Oggetto del Consiglio n. 2340 del 5 dicembre 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2340/XI Disegno di legge: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione autonoma Valle d’Aosta (Legge finanziaria per gli anni 2002/2004). Modificazioni di leggi regionali".
PrésidentJe vous rappelle que nous avons procédé à la discussion conjointe des projets de loi n° 145 et n° 146 et que nous avons suspendu la séance hier soir après la votation de l’article 44 du projet de loi n° 145. Il nous reste par conséquent encore à approuver le dernier article de ce projet de loi, les annexes et les douze articles du projet de loi n° 146. Je vous propose, une fois adoptée la déclaration d’urgence du projet de loi n° 145, de procéder aux déclarations de vote par rapport à l’ensemble de ces documents.
Je soumets au vote l’article 45:
Conseillers présents et votants: 24
Pour: 20
Contre: 4
Le Conseil approuve.
Sur l’annexe A la parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Sull’allegato A e in particolare sulle leggi di settore non finanziate, leggi di settore, che sono state trasferite senza vincolo di destinazione ai Comuni, soprattutto per quello che riguarda l’ambito socio-assistenziale, vorrei che l’Assessore Vicquéry mi dicesse se è prevista in qualche modo un'azione di monitoraggio, di verifica, di valutazione, rispetto a quello che avviene sul territorio; se è prevista, vorrei sapere con quali strumenti, con quali tempi e in che modo.
PrésidentLa parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)È previsto che vengano emanate direttive regionali in applicazione delle leggi sui due settori specifici: anziani e infanzia e questo è del tutto evidente?
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
? sono delibere di Giunta che vengono fatte annualmente, riguardo al 2002 sono già state predisposte e inviate al CELVA per un parere che dovrebbe arrivare a giorni. Il contenuto delle direttive per gli anziani ricalca quello dello scorso anno perché nulla si cambia per il 2002, mentre nelle politiche per l’infanzia vengono eliminate tutte le parti che sono di stretta competenza delle amministrazioni locali. Riguardo alle politiche sociali più in generale, è evidente che non è nella facoltà dell'Amministrazione regionale decidere quali asili-nido finanziare.
Non lo era già prima a dire il vero perché la legge regionale in materia prevedeva l’iniziativa comunale o l’iniziativa degli enti locali perché sia il "Projet bébé" sia tutta la normativa che è stata poi emanata in questi anni dava esclusiva competenza agli enti locali in materia, per cui è un monitoraggio a distanza molto soft perché fondamentalmente - lo dice anche la legge regionale n. 5, ma lo ripete la legge n. 18 del Piano sociosanitario, laddove si parla di autofinanziamento del sistema da parte degli enti locali - si voleva arrivare a questo momento di diretta corresponsabilizzazione da parte degli enti locali.
Vogliamo che loro siano coscienti delle necessità di dare delle risposte ai bisogni sociali delle popolazioni. Ritengo che i tempi siano maturi perché molti segnali indicano che si sta andando in questa direzione, per cui sono ottimista sotto questo punto di vista. Ritengo che il compito dell'Amministrazione regionale sia di monitorare il sistema.
Dovremo regolamentare il passaggio delle funzioni per quanto riguarda l’aspetto dei contributi che verranno istruiti e liquidati per la n. 22 da parte dell’amministrazione degli enti locali mentre, per quanto riguarda la n. 19, abbiamo, come si vede nel disegno di legge, mantenuto in vigore questa commissione perché sarebbe difficile definire dei parametri univoci, di certo ci sarà un periodo di frenesia dal punto di vista amministrativo per regolamentare i rapporti di tipo burocratico. Rispetto al ruolo degli assistenti sociali, è ancora da verificare quale sarà la loro destinazione finale perché è una materia ancora aperta. Di certo è ferma intenzione da parte dell’Assessorato evitare, quando parlo di monitoraggio del sistema, che ci siano iniquità nella fornitura dei servizi, per cui vigileremo perché ci sia un'uniformità di comportamento perché non vogliamo che la Valle d’Aosta si trasformi in 74 situazioni diverse.
Dobbiamo lavorare assieme, gli organismi ci sono, c’è un gruppo di lavoro sull'integrazione sociosanitaria che già da tempo prevede la presenza degli enti locali. Ritengo che in questa logica di responsabilizzazione di tutti ci siano le premesse per lavorare bene assieme sia nel settore enti locali in senso stretto, sia Assessorato della sanità, sia Azienda USL perché nel coinvolgimento del distretto a pieno titolo e nel distretto n. 3 si sta sperimentando questo sistema, il ruolo degli enti locali è fondamentale.
PrésidentJe soumets au vote l’annexe A:
Conseillers présents et votants: 29
Pour: 24
Contre: 5
Le Conseil approuve.
A l’annexe B il y a l’amendement de l’Assesseur Agnesod, dont je donne la lecture:
Emendamento L’allegato B "Rideterminazione a decorrere dall’1.1.2002 di alcune misure finanziarie previste dalla legislazione regionale (articolo 25)" è sostituito dal seguente:
(Omissis)"
Je soumets au vote l’amendement:
Conseillers présents et votants: 29
Pour: 24
Contre: 5
Le Conseil approuve.
Je soumets au vote l’annexe C:
Conseillers présents et votants: 29
Pour: 24
Contre: 5
Le Conseil approuve.
La parole au Conseiller La Torre pour déclaration de vote sur les projets de loi n° 145 et n° 146.
La Torre (SA)Presidente, Assessori, colleghi, abbiamo discusso in questi giorni un bilancio importante, non solo per le cifre di cui tratta e non solo perché è il primo bilancio in euro di questa Regione, ma anche per il momento storico in cui si colloca e per le riflessioni che esso genera.
Riflessioni della minoranza importanti e a cui bisogna prestare attenzione, anche perché sottolineano il ruolo centrale di controllo del Consiglio regionale, ma riflessioni che dobbiamo fare anche come maggioranza perché dobbiamo ricordare che il bilancio è lo strumento per governare e per raggiungere gli obiettivi e le volontà politiche che una maggioranza si pone e chiaramente indica nel momento in cui si insedia, al di là quindi di una semplice elencazione di dati o di una trasparenza contabile che è dovuta.
Noi della Stella Alpina però riteniamo che il bilancio possa essere anche qualcosa di più, possa essere un'opportunità per evidenziare il nostro DNA di Valdostani, il nostro particolarismo e quindi possa essere uno strumento per supportare una crescita culturale che deve segnare la differenza fra volere e potere, fra apparire ed essere, fra presente e futuro. La domanda conseguente a questa riflessione che ci poniamo è se siamo riusciti o no a cogliere appieno le potenzialità di questo eccezionale strumento che è il bilancio. Evidentemente ci poniamo una conseguente domanda: cosa possiamo fare di buono per la Valle e per i Valdostani con gli strumenti che abbiamo.
Certo, il momento storico è difficile perché i fatti hanno messo in discussione i nostri equilibri, le nostre serenità, le nostre certezze e forse la parola "certezza" potrebbe essere la parola chiave su cui riflettere politicamente perché, a fronte di una serie di incertezze internazionali: l’11 settembre, la guerra; le difficoltà nazionali: l’economia, i cambi di governo, l’entrata dell’euro, l’approvazione di una finanziaria; le difficoltà regionali: il Monte Bianco, l’alluvione, gli adeguamenti comunitari, tutte cose che abbiamo detto, questa maggioranza deve sentire la necessità di dare certezze ai Valdostani.
Le certezze, quindi, diventano un obiettivo politico per ridare equilibrio alla Valle e ai suoi abitanti, per traghettare in un momento storico così difficile la nostra Regione in un porto sicuro da cui poi lanciare le sfide del 2000, del nuovo millennio. Questo percorso credo che venga fatto con questo bilancio in estrema chiarezza con dei riferimenti ben precisi:
- il primo è il programma di legislatura a cui noi ci stiamo attenendo e su cui facilmente possiamo essere misurati;
- il secondo è il superamento delle emergenze che sono un dato di fatto sotto gli occhi di tutti; - il terzo è il dichiarato sostegno all'economia valdostana in tutte le sue forme: il turismo, l’industria, l’agricoltura;
- il quarto è la volontà precisa di non inserire nuove tassazioni.
