Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2663 del 12 giugno 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2663/XI Definizione delle rette dei soggetti ospiti della "Casa famiglia Betania" di Aosta. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto che dal 1/1/2002 è stata avviata la nuova gestione della "Casa Famiglia Betania" di Aosta, che vede quale soggetto gestore non più una Cooperativa ma una Onlus, l'associazione di volontariato "Centro Volontari della Sofferenza";

Visto che è scaduta il 31/12/2001 la precedente convenzione con cui l'Amministrazione regionale aveva definito l'importo delle rette da pagare alla Casa per i tre ospiti con residenza continuativa, inseriti nella Casa stessa, in seguito a esplicita richiesta dei servizi sociali dell'Assessorato alla Sanità;

Atteso che fin dal mese di ottobre 2001 la nuova gestione ha presentato all'amministrazione regionale la sue proposte, al fine di definire l'entità delle rette a carico dell'Amministrazione regionale;

Preso atto che a tuttora, pur a fronte di continui solleciti da parte dell'ente gestore e di assicurazioni verbali da parte dell'Amministrazione regionale, nessun pagamento è stato ancora effettuato;

Constatato che nel frattempo i tre ospiti hanno continuato a vivere in Casa Betania;

Ritenendo che non si debba costringere un'associazione di volontariato a farsi carico in toto di soggetti che sono affidati alla responsabilità dei servizi sociali regionali né ad indebitarsi, in attesa che la regione decida cosa fare;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) se ritiene importante l'opera svolta in questi anni da "Casa Famiglia Betania" nei confronti dei soggetti portatori di handicap;

2) quali sono i motivi di tanto ritardo nel pagamento delle rette dei soggetti ospiti di casa Betania;

3) se intende concludere queste trattative a breve scadenza.

F.to: Squarzino Secondina - Beneforti

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Dal 1997, quindi da cinque anni, è stata aperta in Aosta la Casa famiglia Betania, una struttura volutamente chiamata "casa" per indicare il clima di accoglienza che voleva e vuole ricreare: il calore di una famiglia a chi famiglia non ha più e per chi, dovendo lasciare per qualche giorno la propria famiglia, possa ritrovare un uguale clima di accoglienza e di affetto.

La Regione dopo pochi mesi, a metà marzo, ricorre a questa struttura per alcuni ragazzi che sono affidati alla tutela del pubblico e di cui l'Assessore a tempore è dichiarato tutore. Viene firmata una convenzione che definisce i rapporti fra la cooperativa che gestisce la struttura e la Regione, per individuare anche come vanno regolati questi rapporti e quindi anche le rette. Nella casa sono ospitati in particolare tre soggetti di cui l'Assessore è tutore.

Dallo scorso anno la cooperativa che gestiva la casa famiglia lascia il posto ad un'Onlus, un'associazione che si occupa in via prioritaria proprio di soggetti disabili e che è capace di operare, è esperta in questo settore.

Il cambio di gestione avviene il 1° gennaio 2002 ufficialmente, ma questo cambio di gestione, proprio perché è stato preparato, viene comunicato all'Assessore fin dal giugno dello scorso anno - quindi un anno fa, credo sia importante ricordare le date - per i dovuti eventuali accordi in merito a questi tre soggetti. Viene rinnovata un'informazione di nuovo su questo tema a settembre e poi ad ottobre, essendo iniziati i rapporti fra l'Assessorato e l'Onlus, l'Assessorato chiede delle proposte e l'Onlus le fa. A fronte di queste proposte l'8 novembre l'Assessorato e l'Onlus si incontrano e l'Onlus, gestore della casa, si sente dire dall'Assessore che i soldi non ci sono, e che bisogna tagliare sulle rette.

L'Onlus aveva chiesto di definire per un anno sperimentalmente le rette perché, essendo una nuova gestione, voleva verificare sul campo la possibilità di chiudere in attivo i bilanci. L'Assessore a dicembre prende atto che le sue proposte non sono accettate dalla casa e qui la cosa si interrompe. Gli incontri non ci sono più finché l'Assessore non si fa vivo con nuove proposte e ammette, per così dire implicitamente e tacitamente, che i tre ragazzi continuano ad essere ospitati dalla Casa famiglia Betania che presenta regolarmente le fatture dell'ospitalità di questi tre ragazzi.

A tutto giugno però non esiste ancora una lira di rimborso delle spese sostenute da Casa Betania. Quello che vogliamo sapere è quali sono i motivi del ritardo di questo pagamento delle rette dei soggetti ospiti di Casa Betania e a che punto sono le trattative fra l'Assessorato e l'Onlus e se si intende, quando e come, concludere queste trattative.

