Oggetto del Consiglio n. 2403 del 23 gennaio 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2403/XI Lavorazione fuori Valle del latte conferito alla "Centrale Laitière". (Interrogazione)
Interrogazione Appreso che dall’inizio dell’anno la società cooperativa ABIT non lavorerebbe più nello stabilimento di Gressan il latte conferito dai (pochi) produttori valdostani;
Osservato quindi che il latte distribuito in Valle d’Aosta, per lo più prodotto fuori Valle, verrebbe lavorato a Torino per arrivare già confezionato nella nostra Regione;
Preso atto, dunque, che lo stabilimento di Gressan si occuperebbe solamente della produzione di formaggi;
Richiamate le proprie osservazioni circa la scorrettezza consistente nell’utilizzare il marchio della "Centrale Laitière d’Aoste" per la commercializzazione di un latte che non viene prodotto (se non in minima parte), né confezionato nella nostra Regione;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l’Assessore competente per sapere:
1) se è vero che il latte della "Centrale" viene lavorato e confezionato fuori Valle;
2) se ritiene tale modo di produzione e di commercializzazione corretto nei confronti dei consumatori;
3) qual è il giudizio dato dall’Amministrazione nei confronti della novità e circa l’utilizzo ingannevole del vecchio marchio;
4) se sono stati finora rispettati gli accordi intervenuti in occasione dell’acquisizione della "Centrale" da parte dell’ABIT.
F.to: Curtaz - Squarzino Secondina
Président La parole à l’Assesseur à l’agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV) In premessa vorrei ancora ricordare al Consigliere Curtaz che la Centrale Laitière non è più di proprietà della Regione, che è una società privata, che gestisce in modo autonomo la sua attività commerciale, nel rispetto degli impegni assunti con la Regione nel momento della cessione. Fatta questa premessa, è vero che attualmente il latte viene lavorato e confezionato nello stabilimento di Grugliasco, con l’obiettivo, almeno per questo periodo, di andare verso un contenimento dei costi. Per quanto riguarda la correttezza nei confronti dei consumatori, ricorderei qui che la dizione "Centrale Laitière d’Aoste", accompagnata da una parte figurativa rappresentante un contenitore per latte in un ovale, così come le altre denominazioni: il "Mont-Blanc", la "Vetta Blu", il "Gargantua", la "Fiocca", lo "Reblec", sono tutti marchi commerciali di cui la società è titolare, per averli acquisiti insieme all'intera società. Tuttavia, questi marchi non sono assimilabili ai DOP o ai DOC o agli IGP aventi riconoscimento istituzionale ed aventi il compito di tutelare sia i consumatori che i produttori, titolari della relativa autorizzazione. Sulle confezioni del latte in questione è invece correttamente posto il bollino CEE, che permette di identificare il luogo di lavorazione ed il titolare dell’autorizzazione a lavorare il prodotto. Le tecniche di produzione e commercializzazione, adottate dalla società, non appaiono pertanto scorrette e comunque le stesse esulano dalle competenze dell’amministrazione regionale. Credo che eventuali rimostranze circa - come lo definisce il Consigliere Curtaz - un "utilizzo ingannevole" del marchio si possano fare, ma in altra sede.
Ricordo che il gruppo ABIT ha acquistato la società, versando in un'unica rata 1.550.000 euro e accollandosi, nel contempo, ai sensi dell’articolo 1273 del Codice civile, il debito della Centrale Laitière d’Aoste verso Finaosta di 565.000 euro. Nel contratto, ABIT si assume l’impegno a valorizzare il marchio "Centrale Laitière d’Aoste", nonché ad utilizzarlo in modo continuativo, costante ed analogo a quello adottato dalla precedente gestione. Da quanto mi risulta, ABIT sta rispettando quanto concordato in sede di contratto, non solo ha sviluppato i fatturati ed ha avviato un pesante contenimento dei costi per riequilibrare la situazione di perdita dell’azienda, ma ha trasferito, e in parte sta trasferendo, linee di produzione di nuovi prodotti nello stabilimento di Gressan. Come gruppo, ABIT ha deliberato investimenti per 1 milione di euro, che riguardano queste nuove linee di produzione da attivare nello stabilimento valdostano. Alcuni produttori locali poi, continuano a conferire il loro latte alla Centrale, altri hanno optato diversamente, in futuro si vedrà chi avrà fatto la scelta migliore: anche questa è una libera scelta.