Un bilancio, quindi, che ha un equilibrio contabile, ma che è chiaro ed è portatore di certezze, certezze e chiarezze come quelle sulla sanità perché la fotografia che viene fatta è una fotografia lucida dove, a fronte dei problemi nazionali ed anche locali, che sono evidenti e lampanti: una spesa fuori controllo, un aumento dei costi, tavoli sanitari che discutono di tutto, mancanza di certezze di entrate, sappiamo che occorrerà patteggiare nuovamente con lo Stato il nostro status, a fronte di tutte queste situazioni, noi abbiamo scelto anche qui la strada della certezza: quella di dare un servizio e una qualità di servizio ai nostri cittadini.
Mi consenta, Consigliere Beneforti, non se ne abbia, io direi: basta dire che abbiamo delle cattive strutture, basta dire che abbiamo dei cattivi medici, basta dire che abbiamo dei servizi che non funzionano perché non è vero. Non si offenda, Consigliere Beneforti, ma non è vero perché lei non è mai stato in un altro ospedale e non ha mai "frequentato" altre situazioni. Sono d’accordo con lei quando dice che si può fare sicuramente di più, ci mancherebbe altro e io spero ed esorto l’Assessore a fare di più, ma basta dire queste cose!
Abbiamo un buon Ospedale, abbiamo dei buoni medici, abbiamo dei buoni servizi. Credo sia ora di finirla - anche se forse può essere un gioco politico - perché non è neanche giusto seminare questa discordia su un argomento così delicato come quello della sanità. Dicevo: certezze in risposta ai disastri dell’alluvione.
A fronte di una finanziaria che non garantisce i fondi necessari, a fronte di uno Stato che si dimentica - e non solo qui - dei problemi e delle tragedie che colpiscono il territorio italiano, questa maggioranza ha fatto la scelta di dare delle certezze: la certezza di coprire gli investimenti e i finanziamenti necessari per lasciarci alle spalle questa tragedia che ha colpito la Valle d’Aosta, quindi certezza di copertura, solidarietà vera per lasciarsi, ripeto, indietro questa terribile tragedia.
Ebbene, certezze anche necessarie per gli enti locali e faccio riferimento alla legge n. 54 sull’autonomia, certezze di entrate, certezze di avere meno vincoli e più opportunità, certezze di avere meno controlli e più responsabilità. Non ci dobbiamo dimenticare che il Comune resta il momento più vicino al cittadino, il posto dove si coniuga la politica con l’amministrazione, dove si conquista la fiducia del cittadino nei confronti della politica facendo della buona amministrazione, quindi il Comune rimane il punto fondamentale su cui bisogna centrare e sostenere il massimo impegno per dimostrare che si vuole lavorare bene.
È evidente che questa maggioranza coglie questa sensazione di potenziare la struttura dell’ente comunale, anche se in questo io vedo un pericolo di una sorta di sperequazione che può accadere, forse farà strano sentirlo dire da me che sono stato Sindaco del capoluogo, ma ho la preoccupazione che ci possa essere una sperequazione nei confronti dei piccoli Comuni perché la divisione delle risorse, se non ha dei principi e dei metodi corretti in funzione delle esigenze dei singoli enti, corre il rischio di incorrere in sperequazioni.
Credo che l’emendamento, introdotto dall’Assessore per quello che riguarda la città di Aosta, forse vada in questa direzione; se una preoccupazione che è già latente si avverte è che la città di Aosta possa fare la parte del leone su quelle che possono essere invece esigenze di altri Comuni che invece hanno titolo ad avere risposte, quindi certezza di entrate per i Comuni, con grande attenzione però a non creare sperequazioni perché non ci dobbiamo dimenticare che non dobbiamo andare verso una globalizzazione delle risorse dei Comuni, della loro cultura, della loro individualità, ma dobbiamo preoccuparci di tutelare queste piccole realtà e la Valle d’Aosta è piena di queste piccole realtà.
Prima ponevo una domanda: abbiamo colto tutte le opportunità di questo bilancio? Cosa possiamo fare per il futuro della nostra Valle?
Sicuramente possiamo fare di più e meglio e credo che questo sia un nostro dovere. Occorre una cultura dell’autonomia che dovrà essere in primo luogo cultura della responsabilità e delle scelte che sappia coniugare i meriti con i bisogni, con una gestione delle risorse regionali che non cada nel facile paternalismo o nella sensazione di privilegio o delle risorse inesauribili, ma fondata su basi etiche di responsabilità individuali e collettive utili per risolvere ed affrontare tutti insieme, nell’interesse dei Valdostani, i nodi e le sfide che ci attendono in una nuova Europa delle regioni.
Occorre una riflessione profonda sull’essere in alcuni casi assistenziali nella nostra Regione, sull’intervento pubblico nel tessuto socio-economico basato sull’assecondamento generico di qualsivoglia domanda di agevolazione. In questo bisogna cominciare a dire agli imprenditori - io sono un imprenditore e lo dico anche a me stesso - che non si può pensare di fare impresa con i soldi della Regione perché qui gli imprenditori devono svolgere un ruolo sociale ben definito, quindi non si può pensare di fare impresa con i soldi della Regione, così come dobbiamo dirci, in quanto consiglieri regionali e responsabili della gestione di una Regione, che non possiamo pensare di fare impresa come Regione.
Dobbiamo fare molta attenzione a questa confusione di ruoli perché la confusione dei ruoli, oltre che a generare confusione, genera danni, danni che poi difficilmente possono essere riparati se non nel corso di molti anni e noi questo non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo riflettere sulla mancata esplicitazione di obiettivi qualificanti, sulla permanenza di nicchie di vera e propria assistenza, dobbiamo interrogarci ed agire tenendo conto che lo scenario è mutato e le risorse sono comunque decrescenti.
I danni sono evidenti in qualche modo: sul piano culturale una malintesa interpretazione dell’autonomia, sul piano sociale si è costituita una psicologia collettiva basata sulla convinzione che la ricchezza pubblica non avesse mai fine, che fosse normale e doveroso soddisfare qualsivoglia richiesta, tumulto o lamento al di là di ogni calcolo di ragionevolezza e compatibilità economica, così facendo si sono deresponsabilizzati i singoli rendendo loro più conveniente lottare per la ridistribuzione del reddito pubblico piuttosto che impegnarsi per la produzione di nuova ricchezza. Ha avuto luogo così un colossale processo di diseducazione.
Sul piano economico il consentire tutto a tutti si è tradotto nel tutti fanno tutto e la mancanza di selezione alla base di qualsiasi sistema di libero mercato non ha consentito, se non in misura ridotta, fenomeni di specializzazione, di interscambio, di segmentazione e soprattutto accumulo di informazione, vero e unico capitale dei moderni sistemi economici. In questa ottica noi della Stella Alpina riteniamo che sia necessario seguire alcune linee guida senza vantare alcuna pretesa di esaustività:
- innanzitutto identificazione di priorità ed obiettivi per la Valle d’Aosta del terzo millennio, mettiamo al primo punto il Casinò;
- individuazione di progetti qualificanti di ampio respiro da realizzare anche con il concorso dei privati in un'ottica di apertura radicale all’estero;
- razionalizzazione conseguente all’attuale coacervo di incentivi soprattutto in chiave di selezione gerarchica degli interventi;
- un'azione determinata, che si dispieghi realisticamente nel medio e lungo termine, finalizzata ad una progressiva privatizzazione dell’economia;
- interventi immediati nelle regole e nei comportamenti per separare la fase di indirizzo e controllo sui progetti, spettante alla sfera politica, da quella di attuazione e gestione degli stessi da affidarsi ad organismi competenti attualmente esistenti o da istituire.
Voglio concludere dicendo che dobbiamo porre grande attenzione e impegno politico sul fatto che la nostra Regione debba essere rappresentata in Europa. Noi dobbiamo agire da subito, come Consiglio regionale, per fare in modo che anche la nostra Regione abbia questo riconoscimento perché forse solo adesso ci rendiamo conto dell'importanza del ruolo di essere al Parlamento europeo, ruolo strategico soprattutto in prospettiva futura, per quelle che saranno le sfide che dovremo affrontare.
Termino esprimendo il voto favorevole della Stella Alpina a questo bilancio e la raccomandazione che per fare di più e meglio si possa tenere anche conto dei nostri suggerimenti.
PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)Il dibattito di ieri si è svolto forse un po' stancamente, ma certo non sono mancati interventi di rilievo, in particolare su temi e problemi specifici. Un dibattito, quindi, non inutile, ma che ha in qualche modo risentito dell'ordinarietà della proposta di bilancio e di legge finanziaria portata dalla Giunta all’approvazione di quest’aula. È stato un po' come se tutti noi, contagiati dallo slogan del "ritorno alla normalità", fossimo intervenuti in modo ordinario senza slanci particolari, senza che sia riuscita ad emergere quella tensione e quella vivacità che negli anni scorsi, vuoi per le tragedie del tunnel e dell’alluvione, vuoi per l’operazione ENEL, avevano caratterizzato parecchi interventi.
