Oggetto del Consiglio n. 2333 del 3 dicembre 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 2333/XI Potenziamento e innovazione dell’offerta turistica della Valle d’Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso:
- che nel corso dell’assemblea nazionale di Unionturismo, svoltasi a Saint-Vincent il 14 novembre scorso, è stato presentato il Rapporto Turismo 2001 realizzato dall’ACI e dal CENSIS;
- che tale rapporto analizza l’offerta dei vari distretti turistici italiani e le strategie di leadership settoriale;
- che, nell’articolazione della mappa del turismo italiano, la Valle d’Aosta è stata inserita tra i "distretti montani", aggregati territoriali che fanno della montagna la loro prevalente identità;
- che tra i distretti montani si pone in evidenza per indice di terziarizzazione quello lombardo di Bormio e Livigno, seguito da quello trentino che fa perno su San Candido e Sesto, al terzo posto quello piemontese di Crodo e Formazza, al quarto e al quinto due distretti trentini con le località forti rispettivamente di Ortisei, Castelrotto e Bressanone, Santa Cristina;
- che i due distretti valdostani individuati, rispettivamente composti da 28 e da 45 comuni, denotano scarsi indici di ospitalità alberghiera e di ristorazione nonché un esiguo rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore delegato per sapere:
1) se non ritiene che i giudizi conseguiti dalla Valle d’Aosta siano piuttosto scadenti e comunque inferiori alle potenzialità che può esprimere una regione a vocazione montana e turistica come la nostra;
2) quali considerazioni esprime relativamente al fatto che la Valle d’Aosta non venga segnalata - nel Rapporto di cui in premessa - per una vocazione artistico-culturale, nonostante vanti un patrimonio in tal senso di tutto rispetto;
3) se non ritiene che tali "risultati" derivino anche dall’assenza di precise strategie di indirizzo e di programmazione in materia turistica da parte dell’Assessorato da lui guidato;
4) quali suggerimenti e/o indicazioni crede di potere trarre dal convegno "Le giornate di Saint-Vincent sul turismo" per potenziare e innovare l’offerta turistica valdostana.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
Président La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI) Ha offerto lo spunto per questa interpellanza un rapporto dell'ACI-CENSIS, presentato recentemente a Saint-Vincent in occasione dell’assemblea nazionale di Unionturismo, un’assemblea che si è svolta a margine di quel grandioso convegno che è stato promosso dall’Assessorato regionale sul tema "Le giornate di Saint-Vincent sul turismo". Il rapporto del CENSIS, dal titolo "Rapporto Turismo 2001", analizza l’offerta dei vari distretti turistici italiani classificandoli secondo diverse tipologie e individua l’efficacia delle strategie di leadership settoriale, così dice questo rapporto.
La classificazione comprende i distretti a vocazione marina, i distretti a vocazione turistico-culturale, i distretti a vocazione montana, e così via, e naturalmente fa anche un'analisi di quelli che sono i parametri dell’offerta sulla base di indici valutati analiticamente da esperti. La Valle d’Aosta viene naturalmente classificata fra i distretti montani e, per distretti montani, secondo quanto si evince dal documento, si intendono gli aggregati territoriali che fanno della montagna la loro prevalente identità.
I comuni censiti sono tutti a vocazione turistica, montana naturalmente, e quindi la Valle d’Aosta rientra, da un punto di vista di classificazione territoriale, in una regione notoriamente turistica.
Se si sfogliano le pagine di questo interessante rapporto si evince però che la qualità dell’offerta globale valdostana non brilla, anzi è piuttosto sbiadita e le valutazioni che sono state date alla Valle d’Aosta, suddivisa in due distretti, rispettivamente di 28 e di 45 comuni, sono piuttosto scadenti. Anzi, per utilizzare la valutazione che viene scritta nel percorso metodologico dello stesso rapporto, espressa con una scala nominale che va dalla lettera A, eccellente, alla lettera D, scarsa, la Valle d’Aosta nei singoli parametri valutati ha conseguito solamente D e C, cioè valutazioni scarse o quasi scarse. Tutto ciò in riferimento ai due distretti che citavo prima, rispettivamente di 28 e di 45 comuni. