Oggetto del Consiglio n. 2910 del 18 dicembre 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2910/XI Dibattito sul programma presentato dal nuovo Presidente della Regione.
Président Pour ce qui est des déclarations programmatiques du nouveau Président, la parole au Conseiller La Torre.
La Torre (SA) Vorrei iniziare questo intervento facendo un'affermazione: in quest'aula non vi sono amici o nemici e nemmeno giustizialisti o innocentisti. Credo che vi siano solo Valdostani, consiglieri regionali legittimati dal popolo valdostano con il loro voto, che vogliono confrontarsi con onestà intellettuale, con pacatezza solo ed esclusivamente nell'interesse della Valle d'Aosta.
La "Stella Alpina" è un movimento unito, un movimento che vuole rispondere con chiarezza all'intervento che ha presentato il Presidente della Regione e che, in qualche modo, si pone al fondamento di questa nuova maggioranza, così come ci è stato detto. Ebbene, sentito l'intervento della Giunta e la sua coerenza, signor Presidente, noi ci sentiamo all'opposizione. Non comprendiamo perché ci volete all'opposizione, e non lo comprendiamo perché nel suo intervento non abbiamo sentito ragioni politiche. Abbiamo sentito, sì, con chiarezza una differenza, una diversità che abbiamo sempre manifestato, su riflessioni di altro tipo, non politiche! Su questo ritornerò. Non ci sono motivazioni politiche perché, solo qualche giorno fa, al momento del bilancio, noi, tutti insieme di questa maggioranza, all'interno di quest'aula, abbiamo riconosciuto che questa maggioranza ha ben lavorato e, sebbene in un confronto serrato, come è giusto che sia, questa maggioranza aveva prodotto dei risultati. Abbiamo anche detto che questa maggioranza aveva conseguito tutto o buona parte del programma che si era dato; ebbene, il programma non è cambiato! La questione è molto più semplice: è il fatto che la "Stella Alpina" non ha aderito a far parte dell'Esecutivo. Credo che questo sia nei fatti, sia qualcosa di estremamente chiaro e quindi ci sentiamo all'opposizione, ci volete all'opposizione!
Riprendendo il suo intervento, signor Presidente, non ci siamo mai sentiti di mettere in discussione l'onore di nessuno. Noi, ci siamo permessi di dire, proprio in virtù di quei ragionamenti sui valori che si facevano questa mattina, in una situazione riconosciuta da tutti, in cui "un qualcosa è accaduto", - lo stesso Presidente "dell'Union Valdôtaine" ha detto: "Non si può far finta che non è accaduto niente" - se non fosse il caso di fare alcune riflessioni, rivolte al nostro popolo, riflessioni per dare dei segni convinti da parte delle forze regionaliste di una volontà di cambiamento, cioè di intervenire in quel "sistema distorto", correggerlo, per creare una forte credibilità. È evidente che le ragioni politiche noi non le capiamo e quindi ci sentiamo all'opposizione. Nei nostri comunicati che hanno preceduto oggi il Consiglio, abbiamo anche detto con chiarezza che eravamo e siamo a disposizione, "a disposizione della Valle d'Aosta". Noi abbiamo creduto e crediamo fortemente al motto che ci siamo dati: "Valle d'Aosta prima di tutto", perché crediamo, alla fine - seppure da punti di vista diversi, perché la "Stella Alpina" è un movimento regionalista autonomista al pari "dell'Union Valdôtaine", seppure con un percorso diverso e quindi anche con valutazioni diverse - di avere la stessa radice, gli stessi obiettivi. Il fatto che ci vogliate all'opposizione ci preoccupa, ma non perché non siamo nell'Esecutivo: lo abbiamo scelto di non esserci! Fra l'altro, le do atto, signor Presidente, nei suoi "tentativi di conciliazione" - mi consenta questo termine - di aver fatto un buon lavoro, molto dignitoso e corretto, gliene voglio dare atto in aula. Voi ci avete ascoltato, noi abbiamo parlato, ma evidentemente non ci siamo capiti! Qual è la nostra preoccupazione? Ho detto che una delle caratteristiche dell'essere regionalisti è la tutela delle diversità e delle particolarità; in qualche modo, ci siamo posti come un movimento regionalista autonomista diverso "dall'Union Valdôtaine" e, per tale motivo, pensiamo che nel fatto di non comprenderci - non di "non tutelarci" - si crei un danno a quello che può essere in prospettiva un pensiero, che invece riteniamo debba sempre più affermarsi: quello regionalista. Questa è un po' la nostra preoccupazione.
Oggi siamo quindi serenamente preoccupati, non per i fatti così come si stanno svolgendo, ma perché la comprendo, quando lei - usando un termine che non mi è piaciuto molto, ma che capisco - parla di "frontiera molto chiara" - a me il termine "frontiera" non piace perché dà l'idea di una separazione netta - e le dico che, in effetti, forse oggi si sta creando una frontiera che non ha senso. Non riusciamo a capire quale sia il senso per cui due movimenti regionalisti, pur diversi, che condivisero i medesimi obiettivi, debbano trovarsi non per ragioni politiche, perché il programma è lo stesso, la maggioranza al bilancio era la stessa, ma solo ed esclusivamente per un dibattito che è certamente ampio, che è certamente non facile, legato forse su dei valori, forse su dei principi, non abbia potuto comporsi attraverso valutazioni anche diverse! Per la chiarezza della nostra posizione, quindi, - lo dico anche per i giornalisti onde evitare equivoci - noi siamo all'opposizione. Ho detto: "ci volete all'opposizione"; noi lo comprendiamo e rispettiamo il processo così come è avvenuto, riconoscendole quello che lei ha fatto, ma questi sono i fatti! C'è una nuova maggioranza di ventuno consiglieri, c'era e c'è una necessità di tempi che noi stessi avevamo sollecitato e quindi comprendiamo la velocità con cui si è dovuto dare soluzione a questo momento difficile, però, come le ho detto, signor Presidente, non ne comprendiamo le ragioni politiche! Perché stamani abbiamo voluto dare voto favorevole alla sua Presidenza? Perché riteniamo che, in quanto forza regionalista e in quanto lei stesso "segnale" chiaro, comunque piccolo segnale rispetto a una discontinuità che avremmo voluto, rispetto a un rinnovamento che noi avremmo voluto più ampio, lei stesso è "un segnale", ed è per quello che ha avuto il nostro voto. Se stamani abbiamo fatto un discorso di valori, oggi cercheremo di fare un discorso di coerenza. Proprio parlando di questa nuova maggioranza e del fatto che rispetto alla vecchia maggioranza non è cambiato niente, solo il fatto che la "Stella Alpina" riteneva per una serie di riflessioni non politiche, ma legate ai valori, di non entrare nell'Esecutivo, di esserne fuori, non possiamo non registrare che la stessa cosa che è stata chiesta a noi - cioè di essere nell'Esecutivo - e su cui non ci siamo trovati d'accordo, la stessa cosa non è stata chiesta ad altri movimenti di questa maggioranza, che è la stessa di prima, ristretta, come per esempio il movimento dei Riformisti, che in Giunta non sono!
Due pesi, forse, due misure, non lo so; non è una provocazione! Signor Presidente, noi l'abbiamo votata perché abbiamo ritenuto che lei abbia rappresentato comunque una parte di quello che chiedevamo. È evidente che non potremo, per la nostra coerenza, coerenza che, come le dicevo oggi nel nostro discorso, si rivolge soprattutto al nostro movimento, ma anche al popolo valdostano al cui giudizio ci rimettiamo e ci sottoporremo, come ha detto giustamente lei, fra pochi mesi, e al quale sentiamo di dover dare, da oggi e nei prossimi mesi, delle risposte, perché ci sentiamo - ripeto - consiglieri regionali presenti qui, in quest'aula, solo perché in forza di un mandato dato dai nostri elettori, è evidente, dicevo, che non voteremo, signor Presidente, per la nostra coerenza i membri della Giunta.
