Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2588 del 17 aprile 2002 - Resoconto

OGGETTO N. 2588/XI Disegno di legge: "Incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico".

Articolo 1 (Finalità)

1. La Regione promuove l'attuazione degli interventi idonei a migliorare lo stato sanitario del bestiame appartenente alle specie di interesse zootecnico allevato sul territorio regionale ed a salvaguardare le relative produzioni.

Articolo 2 (Disciplina degli incentivi)

1. Per le finalità di cui all'articolo 1, la Regione può concedere contributi in conto capitale fino ad un massimo del cento per cento della spesa ritenuta ammissibile per:

a) il risanamento degli allevamenti da epizoozie e da altre malattie, purché reso obbligatorio dalla vigente normativa ovvero inserito in uno specifico programma comunitario, statale o regionale;

b) la tenuta dell'anagrafe del bestiame e degli allevamenti ai sensi del regolamento (CE) n. 1760/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 luglio 2000, che istituisce un sistema di identificazione e di registrazione dei bovini e relativo all'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine, e che abroga il regolamento (CE) n. 820/97 del Consiglio, del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1996, n. 317 (Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 92/102/CEE relativa all'identificazione e alla registrazione degli animali), e della legge regionale 26 marzo 1993, n. 17 (Istituzione dell'anagrafe regionale del bestiame e delle aziende di allevamento);

c) l'assistenza zooiatrica veterinaria;

d) l'effettuazione di controlli sanitari e di qualità sui prodotti della filiera zootecnica.

2. Possono beneficiare dei contributi:

a) gli allevatori iscritti all'anagrafe regionale del bestiame e delle aziende di allevamento di cui alla l.r. 17/1993;

b) gli enti e gli organismi associativi i cui scopi statutari siano coerenti con le finalità della presente legge.

3. I contributi sono concessi, nei limiti della disponibilità di bilancio, con deliberazione della Giunta regionale, sulla base di specifici programmi dalla stessa approvati.

4. Relativamente agli interventi di cui al comma 1, lettere a), c) e d), i programmi di cui al comma 3 sono elaborati da un comitato tecnico, istituito presso la struttura regionale competente in materia di sviluppo zootecnico, composto da:

a) il dirigente della struttura regionale competente in materia di sviluppo zootecnico, con funzioni di coordinatore del comitato, o suo delegato;

b) il dirigente della struttura regionale competente in materia di sanità veterinaria, o suo delegato;

c) il dirigente dell'unità budgetaria di sanità animale del dipartimento di prevenzione dell'azienda USL, o suo delegato;

d) un funzionario della struttura regionale competente in materia di sviluppo zootecnico.

Articolo 3 (Rinvio)

1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, disciplina ogni altro adempimento o aspetto relativo alla concessione dei contributi di cui alla presente legge.

2. La Giunta regionale stabilisce altresì, anche in relazione alle risorse finanziarie disponibili, le modalità ed i criteri per la concessione e per l'erogazione dei contributi.

3. Le deliberazioni di cui ai commi 1 e 2 sono pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione.

Articolo 4 (Disposizioni finanziarie)

1. La spesa per l'applicazione della presente legge è determinata, per l'anno 2001, in lire 13.080 milioni (euro 6.755.256) e, a decorrere dall'anno 2002, in annui euro 9.850.000.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2001 e di quello pluriennale per gli anni 2001/2003 nell'obiettivo programmatico 2.2.2.05. "Zootecnia":

- per lire 10.080 milioni, per l'anno 2001, e per annui euro 8.300.000, per gli anni 2002 e 2003, mediante la riduzione delle risorse iscritte al cap. 42835 "Interventi nel settore della zootecnia" dello stesso obiettivo programmatico;

- per lire 3.000 milioni, per l'anno 2001, e per annui euro 1.550.000, per gli anni 2002 e 2003, mediante la riduzione delle risorse iscritte al capitolo 69020 "Fondo globale per il finanziamento di spese di investimento", dell'obiettivo programmatico 3.1. "Fondi globali" previsto al punto C.2. "Nuove linee guida nel settore della zootecnia" dell'allegato n. 1.

3. Per l'applicazione della presente legge la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di bilancio e finanze, le occorrenti variazioni di bilancio.

Président Collègues conseillers, ce projet de loi a eu un parcours très long et compliqué. Le projet de loi n° 116, concernant les mesures d'incitations régionales pour l'application des interventions sanitaires en matière de bétail d'intérêt zootechnique, a été présenté le 10 avril 2001 et les Commissions IIIème, Vème et IIème, à différent titre, ont été saisies pour l'examen. Le 15 mai 2001 l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles a communiqué que la notification du projet de loi à la Commission européenne avait été décidée.

La IIIème Commission, dans sa réunion du 5 juin 2001, a demandé une prorogation de 30 jours des délais prévus pour l'examen de ce projet de loi; ces délais sont échus le 16 juillet 2001. L'Assesseur, par sa lettre du 4 septembre, avait par la suite présenté un premier amendement aux dispositions financières de ce projet de loi; il en avait été donné information aux commissions qui n'étaient cependant pas dans la mesure de s'exprimer à ce sujet. L'Assesseur a également été invité à présenter à nouveau l'amendement lors de la discussion générale: il s'agit de l'amendement reformulé qui a été remis aux conseillers en début d'après-midi. Le projet de loi a donc été inscrit à l'ordre du jour de cette Assemblée, soit puisque l'Assesseur avait informé que l'avis en matière de compatibilité européenne était bien parvenu à la Région, soit par échéance des délais prévus par le Règlement. L'Assesseur a également fait parvenir l'amendement, dont je faisais état tout à l'heure et qui a été distribué.

La parole au rapporteur, le Conseiller Cerise.

Cerise (UV) Ognuno di noi si è posto numerosi interrogativi di fronte ai gravi problemi sanitari che hanno colpito e che ancora minacciano la zootecnia europea. Le vicende della mucca pazza poi hanno dimostrato come sia difficile per le istituzioni riuscire a dare delle risposte univoche, risolutive e rassicuranti quando sorgono delle emergenze.

Sono problematiche che dalla sfera eminentemente zoologica si trasferiscono a quella dell'uomo che può essere vittima di malattie dal decorso drammatico e dall'esito letale; di fronte alla gravità di queste conseguenze, perdono di importanza altri aspetti, come quello dei riflessi sui mercati, pur avendo degli effetti devastanti nel comparto della zootecnia e dei suoi derivati.

Quando il problema della BSE pareva instradarsi verso lo schiarimento, abbiamo assistito alla distruzione di migliaia di capi bovini colpiti dall'afta epizootica. Se consideriamo le modalità di utilizzo delle risorse prato-pascolive, il capitale bovino esistente, gli obblighi che derivano nel caso della comparsa di questa epizoozia, possiamo ipotizzare che se ciò avvenisse, sarebbe a rischio l'intero patrimonio bovino della Valle e le relative produzioni, con un loro congelamento per diversi anni.

Sappiamo che alcune situazioni di crisi derivano dalla politica mercantilistica dell'agricoltura europea e che per non incorrere in esperienze trascorse occorre intraprendere una conversione dell'agroalimentare seguendo il principio di meno quantità e più qualità, ma ciò non è ancora sufficiente per quanto riguarda i problemi interni del settore propriamente zootecnico, per il quale occorre trovare una strategia complessiva che coniughi la salubrità degli allevamenti e dei prodotti derivati con l'economicità e le esigenze di garantire i produttori da eventi che impongono l'eliminazione dei capi e la sospensione della produzione di interi centri. Questo disegno di legge va in questa direzione e propone degli interventi intesi a far fare un salto di qualità nella gestione e nella promozione della filiera zootecnica valdostana. Tra gli obiettivi principali vi è quello di perseguire traguardi di salubrità del bestiame e dei prodotti derivati dalla zootecnia assicurando la loro tracciabilità.

La legge è innovativa e promuove iniziative sperimentali il cui successo può incidere significativamente nell'ambito della nostra zootecnia riaprendo le porte a soddisfazioni economiche e professionali che gli operatori si sono visti recentemente negare per numerose concomitanze negative.

Nell'articolo 2 sono indicati gli interventi ammessi a contribuzione e sui quali occorre fare degli approfondimenti. Con la disposizione di cui alla lettera a) la Regione vuole ottenere i seguenti risultati: dotarsi di uno strumento che permetta di far fronte in modo organico ad emergenze sanitarie che dovessero verificarsi - vedasi la problematica della BSE nell'anno 2000 -; poter corrispondere agli allevatori l'indennità compensativa, o cumulativa, a quella dello Stato nel caso in cui si debbano effettuare abbattimenti a causa di epizoozie o altre malattie delle quali l'eradicazione è resa obbligatoria dalla normativa. Il regolamento di polizia veterinaria conta per i soli bovini oltre 25 casi di malattie per le quali à prevista la denuncia obbligatoria e che possono essere causa di abbattimenti.

L'ammontare di questa indennità era precedentemente stabilita nel 50 percento del valore dell'animale dedotte il recupero della carne e l'aiuto statale, ora sarà determinata dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 3 della presente legge sulla base di quanto concordato in sede comunitaria. In ogni caso il sostegno non può superare il 100 percento della spesa complessiva. In questo modo tutti gli allevatori saranno stimolati ad agire tempestivamente nel caso del verificarsi di queste malattie.

Si vuole poi ottenere il seguente risultato: rifondere agli allevatori le spese sostenute per combattere malattie secondo piani resi obbligatori dalla Regione. L'intervento riguarda le fasi della prevenzione, la cura, la lotta (isolamento) e l'eradicazione compreso l'abbattimento nel caso l'animale venga dichiarato irrecuperabile. È prevista una procedura puntuale idonea a garantire l'efficacia dell'azione senza fare venire meno le giuste e cautelative operazioni di controllo sulla correttezza dell'applicazione della misura. Il percorso sarà attestato non solo dalle prescrizioni veterinarie, ma anche dai risultati dei laboratori e dell'istituto zooprofilattico.

Si potrà, in prima istanza, con uno specifico programma avviare una pianificazione mirata contro una malattia che induce perdite qualitative e quantitative rilevanti per la produzione zootecnica: la mastite, patologia che interessa oltre il 20 percento delle lattifere e che per circa il 15 percento risulta al momento non risolvibile. Con l'attuazione di questo specifico programma di lotta alla mastite si aumentano le condizioni per fornire un latte più sano sia se destinato al consumo diretto che alla trasformazione, ove è richiesto il rispetto di standard di qualità per le produzioni tipiche. Sarà compito della Giunta regionale, sulla base delle esperienze passate e avvalendosi dei nuovi e più efficaci sistemi di controllo, trovare delle formulazioni perché in nessun modo possano essere attivati meccanismi premianti l'insorgere di malattie, ma che sostengano solo la loro eradicazione. Questo significa che il trend del numero dei capi e delle aziende sane deve solo aumentare con l'adozione di queste misure perché altrimenti tutta la questione sarà inevitabilmente rimessa in discussione, ben sapendo che a quel punto la collettività non sarebbe più disposta a sostenere il settore.

L'altro punto sul quale occorre essere determinati e usare un linguaggio chiaro, in nome del rispetto delle regole e degli stessi allevatori, è che queste misure nulla hanno a che fare con passati sistemi di aiuti relativi a capi genericamente improduttivi. Per quanto riguarda l'anagrafe bovina, lettera b), non si tratta di un aiuto vero e proprio, ma di sollevare gli allevatori da un onere imposto dalla stessa UE. Essa rappresenta una modalità che ha veste di pubblico interesse, infatti l'accollamento da parte dell'ente pubblico delle spese necessarie a questa importante azione traduce le indicazioni dello stesso regolamento del Parlamento europeo n. 1760/2000 e del Consiglio in data 17 luglio 2000.

In Valle d'Aosta esso è già in uso con la marcatura elettronica effettuata mediante ingestione di un segnalatore leggibile elettronicamente. Tutti gli elementi identificativi sono riportati su supporti informatici e costituiscono una vera e propria banca dati. Si tratta di un'operazione relativamente complessa che richiede soprattutto tempestività, diligenza e oculatezza negli aggiornamenti che devono essere costanti. Occorre puntualizzare che l'iscrizione all'anagrafe del bestiame costituisce lo strumento fondamentale per attuare gli interventi sanitari ed è indispensabile per garantire la tracciabilità degli animali e dei prodotti derivati. Essa è una condizione per ottenere gli aiuti di cui alla presente legge, articolo 2, comma 2, lettera a).

