Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 141 del 15 ottobre 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 141/XII - Iniziative per il contenimento del peso degli zaini o cartelle scolastiche. (Interpellanza)

Interpellanza

Premesso

che i ragazzi in età scolare si trovano a trasportare quotidianamente zainetti pesanti, colmi di supporti didattici (libri, quaderni, materiale vario);

che i pesi trasportati possono causare patologie scheletriche e muscolari in età evolutiva, periodo nel quale l'accrescimento psicofisico è più incisivo;

che esperti medico-scientifici ritengono che il peso dello zaino o della cartella scolastica dovrebbe essere contenuto nel quindici per cento del peso corporeo dello scolaro;

che tra le misure di azione preventiva, a tutela della salute degli alunni, può efficacemente rientrare il contenimento del peso degli zaini o delle cartelle scolastiche;

tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

gli Assessori delegati per sapere se intendono adottare iniziative preventive e di educazione alla salute, coinvolgendo anche i direttori e i docenti delle diverse istituzioni scolastiche, al fine di evitare - o quantomeno ridurre - possibili danni fisici agli alunni delle scuole valdostane.

F.to: Tibaldi

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Sappiamo che la cultura è un valore, che è un patrimonio personale acquisito dalla persona nel corso della sua lunga esperienza di vita.

Con questa interpellanza evidenziamo come la cultura abbia anche un "peso", in particolare si traduce in un peso quando ci riferiamo agli scolari, che devono trasportare quotidianamente da casa a scuola e da scuola a casa il materiale didattico necessario per la loro formazione culturale. Con questa interpellanza vogliamo affrontare un problema che è stato valutato maggiormente in certe epoche del passato, talvolta addirittura enfatizzato; viene invece spesso dimenticato dagli organi competenti non solo a curare la formazione culturale e didattica degli alunni, ma che dovrebbero forse essere più attenti alla salute o meglio alla conservazione della salute, perché potrebbe portare nocumento qualora determinati parametri di peso vengano superati.

Il peso degli zainetti colmi di supporti didattici - come indichiamo nell'interpellanza - può causare patologie scheletriche e muscolari in età evolutiva, nel periodo in cui l'accrescimento psicofisico è più incisivo. Diciamo che la questione si scinde in due momenti: quello più prettamente medico e quello invece più scolastico, didattico.

Per quanto riguarda l'aspetto medico, il Consiglio superiore di sanità si fece carico della questione già nel 1994: praticamente fornì un suo parere su sollecitazione dell'allora Ministro dell'istruzione, D'Onofrio, e del Ministro della sanità, Costa, e diede alcune indicazioni che però non conseguirono precisamente lo scopo. Quali erano queste indicazioni? Il parere del Consiglio superiore di sanità diceva che bisogna far sì che gli alunni non sopportino carichi superiori ai 15 kg per periodi prolungati, poiché se il peso dello zaino supera questo valore, vi possono essere delle complicazioni; tuttavia, non era e non è dimostrato scientificamente che l'utilizzo dello zaino con dei pesi anche leggermente inferiori crei delle patologie di carattere scheletrico muscolare. Naturalmente questo parere suscitò notevoli perplessità sia in capo ai genitori che in capo alle associazioni di consumatori, diede adito a polemiche, finché si arrivò a una serie di diffide, volte ad ottenere il riesame dello stesso parere.