Voglio dare lettura di una sintesi della nostra posizione, per chiarezza, perché non vogliamo, come ha detto lei, interpretazioni distorte. Noi vogliamo con voi, da movimento regionalista a movimento regionalista, chiarezza e possibilmente dialogo, così come abbiamo cercato prima. Ci parliamo, ci ascoltiamo, continuiamo a non capirci; io auspico che arrivi il momento in cui ci capiremo! Do quindi lettura di questa sintesi che abbiamo preparato e che distribuiremo all'opinione pubblica e ai giornalisti: "Vi erano due modalità per risolvere la crisi: la prima, quella della "Stella Alpina", che era per il rinnovamento della Giunta regionale; la seconda, quella "dell'Union Valdôtaine", che era per la continuità della Giunta regionale; alla fine, è prevalsa la continuità "dell'Union Valdôtaine", salvo per il Presidente della Regione. La "Stella Alpina" ha quindi votato il Presidente della Regione, perché rappresenta il rinnovamento; non ha votato e non voterà gli Assessori, perché rappresentano la continuità, non perché si metta in discussione il loro onore; noi non ci permettiamo di farlo! La "Stella Alpina" era pronta a dare il proprio appoggio alla maggioranza, perché il programma è lo stesso che ha la "Stella Alpina", dato che ha contribuito ad elaborarlo nel 2001. "L'Union Valdôtaine" e le altre forze di maggioranza non hanno invece accettato l'appoggio di "Stella Alpina", perché la volevano organicamente in Giunta; hanno permesso, però, la non presenza in Giunta di altre forze politiche, benché facenti parte della stessa maggioranza: i Riformisti! Per queste ragioni la "Stella Alpina" è - con la chiarezza che lei ci chiedeva - all'opposizione".
Président Merci, Conseiller La Torre. Siamo sempre in dibattito generale sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Regione.
La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) A noi sarebbe sembrato più opportuno che, a seguito della presa di posizione politica della "Stella Alpina", la quale ha annunciato la nuova sua posizione politica, fosse stata qualche forza della nuova maggioranza ad interloquire, ma visto che si fanno i giochetti per riuscire a parlare per ultimi, come sempre noi non abbiamo alcun problema a parlare per primi e faremo alcune osservazioni a proposito dell'elezione del nuovo Presidente della Regione e del discorso di insediamento che stamani egli ha fatto alla nostra presenza.
Credo che una prima osservazione vada fatta intorno al quadro politico. Il Presidente ha oggi parlato con una certa chiarezza di "nouvelle majorité", ha accennato con orgoglio alla sua volontà di non fare un "governicchio", ma un governo che proseguirà con continuità il lavoro di legislatura intrapreso dall'ex Presidente Viérin. Vi è una contraddizione palese fra questa annunciata "continuità" e il fatto che il partner più importante della vecchia maggioranza passi all'opposizione. Non do giudizi particolari a questo proposito, ma rilevo una significativa contraddittorietà politica. Ci troviamo dunque di fronte a una maggioranza diversamente perimetrata, che esprime sostanzialmente un monocolore. "L'Union Valdôtaine" avrà il Presidente della Regione, sei Assessori, il Presidente del Consiglio. Se i DS non incidevano prima, a nostro giudizio, con la maggioranza passata, credo che non sapremo della loro esistenza nei prossimi sei mesi. Evidentemente gli amici della "Gauche Valdôtaine" hanno preferito garantire la continuità in questa fase politica, la fine della legislatura, con una scelta che a noi sembra di un "partito stampella" a favore "dell'Union Valdôtaine". Mi sembra che questa scelta risolva molti problemi "all'Union Valdôtaine", ne risolve meno all'interno delle forze di Centro-Sinistra, anche perché, ripeto, mai si era vista nella nostra regione una Giunta così caratterizzata da una forza politica, che la monopolizza: mi sembra un dato politico da sottolineare!
La seconda osservazione la voglio fare sul programma. Oggi ci saremmo aspettati da lei qualcosa: lei ci ha presentato una scatola vuota, indicando come priorità quella di garantire il funzionamento del Consiglio, della Giunta, delle istituzioni, e mi sembra una buona cosa. Non ci ha detto però cosa vuole fare! Si è limitato ad elencare quattro temi - dico quattro, non cinque, non è un modo di dire - sui quali ha accennato un impegno del suo Governo, senza dire, in alcun modo, su quelle quattro cose: legge n. 45, referendum, casa da gioco, problemi al tunnel del Monte Bianco, quale fosse la posizione della nuova maggioranza! Lei capisce che su questi temi importanti e su due in particolare, quello del referendum e quello legato al traffico del tunnel del Monte Bianco, che sono i cavalli di battaglia negli ultimi due o tre anni del nostro gruppo, avremmo preferito capire se il suo Governo intende muoversi nella continuità, se intende assumere ulteriori iniziative, se ha proposte da fare; benché lei abbia parlato con orgoglio della Giunta che intenderà governare, che durerà sei mesi, di un governo di fine legislatura, dobbiamo porci tutti un problema di legittimazione politica!
Al di là delle intenzioni del Presidente, credo che questo governo sia inevitabilmente più debole di quello che lo ha preceduto, che doveva durare tutta la legislatura: è "un governo a termine" e credo che questo termine debba essere il più corto possibile. Presidente, chiediamo quindi - anche perché è nei suoi poteri - che le elezioni ordinarie vengano fatte nella prima data possibile. Non è indifferente, c'è un lasso di tempo di un mese e mezzo o forse due; quindi non è indifferente che queste elezioni si facciano il più presto possibile o il più tardi possibile. Penso che in tale situazione sarebbe corretto, onesto e trasparente nei confronti dell'opinione pubblica andare alle elezioni il più presto possibile: questo non vuol dire, da parte nostra - come qualcuno ha equivocato - chiedere elezioni anticipate! Vorrei cercare di fare un po' di chiarezza perché, nel momento in cui si fanno delle proposte, bisognerebbe anche conoscere le norme, per evitare di dire "castronerie" che, in queste settimane, abbiamo sentito da tante forze politiche! Abbiamo sentito forze politiche che chiedevano lo scioglimento attraverso le dimissioni di tutti i Consiglieri, sarebbero così subentrati i 35 primi esclusi ed il Consiglio avrebbe continuato ad operare; faccio un esempio, ma ne ho sentiti altri!
Per capire, le elezioni anticipate, per nostro Statuto - forse per carenza del nostro Statuto - sono previste in caso di impossibilità di ricostituire l'Esecutivo entro sessanta giorni. Avremmo dovuto quindi lasciare la Regione senza governo per sessanta giorni, farci commissariare da Roma, farci indire delle elezioni che sarebbero verosimilmente coincise con quelle ordinarie. Una sola proposta ragionevole quale quella che noi proponiamo ha quindi senso, vale a dire anticipare il più possibile le elezioni nella forma ordinaria, evitando commissariamenti, consentendo così che la legislatura abbia il suo termine naturale. Su questo, Presidente, le annunciamo che la incalzeremo, perché riteniamo opportuno che il popolo valdostano, anche a seguito degli avvenimenti che hanno portato la crisi di governo, abbia il diritto di tornare al voto e di scegliere i propri rappresentanti.