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) È sempre interessante sentire le versioni dei fatti della Consigliera Squarzino che delle due l'una: o è presente nelle riunioni, ovviamente non vista, oppure è una fideista convaincue, fideismo che nasce sicuramente da un preconcetto che è alla base della sua ispirazione politica che è quello di dire e di fare tutto quanto può dire e fare contro l'Assessore, al quale si può dire tutto tranne che sia in malafede perché non ho mai riferito al Centro Volontari della sofferenza di non avere soldi, ho fatto un ragionamento molto più complesso e, per fortuna, è tutto scritto.

Si dà il caso che ho avuto la fortuna di poter parlare con il Consiglio di amministrazione del Centro volontari della sofferenza solo due mesi fa perché mai ho avuto la possibilità di farlo, non conoscevo personalmente neppure il presidente, ho avuto dei colloqui ripetuti io e i miei uffici con la Signora Diemoz, che, fino a prova contraria, non è il Presidente del Centro Volontari della sofferenza, questa è la verità documentata, mai si sono fatti vivi, ho dovuto pregarli per venire ad una riunione, il Presidente e il Consiglio di amministrazione del Centro Volontari della sofferenza, questi sono i rapporti che si vogliono instaurare!

Tralascio tutte le premesse fatte dalla Consigliera Squarzino e parto semplicemente dal 30 ottobre 2001 quando il Centro Volontari della sofferenza inviò il documento base per la discussione, contenente linee guida progettuali per la nuova gestione nonché le relative proposte economiche, in particolare per i tre soggetti ospitati in regime residenziale a tempo indeterminato di cui preciso non essere il tutore, se non di uno. La proposta è stata di 160.000 lire pro capite al giorno per retta di ospitalità più 10.000 lire pro capite al giorno per il soddisfacimento di spese varie, per un totale di 170.000 per due soggetti (euro 87,80), e 160.000 più 20.000 per soddisfacimento di spese varie per un totale di 180.000 per un soggetto, pari a euro 92,97.

L'Assessorato, esaminata la proposta, in relazione agli standard gestionali proposti dal Centro Volontari della sofferenza (CVS), in comparazione con le tariffe praticate per servizi analoghi al di fuori della Regione e con altri servizi sociali all'interno della Valle d'Aosta, ha elaborato una nuova bozza di convenzione per l'anno 2002 che prevedeva in particolare i seguenti corrispettivi: 155.000 pro capite onnicomprensivi, per cui 80,06 euro. La bozza di convenzione è stata trasmessa via fax al CVS in data 7 dicembre 2001, ne è seguita una riunione il giorno 11 dicembre 2001 finalizzata a raggiungere un accordo definitivo, purtroppo l'accordo non è stato raggiunto, come risulta da una lettera del 13 dicembre in cui il CVS comunica di ritenere opportuno soprassedere per il 2002 alla convenzione.

È stata quindi una scelta unilaterale, esattamente il contrario di quanto ha affermato la Consigliera, è il CVS che ha deciso unilateralmente di non fare la convenzione per il 2002 e che ha riproposto nel contempo le rette già richieste con la nota precedente, è una scelta loro su cui ho avuto modo di discutere con la Signora Diemoz, per chiederne le motivazioni, che sono le più disparate, sicuramente la volontà è di non legarsi troppo all'Amministrazione regionale per mettersi sul mercato: scelta opinabile, ma scelta comunque nella quale non voglio entrare.

È necessario precisare però che, in assenza di convenzione specifica, le rette di ospitalità presso strutture sia in Valle d'Aosta sia fuori Valle vengono assunte dall'Amministrazione regionale secondo le modalità e i criteri stabiliti dalla legge regionale n. 22/1993 che è quella che utilizziamo per persone anziane, handicappate, alcoldipendenti, tossicodipendenti, infetti da HIV e affetti da AIDS.

In data 5 febbraio 2002, nelle more della fase istruttoria delle domande di cui sopra, il CVS ha provveduto ad inviare le fatture relative al mese di gennaio per tre ospiti residenziali, due soggetti per un ammontare pari a 98,12 euro e un soggetto pari a 87,79 come se nulla fosse stato.

