Oggetto del Consiglio n. 2639 del 22 maggio 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2639/XI Avvio della terza fase di interventi presso l'Ospedale di cui alla deliberazione di Giunta 1621/2002. (Interpellanza)
Interpellanza Vista la D.G. n. 1621 del 6 maggio 2002 con cui viene avviata la terza fase di interventi presso l'ospedale di Viale Ginevra;
Appreso che viene previsto il ricorso a privati non solo per la costruzione di un'ala nuova a sud dell'attuale struttura ospedaliera, ma anche per la costruzione e la gestione di servizi pubblici, sia all'interno che all'esterno delle strutture ospedaliere, oltre alla stessa gestione di strutture per la riabilitazione e la lungodegenza;
Considerato il forte impatto urbanistico che sia la nuova ala dell'ospedale sia il parcheggio pluripiano, con eventuali servizi ausiliari, avrebbero nella zona di ingresso nord della città;
Tenuto conto delle "innovazioni? che tale progetto prevede rispetto all'attuale gestione della Sanità e all'attuale assetto urbanistico della città;
Ritenendo opportuno che scelte così importanti siano condivise;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per sapere:
1) in quali sedi tale progetto è stato presentato e quali sono state le valutazioni delle parti sociali interessate;
2) quali sono i servizi non medicali del Presidio Ospedaliero di Viale Ginevra che sarebbero affidati alla gestione privata e a quanto ammonterebbe il costo annuo di tali servizi;
3) per quale motivo si intende affidare al privato la gestione di strutture dedicate alla riabilitazione e alla lungodegenza;
4) se con questo progetto la Giunta e la maggioranza intendono avviare lo smantellamento del servizio pubblico e abbassare la qualità della vita in una zona centrale della città di Aosta.
F.to: Squarzino Secondina - Beneforti
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Abbiamo visto questa delibera di Giunta del 6 maggio 2002, tra l'altro una delibera che abbiamo ricevuto dopo alcuni giorni di attesa, perché se ne parlava e non era mai perfezionata e poi alla fine è stata perfezionata. Stupisce questa procedura per cui la Giunta decide e l'atto deliberativo è perfezionato solo dopo alcuni giorni, chiudi questa parentesi.
Questa delibera di Giunta presenta, a nostro avviso, due aspetti su cui vale la pena di soffermarsi: intanto possiamo dire che questa delibera di Giunta è l'atto finale, l'atto conclusivo di una scelta che il nostro Assessore, in modo coerente, ha fatto in tutti questi anni.
Nello studio Limacher a cui si fa riferimento, Limacher dice in modo chiaro: "mi occupo di presentare una ristrutturazione che mi è stata chiesta "vu que la décision politique est de renoncer définitivement à la construction d'un nouvel hôpital" "; quindi non dice: "visto che dal punto di vista tecnico è meglio o non è meglio, data la situazione, ristrutturare questo vecchio ospedale, piuttosto che farne uno nuovo", ma, molto onestamente, Limacher dice: "vu que la décision politique est de renoncer définitivement à la construction d'un nouvel hôpital".
Per quanto diciamo che questa delibera è l'atto finale, conclusivo, di una scelta fatta dal nostro Assessore anni fa e che, purtroppo, ha visto concordare anche parte della maggioranza nella passata legislatura e nella attuale legislatura tutta la maggioranza. Questo è il primo dato, per cui questa delibera è complessivamente l'avvio della terza fase di interventi, ma contemporaneamente è uno "stop" a qualunque ipotesi di un nuovo ospedale.
Inoltre, il fatto che questa delibera giunga quasi alla fine di un mandato da parte dell'Assessore - quando probabilmente non c'è una così grande urgenza - ci pone alcuni dubbi. Non credo che sia così urgente provvedere, in questo momento, ad avviare la terza fase, quando - Piano sociosanitario della Valle d'Aosta alla mano - si dice che è stata fatta la prima fase; per quanto concerne la seconda fase si precisa che sono in aggiudicazione i seguenti interventi… e poi si dice che sono previsti i seguenti interventi; quindi, prima ancora che si finiscano i lavori della seconda fase, già si avvia la terza!
