Oggetto del Consiglio n. 2518 del 20 marzo 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2518/XI Stato dei rapporti sindacali alla Cogne Acciai Speciali ed aggiornamento del protocollo sottoscritto con la Regione. (Interpellanza)
Interpellanza A conoscenza delle notizie apparse sugli organi di informazione locale in merito allo sciopero proclamato dalle rappresentanze sindacali alla "Cogne-Acciai Speciali" di Aosta, a seguito della decisione della Società di procedere alla riduzione degli organici del personale;
Appreso, altresì che la protesta nei confronti della Società è motivata anche dall’atteggiamento antisindacale della stessa nei confronti del Consiglio di fabbrica e dei lavoratori;
Vista la dichiarazione sui rapporti con il personale rilasciata dal Dr. Mario Cavagna, amministratore delegato dalla Società Cogne Acciai Speciali, nell’audizione avvenuta nella IVa Commissione consiliare riunitasi in data 10 ottobre 2001;
A conoscenza del provvedimento approvato dalla maggioranza del Consiglio regionale, con il quale, si impegnava la Giunta regionale ad avviare, d’intesa con la Cogne-Acciai Speciali, un aggiornamento del protocollo sottoscritto fra le parti nel 1993;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
la Giunta regionale e l’Assessore competente per conoscere:
1) se, alla luce del protocollo esistente, la Regione è stata informata dalla Società "Cogne Acciai Speciali" delle decisioni intraprese dalla stessa, in merito alla riduzione degli organici del personale;
2) quali sono i rapporti fra le rappresentanze sindacali e la società visto lo sciopero di protesta proclamato anche a sostegno del riconoscimento delle relazioni sindacali;
3) se nonostante le richieste avanzate da tempo dallo scrivente, è stato effettuato l’aggiornamento degli accordi sottoscritti fra le parti con il protocollo del 1993;
4) se, e come, intende intervenire qualora le iniziative unilateralmente intraprese dalla Società contrastassero con i contenuti delle intese a suo tempo concordate fra le parti.
F.to: Beneforti
PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Questa interpellanza non ha bisogno di molte parole per essere illustrata, per cui mi limito ad alcune indicazioni.
L’abbiamo presentata perché, dopo le notizie apparse sugli organi di informazione locale, ci siamo incontrati con alcuni dirigenti sindacali e un gruppo di lavoratori della "Cogne".
Da questo confronto è scaturita la necessità di verificare in questa sede la situazione esistente alla "Cogne" sul piano produttivo e occupazionale, nonché in merito alle relazioni sindacali esistenti le quali, secondo gli amici che hanno avuto un incontro con noi, lasciano sempre molto a desiderare.
Per fare il punto della situazione, è bene ricordare la risposta data dal dr. Cavagna, amministratore delegato della "Cogne", nell’audizione avvenuta in IV Commissione il 10 ottobre 2001, praticamente un mese dopo l’atto terroristico americano.
In quell'occasione il dr. Cavagna rispose a domanda che il trattamento del mercato non creava conseguenze drammatiche per la "Cogne", dato che i prodotti fabbricati e immessi sul mercato erano diversi, la produzione era diversificata, per cui non prevedeva l’utilizzo di strumenti tipo la cassa integrazione. In quell'occasione disse anche che i rapporti con i sindacati erano buoni, nel rispetto reciproco, a parte alcuni malintesi che però erano già stati chiariti.
A pochi mesi di distanza le organizzazioni sindacali proclamano lo sciopero di quattro ore a fine turno, per protestare contro la politica aziendale che tende a ridurre i costi di produzione con il taglio degli organici, per protestare contro l’arrogante atteggiamento aziendale nei confronti del Consiglio di fabbrica e dei lavoratori.
Con lo sciopero, i lavoratori e i rappresentanti sindacali rivendicano una politica aziendale diversa, un turnover che assicuri il mantenimento dei livelli occupazionali, un programma di formazione capace di assicurare le professionalità necessarie perché l’azienda possa andare avanti, e richiedono un confronto in sede sindacale per quanto riguarda la mobilità interna, perché non avvenga in forma selvaggia, come sembra stia avvenendo.