Anche il punto c) rappresenta un aiuto indiretto all'allevatore, ma non inteso in termini di redditività, ma nel senso di facilitargli un servizio importante come quello veterinario. È promosso un interesse di carattere generale rivolto ad assicurare la salubrità del bestiame e di conseguenza dei prodotti derivati. Con questa misura si persegue l'obiettivo di facilitare la presenza del veterinario anche in zone disagiate, coprendo l'intero territorio regionale, nonché nelle festività e nelle ore notturne, restando in carico all'allevatore il pagamento della visita. Si applicano per l'attuazione della misura le norme previste dal regime "de minimis" di cui al regolamento n. 69/2001.

La quarta misura, punto d), riguarda l'effettuazione di controlli sanitari e di qualità sui prodotti della filiera zootecnica. Va specificato che riguardo ai primi si applica il regime relativo ad aiuti da e per conto terzi. Per i controlli di qualità occorre fare un'estensione riprendendo quanto riportato al punto 15.1 degli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore zootecnico", dove si ammettono ad aiuto, nella misura fino al 70 percento per test, la determinazione della qualità genetica o della resa del bestiame. L'attuazione della misura è particolarmente indirizzata a promuovere una filiera della carne recuperando alla rendita e alla produttività una buona parte degli oltre 6.000 vitelli che ogni anno sono destinati all'ingrasso presso aziende di fuori Valle.

È una misura che in sede di applicazione realizza una perequazione tra le condizioni di produzione che si praticano in pianura e quella da realizzarsi presso le nostre più disagiate aziende. Si aprono quindi nuove possibilità di reddito per i nostri allevatori. Dobbiamo ricordare come in Valle si disponga già della totale rintracciabilità in applicazione del regolamento n. 1760 sui disciplinari per la produzione di carne con l'etichettatura, per mettere di fronte al consumatore l'intero percorso dell'animale: dal luogo e dall'azienda di nascita a quello della macellazione.I programmi che pianificano l'attuazione della lotta alle malattie, l'assistenza zooiatrica e i controlli sanitari e di qualità sui prodotti della filiera zootecnica, in base ai quali sono previste le disponibilità finanziarie, nei limiti delle disponibilità del bilancio, sono predisposti da un apposito comitato tecnico.

L'attuazione di questa legge prevede un investimento di circa 14,6 milioni di Euro nel biennio 2002-2003 (al riguardo è stato presentato un emendamento). Con questa norma si da corso ad un'azione che ci pone all'avanguardia nel settore non solo su scala nazionale, per cui essa sarà presa ad esempio da altre.

Si sottolinea la coerenza di questa legge con gli auspici e le sollecitazioni contenute nella risoluzione del Parlamento europeo su 25 anni di applicazione del regime comunitario a favore dell'agricoltura nelle regioni montane. Con essa si completa il quadro normativo relativo al nuovo corso degli aiuti nel settore agricolo, dando pieno adempimento agli impegni assunti in sede di programma di legislatura. Questa proposta di legge ha passato il vaglio delle Divisioni agricoltura, concorrenza e sanità della Commissione europea.

Président La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Perrin (UV) Je veux avant tout remercier le rapporteur pour son illustration très exhaustive, ce qui me permettra une courte intervention. Je veux aussi remercier les fonctionnaires qui ont travaillé à ce projet de loi et aux différentes phases de notification et de négociation avec les services de la Commission européenne.

Je n'ai pas l'habitude d'utiliser un langage trop optimiste, je suis toujours très prudent dans mes déclarations, mais permettez-moi de déclarer face à cette Assemblée toute ma satisfaction pour la présentation de ce projet de loi qui a fait l'objet d'un grand débat et qui va se terminer aujourd'hui par un résultat positif.

Les conclusions de la décision de la commission sont éloquentes, je voudrais les relire: "Le iniziative previste alle lettere a), interventi regionali per il risanamento degli allevamenti da epizoozie e da altre malattie, in particolare quelle previste per la lotta alla mastite bovina, e c), controlli sanitari e di qualità sui prodotti della filiera, possono essere considerate compatibili con il mercato comune, ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del Trattato CE in quanto agevolano lo sviluppo del settore agricolo senza alterare le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse. Le iniziative di cui alla lettera b), assistenza zooiatrica veterinaria, non ricadono nel disposto di cui all'articolo 87, paragrafo 1 del Trattato, in quanto i relativi contributi verranno concessi conformemente alla regola "de minimis"".

La mesure prévue par l'article 2, lettre b), "Tenuta dell'anagrafe del bestiame", n'est pas considérée une aide d'Etat, comme déclaré dans la note envoyée à la commission qui récite: "Il sistema di identificazione degli animali è ritenuta una questione di pubblico interesse e pertanto l'Amministrazione regionale della Valle d'Aosta si assume tutti i costi relativi, senza onere per l'allevatore".

Le projet de loi que nous présentons aujourd'hui représente un des derniers éléments qui manquait à la construction que nous avons bâtie pendant ces années pour réorganiser notre agriculture et surtout pour la mettre en syntonie avec les orientations et les directives de l'Union européenne.

Le Plan de développement rural est un instrument qui se démontre toujours plus important et vital pour le développement des entreprises agricoles et plus en général de l'espace rural montagnard; la loi n° 21/2001, portant dispositions en matière d'élevage et de ses produits, et ce projet de loi complètent le cadre des interventions à faveur de l'élevage.

Les mesures prévues. D?abord, le plan sanitaire, y compris la lutte à la mammite des bovins: il s'agit d'un instrument fondamental pour garantir la santé de nos élevages et surtout la salubrité des produits, le lait et la viande en particulier, garantie nécessaire pour la qualité de ces produits et surtout pour la sûreté et la tutelle du consommateur. Par cette mesure il est possible d'envisager des plans obligatoires concernant tout le territoire et tous les élevages par des interventions de prévention, de contrôle et d'éradication de la maladie. Puis l'assistance vétérinaire qui garantit aussi un service pour les urgences pendant la nuit et les jours de fête; la gestion de "l'anagrafe", enrichie de données utiles pour permettre des contrôles sanitaires de qualité et de traçabilité des produits, est garantie par l'intervention directe de l'Administration régionale.

La mesure concernant le contrôle sanitaire et le contrôle de qualité sur les produits de la filière a pour but la réalisation d'un programme de développement de la production de la viande, avec l'utilisation des races autochtones, races à double aptitude, afin d'augmenter la qualité des produits et le revenu des éleveurs. Il s'agit d'une mesure importante qui pourra valoriser un produit qui a été jusqu'à présent négligé, celui de la viande, et qui, suite à la crise conséquente au phénomène de la BSE, a perdu encore de la valeur et du marché.

Je présente enfin l'amendement concernant l'article 4, "Dispositions financières", assorti de l'avis favorable de la Direction du budget et de la programmation. Nous prévoyons une dépense de 4.750.000 € pour 2002, pour faire démarrer le programme d'interventions, et de 9.850.000 € à partir de l'année financière 2003. Je présente aussi un amendement en demandant la déclaration d'urgence afin de faire progresser l'application de la loi et de donner des réponses concrètes aux éleveurs.

Président La discussion est ouverte.

La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Volevo fare alcune osservazioni su questo disegno di legge, che ha come contenuto alcuni argomenti indubbiamente importanti per il settore zootecnico, del quale più volte è stata sottolineata la crisi che sta attraversando in questo momento.

Il disegno di legge in oggetto è nato come "provvedimento stralcio" rispetto al disegno di legge n. 85, poi diventato legge regionale, sul presupposto di accelerare una procedura che eroga finanziamenti al settore; un disegno di legge che sollevò non poche perplessità e anche contraddizioni qualche mese fa e che sviluppò anche un certo malcontento nel settore zootecnico proprio per la sua mancata attuazione.

Abbiamo letto anche noi le osservazioni che pervengono dalla Commissione dell'Unione europea, la quale sì, è vero, come dice l'Assessore, che si rallegra, non ha obiezioni da sollevare in merito alla detta misura, però a seguire ci sono tre pagine fitte di precisazioni e, a nostro avviso, sono precisazioni di tutt'altro che secondaria importanza. In particolare gli interventi sono di tre tipi: per il risanamento degli allevamenti, per l'assistenza zooiatrica veterinaria e per i controlli sanitari e di qualità sui prodotti della filiera. Per quanto riguarda i primi, ci deve essere un apposito programma che abbia "carattere di obbligatorietà su tutto il territorio ed in tutti gli allevamenti", quindi l'esistenza di un atto pianificatorio. Per quanto riguarda i secondi: "La misura sull'assistenza zooiatrica-veterinaria, di cui all'articolo 2, lettera c), è finalizzata a garantire la reperibilità di un veterinario per gli interventi di urgenza nelle fasce notturne e nei giorni festivi. Le autorità italiane hanno specificato che si tratta di un intervento a favore del veterinario libero professionista, mentre nulla viene erogato a favore dell'allevatore che è tenuto a pagare l'onorario della visita".

Si capisce che questo tipo di misura già va in direzione del veterinario professionista che interviene. Sarebbe interessante avere alcune spiegazioni dall'Assessore su come viene versato il contributo, cioè come interviene questa misura finanziaria a favore del veterinario piuttosto che dell'allevatore, anche perché quest'ultimo è tenuto a pagare l'onorario della visita. Per quanto riguarda il terzo punto: "Le autorità si sono impegnate a rispettare la soglia del 70 percento…" - si presume dei contributi - "… per i test per la determinazione della qualità genetica e resa del bestiame", secondo quanto disposto dagli "Orientamenti comunitari", allora dove sta scritto nel disegno di legge che questa soglia del 70 percento viene fissata visto che qui gli incentivi in conto capitale sono tutti intesi al 100 percento? Se ce lo può spiegare l'Assessore, ci farebbe una cortesia.

Il discorso "dell'idoneo programma di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia", di cui si diceva per il risanamento degli allevamenti, è importante. Il programma deve essere realizzato a livello comunitario, nazionale o regionale.

Che cosa esiste a livello regionale in questo senso? Quali tipi di programma di prevenzione, controllo ed eradicazione della malattia esistono?

Sempre per quanto riguarda il risanamento degli allevamenti, "la commissione esige che esistano disposizioni comunitarie o nazionali, stabilite da leggi o da norme regolamentari o amministrative" e inoltre che "solo le malattie di interesse per le pubbliche autorità… possono essere oggetto di sovvenzione" - cioè di intervento con questo contributo - "e non in casi in cui gli agricoltori devono ragionevolmente rispondere a titolo individuale", dove qui non è previsto alcun aiuto, quindi qui si presume che intervenga la tutela assicurativa. Sarebbe anche interessante che l'Assessore ci spiegasse questa discriminante, questo spartiacque fra il momento in cui interviene la tutela assicurativa - tutela assicurativa alla quale avete consigliato gli agricoltori di procedere, sottoscrivendo i certificati di adesione di cui si è parlato anche in quest'aula in forza di due interpellanze da noi proposte - e quello in cui invece può intervenire il contributo previsto dal disegno di legge n. 116. "Le misure di aiuto devono prefiggersi…" - si dice inoltre - "… la prevenzione, la compensazione o la prevenzione e la compensazione".

Nessun tipo di aiuto può essere effettuato se la normativa comunitaria prescrive oneri specifici per taluni tipi di misure di lotta contro le infezioni o se prevede che il costo delle misure sia a carico dell'azienda agricola. Leggendo i passi di questa nota comunitaria, si capisce che l'incidenza delle prescrizioni è notevole: da un lato abbiamo il disegno di legge che stanzia non pochi milioni di euro a favore di questo settore, d'altro lato vediamo che il campo di azione diventa estremamente ristretto, rigido. Fra l'altro per quanto riguarda il punto b), di cui prima faceva cenno l'Assessore, concernente la tenuta dell'anagrafe del bestiame, si legge che questa è stata ritirata dalla notifica, quindi si presume che questo punto venga stralciato dal disegno di legge. Non viene stralciato, perché? Perché non necessita forse di placet comunitario come suggerito dagli uffici amministrativi dell'Assessorato?