Questo percorso sarebbe agevolato se lei si volesse dotare di una Giunta tecnica, di una Giunta che facesse il lavoro di normale amministrazione e che portasse il Consiglio ad uno scioglimento naturale il più presto possibile. Certo, dopo le dichiarazioni che sono state fatte, dopo le anticipazioni che sono state presentate dalla stampa, non ci illudiamo che questo avvenga, anche perché abbiamo già letto sui giornali i nomi dei Presidenti e degli Assessori. Con questo, Presidente, voglio smentire una dichiarazione nobile che lei ha fatto stamattina, smentita dai fatti, cioè che la Giunta avesse una soluzione nella sua sede naturale; purtroppo, ancora una volta, il Consiglio è oggi a ratificare delle decisioni prese ieri o l'altro ieri, fuori dagli ambiti istituzionali. Posso anche dire che non mi scandalizza, per certi versi, però mi sembra inopportuno, Presidente come lei ha fatto - richiamare l'importanza di quest'aula e dire che questa crisi aveva la soluzione nella sua sede propria: non è così! Oggi, noi siamo qui a dibattere, come è giusto, però siamo anche qui a prendere nota di decisioni prese ieri e pubblicate stamattina su tutti i giornali!
Finisco, Presidente, augurandole buon lavoro. Credo che lei abbia bisogno di questo augurio, glielo dico con stima personale e, se possibile, con affetto. Una giunta in queste condizioni, un governo dalla vita così breve, rischia di avere molte difficoltà. Lei può rischiare in questi mesi di essere una sorta di S. Sebastiano colpito dalle frecce, sarà colpito possibilmente - ci proveremo - da qualche freccia nostra o magari da qualche freccia più velenosa proveniente dai banchi della maggioranza. Auspichiamo che lei riesca a lavorare, anche perché su alcuni di quei temi che lei ha indicato ci aspettiamo delle posizioni forti da parte del Governo regionale. La nostra sarà quindi, come in passato, un'opposizione attenta, un'opposizione consapevole sulle questioni istituzionali, disponibile al dialogo, un'opposizione rispettosa ma intransigente, se necessario dura sulle questioni di merito. Per noi, tanto per essere chiari, vecchia maggioranza o nuova maggioranza, non cambia nulla!
Presidente La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI) Esprimo innanzitutto un disagio nel dibattito, per quelli che sono i limiti fisici della sede che ospita il dibattito. Limiti fisici non perché ci sia la tribuna piena, come nelle grandi occasioni, e come di solito non accade, ma il disagio per la convinzione che molti colleghi, che sono intervenuti stamani, probabilmente avrebbero tenuto un registro diverso se il dibattito fosse stato fatto in una sede diversa, ovvero in una sede più pubblica o che consentisse quanto meno una divulgazione più pubblica di certi ragionamenti. Sarebbe d'altronde difficile andare in piazza, collega La Torre, e sostenere il discorso fatto stamani di una legittimazione di tipo lobbistico, in senso deteriore del termine, per postulare un dubbio sostanziale a queste vicende, che vedono coinvolte l'Amministrazione regionale e le forze politiche che rappresentano l'Amministrazione regionale e, fra le forze politiche, proprio la "Stella Alpina".
Parlare di "vittimismo del sistema" in riferimento alle vicende giudiziarie di questi giorni ci sembra quanto meno azzardato, e probabilmente una diretta televisiva, che in questa regione non si nega a nessuno, ogni anno ad ottobre siamo abituati ad avere la diretta dall'arena su un combattimento tipico, forse questo tipo di dibattito - poco combattuto - avrebbe meritato una maggiore divulgazione esterna rispetto a verbali che rimarranno ripiegati su sé stessi e che verranno letti dai pochi.
La sintesi giornalistica ovviamente per motivi di spazio, non riesce sempre a portar fuori i pensieri e i ragionamenti che vengono sviluppati in quest'aula. Stamani sono rimasto sorpreso per alcune affermazioni, fatte anche dal collega Cottino, sul fatto che non si potessero fare elezioni anticipate perché non c'era il governo e, tutto sommato, questo potrebbe essere forse uno dei motivi per andare ad elezioni anticipate.
Non voglio soffermarmi, colleghi, sul dibattito di questa mattina perché, rispetto a questa mattina, la novità è il nuovo Presidente della Regione eletto, il Presidente Louvin. È difficile iniziare a fare un discorso politico partendo dal Presidente Louvin, che si è presentato a mani nude, senza un programma, e questo forse può essere comprensibile per la fretta e per il "fine legislatura"; quello che invece non è comprensibile, dal nostro punto di vista - politico, ovviamente - è il fatto di non aver avuto il "bon ton" politico di comunicare ufficialmente quello che oggi abbiamo letto sui giornali, vale a dire di quale squadra si accompagnerà il nuovo Presidente della Regione. Dovendo iniziare a dare una valutazione politica, vorrei ancor prima dare una valutazione personale, che è forse l'unica valutazione che mi sento di poter dare per il fatto che il Presidente Louvin è la miglior scelta che poteva essere fatta da questa maggioranza, la miglior scelta per quella che è l'indiscussa etica e morale del collega Louvin, che ho avuto modo di conoscere fin dai tempi del liceo, per la sua cultura, che penso sia al di sopra di ogni discussione. Condivido meno la sua valenza ideologica, per il fatto che è antitetica rispetto al sentire che ha "Forza Italia" su determinate problematiche.
Detto questo, e messi da parte quelli che non sono complimenti, ma il riconoscimento di doti personali, non possiamo non esprimere preoccupazione per quella che sarà la continuità politica, che il Presidente incaricato Louvin ha dichiarato nel suo discorso di insediamento. Una continuità che ci preoccupa, anche se ci fa ben sperare che il Presidente Louvin, in quanto uomo di legge, quanto meno si attenga alle procedure del diritto, anche se, per onor di cronaca, dobbiamo dire che non sempre questo è servito. Illustri predecessori, uomini di diritto, hanno dimostrato di disconoscere le regole di una buona e soprattutto di una corretta e trasparente amministrazione. "Scuola di vita", diceva oggi il Presidente Louvin. Mi consenta, Presidente, di individuare in questa "scuola di vita" - che lei ha individuato "nell'Union Valdôtaine" - dei cattivi maestri: sono quei predecessori che, dal suo posto, hanno dimostrato di non sapere essere esempi di regole da seguire e di corretta, buona e trasparente amministrazione.
Penso che sul dibattito di stamani debba essere ancora fatta una riflessione politica, perché non concordo con quanti dicono - il Presidente Louvin fra questi - che il gesto delle dimissioni del suo predecessore, come gesto dovuto, ha evitato che la Giunta precedente fosse dimessa dalla stessa Magistratura, nonostante questo sia stato dichiarato dall'ex Presidente Viérin; perché, al di là di quelli che possono essere - e in politica contano - gli scatti di orgoglio personale, penso non possa sfuggire a nessuno che anche questa Giunta è stata dimessa dalla Magistratura. Il fatto che il Presidente in carica non sia stato oggetto di un provvedimento che gli inibisse la gestione politica, non vuol dire - al di là di quello che può essere lo scatto di orgoglio personale - che questa Giunta non sia stata fermata dalle vicende giudiziarie! Perché diciamo questo? Perché vorremmo che nei prossimi mesi si iniziassero a chiamare le cose con il loro nome, altrimenti diventa difficile capire quale sia la continuità a cui faceva riferimento il Presidente Louvin!