Così come sta avvenendo, dicono le organizzazione sindacali, delle professionalità esistenti, dal momento che chi sostituisce chi se ne va non è preparato professionalmente. Non è la prima volta che affrontiamo in questa sede i problemi che sorgono alla "Cogne", ma ho idea, dai fatti che avvengono, che la situazione non sia cambiata e che l’azienda non abbia modificato il suo comportamento.
L’azienda continua a fare ciò che vuole e come vuole, senza alcun rispetto né verso i lavoratori, né verso le organizzazioni sindacali, né verso le autorità regionali.
Ciò, che affermo è dimostrato dai fatti, perché un conto sono i comunicati che l’azienda emette, nei quali afferma che i rapporti fra la società e i rappresentanti sindacali sono trasparenti e afferma di voler rispettare gli accordi sottoscritti per quanto riguarda l’occupazione, e che, nonostante le sofferenze esistenti nel mercato siderurgico a livello mondiale e nazionale, non ha fatto ricorso alla cassa integrazione; un altro conto è invece il suo reale comportamento, perché se non ci fossero delle motivazioni valide, i lavoratori non scenderebbero in sciopero. Su questo non mi pare che ci debbano essere dubbi. Abbiamo presentato questa interpellanza per conoscere qual è la situazione oggi e come la vede l’Amministrazione regionale. Mi riservo di intervenire successivamente.
PrésidentLa parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE)Come veniva ricordato nelle premesse dell'interpellanza, questa nasce da una iniziativa di sciopero, che si è tenuta alla fine di febbraio dalle organizzazioni sindacali, legata alla modificazione degli organici tecnologici di un reparto. Questo è stato un elemento di contrapposizione e di conflitto fra l’azienda e il sindacato, che viene dopo un periodo in cui i rapporti, pur non essendo idilliaci, si svolgevano però nella normalità. Dopo questo sciopero c’è stato da una parte un reintegro degli organici, (tagli all’organico non ci sono stati) e sono stati realizzati da parte del sindacato e dell’azienda tre accordi sulla gestione interna dello stabilimento, cosa che mi fa pensare che ci troviamo di fronte ad un momento di confronto, che è fisiologico nella vita delle aziende.
Per quanto riguarda le questioni legate all’andamento aziendale, ho avuto occasione di sentire l’amministratore delegato dell’azienda nei giorni scorsi, che ci ha confermato le cose dette nell’audizione alla commissione, quindi ha riconfermato la situazione produttiva sostanzialmente positiva dello stabilimento. Noi tutti attendiamo il miracolo che ogni tanto ci ricorda Fazio, una ripresa sicuramente rafforza la situazione aziendale ma, come è stato ricordato, l’azienda non ha utilizzato la cassa integrazione per riduzione di mercato, pur in una situazione economica generale che non era positiva. Stanno andando avanti gli investimenti previsti, e credo che con l’apertura della strada che attraversa l’area Cogne, è possibile visivamente vedere come i lavori del decapaggio, che era stato devastato dall’incendio, stiano andando avanti celermente.
Nell’ultima riunione della Commissione regionale per l’impiego, avvenuta la scorsa settimana, l’azienda ha fatto richiesta - e la Commissione regionale ha approvato - di trentasei progetti per l’assunzione di altrettanti dipendenti nello stabilimento. Sono tutta una serie di segnali, che indicano una sostanziale vitalità dell’azienda.
Oggi l’azienda occupa 960 persone, a cui si aggiungono dei contratti interinali, circa 25-26, ed occupa più di 250 persone che lavorano nelle ditte appaltatrici esterne.