Il futuro della Centrale dipenderà dalla capacità dell’attuale dirigenza e dall’appetibilità riconosciuta dai consumatori ai suoi prodotti. Con la privatizzazione della società è tramontata un’epoca, che ha visto troppe volte il Consiglio regionale confrontarsi con logiche gestionali proprie del settore privato, logiche e scelte che hanno imposto la privatizzazione - e su questo la discussione è stata ampia in questo consesso - per le perdite di esercizio non più sostenibili e giustificabili.
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Non sono soddisfatto della risposta dell’Assessore. Non sono soddisfatto perché è vero quanto sostiene l’Assessore in premessa, circa il fatto che la "Centrale Laitière" è ormai una società a capitale privato e quindi la Regione non ha una partecipazione diretta, però è anche vero che, nel momento in cui è stata fatta questa cessione, sono stati stipulati degli accordi.
Accordi che non ci è mai stato consentito di conoscere bene, ma accordi che sono stati in questo caso violati nella sostanza, se non nella forma. Abbiamo letto infatti, nei giorni scorsi, sui giornali, che con un'operazione di marketing la "Centrale Laitière" ha proposto nuove confezioni, ha parlato di futuri investimenti per quanto riguarda la produzione dei gelati, eccetera. Però si è ben guardata dal dire l’unica cosa significativa: che ormai nei cartoni di latte della Centrale Laitière non c’è più un grammo di latte della Regione Valle d’Aosta, che quel latte non è neppure più confezionato in Valle d’Aosta. Giustamente lei dice che lo si desume dal bollo CE, però il consumatore medio non può capire guardando un codice - dov’è effettivamente confezionato questo latte.
A questo punto è evidente che il marchio "Centrale Laitière d’Aoste" diventa ingannevole per l’opinione pubblica e diventa ingannevole per i consumatori, perché fa ritenere nella psicologia del consumatore che questo latte sia prodotto e confezionato in Valle d’Aosta, cosa che oggi assolutamente non è vera!
Mettiamo pure che questa cosa, dal punto di vista formale, sia regolare: la cosa grave è che la Regione abbia venduto un marchio senza la garanzia che quel marchio non venisse utilizzato in maniera scorretta, perché se si dice "Centrale Laitière d’Aoste", si presume che il latte contenuto sia un latte "du Val d’Aoste". Questo è sempre stato il rapporto consequenziale di chi ha acquistato latte della Centrale, tant’è vero che fino a pochi anni fa uno degli atout commerciali di questo latte era quello di dire: comprate latte valdostano!
A nostro giudizio, questo è tanto più grave perché continuiamo a parlare ogni volta di qualità del nostro prodotto, di commercializzazione del nostro prodotto tipico, dell'immagine anche a livello turistico del nostro prodotto. Se chi produce un qualunque alimento fuori dalla nostra regione può utilizzare un marchio che richiama la Valle d’Aosta e quindi una certa tradizionalità, una certa genuinità, una certa caratteristica del nostro prodotto, capisce bene, Assessore, che anche dal punto di vista turistico-commerciale facciamo un'operazione sbagliata.
Questi cartoncini, che ci permettiamo di esibire, portano chiaro il marchio della "Centrale Laitière d’Aoste", ma qui dentro non c’è e non ci sarà forse mai più il latte valdostano, non perché è stato bevuto, ma perché il contenuto proviene da fuori valle.
Questo è solo un punto, perché relativamente allo sviluppo di questa azienda abbiamo tutta una serie di perplessità, sulle quali torneremo con altre iniziative, perché riteniamo che la Regione sia interessata a questo stabilimento non solo per la sua storia, ma per le prospettive occupazionali, per il fatto che è stato stipulato un accordo, per il fatto che è un'azienda che avrebbe dovuto essere - e sarebbe interessante, magari una volta lo faremo, leggere i comunicati stampa che faceva la Giunta quando è stata aperta la "Centrale Laitière" - "un fiore all’occhiello" dell’agricoltura valdostana. Mi sembra invece che stia deperendo un po' alla volta.