(interruzione dell'Assessore Perrin, fuori microfono)

Se a queste domande l'Assessore potesse dare una risposta ci farebbe piacere.

La considerazione generale che vogliamo fare è la seguente. Sulla base delle indicazioni fornite dalla Commissione dell'Unione europea, questi aiuti possono essere utilizzati se effettivamente il bestiame o meglio il patrimonio zootecnico valdostano si trova in condizioni piuttosto gravi, cioè se ci sono malattie diffuse di un certo tipo riconosciute nell'ambito di questi programmi. Di conseguenza l'ente pubblico interviene e con gli incentivi e con una campagna di risanamento.

Sulla base delle risposte che sono sempre state date alle nostre interpellanze è stato sottolineato più volte che il patrimonio zootecnico valdostano è sano, cioè siamo un "territorio ufficialmente indenne" da certi tipi di malattie e, se ricordo bene, "ufficialmente indenne" vuol dire che la percentuale di capi malati è al di sotto dell'1 percento. Il ragionamento che faccio ad alta voce allora è questo: se il nostro patrimonio zootecnico ha questi livelli di qualità sanitaria e il disegno di legge n. 116 prevede interventi massicci per risanare il bestiame, come verranno impiegati questi soldi, come si interviene a favore di questo settore? Non è che si riesca ad incentivare gli allevatori o qualche allevatore ad ammalare il proprio bestiame per poter ottenere i contributi? L'Assessore ride, sorride anche il Capogruppo Cottino, ma noi in maniera molto prudente e, se vogliamo, da profani gli proponiamo questa domanda perché mi pare di capire che la politica regionale sia stata indirizzata verso la tutela delle diverse filiere produttive, cioè carne, latte e fontina.

Se però si perde la qualifica di "territorio ufficialmente indenne", ovviamente queste etichette di prestigio vengono meno. Il disegno di legge n. 116 interviene proprio per far fronte a situazioni di difficoltà, di disagio; vogliamo capire allora come interviene visto che gli stanziamenti sono tutt'altro che irrisori. L'unica via di uscita, secondo noi, potrebbe essere quella della prevenzione, però non ci risulta che ad oggi ci sia un piano di prevenzione in questo senso.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Solo alcune osservazioni. Credo che sia da tutti considerato necessario rispondere all'esigenza espressa dal mondo agricolo di interventi nel settore zootecnico. Ritengo che su questo dato di principio tutti concordino.

Gli interventi che il disegno di legge presenta sono interventi ricondotti quasi tutti nell'indicazione dei programmi della Comunità europea, quindi sono in linea con quanto prescrive la Comunità europea e per quelli che presentano alcune problematicità viene invocato il principio di deroga perché la Comunità europea dice che gli aiuti, visto che sono destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività, non alterano le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse. Quindi c'è un aiuto che rimane legato alla Regione e non crea turbative negli scambi nel mercato comune danneggiando interessi di altre regioni. È un disegno di legge che è stato, secondo me giustamente, notificato alla Comunità europea perché è opportuno che gli interventi che vengono fatti nella nostra regione si collochino all'interno della politica agricola più ampia.

Il disegno di legge prevede all'articolo 2 quali sono le tipologie di intervento. Credo che il titolo "Disciplina degli incentivi" sia un po' troppo generico e non troppo pertinente, nel senso che l'articolo 2 indica la tipologia di interventi, il tetto massimo di spesa, i beneficiari, ma le cose più importanti, cioè qual è la procedura che viene usata, quali sono i criteri in base ai quali vengono attuati questi interventi, quali sono le risorse che vengono date anche alle varie tipologie di programma, tutto questo non viene detto e tutto viene demandato semplicemente alla delibera di Giunta regionale: ancora una volta questa è una legge di affermazioni di principi e poi tutta la realizzazione è demandata alla Giunta regionale.

Ci si chiede allora: il Consiglio che funzioni ha? Soprattutto tenendo conto del fatto che questo Consiglio ha approvato un piano di sviluppo rurale; noi lo abbiamo approvato con molta convinzione, Assessore, lei lo sa, perché era un piano chiaro in cui si diceva quali erano gli obiettivi che si volevano raggiungere, quali gli strumenti usati, quali procedure, quali priorità, quali interventi, quali azioni e anche per ogni tipologia di azione erano indicati i destinatari e le finalità. Ora, nel momento in cui si è discusso del Piano di sviluppo rurale, era emersa un'esigenza formulata con la domanda: ma qual è il programma del settore zootecnico? Rientra questo o non rientra nel Piano di sviluppo rurale? Era emerso dalla risposta che non rientrava nel piano essendo una cosa a parte.

Però l'ampio settore zootecnico viene affrontato da lei, Assessore, con leggi settoriali come questa, ma senza che siano precisati in modo chiaro gli obiettivi, le priorità, i tempi, gli strumenti. Tutto è demandato alla Giunta che decide. Mi va anche bene che sia la Giunta a decidere, ma dovrebbe farlo all'interno di un piano chiaro che porta alla conoscenza del Consiglio, che il Consiglio approva e su cui esprime le proprie indicazioni politiche. Sicuramente l'Assessore e la Giunta avranno in mente questo piano, ma questo piano finora è presente solo in indicazioni orali, frammentarie in interventi settoriali. Io non l'ho visto, può darsi che ci sia e che non lo abbia visto, quindi la prego, se ci fosse questo piano di sviluppo della zootecnia preciso, di portarlo alla conoscenza del Consiglio.

Ci sono piani settoriali quale, ad esempio il piano carne, il piano qualità per incentivare l'utilizzo della carne; è un piano che deve essere potenziato, ma questo in che rapporto sta con tutti gli altri fattori, soggetti, attività diverse previste in un piano più generale sulla zootecnia? È questo ciò che manca. Non mi preoccupo che sia la Giunta a prendere decisioni specifiche, purché lo faccia a fronte di un piano che è stato chiaramente definito, che è stato approvato, esaminato nelle sedi opportune.

Questo non c'è. Credo quindi che sia questo il limite di fondo in cui si inserisce questa legge: questa legge, affidando tutto in mano alla Giunta e senza che siano state definite politicamente nel Consiglio le grandi linee, si traduce in una somma di svariati miliardi, 28 miliardi di lire in due anni, 2002 e 2003, e poi altri anni successivi, dati in mano alla Giunta, che decide come applicarli, con quali proporzioni, con quale tempistica, con quale priorità.

Vorremmo avere alcune precisazioni su questo e poi, Assessore, già prima che iniziasse la seduta consiliare le avevo accennato che queste e altre domande avremmo voluto discuterle con lei in commissione, avremmo desiderato che questo disegno di legge, una volta giunta la notifica dalla Commissione europea, fosse di nuovo rinviato in commissione. Invece ce lo siamo visto iscritto in Consiglio per decorrenza di termini.

Avremmo potuto oggi chiedere in Consiglio che fosse riassegnato alla commissione. Non l'ho fatto, perché questa richiesta avrebbe potuto essere interpretata come dettata dalla volontà di boicottare la legge. Non posso però, non denunciare un atteggiamento di "non rispetto" nei confronti della commissione dove sarebbe stato possibile approfondire meglio queste tematiche.

Lei sa benissimo, Assessore, che quando in commissione si è discusso di questo disegno di legge - ed era il mese di giugno dello scorso anno -, una serie di domande erano state sollevate e probabilmente su quelle questioni tutti avremmo voluto avere una risposta, cosa che non è stata possibile.

Voglio poi sottolineare una cosa: è vero, lei tutto sommato può motivare la discussione in aula oggi del disegno di legge n. 116 dicendo di aver seguito la procedura indicata all'articolo 69 bis, "atti notificati alla Commissione europea", laddove si dice che il proponente deve depositare gli eventuali emendamenti presso la Presidenza del Consiglio regionale almeno 48 ore prima della seduta consiliare.

Fra l'altro abbiamo avuto oggi l'emendamento al disegno di legge che lei ha presentato, quindi questo emendamento finanziario mi sembra corretto rispetto all'articolo del Regolamento che lei ha richiamato, ma vorrei capire questo successivo emendamento che lei propone sull'urgenza…

(interruzione dell'Assessore Perrin, fuori microfono)

… io chiedo. Poteva proporre prima l'emendamento. Anche da parte sua, Assessore, c'è una non attenzione nei confronti del Consiglio.

Président Une petite précision de nature technique pour l'amendement présenté par l'Assesseur Perrin: le délai de 48 heures est prévu aux fins de permettre à la structure régionale compétente en la matière d'exprimer son avis technique de compatibilité avant la séance du Conseil.

Puisque l'Assesseur a eu la gentillesse d'amener avec l'amendement aussi la déclaration de la structure compétente d'après laquelle: "Si attesta che la dichiarazione di urgenza di cui all'allegato emendamento è disposizione procedurale statutaria, pertanto non necessita di notifica alla Commissione europea", je pense que le problème, Mme Squarzino, est déjà largement défini.

La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (SA) Il disegno di legge n. 116, riguardante gli incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico, rappresenta sicuramente una piccola boccata di ossigeno per il settore dell'agricoltura, alla luce anche delle gravose difficoltà che sta vivendo il mondo agricolo.

Questo disegno di legge prevede l'attuazione di diversi interventi idonei a migliorare lo stato sanitario del bestiame di interesse zootecnico e a salvaguardare le relative produzioni, il tutto attraverso la concessione di contributi in conto capitale, contributi le cui modalità e i cui criteri di concessione saranno stabiliti dalla Giunta regionale con apposite deliberazioni. Questo provvedimento permetterà quindi di completare gli interventi previsti, dall'Assessorato regionale all'agricoltura, per il settore zootecnico, dando pertanto - me lo auguro - una maggiore garanzia agli allevatori per l'attività che svolgono e per il lavoro di selezione degli animali.

Come penso tutti sappiano, questo disegno di legge faceva parte del disegno di legge n. 85, "Disposizioni in materia di allevamento zootecnico e relativi prodotti", che era stato presentato dalla Giunta regionale il 2 giugno 2000 e che era stato poi inviato alla Commissione europea per il parere in merito, "privato" però della parte oggi in discussione. Dopo esattamente un anno il disegno di legge n. 85, dopo la decisione della Commissione europea del 5 giugno 2001, era ritornato vistato da Bruxelles e quindi approvato finalmente in Consiglio regionale nel luglio 2001.

Nel frattempo una parte del testo originario del disegno di legge n. 85 era stata estrapolata, come dicevo prima, ed era stata oggetto di un altro provvedimento legislativo, il disegno di legge n. 116, oggi in esame, che era stato presentato dalla Giunta in data 10 aprile 2001.

Come tutti sapete, il disegno di legge n. 116, dopo un'ampia discussione, a seguito dei pareri degli uffici competenti, fu notificato anch'esso alla Commissione europea per il conseguente parere, parere che è pervenuto il 23 marzo scorso. Il perché di tutto questo complesso iter penso che sia difficile da spiegare, ma ancor più difficile da capire e pertanto ritengo opportuno fare alcune considerazioni personali in merito a questa vicenda dai contorni, come affermavo, non molto chiari e che purtroppo - ed è questa la cosa più grave - ha creato, sta creando e forse creerà un fortissimo malcontento nel mondo agricolo valdostano.

Questa vicenda innanzitutto mette in evidenza le difficoltà di rapporto con l'Unione europea e quanto sia difficile districarsi fra leggi e regolamenti farraginosi che tendono ad uniformare tutto quanto, senza tener conto delle singole peculiari differenze; inoltre questa situazione denota una preoccupante sempre minore autonomia legiferativa e quindi operativa in questo settore così vitale per la nostra Regione, qual è l'agricoltura. Il perché è chiaro: molte decisioni vengono ormai prese a livello europeo, senza che le nostre necessità siano perlomeno prese in considerazione.