In data 6 maggio 2002 si è svolta una nuova riunione fra le parti interessate, sempre finalizzata al raggiungimento di un accordo soddisfacente per entrambe, alla quale è seguita in data 14 maggio una formale lettera da parte dell'Assessorato al CVS contenente tre proposte diverse fra le quali scegliere per addivenire alla soluzione del problema. In data 23 maggio il CVS, con lettera a firma del Presidente, ha precisato che l'esame delle proposte verrà sottoposto quanto prima al parere del consiglio che provvederà a comunicarne l'esito alla Regione, per cui prendiamo atto che non c'è fretta, dice nel contempo che vuole avere l'anticipo, di cui io ho parlato durante la riunione, sulla base di 150.000 lire.

Il CVS trasmette nuovamente le fatture relative all'ospitalità dei tre soggetti residenziali per un periodo dall'1° gennaio 2002 al 30 aprile 2002 per un importo variabile fra gli 87,79 euro pro capite e i 98,12 euro pro capite, richiedendo la liquidazione di euro 77,47 pro capite per ciascun ospite a titolo di anticipazione sulle rette richieste a suo tempo e riconfermate integralmente.

Tutto ciò premesso ribadisco, primo, che ritengo che gli sforzi ampiamente documentati di operare congiuntamente con Casa famiglia Betania dimostrino l'interesse favorevole dell'Assessorato nei confronti dell'impegno dimostrato in questi anni dalla struttura in un settore così importante e difficile quale quello dei soggetti portatori di handicap.

Sono sicuro che dalle argomentazioni trattate in premesso sia chiaro che i motivi di ritardo nel pagamento delle rette dei soggetti ospiti di Casa famiglia discendono dalla necessità per l'Assessorato di equiparare e uniformare le rette presso tutte le strutture protette alla luce di standard gestionali proposti: il rapporto personale/utenti, qualificazione professionale personale, servizi offerti, eccetera e su questo ritorna quanto detto in premessa dalla Consigliera: trattasi di una casa famiglia che, assieme all'aspetto dell'umanizzazione e dei rapporti personali, deve contemperare l'aspetto della qualificazione giuridica della struttura che, nella scala dei valori di non autosufficienza dei soggetti - presi in termini relativi perché non voglio affermare che i soggetti handicappati sono più autosufficienti di altri, mi riferisco esclusivamente alla scala dei valori in termini tecnici -, è equiparata ad una struttura leggera, non è né una struttura protetta, non è una microcomunità, non è una RSA, non è una struttura di riabilitazione per la salute mentale, per le quali a brevissimo termine dovremo applicare il sistema di autorizzazione accreditamento e per ogni sistema di accreditamento dovremo definire il rapporto percentuale fra personale, la qualifica professionale del personale, i titoli di studio, eccetera.

Sotto questo punto di vista abbiamo dato al Consiglio di amministrazione del Centro Volontari della sofferenza della documentazione per dimostrare che nessuno in Italia paga le rette giornaliere che paghiamo noi, trattandosi di una casa famiglia per la quale non chiediamo figure professionali quali educatori professionali e quant'altro, cosa che invece potremmo essere obbligati a chiedere fra qualche mese o fra qualche anno nel momento in cui ci sarà l'accreditamento delle strutture. Nessuno paga 160.000 lire al giorno per case famiglie, tant'è che queste rette sono quelle che trasferiamo agli enti locali e alle strutture protette per le microcomunità per anziani - sono 175.000 lire sostanzialmente però, escludendo la parte sanitaria, le cifre si equivalgono - per il rapporto personale molto più alto, compreso servizi che facciamo per gli handicappati in altre situazioni.

Posso concludere dicendo che sono fiducioso che quanto prima il Consiglio di amministrazione del CVS si esprima a favore o contro; certo, se si esprime negativamente, significherà non voler aprire nessun tipo di rapporto con l'Amministrazione regionale, che -leggo la lettera indirizzata in data 14 maggio - propone in alternativa: "l'erogazione di un compenso forfetario annuale complessivo tramite convezione di 82.600 euro…" - praticamente 160 milioni di lire - "… per l'accudimento totale dei tre disabili in questione". Dico: 160 milioni all'anno per tre soggetti che è fuori da ogni rapporto di costi/benefici, da ogni rapporto instaurato da altre amministrazioni regionali su questo versante. Sempre in alternativa: "pagamento di una retta mensile ai sensi della legge regionale n. 22/1993" e ne converrà la Consigliera Squarzino che non possiamo usare un metodo per i soggetti disabili inseriti in Casa Betania e un parametro per loro diverso da quello che usiamo per gli anziani in famiglia o per i non autosufficienti in altre strutture: dobbiamo utilizzare gli stessi parametri della legge regionale n. 22. Terza alternativa: "affido familiare tramite convenzione dei tre disabili in questione nella misura pari ad euro 1063,50 al mese" che è il doppio di quella stabilita per l'affidamento dei minori residenziali a terzi.

