Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2977 del 22 gennaio 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 2977/XI Rispetto degli accordi sottoscritti tra la Società Bertolini S.p.A. di Champdepraz e la Regione. (Interpellanze)

Interpellanza A conoscenza dell'avvenuto passaggio dei marchi della Società Bertolini di Champdepraz alla Società Multinazionale tedesca Cameo, con sede a Desenzano del Garda, all'inizio del corrente anno;

Preso atto che nella nuova situazione produttiva ed occupazionale non c'è futuro per i lavoratori valdostani;

Visti gli impegni assunti dalla Società Bertolini con la Regione, in occasione del trasferimento in Valle d'Aosta e dell'inaugurazione dello stabilimento di Champdepraz avvenuta nell'aprile 2000;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:

1) se, e come, intende ottenere il rispetto degli accordi sottoscritti fra la Società Bertolini e la Regione, sul piano produttivo ed occupazionale;

2) se era a conoscenza della decisione della Società BERTOLINI di procedere alla vendita dell'azienda stessa;

3) quali possibilità sussistono perché lo stabilimento rimanga a Champdepraz, dopo gli incontri avvenuti fra le parti e in sede sindacale.

F.to: Beneforti - Curtaz - Squarzino Secondina

Interpellanza Premesso:

- che, secondo quanto appreso dai locali organi di informazione, la multinazionale tedesca Cameo ha acquisito i rami d'azienda e i relativi marchi "Bertolini" e "Maria Rosa" dell'industria avente sede a Champdepraz;

- che nel 1999 la Antonio Bertolini S.p.A. ha trasferito la propria sede produttiva da Collegno a Champdepraz in virtù dei lauti incentivi finanziari che la Regione ha concesso alla stessa azienda e, in particolare:

un contributo a fondo perduto di 1,750 miliardi di vecchie lire per la costruzione dell'opificio;

due mutui - uno decennale e l'altro sessennale - concessi da Finaosta per un montante complessivo di 6,300 miliardi di vecchie lire, destinati alla realizzazione dell'immobile e all'acquisto degli impianti;

- cospicui contributi per la formazione del personale;

- che l'insediamento della Antonio Bertolini S.p.A. in Valle d'Aosta sembrava preordinato a prospettive di crescita, sia in termini economici sia in termini occupazionali;

- che la cessione dei suddetti rami aziendali potrebbe avere ripercussioni negative sul già fragile settore industriale valdostano e sul tessuto socio-economico della Bassa Valle;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore delegato per sapere:

1) se ritiene che la cessione dei suddetti rami aziendali da parte della Antonio Bertolini S.p.A. possa avere riflessi sulla continuità dello stabilimento di Champdepraz, nel senso di una futura delocalizzazione della produzione, e quindi sui livelli occupazionali;

2) se ritiene che gli impegni assunti a suo tempo dalla Antonio Bertolini S.p.A. siano stati violati: in caso affermativo, quali iniziative intende assumere;

3) quanti erano - alla data del 31 dicembre 2002 - gli occupati presso l'opificio valdostano e quanti di essi sono residenti in Valle d'Aosta;

4) qual è il capitale residuo di cui Finaosta attende la restituzione e quali sono le garanzie prestate dalla società a tutela del medesimo.

F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi

Président Comme convenu tout à l'heure, on traite conjointement les points n° 17 et n° 23.

La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) La notizia dei cambiamenti alla "Bertolini" ci ha colti di sorpresa e anche impreparati: non pensavamo che la storica azienda, dopo 90 anni di attività, cedesse la propria attività ad una multinazionale tedesca. Dopo l'accoglienza ricevuta in Valle d'Aosta a seguito del trasferimento da Collegno nella nostra Regione, dopo le feste dolciarie organizzate a Champdepraz per dimostrare la volontà della "Bertolini", ma anche per creare un rapporto sempre più amichevole con i lavoratori e gli abitanti della Valle, un rapporto diverso anche con gli enti locali; dopo aver fatto tutto per essere credibile, in modo da accaparrarsi la fiducia dei Valdostani, di punto in bianco porta via "il dolce" e "lascia l'amaro in bocca": alla "Cameo" il marchio "Bertolini", a noi le "spezie" e sei posti di lavoro, perché questo è il quadro! Con questo atto la "Bertolini", dopo aver illuso Collegno prima e Champdepraz dopo, non rispetta gli impegni presi con la Valle d'Aosta, ma fa i suoi interessi, i suoi affari, lascia ai lavoratori impiegati a Collegno e a Champdepraz la scelta: o il lago di Garda o la disoccupazione. "Questi lavoratori…" - dice la "Bertolini" - "… facciano loro!". Questa impresa, in meno di tre anni, dopo aver avuto tutto dalla Valle d'Aosta per essere in condizioni di affrontare il futuro produttivo a livello nazionale ed internazionale, è venuta meno alla fiducia che aveva ricevuto dai Valdostani!