Del resto nel bilancio manca una novità di rilievo, manca quel di più dell’ordinario. L’atto evidenzia una carenza di progettualità. Come commentare diversamente la significativa riduzione dei fondi globali? Il relatore Cerise ha dato una lettura benevola del dato sui fondi globali che a suo dire dimostrerebbe come il programma di legislatura sia stato in buona parte attuato, ma quel dato ci dice anche di un esaurirsi progressivo di progettualità, di un'incapacità di pianificare altri investimenti, della poca volontà di innovare e di raggiungere obiettivi più ambiziosi.
Ecco perché in molti abbiamo sottolineato come dietro al "ritorno alla normalità" si intraveda, se non proprio un salto all’indietro, quanto meno l’incapacità di fare un balzo in avanti, di fare scelte più coraggiose, di provare a perseguire nuovi obiettivi, di proporre diverse soluzioni, di governare in maniera meno scontata perché questo bilancio e questa legge finanziaria appaiono nella loro ordinarietà, appunto, scontati. Certo, non sono mancati qua e là dei segnali interessanti: qualcuno ieri citava, per esempio, in materia ambientale i fondi per Mont Mars e Cheney, ma si tratta di casi isolati, di piccoli puntini colorati su di un grande cartone grigio.
Ieri, nella sua replica l’Assessore Agnesod, a cui dobbiamo riconoscere una positiva attitudine al confronto, ha replicato ad alcune considerazioni e critiche specifiche provenienti dai banchi dell'opposizione. Lo ha fatto qualche volta portando delle argomentazioni interessanti ancorché non condivisibili, qualche altra rifugiandosi dietro lo scudo dell'ideologia, uno scudo forte, persino impenetrabile.
Nella nostra Regione ci sono alcune parole impronunciabili, pena la massima sanzione politico-ideologica: "Tu n’est pas un bon Valdôtain"; fra le parole impronunciabili ve ne sono due che ieri sono state utilizzate - e a proposito - da parte di alcuni Consiglieri: "privilegio" e "assistenzialismo".
Non voglio riaprire la discussione su tali punti, prendo atto che le opinioni politiche del Governo regionale in punto entrate, dove si intravede, ma appena appena qualche piccolo segnale di privilegio finanziario, e in punto uscite, dove mi pare di cogliere qualche piccolo intervento di sostegno dal sapore assistenziale, non trovano il necessario conforto della matematica che una volta insegnavano a scuola essere una scienza esatta; sarà un segno dei tempi. Del resto in tempi "berlusconiani" le addizioni e le sottrazioni rischiano di essere un'invenzione delle opposizioni o magari di qualche complotto della Sinistra europea, opposizioni e complottisti che per di più utilizzano nel nostro caso i numeri arabi ossia l’espressione di una civiltà evidentemente non paragonabile alla nostra.
Non starò dunque a replicare su cosa sia una frazione, non il villaggio, ma una frazione delle entrate o su cosa sia un intero pur rimanendomi la curiosità aritmetica e filosofica di capire come si possa spendere più del tutto, senza che arrivino dall’esterno risorse finanziarie maggiori rispetto a quelle prodotte in loco. Dicevo che l’Assessore ha potuto sì replicare su alcune questioni specifiche, ma non ha potuto portare elementi convincenti per contrastare efficacemente la critica più sostanziale che viene mossa da questa parte politica: che questa maggioranza, ampia, ma disomogenea e che una Giunta esperta, ma forse un po' stanca non abbiano saputo utilizzare le ingenti risorse finanziarie regionali, uniche in Europa per quantità se rapportate al numero di abitanti, per immaginare un 2002 meno scontato dal punto di vista finanziario.
Per non parlare poi del bilancio triennale che mi pare anche quest’anno un mero esercizio contabile supportato da poca convinzione, pochi ragionamenti, poca programmazione. Volete, amici della maggioranza, ritornare alla normalità, ma è una normalità piatta, poco lungimirante e poco affascinante. È una normalità che non basta a chi vorrebbe utilizzare le nostre enormi risorse per fare una Valle d’Aosta socialmente più solidale e più vivibile e politicamente più lungimirante. A questa finanziaria e a questo bilancio, che a nostro giudizio non rispondono a sufficienza alle necessità e alle ambizioni della nostra Regione, riserveremo il nostro voto contrario.
PrésidentLa parole au Conseiller Fiou.
Fiou (GV-DS-PSE)Se il bilancio è lo strumento per realizzare il progetto di sviluppo che una maggioranza sceglie di perseguire, è normale che la discussione sullo stesso sia occasione di una riflessione anche sul livello di realizzazione del programma stesso e sulla sua adeguatezza alla luce dei cambiamenti che sono intercorsi dalla sua formulazione.
Su questo piano il dibattito di ieri ha proposto spunti importanti (non sono d’accordo con il Consigliere Curtaz da questo punto di vista) sia con i pungoli critici della minoranza, sia con gli approfondimenti di consiglieri di maggioranza che hanno analizzato alcuni punti di crisi, delineando anche stimolanti proposte e questo ad esempio per l’agricoltura, per i trasporti, per gli interventi di salvaguardia ambientale e altro.
Questi contributi saranno preziosi per realizzare quella "normalità" su cui continuiamo a sentire fare battute, su cui già ieri qualcuno ha tentato di ironizzare secondo me abbastanza inopportunamente. Ripristinare la normalità del percorso di un progetto di sviluppo è fondamentale per la sua realizzazione. A qualcuno non piace il progetto: vorrebbe che qualche intoppo lo bloccasse, questa è una posizione legittima che non può essere però condivisa da una maggioranza che il progetto tenta di perseguirlo. Già lo scorso anno il bilancio ha fatto lo sforzo di mettere insieme straordinarietà e ordinarietà, nel senso di aver voluto garantire, senza flessioni, il percorso di sviluppo, che era stato delineato nel programma di maggioranza, pure in presenza della necessità di interventi straordinari per sostenere la ricostruzione, tant’è vero che sono stati consolidati obiettivi come:
- l’operazione ENEL;
- il polo creditizio valdostano;
- l’università;
- il ripensamento del Casinò;
- l’area Cogne;
- il sostegno ai vari settori economici e produttivi affinché anch’essi fossero nelle condizioni di non soccombere all'emergenza.
Lo sforzo di garantire la normalità a fronte dei due eventi drammatici del Bianco e dell'alluvione può essere uno dei motivi fra l’altro che ci hanno anche permesso di evitare, almeno in parte, ricadute negative degli stessi sull'economia, non è stato un errore di valutazione. Qualcuno poi ha voluto individuare un parallelismo: normalità/piattume, l’ho sentito ancora fare stamattina. Mi permetto di non condividere questa lettura: per il passato a fronte degli obiettivi consolidati e che ho già evidenziato, per il futuro considerando l’evoluzione in atto nei vari settori.
Sull’agricoltura è già stato ampiamente detto come si stia avviando una svolta nella logica degli interventi per superare la contraddittorietà degli stessi con l'innovazione e con la normativa europea. Certo, questo in un settore come quello dell’allevamento è più faticoso e lento da realizzare perché mette in discussione meccanismi di formazione del reddito consolidati. L’innovazione nella vitivinicoltura non ha incontrato ostacoli perché introdotta in una fase in cui la stessa era praticamente inesistente come fatto economico, perciò non aveva nulla da mettere in discussione. Ora la strada tracciata da questo settore, quello della ricerca e della valorizzazione dei prodotti di nicchia e di qualità, si sta rivelando come quella giusta per un'agricoltura che deve fare i conti con un territorio difficile come quello di montagna.
Quella che è stata una giusta politica di sostegno di attività da far crescere, malgrado le condizioni di difficoltà, credo che abbia dato i suoi frutti anche nel passato facendo vivere per decenni settori importanti. Ha dovuto però fare i conti anche con errori di impostazione, ad esempio come privilegiare la quantità sulla qualità, e con distorsioni speculative per cui alcune aziende hanno finito per impostare la loro attività in funzione dell’accesso a contributi vari, piuttosto che alla redditività della propria produzione. È vitale per uno sviluppo duraturo ed equilibrato superare queste distorsioni.
Su questo piano c’è un processo, come è già stato detto, culturale da riproporre che interessa in generale non solo l’agricoltura, che interessa il problema del rapporto Regione/categorie economiche.