Questa è una proposta a cui, spero, venga data una risposta favorevole. Se così non è, prenderemo atto della non volontà di concludere una trattativa.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Credo che da quanto detto dall'Assessore e dalle date prima da me individuate emerga chiaramente che c'è una difficoltà di rapporto di questa Amministrazione con Casa famiglia, perché dico questo?

L'Assessore dice che non ha mai incontrato nessuno fino al 6 maggio, gli domando: li avete invitati, avete fissato un incontro, avete mandato una lettera in cui avete chiesto un incontro?

Vicquéry (fuori microfono) … sì…

Squarzino (PVA-cU) … no, Assessore, mi citi il protocollo e la data in cui l'Amministrazione regionale ha fatto una richiesta esplicita di incontro. Se non me li cita, è perché non è stato fatto… sarà una telefonata, però non è avvenuto in modo chiaro questo invito, allora non può dire che la colpa è degli altri!

Lei ha sostenuto la necessità di ricorrere alle modalità della legge n. 22 in assenza di una "non volontà di fare la convenzione" e questa potrebbe essere una strada interessante… Ora, il 13 dicembre 2001 lei ha saputo che l'Onlus aveva fatto la scelta di non fare la convenzione e l'aveva motivata anche dicendo: "Guardate, abbiamo visto le difficoltà della precedente gestione, che fra l'altro ha chiuso perché era in passivo di diversi milioni all'anno, vogliamo, prima di attivare una convenzione, fare un anno sperimentale di rapporto, dopodiché vedremo".

A fronte del fatto che lei sa - lo ha detto prima - che l'Onlus le ha comunicato il 13 dicembre che non voleva fare una convenzione, lei solo il 14 maggio apre la strada per la modalità della legge n. 22: Dove c'è un altro documento da cui risulti questo? Non risulta questo, Assessore. La lettera di dicembre che lei ha stilato, dopo aver detto che la proposta avanzata economicamente non va bene, conclude: "In merito al problema della sistemazione dei tre ragazzi, si comunica che la Regione provvederà nell'immediato a studiare la soluzione più consona per il loro benessere".

Ora, "nell'immediato" in genere vuol dire pochi giorni, poche settimane, invece la proposta che lei ha fatto è datata 14 maggio. È chiaro che se "l'immediato" per l'Assessorato è un periodo che va da dicembre a maggio, capiamo anche perché, se l'Assessore il 6 maggio ha detto che avrebbe dato subito un anticipo, questo "subito" sia letto con mesi di ritardo. Questo volevo sottolineare, nel senso che, a mio avviso, in questa situazione l'Assessorato non ha gestito con sufficiente attenzione questo rapporto come lo dimostrano le date che le ho comunicato. Sta di fatto che questa struttura da 5-6 mesi ospita tre persone le cui rette dovrebbero essere pagate dalla Regione secondo modalità che la Regione aveva detto a dicembre che avrebbe provveduto nell'immediato a studiare. Ora, lei non ha mai scritto a questa Casa che questi soggetti dovevano essere ritirati e che la Regione non vi provvedeva più, quindi lei ha tacitamente e implicitamente avallato il fatto che queste persone erano a carico della Regione.

Rispetto ai costi, un'osservazione. Quando si tratta di giustificare i costi di alcune piccole realtà della nostra Valle, e io lo posso capire, lei dice che dobbiamo pagare il prezzo, fra virgolette, dell'essere piccoli; quindi, le piccole strutture, con alte specializzazioni, per un piccolo territorio costano care. Qui siamo di fronte ad una piccola struttura; è chiaro che i costi della piccola struttura rispetto ad una struttura con 50-100 ospiti in rapporto costa di più, però è una scelta che l'Assessore deve fare, altrimenti questo suo comportamento, Assessore, viene letto come disattenzione rispetto a queste persone deboli.

Non credo che perché siano poche persone… e non mi faccia dire quello che non voglio dire, non mi faccia dire che la sua attenzione è rivolta a quelle aree in cui è sicuro di trovare possibilità di aver tanti voti!

Vicquéry (fuori microfono) … lei ha toccato più volte il fondo…

Président Sur cette intervention s'achèvent les travaux de la matinée. Nous allons suspendre notre séance qui reprendra dans l'après-midi à 15 heures.

La séance est levée.