Nella seconda fase - notate bene - sono previsti i seguenti interventi (già approvati dal Consiglio) che elenco, così possiamo meglio capire quale cantiere è stato attivato: ristrutturazione del piano terreno e seminterrato dell'ala nord est; realizzazione di un corpo in ampliamento su tre piani fuori terra fra l'ala nord e nord est del Presidio; e poi, un terzo intervento, ancora nel corpo originario del Presidio, che comprende la ristrutturazione del piano secondo e terzo dell'ala nord, realizzazione di un'elisuperficie sulla copertura del corpo di collegamento fra l'edificio originario e l'area chirurgica direttamente collegata all'UB di Medicina, e via dicendo.
Mentre tutte queste cose sono ancora in fase di previsione, già si passa alla terza fase: a questo punto sorgono alcuni dubbi sulla tempestività di decidere questa fase. Il secondo elemento di novità che ha questa delibera è l'orientamento "chiaro", verso la strada della privatizzazione. Qui c'è stata almeno l'onestà intellettuale di dire dove si vuole andare: si vuole imboccare la strada della privatizzazione nel settore della sanità.
Credo che, di fronte a queste due grosse novità, forse sarebbe utile saperne qualcosa di più; allora, le domande che cominciamo a porre rispetto a questo progetto sono, intanto - data la novità contenutistica del progetto - se questo progetto è stato presentato alle parti sociali interessate e se queste hanno espresso qualche valutazione.
Seconda domanda: qui si parla di affidare al privato la gestione dei servizi non medicali del Presidio ospedaliero; si vorrebbe capire meglio cosa significa questo e il costo annuo di tali servizi. Non capisco poi la logica che sottende il fatto che si vuole una bella struttura e poi la diamo in gestione ad un privato perché ne faccia un centro per la riabilitazione, per la lungodegenza; si tratterebbe di capire come mai si è fatta questa scelta.
La quarta domanda non la riprendo qui perché è già implicita in quello che ho detto prima, semmai la riprendo nella mia risposta.
Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Nel congratularmi con la Consigliera Squarzino, che porta giustamente in questa Assemblea un argomento di carattere generale rispetto alle precedenti iniziative consiliari, che sono caratterizzate dal particolare, dal caso singolo al caso di alcuni dipendenti dell'Amministrazione regionale, questo, al contrario, è argomento di dibattito politico in quest'aula.
Riprendo le sue parole quando giustamente dice che questo è un atto conclusivo e finale di un iter iniziato anni fa, approdato con il progetto Limacher, che è stato lungamente dibattuto in quest'aula e fuori; mi limito pertanto a dire che il progetto, nella sua globalità, è stato presentato a tutti e tutti ne sono a conoscenza, essendo un argomento del programma di questa legislatura.
Se invece per "progetto" passiamo alla fase successiva e intendiamo il progetto in termini più tecnici, evidentemente la sede è quella della Giunta regionale, ma quest'ultima si è mossa su una logica di scelta politica a monte; scelta politica che è stata illustrata in II Commissione durante la presentazione del bilancio regionale, in data 16 novembre, alla presenza della Consigliera Squarzino.
Riprendo il passaggio che riguardava questo aspetto, dove dicevo testualmente: "La grossa voce, anche se in termini di spesa non è pesante, è quella che viene definita al capitolo 60310 relativo alla progettazione della terza fase del Presidio ospedaliero; stiamo lavorando per mettere insieme un gruppo di lavoro per partire con il "projet financing" dell'ala nuova del Presidio ospedaliero. È un impegno che durerà tutto l'anno, ma contiamo di arrivare entro fine anno ad iniziare l'iter procedurale per i "promoter", al fine di avere disponibilità di capitale privato perché l'intenzione è di usare questa formula di cofinanziamento pubblico, ma con l'utilizzo di capitale privato per la realizzazione della nuova ala, dando in cambio la gestione dei servizi generali, pulizie, cucine e quant'altro, la realizzazione del parcheggio dell'Ospedale e la gestione del "Beauregard"."