Ci sono logiche in atto che fanno perdere agli interventi regionali il ruolo di stimolo a ricercare la vitalità e l’adeguatezza nelle attività professionali e imprenditoriali e questi sono i contributi a pioggia, i contributi pensati semplicemente a favore di una categoria, non di sostegno ad un processo economico. Non vorrei sempre tirare in ballo il pagamento dell’assicurazione ai maestri di sci, non voglio fare arrabbiare il Consigliere Cuc, ma è l’esempio che mi viene in mente in questo momento. Gli interventi regionali dovrebbero essere gli strumenti per realizzare un progetto di sviluppo e perciò essere di stimolo alle categorie affinché queste prendano certi percorsi piuttosto che altri. I regali le fanno stare semplicemente ferme.
Voglio ora proporre qualche riflessione sul settore industriale. Mi pare di aver colto nel dibattito una sottovalutazione del ruolo di questo settore. Richiamo appena l’importanza della diversificazione dei settori economici per garantire un percorso di sviluppo dove i momenti di crisi siano smorzati. Un fatto però, altrettanto ovvio, ma che mi pare dimenticato, è che il settore industriale è quello che, assieme alla tanto criticata pubblica amministrazione, garantisce una fetta cospicua di posti di lavoro dipendente ai residenti.
Il settore turistico, pur rilevante economicamente, importa una quota importante della manodopera dipendente. Il settore industriale valdostano poi si è quasi totalmente rinnovato nell’ultimo decennio, superando la crisi epocale dei settori industriali di base, siderurgico e chimico, puntando perciò sulle tecnologie avanzate. È ora un settore vitale con una presenza equilibrata, che fa i conti però con le logiche produttive e di mercato dei nuovi settori, e che perciò non può mai essere considerato con situazioni stabilmente acquisite.
La Regione ha adeguato gradualmente gli strumenti di intervento a sostegno dell'industria, soprattutto ha attrezzato aree per insediamenti che stanno funzionando. In questa logica si colloca anche l’impegno per l’area Cogne. I dubbi e le critiche che si sentono di questi tempi mi pare propongano per l’area Cogne alternative abbastanza fantasiose legate più a desideri speculativi che non a progetti relativi ad attività di respiro duraturo.
Mi sono dilungato un po' nell’evidenziare alcune problematiche di cui è ricca in senso positivo e anche con luci negative quella "normalità" che qualcuno, ripeto, vuol definire piatta. Voglio ancora però riprendere alcuni aspetti generali che caratterizzano questo bilancio, che ci convincono e che motivano il nostro voto favorevole. Accanto alla continuità della "normalità", ripeto, c’è un’altra importante continuità: la garanzia che non vengano ritardati i lavori di ricostruzione. È opportuno perciò in tal senso il ricorso al credito per sopperire ai ritardi e all'eventuale latitanza dello Stato in materia e per non fermare il ritmo di ricostruzione fin qui positivo.
Altro impegno è la garanzia di continuità nella spesa socio-sanitaria, tema che è stato ampiamente sviluppato e su cui non ritorno. Infine quella che ritengo una scommessa importante: il processo di valorizzazione delle autonomie locali. Il decentramento delle risorse relative ai servizi, che erano finanziati prima con leggi di settore, è tutto dentro la logica di consolidamento di un progetto federalista ampiamente teorizzato. Il riconoscimento nei fatti del ruolo e delle competenze degli enti locali è un passo direi obbligato per la realizzazione di un progetto istituzionale federalista che "parta dal basso", come sovente abbiamo sottolineato, però questo passo pone problemi nuovi:
- di rapporto fra livelli istituzionali non ancora ben definiti;
- di possibili diversità fra le offerte di servizi fra comuni diversi magari non facilmente spiegabili;
- di rapporto fra programmazione di competenza regionale e realizzazioni di competenza comunale.
Ecco perché ho parlato di scommessa: c’è una fase impegnativa anche qui da governare, non rinviabile, perché la scelta con il decentramento delle risorse è già fatta. Dalla capacità di governare questa fase dipende la possibilità del consolidamento di un nostro progetto federalista.
PrésidentLa parole au Conseiller Cerise.
Cerise (UV)Ieri sera, in sede di replica, io non ho preso la parola dopo avere diligentemente preso nota di quanto detto dai colleghi della minoranza e avere "setacciato" i loro interventi per trovare le argomentazioni più importanti su cui replicare. Non ho preso la parola perché mi sono accorto che in fondo al setaccio non sono rimaste luccicanti perle, ma solo qualche sparuto e persino imbrattato sassolino, peraltro banale. Speravo in qualcosa di meglio questa mattina, ma non è successo, ho deciso allora di prendere la parola per la dichiarazione di voto a cui perverrò dopo un piccolo excursus.
Lo faccio anche perché sono rimasto mortificato dal messaggio che è uscito ieri da questo Consiglio regionale, ma non perché qui dentro non si siano dette certe cose, ma per quello che è stato riportato fuori, perché chi ha letto i giornali oggi o ha sentito i telegiornali può rimanere solo sconcertato da quello che si è fatto qua dentro e non è la verità. Mi adeguo.
Mi perdonino i colleghi se prenderò in prestito l’attitudine un po' sentenziosa del collega Curtaz sempre generoso in apprezzamenti, devo dire qualche volta in positivo, nei confronti degli uni e degli altri. Il collega Curtaz ha iniziato il suo intervento ieri dichiarando un senso di frustrazione per il metodo con cui si arriva al dibattito e all’approvazione del bilancio e per i contenuti di tale documento, anch’io esordisco esprimendo la mia delusione, ma per il dibattito che c’è stato.
Devo dire che da parte della maggioranza sono state fatte critiche costruttive, che sono state avanzate delle perplessità e dei suggerimenti che certamente contribuiranno a rendere migliore l’applicazione di questi due strumenti. È mancata la presenza solida ed efficace della minoranza che mi ha molto deluso. Sono deluso dal suo intervento, collega Curtaz perché, a forza di sentirle dire che abbiamo troppi soldi, mi viene da pensare che lei abbia delle nostalgie autolesionistiche.
Se poi insiste, allora bisognerebbe che lei cambiasse movimento visto che il suo continua a chiedere soldi per la sanità, la scuola, l’ambiente, l’agricoltura biologica, il sociale, la casa, la donna e quant’altro. Se poi ci fosse ancora una pervicace attitudine, che non so come chiamarla se non masochistica - ma qui la metto sul piano dell'ironia perché vorrei anche sdrammatizzare -, da soddisfare, la invito a pregare Babbo Natale di portarle un martello e poi le dirò in separata sede cosa può farne per soddisfare questa sua esigenza.
Dovrei fare i miei più sinceri complimenti al Consigliere Beneforti per diversi motivi. Beninteso, collega Beneforti, le voglio restituire la simpatia di cui lei mi ha fatto oggetto in queste ultime sedute del Consiglio ricordandomi una volta di quando andavo per montagne, mentre lei si occupava di "cose" grandi e ieri nel portarmi alla Prima Comunione con il mio abito da festa. I miei complimenti per due motivi, entrambi traggono luogo dal fatto che ha parlato per cinquantotto minuti:
- il primo complimento devo farglielo alla sua performance fisica: siamo fra uomini di una certa età che hanno superato abbondantemente i cinquantacinque anni, mi complimento con la sua prostata;
- il secondo per essere riuscito a non dire assolutamente nulla, salvo il riciclaggio di vecchi "clichés" ripetuti una volta sì e una volta no durante tutto l’anno.
Peraltro non voglio replicare io a quello che ha detto ieri dal momento che c’è un articolo su "Il Sole 24Ore" di ieri a pagina 10, dove la tanto denigrata e maltrattata sanità della Valle d’Aosta è invece citata come uno dei migliori esempi di sanità in Italia.
Da lei mi aspettavo delle considerazioni piene di canuta saggezza, Consigliere Beneforti, invece mi sono ritrovato fra le mani proclami vuoti, luoghi comuni e trite affermazioni tipiche di un sindacalismo ormai un po' decrepito. A proposito di passato le voglio dire che se un intervento di questo genere - glielo dico con molta simpatia e anche con l’affetto che provo per lei - lo avesse proposto ai tempi in cui erano in auge il partito in cui militava o il sindacato di cui lei era valido esponente, glielo facevano fare al dopo lavoro ferroviario di Nus, alle 8,30 del lunedì mattina. Non c’era niente.