Il problema qui in Valle d'Aosta è che non si è stati capaci o si è nell'impossibilità di fare un fronte unico per difendere l'agricoltura di montagna, la nostra agricoltura, che presenta parametri e particolarità uniche, che non possono venire inglobate con quelle delle altre regioni europee, particolarità che mal si addicono alle necessità e alle restrizioni europee, che trattano tutti e tutto allo stesso modo, come se esistesse una sola agricoltura, cioè quella di pianura. Occorre quindi che vengano rafforzate le capacità tecniche e operative degli uffici regionali competenti, che hanno il gravoso compito di seguire gli aspetti procedurali di formulazione e di interpretazione giuridica dei provvedimenti, in modo da dare maggiore certezza agli stessi; infatti è proprio a causa della presenza o meglio dell'ingerenza delle nuove normative europee che la Regione sta incontrando purtroppo maggiori difficoltà ad intervenire, come ha sempre fatto, a sostegno dell'agricoltura.

Dobbiamo svincolarci dal modo di pensare in grande della Comunità europea, teso ovviamente alla difesa di equilibri produttivi di ampio respiro fra i Paesi dell'Unione. Se le regioni non si preoccuperanno di salvaguardare il proprio prodotto tipico locale, non possiamo pensare che questa tutela venga considerata parimenti indispensabile dall'Europa. L'autonomia gestionale ed organizzativa della nostra agricoltura, dunque, mai come oggi, ha la necessità di essere promossa e protetta. Adesso che abbiamo la fortuna di avere da alcuni anni un nostro Europarlamentare è il momento buono per far sentire la nostra voce.

L'Onorevole Caveri ha già coinvolto altri europarlamentari sulle tematiche legate alla montagna; i nostri Parlamentari, Collé e Rollandin, conoscono perfettamente le problematiche della nostra "eroica" agricoltura e sono sicuramente disponibili, ovviamente se interpellati e coinvolti, assieme alla Giunta regionale e a tutto il Consiglio regionale, a battersi per far sentire e sostenere la voce degli agricoltori di montagna e per evitare il ripetersi in futuro della situazione che stiamo attualmente vivendo, esemplificata dall'incertezza sugli aspetti normativi e procedurali, che ha interessato tutto l'iter relativo alla predisposizione dei provvedimenti relativi alla zootecnia.

Il settore da un anno a questa parte è in grave crisi; siamo obbligati a far subito qualcosa come amministratori, altrimenti si rischia veramente di decretare la fine dell'agricoltura in Valle d'Aosta. Questo è un settore nei cui confronti si sta perdendo interesse e convenienza e se lo lasciamo andare allo sbaraglio, senza difendere le nostre particolarità e diversità, di questo settore resterà ben presto solo un ricordo.

Il caso di mucca pazza scoperto l'anno scorso ci ha dimostrato come, in poco tempo, il lavoro di anni possa essere cancellato da eventi più grandi dell'umile ma importantissimo sacrificio che ogni allevatore compie quotidianamente, così come non possiamo dimenticarci del blocco degli alpeggi, dovuto al rischio afta, che ha rischiato, sempre l'anno scorso, di compromettere la monticazione e ha impedito, per un certo periodo, lo svolgimento delle rassegne del bestiame e delle batailles de reines, creando ulteriori e non pochi disagi al settore. Occorre approfittare del fatto che l'ONU ha proclamato quest'anno, il 2002, come "L'Anno internazionale della montagna", e quindi certe problematiche possono e debbono essere più facilmente oggetto di discussione e di analisi.

Inoltre non dobbiamo dimenticarci che questo stesso Consiglio regionale aveva votato all'unanimità, all'inizio dell'anno scorso, un ordine del giorno presentato dal sottoscritto, assieme all'Assessore, e firmato da altri colleghi del Consiglio, ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale a farsi promotrice di una forte azione politica a livello europeo, con il coinvolgimento del proprio Europarlamentare, del Comitato delle regioni, del Comitato economico e sociale dell'Unione europea e di concerto con il Governo italiano, al fine di poter rivendicare una giusta e differenziata attenzione nei confronti delle zone di montagna, attraverso l'attribuzione nei criteri di applicazione di futuri ulteriori provvedimenti di coefficienti che tengano conto sia della particolarità delle aree alpine sia delle caratteristiche morfologiche del territorio, ove tali determinazioni dovranno essere applicate.

Pertanto o in quest'aula gli ordini del giorno vengono votati tanto per dare qualche contentino alle iniziative dei singoli consiglieri regionali, senza preoccuparsi di dare applicazione al contenuto dell'atto votato, oppure occorre oggi più che mai cercare di dare attuazione concreta a ciò che era scritto in quell'ordine del giorno, cercando di lavorare tutti assieme, trasversalmente, per promuovere una politica della montagna incisiva e aderente alle singole reali esigenze collegate alla valorizzazione del patrimonio agricolo montano. Tutto ciò sperando che possa servire a far finalmente capire a livello europeo la necessità di un forte riconoscimento delle zone di montagna come la nostra, non più come zone svantaggiate, ma come zone particolari ed importanti, all'interno delle quali occorre sostenere l'agricoltura, che fra l'altro svolge anche un'importante funzione di equilibrio ambientale e di valorizzazione turistico-paesaggistica.

La seconda considerazione che mi sento di fare, in modo che queste problematiche possano essere meglio affrontate in futuro, è che, vista la complessità dell'argomento e del dibattito in corso, ci sia una maggiore attenzione da parte degli uffici competenti in merito all'iter procedurale dei vari provvedimenti legislativi.

Non voglio fare della polemica, ma in tutta questa vicenda c'è stata da parte dell'Assessorato regionale all'agricoltura una certa leggerezza ed approssimazione nella gestione della normativa, delle disposizioni europee e dell'iter procedurale.

A riprova di questa mia affermazione mi corre l'obbligo di fare alcuni esempi. Basti pensare che un dirigente dell'Assessorato, nella ormai famosa riunione dell'AREV del 10 maggio, aveva in quella sede dichiarato verbalmente che il disegno di legge n. 116, relativo ai contributi per la zootecnia, era "tutto okay" e quindi non necessitava di notifica alla Commissione europea, salvo poi, il giorno dopo, con tanto di parere scritto affermare che: "Risulta razionalmente sostenibile, sotto il profilo dell'opportunità dell'efficienza operativa, che allo stato delle cose si configuri più vantaggioso notificare il disegno di legge n. 116, unitamente ai programmi applicativi, in modo da trattarli congiuntamente in sede comunitaria e da ottenere il parere complessivo in tempi sensibilmente più brevi?, decidendo quindi di inviare tutta la documentazione in materia alla Commissione europea, disattendendo aspettative e dichiarazioni verbali rassicuranti dallo stesso dirigente il giorno prima fornite agli allevatori, riuniti nell'assemblea dell'AREV, dichiarazioni che avevano creato una forte tensione fra gli allevatori e i politici presenti in assemblea.

Un altro esempio riguarda l'Assessore che il 19 aprile 2001 in III Commissione, nell'illustrare il disegno di legge n. 116, affermava - come da resoconto - che: "il testo di legge non necessita di notifica", salvo poi qualche minuto più tardi, a seguito di una domanda, del Consigliere Cerise, sulla necessità o meno di notificare l'atto, rispondere dicendo che è corretto che la commissione approfondisca la questione, anche se ritiene che il disegno di legge non dovrebbe essere notificato - siamo già passati al condizionale - per poi infine, con lettera del 27 aprile 2001, inviata a tutti gli allevatori valdostani, dichiarare che il disegno di legge deve essere notificato alla Commissione europea, dando di conseguenza per certo che il parere richiesto agli uffici competenti dalle Commissioni consiliari II, III e V, parere relativo alla necessità o meno della notifica, richiedeva la notifica dell'atto. Peccato che il parere richiesto, a seguito anche di un ennesimo sollecito scritto del 10 maggio, sia pervenuto ai commissari solamente l'11 maggio.

Questa dilazione di tempi a cosa fu dovuta?

Altro esempio, altro mistero. In origine era stato predisposto dall'Assessorato all'agricoltura un unico disegno di legge, il n. 85, riguardante il settore zootecnico. Questo disegno di legge fu notificato alla Commissione europea il 28 giugno 2000; in seguito fu deciso dall'Assessorato di estrapolare dal disegno di legge, di cui sopra, la parte relativa alla questione sanitaria, predisponendo un atto apposito, cioè il disegno di legge n. 116, giustificando questa scelta con la necessità di intervenire con la massima urgenza nell'ambito sanitario per far fronte alla gravità del momento dovuta ai problemi creati dalla sindrome bovina spongiforme e dall'afta epizootica.

Sta di fatto che però il parere della Commissione europea sul disegno di legge n. 85, senza la parte relativa alla questione sanitaria, è pervenuto nel giugno 2001, mentre il parere sul disegno di legge n. 116, quello creato per venire incontro rapidamente all'urgenza del momento, è pervenuto solo il 23 marzo scorso, ben otto mesi dopo.

Viene da chiedersi chi è stato colui che ha proposto di estrapolare dal disegno di legge n. 85 la parte relativa alla questione sanitaria, anche perché, visto ciò che è accaduto, probabilmente se non si fosse proceduto a nessun stralcio, il disegno di legge nella sua interezza sarebbe stato comunque approvato dalla Commissione europea nel giugno 2001, con una notevole e positiva incidenza sul mondo degli allevatori, evitando polemiche e difficoltà invece oggi più che mai presenti fra gli allevatori valdostani.

Altro problema, comunque in parte già sottolineato, riguarda la necessità della notifica del disegno di legge n. 116. Le polemiche dell'anno scorso hanno visto come primo imputato il Consigliere Cerise e poi le commissioni consiliari, in particolare la III. Oggi, leggendo le comunicazioni della Commissione europea, inerenti l'atto in discussione, se ne deduce che "l'okay" è stato dato comunque invocando la deroga dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c) del Trattato che istituisce la Comunità europea, un parere quindi positivo, ma approvato di misura.

Pensate un po' se invece si fosse proceduto tout court senza alcuna notifica, come qualche membro della Giunta, qualche consigliere, un futuro senatore e qualche funzionario avevano caldeggiato?

Oggi ci troveremmo nella medesima attuale situazione o saremmo forse qui a discutere sul provvedimento preso dalla Commissione europea di annullare gli aiuti concessi al mondo agricolo senza la necessaria notifica, chiedendone la restituzione con il pagamento anche degli interessi, come è successo in Sardegna. Capite da questi esempi come ci si trovi di fronte ad una situazione molto poco chiara, all'interno della quale noi stessi consiglieri fatichiamo a capire tutti i risvolti.

Colleghi consiglieri, mettetevi nei panni degli allevatori: cosa possono pensare di noi amministratori? Immaginatevi la scena di un allevatore qualsiasi che a fine 1999 viene convocato ad una riunione relativa al Piano di sviluppo rurale, dove per esempio sono presenti l'Assessore e qualche funzionario dell'Assessorato, che illustrano le novità previste dall'Agenda 2000, dicendo che i soldi percepiti precedentemente con le misure previste dalla legge regionale n. 30, indicativamente, rimarranno gli stessi, anche se verranno percepiti in base a misure e criteri diversi. L'allevatore, già di per sé contento di questa affermazione, chiede come mai nel Piano che si sta illustrando non si parli di zootecnia.

A questa domanda gli esperti dell'Assessorato dicono di non preoccuparsi in quanto si sta predisponendo un atto legislativo che permetterà di venire incontro agli allevatori nella stessa misura, in termini di denaro, prevista con la legge n. 30 e con gli altri provvedimenti allora esistenti, ma in via di estinzione in conseguenza dell'Agenda 2000. Dopo questa promessa rassicurante l'allevatore torna a casa dalla moglie e le dice che tutto rimarrà come prima, anche se i meccanismi e le modalità burocratiche saranno diverse. Ovviamente l'allevatore decide di fare alcuni investimenti, come già faceva in passato, sapendo di poter contare sugli stessi aiuti finora avuti, forte della promessa fattagli durante la riunione.

Ora, da quel lontano e felice dicembre 1999 passiamo all'aprile 2001, dove l'allevatore si trova di fronte ad una situazione ben diversa: da una parte il Piano di sviluppo rurale, molto complesso e burocratico, prevede degli aiuti nella media non pari, come promesso, a quelli precedentemente avuti, anche se comunque gli aiuti ci sono, ma dall'altra parte per il settore zootecnico c'è "un vuoto assoluto". Esiste un disegno di legge, per di più diviso in due parti, in attesa del parere della Commissione europea.