Arriviamo al 16 dicembre 1999, data in cui il Consiglio superiore della sanità si piega nuovamente su questo problema e stabilisce che il peso dello zaino non deve superare un "range" compreso fra il 10 e il 15 per cento del peso corporeo. Il "range" non deve essere interpretato in modo rigido e vincolante, perché dipende da due fattori: sia dalla configurazione fisica dell'alunno, se è più gracile o più robusto, sia dal tempo e dallo spazio di percorrenza con il carico dello zainetto a bordo, fra casa e scuola, e viceversa. Visto questo parere del Consiglio superiore di sanità e alcune circolari ministeriali, emanate conseguentemente per far sì che a livello didattico e scolastico si osservassero dette prescrizioni, nella documentazione regionale non abbiamo trovato una particolare attenzione in materia, se non nel 1998, quando venne avviato un progetto educativo a livello scolastico, per verificare in alcune classi - che però dovevano essere interessate - qual era il "peso della cultura" - questa iniziativa si chiamava in maniera singolare - e quali erano i possibili interventi di educazione alla salute effettuabili a livello di singole classi. Le classi interessate furono poche e l'obiettivo di migliorare l'utilizzo dello zaino e di prevenire le patologie muscolo-scheletriche dell'età evolutiva non ebbe una grande efficacia.

Il problema sussiste quindi in tutta la sua interezza ed è per questo che l'interpellanza, anche se qui è al plurale, è prevalentemente proiettata nei confronti dell'Assessore all'istruzione e cultura, perché, una volta stabilite le patologie muscolo-scheletriche che possono derivare dal peso di questi zaini e soprattutto citato il parere del Consiglio superiore di sanità, a questo punto bisogna sapere dall'Assessore competente se vi è intenzione di adottare iniziative preventive e di educazione alla salute, e soprattutto coinvolgere i direttori e i docenti delle diverse istituzioni scolastiche, per far sì che venga razionalizzata e organizzata meglio la veicolazione del materiale didattico, spesso copioso, che gli alunni devono trasportare. Sovente si tratta di materiale che magari non serve né per fare i compiti a casa, né per essere utilizzato in forma compiuta e completa in classe; tuttavia, loro si ritrovano a fare i portatori di materiale didattico, che non sempre si traduce in "acquisizione di cultura" nel vero senso della parola, cioè acquisizione di conoscenza che poi serve alla formazione dei singoli.

Ripeto, il problema è particolarmente sentito, benché non sia stato recentemente enfatizzato o non abbia dato adito a polemiche, come è successo qualche anno fa, quando anche gli organi di informazione nazionale si occuparono diffusamente della questione; rimane comunque un problema aperto che la nostra regione ha affrontato molto sommariamente con una iniziativa più figurativa e di promozione, che non di sostanza nella sua completezza.

Per tali motivi chiediamo oggi all'Assessore Charles se ha intenzione di coinvolgere in maniera più fattiva sia coloro che sono nelle istituzioni scolastiche, quindi direttori e docenti, e anche le famiglie, affinché questa opera di sensibilizzazione si concretizzi in fatti che vanno a vantaggio degli alunni, cioè vanno a sgravare il peso dello zaino dal loro corpo.

Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Charles Teresa.

Charles (UV) - Effectivement l'argument peut intéresser les deux Assesseurs et probablement il y a une seconde réponse, je ne sais pas si cela est faisable ou possible. De toute manière, pour ma part, je dois affirmer ce que le collègue a déjà en partie dit aussi: qu'au cours de la dernière législature l'Assessorat à l'éducation avait organisé des activités d'éducation à la santé, qui concernaient la prévention des maladies musculo-squelettiques de l'adolescence et avait affronté ce problème non indifférent du poids des sacs à dos que les élèves doivent porter. A ce propos, un cours sur le thème: "Sacs à dos: le poids de la culture" avait été organisé en 1998 pour sensibiliser les enseignants des écoles moyennes de la région. L'adhésion des enseignants à ce cours avait été plutôt réduite, comme cela a été dit, mais ignorer le problème n'est pas la meilleure solution; il est peut-être temps de le reprendre, c'est toujours actuel, justement.

Les lois concernant l'autonomie des établissements scolaires impliqueraient directement ces derniers à trouver une manière d'affronter de nouveau les soucis des parents et des élèves, à travers le plan d'offre de la formation, et l'Assessorat, en ce sens, à l'aide du Bureau de l'éducation à la santé, peut innover des actions de support, organiser des activités de sensibilisation, mettre à disposition des experts, établir des enquêtes grâce auxquelles il serait possible de connaître comment les écoles ont affronté ce problème - si, toutefois, il a été affronté - et donc pointer l'attention sur celui-ci, qui est toujours actuel.

