Oggetto del Consiglio n. 2658 del 12 giugno 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2658/XI Iniziative per il rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent. (Interpellanza)
Interpellanza Presa visione della relazione trimestrale gennaio-marzo 2002 presentata dalla gestione straordinaria della Casa da gioco di Saint-Vincent;
Rilevato il calo delle presenze, degli ingressi e degli introiti;
Preso atto della situazione di crisi venutasi a creare al gioco dello "Chemin de fer";
Constatato che con la gestione straordinaria anziché un rilancio si è creata una situazione quasi fallimentare, tanto da far perdere al Casinò ogni primato conquistato negli anni passati;
A conoscenza delle divisioni venutesi a creare nella maggioranza di governo regionale a seguito anche dell'impugnativa, da parte dell'Avvocatura dello Stato, della legge regionale che prevedeva la costituzione della Società "Casinò S.p.A.";
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale per conoscere:
1) se, e quali iniziative intende mettere in atto per il rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent visto che la gestione straordinaria ha dimostrato di non essere in condizioni di realizzare tale rilancio;
2) se non ritiene di procedere al bando di concorso per una gestione privata della Casa da gioco.
F.to: Beneforti
Président La parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU) Abbiamo presentato questa interpellanza per tornare su un argomento di cui si è molto parlato, perché al punto in cui siamo giunti riteniamo necessario conoscere, se è possibile, i progetti, i programmi, le linee che la maggioranza che governa la Regione intende realizzare per il rilancio della casa da gioco. È necessario conoscere cosa si intende fare, perché la situazione confusa che si è venuta a creare non è più sostenibile.
Al Presidente sembrerà strano che io ponga questa domanda, perché era stato chiaro in occasione della discussione e approvazione della legge sulla costituzione della società "Casinò S.p.A."; lo avevamo capito e abbiamo anche le idee chiare sulle intenzioni del Presidente, ma dopo che sono accaduti certi avvenimenti e si sono fatti dibattiti televisivi, a cui anch'io ho partecipato, dopo aver ascoltato dichiarazioni e aver visto le prese di posizione da più parti, ci si domanda quali sono le intenzioni della Regione nei confronti della casa da gioco: la gente si domanda proprio questo! Nascono anche a noi dei dubbi e ci si domanda se ci sono stati dei ripensamenti o dei pentimenti.
I dubbi possono nascere certamente dopo la decisione del Governo di impugnare la legge davanti alla Corte costituzionale, ma nascono anche dal comportamento tenuto dalla maggioranza, in particolare dalle prese di posizione di una forza politica che compone questa maggioranza. Il Capogruppo di questa forza politica, che si definisce un "movimento regionalista", ha chiosato, in più occasioni smarcandosi dall'Union Valdôtaine e in particolare dai DS, che l'inerzia dell'Union Valdôtaine e dei DS sul "tema Casinò" è inaccettabile, ed ha proposto soluzioni che non ci sembrano in sintonia con gli altri alleati.
Abbiamo poi assistito alla polemica sui pomodori regalati, sui soggiorni impropri all'Hôtel Billia, sui gettoni non maneggevoli (dato che le nuove fiches creerebbero confusione fra i clienti e i croupiers); alla polemica sorta sulla legge concernente l'apertura dei nuovi casinò presentata dai Parlamentari valdostani all'insaputa di tutti; alla polemica nella stessa maggioranza sul comportamento della Giunta nei confronti del Governo per l'impugnazione della legge sulla società "Casinò S.p.A." ritenuta da qualcuno troppo rigida. In questo particolare momento, abbiamo poi assistito e assistiamo al "muro del pianto" della Gestione Straordinaria sull'andamento della Casa da gioco; si richiedono investimenti, ma non si sa per quale progetto, si perde la clientela e ci si consola con i clienti che rimangono perché si dice che sono affezionati: siamo diventati l'ultimo casinò dal primo che eravamo a livello italiano ed europeo! Ci accorgiamo di tante situazioni che si stanno verificando: il gioco allo "Chemin de fer", il "Privé", che diminuisce sempre di più per mancanza anche di quella clientela d'élite che non frequenta più Saint-Vincent, addirittura lo riconosce la Gestione Straordinaria che le attività promozionali che vengono organizzate, non producono gli effetti sperati.
Da questa situazione che è quasi incomprensibile - come può un casinò come il nostro fare acqua da tutte le parti? - si pensa di uscirne con la gestione della nuova società "Casinò S.p.A."? Si pensa che portando da 3 a 5 i componenti del Consiglio di amministrazione si possa rilanciare il casinò? O non si rilanciano piuttosto gli appetiti delle forze di maggioranza, che richiedono maggiore presenza nella nuova società? Si pensa forse ad un nuovo casinò, senza prima verificare il rilancio dell'esistente?