Rispetto al programma di legislatura di questa maggioranza che prosegue, una maggioranza che in certi periodi ha ospitato allargamenti maggiori e in altri più ristretti - come fanno gli autobus - e dalla quale, oggi come oggi, la "Stella Alpina" esce, dobbiamo dire che il conducente vi ha detto che sono al capolinea. Dobbiamo dire che, tutto sommato, l'autobus lo ha sempre guidato in maniera ben salda quel conducente, che non era il Presidente della Regione, ma il Presidente della Regione con la sua squadra politica, la quale aveva una certa connotazione! Perciò, se concordiamo sul fatto che questo Presidente che si è dimissionato poc'anzi è stato un Presidente pragmatico, che ha avuto la capacità - forse per la larga maggioranza o forse per qualità personali - di chiudere un programma di legislatura prima del termine della legislatura - e questo in politica e nell'Amministrazione è difficile, perché capita piuttosto di vedere programmi che non riescono a realizzarsi -, nonostante il fatto che il programma di questa legislatura, dicevo, sia chiuso da ormai più di sei mesi con "l'operazione ENEL", riteniamo fallimentare, da un punto di vista politico, dei valori della politica, il bilancio di questa Giunta e di questa maggioranza, e cercherò di sintetizzarlo.
Questa maggioranza e la Giunta che ne era espressione ha fallito sui due punti più importanti del proprio programma.
Il primo punto penso sia negli eventi di questi giorni, perché al di là di quella che può essere l'anticipazione di giudizi - che non spetta a noi scrivere - crediamo che chi riveste un ruolo di gestione della cosa pubblica, debba essere al di sopra di ogni sospetto. Di conseguenza, il fatto di trovarsi in una situazione di sospetto, come l'ex Presidente Viérin ha scritto nella sua lettera, lo induce comunque a gettare la spugna. L'aspetto della trasparenza dell'etica politica, che è un aspetto importante se si vogliono dare dei segnali, questa Giunta e questa maggioranza l'ha fallito!
Ha fallito un altro aspetto, più politico, ma altrettanto importante, in una regione che dell'autonomia ne ha sempre fatto vessillo e bandiera. Nella legislatura dove paradossalmente il partito più regionalista - così si definisce "l'Union Valdôtaine" - ha avuto il massimo del consenso, quasi la maggioranza assoluta, 17 consiglieri su 35, nella legislatura nella quale c'è un'ampia convergenza di forze che si definiscono autonomiste, e mi riferisco all'ectoplasma della "Stella Alpina" con le sue difficoltà di percorso di aggregazione, ma che comunque si definisce "forza regionalista" e che teorizza un governo di forze regionaliste, non siete stati in grado di portare alla discussione di quest'aula, nonostante l'istituzione della Commissione speciale, una proposta di riforma dello Statuto! Questo è grave, perché denota una carenza di tensione politica. Questo denota che se il programma di legislatura lo avete chiuso per tempo, lo avete chiuso non voglio dire "to business to business", ma sicuramente avete dimenticato certi principi che avevate il dovere, per i numeri che potevate rappresentare, di portare al confronto politico di quest'aula! Nel momento in cui viene a mancare la tensione politica, viene a mancare la tensione ideale di quei principi, capita spesso che l'Amministrazione diventi "gestione del potere", capita poi anche che sul potere si innestino delle devianti che portano a queste conclusioni!
Quanto alla continuità, la continuità di questi sei mesi, Presidente Louvin, non sappiamo se possa andare al di là di quella che sarà l'ordinaria amministrazione. Diciamo soltanto che la continuità non è più sufficiente per governare la Regione Valle d'Aosta, perché la Regione Valle d'Aosta si trova in un contesto che sta cambiando velocemente a livello di strutturazione istituzionale; ci riferiamo alla devoluzione, al federalismo, ad una serie di situazioni che metteranno in gioco questa regione con altre regioni e, alla fine, tutte le regioni saranno, a modo loro, un po' speciali, e la devoluzione comporterà anche delle responsabilità maggiori di tipo finanziario.
Qual è allora il bilancio della continuità a cui faceva riferimento il Presidente Louvin? Nove anni di "Giunta Viérin" hanno portato a spendere risorse che noi stimiamo a spanne, ma sicuramente per difetto, oltre 25.000 miliardi di lire. Qual è lo sviluppo che rimane in questa regione? Qual è lo sviluppo autosufficiente che rimane in questa regione? Se oggi dovessimo capire quali sono i settori autosufficienti di questa regione, avremmo delle grossissime difficoltà a capirlo! Non lo è il settore privato per eccellenza, l'industria, perché sappiamo che le aziende che vengono in questa regione vengono nude, vengono senza capitali, vengono senza "know how", riescono a insediarsi in immobili che vengono messi a disposizione dell'Amministrazione regionale, vengono finanziate per la formazione dei dipendenti, vengono finanziate per l'allestimento dei propri siti industriali, nei quali peraltro sono in locazione, utilizzano di ulteriori sconti sui canoni di affitti e, mediamente dopo cinque anni, chiudono i battenti mettendo i dipendenti in cassa integrazione. Basti pensare a "Conner", caso di fine scorsa legislatura, "Akerlund", caso recentissimo, ed in mezzo un insieme di sigle che, spesso, con il passare degli anni risultano essere sigle, ma in realtà sono state aspettative di occupazione, scommesse dove sono stati investiti dei denari pubblici, che alla fine non hanno creato né occupazione né economia.
Sul ruolo che gioca questa regione e sul quale noi auspichiamo che non ci sia continuità, penso che tutto si riassuma in quella proporzione che è stata scritta in prima pagina da "Il Corriere della Sera": uno a quarantotto. Non è un punteggio di un match, ma è l'evidenza di una regione dove c'è un dipendente pubblico ogni quarantotto cittadini. È anche l'evidenza di quella regione che specula sul diritto al lavoro e specula con un ricatto politico, che noi auspichiamo che prima o poi possa essere accantonato per fare delle scelte politiche.
Riteniamo, colleghi consiglieri di maggioranza, soprattutto immorale - e auspichiamo che il Presidente Louvin possa dare un segnale su questo aspetto - quanto accade nei forestali; riteniamo vergognoso che un'amministrazione pubblica possa tenere sulla corda 7-800 persone ogni sei mesi con dei contratti a termine, con il dubbio legittimo che in ognuno di costoro alberga: se nei sei mesi successivi saranno riassunti!
Tutto questo porta la gestione dell'Amministrazione spesso a rapportarsi con meccanismi che io definisco - chiamandoli con il loro nome - di "tipo clientelare". Mi auguro che il Presidente Louvin, Presidente di fine legislatura, ma soprattutto Presidente di fine carriera in senso tecnico - in quanto, se il suo movimento non cambierà le regole del gioco, non avrà l'esigenza di ricandidarsi poiché gli sarà precluso - riesca a gestire gli interessi della pubblica amministrazione, evitando quelle compromissioni che la gestione del potere determina molto spesso. Questa può essere la carta sulla quale il Presidente Louvin può spendere un periodo breve, ma un periodo che sta in media con i governi dei primi quarant'anni della Repubblica italiana. La durata dei governi della Repubblica italiana andava fra i sei mesi e l'anno scarso, ed è un periodo che potrebbe essere speso con interesse.
Non vediamo delle novità rispetto a quella che è stata l'impostazione della maggioranza fino ad oggi espressa da questo Consiglio, non le vediamo anche perché non ci sono state neppure raccontate, pertanto non sappiamo e ci preoccupiamo di questa continuità su un'eredità politica, che è riassumibile nel concetto dell'egemonia che "l'Union Valdôtaine" ha avuto sulla scena politica di questa regione negli ultimi 25-30 anni. Riteniamo che questa egemonia - evidente per quella che è la gestione dell'Amministrazione e del potere che può derivare da questa gestione - sia il frutto di una spesa fatta rispetto a ciò che i padri nobili hanno dato a questa regione, perché nei padri nobili mi piace ricordare persone come Bondaz Vittorino, come Cesare Bionaz, come Amato Berthet, o come il Senatore Page: stranamente, nessuno di questi aveva l'esigenza di sentirsi "Unionista" per dichiararsi "Valdostano".