Per quanto riguarda la seconda domanda, rispetto alla situazione che aveva determinato un momento di conflittualità all’interno dell’azienda c’è stato da una parte il reintegro dei lavoratori di un reparto, il treno blooming, che l’azienda aveva pensato di ridurre, e contemporaneamente sono stati fatti degli accordi per quanto riguarda la salvaguardia impianti in caso di sciopero, assemblee, festività, eccetera; è stato anche fatto un accordo per quanto riguarda il trasferimento di un impianto dalla "Cogne Technologies" alla C.A.S. ed è stato fatto un ulteriore accordo per quanto riguarda gli straordinari e le turnazioni, quindi direi che siamo in un momento di normale confronto all’interno dello stabilimento.
Per quanto riguarda la terza domanda, va detto che nel momento in cui il Consiglio regionale aveva approvato l’ordine del giorno, ci trovavamo in una situazione che ritengo fosse oggettivamente diversa da quella di oggi. Ci trovavamo di fronte ad un'azienda che aveva scorporato tre società, era rimasta la C.A.S., era nata la "Cogne Technologies" e la "Cogne Service", e in quel contesto non era chiaro quale sarebbe stato lo sviluppo di queste società.
Nello stesso tempo c’era stata l’acquisizione di una società, la "Nova Acciai", si stava preparando l’acquisizione della "Dam" in Ungheria, quindi c’era un quadro che necessitava di maggiore chiarezza, e di qui era nato l’ordine del giorno del Consiglio relativo all’aggiornamento degli accordi. Devo dire che i fatti sviluppatisi successivamente hanno dato risposta agli interrogativi che si erano posti in quel momento, e direi che i dati odierni sono tranquillizzanti. È indubbio che la necessità di pensare ad una revisione degli accordi non va più vista da un’ottica di mera garanzia di mantenimento dell’attività produttiva, quanto di sviluppo della società stessa.
Da questo punto di vista sono andati avanti gli incontri con la società, legati soprattutto ad una questione, che è la questione dei costi dell’approvvigionamento energetico, perché tutti sappiamo che l’industria siderurgica ha fortissimi consumi energetici e, pur rispettando le norme sulla concorrenza, si tratta di vedere sul piano tecnico, stante le attuali normative, se è possibile trovare soluzioni per risolvere questo problema.
Ci troviamo di fronte ad un processo di liberalizzazione del mercato - che non è ancora concluso - tutti sapete che a Barcellona sono stati fatti degli approfondimenti per andare avanti sulla liberalizzazione del mercato elettrico a livello europeo; non è ancora stata attivata la borsa dell’energia, che diventa il momento "clou" di questo tipo di liberalizzazione, ma siamo in un momento in cui c’è una forte modificazione delle norme.
Ad oggi non è stato ancora possibile definire un quadro che consenta di individuare soluzioni idonee a risolvere un problema che è della "Cogne", ma che è di tutto il sistema produttivo regionale, vale a dire quello di avere dei costi energetici più competitivi. Stiamo lavorando in questa direzione, tenuto conto che dobbiamo confrontarci con una modificazione normativa che non dico essere quasi quotidiana, ma è molto variabile. Il discorso su questo tema è quindi avviato e si continua ad approfondire mentre, in risposta all’ultima questione, devo dire che non possiamo far altro, come stiamo facendo, che mantenere un contatto molto stretto con le organizzazioni sindacali e con la direzione aziendale, per seguire da vicino la situazione. Noi rispondiamo e risponderemo rispetto ai problemi posti dalla situazione presente; in riferimento a interpellanze su fatti a venire, ci stiamo attrezzando per rispondere anche a queste. Doti divinatorie al momento non ne abbiamo!
PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Nel prendere atto della risposta dell’Assessore, devo dire che non sono completamente soddisfatto, perché tende più che altro a giustificare un comportamento della "Cogne Acciai Speciali". Sembra che lo sciopero avvenuto sia stato un ulteriore malinteso, come avveniva in passato, e che sia stato chiarito e quindi ripristinato un rapporto corretto anche nelle relazioni con i lavoratori e le organizzazioni sindacali.
