Oggetto del Consiglio n. 10 del 8 luglio 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 10/XII - Dibattito sul programma presentato dal Presidente della Regione.
Président - Je rappelle que nous sommes toujours au point n° 5 de l'ordre du jour. Le Président de la Région a fait sa déclaration programmatique, je déclare ouvert le débat sur cet argument.
La parole au Conseiller Riccarand.
Riccarand (Arc-VA) - Con la nomina del Presidente del Consiglio, del Presidente della Regione, l'esposizione del programma della maggioranza e le informazioni, quasi di carattere ufficiale, che ormai si hanno sulla composizione della Giunta, si può fare una valutazione complessiva su questa maggioranza, il suo programma, il suo organigramma.
Il primo punto che vorrei affrontare è quello della collocazione di questa maggioranza. Questa nostra parte politica in Consiglio regionale, che non è una parte marginale della Sinistra valdostana, non è mai stata pregiudizialmente ostile ad una collaborazione con "l'Union Valdôtaine"; noi, anzi, abbiamo sempre perseguito l'obiettivo di un governo della Regione basato su un'alleanza fra "Autonomisti" e Sinistre e caratterizzata da solidi contenuti programmatici. All'inizio degli anni '90, anzi, abbiamo dato anche alcune idee e una mano "all'Union Valdôtaine" per uscire da una situazione difficile in cui si era venuta a creare e nel 1993 abbiamo fatto parte di un'alleanza organica che comprendeva: "l'Union Valdôtaine", il "Partito Democratico della Sinistra", i "Verdi Alternativi" e "Pour la Vallée d'Aoste". Dove sono nati i problemi? I problemi sono nati su due terreni: il primo, la collocazione dell'alleanza nei confronti del quadro bipolare che si stava determinando in Italia e che era una novità rispetto al decennio precedente; il secondo, i contenuti delle politiche che si attuavano. A partire dalle elezioni politiche del 1986, rispetto ad una contrapposizione a livello italiano, che si era ormai delineata fra Centro Sinistra, "Ulivo" e Centro Destra, "Casa delle Libertà", abbiamo posto il problema di una scelta di campo chiara e netta, tanto più che consideriamo il Centro Destra che governa l'Italia, guidato da Silvio Berlusconi, uno schieramento di Destra ben più pericoloso sul piano dell'affidabilità democratica di quanto non siano altre Destre a livello europeo, in Francia o in Germania. Una scelta di campo che fra l'altro altre formazioni autonomiste di grosso peso storico hanno fatto in Italia, ad esempio il "Sudtiroler Volkspartei" che ha preso chiaramente una posizione con "l'Ulivo" e con il Centro Sinistra. Viceversa da parte "dell'Union Valdôtaine" fin da allora è stato riproposto lo slogan "ni Droite, ni Gauche", che è uno slogan tipico degli anni '80, ma che, secondo noi, non era più giustificato alla luce dei cambiamenti degli anni '90, in una situazione in cui il bipolarismo aveva completamente modificato il quadro dei rapporti. Riteniamo che la Sinistra valdostana dovrebbe chiedere e porre come condizione per un'alleanza a livello regionale una scelta di campo chiara, tale da non permettere ad un'alleanza di essere variabile a seconda dei periodi. Deve essere un'alleanza che è in grado di riproporsi a livello regionale, così come a livello comunale di Aosta, così come alle elezioni politiche, così come - perché no? - anche alle elezioni europee. Ci pare invece di capire che, come è già successo in passato, anche in questa occasione questa scelta non vi è stata.
Abbiamo tutti ascoltato e letto poi - ho riletto attentamente sia il testo italiano sia quello francese per capire se vi era qualche diversità - l'affermazione contenuta nel programma sulla collocazione di questa maggioranza, la frase è: "L'intesa politica conferma una linea autonomista". Stop. Vi è di più - si potrebbe poi leggere anche il seguito per capire come dalle parole successive si sminuisca tutto questo concetto - perché, in una dichiarazione fatta a "La Stampa" dal Presidente della Regione incaricato, Perrin, riportata fra virgolette - quindi penso che sia un'affermazione veritiera -, si dice esplicitamente: "L'accordo con i Democratici di Sinistra è stata una scelta di continuità, non di campo, non è Centro Sinistra". Queste affermazioni sono come un macigno!
Stamani ho sentito il Consigliere Frassy definire questa maggioranza come una maggioranza sbilanciata a Sinistra, mi pare che la sua affermazione sia un po' azzardata o quanto meno non mi sembra che abbia dei riscontri obiettivi, perché intanto una parte significativa della Sinistra valdostana, tutta l'area che qui rappresentiamo, non fa parte di questa maggioranza e di questa alleanza! Nei documenti ufficiali non si parla, non dico di un'alleanza di Sinistra, ma neanche di un'alleanza di Centro Sinistra, anzi il Presidente la smentisce categoricamente! Se poi andiamo a vedere l'organigramma della Giunta che ci verrà proposto, il rapporto in Giunta è di uno a sette! Affermare che questa è una Giunta sbilanciata a Sinistra mi sembra che non abbia nessun fondamento, questa è una Giunta sbilanciata al Centro, non vi è alcun dubbio su questo! Proprio perché è una Giunta e una maggioranza sbilanciata al Centro, può essere "venduta" secondo tutte le etichette, come abbiamo già visto in passato, per cui, a seconda dell'interlocutore, assume una connotazione diversa. In Valle d'Aosta, allora, sarà definita una maggioranza autonomista e qualche volta anche progressista, non sempre perché "progressista" è già qualcosa di troppo azzardato: con i Ministri italiani sarà una maggioranza autonomista aperta e disponibile nei confronti del Centro Destra; con gli esponenti nazionali "dell'Ulivo" sarà una maggioranza di Centro Sinistra e così via, con tutti gli aggiustamenti che di momento in momento, a seconda delle circostanze, si renderanno più opportuni. Ora, questa collocazione politica è comodissima "all'Union Valdôtaine", sicuramente, loro sono dei maestri in questo e quindi il nostro rilievo non riguarda tanto la questione "dell'Union Valdôtaine", ma il fatto che vi sia un problema a Sinistra, Sinistra che, a nostro avviso, non dovrebbe prestarsi a mantenere questa ambiguità. Qui, non da oggi, abbiamo evidentemente una riflessione, una divaricazione di punti di vista con gli amici "Democratici di Sinistra"! Questa collocazione politica quindi non ci convince.
Vorrei soffermarmi un attimo su un secondo aspetto: la composizione della Giunta. La Giunta, da quanto annunciato - e dovrebbe essere confermato poi dal Presidente -, sarà composta da sette Assessori "dell'Union Valdôtaine" e da un Assessore dei "Democratici di Sinistra" e in più abbiamo un Presidente del Consiglio "dell'Union Valdôtaine". Sembra quindi che la marcia da parte "dell'Union Valdôtaine" di occupazione di tutti i posti di governo, ma anche di quelli di sottogoverno, tutto quello che è possibile prendere, proceda in modo inarrestabile. Abbiamo letto sui giornali nei giorni scorsi che i "Democratici di Sinistra" ad un certo punto hanno chiesto almeno un certo riequilibrio: il Presidente del Consiglio e un altro Assessorato, che non fosse il solito Assessorato dell'industria. Ci pare di capire che l'esito è: "niet", niente, lo spazio è solo quello lì.
Dire che questa è una Giunta monocolore quindi forse è improprio; io la definirei una Giunta monobandiera con due colori, il rosso e il nero, ma anche una Giunta con due ruote di scorta: una, quella dei "Democratici di Sinistra"; l'altra, quella di un gruppo di consiglieri, che non sappiamo esattamente da dove salta fuori, ma abbiamo visto stamani che nel segreto dell'urna il Presidente del Consiglio ha avuto sei voti in più e il Presidente della Regione tre voti in più. Ora, sappiamo tutti che è fisiologico un voto o due in più o in meno, ma che su due votazioni così importanti vi sia questo risultato… ebbene, vuol dire che vi è un gruppo pronto lì a dare l'assistenza e a rendersi disponibile! Buon pro per voi, però anche qui non so proprio dove si possa vedere questa composizione della Giunta così sbilanciata a Sinistra, mi pare anzi che ci siano alle spalle di questo scenario di maggioranza degli scenari che non sono ancora ben assestati e delle ipotesi di possibili evoluzioni che ci rendono ancora più perplessi rispetto alla proposta effettuata.
Ciò che dal nostro punto di vista è più interessante ancora dei due punti precedenti è il programma. È stato illustrato un programma abbastanza articolato in 25 punti in cui vi sono sicuramente delle cose condivisibili, però nel complesso facciamo una prima osservazione. Nel corso degli incontri intercorsi con la delegazione "dell'Union Valdôtaine" abbiamo indicato sette punti: traffico pesante, trasporto ferroviario, lavoro, nuovo ospedale, strumenti di democrazia, moralità, sobrietà; abbiamo chiesto che si tenesse quanto meno conto di questi punti perché, anche se non facciamo parte di questa maggioranza, rappresentiamo comunque l'8% degli elettori. Ci dispiace notare che in questo programma vi sia quasi niente di tutto quello che abbiamo chiesto, "quasi niente" perché forse si prevede qualcosa relativamente alla ferrovia, di cui si potrà parlare più avanti.
Vi è a mio avviso qualcosa di più significativo: ci sorprende constatare che in questo programma non solo non vengono prese in considerazione opzioni da noi avanzate, ma che anche punti estremamente qualificanti del programma elettorale presentato dai "Democratici di Sinistra" non vi trovino spazio e non mi riferisco ad aspetti marginali, ma ad un aspetto determinante perché riguarda le regole del gioco. Nel programma dei "Democratici di Sinistra", in uno dei primi punti che verte sulla questione annosa della legge elettorale, si dice: "dovrà …" - ed è un'affermazione categorica - "… essere adottata una legge elettorale che: primo, consenta ai cittadini il diritto di scegliere in forma diretta e trasparente la maggioranza che dovrà amministrare; secondo, riduca il numero delle preferenze per qualificare la rappresentanza". Ebbene, questo è sicuramente un punto fondamentale di cui non vi è traccia in questo programma; non solo, ma noi abbiamo posto il problema nell'incontro che abbiamo avuto con la delegazione "dell'Union" e ci è stato detto: "Non si tocca niente perché a noi va bene la legge esistente e non vogliamo modificare nulla". Questo è solo un esempio, perché se ne potrebbero fare tanti altri rispetto al programma di una forza facente parte dell'attuale maggioranza, per certi versi molto più vicina a noi, che porta avanti istanze da noi condivise, che non sono presenti nel programma del Presidente della Regione. In questo programma, a nostro avviso, quindi mancano delle cose molto importanti, perché un programma va letto per quello che prevede, ma anche per le omissioni presenti e ci sono delle omissioni rilevanti!
Anche relativamente a quanto previsto in questo programma vi sono molte cose discutibili, vi è soprattutto un'impostazione di fondo che ci preoccupa. Questo programma mette molta enfasi in due concetti: più volte si insiste sul concetto "Sistema Valle d'Aosta" e sul concetto "Valle d'Aosta carrefour d'Europe".