Devo ammettere che qualche volta la Consigliera Squarzino, in qualche suo passaggio nei suoi lunghi interventi, mi ha trovato d’accordo ponendomi in questo caso dei problemi, se non di identità politica, di temporanea collocazione. Devo dire che in questa occasione questo problema non si è posto perché l’illuminata collega è riuscita a negare o meglio a eludere costantemente, con argomentazioni successive, quello che aveva precedentemente sostenuto. Per prendere in prestito una terminologia chimica, dirò che un simile intervento ha una reazione neutra.
Per darle l’onore delle armi, dirò che in questo caso è stata neutra, sebbene tinta di rosa. La consiglio poi, Consigliera Squarzino - ma simpaticamente anche a lei - cosa che mi pare abbia già fatto, di fare buon uso del suggerimento del Presidente di frequentare di più le commissioni, in questo modo otterrà tutte le informazioni senza costringerci in Consiglio ad assistere ad un logorio di puntualizzazioni che credo sia più congeniale alle Signore di una certa età che fanno i corsi di cucito e di ricamo che non ai consiglieri regionali. Brutta caduta di stile, quella del Consigliere Tibaldi.
Lei ha fatto un'affermazione di cattivo gusto e anche un po' offensiva nei confronti della politica in generale, è un'affermazione della quale si deve assumere la responsabilità perché la sua affermazione ha sicuramente sortito effetto ed è riportata ampiamente dai media, ma porta acqua al mulino che macina la farina del disprezzo verso le istituzioni e chi le guida. Da lei poi queste censure sulla Casa da gioco come foriera di tanti mali morali non me le aspettavo, innanzitutto perché ne ha sempre sostenuto la privatizzazione, che è tutt’altro che quello che fa l’ente pubblico, se del caso, e poi perché è esponente di un partito che sta promuovendo l’apertura di queste case su tutto il territorio nazionale. Per quanto concerne il riferimento al localismo, che è stato fatto nel suo intervento, le voglio ricordare che, quando si è parlato della Casa da gioco, lei si è preoccupato di quanto venivano a guadagnare il Comune di Saint-Vincent e i Comuni vicini, preoccupandosi molto poco del resto. Più localismo di così!
(interruzione del Vicepresidente Lattanzi, fuori microfono)
? Armi spuntate, Vicepresidente Lattanzi. Mi dispiace perché di solito aveva un altro stantuffo e devo fare una notazione: magari Finaosta riuscisse a far venire aziende con sede fiscale in Valle d’Aosta! È un obiettivo perché, oltre agli altri benefici, c’è anche quello del ritorno fiscale. O dobbiamo dire ai Valdostani che lei sarebbe favorevole, per non dire attivo, sul fronte di ridurre questa entrata? Viene fuori da qui un fil rouge che unisce le opposizioni: lavoriamo, cioè lavorate tutti perché vengano ridotte le disponibilità finanziarie della Regione. Forse pensate davvero che in una Regione più povera voi avreste più successo? Credo di no, se le vostre idee sono quelle da voi espresse in questo Consiglio.
Concludo con il dire che forse dietro la modestia delle argomentazioni della minoranza si nasconde qualcosa che prima non mi era apparso così ovvio.
Con tutti i loro limiti questa legge finanziaria e questo bilancio sono probabilmente il meglio che nell’attuale contesto si poteva produrre nell’interesse generale della collettività valdostana poiché questi strumenti sono la conferma dell’azione politica della maggioranza e del suo programma e, sia pure con tutta la disponibilità per accogliere i suggerimenti a perfezionarlo, l’insipienza della minoranza ne ha celebrato in questa occasione la bontà dell’uno e dell’altro. Per questo motivo ribadisco il voto favorevole del gruppo dell’Union Valdôtaine senza ripetere tutte quelle argomentazioni che fanno di questo un ottimo bilancio e che sono già state enunciate ieri dal nostro Capogruppo e da altri Consiglieri dell’Union Valdôtaine.
PrésidentLa parole au Conseiller Aloisi.
Aloisi (GM1) Solo per riconfermare il voto favorevole così come avevo anticipato ieri nella discussione generale.
PrésidentLa parole au Vice-président Lattanzi.
Lattanzi (FI)Devo dire che, dopo l’intervento del Consigliere Cerise, ho qualche titubanza ad intervenire ma, siccome i voti e le pagelle le ha già date, possiamo parlare con una relativa tranquillità, anche perché devo dire, Presidente, e lei sa quanto io la stimi, che la caduta di stile l’ha avuta lei stamattina perché ha esordito dicendo che si aspettava dagli interventi delle opposizioni di setacciare qualcosa di più consistente, mentre si è ritrovato con dei sassolini, anche un po' sporchi in qualche situazione.
A quel punto ero preoccupato perché mi aspettavo da lei un intervento di un peso e di una levatura molto alta, invece ho sentito parlare della prostata del Consigliere Beneforti, del martello che in separata sede spiegherà al Consigliere Curtaz come utilizzare, del fatto che denunciare che in questa Regione c’è dell’assistenzialismo è farsi delle "tafazzate", quindi mi sono ricreduto e ho pensato che potevo parlare anch'io perché se il Presidente della mia commissione vola così basso, più basso di così è difficile che si possa volare.
Due considerazioni. Naturalmente voteremo contro questo bilancio, lo abbiamo spiegato in molti stili e in molti modi, in maniera pittoresca e colorita, ma non lo abbiamo spiegato solo ieri, credo che il confronto sulle diverse visioni della gestione del bilancio della Regione è iniziato nel 1998 quando è iniziata questa legislatura e credo che nessuno si sia stupito ieri nel sentire che Forza Italia "picchia" su certi temi, come quello dell’assistenzialismo, come quello dell’invadenza della Regione in economia, come quello di un uso strumentale scorretto di Finaosta.
Credo che non ci sia niente da stupirsi perché Forza Italia è entrata in questo Consiglio regionale per la volontà di quegli elettori che pensano queste cose, che ritengono che la Valle d’Aosta abbia le risorse, ma che partono da una preoccupazione: che i tempi stanno cambiando, che i dati sensibili di entrata di questo bilancio sono dei dati sensibili delle entrate dei bilanci precedenti, quindi la preoccupazione non è il vittimismo o il masochismo di chi pensa o ritiene che sia meglio che entrino meno risorse, ma è la preoccupazione di chi pensa e ritiene che, in un momento di grande trasformazione, questa Regione con queste risorse debba creare un prodotto interno lordo e un benessere e una ricchezza prospettica, futura, assestata su entrate di tipo diverso da quelle di tipo assistenzialistico.
Poi dopo qualcuno si offende perché i Valdostani DOC ritengono che sia dovuto che bisogna avere i sedici decimi del riparto fiscale, quelli invece che dicono che i sedici decimi sono un po' tanti ed esprimono una preoccupazione, come dice il Consigliere Curtaz, vengono subito tacciati di non essere valdostani a sufficienza.
Allora io credo che i Valdostani si divideranno fra chi, con la zeta in fondo o senza zeta in fondo, indistintamente, ritiene di avere le risorse per poter creare una ricchezza e un'autonomia reale e sana e chi invece lotterà nei prossimi decenni per mantenere nelle voci di bilancio entrate importanti di tipo assistenziale. È stata Roma fino a ieri, domani sarà Bruxelles e chissà quale organo mondiale dovrà portare le risorse in Valle d’Aosta. Noi riteniamo da quando siamo entrati in questo Consiglio - magari in futuro sarà la FAO che ci porterà le risorse - che l’impostazione delle entrate e delle spese di questa Amministrazione sia incoerente con i cambiamenti in atto.
Tutto lì, Consigliere Cerise e tutti quelli che ci hanno ascoltato in questi anni, quindi non c’è stata anormalità nei nostri interventi, che possono essere stati più o meno coloriti, ma lei capisce perfettamente il gioco delle parti e la necessità di colorire certe affermazioni e di sottolinearle perché lei sa qual è la condizione della comunicazione per l’opposizione in questa Regione. Abbiamo potuto assistere a una conferenza stampa di presentazione del bilancio ancor prima di averlo discusso noi e lei lo sa. Avevamo parlato di bilancio e il bilancio era già stato presentato, era già su tutti i giornali, quindi potevamo parlare di questo bilancio leggendo gli estratti dei giornali?
(interruzione del Consigliere Cerise, fuori microfono)
? a me non risulta che Berlusconi abbia fatto una conferenza stampa per presentare la finanziaria, mi risulta che prima la stiano discutendo e poi presenterà la finanziaria finita ed emendata.