Se la situazione oggi è questa, c'è da chiedersi cosa accadrà con l'apertura di altri casinò in altre regioni, se non si corre in tempo ai ripari. Per questo riteniamo e rimaniamo del parere che si debba smettere di giocare a fare i biscazzieri perché non è il nostro mestiere, non si può continuare a giocare al rilancio con iniziative che non incidono, che non cambiano nulla, che attirano gente non raccomandabile anziché gli amanti del gioco sano. È tempo di passare la mano, è tempo di tornare al privato, ad un appalto serio, credibile ed intelligente. Alla casa da gioco occorre una gestione diversa, più efficiente e vivace; occorre sfruttare tutte le potenzialità che può esprimere sul piano del gioco, come sul piano occupazionale e sul piano turistico; occorre offrire alla clientela un'accoglienza diversa da quella attuale, se vogliamo recuperarla.
Mi auguro che la risposta del Presidente a questa interpellanza sia chiara, precisa e credibile; che si sappia se esiste una linea comune della maggioranza e in tal caso qual è questa linea. Occorre uscire dalla confusione che si è venuta a creare su un problema di particolare importanza per la Regione. Mi fermo qui e mi riservo di intervenire dopo la sua risposta, Presidente.
Président La parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV) Cette interpellation se fonde sur différents éléments objectifs et une lecture des faits qui appelle quelques commentaires.
Je voudrais reporter le débat sur ces éléments objectifs et sur la réalité des faits, en laissant à notre ami Beneforti toute interprétation de politique-fiction sur les soi-disant volontés et sur les commentaires. Je me bornerais, donc quant à moi, à des éléments objectifs et à la réalité des faits. Tout d'abord les données, auxquelles fait également référence M. Beneforti, concernant le premier trimestre de 2002. Selon les données fournies par Gestion Extraordinaire, quant à la baisse de fréquentation, cette tendance est commune à toutes les maisons de jeu d'Italie, quelles que soient leurs caractéristiques.
Si nous comparons les données relatives de janvier à mai 2002 avec celles de la même période de l'année 2001, Venise enregistre une baisse de 5 pour cent, Campione de 6,9 pour cent, Saint-Vincent de 4,1 pour cent et San Remo de 3,4 pour cent. Si nous considérons le mois de mai uniquement, seuls San Remo et Saint-Vincent ont eu une augmentation par rapport à l'année précédente. Qu'est-ce qu'elles disent, ces données? Que le problème est un problème réel, mais c'est un problème concernant à la fois l'ensemble des maisons de jeu et l'évolution du secteur du jeu en Italie, ce qui devrait nous faire réfléchir et faire réfléchir également le Parlement quant aux projets de loi concernant l'ouverture de nouvelles maisons de jeu et, partant, à la nécessité de réglementer cette ouverture.
Pour ce qui est des recettes, des entrées, il y a eu un changement dans la promotion du jeu. Les entrées normales et les abonnements ordinaires ont donc baissé par rapport aux abonnements bonifiés, réduits. Quant aux recettes de l'année 2002, je voudrais également souligner que s'il est vrai qu'il y a une baisse, cette baisse des recettes est de l'ordre de 0,13 pour cent par rapport à l'année 2001, une année particulièrement favorable. Je veux encore rappeler, mais nous aurons l'occasion de le faire en discutant le bilan de la maison de jeu pour 2001, que pour la maison de jeu cette année a été quant aux recettes, l'année record de toute l'histoire de la maison de jeu. Il suffirait de comparer les données 2001 avec les données 2000 et on aurait toute une autre situation.
Il faut également considérer, et là j'aborde le thème de substance, que les résultats 2001 peuvent difficilement aujourd'hui être à nouveau atteints sans une politique de relance et d'investissements concernant la maison de jeu. C'est ce que nous avons fait et que nous voulons continuer à faire, mais je reviendrai sur ce thème.
Il faut que j'aborde aussi un autre problème, concernant les recettes: là encore il faut faire une différence entre les recettes de la maison de jeu et la répartition des quotes-parts entre Administration régionale et Gestion Extraordinaire. A ce propos, je peux rassurer nos collègues: si on avait continué avec la convention SITAV, l'Administration régionale au cours de cette période aurait encaissé 66 milliards de lires en moins; donc, je peux tranquillement affirmer que nous avons, nous tous, fait les intérêts de l'Administration régionale.
La quote-part qui revient à la Gestion Extraordinaire est une autre affaire et, à cet égard, nous devons faire attention, parce que nous devons considérer, quant au cahier des charges, les modifications qui sont intervenues dans les habitudes de jeu. En effet, avec cette répartition des recettes, si la tendance d'augmentation des jeux électroniques et de baisse des jeux traditionnels se confirme, force nous est de devoir présenter à cette Assemblée une modification du pourcentage de répartition concernant le cahier des charges.