A pagina 3, ad esempio, per quanto riguarda il concetto "Sistema Valle d'Aosta", si dice: la Valle d'Aosta si è rivelata "un modello e un laboratorio del principio di autonomia e di autogoverno. Il sistema Valle d'Aosta di cui oggi disponiamo è il risultato di questa azione politico-istituzionale. Una Valle d'Aosta dove la qualità della vita è ad alti livelli, dove la disoccupazione è di gran lunga sotto la media nazionale, dove la gestione delle risorse ha permesso di ottenere il riconoscimento dell'affidabilità finanziaria al massimo livello possibile, vale a dire la doppia A". Ora, è indubbio che la Valle d'Aosta è una Regione ricca; recentemente sono state pubblicate le statistiche a livello europeo: siamo la Regione più ricca d'Europa. Attenzione, però non poniamo questo aspetto con questa enfasi come se noi fossimo un modello, perché se diciamo che siamo un modello, raccontiamo - tutti lo sappiamo qui dentro - una bugia, perché noi non possiamo essere modello di nessuno, perché il nostro modello non è ripetibile in quanto la ricchezza della Valle d'Aosta non è frutto di una particolare laboriosità locale, di una capacità imprenditoriale eccezionale o di uno sviluppo di eccellenza di qualche nostro settore economico, ma è frutto, come sappiamo, di un ordinamento finanziario che da ormai più di venti anni trasferisce alla Regione autonoma quasi il doppio delle entrate proprie della Regione! Su questo abbiamo costruito la nostra ricchezza, la nostra affidabilità finanziaria e tutto questo sistema. Pensare di propagandare questo come un modello esportabile e non essere prudenti e non cogliere anche i rischi di questo modello, per sfruttarne le potenzialità, ma anche evitarne i contraccolpi, ci sembra quindi non proprio responsabile!
Subito dopo poi vediamo riproporre questo concetto: una Valle d'Aosta che vuole riproporsi come "Regione carrefour d'Europe". Anche qui sono piuttosto sorpreso, perché questo concetto di "carrefour d'Europe" era molto diffuso in passato. Vi è stata una discussione su questo concetto, vi è stato anche un dibattito politico e ci si è resi conto che dietro a questo concetto - a parte il fatto che di "carrefours d'Europe" ce ne sono centinaia, perché vi sono centinaia di località in Europa che si considerano tutte "carrefour d'Europe", quindi non è particolarmente originale - vi è un'impostazione sbagliata. Guardate che non lo dico io, ma lo dice una legge della Regione Valle d'Aosta, perché nella legge di approvazione del Piano territoriale paesistico vi è un giudizio negativo su questo concetto! Vi leggo un passaggio del PTP che è molto esplicito: "La vecchia immagine della "regione carrefour", che evocava l'importanza della posizione della Regione rispetto al sistema internazionale di traffico, dovrà cedere il passo ad un'immagine più peculiare, complessa e affascinante, radicata nella storia e nella natura stessa della Valle d'Aosta". Vi è quindi una riflessione che ha contrapposto la Valle d'Aosta come "cellula" alla Valle d'Aosta come "carrefour" e la scelta di questo Consiglio è stata di dire che dobbiamo puntare alla Valle d'Aosta come "cellula" perché quello è il solo modo. Qui voi invece riproponete alla grande una concezione vecchia, non senza ricadute pericolose, perché se andiamo a pagina 17, vediamo subito le conseguenze di questa affermazione, perché vi è scritto: "Per una Valle d'Aosta "carrefour d'Europe", il sistema della viabilità riveste un'importanza strategica e, in coerenza con le posizioni assunte dal Consiglio regionale, la scelta della Regione è di consentire il transito dei mezzi pesanti, anche prevedendo la costruzione della galleria di servizio nel Tunnel del Monte Bianco". Leggendo questa affermazione, rimango esterrefatto perché quello che nella riflessione comune era stato individuato come un pericolo da cui difendersi, il traffico pesante di merci - che nulla dà alla Valle d'Aosta, se non inquinamento e pericolo -, ritorna ad essere in questa concezione una risorsa da sviluppare, addirittura si ipotizza di fare delle infrastrutture non per la sicurezza, ma per consentire il transito dei mezzi pesanti! Guardate, come lo avete scritto voi è così! Ne discuteremo poi, comunque spero che qui abbiate preso una "cantonata", abbiate scritto cose che non volevate scrivere! Quando qui abbiamo il problema di difenderci da un transito, la vostra prima preoccupazione è consentire questo traffico pesante! Mi chiedo: ma perché? In aggiunta poi dite che bisogna anche fare delle infrastrutture affinché questo traffico possa avvenire. Certo, lo sappiamo tutti che con le normative che si stanno emanando a livello europeo questo Tunnel del Monte Bianco - spacciato come il più sicuro d'Europa, ma che non è affatto sicuro - potrà non essere più in grado di accogliere il traffico pesante, ma siamo noi che dobbiamo preoccuparci di questo? Dobbiamo fare delle infrastrutture affinché questo traffico possa passare? Qui siamo su sponde completamente opposte e questa affermazione ci preoccupa notevolmente; si aprono degli scenari che, a nostro avviso, sono molto inquietanti!
Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, prendiamo atto che nel programma si prevede di operare per una radicale trasformazione della linea ferroviaria Aosta-Chivasso-Torino. Anche qui i nostri amici "Democratici di Sinistra" hanno fatto una campagna elettorale sullo slogan "Settanta minuti da Aosta a Torino" e noi speriamo - questo concetto non è ripreso in modo esplicito nel programma, però lo condividiamo - che ci siano cose molto più concrete di queste affermazioni generiche contenute in questo documento, che su questo tema rilevante per la comunicazione in Valle d'Aosta si possa andare avanti in modo molto definito.
Vediamo invece che è delineato un altro aspetto che non condividiamo assolutamente, uno scenario sui rifiuti solidi urbani in cui si rilancia la proposta dell'inceneritore, non sappiamo se a livello locale o esterno della Valle d'Aosta. Se è a livello locale, crediamo che sia improponibile un inceneritore in Valle d'Aosta, ma non pensiamo che questa sia la proposta; se è fuori Valle, ci permettiamo di esprimere delle grosse perplessità rispetto ad una politica che esporti fuori dalla Valle d'Aosta i nostri rifiuti, credo che dovremmo essere in grado di gestirli. Notiamo però soprattutto che in questo programma non si pone l'accetto sull'aspetto più importante, che invece è l'accrescimento della raccolta differenziata dei rifiuti, il recupero, perché questa è la via su cui possiamo diventare un esempio in Europa e abbiamo tutte le condizioni per farlo, però qui si spende alcuna parola in questa direzione.
Vediamo che si accantona ancora una volta il problema di porre mano alla costruzione di un nuovo ospedale regionale, perché di fatto le affermazioni vanno tutte in quella direzione.
Notiamo ancora che tutta la tematica urbanistica è gravemente trascurata da questo documento e anche qui non è una cosa di poco conto, perché stanno "venendo al nodo" degli aspetti che sono rilevanti. Non voglio fare qui un excursus storico, però ricordo a tutti che, nella primavera del 1998, questo Consiglio ha approvato una legge urbanistica e un piano urbanistico che finalmente hanno tradotto in pratica una previsione contenuta in una legge risalente al 1960 e il piano, dopo 38 anni, finalmente è stato fatto. Siccome il piano regionale, che doveva precedere la pianificazione comunale, è stato approvato dopo tale pianificazione, bisogna porre mano di nuovo ai piani regolatori per adeguarli agli orientamenti della pianificazione regionale e soprattutto al principio della gestione sostenibile del territorio, che è il concetto inserito in questi documenti approvati dal Consiglio. Nei cinque anni della scorsa legislatura, purtroppo, non sono stati fatti passi avanti nella revisione di questi piani e nel loro adeguamento al Piano territoriale e paesistico e "i nodi stanno venendo tutti al pettine". Il fatto che il documento di programma della maggioranza sia totalmente silenzioso su questo aspetto non ci piace, ci preoccupa, perché questo è un aspetto determinante rispetto alla gestione del territorio dei prossimi anni.
Ho fatto alcuni esempi, perché sono aspetti che permettono di capire come vi siano tante cose che non possono convincerci in questo programma, poi ce ne sono altre che possiamo condividere, però nell'insieme questo programma non ci convince, diamo un giudizio negativo a questo documento programmatico. Questo non significa che noi diremo sempre dei "no", perché la nostra posizione non è pregiudizialmente negativa: noi siamo per confrontarci sui terreni concreti, speriamo di poter dire anche dei "sì" rispetto a delle proposte che verranno fatte da questa maggioranza, così come speriamo che da parte vostra, da parte di questa maggioranza ci siano dei "sì" rispetto alle proposte che formuleremo. Il nostro giudizio su questo documento, sulla collocazione e sul programma di questa maggioranza per intanto è negativo.
Président - La parole au Conseiller Borre.
Borre (UV) - Permettez-moi avant tout de remercier le peuple valdôtain qui a voulu confier la grande responsabilité de gouverner le Val d'Aoste à "l'Union Valdôtaine" et à ses alliés. La ligne politique cohérente dans la sauvegarde de l'autonomie, la garantie d'un gouvernement, d'une majorité malgré tout stable, responsable même dans les moments les plus difficiles ont primé un accord, une collaboration, qui a commencé il y a dix ans et qui a permis de porter à terme la XIème législature. Permettez-moi encore de me féliciter pour l'éclatante victoire de "l'Union Valdôtaine" bâtie au cours des années par un travail pragmatique, cohérent et capable d'interpréter les nouvelles réalités, mais surtout le sentiment des Valdôtains. C'est la réponse à tous ceux qui font de la politique une bataille pour vaincre leurs propres complexes, leurs propres difficultés à comprendre et à se faire comprendre.
Je veux féliciter mon mouvement et tous les Conseillers de "l'Union Valdôtaine" pour avoir chargé, en tant que Président de la Région, M. Perrin. Ce sentiment de sincère satisfaction n'est pas lié seulement à l'estime et à l'amitié que je ressens envers Charles, mais aussi à la considération que j'ai pour l'homme, pour ce qu'il a représenté en tant que Syndic de Torgnon avant, puis de Conseiller régional, de Président de notre mouvement et finalement d'Assesseur à l'agriculture, un homme modeste, pragmatique et capable. C'est à juste titre qu'aujourd'hui, sans sous-estimer la valeur et les capacités des autres élus, va à cet homme la plus haute charge institutionnelle de notre Région.
Dans le programme que vous nous avez soumis, M. le Président, il y a un passage particulier: valoriser le rôle du Conseil régional dans le respect des fonctions entre exécutif et législatif. Vous, M. le Président, vous avez vécu le rôle de Conseiller régional, celui d'Assesseur délégué et même celui de Responsable de notre mouvement. J'en suis sûr, ce passage ne se bornera à des simples mots. Gouverner ce n'est seulement administrer la chose publique, mais c'est aussi faire participer, faire partager, se confronter. Pourquoi ne pas s'ouvrir davantage vers la société et ses institutions pour bâtir un système politique fondé sur une plus large participation populaire démocratique? C'est à Charles Perrin, aujourd'hui Président de la Région, que je demande d'opérer pour que les Conseillers aient à jouer un rôle actif, de confrontation constructive. C'est à nous, les Conseillers, de démontrer d'être capables de construire ce rôle.
Je n'entrerai pas ici dans les détails du programme qui nous a été illustré par le Président. Je voudrais seulement souligner qu'il s'agit d'un programme concret, qui touche à tous les aspects de la société valdôtaine et que sa réalisation permettra sûrement de renforcer les piliers de notre économie, sauvegardant et valorisant en même temps notre culture et notre territoire.