Non ero presente all'inaugurazione dello stabilimento avvenuta nell'aprile 2000, ma ricordo di aver letto quanto disse allora il suo Amministratore delegato: "La Valle d'Aosta ci ha permesso di potenziarci, mettendoci nelle condizioni di affrontare il mercato con forza e con grinta e di questo ne saremo riconoscenti". La riconoscenza, se non ci sono ripensamenti, l'abbiamo vista, la stiamo vedendo! Mi viene da dubitare che questa impresa fin da allora, dopo aver rinnegato Collegno, dove era nata nel lontano 1911, e i lavoratori che con la loro esperienza le avevano permesso di conquistare il mercato e di salire agli allori anche a livello multinazionale, dopo aver promesso di essere venuti in Valle per produrre sempre meglio e non per licenziare gli operai, avesse già la riserva mentale di potenziarsi a spese nostre, per avere magari maggiore valore aggiunto sul mercato estero. Se attua la decisione presa, la "Bertolini" non è riconoscente né verso la Valle d'Aosta, né nei confronti dei suoi dipendenti, che da tre anni fanno i pendolari da Collegno a Champdepraz per mantenersi il posto di lavoro. Ora, come dicevo, se gli operai di Collegno e quelli di Champdepraz vogliono mantenere il loro posto di lavoro, devono trasferirsi a Desenzano, con grandi sacrifici per loro e per le loro famiglie.

Fatta questa premessa per inquadrare la situazione, attendiamo di conoscere dalla Giunta le risposte alle domande contenute nella nostra interpellanza: con lealtà e trasparenza vogliamo conoscere le cose come stanno e come la Regione intende muoversi per ottenere dalla "Bertolini" il rispetto degli accordi sottoscritti e per la restituzione di quanto le deve. Vogliamo sapere se tutto il personale che era stato previsto è stato assunto e quale futuro si prospetta agli operai dopo gli incontri che sono avvenuti in sede sindacale e con i rappresentanti della Giunta. L'Assessore, rispondendo ad una nostra interpellanza presentata dopo pochi mesi l'insediamento dello stabilimento a Champdepraz e discussa nella seduta del Consiglio regionale del 22 settembre 1999, ci fornì i dati dei contributi erogati dalla Regione in conto capitale, come previsto dalla legge n. 85/1992, dei due mutui concessi dalla Finaosta in gestione ordinaria per la realizzazione dell'immobile, per l'acquisto di immobili, impianti, attrezzature e macchinari e, infine, per due progetti di formazione professionale.

L'Assessore in quella occasione concluse la sua relazione affermando che l'operazione era stata condotta con la massima trasparenza. Noi allora non avemmo nessun dubbio e non vogliamo averne oggi, Assessore! Una cosa è certa: "la via delle spezie" non può soddisfarci di fronte all'impegno preso del mantenimento dell'attività produttiva a Champdepraz per almeno quindici anni! Questo impegno può essere soddisfatto, se la "Cameo", dopo aver acquistato la "Bertolini", rimane a Champdepraz; il cambio sarebbe più che opportuno, ma ce lo deve dire lei - non tanto oggi, ma anche nel futuro - se è possibile realizzarlo, dal momento che siete coloro che con i sindacati partecipate agli incontri con la società! Mi auguro di conoscere questa sera la situazione, anche se non ci potrete dire tutto quello che potrà accadere nel futuro.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) L'interpellanza verte sullo stesso argomento, aggiungerei alcune considerazioni a quelle svolte poco fa e che sono in buona parte condivisibili.

