Oggetto del Consiglio n. 2344 del 19 dicembre 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2344/XI Agevolazioni per gli anziani nel settore dei trasporti pubblici. (Interrogazione)
Interrogazione Appreso che l’Amministrazione regionale ha limitato significativamente le agevolazioni previste per gli anziani, nel settore dei trasporti, in applicazione della normativa vigente;
Osservato come tale decisione abbia suscitato le proteste delle organizzazioni sindacali di categoria, che lamentano l’assenza di confronto sul tema;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l’Assessore competente per sapere:
1) quali sono le ragioni che hanno indotto l’Assessorato a limitare le agevolazioni tariffarie per le persone anziane, in materia di trasporto locale, e su quali basi sono state stabilite le fasce di reddito;
2) sul piano delle entrate finanziarie, quali benefici otterrà la Regione dalle limitazioni adottate;
3) se condivide o meno le critiche, di metodo e di merito, formulate dalle organizzazioni sindacali di categoria.
F.to: Curtaz - Squarzino Secondina - Beneforti
Président La parole à l’Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA) Al primo quesito: "quali sono le ragioni che hanno indotto l’Assessore a limitare le agevolazioni tariffarie per le persone anziane, in materia di trasporto locale, e su quali basi sono state stabilite le fasce di reddito;" rispondiamo che l’Assessorato ha semplicemente applicato l’articolo 24, comma 4, della legge regionale n. 29/1997. Fra l’altro la suddetta legge, in vigore dal 1997, prevedeva la gratuità sui mezzi di trasporto pubblico solo fino al 31 dicembre 1998; si è poi provveduto a due successive proroghe, prima al 31 dicembre 1999 e poi al 31 dicembre 2001, e si era prorogata l’entrata in vigore del suddetto articolo 24. Tale articolo prevedeva l’inserimento di criteri di non totale e universale gratuità. Sono state stabilite due fasce di reddito per questo periodo che è ancora di transizione, in attesa del pieno funzionamento del sistema di biglietteria integrata, che peraltro è stato definito nei suoi dettagli, e potrei dire che la delibera che è stata approvata dalla Giunta regionale la possiamo definire "storica" in questo senso, la delibera prevede appunto la definizione totale della biglietteria integrata per il 2002.
L’interrogante sa che stiamo definendo le procedure per l’affidamento tramite gara europea ai nuovi concessionari, quindi questo avrebbe comunque ritardato l’attuazione complessiva della biglietteria integrata. D’altro canto, riteniamo che sia finito il tempo delle proroghe e sia giunto il momento di dare comunque applicazione all’articolo 24 della legge. Con queste due fasce sono previste, per il versamento di alcuni contributi, spese a carico di questi utenti.
Chiaramente con l’avvio della biglietteria integrata ci sarà un'impostazione più articolata e differenziata di queste fasce. Voglio sottolineare che sono degli importi estremamente ridotti e che la maggior parte dei contribuenti rientrano nella fascia che è totalmente gratuita; mi pare che sia stato fatto un lavoro abbastanza articolato e approfondito in questo senso, perché oltre alle fasce di reddito viene tenuto conto della composizione del nucleo familiare e di altri parametri, che vanno nella direzione di creare la minore sperequazione possibile.
Con il metodo della forfetizzazione della quota a carico degli utenti, per rispondere al secondo quesito, si intende raggiungere l’obiettivo di introitare, in via preventiva, il 10 percento della spesa totale sostenuta annualmente dalla Regione per i viaggi, che saranno effettuati dagli aventi diritto nel 2002, come previsto dall’articolo 24 della legge n. 29, che ammette uno sconto massimo del 90 percento sul costo dei mezzi di trasporto pubblico a favore delle categorie agevolate. Si tratta, quindi, di una cifra, per rispondere al quesito, che si potrà aggirare intorno ai 200 milioni.
Per quanto concerne l’ultimo quesito, quello sulle organizzazioni sindacali, non è che non le abbiamo sentite: le abbiamo sentite ripetutamente, probabilmente non le abbiamo sentite alla vigilia della definizione del provvedimento. D’altro canto, non potevamo accettare le richieste pervenuteci dalle organizzazioni sindacali che chiedevano di mantenere la gratuità per tutta una serie di fasce e insistevano nella richiesta dell’abbassamento della soglia di accesso delle agevolazioni a 60 anni: questo andava in contrasto con tutti i provvedimenti di legge che questo Consiglio ha approvato e che hanno portato la soglia di gratuità e di altre agevolazioni a 65 anni.