Président - La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Fosson, pour complément d'information.

Fosson (UV) - Solo per una completezza maggiore, e poi perché con la questione degli zaini lei ha portato un po' di tenerezza in questo Consiglio, facendoci vedere l'immagine dei nostri figli piccoli con un grosso zaino che vanno per scuola correndo.

Ha citato giusto, i documenti questa volta sono gli stessi, però mi permetto di fare alcune osservazioni sulla lettura. Intanto, è vero, la circolare n. 286/94 suggeriva una più equa distribuzione dei testi, così la "Carta dei servizi della scuola" del 1995 stimolava questa attenzione maggiore al "peso della cultura", come lo ha definito lei. Le circolari del Consiglio superiore della sanità non erano però proprio in questo senso: come ha riferito bene per la prima, non in modo preciso per la seconda, nel senso che quella del 1995 diceva che non vi era alcuna ripercussione sulla colonna vertebrale in seguito allo zaino caricato sui nostri bambini. Questo perché il peso veniva portato per limitati periodi e perché i carichi non erano significativi, anche se questo Consiglio superiore di sanità indicava come precauzione quella di non portare uno zaino superiore ai 15 kg, e questo è comunque difficile.

La circolare citata del 1999 diceva ancora - questo va sottolineato - che "… non c'è una correlazione fra deformità scheletriche e zaini…", e anche qui suggeriva come precauzione che il peso non superasse il "range" - come ha detto lei - fra il 10 e il 15 percento del peso corporeo. Tale circolare sottolineava un aspetto che mi sembra importante. Le deformità scheletriche derivano, invece, da altri fatti: il primo, è proprio delle posture alterate dei nostri figli quando stanno davanti alla televisione, quando stanno "stravaccati" sul letto o sul divano o, ancora di più - questo è interessante! - le alterazioni scheletriche derivano da una scarsa attività fisica. Penso quindi che la nostra attenzione, visto che non vi è una correlazione fra il peso dello zaino e le deformità scheletriche, vada maggiormente indirizzata verso queste cause di patologie.

Certamente, ci vuole una maggiore attenzione; lei sa che dovremo giungere ad una maggiore organizzazione sia del personale insegnante, che preveda degli armadietti, sia anche a quella dei nostri figli, i quali, a volte, soprattutto nei primi anni di scuola, si portano tutto dietro, magari lasciano a scuola i libri fondamentali, però non sanno organizzarsi. Penso comunque che non sia questo il caso della "maggiore attenzione", ma non occorre fare un grande allarmismo, perché non è riferito… lei ha citato il peso dello zaino… forse lei non lo avrà letto, ma c'è un libro di Bedeschi, un medico - mi lasci un po' fare una sponsorizzazione della categoria! - che aveva scritto "Centomila gavette di ghiaccio" e poi ha scritto "Il peso dello zaino"; in questo libro descriveva come gli alpini della "Divisione Julia" che erano stati in ritirata, quando sono tornati a casa, hanno gestito questa loro situazione… ecco, quello veramente era uno zaino pesante!

Questo, invece, penso sia "pesante" soprattutto per noi, che abbiamo molta attenzione verso i nostri figli e cerchiamo di proteggerli in tutti i modi; ma non è riferito da nessuna circolare e da nessun dato scientifico che questi zaini possano procurare delle alterazioni della colonna scheletrica!

Président - La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (CdL) - Apprendo con stupore che c'è una sottovalutazione del problema da parte di entrambi gli Assessori.

L'Assessore Charles dice che il problema non si può ignorare, e mi sembra che quello che lei ha detto sia stato contraddetto dal suo collega Fosson, perché, ironizzando, confonde gli zaini trasportati dagli alunni con quelli trasportati dagli alpini 50-60 anni fa…

(interruzione dell'Assessore Fosson, fuori microfono)

… mi dispiace, Assessore, ma lei ha citato una circolare del 1995, io ne ho citata una del 1994 e una del 1999, la sua ironia non trova terreno fertile da questo punto di vista!