Il tutto insieme al "problema BSE", all'afta, al crollo del mercato con valori per capo bovino adulto che si aggirano fra le 700 e le 400 mila lire, senza che si vedano all'orizzonte rosee prospettive. Oggi da quella data è passato un altro anno e le prospettive non sono di molto migliorate. È vero che finalmente le due leggi riguardanti il settore zootecnico sono approvate, ma i soldi, permettetemi la battuta, per ora li hanno incassati le assicurazioni, domani li incasseranno i veterinari, ma quando gli allevatori? E le modalità e i programmi operativi di attuazione del disegno di legge n. 116 sono in questi otto mesi di attesa già stati definiti come affermava già in data 11 maggio 2001 il dirigente dell'assessorato nel parere inviato alla commissione? Vi leggo testualmente questo "passaggio" del parere: "Da una parte infatti a distanza ormai di circa due mesi dallo stralcio del disegno di legge, i tecnici del settore interessato hanno informalmente definito gran parte dei programmi operativi di attuazione del disegno di legge, comprensivi di due programmi da assoggettare a notifica, programmi fra l'altro aventi una valenza fondamentale come supporto al settore zootecnico locale in questo periodo molto critico".

O invece dobbiamo ancora aspettare ulteriori tempi morti? L'esubero di capi di bestiame, il loro valore di mercato sempre più basso, come lo affrontiamo? E con quali tempi e metodi? Qualcuno a giustificazione di ciò dirà che il piano riguardante l'intervento relativo all'ipofertilità bovina è stato bocciato dalla Commissione europea, ma siamo sicuri - e a questo punto il dubbio, visti i precedenti, è più che mai legittimo - che i funzionari dell'Assessorato abbiano fatto tutto il possibile per cercare qualche giustificazione a tale intervento, che se fosse passato veramente, avrebbe portato ad un miglioramento della situazione? Come vede, tanti sono gli interrogativi e tantissime sono le perplessità sull'operato dei funzionari dell'Assessorato regionale all'agricoltura in merito a questa vicenda.

La Stella Alpina voterà questo atto, ma vuole anche che si faccia chiarezza per accertare le responsabilità, se ce ne sono, come parrebbe, di questa situazione in modo da evitare ulteriori danni oltre a quelli, ingenti, già fatti.

I contributi previsti per il settore zootecnico sono oggi più che mai fondamentali per la sua sopravvivenza: bisogna da una parte cercare di promettere di meno, mentre dall'altra occorre realizzare fatti concreti, se vogliamo tutti assieme, ognuno con le proprie responsabilità, evitare il ripetersi in futuro della situazione attuale di grande e preoccupante stallo, con gli agricoltori che giustamente rinfacciano agli amministratori le promesse fatte, ma non ancora mantenute, anche perché, facendo delle promesse, si creano sempre delle aspettative, ma se da queste aspettative dipende la sopravvivenza in termini economici di un intero settore, ciò rappresenta un fatto grave che non deve più succedere se veramente si vuole lavorare ed agire per il bene della propria comunità e dei suoi residenti.

Con queste sollecitazioni, anche critiche, che mi auguro vengano recepite positivamente, concludo questo mio intervento nella speranza che l'Assessore voglia impegnarsi al massimo, attraverso un maggior coinvolgimento delle forze politiche e delle associazioni del settore, soprattutto di quelle che hanno dato prova di essere in grado di dare apporti costruttivi, per ridare fiducia e sostegno al mondo agricolo valdostano che, in questo momento, ne ha veramente bisogno.

Président La parole au Conseiller Cuc.

Cuc (UV) Vedrò di non raccontarvi nessuna fiaba in mezzo al mio intervento. Qualche parola in premessa per sottolineare che il settore zootecnico rappresenta per noi tutti, per il sistema valdostano, un elemento economico molto importante. Conosciamo tutti le difficoltà che oggi questo mondo attraversa, tenendo sempre in considerazione quale implicazione nel quotidiano tale scelta di vita comporta.

L'Amministrazione regionale da sempre ha un'attenzione particolare nei confronti di questo settore, consapevole delle difficoltà e delle diversità che caratterizzano lo svolgimento di tale attività in ambienti di montagna come la nostra Valle d'Aosta. Il disegno di legge che oggi ci prepariamo a votare, definisce un insieme di interventi mirati alla valorizzazione dei nostri allevamenti, alla prevenzione di una serie di patologie con specifici piani sanitari programmati e definiti con apposite delibere di Giunta, il tutto finalizzato a garantire un prodotto certificato e di qualità. Migliorare la situazione sanitaria in questo settore è non solo importante per i consumatori, oggi particolarmente attenti alla provenienza dei prodotti, ma è altresì fondamentale per poter garantire la continuità e la salvaguardia degli allevamenti presenti in Valle.

L'istituzione dell'anagrafe del bestiame, che in Valle d'Aosta è stata impostata e realizzata a partire dal 1993 con legge regionale n. 17, è doveroso ricordare che è oggi uno degli obblighi imposti dalla Comunità europea, che con un suo regolamento, il n. 1760/2000, istituisce questo sistema di identificazione del bestiame. Solo con l'applicazione di questo sistema oggi è possibile intervenire, avendo una situazione controllata, con una serie di provvedimenti finanziari mirati a rispondere ad esigenze di tipo sanitario dei nostri allevamenti.

Credo sia importante chiarire, onde evitare incomprensioni, e soprattutto per evitare false aspettative da parte degli allevatori, alcuni punti essenziali non tanto di questo disegno di legge, ma soprattutto le decisioni prese dalla Commissione europea al riguardo delle proposte dei piani sanitari di attuazione, preparati e negoziati con la commissione stessa. Primo: si tratta di un provvedimento che riguarda aspetti sanitari finalizzati alla valorizzazione del prodotto e sicurezza per il consumatore; la definizione delle patologie delle eventuali malattie in cui sarà possibile intervenire finanziariamente sono specificate con molta chiarezza nell'allegato.

Con la preparazione dei piani sanitari, così come già presentati e discussi in Commissione europea, la prevenzione, il controllo e interventi nei casi di necessità di eradicazione di tutta una serie di patologie, come la mastite bovina, la tubercolosi, la brucellosi ed altre, vi è la possibilità di intervento a copertura delle spese sostenute sino al 100%. Sarà la Giunta a disciplinare con proprie delibere le modalità di accesso e di concessione di questi contributi sulla base anche delle disponibilità finanziarie.

La Commissione europea, per l'elaborazione dei programmi presentati e la definizione delle patologie, ha coinvolto, nelle proprie sedi, un gruppo di lavoro formato da veterinari e tecnici competenti che si sono confrontati con i nostri funzionari per le valutazioni dei programmi da attuare. È doveroso segnalare come questi programmi rientrano nel campo di applicazione dell'articolo 87, paragrafo 1 del Trattato. La sola deroga invocabile, così viene scritto, è sempre quella dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), una norma che definisce compatibili con il mercato comune gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse.

Il risultato ottenuto quindi non deve essere sottovalutato! Tutti questi interventi saranno possibili grazie ad un lavoro di confronto e di trattativa condotta con caparbietà e competenza da parte dell'Assessorato. La prova tangibile è proprio nell'approvazione di questi interventi in deroga. Questa è la situazione, queste sono le possibilità di intervento; con senso di responsabilità e soprattutto con chiarezza, dobbiamo prendere atto che le cose sono cambiate rispetto a qualche anno fa; non si tratta di incapacità o di volontà di non intervenire in questo settore.

Le possibilità di intervento devono oggi sottostare a certe regole ed è quindi nostro dovere ricercare sì ogni possibilità di sostegno, che sia evidentemente sostenibile, ma nello stesso tempo, dobbiamo fornire agli allevatori informazioni corrette, in modo tempestivo, ascoltare i loro problemi e confrontarci in modo da evitare ogni equivoco. Interessante è poi, a mio modo di vedere, la disposizione sull'assistenza veterinaria, sempre con la finalità di migliorare la situazione sanitaria e dare la possibilità agli allevatori di reperire un veterinario al di fuori degli orari convenzionali, di poter pretendere di usufruire del loro intervento anche in estate e negli alpeggi.

Essa risponde comunque a parte delle esigenze evidenziate da parte dagli allevatori stessi.

Voglio poi fare una considerazione finale: il disegno di legge che votiamo oggi, oggetto della discussione di oggi, non è stato modificato rispetto allo stesso presentato e votato dalla Giunta regionale il 10 aprile 2001. Oggi la discussione è fatta anche sui programmi successivi, sui contenuti che saranno definiti in seguito con delibere di Giunta. Questo mi permette di affermare che probabilmente il disegno di legge poteva essere votato da questo Consiglio l'anno scorso.

Evidentemente la Giunta aveva votato questo provvedimento consapevole di quello che faceva. La decisione poi di notificare l'intero pacchetto, quindi il disegno di legge e i piani di attuazione, è stata presa dall'Assessore Perrin a seguito delle note polemiche della primavera scorsa che qualcuno ha evocato. Evidentemente chi aveva preparato il disegno di legge aveva lavorato correttamente, vero è che non vi sono delle modifiche, non c'è una virgola di diversità. La situazione odierna è diversa in quanto l'Assessorato ed i funzionari regionali hanno negoziato con la Commissione europea non solo il disegno di legge, ma anche i piani di intervento che saranno in seguito approvati dalla Giunta. Sono due percorsi entrambi percorribili; quale dei due il più conveniente, sicuro, rapido? Forse l'Assessore avrà occasione di fornire a tutti noi delle spiegazioni ulteriori.

Chiudo il mio intervento auspicando che il riconoscimento delle diversità nell'agricoltura e nell'allevamento nelle zone riconosciute di montagna deve essere un motivo di discussione essenziale fra le comunità interessate e gli interlocutori che oggi decidono ovvero la Comunità europea. Personalmente credo nell'Europa, a condizione però che la sua costruzione, l'organizzazione che essa si vuole dare, sia più attenta e soprattutto rispettosa delle diversità rappresentate dalle singole comunità.

Président Y a-t-il d'autres conseillers qui demandent la parole? Je me vois dans la nécessité de clore la discussion générale. La discussion générale est close.

La parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Si dà atto che, dalle ore 19,32 alle ore 19,34, presiede il Vicepresidente Viérin Marco.

Perrin (UV) Con il Consigliere Lanièce condivido la prima parte. Chiaramente, per quanto riguarda le considerazioni di ordine generale, credo siamo tutti d'accordo sulle difficoltà che le nuove procedure, che dipendono dagli orientamenti e dalle direttive dell'Unione Europea, ci impongono e alle quali noi dobbiamo sottostare, però è con non poca soddisfazione che posso riconfermare che con questo disegno di legge abbiamo chiuso il nostro ciclo e abbiamo dato una risposta a tutto il settore dell'agricoltura, prima attraverso il Piano di sviluppo rurale, poi attraverso queste due leggi nel settore della zootecnica e tutto questo è compatibile con gli Orientamenti dell'Unione europea. Credo che sia un risultato non indifferente. In tutto questo chiaramente c'è programmazione, perché se non lo è, non so come debba avvenire la programmazione. La programmazione è stata definita nel Piano di sviluppo rurale e nel settore della zootecnia con degli interventi particolari mirati, una parte dei quali sono già operativi e sono quelli relativi alla legge n. 21. Oggi completiamo questo quadro con interventi di natura sanitaria, un aspetto che ritengo molto importante e fondamentale per il settore dell'agricoltura, proprio per garantire la sanità degli allevamenti, per garantire la qualità dei prodotti, per garantire la sicurezza alimentare, quindi la sicurezza del consumatore. Su questi principi credo che non ci possano essere dubbi.

Per quanto riguarda nel particolare le misure previste, quando parliamo di risanamento, Consigliere Tibaldi, è chiaro che abbiamo già dei piani di risanamento; oggi infatti siamo "ufficialmente indenni" per brucellosi, TBC e leucosi bovina, quindi è un risultato molto importante, anche se non dobbiamo "mollare la guardia", pertanto questi piani sanitari e di intervento continuano. L'elenco ufficiale delle malattie che sono riconosciute fra quelle di cui l'amministrazione pubblica deve farsi carico - perché sono quelle che possono creare problemi proprio a livello di sicurezza alimentare e non solo - è un grande elenco, quindi con questo disegno di legge tutte queste evenienze possono essere prese in considerazione.