Ce matin, M. Riccarand a contesté la clarté des logiques à la base du choix de notre mouvement. Nous en prenons acte, mais nous lui rappelons que la confrontation a eu lieu avec toutes les forces politiques, sans trouver bien sûr l'accord avec tout le monde. Quant au choix du Président, ceci a été déterminé surtout par l'expérience politique et administrative de Charles Perrin, mais aussi par son équilibre et pas ses qualités d'homme. Maintenant M. Riccarand nous dit qu'il y a un Gouvernement tendant vers Gauche; bien, c'est un problème que vous discutez avec le votre copain de minorité et il faudrait bien lire ce qui est écrit dans le programme. Nous parlons d'un modèle qui confirme l'orientation autonomiste, mais nous parlons d'un projet politique autonomiste e progressiste.
Maintenant il nous dit qu'on a fait un pas en arrière pour ce qui regarde le Tunnel du Mont-Blanc, ce n'est pas vrai, il faut lire tout ce qui est écrit, M. Riccarand, c'est-à-dire que cette réalisation est subordonnée à deux conditions: la détermination définitive du volume de la circulation des camions, ce que le Conseil régional a déjà demandé - vous n'étiez pas ici, mais votre copain oui -; un engagement concret en faveur de la réalisation de l'axe ferroviaire Santhià-Aoste-Martigny, même si vous n'y croyez pas.
M. le Président, aujourd'hui vous êtes à nouveau le premier de cordée, celui qui mène la caravane dans un paysage où les sommets sont escarpés et difficiles à escalader. C'est là une grande responsabilité que votre grand professionnalisme, uni à une forte volonté de s'engager pour réussir et à votre caractère de vrai montagnard: équilibré, sincère et humble, vous permettra d'affronter au mieux. Le plaisir d'avoir atteint le sommet n'en sera que plus grand et certain. A ce plaisir s'ajoutera la satisfaction pour le premier de cordée de l'avoir atteint avec tous ses camarades d'escalade. C'est à vous, M. le Président, de tracer la voie, c'est à nous tous de démontrer la volonté et l'orgueil de participer à cette cordée jusqu'au sommet.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (SA) - Signor Presidente Perrin, stamattina abbiamo letto insieme a lei il suo programma di legislatura, un programma che peraltro avevamo già discusso, anche se parzialmente, in occasione dell'incontro che avevamo avuto durante la stesura del programma per la formazione della maggioranza; un programma che già allora avevamo giudicato nella sua articolazione in buona parte condivisibile. Nel programma vi sono dei punti che sono stati discussi anche al nostro interno, dove vi sono dei passaggi che vanno assolutamente sviluppati. Oggi in modo particolare, dopo aver detto qual è la nostra posizione in questo Consiglio, dopo aver detto qual è la posizione che intendiamo mantenere nel corso della legislatura, le dirò anche una parte del programma che non è stata scritta con il cuore, è stata scritta con la penna.
È necessaria una premessa, anche per far capire la nostra posizione. Partirei dal fatto che la trascorsa legislatura sarà ricordata soprattutto per i fatti legati alla tragedia del Tunnel del Monte Bianco del 1999 ed al disastro provocato dall'alluvione del 2000, momenti difficili che hanno visto tutte le forze politiche stringersi in un atto di solidarietà e collaborazione unilaterale che ha dato buoni risultati per tutta la popolazione valdostana. È in quel momento che si costituì ed entrò in maggioranza il gruppo consiliare della "Stella Alpina" - senza peraltro avanzare alcuna richiesta -, un movimento che è frutto dell'incontro fra autonomisti cattolici e laici e si riconosce nei valori più alti dell'autonomia e del federalismo e che ama questa terra particolare e speciale. Il trascorso quinquennio ha però visto anche guastarsi un saldo rapporto politico tra "Stella Alpina", "Union Valdôtaine" e "Democratici di Sinistra", rapporto che peraltro a noi sembrava consolidato e duraturo. Le motivazioni sono piuttosto note: a fronte di fatti esterni all'aspetto politico-amministrativo, si sono scelte strade diverse per terminare la legislatura, cioè noi chiedevamo di scegliere la strada che conducesse ad un reale segno di rinnovamento e, proprio in quell'occasione, cogliemmo, tra l'altro, lo spunto per parlare in modo serio di riforme. Ricordo che evidenziammo l'esigenza di ridefinire meglio il ruolo della Finaosta affinché ritornasse a svolgere il ruolo per il quale era nata, cioè ricercare, favorire, accompagnare e sostenere - non solo finanziariamente - valide iniziative per la creazione di nuove imprese e nuove occasioni di lavoro. Rammento pure che parlammo di un rapporto nuovo tra Governo e Consiglio regionale, ma soprattutto ricordo la proposta di revisione del ruolo della Presidenza della Regione improntata ad un ridimensionamento della sua forte centralità. Ecco, più o meno, noi chiedevamo queste cose 7 mesi fa. Personalmente, non ne faccio più una questione di sostanza, cioè se avessimo ragione noi o voi (probabilmente voi, visti i risultati elettorali). Constato due cose fondamentali: la prima è che il programma non fu toccato allora ed ancora oggi mantiene la stessa filosofia, filosofia che avevamo condiviso nella passata legislatura; la seconda cosa è che il rinnovamento che noi chiedevamo 7 mesi fa oggi è diventato il punto cardine del vostro programma di legislatura. Bene, se questi sono i motivi che ci hanno portato ad una frattura allora, forse, vale la pena ricordare che, al di là dei "pruriti" elettorali e dei risentimenti post-elettorali, sono comunque diverse le cose che ci uniscono. Per questi motivi, a noi pare opportuno, pur nella distinzione dei ruoli, riaprire concretamente il dialogo, nel segno tangibile di un pragmatismo politico improntato alla salvaguardia della nostra autonomia ed alla difesa della nostra particolarità. Pragmatismo vuol anche dire rispettare il mandato che i nostri elettori ci hanno dato ed ognuno di noi, credo, debba portare la propria esperienza soprattutto per chi, come me, ha avuto l'opportunità di occuparsi di un problema specifico per quasi 20 anni.
Signor Presidente, "Stella Alpina" vi incalzerà soprattutto sui problemi sociali che riguardano le esigenze della gente. Il nostro impegno infatti non potrà prescindere dall'elaborare proposte concrete su temi come la qualità della vita, il diritto al lavoro, il diritto alla casa, la povertà, il diritto all'assistenza e tante altre cose. Tutti argomenti che ruotano intorno all'uomo, alla famiglia ed all'ambiente in cui viviamo e che hanno bisogno di un approfondimento di tipo sociologico ancor prima dell'elaborazione progettuale.
Vi porteremo a parlare della casa, un problema non ancora risolto. Vi sono ancora molti casi nella realtà quotidiana in cui il "problema casa" assume connotati preoccupanti: ovvero quando la casa, più che un desiderio o un'intenzione, diventa un bisogno ed un'angosciante speranza, ma vi è anche il problema di quelli che una casa ce l'hanno, ma non riescono a pagare l'affitto. L'osservatorio nazionale ci consegna infatti ancora oggi dati allarmanti: nel nostro Paese ci sono un milione e centomila famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, spendendo per l'affitto più di 1/3 del loro reddito e badate bene, se facciamo dei calcoli nella nostra Regione, ho l'impressione che l'incidenza del canone sul reddito sia ancora superiore: penso ai lavoratori dell'industria, che guadagnano circa 800 € al mese e il peso dell'affitto e delle spese è intorno ai 500 €. Mi chiedo come fa a vivere una famiglia.
I temi sociali sui quali porremo la nostra attenzione sono diversi: dalla casa al lavoro dunque, dalla sanità all'istruzione, fino alla solidarietà. L'attenzione delle istituzioni e di noi amministratori pubblici deve essere rivolta a quel processo di rinnovamento della società che tutti auspichiamo. Al di là dei confini tra maggioranza ed opposizione, sono sicuro che con la buona volontà saremo in grado di trovare soluzioni capaci di soddisfare molte persone perché stanziare risorse a favore degli anziani e di chi li assiste, ad esempio, pur essendo una soluzione parziale, assicura sollievo a molte persone; offrire contributi alle giovani coppie che intendono sposarsi non risolleverà le sorti del mondo, ma permette di affrontare la vita con maggiore serenità a molte famiglie; occuparsi e dare sostegno alle madri sole che intendono prendersi cura dei propri figli non produrrà effetti universali, ma consente una maggiore serenità a tante donne; creare opportunità di lavoro, formare alle professioni, finanziare nuove imprese non inciderà sull'economia internazionale, ma certamente su quella locale ed è già qualcosa. Abbiamo l'impressione, insomma, che ci sia bisogno di riprendere e di riallacciare quel rapporto tra offerta dei servizi necessari e crescita sociale.
Oggi ci troviamo davanti ad una negazione o perlomeno ad una sottovalutazione di queste esigenze sociali e, quando ci vengono illustrati i dati demografici di questo Paese, avvertiamo la necessità di fermarci a riflettere. Questa è un'Italia che, da un lato, non procrea più; dall'altro, i flussi migratori, da altri Paesi, superano il calo demografico interno e i dati ci dicono che se vogliamo mantenere gli attuali livelli produttivi, vi è bisogno di flussi migratori valutati nei prossimi anni come 200.000 unità all'anno, almeno. Nel momento in cui si prende atto che vi sono delle trasformazioni sociali e dei processi connessi con lo sviluppo economico e la globalizzazione… se non sono ben governati, rischiano anche di avere, come altra faccia della medaglia, fenomeni di esclusione sociale. Questi sono problemi che investono l'intero Paese, ma sarebbe davvero miope credere che la nostra Regione possa restarne fuori. Pensate ai problemi che cominciamo ad avere nell'agricoltura. Certa manodopera è ormai svolta in buona parte da extracomunitari ed ecco che si presenta di nuovo il "problema casa", problema che a sua volta si ripropone per tutte quelle famiglie di Valdostani che da anni aspettano una legittima risposta. Pensate che ad Aosta vi sono 650 domande per 24 alloggi: fatevi un po' i conti! Ecco cosa significa "governare" i nuovi problemi, conoscerli prima di tutto per poi intervenire con proposte di legge serie, lungimiranti, magari buttando l'occhio verso quei Paesi del nord Europa, come Svezia e Danimarca, che da questo punto di vista hanno qualcosa da insegnarci.
Ecco questi sono, secondo me, in sintesi i fondamentali cardini su cui si fonda la struttura di una seria politica sociale.
Termino, Signor Presidente, con quello che, secondo noi, sarà il vero problema degli anni a venire nella nostra Regione. Dall'analisi presentata dalla sede di Aosta della Banca d'Italia, emergono dati sull'andamento dell'economia valdostana non così rassicuranti. Abbiamo la sensazione che ci aspettino anni difficili sotto l'aspetto economico-finanziario. Tra l'altro, questa legislatura si caratterizzerà per le scelte che verranno effettuate nei settori fondamentali per la nostra economia, quali lo sviluppo turistico, il rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent, un'attenta politica dei trasporti, il rilancio dell'imprenditoria privata, senza dimenticare la revisione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta. Un buon Presidente - e lei lo sarà - si qualifica dai progetti che con la sua squadra saprà realizzare con il minor dispendio di risorse disponibili. Tornare con i piedi per terra farà bene a tutti, sia per chi sarà al governo, sia per chi sarà all'opposizione; in questo - glielo assicuro - ci accomunerà l'obiettivo di mantenere e difendere un elevato grado di sviluppo della nostra comunità.
