Oggetto del Consiglio n. 2548 del 3 aprile 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2548/XI Indagine dell'ARPA nel Comune di Châtillon circa i livelli di inquinamento. (Interpellanza)
Interpellanza Visti i risultati dell'indagine condotta dall'ARPA della Valle d'Aosta su commissione del Comune di Châtillon, circa i livelli di inquinamento presenti all'interno del territorio di detto Comune;
Appreso che esistono alti livelli di inquinamento, specie per quanto riguarda il settore acustico e soprattutto quello elettromagnetico;
Vista l'alta percentuale di abitanti del comune che sono esposti a livelli di inquinamento, che supera di gran lunga quella nazionale e precisamente: per quanto riguarda l'inquinamento acustico l'8% del territorio supera i livelli limite diurni previsti dalla legge, che si attestano su 70 decibel e il 61% del paese supera i limiti notturni che sono di 60 decibel; per quanto riguarda l'inquinamento elettromagnetico il 2% della popolazione vive al di sopra degli 0,5% microtesla, contro una media nazionale di 0,3;
Visto inoltre dal rilevamento dell'ARPA che l'attuale progetto di realizzazione di barriere acustiche lungo l'autostrada, non risolve il problema dell'inquinamento sollevato dagli abitanti della zona;
Ritenuto opportuno prevedere interventi finalizzati all'abbattimento di tali livelli di inquinamento, onde tutelare la salute dei cittadini;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) se è a conoscenza dei dati rilevati dall'Arpa nella zona del comune di Châtillon;
2) se ritiene che esistano situazioni di oggettiva pericolosità per la salute dei cittadini;
3) se e come, intenda intervenire onde eliminare, o almeno limitare, le cause dell'inquinamento acustico e quelle dell'inquinamento elettromagnetico.
F.to: Squarzino Secondina - Beneforti - Curtaz
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Come credo tutti sanno, è stato effettuato un rilevamento dei livelli di inquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico nel territorio del Comune di Châtillon, rilevamento fatto in tempi diversi, nel senso che, mentre il rilevamento dell'inquinamento elettromagnetico risale al 2000, gli altri sono stati fatti più recentemente. Come premessa, vorrei fare, da una parte, un plauso all'Amministrazione comunale che ha voluto attivare un'iniziativa per avere i dati reali sulla situazione del territorio comunale e anche perché ha voluto informare la popolazione su quella che è la situazione del proprio territorio. Sicuramente questo rilevamento è finalizzato a verificare poi cosa fare per risolvere o per attutire situazioni problematiche che si sono verificate. Vorrei anche qui riconoscere pubblicamente le capacità dell'ARPA, il modo capillare con cui hanno condotto l'indagine, la serietà professionale.
Dal rilevamento emergono alcuni dati che molti hanno letto sui giornali, ma che vale la pena di riprendere perché estremamente significativi, non parliamo dell'inquinamento atmosferico, per il quale non ci sono, per fortuna, elementi preoccupanti, parliamo invece di due tipi di inquinamento: l'inquinamento acustico e quello elettromagnetico.
Per quanto riguarda l'inquinamento acustico, durante il giorno l'8 percento del territorio comunale supera i limiti previsti dalla legge, che sono 70 decibel, e durante la notte la situazione si fa molto più grave perché non più l'8 percento, ma il 61 percento del territorio supera i limiti previsti dalla legge, fissati in 60 decibel: molto di più di Courmayeur, molto di più di Aosta. Si tratta veramente una situazione preoccupante. Questo è il primo elemento che è emerso.
Il secondo dato che è emerso riguarda l'inquinamento magnetico che è generato dai due elettrodotti ad alta tensione che attraversano il territorio. Lo studio dell'ARPA ha passato al vaglio in modo accurato tutte le persone residenti nella zona a rischio; si sono monitorate tutte le case e ne sono stati rilevati i dati. Non si superino giustamente i 100 microtesla, che è il livello di riferimento per gli effetti acuti ma, rispetto ad un livello di precauzione che potrebbe attestarsi sullo 0,5 microtesla, si verifica che nel territorio di Châtillon il 2 percento della popolazione vive al di sopra di questo livello a fronte dello 0,3 percento della media nazionale. Questo rapporto quindi ci dice come è forte, dal punto di vista percentuale, il dato della popolazione che è soggetta all'inquinamento magnetico. Questo è un dato molto preoccupante, Assessore, credo che lei stesso, quando ha visto questi dati, che forse in parte già conosceva, si sia preoccupato della situazione. Ora, quali sono le cause principali di queste due tipologie di inquinamento? Mi sembra che siano abbastanza evidenti: da una parte, per quanto riguarda l'inquinamento acustico, la presenza dell'autostrada richiede effettivamente che siano predisposte delle barriere acustiche.