Parliamo sempre chiaramente di epizoozie e di malattie, ecco perché - apro una piccola parentesi - la misura dell'ipofertilità non è stata accolta, l'ipofertilità non è annoverata fra quelle che sono le epizoozie e le malattie, ma è uno stato patologico dell'animale, quindi questa misura è soggetta a degli interventi possibili come assistenza tecnica.

Il programma sanitario parla nello specifico del programma della mastite, che è citato nella decisione dell'Unione europea e che è stato accettato fra le malattie che possono essere curate e, nel caso in cui questa cura non fosse possibile, si può arrivare - per l'eradicazione di questa malattia - anche ad eventuali abbattimenti. Qui, Consigliera Squarzino, abbiamo un'altra garanzia: il disegno di legge prevede una commissione tecnica apposita che va a predisporre i piani sanitari. La Giunta approverà, su proposta di questa commissione tecnica, dei piani sanitari, c'è quindi una garanzia tecnica che dà alla Giunta gli elementi indispensabili per valutare e per proporre questi piani sanitari.

Credo che sia giusto fare un'altra osservazione: questo disegno di legge, integrale nel suo testo perché rimane tale, e faccio una piccola parentesi per quanto riguarda il discorso dell'anagrafe: la tenuta dell'anagrafe rimane nel disegno di legge perché non è assolutamente una misura illegittima, ma è solo una misura che non è considerata un aiuto di Stato, quindi non notificabile, come ha detto la Commissione europea…

(interruzione del Consigliere Tibaldi, fuori microfono)

… c'è anche una nostra comunicazione in tal senso che è stata recepita dalla Commissione europea. Non è detto nella nota della decisione perché, non essendo un aiuto di Stato, quindi non notificabile, la commissione chiaramente non si esprime su questa misura.

Per quanto riguarda invece la misura dell'assistenza zooiatrica, questa rappresenta un servizio a favore dell'allevatore e che potrà essere attuato attraverso convenzione. È chiaro che l'allevatore dovrà pagare la sua parte, però è un servizio attivo anche nelle giornate festive e notturne che garantisce all'allevatore quella sicurezza di interventi altrimenti non garantiti. È chiaro che il veterinario è pagato per questo suo servizio, però dà disponibilità al di fuori di quelli che sono i normali orari di servizio della pubblica sanità. Questo è il concetto dell'assistenza zooiatrica recepito in questo nostro disegno di legge.

L'ultimo aspetto, non meno importante, riguarda i controlli sanitari di qualità sui prodotti della filiera. Il Consigliere Tibaldi chiedeva dove mettiamo tutti questi soldi: una parte dei finanziamenti va anche ad incentivare questa misura, anch'essa fondamentale. Noi disponiamo ormai di un "disciplinare carne", che è al Ministero per l'approvazione, per la valorizzazione della nostra carne; abbiamo la possibilità di andare a chiedere all'allevatore il rispetto di tutta una serie di operazioni sia di alimentazione che di controllo su tutta la filiera e questo implica dei costi supplementari, questi costi vengono alleviati nella misura del 70 percento.

Questo disegno di legge è nato con l'obiettivo di dare quelle risposte che ancora mancavano nel settore della zootecnia, ma non solo in tale settore perché sono misure che indirettamente interessano poi i consumatori. Questo è un fatto non di secondaria importanza, sempre più sentito dall'opinione pubblica, ed è una certezza che noi dobbiamo dare con il prodotto di qualità, quello della sicurezza della tracciabilità del prodotto. Tutto questo è possibile in presenza di allevamenti sani, controllati in tutti i settori.

Per quanto riguarda le procedure, credo che i nostri uffici si siano mossi in modo opportuno. Non devono farci indurre in errore le date perché ci sono nella notifica purtroppo dei tempi morti. Sappiamo che un atto notificato deve passare attraverso la rappresentanza italiana, la quale poi notifica alla commissione; generalmente viene affidato il dossier ad un funzionario della commissione e tutta una serie di precisazioni e di giustificazioni vengono fatte "brevi manu" fra il funzionario, che è responsabile del procedimento per la commissione, e il funzionario dell'Assessorato.

Ogni comunicazione ufficiale si deve rispettare l'iter normale, quindi transitare dalla rappresentanza italiana e all'arrivo della nota ufficiale ripartono di nuovo i 60 giorni nei quali il funzionario ha tempo per dare le sue risposte. Questo rapporto - se vogliamo anche di natura personale - è quello che facilita la negoziazione, è quello che accorcia i tempi, anche se i tempi sono comunque inverosimilmente lunghi. È chiaro che non posso assolutamente rilevare delle carenze nei nostri servizi per il lavoro che è stato fatto dal momento in cui è stata fatta la notifica, notifica che comprendeva il disegno di legge completo di un'ampia relazione e supportato già da una bozza dei piani a cui vorremmo dare attuazione. In conclusione ribadisco la mia soddisfazione per questo risultato. Ribadisco la mia soddisfazione per questo risultato proprio perché andiamo a chiudere il cerchio e finalmente possiamo dare tutte le risposte.

Non è vero che i finanziamenti vanno solo alle assicurazioni, come ho avuto modo di chiarire anche in seguito ad interpellanze in merito. L'assicurazione è uno strumento legittimo, è uno strumento che l'allevatore può utilizzare liberamente per ovviare ad alcuni imprevisti, per affrontare con maggiore tranquillità e certezze La gestione aziendale. Non vedo come questa misura possa essere così demonizzata. È un elemento in più a cui è stato possibile dare attuazione per rispondere a delle reali esigenze degli allevatori.

Ringrazio ancora il relatore per la chiarezza e soprattutto per l'onestà intellettuale con cui ha affrontato questa relazione. Sappiamo il dibattito che c'è stato intorno a questo disegno di legge, dibattito portato anche nell'assemblea dell'AREV, come ricordava il collega Lanièce; l'aver affrontato in un modo molto tecnico questa relazione credo sia stata la risposta più precisa a quelli che sono i contenuti effettivi di questo disegno di legge, al di là di tutte le polemiche fatte a suo tempo.

Ringrazio il Consigliere Cuc anche per alcune precisazioni che sono già state fatte in vece mia su alcune contestazioni precise.

Il mio invito è a votare un disegno di legge che dà una risposta concreta al settore della zootecnia.

Président La parole au Conseiller Cerise.

Cerise (UV) Non vorrei che qui si fossero ripresi alcuni aspetti di questa vicenda che per certi versi sono delle piaghe che si pensavano rimarginate. Vorrei riprendere allora il discorso di quanto è successo a Pollein per vedere se riusciamo ad identificare quanto meno il "possibile nemico". Qualche tempo dopo che la Giunta regionale aveva deciso di notificare alla commissione - peraltro, secondo me, molto correttamente - il disegno di legge n. 116, fummo invitati tutti a partecipare all'assemblea annuale dell'AREV presso il Centro polivalente di Pollein. Chi partecipò a quella riunione avvertì immediatamente che c'era in quella sala, peraltro gremita, un evidente clima di ostilità nei confronti dei consiglieri regionali, di qualcuno in particolare, fra cui il sottoscritto.

Questa era una situazione che conseguiva ad un "tam tam" che cadenzava quel ritornello secondo il quale la III Commissione consiliare aveva bocciato questo disegno di legge causando un danno immenso agli allevatori in quanto - questo è il punto - l'approvazione della legge avrebbe consentito di abbattere un numero di capi improduttivi per stalla uguale a quello che si poteva effettuare con le precedenti misure e con gli stessi indennizzi.

Questo era l'assunto. Ora è chiaro che intanto c'era l'attesa della possibilità di abbattere con degli indennizzi che erano molto più remunerativi rispetto a quanto era possibile ottenere in quel momento nel quale, oltre ai limiti degli aiuti, vi erano condizioni che avevano e che hanno decretato tuttora il crollo del prezzo della carne e un generale deprezzamento del capitale bovino degli allevatori. Ricordo che una vacca, che prima valeva qualche milione, di colpo valeva poco più di qualche centinaio di biglietti da mille. Questa era l'attesa. Volevo solo aprire una parentesi.

Mi pare che ci siano ancora dei dubbi sul fatto che si sarebbe dovuto procedere alla notifica; invito caldamente chi ha ancora queste perplessità a prendere visione di quanto è riportato dalla Commissione europea su questo documento nella decisione assunta a pagina 3, terzo capoverso; chi poi avesse altri dubbi, lo sollecito ad esaminare la sentenza della Corte di Cassazione civile n. 5087/2001, Sezione I, e a leggere gli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo", dove puntualmente sono previste queste misure. Questo è un punto che è stato troppo poco sottolineato, invece queste misure sono misure congrue, peraltro previste negli "Orientamenti comunitari", lo stesso disegno di legge è testuale rispetto agli "Orientamenti comunitari", c'è una parte negli "Orientamenti comunitari", dove si dice che: "lo Stato notifica…", eccetera.

Semmai è da censurare - e qui sono d'accordo con alcune osservazioni che sono state fatte -, semmai è da protestare nelle sedi opportune sul fatto che l'esito della notifica arriva un anno dopo! Questo è vergognoso e dovrebbe essere oggetto di una presa di posizione dura di questo Consiglio per far sapere che questo è inaccettabile! Poi, se vogliamo, possiamo anche ritenere discutibili - questo è un altro punto - i criteri con cui la commissione esamina sotto il profilo della concorrenza gli atti che vengono predisposti. Queste sono due argomentazioni diverse, ma la notifica è fuori discussione.

Torniamo alla riunione di Pollein. Il tono degli interventi fu molto polemico e acceso, non mancarono attacchi personali che, per quanto mi riguarda, continuarono anche dopo in altra sede. È vero, io ho sostenuto una posizione, forse l'Assessore non era sulla stessa posizione, ma poi questo è un discorso che mi sembrava chiuso e non ci voglio più tornare e ringrazio l'Assessore per l'apprezzamento che mi ha rivolto prima. Il discorso lo voglio riprendere perché sono state fatte delle affermazioni che non vorrei uscissero fuori e aprissero di nuovo tutta una serie di "accoltellamenti".

Dico subito che personalmente non ho nessun tipo di risentimento nei confronti di quegli allevatori o almeno nei confronti di coloro, che erano in evidente buona fede e confidavano negli aiuti che erano stati loro ventilati per uscire da una situazione di difficoltà in cui si trovavano e non per colpa o altra loro imputabile ragione, quindi ritengo che molti di loro erano anch'essi le vittime di disoneste illusioni che qualcuno ha seminato. Ricordo ancora che dopo il Consigliere Bionaz cercai di spiegare quali erano i termini della questione, ma mi fu di fatto impedito e in ogni caso i pochi chiarimenti che cercai di illustrare non furono certo presi in considerazione, anzi fui brutalmente licenziato, come si dice.

C'è stato poi l'episodio del dirigente dell'Assessorato che - forse, in difesa, magari lo avrei fatto anch'io - asserì che il disegno di legge, avendo avuto la sua firma di legittimità, era sufficientemente dotato per entrare nella sala del Consiglio regionale senza altro adempimento. È chiaro che in quella sede questa dichiarazione fu dirompente, ci fu l'applauso popolare di apprezzamento, ma fu dirompente perché mise in una condizione di difficoltà non solo i consiglieri regionali, ma la Giunta regionale, che aveva notificato la legge, quindi si era fatta in un certo senso ricattare dalla III Commissione - perché questa di notificare era una pura esigenza della III Commissione - così era stata "venduta" la cosa. Le affermazioni di questo dirigente erano in parte vere perché, sostanzialmente, è anche così, bisognava dire il resto, cioè che la legge senza la notifica rimaneva inefficace, come poi peraltro lo stesso dirigente dice nella sua relazione ventisei giorni dopo in cui si asserisce che era chiaro che, in caso di adozione di siffatti provvedimenti, si sarebbe reso necessario provvedere alla notifica dei relativi programmi applicativi unitamente alla legge da cui discendevano.

Voglio fare il punto della situazione. La III Commissione non ha mai espresso un parere su questo disegno di legge, men che meno lo ha bocciato, questo lo voglio sottolineare perché, se vi ricordate, si è detto in più occasioni che la III Commissione aveva bocciato il disegno di legge.