La "Stella Alpina" in questa dodicesima legislatura svolgerà il suo ruolo dai banchi dell'opposizione. Il nostro impegno sarà costruttivo e vigile nella speranza che in questa Assise ci accomuni l'esigenza di un salto di qualità e una differente visione della politica improntata ad una diversa impostazione della gestione della cosa pubblica capace di governare e non di subire gli inevitabili processi di cambiamento. Le facciamo i nostri più sinceri auguri di buon lavoro, Signor Presidente, nella consapevolezza che un'opposizione fine a sé stessa non sia utile a nessuno. Saremo i guardiani del Palazzo, ma propositivi, vigili, ma disponibili all'occorrenza, contrari se sarà necessario.
Presidente - Grazie, Signor Consigliere. Vorrei ricordare ai gruppi politici che dopo la nomina degli Assessori sarà convocata una Conferenza dei Capigruppo per procedere alla discussione sulla nomina delle Commissioni permanenti. A questo proposito voglio ricordare che il gruppo della "Stella Alpina" non ha ancora fatto pervenire a questa Presidenza la nomina del proprio Capogruppo con relativo Vicecapogruppo, quindi, per quanto possibile, sollecito questa comunicazione.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Signor Presidente, colleghi Consiglieri. Innanzitutto credo sia importante anche per noi, come già fatto dal Capogruppo "dell'Union Valdôtaine", ringraziare le elettrici e gli elettori valdostani che hanno dato un segnale preciso per questa Valle d'Aosta: la grande maggioranza degli elettori ha detto "sì" ad una Valle d'Aosta moderna, unita, orgogliosa di sé stessa, una Valle d'Aosta che ci ha visto insieme per dieci anni nel governo e nelle responsabilità, a cui noi abbiamo proposto un nuovo patto per altri cinque anni. Credo che la risposta sia stata estremamente precisa e netta in senso favorevole, come mi sembra che altrettanto chiaro e netto sia stato il giudizio sulle "altre Valle d'Aosta", che sono uscite dal turno elettorale democraticamente sconfitte.
Noi, come "Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra", abbiamo chiesto agli elettori di rafforzare l'autonomia, di rafforzare la solidarietà e per questo di rafforzare la Sinistra. Abbiamo avuto un piccolo, ma significativo risultato positivo e sentiamo ovviamente tutto il senso di responsabilità di attuare questo impegno preso con gli elettori: di contribuire in modo serio e determinato affinché questa Valle d'Aosta possa sviluppare la propria autonomia e il proprio senso di solidarietà e coesione sociale. Per noi questo è un dato importante. Ieri leggevo sul "Corriere della Sera" un testo di Alberoni in cui si dice che: "Ci sono popoli in espansione, creativi, fieri e orgogliosi della propria cultura e della propria identità e che sono pronti a battersi, a morire per conservarle; ci sono invece popoli senza più slancio, orgoglio e dignità, divisi e litigiosi, incapaci di combattere e che si inchinano per conservare la vita e il benessere. Solo i popoli in espansione, pieni di forza, orgogliosi della propria cultura e della propria identità sono capaci di creare e di inventare. Quando si spegne questa energia vitale, si spengono anche la creatività e l'intelligenza". Credo che questo passaggio esprima bene qual è la scelta che noi dobbiamo operare: una scelta di unità per la Valle d'Aosta, perché questo è il motore che consente di risolvere i problemi attraverso la creatività e l'intelligenza di coloro che oggi sono chiamati ai posti di responsabilità. Noi, come "Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra", siamo coscienti di queste responsabilità, che sono innanzitutto l'unità di un progetto. Abbiamo vissuto dodici anni in questa collaborazione con "l'Union Valdôtaine", in momenti difficili, in momenti anche rischiosi per la democrazia della nostra Valle d'Aosta, ma credo che abbiamo dato prova di saper capire quali erano gli obiettivi principali, quali erano i valori da difendere. Noi siamo sempre su queste posizioni e in questo senso guardiamo con estremo favore al programma che il Presidente della Regione ci ha presentato.
Ci sono qui alcuni dati estremamente importanti. Innanzitutto quello di capire che nei prossimi cinque anni di legislatura e in quelli successivi ci giochiamo una sfida nei confronti dell'Europa. Il mondo sta cambiando, c'è la sfida della globalizzazione, ma soprattutto c'è la sfida di una nostra nuova identità in Europa, in campagna elettorale parlavamo di sfida europea. Fino ad oggi i grossi problemi erano stati i rapporti con lo Stato italiano, da adesso in avanti c'è il problema di ritrovare un ruolo per la nostra Regione all'interno dell'Europa, rivendicando la difesa delle nostre specialità e delle nostre peculiarità, facendo capire che queste specificità sono una ricchezza ovviamente per il nostro popolo, ma anche per tutta l'Europa. Credo che in questo senso l'intesa autonomista e progressista fra "Union Valdôtaine" e "Gauche Valdôtaine" sia l'alleanza più forte e convincente per dare alla Valle d'Aosta una prospettiva nella futura Europa.
Noi - lo dicevamo in campagna elettorale - non diciamo solo "cose" di Sinistra, ma le facciamo e siamo profondamente convinti che la scelta che abbiamo mantenuto in tutti questi anni, e che oggi ci apprestiamo a ribadire, sia quella più indicata per dare alla Sinistra capacità di incidere a favore delle classi più disagiate. Crediamo anche che in tutti questi anni la nostra presenza nel Governo e il programma, che è frutto del lavoro comune fra le nostre due forze politiche e il Presidente della Regione dimostrino come lo sviluppo integrato, la coesione sociale, l'attenzione al mondo del lavoro siano degli elementi fondanti di questo programma. Il federalismo, la sussidiarietà… vi sono in questo programma tutta una serie di punti che sono indice di una scelta non solo a favore dell'autonomia, ma a favore della solidarietà.
Vorrei solo segnalare alcuni dei punti del programma che ci sono particolarmente cari.
Abbiamo trovato in varie parti evidenziata la necessità di valorizzare il sapere dei Valdostani, la loro formazione, l'innovazione, l'affrontare la sfida della tecnologia, ma tutto questo mantenendo anche alcuni capisaldi, come la scuola pubblica, favorire la scolarizzazione degli studenti, evitare che l'università sia solo una piccola eccezione nel panorama valdostano, ma diventi uno dei motori della nostra società.
Ci piace che in questa visione ci sia una forte difesa dell'ambiente, una capacità di capire che ci sono delle sfide non solo di moda, perché è questo è "l'Anno internazionale dell'acqua", ma perché questa risorsa, l'acqua, è una risorsa che da sempre è stata un punto fondamentale nella vita di tutti i Valdostani e che oggi merita di avere un'attenzione e un'organizzazione migliore. Dal punto di vista ambientale, prendiamo atto con piacere dell'inserimento nel programma di questa legislatura del Piano regionale dei parchi naturali, qualcosa a cui noi abbiamo lavorato da tanto tempo e che non aveva avuto finora il supporto necessario.
Sui trasporti vediamo ribadita una linea vincente della passata legislatura che evidenziava, per quanto concerne il trasporto internazionale di merci attraverso la Valle d'Aosta, la necessità di trovare innanzitutto una regolamentazione, con norme certe e che, al di là del tipo di infrastruttura, regolassero il traffico: questo ha permesso di avere un traffico ancora oggi limitato, ma soprattutto di avere uno strumento che ci consentirà, anche in futuro, di "maîtriser le problème". Dispiace che da parte di altre forze politiche non vi sia l'ammissione di un fallimento, il fallimento di chi diceva che saremmo stati invasi da 4.000 TIR al giorno, che saremmo stati distrutti dal punto di vista ambientale e che la nostra Regione non sarebbe stata capace di far fronte unitariamente a detto problema. Penso invece che questo Consiglio regionale abbia dato una linea unitaria, credo all'unanimità, e che questa sia la linea che porteremo avanti nei prossimi anni.
Sull'energia ci aspettiamo alcuni passaggi a livello europeo e nazionale, ma penso che sia importante che in questo programma si sia voluto evidenziare come le scelte della passata legislatura di acquisizione del patrimonio valdostano dell'ENEL possano anche tradursi in supporti diretti all'utente finale, sia dal punto di vista professionale che privato.
Ci piace rivedere in questo programma un'attenzione finalmente strategica rispetto ai collegamenti ferroviari interregionali con Torino, un punto che abbiamo più volte segnalato negli anni precedenti e nella campagna elettorale, che è stato ampiamente inserito in questo passo.
È importante che si sia ribadito con chiarezza che, per quanto riguarda la Casa da gioco di Saint-Vincent, il disciplinare che regola i rapporti tra la Regione e la "Casino S.p.A." deve essere applicato, perché questo è il motore per lo sviluppo di quella importante risorsa occupazionale e turistica per il comprensorio di Châtillon e Saint-Vincent e di tutta la Regione della Valle d'Aosta.
La parte che come Sinistra abbiamo apprezzato in modo particolare - e non poteva essere diversamente - è quella sulla casa, in cui sono state elencate tutte le numerose legislazioni, provvedimenti che la Regione Valle d'Aosta ha preso spontaneamente per propria iniziativa o in accordo con politiche nazionali per articolare la risposta al bisogno di casa sul territorio della nostra Regione. Dispiace vedere che chi aveva un osservatorio privilegiato ancora oggi guardi alla Danimarca e alla Svezia e non a quello che invece ha fatto la sua Regione; forse avremmo potuto fare di più, se anche nella posizione che aveva precedentemente si fosse più dedicato a guardare il territorio locale.
È questo a nostro parere il punto di vista che vogliamo mantenere in questa legislatura, un punto di vista profondamente legato al territorio, un punto di vista profondamente legato alla nostra specificità, ai problemi che quotidianamente ci troveranno impegnati nella loro risoluzione.
Nelle conclusioni, Presidente, secondo me, ha avuto la capacità di esprimere un concetto fondamentale, forse il più importante di tutto il programma: quello che il programma è in evoluzione, perché non solo la politica è in evoluzione, ma la nostra stessa identità è in evoluzione. Pensate cos'era l'Europa nel nostro senso di identità valdostana venti o trenta anni fa: quasi nulla. Oggi è parte stessa del nostro essere e lo sarà sempre più, non solo per l'allargamento a 25 dell'Europa, ma perché l'Europa entra sempre più nella nostra legislazione, nel nostro essere quotidiano, perfino nel nostro portafoglio.
Signor Presidente, noi siamo non solo convinti di questo programma, non solo convinti di questa maggioranza e della necessità di essere fortemente uniti nel portare avanti questo progetto politico, ma siamo profondamente convinti che lei sia la persona più indicata per coordinare il nostro lavoro, per cui il nostro apprezzamento non è solo alla scelta che abbiamo fatto insieme, ma è anche nei suoi confronti. Spero che altrettanto lei possa pensare di poter contare sempre e comunque sulla forza, non numerica ma di coraggio e di entusiasmo, della "Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra".