Queste sono le impostazioni e vi assicuro che si tratta di un'operazione grandissima dal punto di vista progettuale, non tanto dal punto di vista finanziario, ma dobbiamo mettere insieme un sistema che attiva il capitale privato. Sapete che i "projet financing" sono di facile attuazione per la realizzazione di opere pubbliche ordinarie, come strade, acquedotti, ma nel Sistema sanitario sono difficilissime. Ci sono adesso timidi esperimenti, l'Ospedale di Mestre e alcuni altri stanno partendo, ma in cambio la nostra grossa offerta sarebbe quella della gestione totale, oltre che dei servizi generali, del "Beauregard" inteso come riabilitazione e lungodegenza, nel senso che il personale attualmente occupato al "Beauregard"viene trasferito in viale Ginevra dove vengono trasferiti i reparti e loro entrano con loro personale, e pago loro i DRG.
Paradossalmente ci guadagno, anche perché pago loro il costo della tariffa, per cui se fanno 60 riabilitazioni, ne pago 60. Questa è l'impostazione politica che ho proposto in Giunta regionale, questo è quanto dicevo, trascritto letteralmente in II Commissione in data 16 novembre scorso: affermazioni che ho avuto modo di fare anche in altre sedi, in incontri sindacali e in altri contesti, per cui non c'è nulla di segreto, al contrario.
Sottolineo, nel contempo, che questa delibera di Giunta regionale, che dà mandato alla Finaosta di ricercare i "promoter", è sotto il segno della sperimentazione e tale rimarrà, perché potrebbe concludersi con un nulla di fatto. Lo dico a scanso di equivoci, perché questa è l'impostazione che è stata data in Giunta regionale che, al contrario di altri, non ha tante certezze in proposito, essendo procedura complessa ed essendo procedura che richiede un'attenta valutazione di merito.
Rispondendo al secondo punto - devo ripetere quanto ho detto in II Commissione - indicativamente i servizi sono: il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti sanitari speciali, il servizio raccolta rifiuti e pulizia aree esterne, il servizio lavanolo biancheria e materasseria, il servizio di pulizia, il servizio di ristorazione, i servizi infermieristici, il servizio barellieri e il riscaldamento…
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
… ripeto, "indicativamente". Sono quei servizi che attualmente sono gestiti all'esterno per un importo di circa 10 miliardi. Sottolineo "indicativamente", perché sono scelte che dovranno essere prese di volta in volta, a seconda della scadenza dei contratti, a seconda delle necessità. Il servizio infermieristico in parte appaltato all'esterno attualmente, dovrebbe concludersi nell'arco di espletamento della procedura: non dovrebbero pertanto più esserci necessità di appalto all'esterno dei servizi stessi.
Rispetto alla terza domanda, mi spiace dover riprendere sempre la normativa, che è la normativa "Bindi"; la legge n. 229/1999, concernente: "Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale", la cosiddetta "legge Bindi", all'articolo 9 bis, dice: "La conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, autorizza programmi di sperimentazione aventi ad oggetto nuovi modelli gestionali, che prevedano forme di collaborazione fra strutture del Servizio sanitario nazionale e soggetti privati, anche attraverso la costituzione di società miste a capitale pubblico e privato…" e poi elenca tutta la procedura da seguire.
Questo è stato il momento politico "chiave", nel quale si sono volute inserire le sinergie pubblico-privato nel Sistema sanitario per tutta una serie di motivazioni che andrò ad elencare, per cui la risposta è che noi stiamo tentando, con difficoltà, di applicare una legge dello Stato che dà questa possibilità, e la dà a ragion veduta.
Le motivazioni sono sicuramente molte altre, e allora vorrei riprendere le premesse di una delibera, che ha fatto l'azienda USL di Treviso, avente ad oggetto: "Adozione del progetto di sperimentazione gestionale finalizzata all'avvio di un ospedale di recupero e rieducazione funzionale, nella struttura di Motta di Livenza", attraverso la costituzione di una S.p.A. mista pubblico-privata, che è una delle formule che vengono utilizzate per il reperimento di capitale privato. L'oggetto è esattamente lo stesso: la riconversione di un ospedale per acuti in un ospedale di riabilitazione.