Diciamo che paradossalmente - forse questo ragionamento interessa più l'Assessore Vallet o il collega Lanièce che ha fatto le battaglie su questo tema - le stesse barriere acustiche che si è previsto di realizzare lungo l'autostrada a difesa di una scuola, essendo previste solo da un lato, non fanno altro che rinviare dall'altro lato dell'autostrada il rumore per cui invece di attutire non fanno che rinviarlo, aumentato, dal lato opposto. Questo è un problema su cui soffermarci.
Il secondo elemento scatenante dell'inquinamento è la presenza di quei due elettrodotti ad alta tensione; chi ha avuto modo di verificare i dati… è abbastanza impressionante vedere come l'inquinamento aumenti mano a mano che aumenta il livello della casa, quindi più basso ai piani bassi, più alto ai piani superiori. Non solo, ma nella stessa abitazione nel lato che è esposto all'elettrodotto l'inquinamento è molto alto rispetto al lato opposto della casa; questo ad indicare che effettivamente quella è la causa scatenante.
Allora cosa fare? Credo che tale problema non riguarda solo il Comune; ritengo che il Comune non possa risolverlo solo con i propri mezzi, con i propri strumenti, con le proprie competenze; credo che la Regione possa, e spero voglia anche, intervenire; spero che la Regione, di fronte a un problema di questo genere, non si trinceri dietro al fatto che non è di sua competenza, che non può fare nulla. La Regione può intervenire, si tratta di capire se e come vuole intervenire.
Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV) Inizierò a rispondere al terzo quesito e poi passerò al secondo e al primo perché proprio su questo argomento la Consigliera ci chiede se e come intende intervenire il Governo regionale. Qui bisogna distinguere i ruoli e le competenze. Il Governo regionale e il Consiglio hanno un ruolo di programmazione e di legislazione, cosa che puntualmente è avvenuta, mentre l'aspetto gestionale è in capo agli enti locali e, rispetto all'inquinamento acustico, ai sensi delle disposizioni vigenti, quelle contenute nella legge n. 447/1995, nel DPCM 1° marzo 1991 e DPCM 14 novembre 1997, spetta appunto ai comuni la zonizzazione del territorio ai fini acustici e l'individuazione dei relativi limiti da rispettare in relazione alla destinazione urbanistica delle diverse zone. Spetta comunque ai diversi soggetti che provocano la sorgente rumorosa l'adozione di tutte le misure atte a mitigare l'inquinamento: in caso di strada di interesse regionale l'Amministrazione regionale, se è strada comunale l'amministrazione comunale, se è autostrada il soggetto gestore. Nel caso del Comune di Châtillon, come è stato rilevato, il rumore risulta derivante principalmente dall'arteria autostradale, in relazione a ciò spetta alla società di gestione Autostrada l'adozione di tutti i provvedimenti necessari atti a ricondurre i livelli di rumorosità nei limiti previsti. A proposito di limiti, e ritornerò su questo, è bene precisare che, anche in mancanza di specifiche disposizioni che fissano i limiti da rispettare per il traffico autostradale anche in assenza di zonizzazione acustica da parte del comune, sono comunque in vigore i limiti diurni e notturni fissati dall'articolo 6 del DPCM 1° marzo 1991.
Rispetto all'inquinamento elettromagnetico, fermo restando che gli interventi di bonifica dovranno anch'essi essere attuati dai gestori, manca al momento il decreto previsto dalla legge quadro sull'inquinamento elettromagnetico contenente i valori di cautela per l'esposizione residenziale a campi a 50 hertz. In mancanza di tale atto legislativo è impossibile definire le tratte che dovranno essere oggetto di progetti di bonifica, i valori limite attualmente in vigore, 100 microtesla, non sono superati ovviamente e neppure avvicinati da nessuna parte.
La legge quadro 22 aprile 2001 sulla protezione dall'esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici prevede all'articolo 9 che, entro 12 mesi dall'entrata in vigore del decreto ministeriale con il quale sono fissati i limiti di esposizione, decreto che non è stato ancora adottato, i soggetti gestori degli elettrodotti presentino una proposta di piano di risanamento al fine di assicurare la tutela della salute e dell'ambiente prevedendo i progetti che si intendono attuare per rispettare i limiti di esposizione e i valori di attenzione, nonché per raggiungere gli obiettivi di qualità stabiliti dal decreto stesso, come prioritarie dovranno essere indicate le situazioni in prossimità di destinazioni residenziali, scolastiche, sanitarie con particolare riferimento alla popolazione infantile. Il piano di risanamento va presentato al Ministero dell'ambiente per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 chilowatt, per tutti gli altri alla Regione; i piani devono essere approvati entro 60 giorni; il risanamento degli elettrodotti deve essere completato entro dieci anni dall'entrata in vigore della legge.