Voglio ricordare che su di esso, almeno da parte della maggioranza, c'erano state delle valutazioni peraltro tutte positive, seppure informali. È vero, la III Commissione ha colto dei rilievi circa la necessità di notifica e si è limitata a volersi documentare in merito ma, nell'interesse del mondo agricolo e della stessa Regione, non per una posizione di contrapposizione per altri interessi!

Questa era l'unica ragione. Seconda cosa: l'approvazione della legge non avrebbe consentito di erogare legittimamente alcun aiuto senza notificare e gli atti e la legge, ma questo avrebbe determinato dei ritardi e un invischiamento burocratico da parte del Governo regionale con tempi biblici e con gravi penalizzazioni per la stessa azione di governo della Regione e degli allevatori. Infine - vengo al punto ancora più spinoso - gli aiuti, particolarmente attesi e sostanzialmente surrogatori di quelli previsti dalla legge n. 15, non sarebbero arrivati né in tempi brevi né in tempi lunghi perché non sarebbero mai arrivati perché non erano previsti da nessuna legge.

Era una colossale bugia che è stata detta - io dico - artatamente, qualcuno ha la responsabilità di questa infamia e voglio dirlo a tutti coloro che con manovre, silenzi o altri comportamenti hanno fatto credere che l'approvazione di questa legge avrebbe dato il via all'erogazione di aiuti con modalità e importi analoghi a quelli che si davano con la legge n. 15. Voglio dire senza mezzi termini che si vergognino sia per la disonestà intrinseca alla cosa, sia per avere carpito la buona fede ed avere illuso in un momento difficile coloro che con sacrifici svolgono un lavoro che è un servizio, persone che in gran numero sono i tenutari delle più profonde e genuine origini dell'identità valdostana e che anche per questo la nostra comunità ha verso di essi della gratitudine.

Per quanto mi riguarda - lo voglio dire ad alta voce - rifarei esattamente quello che ho fatto, solo che lo farei con molta più determinazione.

Il disegno di legge che approviamo non è di facile gestione e ha delle implicanze molto delicate, credo che sarà necessaria una coralità di intenti e di comportamenti affinché gli allevatori ottengano degli aiuti congrui per sostenere le loro attività in relazione agli obiettivi che la Regione e l'Unione europea hanno concordato e che - lo ricordo - vogliono promuovere e non solo per far sopravvivere la zootecnia, perché questo è il salto di qualità di questa legge: non è una legge di mero sostegno, tanto per far vivacchiare qualcuno, ma è per far fare un salto di qualità.

Credo che "fughe in avanti", come sono state ipotizzate, sia intese a forzare la mano - con attitudini di sottobanco tipo quelle che si sono espresse in quel di Pollein - alla Giunta, che - ricordo - è condizionata dagli accordi presi con la Comunità europea, per sostegni non pertinenti o un uso della legge intenzionalmente indirizzato verso forme di speculazione, si ritorceranno sul settore, per cui è bene che chi ha di queste intenzioni sia fin d'ora considerato un "anticorpo" che danneggia questo settore così importante per la nostra Valle.

E, qualora dovessimo trovarci, da qui a qualche tempo, di fronte a fatti ripetitivi di quanto è avvenuto in alcuni bui passaggi del risanamento, sarebbe poi difficile giustificare l'ulteriore sostegno al settore, per cui chi si rende responsabile sappia di che tipo di responsabilità si riveste.

Infine, per evitare che si diffonda, come è già successo, il male dell'informazione falsa e strumentale e, per agevolare un'azione coerente e organica, - mi permettano i componenti della Giunta - credo che sia importante che, in sede di definizione dei piani e dei programmi e prima di stabilire le modalità e l'entità delle misure, siano trovati tavoli di partecipazione, se possibile di concertazione e di condivisione, assolutamente di informazione e di messa a punto della comunicazione.

Che nessuno si permetta più di uscire da un tavolo e dire esattamente il contrario di quello che lì dentro è stato detto perché questo è un terreno esplosivo e questo deve essere fatto con tutte le associazioni interessate!

A questo punto mi auguro che i piani e i programmi siano inviati alla commissione competente e che ne possano prendere visione anche i consiglieri regionali. Non arrivo a chiedere il solito inserimento nella legge che mi sembra pleonastico. Sono piani e programmi che devono avere una grande divulgazione in maniera che tutti si sentano coinvolti. Credo che questo sia il modo più efficiente per evitare conflitti e pericolose derive.

La politica e l'agricoltura, soprattutto in questo momento, hanno reciprocamente bisogno di fiducia e creare le basi affinché questa si rafforzi giova ad entrambi e soprattutto alla Valle d'Aosta.

Voglio concludere facendo una considerazione: l'applicazione della legge n. 21, ex disegno di legge n. 85, sta dimostrando che, nonostante la Commissione europea, così tanto demonizzata, è possibile avviare aiuti importanti che vanno al di là delle stesse aspettative e dare delle risposte agli allevatori. Io credo - e mi auguro - che ciò possa avvenire anche per questa legge.

Président Je propose de procéder à l'examen, article par article, et de faire lieu, à la fin, aux déclarations de vote.

Je soumets au vote l'article 1er:

Conseillers présents: 32

Votants: 30

Pour: 30

Abstentions: 2 (Frassy, Lattanzi)

Le Conseil approuve.

Je soumets au vote l'article 2:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 30

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Je soumets au vote l'article 3:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 30

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Je donne lecture de l'amendement n° 1 présenté par l'Assesseur Perrin:

Emendamento L'articolo 4 è così sostituito:

"Articolo 4

(Disposizioni finanziarie)

1. La spesa per l'applicazione della presente legge è determinata, per l'anno 2002, in euro 4.750.000, e, a decorrere dall'anno 2003, in annui euro 9.850.000.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2002 e di quello pluriennale per gli anni 2002/2004 nell'obiettivo programmatico 2.2.2.05. "Zootecnia":

- per euro 3.200.000, per l'anno 2002, e per annui euro 8.300.000, per gli anni 2003 e 2004, mediante la riduzione delle risorse iscritte al cap. 42835 "Interventi nel settore della zootecnia" dello stesso obiettivo programmatico;

- per annui euro 1.550.000, per gli anni 2002, 2003 e 2004, mediante la riduzione delle risorse iscritte al capitolo 69000 "Fondo globale per il finanziamento di spese correnti", dell'obiettivo programmatico 3.1. "Fondi globali" previsto al punto C.1. "Incentivi regionali per l'attuazione degli interventi sanitari a favore del bestiame di interesse zootecnico" dell'allegato n. 1.

3. Per l'applicazione della presente legge la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio e finanze, le occorrenti variazioni di bilancio."

Je soumets au vote l'article 4 dans le texte qui découle de l'amendement n° 1 présenté par l'Assesseur Perrin:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 30

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Je donne lecture de l'amendement n° 2 présenté par l'Assesseur Perrin:

Emendamento "Dopo l'articolo 4 del disegno di legge n. 116 è aggiunto il seguente:

"Articolo 4bis

(Dichiarazione d'urgenza)

1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione."

Je soumets au vote l'amendement:

Conseillers présents: 33

Votants: 30

Pour: 30

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina, pour déclaration de vote.

Squarzino (PVA-cU) Secondo me aveva più senso fare prima la dichiarazione di voto, per spiegare il senso del voto che abbiamo dato perché a questo punto abbiamo già votato…

Riprendo quanto detto nel precedente intervento, siamo favorevoli alle misure previste per la zootecnia. Ci lasciano perplessi due cose: l'assenza di un piano generale e l'assenza dei piani di settore che l'Assessore dice già di avere, ma di cui noi non disponiamo. Io credo che questa legge, essendo una legge quadro schematica e scheletrica nella sua struttura, è accettabile. Noi seguiremo con attenzione e chiederemo che vengano portate in commissione le bozze dei piani in modo che si possano discutere. Prego poi l'Assessore di venire un giorno in commissione o in Consiglio a presentare le linee, gli obiettivi della promozione della zootecnia perché questa legge non promuove la zootecnia, ma promuove iniziative che vanno nella logica di migliorare lo stato sanitario del bestiame. Questo è un obiettivo, ma penso che non sia l'unico obiettivo nel campo zootecnico. Mi auspico di avere presto, Assessore, l'elenco degli obiettivi che lei intende realizzare nel settore zootecnico.

Président La parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI) Abbiamo ascoltato le precisazioni che ha cercato di fornire l'Assessore in sede di discussione generale.

Senz'altro questa legge è pesante sotto il profilo finanziario perché gli stanziamenti sono di notevole entità, ma è piuttosto leggera o meglio fragile per quanto riguarda l'impalcatura perché dalle sue stesse risposte, Assessore, questa legge più che di promozione, come qualcuno auspicava, è una legge di sostegno e di puntello ad un settore che, sì, ha bisogno di sostegni e di puntelli, ma avrebbe soprattutto bisogno di rilancio.

La questione nodale ruota intorno al discorso della qualità sanitaria del patrimonio zootecnico valdostano e agli interventi di risanamento, ai controlli sanitari, all'assistenza zooiatrica e veterinaria che sono previsti in questa normativa. Risanamento, assistenza zooiatrica e veterinaria e controlli sanitari non sono certamente interventi volti al rilancio, ma alla prevenzione, alla tutela.

Le ho chiesto dove andavano a finire questi soldi, lei mi ha risposto che in buona parte sarebbero finiti nella qualità dei prodotti delle due filiere, che rappresenta una porzione del punto d). A dispetto del titolo di questa legge, mi pare di capire che vogliate concentrare le risorse - se quello che lei dice corrisponderà poi ai programmi attuativi che porrete in essere - su una parte estremamente ridotta di quella che è l'articolazione degli interventi, ma con quali modalità verranno erogati i contributi, per quali malattie?

Lei ha fatto l'esempio della mastite, non vorremo che il patrimonio bovino valdostano fosse caratterizzato da mastiti a go-go nelle diverse stalle per potere ottenere questi contributi, non vorremmo che certi allevatori utilizzassero queste modalità finanziarie per potere riconvertire o liquidare le proprie aziende zootecniche, visto che molti allevatori si stanno chiedendo quanto valga la pena oggi come oggi andare avanti in queste condizioni.

Gli interventi di prevenzione per debellare le malattie di cui si prevede la diffusione come saranno organizzati?

Prima mi pare di capire che sulla base di certi piani bisogna individuare le malattie e poi si interviene. "Alcune malattie…" - diceva l'Assessore - "… sono già state individuate dai programmi comunitari". TBC, BRC e leucosi: siamo qualificabili come "territorio ufficialmente indenne", speriamo di rimanerlo; non vorremmo, ripeto, che questa legge fosse un'occasione unica e irripetibile per qualcuno che vuole cogliere delle opportunità.

Per quanto riguarda i punti b) e d), il primo è stato stralciato e lei ha detto, Assessore, che non necessita di placet comunitario perché lo dice una comunicazione degli uffici assessorili. Speriamo che sia davvero così. Non vorremmo che gli inghippi burocratici, che si sono verificati lo scorso anno e che qualcuno prima di me ricordava, fossero forieri di cattive notizie fra qualche mese.

La stessa cosa per quanto riguarda la soglia del 70 percento prevista per i controlli sanitari, dove lei dice che finiranno una buona parte dei finanziamenti qui previsti: come mai non è stato previsto un emendamento? Un emendamento che comunque non incide sulle regole della concorrenza previste dall'Europa, bensì recepisce un'indicazione comunitaria che qui è stata formalizzata in maniera estremamente chiara.

Ultimo punto: i programmi di intervento, che sono poi il corpo di questa legge e che ancora mancano. È vero che c'è una norma che rinvia alla programmazione, però è altrettanto vero che a distanza di un anno, nelle more di questo placet comunitario, non c'è ancora traccia dei programmi di intervento.

Ci auguriamo che questi programmi di intervento siano orientati soprattutto alla prevenzione affinché non si verifichino quelle situazioni deprecabili che magari si sono verificate in passato, dove gli animali allevati si ammalavano con una certa facilità e con grande convenienza da parte di qualcuno.

Président La parole au Vice-président Viérin Marco.

Viérin M. (SA) Partirei dalle considerazioni che ha fatto il collega Cerise, considerazioni che noi in parte condividiamo, pertanto faremo un discorso molto stringato, ma molto chiaro, per non essere fraintesi.