La riconversione del Presidio, dice questa delibera, ha "il fine di trasformarlo in un centro ospedaliero modernizzato e attrezzato per le funzioni di riabilitazione, inserendolo altresì in una rete nazionale di analoghe strutture per favorire sinergie scientifiche e operative, facilitare la veicolazione verso la struttura in questione della forte domanda di prestazioni di questa natura e qualità, esistente a livello nazionale.".
Una delle motivazioni forti è dunque la riconversione per mettere in piedi una struttura di riabilitazione e lungodegenza - assolutamente carente in Valle d'Aosta e in tutta Italia - per rispondere ad una fortissima domanda di prestazioni, per elevare la qualità del Servizio sanitario regionale - esattamente la nostra stessa motivazione - e per fungere da attrazione dei pazienti dall'esterno, fornendo un servizio più qualificato e di livello più alto di quello attuale in campo riabilitativo, oppure addirittura di un secondo livello, così come migliorare la potenzialità e le opportunità di incremento di performance dell'ospedale, inserendolo in una rete nazionale di strutture pubblico-private, specializzate in riabilitazione, in grado di consentire scambio di informazioni scientifiche e collaborazioni professionali adeguate e garantirne la riconversione in strutture ad elevata specializzazione.
L'obiettivo è di portare ad altissimo livello di qualità una struttura di questo genere, così come in ultimo - e non vorrei fosse preso per il primo - introdurre logiche di gestione aziendale, fortemente orientate all'efficienza produttiva, al controllo di fattori produttivi e alla qualità del prodotto del servizio reso, secondo la migliore tradizione dell'imprenditoria privata, soprattutto locale, mediante l'inserimento nel pubblico di capacità professionali e manageriali presenti nel privato e altrimenti difficilmente acquisibili.
Non vorrei, ripeto, che questo venisse considerato il primo degli obiettivi, ma comunque, in un contesto generale, è uno degli obiettivi che ci si pone, così come altre sono le motivazioni. Innanzitutto, con questa proposta non vi è necessità di mobilità del personale, trattandosi di una funzione, quella riabilitativa a lungodegenza, che viene sì svolta, ma viene svolta impropriamente in modo limitato nel reparto per acuti e che manca in quanto tale in Valle d'Aosta. Questa è una delle motivazioni forti, per le quali ci siamo orientati verso la proposta della riabilitazione e lungodegenza.
Così come la maggiore possibilità di trovare partner privati in una logica di marketing, privati che notoriamente non accettano di gestire servizi come quelli dell'emergenza, servizi che fra l'altro - ulteriore motivazione - rientrano nell'obbligo di garanzia da parte delle strutture pubbliche nel discorso dei livelli essenziali di assistenza.
Una ulteriore motivazione riguarda la facilità di contabilizzazione dei costi ospedalieri, che sono molto più semplici rispetto alla contabilizzazione dei costi ospedalieri in un ospedale per acuti e dei settori della "emergenza urgenza" per tutta una serie di motivi.
Un'altra motivazione riguarda il ritorno economico dell'investimento; a questo riguardo abbiamo avuto precise indicazioni dall'unità tecnica di finanza di progetto, istituita in seno al CIPE, a cui ci siamo rivolti per avere delle consulenze in merito, la quale ci ha detto che la remunerazione dei soli servizi non sanitari, anche se di profilo elevato come quelli che ho citato, che sono i servizi alberghieri e comunque non sanitari, normalmente non garantiscono, da soli, il ritorno economico dell'investimento, per cui la proposta che si avanza è una proposta bilanciata, è una proposta che, a fronte di miliardi di investimento diluiti nel tempo, possano permettere all'eventuale partner privato di fare un investimento che abbia un ritorno economico logico.