L'arrivo in Valle d'Aosta di questa prestigiosa azienda più di tre anni fa, il trasferimento della sede produttiva da Collegno a Champdepraz, e quindi l'acquisizione di una "residenza prestigiosa" come quella dei marchi "Bertolini", "Mariarosa", ci sembrava preordinata a prospettive di crescita, a una sorta di razionalizzazione della produzione, della gestione di questa azienda, il cui marchio è consolidato da quasi un secolo, e che la Valle d'Aosta potesse essere un nuovo punto di ulteriore lancio ed espansione dei prodotti della "Antonio Bertolini S.p.A." in tutta Italia e anche in Europa. Sappiamo che l'arrivo in Valle d'Aosta era favorito da alcune condizioni, che sono di carattere non certo ambientale, perché buona parte del "mercato Bertolini" è orientato al mercato interno, c'è poco interesse all'esportazione oltralpe - per cui la Valle d'Aosta non è stata intesa come un possibile crocevia transalpino per poter vendere i prodotti nella vicina Francia o nella vicina Svizzera -, bensì soprattutto finanziarie.

L'azienda ha contratto due mutui - e quindi i mutui vengono restituiti dal mutuatario all'ente mutuante - ad un interesse particolarmente vantaggioso, un mutuo decennale e un altro sessennale, per un ammontare complessivo di 6,3 miliardi di lire, destinati alla realizzazione dell'immobile e all'acquisto degli impianti, ma soprattutto l'altro interesse finanziario da parte dell'azienda era il contributo a fondo perduto di quasi 2 miliardi per la costruzione del medesimo opificio. È naturale che l'azienda, di fronte a queste condizioni, non ci abbia pensato molto e abbia trasferito in quattro e quattr'otto la sede produttiva da Collegno a Champdepraz, costruendo anche in tempi relativamente stretti questa nuova sede.

Ci ricordiamo bene tutti quali sono state le vicende alterne che ci sono state, in particolare quelle legate al trasferimento dei dipendenti che da Collegno avevano qualche problema a venire a lavorare in Valle d'Aosta. Ironia del destino: se allora i dipendenti di Collegno rimpiangevano il trasferimento a Champdepraz, oggi noi rimpiangiamo il possibile trasferimento a Desenzano del Garda perché, con l'inizio dell'anno, come abbiamo appreso dalle fonti di informazione, la multinazionale tedesca "Cameo" ha annunciato l'acquisizione della divisione lieviti preparati e ingredienti per dolci.

Adesso con questa interpellanza anche noi vogliamo avere alcune informazioni e, magari, anche alcune notizie più profonde e complete di quelle che sono apparse sui giornali: sui commenti dei sindacati vorremmo sentire un parere dell'Assessore a fronte di questa prevista acquisizione del ramo di azienda, che, se abbiamo bene inteso, deve essere ancora perfezionata e questo accordo dovrebbe essere completato entro la fine di questo mese. Per noi è ancora più importante sapere, qualora l'Assessore abbia già conferito con i nuovi acquirenti, se è prevista una futura delocalizzazione della produzione, cioè se Champdepraz avrà ancora un significato in termini aziendalistici o se ci ritroveremo con un capannone vuoto o in minima parte destinato ad una produzione ridotta in termini di quantità rispetto ad adesso. Ci piacerebbe quindi sapere quali sono queste prospettive: se le prospettive di crescita annunciate - enunciate anche dallo stesso Assessore - in risposta alle iniziative presentate in quest'aula assicureranno una continuità produttiva in Valle d'Aosta oppure no.

Le altre domande, naturalmente, sono di conseguenza: se l'Assessore "ritiene che gli impegni assunti a suo tempo dalla "Bertolini" siano stati violati: in caso affermativo, quali iniziative intende assumere", come intende agire per tutelare le posizioni della Regione. Una terza domanda è di carattere cognitivo, per conoscere la fotografia occupazionale di questa industria, quindi per sapere "quanti erano - alla data del 31 dicembre - gli occupati presso l'opificio valdostano e quanti di essi sono residenti in Valle d'Aosta". Infine vorremmo sapere "qual è il capitale residuo di cui la Finaosta attende la restituzione e quali sono le garanzie prestate dalla società a tutela del medesimo".

Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE) Rispetto alla vicenda della "Bertolini", non posso esimermi dall'esprimere un disappunto per il comportamento dell'azienda e per le modalità di gestione dell'operazione di cessione di ramo di azienda: nessuno mette in discussione la volontà di un'impresa di cedere l'attività, però c'è modo e modo e un disappunto soprattutto per l'immagine negativa che questa vicenda getta sul settore industriale della Valle.

Per venire a cosa si intende fare, a quali soluzioni si intende trovare in questa situazione, ci muoviamo rispetto a due obiettivi: il primo, quello di operare per il rispetto degli accordi che sono stati sottoscritti fra la "Bertolini" e l'Amministrazione regionale; il secondo, quello relativo alla verifica, con la nuova proprietà della "Cameo", della possibilità di continuare l'attività produttiva nello stabilimento di Champdepraz, ovviamente allo scopo di garantirne i livelli occupazionali.

Le domande che sono state poste riguardano diverse questioni, fra cui i problemi del futuro dell'azienda, i problemi relativi al rispetto degli accordi, le questioni relative ai finanziamenti; cercherò di rispondere a tutte le questioni poste.

Per ricapitolare, sul piano dei finanziamenti, nel momento in cui la "Bertolini" si è trasferita in Valle d'Aosta ha usufruito di un contributo in conto capitale, come veniva ricordato, sulla base della legge n. 85/1992, di 1.750 milioni, concesso nel dicembre 1998, e di due mutui concessi dalla Finaosta in gestione ordinaria: uno di 3.930 milioni di lire della durata di 10 anni, con 2 anni di preammortamento per la realizzazione dell'immobile; l'altro di 2.370 milioni di lire, della durata di 6 anni con 1 anno di preammortamento per l'acquisto di impianti, attrezzature e macchinari.

Il primo mutuo è stato stipulato ad aprile 1999 ed è coperto per l'intero ammontare da fideiussione bancaria, la scadenza dell'ammortamento è il 1° gennaio 2010, il capitale residuo al 1° gennaio 2003 è di € 1.799.533, il mutuo iniziale era di € 2.029.675; il secondo mutuo, di € 1.224.000, stipulato sempre ad aprile 1999, ha una durata di 6 anni, anche questo mutuo è coperto per l'intero suo ammontare da fideiussione bancaria e il capitale residuo è di 874.697 €. Nei contratti di cui sopra la società si è assunta l'obbligo di non trasferire la sede legale, l'attività prevalente, fuori del territorio della Valle d'Aosta e di non alienare i cespiti finanziati per tutta la durata dei finanziamenti, pena la risoluzione dei contratti medesimi, con la conseguente restituzione anticipata del debito residuo risultante al momento dell'inadempimento. L'obbligo di estinzione anticipata è garantito dalle fideiussioni bancarie acquisite al momento della stipulazione dei contratti di mutuo; a questo proposito la Finaosta, con lettera del 31 dicembre 2002, ha richiamato la società "Bertolini S.p.A." al rispetto degli impegni assunti, in caso di inadempimento pertanto la Finaosta darà corso all'escussione delle garanzie.

Per quanto riguarda i livelli occupazionali, l'azienda occupa in Valle d'Aosta 28 dipendenti al 31 dicembre 2002, di cui 18 residenti in Valle.

La "Bertolini" ha manifestato l'intenzione di cedere il ramo di azienda relativo alla divisione lieviti, preparati ed ingredienti per dolci e relativi marchi; la cessione dovrebbe perfezionarsi entro il corrente mese. Ho avuto nei giorni scorsi un incontro con i rappresentanti della "Bertolini" e della "Cameo", che hanno confermato la volontà di giungere ad un accordo entro la fine del mese, ma che al momento l'accordo non è ancora stato raggiunto in quanto è in corso una "new diligence" per quanto riguarda la valutazione dei parametri economici e produttivi dello stabilimento. Nel caso in cui si concretizzasse la cessione del ramo di azienda, la Giunta regionale provvederà alla revoca del contributo ai sensi della legge n. 85/1992, cioè 1.750 milioni, in quanto la società, procedendo alla cessione di ramo di azienda, contravviene all'impegno assunto ai sensi del 6° comma dell'articolo 4 di questa legge relativamente all'obbligo di non alienare o cedere i beni, che formano oggetto di finanziamento separatamente dall'azienda per il periodo di 15 anni. La società dovrà pertanto provvedere alla restituzione del contributo percepito, maggiorato degli interessi calcolati sulla base della media ponderata del tasso ufficiale di sconto nel periodo in cui ha beneficiato dell'agevolazione; verrà inoltre applicata una sanzione amministrativa con le modalità previste dall'articolo 8 della legge n. 85/1992. Questo finanziamento a fondo perduto è garantito con ipoteca dello stabilimento di Champdepraz.