Penso che nessuno di voi possa contestare ciò che hanno fatto queste persone per la Valle d'Aosta, ciò che queste persone hanno portato alla Valle d'Aosta! Di più, il Senatore Page è stato uno dei fondatori "dell'Union Valdôtaine", ma forse ha capito che per far volare la Valle d'Aosta, al di fuori degli angusti confini delle montagne, bisognava guardare più lontano, guardare più in alto!
Penso che l'egemonia "dell'Union Valdôtaine" di questi trent'anni abbia messo ormai ad esaurimento tutto ciò che queste persone hanno dato e concretizzato e portato a questa regione. Allora io, forse con una provocazione, ma sicuramente con la coerenza di chiamare per nome le cose come devono essere chiamate e come spesso non accade in politica, auspico che le forze sane, presenti anche "nell'Union", riescano, con un colpo di reni, a ritirare fuori l'orgoglio di governare una regione e a fare pulizia in casa propria, affinché non si ripeta più l'ignominia di candidare al Senato della Repubblica una persona che forse, non essendo adatta a governare questa regione, in quanto decaduta per ben due volte da questo Consiglio, qualcuno ha pensato di poterla esiliare nel Parlamento della Repubblica, sul presupposto che forse la Repubblica è cosa poco importante.
Presidente Louvin, se la sua Giunta, in questi sei mesi, dove forse non ci sono grossi interventi di completamento del programma, ma ci sono grosse esigenze di recuperare una tensione e un valore morale, se la sua Giunta riuscirà in questa impresa, bisognerà dare atto che lei ha fatto un servizio a questa regione, indipendentemente dalla colorazione politica che la sua Giunta esprime. Se i fatti e il prosieguo delle vicende che hanno condizionato questo passaggio istituzionale continueranno sulla traccia che da quindici-vent'anni a questa parte ha caratterizzato la vita pubblica, Presidente Louvin, lei avrà perso una scommessa, ma avrà anche chiuso in maniera non soddisfacente quella che è stata una sua brillante carriera politica!
Président La parole au Conseiller Aloisi.
Aloisi (GM1) Sarò brevissimo, anche perché parte dell'intervento l'ho fatto in mattinata. Quello che ci veniva chiesto era - io credo - una soluzione di buon senso ed era anche l'assunzione di una responsabilità rispetto alla comunità. Questi erano i due quesiti a cui, come forze politiche, dovevamo dare una risposta e questa risposta è stata data. Con molta onestà ritengo che questa sia una Giunta di fine legislatura, quindi non un qualcosa da prendere sotto gamba o da svilire, ma che ha un compito ben preciso di portare a compimento quegli aspetti programmatici che ancora erano rimasti in essere: la legge n. 54, il referendum, eccetera; non un programma faraonico quindi, ma quello che, con molta onestà, può essere concretizzato da qui alle elezioni.
La legittimazione di questa Giunta è data dalla convergenza del quadro politico e delle forze politiche che oggi si trovano, nostro malgrado, ad avere un componente in meno: quello della "Stella Alpina". In questo tipo di ragionamento io, come riformista, ho fatto la stessa valutazione di quando sono entrato in questo Consiglio e ho dichiarato che avrei appoggiato la maggioranza in modo del tutto leale, senza rivendicare niente allora, come non ho rivendicato niente adesso, anzi avevo espresso al Presidente una mia indisponibilità ad assumere incarichi esecutivi, anche perché non avevo appetiti, né tanto meno ho ipotizzato che con un ragionamento di quel tipo avrei risolto i problemi. Sono qui per fare politica, per come mi riesce, e quando mi riesce. Non do sensazioni diverse da quelli che sono i miei modi di essere e di pensare! Come, del resto, avevo detto chiaramente che le elezioni anticipate erano un capitolo da evitare, perché in questo consesso c'erano i numeri per andare avanti. Ricordo che qui votiamo con un sistema proporzionale e quindi non abbiamo per fortuna l'elezione diretta del Presidente della Regione. Sotto questo aspetto non credo che le liturgie siano cambiate rispetto ad altre composizioni di maggioranza e rispetto ad altri esecutivi che hanno visto in passato la formazione delle maggioranze.
Credo che al Presidente Louvin spetti un compito molto arduo, difficile, delicato, e richiamerò una parte del suo intervento: non quello dedicato agli aspetti economici, né quello dedicato agli aspetti politici, ma quello che lui ha definito: "il rispetto dei poteri". Quest'aula ha rispetto dei poteri, degli altri poteri, e giustamente dobbiamo fare in modo tale che gli altri poteri abbiano rispetto di quest'aula. Questa sarebbe una delle più grosse realizzazioni che potremmo riuscire a concretizzare da qui alla fine di questa legislatura. Come ho espresso voto favorevole nei confronti del Presidente Louvin, così esprimerò voto favorevole per gli Assessori che lo stesso ci proporrà.
Presidente La parola al Consigliere Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE) Anch'io voglio esprimere apprezzamento per il lavoro condotto dal Presidente Louvin, lavoro difficile, faticoso, paziente - anche nei nostri riguardi - per risolvere la crisi apertasi con le dimissioni del Presidente della Regione.
Grazie a questo lavoro, condotto con i tempi di una politica responsabile, tempi utili ma brevi, possiamo oggi dare soluzione alla crisi e garantire alla nostra comunità il pieno funzionamento delle istituzioni, cosa non indifferente se facciamo "mente locale" al numero importante di questioni che devono essere affrontate in breve tempo, addirittura in questa fine di anno. È vero che abbiamo lavorato insieme per un'altra soluzione più forte, che vedesse impegnate tutte le forze di maggioranza; questa ipotesi non si è realizzata. Comunque una nuova strada può garantire l'obiettivo primario del funzionamento istituzionale e noi intendiamo percorrerla. Su questa strada si differenziano le nostre posizioni da quelle della "Stella Alpina". Non è solo un confronto di teorie sulla continuità o il rinnovamento, anche se le soluzioni si individuano attraverso queste definizioni, che però rischiano di essere soltanto degli slogan.
Se siamo d'accordo su: garantire il funzionamento istituzionale, valorizzare il lavoro fatto, concludere ciò che è in corso di concretizzazione, questo non può essere disgiunto dalle responsabilità di farlo correggendo anche le distorsioni che, nel lavoro, si sono prodotte. Lasciare ad altri questo compito, velando il tutto dietro quello che a me pare uno slogan - non vorrei aprire eccessiva polemica - dietro lo "slogan del rinnovamento", mi pare uno sfuggire alle responsabilità! Come ho detto, abbiamo lavorato sinceramente per la ricomposizione della maggioranza nella sua interezza; la soluzione aveva sicuramente una valenza più forte, lo ripeto; non mi pare che qualcuno abbia voluto cacciare la "Stella Alpina". Il problema è che non potevamo accettare soluzioni ambigue sull'assunzione di responsabilità, almeno così noi l'abbiamo vissuta.
Anche per noi DS non è stata una scelta sempre facile da far capire. Molti, fuori di qua, ci hanno invitato ad uscire da questa maggioranza con motivazioni qualche volta molto vicine a quelle sollevate dal gruppo "dell'Ulivo", o con l'accusa di essere satellite "dell'Union Valdôtaine". Da voi del gruppo "dell'Ulivo" ci separano logiche abbastanza lontane fra di loro; non ci sfugge che è più facile - e che, in qualche modo, emana più fascino - criticare che risolvere i problemi! Noi preferiamo misurarci con le cose concrete: in questo modo siamo meno visibili sicuramente, però evitiamo di fare quello che a me pare un "reclamismo" esasperatamente ripetitivo e improduttivo, che finisce per essere negativo anche culturalmente, perché smantella il senso di responsabilità anche nelle coscienze dei cittadini.