L’Assessore dice che ciò che è accaduto è stato praticamente sanato e che questi fatti possono essere dovuti al confronto fisiologico che può avvenire fra le due parti. Io dico che i lavoratori non proclamano gli scioperi se non ci sono le motivazioni, e guardate che quello sciopero riuscì e riuscì in modo determinante, tant’è vero che ha ridimensionato anche le prese di posizione della società. Verificheremo comunque con i lavoratori e con i sindacalisti con i quali abbiamo parlato e che ci hanno chiesto di riportare in questa sede il problema, quali intese sono state raggiunte fra loro e la società.
Noi ci preoccupiamo di questi problemi, perché ci rendiamo conto, come credo se ne renda conto l’Assessore e la Giunta, dell'importanza che riveste la "Cogne" per Aosta e per l’economia regionale. Noi non presentiamo interpellanze in questa sede tanto per parlare, ci sono altri argomenti di cui si può parlare; a noi interessano questi problemi perché ci rendiamo conto di cosa rappresenta la "Cogne" per gli 800-1000 dipendenti che oggi devono lavorare.
Inoltre prendiamo atto dell’andamento produttivo della società, dei benefici che può trarre dalla politica energetica che è condotta in Valle e che verrà condotta a livello nazionale con la liberalizzazione del mercato. Ciò che non condividiamo è il comportamento della "Cogne" in merito all’aggiornamento dell'intesa del 1993; nel momento in cui c’è stata una riorganizzazione dell’attività produttiva aziendale, nel momento in cui erano avvenuti gli scorpori dell’attività e create nuove aziende, in quel momento si doveva giungere ad una revisione di quel protocollo d'intesa, per avere da parte della Regione determinate garanzie sul piano produttivo ed occupazionale.
Da quel lato l’azienda non ha mantenuto l’impegno, e questo impegno non è stato mantenuto neanche dalla Regione, perché ho le risposte che mi sono state date alle interpellanze e alle interrogazioni, dalle quali sembrava che il giorno dopo che si era discusso l’argomento, in questa sede, dovesse arrivare l’aggiornamento del protocollo d'intesa. Volevo sentire a che punto eravamo, e ho capito che questo aggiornamento non s’ha da fare e non si farà, se non accadono fatti diversi da quelli che fino oggi sono accaduti.
Questo lo avevo già capito, ma oggi volevo verificarlo, come lo vogliono verificare anche i lavoratori e i sindacalisti; lo avevo capito in quell'audizione avvenuta in IV Commissione quando, alla domanda sull’aggiornamento del protocollo di intesa del 1993, il dr. Cavagna rispose: "Sarò brevissimo, sul protocollo d'intesa non ci sono sul tavolo formalizzazioni che riguardano revisioni o altro. Credo che il protocollo d'intesa sia un documento di riferimento ancora attuale. Forse qualche passo del protocollo dovrebbe essere realizzato fino in fondo, ma non credo che sia all’ordine del giorno da parte nostra una revisione dal punto di vista formale dei temi del protocollo".
In quella sede, alla presenza anche dell’Assessore, il dr. Cavagna fece queste affermazioni; questo vuol dire che, fatto quel protocollo, da parte dell’azienda, oggi, anche se ammette che alcune cose non sono state realizzate fino in fondo, si intende andare avanti secondo i propri progetti ed obiettivi, senza tener conto degli impegni presi con la Regione e le istituzioni regionali. So benissimo qual è il ruolo che deve svolgere l’azienda e quello che devono svolgere la Regione e le organizzazioni sindacali, ma credo che le aziende che vengono in Valle non possano disattendere gli impegni che prendono.
Mi auguro che, pur non essendo un indovino, come diceva l’Assessore, si cerchi di "tallonare" questa azienda per l’importanza che ha nella nostra regione e per Aosta; di tutta la questione ne riparleremo con chi ci ha informato e, se del caso, torneremo sull’argomento.