Qui avviene il processo inverso: si è presentata la finanziaria della Regione sapendo che intanto era blindata e che emendamenti, a parte quelli dell'Assessore Agnesod, non sarebbero stati accettati, quindi non ci siamo neanche sforzati di presentare degli emendamenti perché negli ultimi tre anni abbiamo presentato degli emendamenti che voi non avete mai accettato.
Riteniamo che questo bilancio sia frutto di una cultura - dico quello che ho già detto lo scorso anno - di una parte della comunità valdostana che in questo momento governa questa Regione che ha paura di affrontare il futuro, che cela dietro il ritorno alla normalità un'incapacità strategica di fare quello che noi riteniamo sia doveroso, cioè far arretrare l’Amministrazione regionale dall'economia e dare quelle giuste indicazioni programmatiche e progettuali affinché l’economia crei imprenditori veri. Assessore Agnesod, mi perdoni, lei dice: "La Regione deve fare quello che i privati qui in Valle non vogliono fare". Il Consigliere Borre poi ieri lo ha esternato in maniera ancora più comunista: "Se non ci fosse la Regione qui, praticamente nessuno farebbe nulla".
Noi non siamo d’accordo su questa impostazione culturale perché bisognerebbe andare a capire se manca l’imprenditore perché c’è "troppa Regione" o se c’è "troppa Regione" perché manca l’imprenditore, allora voi dite: "C’è "troppa Regione" perché manca l’imprenditore".
Noi diciamo una cosa diversa: manca l’imprenditore, manca il privato perché voi non gli permettete di esserci! Un esempio per tutti, l’area Cogne: hanno chiesto di poterci essere, hanno chiesto addirittura di poter acquistare le aree, gli avete detto che non si faceva! VDA structure non è una società privata di bonifica!
E Finaosta non mi risulta essere una società privata! Come il Casinò non mi risulta essere una società privata, come tutte le società private che qui, in Valle d’Aosta, esistono, sono di carattere pubblico: quindi smettiamola di raccontarci la favola che i privati non esistono in Valle d’Aosta e che quindi bisogna che la Regione intervenga, perché le posso garantire che se facevate una gara di appalto per il Casinò, i privati c’erano, se facevate una gara di appalto per la bonifica dell’area Cogne, i privati c’erano!
Non avete voluto perché "vi conviene", perché avete fatto una scelta che è quella di controllare la distribuzione delle risorse regionali perché avete le vostre clientele, punto! Si può dire poi, in maniera più colorata, meno colorata, è un confronto di idee.
I Democratici di Sinistra: i Democratici di Sinistra parlano sempre molto poco in questo Consiglio ma, quando parlate, siete sempre uno spettacolo! Finalmente, dopo quattro anni - forse perché ci saranno le elezioni e dovete cominciare anche voi a fare il gioco delle parti - anche voi avete "evidenziato" qualche timida critica alla gestione di questa Regione.
Peccato che non siate credibili perché, quando venite qui a raccontare che "sì, è vero, ci sono un po' di danari distribuiti a pioggia?" e il Consigliere Fiou si "arrampica" facendo l’esempio dei maestri di sci? - ma voi le avete votate! Consigliere Fiou le avete votate! - ... quando venite a raccontare che si sono riqualificate delle aree in Valle d’Aosta, per cui si è superata la crisi industriale, credo che lei stia vivendo in un’altra regione perché qui siamo in piena crisi industriale!
Quando dice che adesso ci sono delle aree bonificate pronte a produrre, si sta dimenticando che quell’area Cogne non è pronta a produrre alcunché, perché non avete ancora, neanche voi, "deciso cosa fare", perché "non sapete" cosa fare! Capisco la visibilità, inizia la campagna elettorale per il 2003 e avete bisogno di smarcarvi e lei, Presidente, si deve aspettare che nella sua compagine di maggioranza comincino a smarcarsi in tanti - abbiamo visto in questi giorni gli "smarcamenti" sul Difensore civico - insomma lei lo sa, lo mette in conto, sa che da qui alla fine della legislatura avrà i Democratici di Sinistra che cercheranno?
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
? certo, stavo facendo una riflessione, non le stavo dando dei consigli, non mi permetterei mai! Abbiamo sentito anche che il Consigliere Aloisi si è alzato per dire che vota a favore, mi chiedo cosa avremmo fatto se non sentivamo questa dichiarazione di voto! Abbiamo sentito il Consigliere La Torre che dice, essendo nell'Associazione industriali, che gli industriali si devono dare "una sveglia": fantastico! Bisogna dunque smarcarsi, bisogna evidenziarsi.
Siamo contenti che questi smarcamenti avvengano su temi che stiamo sostenendo da quattro anni, non ho sentito smarcamenti rispetto alla sanità, dove ha ragione chi dice come il Consigliere Cerise: "Quelli della Sinistra prima chiedono contributi su tutto e poi dicono che i soldi non li dobbiamo dare". Per quello che vogliono loro, i soldi li vogliono; per quello che non gli interessa, i soldi non li vogliono! Su questo un minimo di incoerenza a Sinistra c'è, però su certe posizioni non è che si può fare il gioco delle parti a metà stando minoranza all’interno della maggioranza, cioè o ci si sta in maggioranza e si condivide, si danno dei suggerimenti, ma "un colpo al cerchio e un colpo alla botte", ha dato colpi dappertutto e alla fine non abbiamo capito perché ha votato a favore, alla fine non abbiamo capito perché votano a favore! Loro hanno qualche riflessione da fare, qualcuno della maggioranza ha avuto qualche riflessione da fare, ma alla fine il bilancio lo votano, tuttavia hanno preso l’occasione per dire che si smarcano politicamente da questo "modello" di gestione della Regione. Io credo che i problemi siano veri, siano grossi, siano grandi.
Abbiamo parlato di sanità - e non vorrei essere al posto dell’Assessore perché stiamo affrontando momenti molto delicati -, dove è in gioco un "sistema Valle d’Aosta", un sistema che finora su certi presupposti, che noi chiamiamo "dati sensibili", ha mantenuto un soddisfacente livello di benessere e qui siamo d’accordo con il Consigliere La Torre quando dice che non è possibile andare a criticare i livelli di assistenza sanitaria.
Si può andare a disquisire, come facciamo sistematicamente con interpellanze e mozioni, sulle liste di attesa o sulla qualità del servizio offerto, ma noi lo facciamo con lo spirito di chi dice: "Attenzione, perché è vero che in tutte le graduatorie che vengono pubblicate i cittadini valdostani esternano una soddisfazione generale rispetto alla qualità del servizio, però dobbiamo sempre ricordarci che abbiamo risorse che nessun’altra regione ha ed ha avuto".
È facile quindi fare livelli di soddisfazione investendo così tante risorse, ma il problema è capire cosa faremo in futuro perché - e non siamo né pessimisti né negativi nel dire questo - se non siamo capaci di produrre economia, le risorse non ci saranno, Consigliere Cerise.
PrésidentLa parole au Président de la Région, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)On ne peut pas examiner ce budget sans l’insérer dans un contexte et un cadre de référence. Je voudrais donc rappeler que ce budget s’insère dans un programme de législature, il tient compte des ressources disponibles, mais il s’insère aussi dans un cadre institutionnel en évolution, dans un cadre économique et financier et surtout dans un processus d’intégration européenne qui est en train de s’achever.
Nous avons présenté ce budget lors d’une conférence de presse après que la IIème Commission du Conseil s’était déjà exprimée; je ne pense pas que l’on puisse faire des remarques à ce sujet.
Je veux rappeler que la bonification de l’aire Cogne a été effectuée sur la base d’un appel d’offres auquel ont participé des entreprises privées et ce n’est donc pas Vallée d’Aoste Structure qui a directement bonifié l’aire Cogne.
Je vais faire quelques réflexions par rapport à certaines affirmations. Tout d’abord je veux revenir sur la tentative de banalisation. Il est vrai - et nous le confirmons – il y la prise d'acte du retour à une situation normale, le "retour à la normalité", comme dépassement d’une période extraordinaire et transitoire caractérisée par des événements exceptionnels. Que ce soit des calamités naturelles, inondations, tremblements de terre ou une guerre, partout le fait de revenir à la normalité est un élément positif.