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Le considerazioni che il nostro gruppo vuole fare, prima ancora di addentrarsi nelle valutazioni politiche e programmatiche, vogliono partire dalla data da cui è originata questa Assemblea, ossia dal risultato elettorale dell'8 giugno. In parte vogliamo per certi versi dare un'interpretazione leggermente diversa rispetto a quella interpretazione che soprattutto le forze della maggioranza, "Union" e "Sinistra", hanno voluto dare di un premio che gli elettori avrebbero conferito al Governo della precedente legislatura. Vogliamo dire che se un premio c'è stato, è un premio di consolazione, un premio che è scattato in virtù di un meccanismo elettorale che sappiamo aver distribuito quei resti che fanno oggi dire "all'Union" e ai "Democratici di Sinistra" di essere cresciuti. Non sappiamo se sia frutto di una casualità o se invece questi resti siano il frutto di un preaccordo politico, con alcune formazioni originali che hanno caratterizzato per la loro improvvisazione, per la loro assenza di programma, per la loro assenza di leadership, per la loro assenza di prospettive regionali e di collegamenti nazionali questa recente campagna elettorale. Lo capiremo sicuramente, Presidente Perrin, da quelle che sono le nomine che la sua Giunta andrà a fare nelle settimane e mesi a venire; capiremo dalla lettura di quelle nomine se effettivamente, come da più parti si mormora, vi siano stati degli accordi di tipo politico fatti al di fuori della coalizione "Union - Democratici di Sinistra" che oggi si appresta a governare questa Regione. Sicuramente le premesse di questo successo, come voi lo avete definito, non sono rassicuranti, perché i modi stessi che hanno portato a definire la vostra Giunta, che andremo a votare al termine di questo dibattito, sono sintomatici di forti tensioni che stanno caratterizzando il partito di maggioranza assoluta e non è casuale che i giochi si siano fatti nella notte antecedente il Consiglio regionale; un sistema che veniva usato nella "Democrazia Cristiana" all'epoca delle lotte intestine che portarono poi al dissolvimento di quel partito. Il posizionamento politico non è frutto di una pregiudiziale politica da parte del gruppo della "Casa delle Libertà" e noi non condividiamo questi distinguo che sono stati fatti dai colleghi "dell'Arcobaleno", anche loro all'opposizione. Noi partiamo da alcune constatazioni che ci dicono che questa maggioranza è una maggioranza connotata fortemente a Sinistra per quelli che sono i valori che esprime.
Al di là della conferma, abbiamo letto, fino a prova del contrario, sui giornali - e lo verificheremo a breve - della scelta della politica industriale affidata ai "Democratici di Sinistra" e il coinvolgimento di un uomo organico alla Sinistra, com'è il collega Caveri, che è stato Sottosegretario del Presidente del Consiglio D'Alema con una delega importante alle regioni - che in particolare alla nostra Regione ha portato relativamente poco - ci fanno dire che questa maggioranza è una maggioranza di Sinistra. È una maggioranza di Sinistra anche nella continuità che avete affermato, dichiarato e in parte scritto in questo programma. Dobbiamo dire che l'unico aspetto positivo che vogliamo individuare in questa continuità è l'elemento di discontinuità che noi ravvisiamo - fino ad oggi sottotaciuto, ma elemento sicuramente importante -: l'esclusione dell'Assessore Pastoret dalla compagine di Giunta che noi individuiamo come la bocciatura di una politica ideologica della scuola valdostana. Una politica ideologica che ha spaccato la società valdostana all'inizio della scorsa legislatura e che rischiava di travolgere la stessa "Union Valdôtaine" in virtù di quel dibattito politico che anche nella stessa "Union Valdôtaine" è maturato e che non sappiamo a quali conclusioni potrà portare. È evidente che le posizioni ideologiche, quelle espresse dal collega Pastoret quando aveva responsabilità di Giunta nella gestione della scuola valdostana e le posizioni ideologiche della "Jeunesse Valdôtaine", qui rappresentata da Laurent Viérin, sono posizioni che, a quanto pare, non rientrano nel segno della continuità. Noi sicuramente di questo aspetto - e sottolineo solamente di questo aspetto - ci compiacciamo con il Presidente Perrin; se questa è una scelta politica, Presidente, su questa scelta ha la nostra condivisione.
Nel programma, nelle premesse del programma, nelle dichiarazioni fatte alla stampa per motivare la scelta legittima "dell'Union Valdôtaine" di delegare a un suo uomo la guida di questa Regione, a fronte di quelle che sono state le contrapposizioni interne, e per certi versi che non ci scandalizzano, del movimento stesso, abbiamo avuto difficoltà a capire cosa voglia dire "presidenza leggera", "presidenza politica". Devo esprimerle un dubbio ed è un dubbio che è frutto di un'esperienza vissuta in un'altra sede istituzionale. Era diversa la situazione, il personaggio era prestato alla politica, ma aveva anche lui la presunzione di gestire in termini politici la sua Giunta. Il Sindaco Thiébat, che guidò per cinque anni il Comune di Aosta, è passato alla storia come prigioniero politico. Noi temiamo, Presidente, che questa leggerezza e questa definizione di "presidenza squisitamente politica" nei fatti rischi di consegnare la massima autorità istituzionale di questa Regione non nelle mani dei partiti, ma nelle mani del partito che ha la maggioranza assoluta. Questa, colleghi, è una nostra preoccupazione dai banchi dell'opposizione, ma penso che debba essere anche una vostra preoccupazione, vostra perché i vostri meccanismi statutari hanno fatto sì che illustri Consiglieri, Assessori e Presidenti della Giunta non abbiano più potuto concorrere a queste elezioni regionali e sicuramente è forte il rischio che le scelte politiche di questa Regione, l'amministrazione di tremila miliardi di vecchie lire vengano fatte non tanto nella collegialità della Giunta, ma al di fuori addirittura della Giunta, al di fuori del Consiglio e che il ruolo centrale che qualcuno questa mattina - io condivido - rivendicava rischi di passare a un ruolo di mera ratifica di decisioni maturate addirittura fuori da quella che è la cabina politica per eccellenza: la Giunta. Queste sono preoccupazioni di carattere politico e di conseguenza saranno i fatti che dimostreranno se queste nostre valutazioni sono fondate o sono frutto di suggestioni di parte!
Per quanto riguarda invece il programma, al di là delle 24 pagine fitte, dobbiamo dire che non abbiamo notato delle grandi innovazioni, ma d'altronde la parola d'ordine è continuità e probabilmente non poteva essere diversamente. Dobbiamo dire che alcuni aspetti ci hanno colpito, al di là di quelli che sono dei luoghi comuni che si scrivono probabilmente in tutti i programmi e servono a dare struttura al programma stesso. Quello che ci ha colpito è un po' un riconoscimento del fallimento di questa continuità. Dalla lettura di queste 24 pagine, colleghi Consiglieri e soprattutto colleghi che avete avuto l'esperienza di condividere la precedente o le precedenti legislature, vi renderete conto che c'è il fallimento di tutta una gestione di quello che è l'apparato amministrativo. Ampio spazio, infatti, viene dato alle problematiche della riorganizzazione amministrativa, che si poggia su una legge datata 1995, ben 8 anni fa, e che è sfociata nell'evidenza della crisi di fine scorsa legislatura con il ben più noto "caso Maccari-Lavoyer" o perlomeno sinteticamente così definito. Posso dire che in quella occasione il nostro gruppo fu determinante nel voler far luce su quello che era accaduto e nel far costituire a questo Consiglio quella Commissione di inchiesta. Quanto quella Commissione di inchiesta scrisse nella relazione unitaria non poteva ovviamente essere ignorato nel programma della XII legislatura, qualunque Giunta ci fosse. È evidente però che in questi 8 anni i problemi della dirigenza, del controllo di gestione, delle deleghe sono rimasti irrisolti. È paradossale che nel terzo millennio, quando ormai anche le piccole aziende artigiane hanno meccanismi che gli consentono di controllare in quali direzioni vanno le scelte gestionali, l'Amministrazione regionale, il più grande imprenditore di questa Regione, sia completamente privo di sistemi che gli consentano di capire in quale direzione vanno le scelte politiche. Scelte politiche che, per i tempi della politica, sono scelte che, quando ci accorgiamo che sono arrivate da una conclusione diversa da quella che noi auspicavamo, difficilmente si riesce a rimetterle sui binari iniziali. Presidente, non so come lei, la sua Giunta e la sua maggioranza riterrà di affrontare l'aspetto istituzionale. Dico solo che è quanto meno pleonastico, scontato dire che la maggioranza affiderà il compito allo stesso Consiglio regionale, perché mi sembra che rientri nelle prerogative di questo Consiglio, per norme legislative prima ancora che regolamentari, la competenza nell'esaminare quelle che sono le proposte di revisione dello Statuto. Non so chi sarà il Presidente della I Commissione consiliare, che per Regolamento si occupa anche di questioni istituzionali, ma io mi auguro che chiunque esso sia, ci auguriamo politicamente che chiunque esso sia abbia la dignità di accettare quell'incarico alla condizione che in quella commissione, e non in altre sedi, e non in commissioni inventate e fallite, si voglia trasferire il dibattito sulla revisione statutaria. Per ben due legislature, nelle due precedenti, avete inventato la Commissione speciale per la revisione dello Statuto: non ha portato da nessuna parte, Presidente! Mi auguro che lei abbia la determinazione di percorrere questa strada, ma che sia anche memore delle lezioni che nelle precedenti legislature abbiamo appreso dal fallimento delle commissioni speciali.
Lo sviluppo economico di questa Regione è una delle sfide che dovremmo porci come amministratori che gestiscono risorse ingenti, come amministratori che hanno il diritto, ma anche il dovere di fare delle scelte di programmazione. Presidente, siamo preoccupati del vuoto che sembrerebbe caratterizzare la sua Giunta e la maggioranza che l'andrà a votare sul capitolo definito "Sviluppo economico": undici righe e mezzo! Lo sviluppo economico di questa Regione è sintetizzato in undici righe e mezzo, che si sintetizzano in due battute: che il "sistema Valle d'Aosta" può essere migliorato. Ne siamo convinti, lo sottoscriviamo, ma non basta! Noi riterremmo doveroso che una Giunta che presenti un programma di legislatura ci dica in quale direzione il "sistema Valle d'Aosta" può essere migliorato! Leggiamo che occorre rivalutare il principio della solidarietà, lo sottoscriviamo, ma non capiamo cosa si voglia dire quando si scrive che è ben presente e curata la parte collettiva, specificando fra parentesi: il villaggio, gli spazi, gli edifici comuni, le proprietà comuni. Pensiamo che sullo sviluppo economico questo programma sia gravemente insufficiente e lo sviluppo economico è una parte importante di quella che è l'attività di programmazione che l'Amministrazione regionale dovrebbe indicare.
Beni culturali: speriamo che chi l'affiancherà in Giunta - la collega Charles, se non ci sono cambiamenti rispetto alle anticipazioni giornalistiche - possa avere una sensibilità maggiore di quanto non abbia trovato nella precedente Giunta. Non si può fare, come voi avete fatto in questa premessa di programma, un riferimento alle nostre culture, alle nostre tradizioni, alla nostra storia e non essere ancora oggi nelle condizioni - unica Regione italiana, unica Regione europea - ad avere delle sedi museali permanenti che possano illustrare alle nostre generazioni future, ai nostri concittadini, ai nostri turisti quello che è il nostro patrimonio storico-culturale! È bellissima la teoria delle esposizioni itineranti, delle esposizioni che "girano" sugli eventi culturali, i pittori russi, la pittura espressionista e quant'altro, ma è incredibile che una Regione che ha a cuore le proprie tradizioni non abbia ancora trovato nelle tante sedi museali che sono state ristrutturate delle sedi per delle esposizioni permanenti!