Ora, è indubbiamente rilevante la questione del recupero dei finanziamenti concessi, ma è prioritaria anche la questione relativa al proseguimento dell'attività lavorativa in Valle, della salvaguardia dei posti di lavoro. Nell'incontro che abbiamo avuto con i responsabili della "Cameo" abbiamo manifestato in modo esplicito l'interesse al mantenimento nella nostra Valle della produzione dei lieviti e delle altre attività "Bertolini", sottolineando come il settore alimentare sia un settore interessante dal punto di vista industriale per la nostra Regione e come la Regione, sulla base dei propri interventi per le incentivazioni delle imprese e altri, possa e mantenga un'attrattività superiore a quella di altre regioni del nord Italia.

I responsabili della "Cameo" hanno assicurato che, nell'ambito di una verifica in atto della situazione patrimoniale e contabile, finalizzata alla conferma del diritto di opzione sull'acquisizione del marchio, terranno conto, alla luce dei colloqui, delle possibilità normative e dei servizi che vengono offerti dalla Valle d'Aosta e quindi dell'eventualità di considerare anche un eventuale mantenimento della produzione in loco. D'altra parte, la "Bertolini" si è impegnata per conto suo a presentare un piano di attività alternative, volto a salvaguardare, anche se parzialmente, i livelli occupazionali a Champdepraz, anche investendo il ricavato della cessione del ramo di azienda. Ovviamente, ci riserviamo di esprimere dei giudizi sulla validità di questi piani non appena questi vengano presentati; al momento queste sono le dichiarazioni che l'azienda ha fatto, ma non sono state supportate da proposte specifiche. In ogni caso, l'Amministrazione è impegnata su due fronti: quello relativo al rispetto degli accordi, e, come avete visto, le garanzie ci sono tutte e complete e, per quanto riguarda la questione occupazionale, per trovare una soluzione con la "Cameo" e con la "Bertolini", che risponda positivamente al problema che la cessione di ramo di azienda con questa società ha determinato.

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Prendo atto della risposta dell'Assessore e degli impegni che ha preso, ma ritengo opportuno fare alcune riflessioni, che ci devono servire per il futuro.

Credevamo di avere acquisito una nuova azienda in Valle d'Aosta, un'azienda di prestigio, con un nome conosciuto, con un mercato aperto, pensavamo in sostanza di aver fatto quasi un affare, anche se sussistevano alcune incertezze per il fatto che lasciava dietro di sé del malcontento negli operai e nei sindacati di Collegno, Comune dove era nata e rimasta per quasi 90 anni. Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che certi imprenditori non vengono in Valle d'Aosta per farci un favore, o per cambiare aria, ma vengono se gli "torna il conto", se considerano le condizioni offerte favorevoli ai loro interessi. La "Bertolini", se compie "l'atto", ha dimostrato di non essere da meno delle altre aziende e devo dire, dopo aver sentito la relazione dell'Assessore e alla luce delle notizie che ci aveva dato nel 1999, che tutto è avvenuto con la massima trasparenza ma, nonostante tutto, la "Bertolini" non ha avuto alcun rispetto nei nostri confronti, come Regione, e nei confronti dei lavoratori. Sono stati infatti i lavoratori che hanno contribuito con il loro lavoro a renderla appetibile da parte di una multinazionale perché, se ha avuto lo sviluppo - è vero che hanno messo i capitali -, lo deve anche alla forza lavoro. Quando si è trasferita in Valle d'Aosta, è stata accompagnata dalle forze di polizia per la contestazione dei lavoratori di Collegno, ma non se ne deve andare, e non se ne andrà - e credo a quello che ha detto l'Assessore -, con le tasche piene dei soldi della "Cameo" senza aver restituito alla Finaosta quanto deve alla nostra Regione, oltre al risarcimento dei danni conseguenti all'adempimento degli impegni assunti con la stipula della convenzione. Questo è ciò che deve avvenire, però l'altra riflessione da fare è che dobbiamo prendere atto ancora una volta dell'importanza che riveste l'imprenditoria locale, che purtroppo non c'è e non si riesce a creare. Questo ulteriore esempio ci deve mettere nelle condizioni di operare per andare sempre più alla ricerca di imprenditori privati locali, perché è dimostrato che la maggioranza degli imprenditori esterni alla Valle, "una volta ricevuta la grazia, gabbano lo santo", come si suol dire.