Un'ulteriore motivazione è la probabile accelerazione dei tempi di costruzione rispetto ad un appalto tradizionale, e questo mi pare che sia un obiettivo irrinunciabile, tenuto conto che tutti riconosciamo - indipendentemente dalle posizioni che abbiamo assunto su questa vicenda - l'assoluta necessità in Valle d'Aosta di mettere in piedi una struttura di riabilitazione e lungodegenza per diminuire i costi dei ricoveri per acuti, che sono molto più alti, per accelerare il trasferimento delle sale operatorie, costosissime, dal Beauregard in Viale Ginevra, e, di fatto, per poter consentire ai Valdostani di curarsi in loco e non doversi recare nelle poche strutture presenti in ambito italiano. Queste sono motivazioni sufficienti rispetto alle scelte che andiamo a proporre.
Alla quarta domanda, che è volutamente provocatoria, vorrei rispondere non con controprovocazioni ma con dati oggettivi, dati che riguardano i progetti di "projet financing" in corso a livello italiano e che riguardano Regioni del Polo (Lombardia e Veneto, principalmente) e Regioni dell'Ulivo (Toscana, Emilia Romagna), per dire che se vogliamo metterla in ideologia lo si può fare, ma chi lo fa è in controtendenza rispetto a quello che sta avvenendo ovunque, ed è liberissimo di farlo, ma qui, di "ideologia pubblico-privato", proprio non c'è assolutamente nulla, perché sarebbe comodo da parte nostra rispondere che, se di ideologia pubblico-privato si vuole discutere, questa normativa è decollata da una precisa scelta del Ministro Bindi.
Non se ne dolga il collega Beneforti, ma sono obbligato a citare le fonti normative che propongono e invitano le amministrazioni regionali per una serie di motivazioni, che non riguardano solo lo Stato italiano, ma riguardano altri stati a livello europeo, cioè la carenza dei finanziamenti e la necessità di inserire una logica di imprenditoria nel Sistema sanitario pubblico, che impongono quasi alla regione di fare queste sperimentazioni.
E nel momento del monitoraggio delle attività e dei risultati fra le tante domande che ci vengono poste, ci viene anche chiesto se siamo partiti con le sperimentazioni gestionali, se si è tentato di far entrare il privato nel Sistema sanitario mediante il sistema della pubblicità, mediante la vendita delle carte dei servizi, e quant'altro, se siamo vincolati solo al finanziamento dell'Amministrazione regionale mediante il trasferimento dei conti DRG. Queste cose ci vengono chieste, perché la strada è questa. Cito allora la Regione Lombardia, che ha fatto decollare un progetto di "projet financing" per l'Azienda ospedaliera "Ospedale Civile di Brescia", con il titolo: "Projet financing relativo alla concessione di costruzione, gestione, con ampliamento dei padiglioni degli Ospedali civili di Brescia e gestione servizi vari"; cito il Veneto, Azienda USL di Asolo: "Ristrutturazione e completamento di Ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna e esternalizzazione dei servizi non sanitari"; ancora Veneto, Azienda USL veneziana: "Concessione relativa alla progettazione, costruzione e gestione del nuovo Ospedale di Mestre, con 680 posti letto"; cito la Toscana, Azienda ospedaliera senese: "Piano di riordino e sviluppo del Presidio ospedaliero "Le Scotte""; Toscana, Azienda USL 10 di Firenze: "Adeguamento e gestione ex Ospedale di S. Antonino in residenza sanitaria, RSA"; Toscana, Azienda USL di Firenze: "Ristrutturazione e gestione di Ospedale di Greve in Chianti in RSA"; di nuovo Lombardia, Azienda ospedaliera "Eugenio Morelli": "Realizzazione di un centro riabilitativo, ristrutturazione e adeguamento di un padiglione dell'Azienda ospedaliera Morelli, da destinarsi al trattamento di pazienti in coma apallico e gestione dello stesso"; Lombardia, Azienda ospedaliera "Mellini" di Chiari: "Progetto per la realizzazione del Presidio ospedaliero di riabilitazione post acuta (esattamente la nostra) nuovo Ospedale di Rovato; Lombardia, Azienda ospedaliera "Mellini" di Chiari: "Riconversione del Presidio ospedaliero di Palazzolo ad attività socio-assistenziale, orientata all'utenza geriatrica, attivazione unità sperimentale per morbo di Alzheimer, attivazione geriatria per acuti"; Emilia Romagna, Azienda ospedaliera Policlinico di Modena: "Concessione per la costruzione e gestione dell'edificio polifunzionale", all'interno del quale vi è addirittura una destinazione ad uffici di commerciale e alberghiero con operazioni immobiliari trasparenti.