Ulteriore elemento di preoccupazione, dal punto di vista di quello che è l'approccio che la "Casa delle Libertà" ha rispetto alla gestione della cosa pubblica, è l'invasività che nel segno della continuità questa Giunta sembrerebbe voler mantenere della cosa pubblica rispetto al mercato, al privato, all'economia. Ci sembra di capire, tra le righe, ma in maniera anche abbastanza esplicita, che è in pista un nuovo ente di gestione per gestire i cantieri forestali; non si risolve la problematica della precarietà di questi 7-800 lavoratori, ma si riesce a sottrarre al controllo del Consiglio tutto il meccanismo dei cantieri forestali. I colleghi Consiglieri sanno benissimo che gli enti di gestione, le S.p.A. e quant'altro sono dei meccanismi che consentono all'Esecutivo di gestire direttamente come se fossero enti privati le problematiche che non passano più al vaglio del Consiglio stesso. Il giudizio di conseguenza da questo punto di vista non può che essere negativo per tutta una serie di precedenti che per tutta la scorsa legislatura abbiamo avuto modo di contestare e di criticare.
Non parliamo poi della previdenza complementare, che se è vero che è un elemento di grossa e attuale discussione economico-previdenziale, in tutto il mondo viaggia su una filosofia di tipo privatistico e noi qui invece apprendiamo che l'Amministrazione regionale vorrebbe mettersi a gestire, a creare, a detenere dei fondi di previdenza complementare! Questo è un altro paradosso che in un sistema di mercato ad economia libera non ha precedenti! Sappiamo anche, nonostante i buoni uffici che l'allora Deputato Caveri avviò in sede romana, che FOPAVA e FOPADIVA non è che abbiano avuto, per quello che era l'obiettivo iniziale, prima che venisse assegnata la gestione dei fondi del personale regionale, quel successo sul quale più di qualcuno aveva puntato. Certi meccanismi o stanno sul mercato e si confrontano con il mercato, altrimenti rischiano di diventare un bagno finanziario!
I trasporti: al di là dei pianti di tipo ambientalistico su quella che è stata o non è stata l'occasione della riapertura del Tunnel del Monte Bianco, noi constatiamo che nei trasporti questo programma, rispetto alla concretezza delle scelte, privilegia o le omissioni o i sogni. I sogni sono questa Aosta-Martigny sulla quale sarà bene fare chiarezza, perché soprattutto una linea di comunicazione internazionale o ha il placet del Paese frontaliero confinante, altrimenti è un sogno che va messo nel cassetto! O attiviamo delle procedure di tipo diplomatico, delle procedure che ci portino a un confronto con la Svizzera, altrimenti penso che sia inutile stanziare risorse ed effettuare convegni, proclami e quant'altro! Sulla metropolitana leggera abbiamo visto le pensiline, abbiamo visto i lavori che sono stati effettuati perlomeno nella tratta suburbana di Aosta, a salire verso Sarre, e non ci sembra che il progetto, nonostante sia apparentemente terminato perlomeno nella sua tratta iniziale, abbia al momento utilizzazione concreta. Non vorremmo assistere, come in altre situazioni, al degrado di queste strutture in attesa che venga decisa l'attivazione del servizio stesso. L'aeroporto non sappiamo se sia una dimenticanza o se sia il frutto di una scelta politica di ripensare quella politica, che noi per certi versi avevamo condiviso, se non fosse che i tempi hanno dimostrato di penalizzarla, di dare uno sbocco commerciale all'aeroporto regionale.
Nell'andare velocemente a chiudere l'esame del programma con cui la maggioranza si presenta al vaglio di questa XII legislatura, non possiamo non constatare alcuni passaggi che suonano fra l'irrisione e la beffa di quello che è stato.
La diffusione dell'imprenditoria artigiana è stata duramente contrastata dai suoi predecessori nella scorsa legislatura. Voglio ricordare che lei era in quella Giunta e che, per certi versi, è stato complice di questo danneggiamento allo sviluppo dell'imprenditoria artigiana! Voglio ricordarle le scelte che abbiamo duramente contestato di riutilizzo dell'area Cogne! Voglio ricordarle i 5.000 metri quadrati rivendicati dagli artigiani per una cifra doppia da voi assegnata nel doppio soltanto con del soppalco dei 5.000 a piano terra!
Voglio anche ricordare come sia difficile sostenere che il Casinò, grazie alla S.p.A., ci guadagni in trasparenza e, quanto all'efficienza, penso che lei fosse leggermente distratto quanto si discutevano i bilanci della gestione! La "Casino S.p.A." è sparita dal controllo diretto di questo Consiglio, in termini politici dunque diciamo che è diminuita la trasparenza, perché gli obblighi di trasparenza del pubblico sono di gran lunga maggiori di quanto non siano gli obblighi di trasparenza del privato, che può trincerarsi dietro le norme della privacy e dietro a tutte quelle procedure di tipo privatistico dietro le quali invece l'amministrazione pubblica non può farsi schermo.
Qual è allora la conclusione politica che traiamo su questa Giunta al varo della XII legislatura? Le premesse programmatiche non sono condivisibili; abbiamo cercato di fare un sunto sintetico dei tanti motivi per i quali non condividiamo questo progetto negli aspetti programmatici, al di là di quelli che sono gli aspetti politici, sui quali vorrei ancora brevemente soffermarmi in chiusura di questo intervento, perché questa continuità è una continuità della quale la Valle d'Aosta potrebbe morire. Di continuità la Valle d'Aosta potrebbe morire, perché nulla come nella politica è movimento e, quando invece ci si attesta sulla linea della continuità, si rischia di essere scavalcati dalla storia, dall'economia, da quegli eventi che da qui a un anno cambieranno completamente il panorama della politica in Italia e in Europa. Fra un anno, forse meno di un anno, l'Unione europea passerà da 15 a 25 Paesi comunitari aderenti all'Unione e questi nuovi 10 Paesi sono i Paesi dell'area dell'ex est Europa, così definita, Paesi deboli, Paesi arretrati, Paesi che sicuramente assorbiranno una buona parte di quelle risorse, che non aumenteranno in maniera proporzionale, che l'Unione europea distribuiva alle regioni… fra cui l'Italia, fra cui la Valle d'Aosta. La Valle d'Aosta, di conseguenza, deve mettere in conto di poter attingere a minori risorse comunitarie, non perché in Europa vi sia qualcuno che è diventato più cattivo, ma perché l'Europa è cresciuta e si presuppone che quelli che hanno già usufruito di questi aiuti, crescendo, abbiano creato i presupposti infrastrutturali per poter "camminare con le proprie gambe". L'Italia cambierà, perché il federalismo, la devoluzione - procedimento che è stato innescato prima ancora che dal "Governo Berlusconi" dal "referendum Segni", portato avanti con confusione dal Governo "dell'Ulivo" e ora con difficoltà portato a compimento dal "Governo Berlusconi" - andrà a cambiare le modalità di gestione delle risorse e delle competenze di tutte le regioni. Possiamo dire, paradossalmente, che la devoluzione innalzerà le competenze di tutte le regioni a un livello di autonomia speciale. La nostra preoccupazione allora è che questa continuità, questo voler ignorare l'evoluzione della scena politica possa creare difficoltà di collegamento non solo con quella che è la realtà a cui facevo riferimento, ma anche con le istituzioni nazionali, europee.
Svolgeremo in sostanza il nostro ruolo di opposizione in maniera convinta, senza rimpianto alcuno sul convincimento che le scelte programmatiche, all'insegna della continuità che voi avete scritto e che state sostenendo, sono scelte per noi insostenibili non soltanto per noi, ma nel medio-lungo periodo diventeranno insostenibili anche per la Regione Valle d'Aosta. Vigileremo di conseguenza sulla gestione delle risorse, cercheremo di evitare che si creino nuove sacche fuori controllo dalla gestione politico-amministrativa della macchina regionale, per evitare che si debbano costituire nuove commissioni di inchiesta; presenteremo, in coerenza con il nostro programma elettorale, una serie di proposte di tipo legislativo, sulle quali inviteremo questa maggioranza a confrontarsi non su una pregiudiziale di tipo ideologico-politico, ma sulle risposte che su certi problemi irrisolti - risposte che voi stessi riconoscete nel programma non essere state date negli ultimi 5 o 10 anni - noi tenteremo di dare. Ci auguriamo che non succeda quello che è successo nella scorsa legislatura, nel corso della quale, a fronte di risposte che voi non volevate dare, perché non avevate ancora la "quadra politica", vi è stata la bocciatura pregiudiziale delle nostre proposte e il vuoto dopo. Noi riteniamo che il nostro ruolo sarà un ruolo netto, ovviamente diverso rispetto al vostro, ma reputiamo che anche le maggioranze forti hanno molte volte bisogno di opposizioni non forti in termini numerici, perché sarebbe una contraddizione con una maggioranza forte, ma forti nella determinazione di confrontarsi!
Président - La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) - Grazie, Presidente. Voglio intervenire dando, quanto meno alla parte originaria del mio intervento, un taglio un po' particolare; dirò forse cose poco gradite, ma voglio esprimermi su un punto in ordine al quale non si può far finta di niente. Ho sentito parlare, giustamente, da parte delle forze che hanno vinto le elezioni, di entusiasmo per il risultato elettorale, e di ringraziamenti agli elettori. Tutte cose legittime! Ma voglio fare anche alcune osservazioni - e non lo dico con tono polemico, è una riflessione personale che porto all'attenzione di tutti - su come si sono svolte queste elezioni, in quale clima si è svolta la campagna elettorale, quale clima si è vissuto anche in queste ultime frenetiche giornate? Forse lo avete vissuto più voi che eravate in gioco, rispetto a noi che eravamo ormai fuori dal gioco! Non esito a dire che durante la campagna elettorale abbiamo assistito a delle scorrettezze gravi; abbiamo assistito, specie nei partiti più grandi - quelli che hanno avuto più eletti, - a lotte interne del tipo "tutti contro tutti"; abbiamo assistito a "capi corrente" - non so come definirli diversamente - che hanno spostato pacchi di voti all'ultimo momento, come se l'elettorato fosse qualcosa di loro proprietà! Abbiamo assistito ad un imbarbarimento della vita politica in questa Regione in una misura, almeno per il sottoscritto, finora sconosciuta!
Una valutazione che faccio - e mi rammarico - è che in questa Regione si sta perdendo il voto di opinione; questo mi sembra grave, perché il voto di opinione è per definizione il voto più libero. Mi pare che si stia eclissando il senso civico, anche il fatto che l'astensionismo aumenta… mi sembra che si stia esaurendo il piacere di partecipare alla vita di una comunità, la politica è sempre più un argomento per pochi eletti, per le segreterie dei partiti, per noi che la pratichiamo in maniera assidua. In questa Regione crescono il personalismo, cresce il voto controllato, cresce il voto imposto, cresce l'omertà! Ho letto con preoccupazione, ma sono cose che anche nella nostra quotidianità di Consiglieri regionali possiamo toccare con mano, l'articolo del Direttore de "La Stampa" di domenica scorsa su questo punto: la quantità di lettere anonime, soprattutto di critica politica che arrivano nelle redazioni dei giornali o ai Consiglieri. Mi sembrano delle cose su cui fare una riflessione, perché se facciamo finta che non sia successo niente, la situazione sarebbe ancora più grave di quella che sto rappresentando, perché significherebbe che non abbiamo più anticorpi per reagire. Credo che sia un problema innanzitutto di crisi culturale, forse è colpa anche della classe politica… È il ceto politico in generale che ha provocato questo progressivo imbarbarimento. Questa è una riflessione che dobbiamo fare tutti come forze politiche, ciascuno nel proprio ambito. Dobbiamo capire se questa china è irreversibile, se è questo il metodo politico che intendiamo perseguire o se non è il caso di fermarci e meditare su dove stiamo andando, anche sotto questo profilo.