Un esempio in una materia che vi trova sensibili. Penso che le nostre posizioni abbiano pesato sicuramente in materia ambientale, ad esempio le importanti risoluzioni prese dal Consiglio sul problema del trasporto su gomma, la questione dei TIR, eccetera, risentono del nostro lavoro più che del vostro; a me pare di leggere la vicenda vedendo un vostro allineamento successivo alle nostre posizioni. Lo portavo comunque così, come esempio; ve ne sarebbero tanti, non mi interessa però andare oltre perché la polemica non permette molto i ragionamenti!
Prendo atto che a sinistra ci sono due atteggiamenti per ora non integrabili. Ci dite che le decisioni sono state prese fuori di qua: mi pare che il confronto sia aperto qui dentro, ma per ora non ci sono stati forniti elementi tali da farci cambiare idea, questo è il problema vero! E mi pare che gli elementi che voi avete portato, le posizioni che sono state qui espresse, non siano state tanto pensate qui dentro, ma piuttosto altrove e portate qui dentro!
Président La parole au Conseiller Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Le Président Louvin ce matin a exposé le parcours, qui nous a amenés à donner une solution à cette crise politique, il a défini la majorité et son élection a permis la continuation de ce processus qui assurera un plein fonctionnement de nos institutions; l'élection tout à l'heure du Gouvernement parachèvera ce parcours. Je voudrais, à ce propos, faire quelques considérations.
Tout d'abord, il est important de souligner la rapidité avec laquelle une réponse attendue par toute notre communauté a été donnée. Le Président Louvin disait: "cinq jours seulement se sont écoulés". Je veux aussi le réaffirmer, parce que c'est un signal que non pas une force politique, mais cette classe politique, ce Conseil de la Vallée, a donné et donne à la communauté valdôtaine! Et ce, avec le sens des responsabilités et avec la volonté de répondre aux exigences et aux attentes profondes de cette même communauté. Le Président Louvin a dit qu'il avait écouté, recherché l'unité la plus large possible: là également c'est un fait que nous nous devons de souligner. Il a été fait tout le possible pour que cette unité soit encore la plus large possible. Et ce, tout en tenant compte de deux éléments: le premier, pour qu'une majorité soit telle, il faut qu'il y ait un partage total de toutes les responsabilités, chose qui ne s'est pas avérée possible, compte tenu des évaluations différentes qui ont été exprimées. Cette demande d'un partage total des responsabilités était nécessaire et indispensable, parce que ces derniers temps nous avons assisté à un effritement de la majorité. Les exemples sont connus, je veux en rappeler quelques-uns.
Lors de la discussion du budget, la lettre, ensuite rectifiée de M. Lener, a provoqué l'absence d'une composante fondamentale de la majorité, qui, tout en ayant participé à la rédaction du budget, approuvé avec son représentant ce même budget, n'a plus fait confiance au Gouvernement, un Gouvernement qui engageait sa responsabilité dans la présentation du budget. De plus - mais cela a été ensuite partagé par toute l'Assemblée - sans considérer la signification politique de cette absence, il est clair qu'il s'agissait, comme il s'est agi, d'un acte grave d'interférence, vis-à-vis d'une assemblée élective.
Or encore, la nomination de la Commission d'enquête. Sincèrement, je l'ai déjà exprimé, je veux le réaffirmer aujourd'hui, je partage le jugement qui a été exprimé - si nous voulons être diplomates - d'une image lamentable de cette Assemblée. Une Assemblée, une majorité surtout qui, tout en partageant l'institution de la commission, ainsi que sa mission et n'ayant donc pas de doute à cet égard, pour ce qui est de sa composition a dû néanmoins attendre longtemps pour qu'un accouchement difficile se produise. Enfin, même du point de vue de la cohésion, et de la solidarité politique, je veux me référer au document de majorité qui a été approuvé le 10 décembre, il y aurait beaucoup de choses à dire!
Voilà la raison pour laquelle il était nécessaire de reconfirmer une confiance politique, pour que l'on puisse, dans cette partie finale de la législature, poursuivre les engagements qui avaient été pris. Il était nécessaire que cette volonté se traduise par un partage total des responsabilités; sans ce partage peut-être nous serions-nous trouvés dans la même situation qu'avant, à savoir un effritement progressif de la majorité, ce qui est exactement le contraire des conditions que nous avons toujours estimé nécessaires pour pouvoir gouverner. D'ailleurs les raisons, toutes politiques, je les ai exprimées dans la lettre que j'ai présentée au Président du Conseil, portant ma démission. Voilà pourquoi il est important de souligner, là encore, ce que le Président Louvin a dit en définissant la majorité actuelle. En effet il faut délimiter la majorité; on ne peut pas rester dans une situation floue! Il y a une majorité, cette majorité prendra toutes ses responsabilités! Cette majorité par ailleurs veut tenir les engagements pris en début de législature et ensuite reconfirmés; elle veut le faire, même si la période de six mois, c'est vrai, débouche sur les élections; mais nous savons pertinemment que le temps utile est de quatre mois, et donc dans ces quatre mois il est nécessaire de maintenir et reconfirmer la volonté de gouverner ce pays et de le faire dans le plein exercice de nos pouvoirs et de nos compétences. Le Président Louvin le disait: une majorité plus ordonnée, moins chamailleuse.
On ne peut pas revenir en arrière, on ne peut pas, dans les quatre mois qui nous attendent, imaginer de devoir se prêter encore à des tractations défatigantes: neuf heures pour nommer une commission! Imaginez-vous sur d'autres thèmes, beaucoup plus importants! Voilà le sens d'une requête, voilà le sens d'une volonté d'un plein partage de la part de toutes les forces politiques, donc sans qu'il y ait de différences, mais avec une co-responsabilité et une co-responsabilisation.
Je voudrais enfin faire encore quelques considérations sur trois thèmes, qui ont été évoqués tout au long du débat. Je ne parlerai pas des visions catastrophiques. Nous avons peut-être des lunettes différentes, mais c'est l'essence de la politique. Certains ont évoqué un air de régime, on a beaucoup parlé de crédibilité et beaucoup insisté sur des actes qui sont dus. Le régime: il faudrait pouvoir toujours comparer différentes situations pour démontrer l'existence d'un certain régime. Il est vrai, nous ne disposons pas de grands moyens médiatiques, nous n'avons pas de chaînes de télévision, nous ne sommes pas propriétaires de journaux…
(interruzioni dei Consiglieri di "Forza Italia", fuori microfono)
… En tout cas, je veux citer un exemple, pour vous dire que, si effectivement nous étions dans une logique de régime, ce régime ne serait tel quant à l'information. Nous avons - et c'est un choix qui a été partagé - signé une convention avec l'ANSA, pour que l'on puisse compter sur la collaboration de quelqu'un qui ne peut être accusé d'esprit partisan. Voyez donc, l'ANSA a donné des nouvelles dans son autonomie, qui - si nous nous étions placés dans cette logique - n'auraient certainement pas pu être divulguées. Je ne sais pas si vous vous rappelez les difficultés que la maison de jeu de Saint-Vincent a eu, ou a dû subir, quant à un certain M.G. Et ce suite à une nouvelle qui avait été diffusée par l'ANSA. Mais je dirais plus: l'appréciation qui a été exprimée sur les cinq derniers Présidents de cette Région est la conséquence d'une nouvelle diffusée par l'ANSA du Val d'Aoste. Avant de parler de régime, il faudrait donc prendre en compte tous les éléments et toutes les conditions.