Au contraire, ici il y a cette tentative de banalisation qui d’un seul coup, efface la capacité de réaction d’une communauté. Et les mesures adoptées. Il est facile de dire aujourd’hui: "Oui, il n’y a pas eu de conséquences si négatives, à cause de la fermeture du Tunnel du Mont-Blanc et de l’inondation?", mais ces remarques ne tiennent pas compte des mesures que nous avons adoptées et surtout des résultats que nous avons obtenus. Pour revenir à la normalité, il fallait tout d'abord le faire. Nous l’avons fait avec le concours et la collaboration de tous et nous en sommes fiers. Mais, il y a aussi un autre remarque: pas de grands projets, pas de grandes idées. Ça me rappelle une poésie Phèdre: "Le raisin et le renard". La période 1993-1998 était différente, c’étaient les grandes idées - nous revendiquons - on nous a même accusés à cet égard d’une continuité, mais aujourd’hui - voilà le renard et le raisin - tout est à jeter: pas de grands projets, pas de grandes idées, banalité, aplatissement.
Entre-temps nous avons reconverti l’Autoport,? sans oublier la Cogne, Bard, l’université, l'ENEL, le casino, l’épargne; nous avons proposé l’Euro-Région et la dimension montagne, qui n’est pas une montagne assistée, nous l’avons dit au Ministre La Loggia.
Nous sommes donc en train de définir un cadre complet de réformes et de réorganiser nos différents secteurs économiques: modernisation, développement, identité, au-delà du concept de montagne en général, mais nous avons aussi préparé cette Région en maîtrisant les changements vis-à-vis de l’Union européenne: le Plan de développement rural, l’objectif 2, l’objectif 3, 87.3 C, phasing out, Interreg; jusqu’en 2006 nous avons assuré à cette petite Région le soutien, le financement, l’attention de l'Union Éuropéenne. Nous avons réorganisé nos différents secteurs économiques: le tourisme, l’économie et les finances, l’industrie, l’école et la culture, le territoire et l’environnement, les collectivités locales et l’Administration régionale. Evidemment, pas d’idées, pas de projets, mais nous avons des résultats et nous maîtrisons ce changement dans un contexte et dans des moments qui ne sont pas des plus faciles.
Ensuite il y a le concept de privilège. À cet effet, il faut faire attention parce que sur la base ce concept de privilège, maintenant, toutes les régions sollicitent les mêmes compétences. Alors nous serons toutes privilégiées et à la fin, il n’y aura plus cette exception valdôtaine, car toutes les régions revendiquent les mêmes financements. Vous continuez à citer la TVA d’importation, 270 millions d’euro, mais vous oubliez les compétences accrues que nous avons, qui nous coûtent 466 millions d’euro, M. Curtaz.
Là vous courrez derrière une notion qui, dans le temps, était définie de "paupérisme". Surtout vous dites: "Il faut raisonner sur les chiffres et non pas sur les opinions personnelles", mais là nous ne regardons pas les mêmes choses et je reviendrai sur les chiffres parce qu’avec les privilèges, il y a l’assistance.
Sur l’assistance je voudrais citer les chiffres aussi. Pour ce qui est des fonds globaux, nous sommes en fin de législature. Quel serait donc le sérieux d’un Gouvernement qui, à une année des élections, vient vous proposer des projets à moyenne ou longue échéance? Qui les réalisera? Nous sommes respectueux des électeurs valdôtains, nous compléterons notre programme et j’espère que quelqu’un aussi, après avoir présenté un programme, pourra dans cinq ans retourner vers les électeurs et leur dire: "Voilà, nous avons réalisé le programme". Encore, il n’y a pas de développement dans cette Région. Alors, produit intérieur brut, prévision?
(interruzione del Vicepresidente Lattanzi, fuori microfono)
? mais il y a un "Gouvernement Berlusconi" qui se base sur les prévisions, M. Lattanzi! Nous avons une croissance du produit intérieur brut supérieure aux autres régions, un taux d’activités, des plus élevé, un taux de chômage qui est la moitié de celui italien. Et c'est le rapport de la Banque d’Italie qui nous présente ces données.
Il y a de plus solidité financière, une capacité d’endettement encore élevée, l’augmentation de 15 pour cent des recettes, 20 pour cent des recettes propres qui augmentent, augmentation de l’IRPEG, de l’IVA, les recettes de la Région par rapport au produit intérieur brut sont passées 1990: 53,1 pour cent, 1995: 48,7 pour cent, cette année 34 pour cent et donc l’importance de la Région diminue, contrairement à ce que vous affirmez. Nous n’avons pas augmenté la pression fiscale, M. Lattanzi; toutes les régions que vous gouvernez ont augmenté la pression fiscale?
(nuova interruzione del Vicepresidente Lattanzi, fuori microfono)
? il y a 60 pour cent de recettes propres dans notre budget. Le rapport entre dépenses de fonctionnement et d’investissement est favorable, les investissements augmentent. Ce sont des données, mon collègue Ghigo ne peut pas en dire autrement, ni Formigoni, ni Galan.
Deux réflexions encore, l’une tirée de l’Evangile. Rappelez-vous qu’il ne faut pas vouloir enlever la paille dans du voisin lorsqu'une poutre vous aveugle, vu que j’ai beaucoup apprécié vos considérations concernant le modèle de société et surtout votre modèle de démocratie politique. Là, je vous invite à réfléchir parce qu’en tant que modèle de démocratie politique, parler d’oligarchie?, vous oubliez peut-être quelle est aujourd’hui la situation en Italie et donc, même en tant que modèle de société, quand vous voulez privatiser à tout prix, la privatisation sauvage, sans considérer les services sociaux et autres choses?, ce modèle de société nous ne le partageons pas, surtout qu’il y a eu un grand oubli de votre part.
Toutes les années, Forza Italia que vous représentez ici, lors de la discussion du budget, proposait au Gouvernement, qui était à l’époque, pour le Val d’Aoste?, nous n’avons pas entendu un mot de la part de Forza Italia concernant la loi de finances qui est en discussion au Parlement. Quelqu’un a dit que pour l’inondation nous avons "inondé" les Valdôtains de papiers, mais ils n'ont pas dit s’ils étaient disponibles à nous "inonder" un peu d’argent là, encore, nous attendons de votre Gouvernement?
(nuova interruzione del Vicepresidente Lattanzi, fuori microfono)
? un signal.
Je vais terminer en citant cette fois La Fontaine, "La cigale et la fourmi": nous sommes une fourmi et vous êtes les cigales. Nous verrons bien ce qui se passe. Sur les autonomies locales, nous l'avons déjà dit, j’ai apprécié les remarques constructives de nos collègues de majorité concernant l’aménagement du territoire, les transports, la réforme de l’Administration régionale, la formation et le marché du travail, mais également l’agriculture de montagne et nous en tiendrons compte.
C’est la raison pour laquelle je confirme le vote favorable pour ce budget, en faveur de l’essor et du soutien économique de notre collectivité, sans pour autant sacrifier notre engagement en matière sociale et en faveur des plus défavorisés et des plus démunis en leur assurant un niveau qualitatif et quantitatif des services et des prestations dispensés.
PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.
Beneforti (PVA-cU)Innanzitutto voglio ringraziare il Dott. Cerise che ha elevato il dibattito in questa sede: ha detto che noi dell'opposizione lo avevamo mortificato, lui lo ha elevato... Dott. Cerise, glielo dico con affetto, così come lei si è rivolto a me: io sono rimasto deluso dalla sua relazione, lei ci ha fatto un'elencazione degli articoli spiegando quello che prevedevano, ma queste cose le avevo già lette, me le avevano già spiegate il Presidente, l’Assessore alle finanze; tutto quello che lei ha detto si era già sentito in due o tre giorni di dibattito in commissione.
Non c’è stata da parte del Presidente una valutazione politica sul bilancio, sui vari articoli. Non si può venir qui e fare la lezioncina sulle leggi. Credo che, se vogliamo dare importanza alle commissioni, bisogna che ci sia il confronto in commissione e che poi venga portato in aula quello che si deve portare, così si valorizza il dibattito in questa sede.
Non abbiamo detto che tutto è negativo: abbiamo rilevato delle ombre, parecchie, ma anche qualche luce. Abbiamo detto, chiaramente, che abbiamo apprezzato la legge sull’artigianato, abbiamo sollecitato la definizione della bonifica dell’area Cogne, abbiamo sostenuto la necessità di tornare alla normalità per quanto concerne l’alluvione, asserendo che era quella la strada da seguire; abbiamo detto le cose che lei ci doveva dire. È chiaro che abbiamo anche rilevato ciò che non è stato fatto e ciò che è stato "mortificato" da questa maggioranza all’interno del Consiglio regionale. Abbiamo detto che questo bilancio non è altro che un bilancio di preparazione alle elezioni regionali del 2003, né può essere diversamente.