Altro che logica di privatizzare il sistema sanitario! Questa è la logica di far funzionare meglio le cose! Se avete notato, in questi interventi si parla sempre di "costruzione" e "gestione", per i motivi che ho citato prima. Andando nell'applicazione del Piano sanitario, è sufficiente leggere il Piano sanitario regionale, dove la valenza pubblica del Sistema sanitario regionale è fuori discussione.
Si dice che il rilascio di autorizzazioni alla realizzazione di nuove strutture o il rinnovo di quelle esistenti deve tener conto dei fabbisogni complessivi strutturali e produttivi definiti al successivo punto; non ci si limita quindi alla realizzazione di nuove strutture, ma include addirittura il rinnovo di quelle esistenti. Per quanto riguarda l'ospedale, su cui tornerò, si dicono le cose che vengono riprese nella delibera, che riguarda l'aspetto della destinazione pubblica, perché si dice: "È indicato nel fabbisogno altresì il numero che rappresenta il fabbisogno strutturale pubblico, da assicurare nel periodo di validità del piano, con la precisazione che tale obiettivo può essere raggiunto sia attraverso l'impegno diretto della struttura pubblica, che attraverso la stipulazione di accordi con altre strutture pubbliche o di contratti con soggetti privati".
Questo è detto nel Piano sociosanitario, che è legge e che prevede le tre possibilità, perché si dice che la parte rimanente del fabbisogno non coperto dal servizio pubblico può essere soddisfatta dall'offerta privata. Andiamo allora a vedere nel piano che cosa può essere soddisfatto dall'offerta privata.
Nella voce "struttura ospedaliera", se il privato chiede di realizzare nel territorio della Valle d'Aosta una clinica privata, la risposta è "no", a differenza di tanti altri piani sociosanitari regionali del Polo e dell'Ulivo, dove invece a questa domanda si risponde "sì", anche se definendo l'area territoriale; in Valle d'Aosta, invece, nessun privato può costruire cliniche.
Questa sarebbe la volontà politica di privatizzare il Sistema sanitario regionale: libero di dirlo, ma malafede totale! Andiamo a vedere le altre strutture; dopo aver detto che le cliniche private non possono essere realizzate, andiamo a vedere cosa può essere realizzato! Non possono essere realizzati neppure poliambulatori specialistici in Valle d'Aosta, nessuno si è alzato a urlare, a dire, qui siamo in un regime marxista; non possono essere realizzati neppure poliambulatori specialistici in Valle d'Aosta, perché sotto la voce "poliambulatori specialistici" si dice che l'attuale situazione, che prevede, distretto per distretto, i poliambulatori, può essere ritenuta soddisfacente per il triennio di validità del piano.
Andiamo a vedere i centri traumatologici: idem; andiamo a vedere i laboratori di analisi - e ne abbiamo discusso in commissione consiliare e in quest'aula -: in Valle d'Aosta nessuno può aprire laboratori di analisi cliniche privati. Ci siamo limitati ad affermare che all'eventuale aumento delle stesse si ritiene di poter far fronte con il potenziamento dei servizi e i prelievi, ma nessuno può aprire un laboratorio privato, se non un miserrimo ambulatorio dove si prelevano sangue ed urine, che è cosa ben diversa da un laboratorio di analisi privato!