Quant à la crédibilité, je me réjouis des affirmations des collègues. Il y a d'ardents défenseurs d'une culture de la légalité; dommage que cette culture de la légalité soit appliquée uniquement au Val d'Aoste et pour des faits qui doivent encore être démontrés; mais, je ne veux pas parler de ces aspects: ici, nous sommes une assemblée politique. Les exemples: on nous a sollicité de donner le "bon exemple". Mais, nous, nous ne pouvons pas approuver des lois "Cirami"; nous, nous ne pouvons pas approuver, des "condoni"; là en effet la culture de la légalité est très forte, dans le sens que tous ceux qui ont respecté et qui ont - je prends seulement un petit exemple - payé des impôts, se trouvent maintenant un peu dupes et disent: "mais pourquoi nous l'avons fait, vu qu'il suffisait de ne pas respecter cette légalité!".
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
… qui s'excuse, s'accuse. Je n'ai pas fait référence à vous, M. Frassy, j'ai parlé en général d'une culture de la légalité et donc les exemples sont valables pour tous ceux qui ont promu ces actions, qui certainement ne vont pas dans cette direction. Alors quelle crédibilité? Et ce, sans aborder le thème du conflit d'intérêts, toujours du point de vue d'une culture de la légalité. Quant aux actes dus, c'est bien. Il faudrait seulement avoir la même cohérence et la même opinion toujours. Si au Val d'Aoste pour des comparements qui n'ont rien à voir avec les actions illicites, mais qui ont une autre nature omission de dénonciation, omission d'actes d'office, entrave à la justice - le principe de la démission doit être appliqué -, nous nous serions attendus à d'autres démissions encore, si cette logique des actes dus doit être appliquée non seulement dans notre région, mais aussi au sein de la République italienne! Par contre, nous avons constaté que ailleurs cela n'a pas été considéré comme acte dû, au contraire! Il est vrai, il y aura le jugement des électeurs, c'est la règle de la démocratie. Des électeurs se sont par contre déjà exprimés tout récemment. Au mois de novembre il y a eu une élection municipale à Courmayeur. Ce ne sont pas des élections qui ont eu lieu en 1998; elles ont eu lieu tout récemment. A ce propos une volonté s'est clairement exprimée et a donné certains résultats. Comme nous avons affronté ce rendez-vous électoral de Courmayeur, nous le ferons également pour le rendez-vous du printemps prochain. Nous le ferons en toute sérénité, en toute confiance, en continuant sous la conduite du Président Louvin à vouloir toujours et encore gouverner ce pays.
Président S'il n'y a pas d'autres conseillers qui demandent la parole, je ferme la discussion générale.
La parole au Président de la Région, Louvin.
Louvin (UV) Merci M. le Président et merci à tous les collègues qui ont participé à ce débat; un débat par ailleurs extrêmement feutré dans les tons; je tiens à remercier les collègues pour leur courtoisie personnelle, pour les marques de considération que j'ai reçues de tous les côtés et auxquelles je suis personnellement sensible, comme tout un chacun. Des marques de considération qui ne me font pas cependant oublier le devoir de donner, ici, quelques réponses, qui s'ajouteront aux réflexions déjà amorcées et énoncées par les collègues Aloisi, Fiou et Viérin.
Je dois en premier chef me réjouir de la précision et de la clarté par laquelle finalement une nouvelle géométrie a été reconnue au sein de cette Assemblée. Cela me soulage parce que j'aime personnellement comme nous tous la clarté: nous sommes persuadés qu'elle nous permettra de vivre les uns et les autres, sans percevoir l'inquiétude de failles et de fissures qui, comme vient de le rappeler le Conseiller Viérin, avaient sensiblement inquiété la majorité précédente, et par rapport auxquelles nous avions tous considéré indispensable faire un effort de renforcement de la majorité. Nous aurions souhaité, je le répète, le faire ensemble et avec une plus large géométrie, mais cela n'a pas été possible. Vous en avez et nous en avons tiré de part et d'autre les conséquences. Nous, c'est nous en ce moment, vous, c'est vous, et ceci nous permet de dialoguer, peut-être de nous écouter et nous comprendre un peu mieux; nous dépasserons les problèmes de phonie et de bonne compréhension.
Toujours est-il qu'aujourd'hui et dans les mois qui nous restent à parcourir ensemble, nous aurons une nouvelle disposition au sein de cette Assemblée, et ayant convenu sans ambiguïté qu'elle se doit d'être appliquée loyalement d'ici la fin de la législature, elle sera - j'en suis certain - la raison pour laquelle nous établirons à tout niveau cette répartition due au partage des charges et des fonctions au sein de l'Exécutif, au sein du Bureau de l'Assemblée, au sein des commissions de l'Assemblée, pour que nous puissions vivre en pleine tranquillité et dans le respect des rôles réciproques dans les mois à venir.
Vous me permettrez par ailleurs, Conseiller La Torre, de m'avouer un peu inquiet au sujet de vos considérations sur deux points essentiels. Le premier tient au fait, et cela est énoncé de façon surprenante dans le communiqué que vous venez de distribuer - vous avez beaucoup communiqué dans ces derniers jours, il y a eu un foisonnement de communiqués de presse - de vouloir mettre en opposition une requête, qui avait été faite, de vous avoir physiquement présents ici sur les fauteuils de ce Gouvernement, avec le fait qu'une autre force politique n'y soit pas présente. J'en suis surpris, parce qu'il y a, en cela, une perception curieuse du rapport de forces entre ces deux formations: l'une faisant état de huit conseillers, l'autre étant formée d'un seul conseiller. Je suis surpris que vous essayiez de justifier en quelque sorte par le truchement d'un choix qui a été - me paraît-il et cela a été confirmé dans l'intervention de M. Aloisi - très clair, que vous essayiez ainsi de justifier votre recul par rapport à l'assomption de la pleine responsabilité.
La raison pour laquelle je m'inquiète plus encore, en vue également de votre propre futur, c'est que l'on invoque ici une tutelle, un protectorat, de la part de "l'Union Valdôtaine" sur votre propre force politique. J'en suis surpris, parce que ce n'est pas là le langage habituel, que l'on a coutume d'écouter dans la logique de la politique! Normalement la première volonté et le premier reflexe de toute force politique est d'exister indépendamment des autres, non pas de les ignorer, je n'entends pas par-là de vouloir entrer en conflit avec les autres, mais de vouloir exister: "primum vivere". C'est sur ce point que je suis surpris de la logique que vous avancez, faisant appel "alla tutela della diversità e delle particolarità". Nous y sommes sensibles, nous sommes très sensibles à cette protection, partout où elle doit s'appliquer: protection culturelle, biodiversité et autres.
La protection de la diversité politique, à ma connaissance, se fait essentiellement par la vitalité des intéressés, elle se fait par leur volonté de vivre, d'exister et d'assumer des responsabilités de gouvernement. Je ferais un pas de l'avant, puisque cela me rappelle aussi des raisonnements, faits jadis par des forces qui se situent de l'autre côté de l'hémicycle, concernant le fait que "l'Union Valdôtaine" n'avait pas permis l'alternance, empêchant pendant des décennies aux autres forces de prendre place au Gouvernement.
Je vous réponds, Conseiller La Torre, exactement par les mêmes mots que j'avais employés à l'époque dans un débat politique, disant que normalement il n'appartient pas à ceux qui sont au pouvoir de créer les conditions pour que d'autres les remplacent, mais c'est plutôt le contraire: il s'agit de la part de ceux qui sont à l'opposition d'essayer d'assurer ce résultat. Enfin petite question sémantique, pour bien s'entendre sur les mots. Vous avez eu une perception négative, je le regrette, de l'emploi du mot "frontière". Je rappelle que le mot "frontière" est un mot qui a deux sens en latin, "finis et limes", et c'est peut-être là la raison pour laquelle il y a malentendu: "finis" c'est une limite que l'on ne dépasse pas, "limes" c'est un espace de rencontre entre deux entités. A vous de travailler pour que "finis" devienne "limes", mais pas ici, pas d'ici la fin de cette législature! Considérons-nous loyalement quittes d'avoir une démarcation visible dans cet hémicycle et dans l'opinion publique, afin qu'il n'y ait pas de malentendus. Cela je le réitère sans rien vouloir en lever à l'appréciation que je porte personnellement et que j'espère les collègues porteront sur un signal qui a été donné vers ma propre personne.