Non è quindi solo secondo gli uffici, ma oggettivamente, le richieste andavano contro quelli che sono i principi della legge n. 29, e qualora ci fosse stata la volontà politica di attuarle bisognava andare a modificare la "29", cosa che sarebbe un controsenso perché andrebbe in direzione diametralmente opposta con tutti i provvedimenti di legge che questo Consiglio ha votato, portando la soglia a 65 anni.
Si dà atto che, dalle ore 9,42, presiede il Vicepresidente Lattanzi.
Presidente La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)Prendo atto della risposta dell’Assessore, che formalmente è corretta, ma non mi trova d’accordo relativamente a questa vicenda per una serie di ragioni. Intanto, prendo atto che la biglietteria integrata, secondo le dichiarazioni rese oggi dall’Assessore, starebbe per partire: alleluia! Ma non perché è Natale, ma perché è da tre anni che sentiamo dire che la biglietteria integrata parte.
Mi ricordo che, alla fine della scorsa legislatura, il progetto di biglietteria integrata era quasi pronto, tanto che lei, Assessore, in occasione di una delle mie prime interrogazioni da questi banchi, mi disse che entro la fine del 1998 la biglietteria integrata sarebbe partita. Sono passati tre anni e oggi apprendiamo che nel 2002?
(interruzione dell’Assessore Lavoyer, fuori microfono)
? si definisce, va bene, allora vediamo se avviene entro la fine di questo quinquennio, perché ho paura che farà la fine della diminuzione delle tasse con l’attuale Governo: si esaurisce in annunci continui! Riguardo al merito di questa vicenda, prendo atto che si tratta di un'applicazione della legge, del resto anche nella nostra interrogazione non avevamo avuto nulla da ridire a questo proposito. Abbiamo invece da ridire su almeno tre questioni.
Prima questione. A me sembra che la determinazione delle fasce di reddito sia assai discutibile, perché il limite che viene assunto è un limite discutibile, quello dei 16 milioni annui di reddito; la differenza fra chi percepisce un reddito inferiore - che potrebbe essere addirittura prossimo allo zero - e chi invece ha un reddito molto alto è minima: si parla di 11 euro, circa 21.000 lire, per chi ha un reddito minimo, e di 16 euro, circa 31.000 lire, per chi in ipotesi abbia un reddito anche di 100 milioni all’anno. A me sembra che la scelta di queste due fasce che differenziano in questo modo i redditi bassi e i redditi più alti, sia una scelta non condivisibile.
Il secondo punto di disaccordo che voglio segnalare, riguarda le modalità di distribuzione di questi abbonamenti, che mi sembrano piuttosto macchinose. Fra l’altro so che questo sistema ha anche incontrato qualche disagio non solo fra gli utenti, ma anche fra gli autisti dei pullman.
Il terzo punto, che mi sembra quello più significativo dal punto di vista politico, è che questa decisione - seppure dovuta ai sensi di legge - è stata presa non so se in esplicito o tacito dissenso delle organizzazioni sindacali, ma sicuramente le organizzazioni sindacali non sono state coinvolte in maniera adeguata, perché c’è stata una riunione a maggio 2001, dopo di che - dicono le organizzazioni sindacali - improvvisamente a novembre si sono trovate di fronte al fatto compiuto. Sempre a "dire" delle organizzazioni sindacali, ma un "dire" che mi sembra fondato perché la sostanza delle loro argomentazioni non è stata in nessun modo smentita; dopo questo primo incontro interlocutorio avvenuto a maggio, ci si è trovati di fronte ad una decisione presa, ad uno stato di fatto ormai adottato.
Credo che tale modo sia in contrasto con quella logica di concertazione che il Governo regionale si è dato rispetto a queste tematiche, un metodo che è stato delineato fra l’altro nel "Patto di sviluppo per la Valle d’Aosta", e credo sia un errore perché le scelte non condivise finiscono per creare dei giustificati malumori.