La invito comunque a tenerci informati, Assessore, sia in Consiglio regionale, sia in commissione, sull'andamento del confronto che ci sarà nel corso del mese con la "Bertolini", per quanto riguarda la restituzione di ciò che ci deve e per quanto concerne le prospettive di lavoro futuro. Bisogna stare attenti alle dichiarazioni che vengono fatte: è stato detto che verrà presentato un piano di attività alternative, ma queste sono affermazioni che possono servire ad attenuare lo scontro in sede sindacale e anche con l'Amministrazione regionale! Bisogna andare fino in fondo e verificare se queste dichiarazioni corrispondono al vero, è chiaro che, nel caso in cui siano veritiere, dobbiamo valutarle, perché abbiamo bisogno, in attesa di imprenditoria locale, di dare lavoro ai nostri lavoratori.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Il disappunto espresso dall'Assessore su questa vicenda - a lato del quale lui ha detto che si tratta di un'immagine negativa, che andrà ad adombrare ulteriormente la situazione dell'industria in bassa Valle - sembra un preludio di una qualche ulteriore notizia che forse non sarà buona, dobbiamo aspettarci qualcosa di peggio? Dobbiamo prepararci ad una situazione che va ulteriormente complicandosi? Rispondendoci lei ha detto che avete incontrato la "Cameo" e la "Bertolini", mi pare però di aver capito che sia stato un incontro interlocutorio, con la promessa di rivedervi, per cercare di individuare una soluzione. Sta di fatto che questo suo disappunto sembra essere un presagio non tanto favorevole al futuro di questo stabilimento, quindi speriamo che non si riproduca un copione già visto e conosciuto, come è accaduto in bassa Valle, per altre industrie più o meno importanti, che negli anni precedenti sono cresciute e sono scomparse con altrettanta velocità. Questo sta a significare che, probabilmente, a parte una certa appetibilità finanziaria, la Valle d'Aosta non offre molto di più se le aziende che si propongono alla nostra Amministrazione regionale, dopo aver sottoscritto importanti convenzioni, che prevedono erogazioni finanziarie a vario titolo, mutui obbligazionari o di diverso tipo, contributi a fondo perduto, non appena si presenta un'occasione di questo tipo da parte di una multinazionale, prevedono un trasferimento in una zona concorrenziale alla nostra e fortemente competitiva come il nord-est.

Speriamo che ciò non accada, auspichiamo che le soluzioni paventate dall'Assessore trovino concretizzazione in un futuro accordo e che tra la Regione e la "Cameo-Bertolini" l'accordo sia meditato e ponderato, anche a salvaguardia della continuità di un'attività produttiva nella nostra Regione e a salvaguardia della prospettiva occupazionale.

Prendiamo atto di quello che lei ci ha detto, Assessore; non ci ha detto molto di più di quello che già sapevamo, se non i capitali residui e le condizioni di garanzia annesse e connesse ad ogni singolo mutuo e il richiamo della Finaosta al rispetto degli accordi sottoscritti, pena l'applicazione di sanzioni, che sono previste dalle leggi vigenti. Attendiamo quindi informazioni al più presto, magari anche in IV Commissione, dove è opportuno, non appena verrà a conoscenza di nuovi sviluppi, che lei venga ad informarci adeguatamente, per vedere se è il caso di assumere qualche determinazione ulteriore.