se "l'Abit" non era il privato idoneo, altrettanto inidoneo però è stato il soggetto Regione - o tramite la Giunta o tramite la "Finaosta" - in termini di controllo sull'attività "dell'Abit".
Più interpellanze in questa sede hanno evidenziato delle irregolarità consumatesi in questi anni, in particolare dal 2001, da quando l'azienda è stata privatizzata, ed inosservanze di un accordo contrattuale, fra cui ricordiamo l'affitto di azienda, adesso si parla di marchio. Sul marchio, Assessore, non ci ha detto nulla: che fine fa? È già perso? Volete ripensare al rilancio dell'attività di trasformazione lattiero-casearia nella nostra Regione, ma in quali termini? Negli stessi termini in cui l'avete condotta negli anni precedenti? Vi è il rischio di ricadere nella routine del sovvenzionamento a piè di lista; ripianando i bilanci, vi è il rischio di ricadere in quel "mercato drogato" che si è creato con il sovrapprezzo di cui ha parlato il Consigliere Frassy. Da quando è subentrata "l'Abit", che ha impostato una politica di prezzi differente rispetto al passato, cioè senza riconoscimento del sovrapprezzo ai conferitori, in Valle d'Aosta solamente un conferitore ha continuato a conferire il suo latte alla centrale e questo la dice lunga!
La delega che prevede questa risoluzione, in particolare l'emendamento a firma del Consigliere Borre, è paradossale e mal riposta, perché viene consegnata a quel soggetto che è il principale responsabile del fallimento del "progetto Centrale del latte". Ecco perché il nostro gruppo non intende conferire questa fiducia ampia e in bianco ad un soggetto che ha dimostrato, nei fatti e negli atti, di non essere in grado di porre questo importante tassello nella filiera lattiero-casearia valdostana, che non ha prodotto alcun risultato. Il nostro gruppo pertanto si asterrà sulla risoluzione.
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA) - Intervengo per ribadire la nostra posizione di astensione rispetto a questa risoluzione e ci dispiace, Assessore, perché avremmo voluto votarla: dal punto di vista dell'impegno per quanto riguarda l'aspetto occupazionale, ne avevamo l'intenzione.
Condivido con lei, Assessore, che questa forse non è la sede per andare ad analizzare i tipi di riconversione, staremo attenti in commissione a fare le opportune verifiche e, in caso di convincimento, vi sarà poi l'appoggio del nostro gruppo sulle eventuali scelte, ma certe affermazioni oggi effettuate, non sono dettate dal caso: sono dettate da qualche indirizzo che l'Assessore e la Giunta vogliono portare avanti. Qui bisogna solo prendere atto del riconoscimento da parte vostra del fallimento totale della scelta da voi operata anni fa e del quasi abbandono dell'idea di rilanciare la possibilità di mantenere in vita l'attività per quanto riguarda la trasformazione lattiero-casearia della nostra Regione.
Presidente - Do lettura dell'emendamento presentato dal Consigliere Borre:
Emendamento
Il secondo capoverso della parte dispositiva è sostituito dal seguente:
"Impegna
La Giunta ad operare con tempestività per ricercare e sostenere soluzioni adeguate alla salvaguardia dei livelli occupazionali anche mediante la riconversione totale o parziale della struttura."
Pongo in votazione la risoluzione nel testo così emendato:
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 24
Astenuti: 5 (Comé, Frassy, Salzone, Tibaldi, Viérin Marco)
Il Consiglio approva.
Presidente - Su questo punto chiudiamo i lavori della seduta odierna, i lavori riprenderanno domani mattina alle ore 9. I Consiglieri di maggioranza sono pregati di ritrovarsi domani mattina alle 8,45.
La seduta è tolta.
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La seduta termina alle ore 20,33.