Oggetto del Consiglio n. 2602 del 8 maggio 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2602/XI Tempistica degli accertamenti da parte dell'INAIL del riconoscimento del rischio d'amianto allo stabilimento "Cogne-Acciai speciali?. (Interrogazione)
Interrogazione A conoscenza che accertamenti in corso allo stabilimento "Cogne-Acciai Speciali" da parte dell'INAIL di Aosta, in merito al riconoscimento del rischio da amianto, avrebbero dovuto terminare entro marzo-aprile;
Visto il tempo trascorso e l'attesa esistenti fra i lavoratori interessati;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interroga
la Giunta regionale e l'Assessore competente per sapere:
1) se è già a conoscenza dell'esito degli accertamenti in atto alla "Cogne - Acciai Speciali", in merito all'esistenza del rischio da amianto;
2) quando intende comunicare l'esito degli accertamenti al Consiglio e alla Commissione Consiliare competente.
F.to: Beneforti
Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) Di questo argomento, rispondendo alla seconda domanda, abbiamo già avuto occasione di parlare in sede di IV Commissione. In ogni caso, per quanto riguarda la questione amianto, che è già stata oggetto di altre iniziative consiliari, la situazione è la seguente: l'INAIL ha esaurito gli accertamenti affidati alla consulenza tecnica, accertamenti che erano finalizzati a ricostruire il rischio amianto nel ciclo produttivo della Cogne secondo un piano che era stato concordato anche con le organizzazioni sindacali.
Ad oggi sono 282 le domande complessive che sono state presentate all'INAIL da parte di lavoratori che ritengono di essere stati esposti al rischio amianto. L'INAIL ne ha esaminate 147, che sono le domande corredate dal curriculum fornito dall'azienda di provenienza, di queste 126 sono di lavoratori ex Cogne e 21 di lavoratori ex Ilssa Viola, anche perché il problema amianto riguardava l'intero settore siderurgico.
Sulla base di questo esame, l'INAIL ha provveduto al rilascio di 22 attestazioni di esposizione che verranno trasmesse all'INPS. Direi che, per quanto riguarda questa prima fase, sono stati rispettati i tempi che erano stati indicati nell'interrogazione sempre del Consigliere Beneforti del febbraio di quest'anno. Per quanto riguarda le restanti 125 domande, l'INAIL sta richiedendo chiarimenti sia all'azienda che alla Fintecna perché i curricula dei dipendenti antecedenti al 1993 non sono in possesso della CAS, ma degli archivi Fintecna, quindi si sta ulteriormente arricchendo la documentazione, mentre l'INAIL è ancora in attesa del curriculum degli ulteriori 135 lavoratori, per arrivare al totale di 282, rispetto ai quali non sono ancora stati forniti i curricula.
L'esame tecnico che è stato fatto dall'ispettore dell'INAIL ha acquisito documentazione e testimonianze rispetto ai reparti in cui si è registrato il rischio dell'amianto, che sono sostanzialmente i reparti a caldo e quelli legati alla manutenzione. Per quanto riguarda alcune aree, abbiamo dati che arrivano al 1985, quindi dovremo acquisire dati dal 1985 al 1990, mentre per alcune aree delle parti a caldo i dati arrivano fino al 1990, anno in cui è modificata la legislazione, quindi le aziende dovevano provvedere al disinquinamento dei siti in cui era presente amianto. Da questo punto di vista è stata sollecitata Fintecna che dovrà fornire elementi per acquisire ulteriore documentazione per completare i curricula che non sono stati ancora completati. Ovviamente le 22 attestazioni di esposizione, come dicevo prima, verranno inviate all'INPS che provvederà di conseguenza in base alle norme della legge.
Président La parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU) Prendo atto della risposta dell'Assessore e del riconoscimento per 22 lavoratori del rischio da amianto. Ci sono voluti dieci anni per sentirsi dire che il rischio da amianto esisteva all'interno della Cogne Acciai Speciali. Oggi - e lo ha confermato con i dati l'Assessore - c'è da colmare il ritardo accumulato, perché in questi dieci anni da parte degli enti preposti non sono stati svolti in tempo utile le verifiche e gli accertamenti che si rendevano necessari, pertanto oggi, davanti ai dati che l'Assessore ci ha comunicato, mi sento di stigmatizzare il comportamento dell'USL, dell'ARPA e anche dell'INAIL, per quanto di competenza, che non hanno fatto il loro dovere perché non hanno fatto rispettare le norme di sicurezza per prevedere il rischio che l'amianto può causare alla salute e alla vita di chi ne viene a contatto.
Noi con interrogazioni e interpellanze abbiamo sostenuto la vertenza aperta dalle organizzazioni sindacali, ma devo dire che non avremmo mai pensato di registrare un ritardo così ingiustificato, ingiustificato perché dal 1992 ad oggi, pur essendo a conoscenza che il "caso amianto" fosse esploso con clamore già nel 1990, l'USL e l'ARPA non si sono mai sentite in dovere di verificare la situazione esistente alla Cogne, come in altre aziende della Valle.
Addirittura c'è stato un momento in cui si è tentato quasi di accreditare presso l'opinione pubblica che non sussisteva pericolo per la salute dei lavoratori, in quanto il rischio, in percentuale, sarebbe stato inferiore a quello previsto dalla legge. Ora occorre colmare i ritardi che i lavoratori sono stati costretti a subire; occorre che coloro che ne hanno diritto possano beneficiare di quanto previsto dalle leggi in termini previdenziali, ma è anche tempo che noi come istituzione, insieme ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, alziamo il tiro in sede locale per ottenere le risposte alle domande che sono state presentate nel più breve tempo possibile e in sede nazionale anche per impedire che l'approvazione del disegno di legge del Centro Destra che prevede la riduzione del 50 percento dei diritti dei lavoratori previsti dalla legge vigente n. 271/1993. In altre regioni ci sono stati convegni, riunioni e anche scioperi, come attestano alcuni volantini che mi sono pervenuti da alcune regioni, e lo hanno fatto per impedire le morti da cancro, per mantenere i diritti conquistati con dure lotte e sacrifici. Noi auspichiamo che l'esempio serva e che certi errori non debbano più ripetersi, almeno in Valle d'Aosta.