Ora - e qui mi aggancio al merito della discussione, finora forse ero un po' fuori tema -, l'aspetto di carattere culturale può essere secondo me condizionato dal sistema elettorale. Questa è una riflessione che va fatta, perché oggi abbiamo un sistema elettorale in Regione, che favorisce questo tipo di competizione del "tutti contro tutti", anche all'interno della propria lista; questo mi sembra brutto, pesante, persino ingiusto! Addirittura, ho personalmente vissuto come fatto ingiusto che alcuni colleghi di altri partiti, che ho visto qui lavorare tanto e seriamente - rispetto ad altri che hanno lavorato di meno -, non siano stati eletti; lavorare o meno in questa sede è del tutto irrilevante rispetto alle dinamiche elettorali e questo mi sembra un dato allarmante! Ecco perché ci stupiamo che questa maggioranza abbia evitato il tema della legge elettorale, perché non è solo un problema tecnico! L'obbligare gli schieramenti a dire prima delle elezioni con chi stanno, chi propongono Presidente della Regione, qual è la squadra di governo eviterebbe tanti problemi prima e dopo le elezioni; eviterebbe - ma non voglio strumentalizzarlo sia chiaro - il "caso Caveri", per esempio! Si saprebbe prima chi è candidato a ricoprire la carica di Presidente della Regione - Perrin, Caveri, o Perron… - e gli elettori si potrebbero esprimere al riguardo! Questo eviterebbe dinamiche poco sane, che invece si verificano puntualmente. Per gli elettori manca la trasparenza e si alimenta una continua escalation della conflittualità interna. Per questo noi - relativamente a questa questione peraltro siamo sulle stesse posizioni dei "Democratici di Sinistra" - proponiamo un sistema elettorale misto, che dovrebbe essere introdotto a livello regionale ad imitazione di quello del Comune di Aosta, perché aiuta a superare i problemi evidenziati. Poniamoci poi anche il problema delle tre preferenze, perché è veramente il cancro della democrazia: sappiamo infatti che è il modo per costituire i pacchi di voti, per le cordate duplici, triplici, quadruple, eccetera. Mi rendo conto che è ingenuo parlare di questi argomenti a chi è il beneficiario di questo sistema; se però, come immagino, fra cinque anni chi oggi è beneficiario diventerà vittima del sistema, perché questa è statistica… penso che una riflessione su questo punto possa essere fatta da tutti.
Per quanto riguarda l'accordo di maggioranza e il programma, non mi ripeterò, penso che il collega Riccarand abbia esposto con grande chiarezza la nostra posizione. Mi permetto solo, approfittando del dibattito che vi è stato, di fare alcune precisazioni su quanto è stato detto.
Rispetto al problema della scelta di campo, non credo che il Consigliere Borre volesse smentire il Presidente incaricato. Egli dunque ha letto male il programma di governo, ma lo giustifico, perché lo avrà letto anche lui stamattina in quanto questo documento, insieme a tutto il resto, è stato probabilmente redatto ieri, nel corso della notte... Quando si parla di riferimento ad un modello autonomista e progressista, quindi non si fa riferimento alla maggioranza, ma alla posizione dei "Democratici di Sinistra", che conosciamo, ed allora la maggioranza effettivamente si caratterizza nel senso indicato dal collega Riccarand. Questa è una linea peraltro vincente "dell'Union Valdôtaine", quella di lasciare sempre le porte aperte, e mi pare - lo dico senza polemica - che di porte aperte spalancate ce ne siano tante, anche in riferimento alla posizione ambigua della "Stella Alpina"!
Rispetto all'intervento del diessino Sandri, devo riconoscere che è stato abile a glissare sul discorso della scelta di campo. Ha detto anche cose interessanti che condividiamo circa ad esempio la valorizzazione del sapere. Dove però credo sia veramente male informato è sulla questione dei TIR. Quando egli dice infatti che la Regione ha arginato, con non so quali provvedimenti, il problema dei TIR, dice una cosa che è totalmente inveritiera sotto il profilo oggettivo, perché oggi abbiamo, nonostante - non grazie, ma "nonostante" - le prese di posizione del Consiglio regionale, una decisione del Ministro Lunardi e al Ministro francese Gayssot, che consente il transito dei TIR fino a 240 mezzi/ora, cosa che fa 5.760 passaggi al giorno. Questo regolamento non solo non è cambiato… ma mi sembra che se ne faccia solo un cenno nel programma di maggioranza, scritto maldestramente su questo punto. Rispetto a questo tema, purtroppo, nonostante l'unanimità del Consiglio regionale, e secondo noi a causa della cattiva gestione dei controlli, l'aumento del traffico pesante è in continuo aumento. Chiederemo i dati al prossimo Assessore ai trasporti o al Presidente della Regione e vedremo che l'aumento è progressivo: una volta riaperto il tunnel nei due sensi, abolito il senso unico alternato, il traffico aumenta via via, per arrivare ad un potenziale che è quello stabilito dal regolamento. Questi sono dati oggettivi, sono normative e non opinioni!
Faccio solo un riferimento all'intervento del collega Frassy, con il quale non ci accomuna niente se non il ruolo di oppositori in quest'aula. Quando il collega Frassy sostiene che certe scelte all'interno della prossima Giunta siano dettate da motivi ideologici, penso che stia proprio sbagliando. Penso che le scelte che fa "l'Union Valdôtaine" nello scegliere gli uomini di potere siano tutto meno che ideologiche. I principi sono proprio l'ultima cosa: serve nei congressi, serve per i comizi, serve per scrivere sul "Peuple valdôtain", eccetera, poi le logiche sono tutt'altro! In definitiva, avremo occasione di parlare del programma, di confrontarci, di fare anche noi interpellanze, interrogazioni. Dico la verità: vorrò togliermi una soddisfazione, approfittando del fatto che il Consigliere Caveri è forse il massimo esperto in quest'aula di trasporti - sarà il prossimo Assessore al turismo, non so se anche dei trasporti, questo non lo sappiamo perché questa è un'altra cosa che non è stata espressa e forse sarebbe stato curioso sentire qualcosa sulle deleghe, se poi ce lo vorrà dire… ed è un altro elemento di valutazione: abbiamo sentito parlare sui giornali di "Presidenza della Regione più leggera", tutte cose condivisibili, ma poi in cosa si concretizza questo allo stato non lo sappiamo -, gli chiederò di spiegarmi cos'è l'Aosta-Martigny, perché non l'ho ancora capito! Ho cercato di farmelo spiegare spesso sia dal Presidente Viérin, che peraltro era in genere molto bravo a spiegare, recentemente dall'Assessore Cerise, ma nessuno mi ha ancora saputo dire cos'è questa Aosta-Martigny, tranne il fatto che sia un tunnel con una ferrovia internazionale! Se non ci chiariamo cosa serve alla Valle d'Aosta… personalmente non riesco a farmi un'opinione, non riesco a capire se sia una cosa positiva o negativa per la Valle d'Aosta, perché non basta dire: "facciamo una ferrovia, facciamo un tunnel". È "bello" perché bisogna trasferire il traffico dall'asfalto alla rotaia, su questo siamo tutti d'accordo! Ma l'Aosta-Martigny ci garantisce questo? Se vi è qualcuno che me la sottoscrive, voto a due mani per l'Aosta-Martigny, ma non credo che vi sia nessuno che oggi possa garantire questo. Chiariamoci prima le idee allora e poi, semmai, partiamo lancia in resta nei confronti del Governo elvetico - che non vuole saperne dell'Aosta-Martigny -, dell'Europa, dei Governi statali, eccetera, per la realizzazione della ferrovia, ma mi sembra che una riflessione, al di là della propaganda su questa opera, vada veramente fatta, anche per l'importanza che la stessa rivestirebbe.
Concludo. Faremo, Presidente - del resto ci conosce -, un'opposizione seria, anche intransigente se necessario, forse un po' petulante, insistente su certi punti - lei stesso è stato vittima delle nostre interrogazioni e interpellanze ad esempio sulla Centrale laitière -, ma non sarà mai un'opposizione prevenuta, ingiustificata, pregiudiziale. Il nostro obiettivo è quello di fare un'opposizione serena e soprattutto argomentata e costruttiva, per dare spunti di dibattito a questa vita politica valdostana, che anche nel segno della continuità a noi pare un po' "sclerotizzata".
Presidente - Grazie, Consiglieri. Siamo sempre in fase di dibattito generale sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione. Se non vi sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione.
Perrin (UV) - Merci, M. le Président. Merci aux intervenus, merci à ceux qui ont fait aussi des appréciations positives et personnelles sur le programme, un programme bien sûr qui ne peut prévoir tout, un programme qui a des lacunes, c'est un panorama général que nous avons voulu faire à travers ce programme. Nous avons même dit qu'il sera un programme dynamique étant donné que la société s'évolue et donc il y aura continuellement la nécessité de faire le suivi du programme dans le futur. Je ne vais pas répondre ponctuellement à toutes les questions qui ont été posées, mais je veux faire des considérations d'ordre plus général.
Avant tout sur le sens de cette majorité, qui est une majorité sous le signe de la continuité, et cela ne signifie pas qu'on s'arrête là. Nous sommes en train de projeter le futur, donc nous avons fait un programme pour gouverner le futur de la Vallée d'Aoste. Nous ne nous sommes pas arrêtés sur des positions du passé, nous utilisons le bon travail qui a été fait dans le passé pour tâcher de projeter le futur de la Vallée d'Aoste.
Un signe donc de continuité qui a été primé par l'électorat et je ne veux pas faire ici des triomphalismes; c'est vrai, les campagnes électorales laissent toujours quelques doutes, quelques perplexités. J'ai parlé explicitement dans le programme d'éthique politique, c'est vrai, nous avons besoin avant tout de respect personnel, de respect des différentes idées, des différents groupes politiques: c'est là le premier signe de la démocratie.
La collocation politique: je ne suis pas tellement préoccupé de la collocation politique de cette majorité. C'est vrai, "l'Union Valdôtaine" a une majorité absolue, nous l'avons dit même lors de nos rencontres: nous ne voulons pas profiter de cette majorité absolue. Nous aurions peut-être pu le faire, nous avons voulu partager avec la "Gauche valdôtaine" un parcours de majorité et nous avons aussi tâché d'ouvrir le débat politique aux autres formations politiques qui siègent dans ce contexte. Un choix politique, donc, bien sûr autonomiste: "l'Union valdôtaine" ne peut que se définir un mouvement autonomiste, il l'est de par ses racines, il l'est de par sa tradition, il l'est de par son action de gouvernement qu'elle a menée pendant ces années. La "Gauche Valdôtaine" c'est un mouvement progressiste, qui a détecté dans son parcours en Vallée d'Aoste, dans son statut en Vallée d'Aoste, une connotation autonomiste, mais je crois que toutes les forces politiques ici présentes ont toujours revendiqué que l'autonomie n'est pas patrimoine seulement de "l'Union valdôtaine". L'autonomie est un patrimoine commun et c'est dans ce sens qu'en insistant sur la nécessité de procéder aux réformes institutionnelles de la part de cette Assemblée, j'ai insisté sur un pacte pour l'autonomie à faire entre toutes les formations politiques; un pacte pour l'autonomie important d'un point de vue institutionnel pour avoir un partage au moins sur les lignes directrices du futur de cette autonomie. Nous l'avons dit implicitement peut-être: le long de la législature qui vient de se terminer l'on a trompé des parcours. On avait imaginé une commission spéciale, nous voulons ouvrir dans cette législature le débat institutionnel à toutes les formations politiques présentes dans ce Conseil. C'est vrai, c'est son rôle, cela lui revient, mais il faut que nous nous mettions autour d'une table et penser à une réforme de notre Statut pendant cette législature. Je demande officiellement en ouverture de législature qu'il y ait un accord sur ce parcours et on trouvera même la méthode et le système pour porter de l'avant ce programme.