Questa vicenda è durata tre quattro anni, a partire dal 1999. Lei, Assessore, si ricorda le discussioni che abbiamo fatto in quest'aula e anche il confronto che abbiamo fatto fuori da quest'aula, sull'analisi del Piano rurale 2000-2006, sulla necessità di fare due leggi quadro: quella della zootecnia e quella del piano rurale.

In tutta questa vicenda vogliamo ribadire le cose sulle quali non siamo soddisfatti e soprattutto le nostre preoccupazioni di oggi e di domani. Non siamo soddisfatti perché c'è stata in questa vicenda una certa approssimazione nell'iter della procedura e l'approssimazione certamente non dipende dall'Assessore in quanto ci sono persone pagate per seguire tale aspetto.

Siamo insoddisfatti perché - qui richiamo le cose che diceva prima il Consigliere Cerise - noi dovremo ragionare in maniera diversa e riprenderò questo aspetto parlando delle nostre preoccupazioni.

Siamo insoddisfatti perché la Comunità europea non ha approvato la fattibilità del piano dell'ipofertilità, qui bisogna però essere sinceri se vogliamo camminare con un passo diverso: è stato presentato un piano sull'ipofertilità che ancora oggi nessuno di noi è a conoscenza dei suoi contenuti e di come è stato presentato alla Comunità europea, come si può fare il consigliere e non poter sapere niente di atti che vengono presentati alla Comunità europea e poi venire solo a conoscenza che non sono stati approvati?

Siamo insoddisfatti perché vi è stata poca informazione e una certa assenza della concretezza, del confronto e del coinvolgimento delle forze politiche di maggioranza, la Stella Alpina più volte ha chiesto di confrontarsi su queste cose alla luce del sole. Siamo insoddisfatti perché la disponibilità finanziaria del settore zootecnico per l'anno in corso è comunque diminuita, quindi noi dobbiamo essere anche sinceri con il mondo agricolo, cioè 7-8 miliardi in meno di spesa per il settore agricolo e zootecnico quest'anno.

Siamo preoccupati in senso generale perché la burocrazia è ancora lì e fa passare la voglia di continuare a fare questo duro mestiere dell'agricoltore e so che l'Assessore condivide pienamente questo aspetto. Siamo anche preoccupati perché continuiamo a basare certi aiuti sulle malattie e in questo difficile momento del settore agricolo pensiamo che gli allevatori saranno costretti a fare una scelta: fallire oppure chiedersi se non è meglio avere qualche capo ammalato. Questa è una domanda che dobbiamo porci! Siamo preoccupati perché la maggior parte degli aiuti, andrà non nelle tasche degli agricoltori, ma transiterà solo nelle loro tasche perché gran parte di questi aiuti si trasferirà in maniera definitiva presso le tasche dei veterinari, dei tecnici, degli assicuratori, dei fornitori di attrezzature specializzate ecc.!

Siamo altresì preoccupati per il fenomeno dell'abbandono della montagna perché è poco quello che si è fatto fino ad oggi per il raggiungimento di tale scopo, infatti il fenomeno dell'abbandono delle campagne e dell'attività agricola è in continua crescita. Siamo preoccupati per i tempi che ancora saranno necessari affinché i piani siano pronti e io mi auguro che si verifichi quello che l'Assessore ha dichiarato poco fa, cioè che in poco tempo siano pronti, siamo però comunque preoccupati sui tempi e sulle conseguenze dell'effettiva quantità di risorse finanziarie che verranno erogate in merito a 4.750.000 € rimasti nel capitolo di bilancio.

Queste sono preoccupazioni, quindi non sono accuse a nessuno, ma sono preoccupazioni che tutti noi dobbiamo avere per cercare di trovare soluzioni alternative. Non possiamo continuare a dire: "Abbiamo tutto risolto, state tranquilli, prima o poi arriverà tutto".

È importante quindi "tallonare" la Comunità europea con una costante presenza politica e tecnica con una presenza permanente di un esperto a Bruxelles perché è sempre più importante avere immediate informazioni su questo settore, creare quelle relazioni necessarie con la struttura comunitaria, costituire un gruppo di lavoro sia per le ricerche di possibili diversi aiuti al mondo agricolo rispetto agli attuali.

Occorre rafforzare le capacità tecniche della dirigenza degli uffici regionali, riteniamo che ci siano alcune carenze in queste capacità; "in senso pratico" avevamo chiesto già in passato di vedere di reinserire il premio di marchiatura inserendolo fra le spese ammissibili per la certificazione DOP, l'altra cosa che chiederemmo è di rivedere le motivazioni, perché oggi non le sappiamo, del rifiuto da parte della Comunità europea sul piano dell'ipofertilità e ricercare eventualmente una seconda proposta da formulare alla Comunità europea.

Queste sono due cose sulle quali la Stella Alpina lavorerà nei mesi futuri. Vi è poi un'altra richiesta già formulata ed è quella di vedere per le aziende agricole in crisi di congelare per due o tre anni i mutui proprio perché lo abbiamo fatto per altri e le motivazioni le abbiamo trovate: lo abbiamo fatto per gli eventi dell'alluvione, lo abbiamo fatto per le conseguenze del Tunnel del Monte Bianco e così via, quindi riteniamo che si debba ragionare anche su questo versante.

Questo intervento è stato fatto per cercare di dare un contributo sulla delicata situazione della zootecnia e per fare una riflessione su quello che è stato, il nostro voto sarà a favore, come già anticipato dal collega Lanièce solo perché almeno si possa iniziare a dare qualcosa anche se sarà poca cosa per risollevare il settore.

Président La parole au Conseiller Cottino.

Cottino (UV) Vorrei fare alcune riflessioni ad alta voce e prendo l'occasione della dichiarazione di voto per poterlo fare. Parto dalle dichiarazioni fatte nel secondo intervento dal collega Cerise non per poi dire esattamente il contrario (come ha fatto un Consigliere che ha detto di apprezzare l'intervento), ma perché voglio sottolineare le "cose buone" che ha detto convinto che alcune di queste siano fondamentali per il futuro del settore zootecnico e anche perché ritengo necessario che dagli organismi regionali, passino all'esterno in modo corretto. Non è immaginabile che si prendano certe posizioni all'interno delle commissioni poi, appena si "mette piede" fuori da queste, le si cambino completamente facendo trasparire "cose" completamente diverse. Così facendo creiamo delle aspettative che sono false e alle quali contribuiamo in modo scorretto.

È vero, probabilmente molti di noi - io compreso - qualcosa in più speravamo e il semplice fatto di aver presentato alcuni progetti dimostra che non eravamo soltanto noi seduti da questa parte ad aspettare maggiori possibilità da parte della Commissione europea. Questo non è avvenuto e oggi si viene "a piangere sul latte versato", sulle varie posizioni che ognuno di noi ha tenuto nel tempo, posizioni che qualche volta non sono neanche state così chiare. Fuori dal palazzo sì, ha ragione il collega Cerise, sono state chiare, anche troppo chiare e sono andate persino al di là delle aspettative persino, creando dei grossissimi problemi. Io credo che questa legge sia innanzitutto urgente e l'Assessore ha fatto bene a proporre l'emendamento sull'urgenza, altrimenti correvamo il rischio di perdere ulteriore tempo e se c'è un qualcosa su cui recriminare, non è andare a vedere se il funzionario A o il funzionario B, o in particolare il Consigliere C ha tergiversato o perso del tempo, ma è sicuramente sul tempo che è stato perso soprattutto dalla Comunità europea. Non è la prima volta, che prendiamo delle posizioni in questo senso e credo che non guasti ribadirle.

Voglio ancora sottolineare un'altra cosa: nel prosieguo dell'applicazione di questa legge, il discorso dell'informazione e di un tavolo di concertazione si rende sicuramente necessario nell'interesse di tutti. Qui è bene essere chiari: si rende necessario nell'interesse degli allevatori in particolare, ma credo che si renda altrettanto necessario e importante anche per noi onde evitare che all'esterno arrivino informazioni che non sono quelle corrette che abbiamo sostenuto, che non sono quelle per le quali in qualche caso ci siamo battuti. Credo che ci siano dunque da fare, dal punto di vista dell'informazione corretta, dei grossi sforzi e, per fare questo, occorre utilizzare nel modo più proficuo tutte le associazioni, anche se sovente all'interno di queste associazioni non tutto va nel senso che si vorrebbe. Perché?

Perché ancora una volta può darsi che ci sia qualcuno che ha tutto l'interesse a creare malumore: così come nell'aula consiliare. Se così è, spetta a noi smentire con il massimo di precisione, senza pensare alle elezioni del 2003, che sono sicuramente importanti, ma che devono passare in secondo ordine rispetto all'importanza di certi problemi che coinvolgono interessi economici di grande livello, in settori molto disagiati e con problemi notevoli, problemi che sono certamente superiori a quelli che ogni consigliere può avere per il 2003.

Président La parole au Président de la Région, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Le Gouvernement votera en faveur de ce projet de loi, mesure importante - nous estimons - voire même nécessaire ou indispensable si nous voulons gouverner ce moment qui est sans doute un moment de difficulté pour le monde agricole parce qu'il est confronté à ces grandes transformations. Des transformations par ailleurs qui sont nécessaires si nous voulons assurer la sauvegarde de ce secteur et surtout si nous voulons lui assurer ces éléments de compétitivité, de solidité qui sont, eux, également nécessaires. C'est à cet égard que nous parlons de promotion de ce secteur. C'est un moment de transition qui nécessite également d'une unité d'action et qui devrait nous appeler à un sens de responsabilité et, plutôt que de rechercher un bouc émissaire, il faudrait que tous ensemble nous définissions quels sont les véritables problèmes.

Il est vrai, il y a un problème de compatibilité avec l'Union européenne, mais nous devons en tout cas faire les comptes avec l'Union européenne, à moins que quelqu'un nous propose de sortir de l'Union européenne, Conseiller Lanièce, faisons des propositions qui soient réalistes, qui soient praticables.

Quant aux procédures, et donc quant aux temps de réponse, nous ne pouvons accepter qu'on doive attendre des années avant d'avoir une réponse. Je suis tout à fait disponible de soumettre nos lois à l'approbation de l'Union européenne pour un jugement de compatibilité, mais l'on doit nous donner des temps définis.

L'on pourrait appliquer, nous l'avons introduit dans notre législation, le "silenzio-assenso". Il est en tout cas important de ne pas rechercher à tout nix un bouc émissaire.

A cet égard il y a sur ce projet une responsabilité du Gouvernement dans sa globalité, un Gouvernement au sein duquel sont présentes toutes les forces de majorité, Messieurs Lanièce et Viérin Marco.

Nous avons voté, nous avons promu, nous avons sollicité ces mesures et donc si vous voulez retrouver un bouc émissaire, en ce moment cherchez-le dans le Gouvernement tout entier et si vous déclarez votre insatisfaction par rapport à une conduite, une procédure ou par rapport aux mesures proposées, votez contre. Ce serait plus correct de voter contre parce qu'il y a sur ce thème une responsabilité de ce Gouvernement. Alors il faut choisir: ou on est au Gouvernement ou on est à l'opposition, on ne peut pas "tenir les pieds dans deux chaussures". Vous devez faire un choix.

Nous allons vers une période délicate et nous ne pouvons pas accepter que l'on puisse s'exténuer en des petits jeux électoraux. Qu'on le dise avec toute franchise: s'il y a insatisfaction, les portes sont ouvertes. Peut-être les "effets positifs de l'inondation" pour les anciens Autonomistes maintenant sont dépassés et donc il n'y a plus une exigence de solidarité, mais qu'on nous le dise! C'est inutile de continuer dans ce petit jeu.

Sur ce projet de loi il y a la responsabilité du Gouvernement et ce Gouvernement votera en faveur de cette mesure, dans sa globalité, y compris le représentant de la Stella Alpina, dont font partie les Autonomistes.

Président Je ne vois pas la possibilité, M. le Vice-président, de vous donner la parole, puisque vous avez déjà eu droit à votre temps de parole pour déclaration de vote. D'autres collègues de votre groupe peuvent le faire, mais non vous-même.

Je soumets au vote la loi dans son ensemble:

Conseillers présents: 32

Votants: 29

Pour: 29

Abstentions: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)

Le Conseil approuve.