Per quanto riguarda la prima parte della risposta, Assessore Charles, lei ci ha detto: "noi pensiamo che la salute degli alunni non possa essere delegata all'autonomia scolastica", perché veramente è offensivo. Se ogni istituto deve stabilire qual è la quantità di materiale didattico che quotidianamente può essere trasportata - penso che qui dipenda dalle singole sensibilità dei direttori e dei docenti -, di conseguenza, vi sarebbero alunni gravati da pesi minori e altri che, invece, dovrebbero trasportarsi dei pesi maggiori!

Ritengo che - come si è già verificato in altre regioni o enti locali - si debba dare seguito alle prescrizioni indicate dal Consiglio superiore della sanità, il quale, pur non ravvisando una diretta correlazione, consiglia di non andare oltre certi limiti! I limiti sono sia quelli citati nella premessa dell'interpellanza, sia quelli ricordati leggendo alcuni passaggi della circolare del 1999, non solo quella del 1995 - di cui dava lettura l'Assessore Fosson -, ma anche quella del 1994: circolari che vennero contestate aspramente dai familiari attraverso l'Associazione dei consumatori. Questi sono dati recuperabili tramite i documenti ministeriali e dello stesso Consiglio superiore di sanità.

Non penso che si tratti di una questione di tenerezza o meno: si tratta di una questione scientifica, della quale lei potrebbe darci lezioni un po' più illuminanti rispetto forse alle battute fatte poc'anzi! Se noi ci accontentiamo di vedere i nostri figli che trasportano inusitatamente dei pesi, che non sono magari sempre correlati al livello culturale acquisito dopo aver completato un certo corso di studi, direi che non ne valga la pena. Varrebbe forse la pena andare a verificare, di persona, nelle singole istituzioni scolastiche, quanto sono caricati questi alunni, che sono spesso e volentieri piccoli, minuti, gracilini, nel dover portare pesi di libri e di quaderni che non hanno alcuna utilità immediata, né a casa per fare i compiti né a scuola per lo svolgimento delle lezioni!

In altri Paesi, per esempio negli Usa, hanno dotato molte scuole di armadietti dove viene riposto il materiale didattico e viene portato a casa solo quello strettamente necessario per i compiti… non vedo perché dobbiamo continuare ad ignorare il problema in questo caso, Assessore Charles, perché così lo si ignora!

L'iniziativa del 1998 promossa allora dall'Assessore Pastoret non ebbe un gran seguito; fu meritevole perché allora l'Assessore diede prova di attenzione, quanto meno attraverso un progetto educativo alla salute, il quale, però, non ebbe una grande risposta da parte degli istituti. In un comune come Cesena il sindaco ha disposto, con una semplice ordinanza che riprende le argomentazioni del Consiglio superiore della sanità, che nelle scuole all'interno del perimetro comunale non vengano superati i limiti previsti del 10 e 15 percento del peso corporeo. Non c'è bisogno di inventarsi progetti educativi costosi e impegnativi, basta una iniziativa di questo tipo, prendendo ad esempio enti locali che si sono dimostrati più sensibili; questo porta la data del 2000, se vuole gliene posso lasciare copia, affinché anche i direttori di istituzioni scolastiche valdostane possano intraprendere una strada che ci sembra dimenticata. Dopo quel "fuoco di paglia" che c'è stato sul finire degli anni '90, a seguito di un grande clamore di stampa che provocò la questione, la problematica è stata insabbiata.

Non penso che l'approccio indicato dall'Assessore Fosson sia quello giusto. Confiderei forse più sulla sua sensibilità, in quanto è lei che governa il dicastero dell'istruzione pubblica; in questo senso, potrebbe prendere un buon esempio da un comune come Cesena o da altre regioni italiane, che si sono fatte artefici di quanto insegnato autorevolmente dal Consiglio superiore di sanità, con una circolare del 1999.