Le Gouvernement: il est fortement représenté par la force de majorité, qui est celle de "l'Union Valdôtaine"; quand même la "Gauche Valdôtaine" est représentée dignement avec un Assessorat qui a des compétences importantes en matière d'activités productives et de politique du travail et donc c'est un Assessorat important en ce moment de profondes transformations du monde du travail. Un Gouvernement qui jouera d'équipe, au moins c'est la base que nous avons posée pour la gestion de la prochaine législature. Quand on parle de "Présidence plus légère", on se réfère à Présidence qui ne s'attribue pas de compétences exécutives, elle s'attribue surtout des compétences institutionnelles qui sont propres de la Présidence de la Région, tandis qu'il y aura un partage avec les différents Assessorats des compétences plus opérationnelles. C'est dans ce sens que nous avons dit que nous voulons avoir une "Présidence plus légère". Combien de fois ici dans cette salle l'on a réclamé de la toute puissance du Président de la Région? Le Président doit représenter cette Région, mais il ne doit pas s'exercer dans les différentes actions exécutives qui sont plus propres des Assessorats.
Le programme: sur le programme il y a eu des appréciations différentes. Je remercie bien sûr M. Borre pour les paroles d'appréciation, soit pour ma personne que pour le programme de cette majorité, un programme qui n'est pas le fruit d'une nuit de travail, mais qui est le fruit d'un parcours. Nous avons même énoncé déjà, lors des rencontres avec toutes les forces politiques, les lignes directrices de ce programme, donc sur ce programme nous avons travaillé ensemble, nous avons tenu même en bon compte quelques propositions qui sont venues des différentes formations politiques. C'est un programme qui a été partagé avec la "Gauche Valdôtaine", on l'a écrit ensemble. Si on partage un parcours, on partage un programme et dans ce programme il y a le parcours que nous imaginons pour la Vallée d'Aoste des prochaines cinq années.
Je voudrais toucher un instant le problème de la viabilité et surtout à cette définition que le Conseiller Riccarand n'aime pas: celle de "carrefour d'Europe". Quand on parle de "carrefour d'Europe", on ne pense pas seulement aux poids lourds, mais on pense à la culture, aux langues, à la communication, au tourisme, au commerce, donc notre Région dans son histoire, quand elle a été un cul-de-sac, elle a été à la misère; quand elle a su se développer - et surtout à travers ses écoles avoir une ouverture vers les autres Pays-, notre Région a eu un développement qui n'a pas été seulement économique, mais aussi un développement culturel, linguistique et social. Nous sommes donc attachés aux racines de cette cellule, à l'identité de cette cellule qui est le Pays d'Aoste, mais nous voulons être quand même un carrefour d'idées, un carrefour culturel, un carrefour projeté vers l'Europe. Je crois que ce n'est pas un modèle dépassé, c'est un modèle très actuel.
Je voudrais aussi rejeter l'affirmation que le "système Vallée d'Aoste a atteint une qualité de vie considérable seulement merci aux privilèges": ce n'est pas vrai, nous l'avons dit combien de fois. C'est vrai que nous avons disponibilité d'argent, mais nous avons même su utiliser de façon convenable l'argent dont nous disposons. Je crois qu'il suffit de parcourir la Vallée d'Aoste et voir le progrès que cette Région a fait dans ces dernières vingt années. C'est un progrès énorme, non seulement en tant qu'attention au territoire et donc à la présentation physique de cette Région, mais un progrès qui a touché tous les secteurs, de façon particulière le secteur des services et le secteur de la qualité de la vie; nous pouvons donc justement dire que nous avons un "système Vallée d'Aoste" qui fonctionne, un système qui peut être amélioré et là c'est le défi des années à venir. M. Frassy, il n'y a pas tout écrit dans le petit paragraphe du développement économique, parce que les différents thèmes sont développés dans les paragraphes dédiés au tourisme, à l'artisanat et à toutes les activités économiques qui se développent sur notre territoire; il est donc réductif, ces onze lignes que vous avez citées! Le programme il faut tâcher de le lire dans son ensemble pour donner des jugements qui ne soient pas des jugements partiels.
Pour ce qui est de la voirie et des transports, je voudrais relire le passage dont M. Riccarand a fait mention. Là nous disons pour ce qui concerne le Tunnel du Mont-Blanc:
"Conformément à la position adoptée par le Conseil de la Vallée sortant, la Région choisit d'autoriser la circulation des poids lourds…" - nous l'avons dit ici, nous ne pouvons pas dire "non" tout court aux poids lourds - "… qui devra toutefois être réglementée, limitée et présenter toutes les garanties nécessaires du point de vue de la compatibilité avec l'environnement et de la sécurité, y compris…" - donc finalisée à la compatibilité avec l'environnement et la sécurité - "… par le biais de la construction d'une galerie de service pour le Tunnel du Mont-Blanc". Nous n'avons pas parlé absolument d'une galerie de service pour redoubler le Tunnel du Mont-Blanc, il me semble que l'expression est claire, je ne trouve pas qu'il y ait là des contradictions.
Sur l'Aoste-Martigny, nous parlons de Santhià-Aoste-Martigny, c'est une discussion que nous avons faite dans cette salle; elle va dans la direction de trouver un complément qui soit alternatif au transport des poids lourds. Il est important donc d'arriver à la définition, nous le savons, c'est un départ, mais je crois que les premiers pas concrets ont été réalisés. Nous tâchons de le mettre dans notre programme et de le faire avancer, il me semble qu'il en vaut le coût.
Pour revenir encore à d'autres considérations qui ont été faites sur l'incinérateur, il y a un pré-accord sur l'incinérateur pour des déchets qui ne restent pas en Vallée d'Aoste, mais nous n'avons que parlé d'incinérateur, il y a une politique des déchets qui a déjà été portée de l'avant. Nous n'avons pas répété les choses que nous sommes déjà en train à faire, il faudra les améliorer et trouver aussi une localisation pour le dépôt, car nous savons que le dépôt actuel dans quelques années ne pourra plus recevoir les déchets. Là donc c'est un objectif: il faudra récupérer une zone où aller déposer nos déchets, mais c'est un pré-accord avec une Région voisine qui pourra résoudre une partie du problème des déchets.
Pour ce qui est de l'application du Plan territorial paysager, nous sommes d'accord de porter de l'avant la politique d'urbanisme et donc de l'adaptation des plans d'aménagement au Plan territorial paysager. Nous devons rappeler quand même que nous avons eu dans ces années une inondation et donc que les collectivités locales ont été engagées dans la définition des zones à risque. Cela a été un grand travail et il n'y avait pas la possibilité de faire les deux choses ensemble, mais c'est un engagement qu'on prendra afin qu'il y ait une adaptation des plans d'aménagement au PTP.
Je voudrais remercier M. Salzone pour les considérations faites. Il a parlé de programme partageable. C'est vrai, "l'Union Valdôtaine" avec la "Stella Alpina" a interrompu un rapport politique dans la législature qui vient de se terminer, mais nous l'avons dit, le programme est un terrain où l'on peut se confronter, parce qu'un débat politique s'ouvre surtout à travers une confrontation, chacun dans ses positions. Il me semble juste que l'on réaffirme qu'il ne doit pas y avoir de confusion de rôle et de position, mais nous prenons acte des considérations positives et surtout des suggestions susceptibles d'améliorer ce programme. Nous avons dit que ce programme devra encore s'améliorer dans le temps et pourra recevoir aussi les suggestions des formations politiques de l'opposition. S'il y a des choses qui sont bien, nous sommes disponibles à les discuter!
Pour ce qui est de l'intervention de M. Sandri, la signification de la collaboration que "l'Union Valdôtaine" a avec la "Gauche Valdôtaine" date désormais d'une décennie, une collaboration qui a été loyale, une collaboration qui a été toujours dialectique, qui a vu primer par l'électorat cette forme de volonté de travailler ensemble. Nous avons partagé avec la "Gauche Valdôtaine" les grands thèmes de l'autonomie, une autonomie là aussi dynamique et qui doit nous porter vers l'Europe, parce que nous devons être modernes, ouverts. C'est la condition absolue pour que cette Région puisse progresser et qu'elle ne soit pas étouffée. Nous sommes d'accord sur le système solidaire, c'est dans la tradition de la culture valdôtaine; les peuples de montagne sont solidaires, c'est la nature même des lieux qui le demande et donc le principe de la solidarité fait partie de la culture de cette communauté et nous la partageons. Nous partageons l'attention au territoire et à l'environnement et nous l'avons partagé aussi par des actions concrètes même dans la législature qui vient de se terminer; environnement qui n'est pas seulement à protéger, un environnement qui offre des opportunités de développement, un environnement qui donne surtout aux populations locales des opportunités de développer leur économie agricole et touristique.
Pour venir aux considérations de M. Frassy, il me semble, lorsqu'il analyse les résultats électoraux, qu'il est en train de nier l'évidence. Là il y a des chiffres, des Conseillers élus et le résultat électoral est traduit dans des chiffres. Il y a un système électoral, qui est un système proportionnel avec le barrage, qui peut-être a favorisé quelques listes, mais ce sont les règles du jeu et donc je crois que les règles du jeu valent pour toutes les formations politiques qui sont présentes dans la compétition électorale. Je dois tranquilliser M. Frassy que nous n'avons pas fait de choix idéologiques dans le choix de nos partenaires du Gouvernement. Ce sont des choix raisonnés, faits sur la base de la disponibilité des personnes et qui ont été partagés par des règles que le mouvement s'est données, donc nous n'avons pas le "purghe" à "l'Union Valdôtaine", je peux le tranquilliser. Je suis d'accord avec M. Frassy quand il affirme qu'il y a la nécessité de réorganiser l'administration. Nous avons vu, nous avons perçu qu'il y a cette nécessité et donc nous avons cru bon la mettre dans le programme de façon claire, afin de garantir là aussi toutes les forces politiques, aussi celles d'opposition, que nous voulons aller vers une administration qui soit efficace et en même temps contrôlée. Je crois que c'est un engagement positif, ce n'est pas une position négative de cette nouvelle majorité et de ce Gouvernement, c'est un engagement important qui avait déjà été pris fin législature passée.
Quant aux considérations sur le programme, il peut être lu de façon absolument différente, selon de l'attention qu'on peut lui prêter, mais surtout je demande qu'on lise le programme dans son ensemble: on ne peut pas s'arrêter sur quelques détails et donner des jugements. Le programme doit être vu dans son ensemble, c'est un projet politique dans son ensemble, donc un jugement politique doit être donné - je crois - à 360 degrés.
Voilà, je termine cette intervention en remerciant encore tous les intervenus et surtout en proposant à cette Assemblée vraiment un engagement pour ce qui est du rôle institutionnel qu'elle a, un engagement qui est un engagement général sur les institutions, sur les méthodes aussi de conduire cette administration. Nous tous - chacun dans le respect de son rôle - nous sommes de quelque façon engagés à porter de l'avant le progrès de notre Vallée d'Aoste.