Il est en tout cas important d'avoir un projet pour donner cours à la relance de la maison de jeu, étant nécessaire d'investir pour maintenir la compétitivité de Saint-Vincent. A ce propos, je ne peux accepter les considérations exprimées au sujet de la Gestion Extraordinaire, qui a rempli efficacement son rôle dans les circonstances délicates que M. Beneforti connaît très bien. C'est grâce à elle que nous avons pu reprendre en main la maison de jeu, la garder ouverte et en assurer la rentabilité, ce qui a permis également de préserver des emplois et d'augmenter les sommes d'argent versées dans les caisses de la Région: 66 milliards supplémentaires.
Les années qui se sont écoulées ont été des années difficiles du point de vue de l'activité du casino également, car celle-ci a été marquée par les nombreux changements qu'a connus le marché des jeux: le "Superenalotto" et ses cagnottes milliardaires, le "Bingo", la prolifération des machines à sous et des vidéo pokers installés dans les bars et dans les cafés. Et pourtant, en dépit des limites inhérentes à sa nature particulière et à son caractère temporaire, Gestion Extraordinaire a su trouver les mesures appropriées pour faire face à ces nouveautés.
Elle a aussi obtenu un certain nombre d'autres résultats, en rendant la maison de jeu pleinement autonome, en repoussant les limites que lui avait imposées son précédent gérant et en jetant les bases d'une restructuration radicale de l'entreprise, fondée sur une analyse du marché et sur une étude approfondie de la concurrence.
Elle a également lancé de grands programmes visant à fidéliser et à élargir sa clientèle, et a contribué - par exemple avec le Palais Saint-Vincent, à la relance hôtelière de Saint-Vincent - à réaliser des initiatives promotionnelles, dont la maison de jeu, mais aussi la commune de Saint-Vincent et toute la Vallée, ont pu recueillir les fruits.
Alors - et j'en arrive à la partie finale et donc à la réponse que M. Beneforti m'a demandée quant aux perspectives de la maison de jeu - là je me borne à rappeler la réalité. Cette Assemblée a tracé la marche à suivre; cette Assemblée, il n'y a pas si longtemps, au mois de novembre dernier, a approuvé la loi régionale n° 36/2001, qui institue une société publique par actions chargée de la gestion du "Casino de la Vallée", et ce, précisément dans l'intention de mettre fin à la phase de Gestion Extraordinaire et d'en revenir à une administration normale.
Le Gouvernement s'est opposé à cette décision, parce qu'il a présenté un recours contre cette loi, et donc nous nous sommes constitués à la Cour constitutionnelle pour ce qui est des décisions juridiques, pour défendre le bien-fondé des décisions prises par cette Assemblée, mais surtout pour défendre notre compétence en matière non pas d'institution d'une maison de jeu, mais de réglementation de son fonctionnement. Aussi, M. Beneforti, ne sommes - nous pas - je parle au nom du Gouvernement -, des repentis.
Il me semble que la décision, d'examiner la façon la plus appropriée, de nous présenter à la Cour constitutionnelle avec le texte que le Conseil a déjà approuvé, ou avec quelques modifications du texte sur le plan juridique, pour mieux nous défendre et défendre le bien-fondé de nos actions, il me semble - disais-je donc - que cette décision apporte, comme notre collègue Beneforti l'a demandé, une réponse claire à toutes les questions concernant à l'ouverture éventuelle d'un appel d'offres en vue de la gestion du casino par une société de droit privé.
C'est d'ailleurs en raison des limites inhérentes à la Gestion Extraordinaire, aux termes de la loi régionale qui l'a instituée, que la création d'une société par actions au capital entièrement public a été estimée, par la majorité et par ce Gouvernement, la solution la meilleure pour assurer à la maison de jeu une gestion de type privé, qui allie le contrôle et la coordination de la Région à la flexibilité et à l'efficience nécessaire au fonctionnement optimal de l'entreprise. Telle est la volonté de ce Gouvernement, et tant que ce Gouvernement restera en charge, il respectera cette volonté.
Président La parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU) Ringrazio il Presidente della risposta, perché è stata chiara ed ho capito benissimo che la linea che ci si era dati viene portata avanti, ma nella mia introduzione avevo già premesso che, "forse", la risposta che avrei avuto sarebbe stata quella che, di fatto, il Presidente ci ha dato; in questi ultimi tempi, sono però accaduti fatti e avvenimenti che davano l'impressione che all'interno della maggioranza non ci fosse questa unità di intenti. Non ho mai messo in dubbio che ci fosse unità di intenti nella Giunta, nel Governo regionale, era nella maggioranza che non riscontravo un'uguale continuità di intenti, viste anche le dichiarazioni che vengono riportate dagli organi di informazione!