Andiamo poi agli ambulatori di fisioterapia e riabilitazione, eccetera! È un piano che dice chiaramente che tutto è pubblico! Nel dire che tutto è "pubblico", fa questa timida apertura, perché il passaggio che ho letto prima sottolinea che per "pubblico" si intende gestione diretta, vedasi "Ospedale per acuti di Viale Ginevra", gestione con accordi con altre strutture pubbliche, vedasi l'accordo con l'Ospedale di S. Donato Milanese per le operazioni di cardiochirurgia, posso citarne altri, vedasi contratti con soggetti privati, l'ipotesi di gestione del "Beauregard". Concludo con l'ipotesi di gestione del "Beauregard", perché se non ragioniamo nella malafede - ma se ragioniamo in malafede io mi rifiuto di farlo, Consigliera Squarzino, in quest'aula e, a maggior ragione, fuori -, se ragioniamo con i dati di fatto, la proposta è quella che, fermo restando - come dice il piano a pagina 4673 - che abbiamo bisogno di 60 posti letto di riabilitazione e 60 posti letto di lungodegenza, questi 120 posti letto devono essere realizzati nel "Beauregard" e devono essere accreditati e convenzionati all'USL, per cui l'eventuale privato che sceglie l'opzione sa già, da un lato, che ha garantito il pagamento di 120 posti letto (e questo va a suo favore); dall'altro, se vogliamo, sa già che non può gestire ulteriori posti letto per far venire in Valle d'Aosta soggetti che esulino dal rapporto convenzionale con la struttura pubblica; per cui, i 120 posti letto del "Beauregard", sono posti letto "pubblici".
Mi pare di aver dato sufficienti elementi per poter totalmente smentire le affermazioni fatte nel quarto punto dell'interpellanza.
Si dà atto che dalle ore 11,43 presiede il Vicepresidente Lattanzi.
Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Non credo che lei si aspetti da me un'affermazione del tipo:"oh, sono proprio contenta, finalmente ho sentito delle cose vere, fondate, che mi hanno convinto!".
Capisco che lei voglia difendere le sue scelte politiche, ma le sue scelte politiche, proprio perché - come lei diceva - nessuno ha una scelta politica totalmente perfetta, hanno degli elementi critici molto forti e lei non se la deve avere a male se l'opposizione sottolinea gli aspetti fortemente critici: questa è la nostra funzione, Assessore! Se la nostra funzione fosse quella di dire: "sì, Assessore, va tutto bene", allora saremmo in maggioranza!
Lei ha detto: tutti sono a conoscenza di questo progetto, tant'è vero che questo fa parte del nostro programma di legislatura…
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
… certo, Assessore, e lei sa benissimo che su questo punto il nostro movimento ha detto di "no" all'entrata in maggioranza, perché questo era un punto qualificante.
Noi abbiamo detto con chiarezza: "nel programma di governo, se entriamo, chiediamo che si riveda la scelta dell'Ospedale e chiediamo un ospedale nuovo". Questo punto è stato un elemento discriminante fra questa maggioranza e il nostro movimento. Allora è chiaro che questa è una posizione discriminante ed è chiaro che io porto avanti qui, in questa sede, la voce di tutti coloro che non condividono questa scelta di programma.
Lei ha ricordato di aver illustrato a tutti in II Commissione queste scelte; certo, in sede di bilancio lei ha detto quello che voleva fare, non per niente abbiamo detto un "no" chiaro al bilancio, "no" a queste scelte! Non solo, ma vede qui rientra un aspetto che continuamente sollevo all'Assessore, perché l'Assessore parla della sottoscritta attribuendole a volte una non onestà intellettuale; io non credo, può darsi che anch'io sbagli, ma non credo. Ogni volta, però, per dimostrare che sbaglia, lei dà indicazioni che sono fra di loro schizofreniche, fra di loro contraddittorie.
Da una parte lei continua ad affermare - come è stato affermato nel Piano sociosanitario - che tutto deve essere partecipazione e rappresentanza; e con questo sottolinea l'importanza della Conferenza sociosanitaria regionale, l'importanza di giungere a decisioni largamente condivise, l'importanza di un confronto concertativo aperto alla dialettica delle parti, e via dicendo. Dall'altra, su un fatto così importante, lei non ha sentito l'esigenza di interpellare i sindacati! Lei dice tutto nel Piano sociosanitario, certo, Assessore, ma lo abbiamo sempre detto che qui ci sono migliaia di iniziative possibili! I criteri in base ai quali vanno però scelte alcune iniziative piuttosto che altre, perché le une sì e le altre no, e la tempistica, questo nel piano non è stato detto!