Questo bilancio, checché voi ne diciate, è un bilancio di una società a socialismo reale: se dalle altre parti tutto dipende dallo Stato, qui tutto dipende dalla Regione, vige il centralismo più assoluto. Ora si è dato un 20 percento in più ai Comuni, ma mi dovete dire chi guida tutta la vita politica e amministrativa dei Comuni, se non il Presidente della Regione, questa è la verità, non ce la nascondiamo! Non so come farà l’Union Valdôtaine a sostituire una persona così, sarà molto difficile trovare - dal 2003 in avanti - una persona che abbia la capacità di gestire tutta una Valle. Ha eliminato anche la concertazione, limitandosi a "sentire", ogni tanto sento dire: "ma si sono sentite", ma "sentire" non vuol dire "concertare".
Caro Consigliere La Torre, stamani ho sentito qualche rigurgito socialista in lei e io - mi rivolgo anche al mio collega Martin - non ce l’ho con nessuno a livello personale nel settore della sanità: intervengo in questa Assemblea per mettere in evidenza certi disservizi esistenti.
Vorrei che il Consigliere Piccolo riferisse quanto avviene, relativamente all'assistenza, nella sezione territoriale di Châtillon. Quante lamentele ho avuto da Châtillon? Un giorno te ne ho anche parlato dicendoti: "guarda che là bolle qualcosa" affinché, essendo di quella zona, te ne occupassi anche tu. Metto in evidenza le lacune esistenti; non dico che la situazione sia peggiore delle altre, ma c’è un fatto da tenere in considerazione: noi facciamo tutte le convenzioni all’esterno - con gli ospedali ne avremo una quindicina -, ma nessuno dall’esterno viene a fare convenzioni con noi.
La mobilità passiva è "venuta fuori":
- nel 1998: 13 miliardi;
- nel 1999: 16 miliardi;
- nel 2000: 20 miliardi.
Questo vuol dire che la nostra gente va fuori a curarsi. Se fosse invece tutto "bello" e "buono", come dice il Consigliere La Torre, la gente si curerebbe in Valle. Non è tutto da rifare, è vero che abbiamo anche dei medici in gamba, però bisogna tener conto dei problemi sanitari della povera gente, di coloro che non hanno i soldi per potersi curare. Il trattamento del personale, poi! Vi sembra logico che ci sia personale dell’IN.VA. che lavora a un milione al mese dentro l’Ospedale, a cui si fa sostituire il personale dell’USL? Bisogna dire anche questo a "Il Sole-24ore".
Oggi non abbiamo ospedali e cliniche private, la nostra controparte privata sono i medici, e questo lo sa anche l'Assessore, con i quali si deve dibattere giornalmente per ottenere che ci sia l’assistenza. Questi sono costi! Mi dovete dire cos’è cambiato! Avete approvato due risoluzioni un anno fa per quanto concerne la sanità, volete andare a rileggervele? Cosa avete detto voi della maggioranza in quelle due risoluzioni? Le cose che ho sempre detto e che oggi ho confermato; in parte sono state risolte, ma in parte no.
Non dica più, per cortesia, Assessore Agnesod, che a carico della Regione ci sono spese che altre Regioni non hanno, affermazione che ripete continuamente: nutro della stima nei suoi confronti, la verrò volentieri a trovare nella sua trattoria, però mi auguro che anche in quella occasione non mi parli di questo! Il Presidente Viérin ed io, che siamo forse i più anziani in consiglio, ci ricordiamo bene che è stata una nostra scelta: siamo stati noi che, per mantenere il principio dei nove decimi, quando c’erano le finanziarie che tagliavano i fondi anche alle Regioni a statuto speciale, ci recavamo a Roma, come gli Unni, per cercare di ottenere che quel principio non venisse "toccato", e per questo ci assumevamo anche delle spese; questo è stato fatto prima, poi lo hanno fatto anche il Presidente Viérin con l'Assessore Agnesod! È vero o no? Allora non ci lamentiamo. A noi è convenuto mantenere il principio dei nove decimi? Credo di sì. Non facciamo il "muro del pianto" sulle cose che abbiamo cercato noi. In quel momento non c’era altra strada da seguire e allora l’abbiamo percorsa.
Noi confermiamo il nostro voto contrario a questo bilancio perché è un bilancio "fatto" di assistenza per tutti perché non si è voluto scontentare nessuno. È vero, come si è detto, che si potevano creare più tasse ma, dopo che avete predisposto un bilancio "elettorale", proprio nell’ultimo anno andare ad aumentare la fiscalità prima delle elezioni? Queste sono "cose" che, caso mai, si fanno ad inizio legislatura, mai alla fine?. Non considero il Presidente così fesso da usare quel "martello" che il Consigliere Cerise suggerisce per schiacciare qualche altra cosa!
Da parte della maggioranza si è levato un coro di osanna per questa Giunta e il suo bilancio: alla corte del re ognuno di voi ha voluto dimostrare di essere un suddito fedele. Capisco, questo è l’ultimo anno, quindi bisogna stare attenti. Non ci sono però state proposte né idee nuove da parte della maggioranza e noi ci aspettavamo un confronto diverso, ci aspettavamo che anche dalla maggioranza venissero delle indicazioni.
Ce lo aspettavamo, e lo dico con tutta sincerità e senza fare polemica, anche dalla forza politica che ha fatto il congresso ultimamente e che, come ho detto nella mia relazione introduttiva, ha fatto un progetto per la Valle d’Aosta, ma tale progetto si realizza nella misura in cui è collegato al bilancio. È come il Patto per lo sviluppo: se non ci sono linee collegate al bilancio, il patto resta carta straccia e si continua sull’assistenzialismo.
PrésidentLa parole au Conseiller Praduroux.
Praduroux (UV)Intervengo dopo aver sentito, nel corso della mattinata, intervenire diverse persone; la mia, più che una dichiarazione di voto, vuole essere una riflessione in particolare in riferimento a quanto asserito dal Consigliere Lattanzi. Mi sembra esagerato generalizzare il fatto che non ci sia imprenditoria in Valle d’Aosta perché, per quanto riguarda il settore edile, gli imprenditori sono quasi tutti valdostani. È vero che - qualcuno dirà - la Regione mette molti soldi per strade e fognature, però gli imprenditori in tutti questi anni si sono "fatti le ossa" e, lasciatemi dire, è un po' grazie a loro che forse il post alluvione non è stato così drammatico: abbiamo avuto gente in loco che ha lavorato e che lavorerà ancora.
Faccio un esempio, anche se qualcuno mi rimprovererà di parlare sempre di Hône: in questo Comune alcuni anni fa è arrivata un'impresa industriale, c’erano 120 persone che lavoravano, la Regione era presente con il 32 percento. Questa impresa adesso dà quasi 300 posti di lavoro e ha acquistato le azioni della Regione, quindi la Regione lì non esiste più, ma l’imprenditore è solo lui che dà lavoro a 300 persone. Spostandomi un po' verso Arnad, farei anche un accenno al marito della collega Teresa, anche lui un imprenditore industriale, e mi pare che in tutti questi anni abbia lavorato?
(interruzione del Consigliere Cottino, fuori microfono)
? conflitto di interesse? ma per dire che ci sono imprenditori. Neanche molto tempo fa ad Arnad il salumificio Bertolin ha aperto una nuova attività con un contributo della Comunità europea, ma comunque è pur sempre un'attività imprenditoriale locale. Spostandomi di poche centinaia di metri - è vero che le ditte di autotrasporti hanno delle sovvenzioni, ma mi pare che né più né meno che nelle altre regioni d’Italia - c’è un'impresa di autotrasporti che dà lavoro a 100 persone e che ha addirittura acquisito un’altra impresa di autotrasporti nella Regione Piemonte. Non voglio dilungarmi oltre.
La Cogne Acciai Speciali non c’entra niente con la Regione, ma dà lavoro quasi a mille persone ad Aosta e anche questo non è un imprenditore regionale? Se poi uno riflette un momento, presumo che esempi come questi ne trovi tanti. È anche vero che la Regione aiuta ma, se si fa un'analisi concreta e precisa, ci si rende conto che la Regione non aiuta neanche più di tanto della Regione Piemonte perché ho avuto occasione di parlare con imprenditori del Piemonte che vengono a vedere cosa c’è in Valle d’Aosta per eventualmente venire da noi ma, quando vanno a confrontare gli aiuti esistenti, decidono che stanno meglio in Piemonte. Questa è solo una riflessione.
PrésidentJe soumets au vote la loi n° 145 dans son ensemble:
Conseillers présents et votants: 32
Pour: 26
Contre: 6
Le Conseil approuve.