Sono fissati invece al 2004 e al 2008 i termini entro i quali completare le azioni di risanamento previste dal DPCM 1992 per non rispetto dei limiti di esposizione oppure delle distanze. Con DPCM 23 aprile 1992 sono stati fissati i limiti di esposizione… ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale di 50 hertz negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. L'articolo 7 del medesimo decreto prevede la possibilità di individuare azioni di risanamento nei tratti di linee elettriche esistenti, dove non risultino rispettati i limiti e le condizioni imposte dagli articoli 4 e 5 del decreto stesso, limite di esposizione e distanze di rispetto dagli elettrodotti. Il decreto fissa anche i tempi per la definizione dei criteri generali di intervento e i criteri di priorità.
Rispetto al secondo quesito…
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
… rispondo a quanto mi si chiede; se mi si chiedono i limiti, vado a prendere il decreto.
Rispetto al secondo quesito: situazione di oggettiva pericolosità per la salute dei cittadini per quanto riguarda l'esposizione a campi magnetici a 50 hertz, dovrebbe essere ormai nota a tutti la situazione assai cauta degli organismi internazionali in merito alla pericolosità delle esposizioni continuative a campi magnetici a 50 hertz, a livelli tali da non indurre alcun effetto acuto. Gli effetti acuti si hanno per livelli, come è stato detto, di esposizione molto più elevati, oltre i 100 microtesla.
L'organismo di riferimento a livello mondiale per la classificazione dei fattori di rischio per l'insorgenza dei tumori è la IARC (International Agency for research of cancer) collegata all'Organizzazione mondiale della sanità. I diversi agenti presi in considerazione sono classificati in cinque gruppi riguardo al loro effetto cancerogeno sull'uomo: sicuro cancerogeno, probabile cancerogeno, possibile cancerogeno, non classificabile, probabile non cancerogeno. La IARC non si è ancora pronunciata sulla cancerogeneità dei campi elettrici e magnetici a 50 hertz, tuttavia un altro istituto, il NIESH (National Institute of environmental health science), americano, prendendo in considerazione l'insieme dei risultati delle indagini epidemiologiche di laboratorio condotte e usando i medesimi criteri classificatori della IARC, ha valutato i campi a 50 hertz come possibili cancerogeni.
A titolo di riferimento in questa medesima categoria rientrano sostanze non certo guardate con sospetto come il caffè, la saccarina, i sottaceti. Sempre a titolo di riferimento, fra le sostanze cancerogene si trovano tra le altre le bevande alcoliche, l'amianto, il benzene, mentre fra le sostanze probabilmente cancerogene si trovano fra le altre la formaldeide e diverse sostanze organiche presenti nei gas di scarico dei veicoli a motore, della famiglia degli idrocarburi policiclici aromatici. Questo per dire in quale campo di azione stanno ragionando gli organismi scientifici internazionali: si passa dal caffè all'amianto e agli idrocarburi. Certo è che se il rischio c'è, è piccolo. La legislazione italiana, la legge quadro già citata, la legge n. 36/2001, adotta in proposito un atteggiamento prudenziale prevedendo l'adozione, oltre ai valori limite - appunto quelli dei 100 microtesla -, di valori di cautela da utilizzare come elementi di definizione di priorità per interventi di bonifica.
Questi valori di cautela non sono ancora stati definiti, essi vanno in ogni modo intesi appunto come linee guida, non come valori al di sopra dei quali il campo fa male e al di sotto non fa niente perché un rapporto causa/effetto fra esposizione prolungata e l'insorgenza di tumori non è stato ancora accertato.
Rispetto all'indagine effettuata nel Comune di Châtillon, senza ripetere quanto già detto dalla Consigliera Squarzino, per quanto concerne i livelli di campo magnetico a 50 hertz generati dai due elettrodotti ad alta tensione transitanti sul territorio comunale, i dati sono risultati in estrema sintesi i seguenti: 325 persone residenti a distanza inferiore a 100 metri rispetto all'asse degli elettrodotti; 221 persone residenti in abitazioni da livelli medi annuali di campo magnetico a 50 hertz, da elettrodotti ad alta tensione superiori a 0,1 microtesla, 92 elettrodotti ad alta tensione superiori a 0,2 microtesla e 8 nuclei familiari "interessati" da elettrodotti ad alta tensione superiori a 2 microtesla.