Voglio però fare alcune riflessioni su quello che lei mi ha detto. Lei riferisce di una situazione particolare del gioco, che riguarda tutti i casinò: questo può essere vero, ma noi dobbiamo guardare alla "nostra" casa da gioco, dobbiamo guardare alla "nostra" situazione e dobbiamo vedere come rilanciare la "nostra" casa da gioco, perché questa attività è importante agli effetti occupazionali e del rilancio del turismo in Valle.
Mi rendo conto che gli introiti della Regione sono gli stessi, anzi possono essere aumentati, ma devo anche dire che potevano essere maggiori queste entrate per conto della Regione, se il casinò avesse avuto quello sviluppo che doveva avere. Non si può giustificare tutto dicendo che c'è stato un aumento, c'è stato un miglioramento, dunque abbiamo fatto il nostro dovere! No, ritengo che bisogna cercare di insistere sul rilancio della casa da gioco in modo diverso, e non ritengo che sia una gestione straordinaria, una gestione pubblica che possa rilanciare il casinò!
Riteniamo - per evitare tutti gli inconvenienti che ci sono stati e che incontriamo - che sarebbe stato più opportuno se la Regione avesse delegato la gestione del casinò ad una società privata, tramite un appalto ben fatto, intelligente e credibile. Si sarebbero tolti così di mezzo tutti quegli inconvenienti che si sono incontrati e si sarebbero tolti di mezzo tutti gli appetiti che ci sono nella stessa maggioranza, perché voglio vedere come si doserà il futuro Consiglio di amministrazione con le richieste che si sentono decantare in giro, di voler entrare in quel consiglio! Quel Consiglio di amministrazione dovrebbe diventare di venti, non di cinque membri, per contentare tutti gli appetiti.
È chiaro che se ci fosse un'azienda privata che lo gestisce, si fa un contratto, si stabilisce quello che deve dare alla Regione, si introita e si pongono delle garanzie che deve dare la società! Non è che si dà così, tanto per toglierselo di torno, ma si dà perché ci deve essere un ritorno ben preciso sotto tutti gli aspetti.
Ritengo anche che non si possa dare ascolto a quanti oggi vi consigliano la gestione diretta della casa da gioco; io dico che dobbiamo stare molto attenti! Io faccio politica e sto attento a quello che accade, mi sono fatto un'esperienza prima da sindacalista, me la sono fatta da politico sulla casa da gioco e vorrei suggerire di far attenzione a chi consiglia certe strade! Non bisogna dare ascolto a coloro che hanno tutto l'interesse a fare dell'ostruzionismo nei riguardi del privato; queste persone ci sono e lei, Presidente, forse li conosce già, perché questi vogliono mantenere l'esistente, perché nulla cambi, e per evitare di essere messi da parte con l'entrata del privato. Voi non dovete dare ascolto a coloro che sono stati compartecipi a ridurre una delle più importanti case da gioco a livello europeo, ad una bisca di poco conto, come è stata ridotta la nostra casa da gioco!
Presidente, ho letto attentamente la trentunesima relazione trimestrale che ci è stata fatta pervenire, relativa al primo trimestre 2002, e devo dire che sono lieto di non averla votata! Non è pensabile che dei gestori, che hanno accettato di amministrare la casa da gioco, non abbiano il coraggio di fare un minimo di autocritica rispetto a quanto sta accadendo!
Sono alla ricerca - lo si evince dalla relazione - solo di giustificazioni per quanto non è andato a buon fine; guarda caso, nessuna responsabilità si fa ricadere sulla Gestione Straordinaria, quanto piuttosto sulle mutate condizioni di mercato e dei gusti della clientela, sul riparto previsto dal disciplinare in vigore che definiscono "penalizzante", sul calo e sulla flessione del gioco dello "Chemin de fer" e dei giochi francesi, ma chi li ha seguiti questi giochi? Non sono loro che li dovevano gestire e vedere cosa non andava e perché?
Si giustificano anche sul mancato risultato di iniziative promozionali di importanza rilevante: ma chi lo ha organizzato il programma promozionale, chi lo ha gestito se non Gestione Straordinaria? Ancora: nell'intento di giustificarsi citano la concorrenza attuata da parte delle altre case da gioco italiane e, infine, puntano il dito sul mancato ammodernamento del casinò; qui non si capisce se vogliono un casinò nuovo o se vogliono una ristrutturazione dell'esistente!
Lei, Presidente, forse pensa di rilanciare il casinò lasciandolo in mano ad una gestione come l'attuale? Credo che non la si possa lasciare in mano - anche se attraverso la costituzione di una società per azioni - ad una gestione com'è l'attuale, e neppure cercando di soddisfare, per esigenze di maggioranza, gli appetiti che possono venire dalle forze politiche, in particolare dai movimenti regionalisti!
Bisogna dare anche alla società che verrà una gestione molto diversa, che sappia effettivamente rilanciare il casinò per quello che rappresenta per tutti noi.