Abbiamo sempre detto che questa è una scelta che poi l'Assessore faceva in modo discrezionale insieme alla sua Giunta…
(nuova interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
… per piacere, Assessore, non mi interrompa. Dicevo, che lei fa queste scelte insieme alla sua Giunta, e poi cosa fa per coinvolgere le parti interessate? Fa le conferenze stampa! Pertanto noi conosciamo sempre le decisioni politiche dell'Assessore in conferenza stampa. E questo lei lo chiama "la motivazione", "la concertazione", "le parti interessate"?
Fra l'altro, il fatto di attribuire i servizi non sanitari al privato, richiede tutta una regolarizzazione, ad un calcolo preciso per capire se davvero è così economico! Avete fatto il calcolo di quanto viene a costare, per esempio, il servizio di lavanderia, il servizio di cucina? Perché qui continuano a rimanere i vecchi dipendenti. Quindi l'Ospedale continua a pagare le persone che prima gestivano quei servizi e, in più, paga il nuovo servizio dato in appalto! È stato fatto il calcolo del risparmio effettivo, non fittizio, che questa USL avrebbe… - non parlo di Firenze, Monza o qualunque altro posto - è stato fatto il calcolo effettivo del risparmio che avrebbe l'USL in questo modo? Non lo so!
Lei non può venire a dire che fate questa scelta perché è più economica, perché avete avuto i risultati di uno studio che vi ha detto che questa è la scelta più economica! Vediamo, in concreto, le scelte fatte nella nostra situazione, in modo da poter dire: "l'esternalizzazione dei servizi dà i seguenti risultati?.
Ancora: io sono molto preoccupata dell'elenco che lei ha fatto dei servizi alberghieri o non alberghieri che darebbe all'esterno, non solo rifiuti, mensa, lavanderia e pulizia, ma anche infermieri. A una mia domanda diretta ha detto: "non lo sappiamo"; ma allora quali dati andate a fornire al privato per dirvi di fare un'offerta, se non sapete neanche voi quali servizi volete dare al privato?
Lei dice che non avete certezze sul risultato: a me sembra che non abbiate neanche chiarezza sulle proposte, ed è per questo che chiedevo maggiore informazione! Questo è il primo punto che è collegato al problema dei costi.
Veniamo al problema del privato. È vero che la "riforma Bindi" dice che è possibile, ma non ha detto che è obbligatorio intervenire sempre con il privato! Le motivazioni che lei ha portato sono fra di loro contraddittorie, vada a rileggersi quello che ha detto! Lei, per giustificare il ricorso al privato, ha detto: per elevare la qualità sui servizi al privato Beauregard, vogliamo fare di questo un punto di eccellenza.
Se questo è il motivo per cui si dà al privato, vuol dire che se è affidato al pubblico non ci sono né alti livelli di qualità né punti di eccellenza! Lei ha inoltre detto: se facciamo elevare la qualità dei servizi, può diventare un punto di attrazione anche per altri, ma poi, nel leggere il piano, ha parlato di 120 posti e non di più, perché non possono avere altri posti rispetto a quelli che l'USL paga loro. Come fa a diventare centro di eccellenza se dispone solo di 120 posti letto già pagati dall'Assessorato!
(nuova interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
… lei ha parlato del Beauregard ed ha dato queste indicazioni, per cui io riprendo quello che lei dice! Se poi lei è contraddittorio nel presentare i dati, non è colpa mia!
Ultima osservazione. Sono contenta che lei faccia l'elogio del privato, però un dubbio sorge: in questa regione il Casinò è del pubblico (la Regione); l'energia è pubblica e il pubblico cerca i soldi per mantenere pubbliche queste attività. Solo per la salute si prevede il ricorso al privato? A me sembra che sia un'operazione perlomeno squilibrata!