Cento metri - ricordo - è un generico parametro di prossimità all'elettrodotto considerato abitualmente in questa indagine; 0,1 microtesla un valore al di sotto del quale non si può più parlare di influenza specifica dell'elettrodotto rispetto ad altre sorgenti domestiche; 0,5 microtesla un livello assunto come valore di cautela nel progetto del decreto del Ministro Bordon che, come è noto, è stato bloccato dal Ministro Veronesi, valori superiori ai 2 microtesla configurano una situazione di notevole prossimità all'elettrodotto.
Per quanto riguarda invece la rumorosità ambientale, sono stati effettuati rilievi in 24 punti di misura, in orario diurno 10,00-13,00 e notturno 22,00-24,00, nella stagione invernale e primaverile.
È emerso che, in orario diurno, nell'8 percento dei rilievi effettuati (e non nel territorio perché questo dato è erroneo nella premessa dell'interpellanza, Consigliera, e lei ha ripreso questo argomento: le percentuali, qui si riferisce alla ricerca dell'ARPA, sono riferite al numero dei rilievi effettuati e cambia notevolmente la situazione e non rispetto a tutto il territorio del Comune di Châtillon) si sono rilevati livelli superiori a 70 decibel e, in orario notturno, nel 61 percento dei rilievi effettuati, si sono rilevati livelli superiori a 60 decibel; i 70 e i 60 sono i limiti massimi diurni e notturni. I punti di misura hanno considerato tra le altre le situazioni abitative più direttamente interessate da traffico di transito sia sulla A5 sia sulla statale 26 e sulle principali arterie di viabilità locale.
Questi sono i dati di riferimento rispetto alle domande poste; mi pare di poter ribadire che non ci sono assolutamente situazioni di oggettiva pericolosità per la salute dei cittadini fermo restando che l'argomento non è riferibile solo al Comune di Châtillon, ma è un argomento di grande attualità sul quale ipotizzo come Responsabile pro tempore della salute dei cittadini valdostani che ci siano interventi legislativi a livello nazionale a breve.
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU) Assessore, lei ha fatto una relazione tecnica e non ho sentito valutazioni politiche rispetto ai dati rilevati, né ho sentito da parte sua un'attenzione reale al problema. La sua attenzione è stata espressa con le parole: "speriamo che in tempi brevi a livello nazionale definiscano questi livelli di cautela". Io credo che la Regione abbia delle responsabilità e delle possibilità di agire anche in questo campo. È vero, lei ha detto, che non si superano i limiti di 100 microtesla, che sono i limiti massimi di esposizione pericolosi per cui non è così grave la cosa.
Ma, se permette, ha un po' banalizzato le cause dell'inquinamento, nel senso che ha messo sullo stesso piano accanto agli elettrodotti e all'amianto, altre sostanze inquinanti come i sottaceti e il caffè. Chiediamo pertanto all'Assessore in una mozione che, per rispetto della salute, siano banditi i sottaceti dalla Valle d'Aosta; questa potrebbe essere una proposta interessante per cui lei, che lavora per la salute e per la prevenzione della salute dei cittadini, sarebbe ricordato, nella storia della Valle d'Aosta, come "l'Assessore dei sottaceti…".
Ma lei ha ricordato che ci sono dei valori di cautela, degli obiettivi di qualità, obiettivi di qualità e valori di cautela che rispettano il principio di precauzione che la stessa Comunità europea ha indicato per cui, se su di un prodotto non si hanno le certezze assolute che non fa male, bisogna andare con i piedi di piombo ed evitare di utilizzarlo.
Ormai diciamo che anche la stessa comunità scientifica ha individuato dei valori di cautela e degli obiettivi di qualità che possono tutelare la popolazione dall'insorgere di possibili effetti legati all'esposizione prolungata a bassi livelli di campo elettromagnetico: il valore che è stato indicato è lo 0,5 microtesla, addirittura 0,2 per gli edifici da costruire. "È vero…" - dice l'Assessore - "… questi limiti cautelativi previsti dall'articolo 4 della legge n. 36/2001, dovevano essere fissati dal Governo e, finché il Governo non li fissa, noi stiamo zitti e buoni". Assessore, lei sa però che alcune regioni hanno già operato in tal senso e non parlo solo del Veneto che già nel 1999 aveva individuato i limiti, dicendo che la distanza di rispetto degli elettrodotti doveva essere tale che il campo magnetico per le abitazioni non fosse superiore addirittura a 0,2 microtesla! Questa legge era stata impugnata di fronte alla Corte costituzionale, ma successivamente è stata considerata legittima dal punto di vista costituzionale.