Ce n'est pas, Conseiller Curtaz, un "monocolore"; certes, nous aurons beaucoup de Conseillers unionistes qui, dans quelques minutes, monteront de ce côté. Cela tient au fait que nous sommes nombreux encore dans cette salle, je vous avoue le souhait d'en avoir davantage pour le futur, mais vous n'êtes pas obligé de le partager! Ces nombreux Conseillers unionistes assument entièrement leur devoir et se sont déclarés prêts, eux, à remplir ces rangs en ce moment, dans les difficultés de ce moment, un moment qui ne nous a pas permis de vous donner les réponses que vous attendiez sur beaucoup de dossiers, j'en suis tout à fait conscient. Je vous ai présenté des excuses à ce sujet, elles tiennent uniquement à une donnée temporelle.
Cependant, puisque vous avez eu la volonté d'évoquer deux thèmes fondamentaux, qui seront dans l'agenda de nos travaux, je vous répondrai à ce sujet très précisément, en vous disant que, pour ce qui est du premier, la majorité actuelle maintient la proposition de loi faite en matière de référendum et se déclare prête à une confrontation politique au sein de la commission. Il ne s'agit pas d'une volonté de prévarication, nous avons à juste titre voulu que ce projet de loi n° 184 soit à l'initiative du Conseil et non pas à l'initiative du "Gouvernement Viérin". Je souscris entièrement, comme je l'ai fait dans les rangs de mon mouvement à ce moment-là, à l'opportunité de ce choix. Vous avez beaucoup insisté, je vous en donne acte, pour que ce projet de loi puisse atteindre l'hémicycle, il y reviendra très bientôt. Que la Ière Commission fasse son travail; ce ne sera certainement pas de la part du Gouvernement qu'il y aura la moindre interférence.
Pour le tunnel du Mont Blanc, au moment de la passation des pouvoirs le Président Viérin a tenu à me faire part d'une façon très synthétique, le temps ayant fait défaut pour une plus large discussion, des travaux actuels. Je veux simplement rappeler que dans cette matière pendant près de trois ans le Gouvernement précédent a été pris par la main par ce Conseil et a toujours reçu de ce Conseil les indications nécessaires pour son action. Je dois dire que s'il y a vraiment un dossier, dans lequel on ne peut dire qu'il y ait eu prévarication de la part du Gouvernement précédent, s'il y en a un, c'est bien ce dossier, et le Gouvernement qui va se former sera tout à fait dans la même longueur d'onde.
Vous souhaitez l'achèvement rapide de la législature, vous me permettrez de prendre bonne note de votre point de vue, comme de toute évidence il appartient au Président du Gouvernement d'écouter tous les avis qui sont émis en la matière, en temps et lieu il en sera décidé. Naturellement nous n'avons pas la même perception crépusculaire de cette législature, j'ai peut-être moi-même l'air un peu fatigué en ce moment, mais le fait de me rapprocher de Saint-Sébastien me paraît quand même un peu fort. Je vous avoue ne pas en avoir l'ambition. Que des flèches parviennent, nous sommes bien habitués à cela, à n'importe quel étage de ce Palais; qu'elles soient envenimées nous le craignons tous; qu'elles nous parviennent de nos amis c'est ce que j'espère vivement n'aura pas lieu - gardez-moi de mes amis disaient bien nos devanciers - mais je pense, en toute honnêteté, pouvoir compter sur la loyauté de tout un chacun dans les rangs de cette majorité. Une majorité qui se présente à ce débat harmonieuse, dans un débat qui ne nous a pas été sollicité par les médias, Conseiller Frassy. Normalement quand il y a une sollicitation de ce genre, elle est toujours accueillie.
Je crois que la présence à la tribune de presse de nombreux journalistes sera utile à ce que la communauté valdôtaine sache dans les détails ce qui se passe ici; je pense qu'elle suit avec attention, avec une oreille particulièrement attentive ce que se dit en ce moment et qu'elle prend les mesures aussi pour les décisions qui lui reviendront.
Je ne vous ai pas remis de documents écrits, j'aurais pu faire des photocopies ou des collages, c'est extrêmement facile de nos jours la reproduction des documents, leur manipulation…
Tibaldi (fuori microfono) … "taglia e incolla"…
Louvin (UV) … "taglia e incolla" c'est une spécialité bien connue de chez vous. Rappelez, Conseiller Tibaldi, ce qui s'est passé en Sardaigne il y a trois ans, où un jeune président de votre force politique s'est présenté à l'Assemblée - M. Pili si mes souvenirs sont bons - avec un petit collage non pas de ses prédécesseurs, dont il aurait bien sûr pu, à juste titre, utiliser les idées et les projets, mais d'un autre président d'une région beaucoup plus grande. La mystification ayant été assez maladroite par différence de nombre des provinces, qui résultaient en ce moment dans le texte distribué aux conseillers, ça a tourné en ridicule! Je n'ai pas voulu risquer cela, je pense qu'il était plus honnête de dire les choses telles qu'elles sont devant cette Assemblée et de reprendre dans le fond et dans la forme ce qui avait été fait au préalable…
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
… mais comme justement vous payez seulement pour vos erreurs, répondez-moi pourquoi vous êtes si pressé de vous chercher des pères nobles. Quatre personnages politiques de premier plan ont été évoqués, quatre démochrétiens qui ont écrit des pages importantes de l'histoire de cette région. Quand je pense aux pères nobles, je vous dis que ce sont d'autres les pères nobles que nous reconnaissons, sur le plan politique; sur le plan collectif un, en particulier, dont je n'oublierais jamais les mots qui campent en haut de cet hémicycle. Je les ai souvent répétés à des visiteurs, à des étudiants qui venaient visiter notre salle, de nombreux parmi eux en ont été frappés, mais rares sont ceux qui ont creusé à fond dans la pensée d'Emile Chanoux, certainement pas les quatre pères nobles que vous avez évoqués! Ce n'est pas eux qui ont, par leur action politique, par le fait d'avoir choisi aussi d'avoir des relations différentes de celles que nous concevons avec le Gouvernement central, voilà ils ont choisi une attitude différente.
Pour un président en fin de carrière, pour un président qui - Conseiller Beneforti, je reprends un mot que vous avez eu dans la matinée - n'espère pas subir les conséquences que ses propres prédécesseurs ont eues à des différents degrés, pour un président en fin de carrière, j'ai un seul vif regret, c'est que l'Union européenne, depuis quelques années, a interdit une forte indemnisation pour "le improduttive sterili in fine carriera" et, par conséquent, ce dernier service rendu à la République n'aura peut-être pas les mêmes résultats! C'est bien prématuré peut-être de considérer en fin de carrière un collègue qui n'est âgé - permettez-moi cette vanité - que de 42 ans! Je dis vous qu'il n'y a pas seulement cette carrière, il n'y a pas seulement cette Assemblée, il n'y a pas seulement le rôle que nous jouons ici même! Dans la vie publique, comme dans la vie privée, beaucoup de choses peuvent être faites et les carrières pourront reprendre.
Voilà, mes chers collègues, les quelques considérations que je souhaitais vous faire.
Ce ne sont pas des considérations crépusculaires, nous avons un horizon très court et nous en sommes conscients, mais six mois peuvent être longs ou bien très courts, suivant les points de vue: nous essayerons de bien les remplir!