Lei può obiettare che questa legge è stata emanata prima del decreto; ma adesso anche la regione Campania ha fatto una legge analoga recentissimamente, in data 24 novembre 2001. Già il titolo della legge è chiaro: "Prevenzione dei danni derivanti dai campi elettromagnetici generati da elettrodotti" e la legge dice che gli strumenti urbanistici devono assicurare che si realizzi "il rispetto del valore limite di induzione magnetica misurata al ricettore di 0,2 microtesla in prossimità di asili, scuole, aree verdi attrezzate, ospedali e aree urbane, nonché uffici adibiti a permanenza di persone non inferiori alle quattro ore giornaliere".
Assessore, altre regioni hanno normato la materia, altre regioni sono intervenute con degli atti normativi ben chiari e sono regioni a statuto ordinario, neanche a statuto speciale. Allora, perché anche noi non facciamo altrettanto? La salute dei cittadini non è un valore per cui sia opportuno accettare il rischio anche di ricorrere eventualmente alla Corte costituzionale? Noi avevamo chiesto inascoltati che questi valori di cautela fossero inseriti nella nostra legge regionale. Anche se ci si riferiva non agli elettrodotti, ma agli altri campi elettromagnetici, però la nostra proposta non è stata accettata. Ora io ritorno sull'argomento, perché altre regioni lo hanno fatto. Non solo, ma dopo la revisione dell'articolo V, dopo la modifica dell'articolo 118 della Costituzione, credo che ci sia da fare un pensiero ulteriore: forse lei saprà che ci sono correnti di pensiero diverse e, quando ci sono correnti di pensiero diverse, ciascuno segue la corrente di pensiero che rispecchia le proprie scelte politiche.
In seguito alla modifica dell'articolo 118 la Regione ha competenza primaria in materia sanitaria; i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici sono materia sanitaria; dunque è ipotizzabile che le regioni possano e debbano porre i limiti di esposizione perché questo rientra nella materia sanitaria. Questo dicono i documenti giuridici che abbiamo consultato. Se per lei non è così, può darsi che lei segua un'altra corrente di pensiero, Assessore…
(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)
… no, non ambientale, è sanitaria. Le concentrazioni delle sostanze chimiche in atmosfera sono di competenza ambientale, ma i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici sono materia sanitaria.
Credo che, di fronte al dato che altre regioni lo hanno fatto, di fronte al fatto che la riforma della Costituzione dà maggiore competenza alla Regione, sarebbe molto grave che la Regione Valle d'Aosta non intervenisse su questa materia.
L'autonomia deve servire anche per tutelare la salute dei cittadini; lei deve spiegare poi agli abitanti di Châtillon - ma non solo a quelli perché lei giustamente ha ricordato che questo problema ce l'hanno anche molti altri Comuni: Gressan, Pollein, Jovençan, Hône - che la Regione non intende usare la sua autonomia per tutelare la salute, che preferisce fare una legge sui sottaceti - riprendendo un po' scherzosamente quello che lei ha detto -, anziché tutelare la salute dei cittadini.
Questo è molto grave perché, quando viene fissato come Regione questo limite precauzionale, è possibile far rientrare nella legge sulla delocalizzazione delle abitazioni, che è in via di perfezionamento per le zone soggette alle alluvioni, anche le abitazioni che si trovano esposte al livello superiore al limite di inquinamento individuato.
Qui avremmo lo strumento subito per poterlo fare e allora lei, Assessore, sarebbe ricordato non come l'Assessore dei sottaceti, ma come l'Assessore che tutela la salute dei cittadini. Tra l'altro, come si potrà presentare alla giornata sulla prevenzione, che lei giustamente ha organizzato, sapendo e dicendo che non ha fatto proprio questa azione di prevenzione forte che lei poteva fare?
Per quanto riguarda l'inquinamento acustico, la Regione non è presente nella società di gestione dell'autostrada? Ah, non lo sa? Lo chieda allora alla sua Giunta e a Finaosta. Lei non dice sempre: "chi inquina paga?" In questo caso la società di gestione dell'autostrada, che inquina dal punto di vista acustico, deve pagare; lei e la Regione dovete chiedere questo, tramite i vostri rappresentanti.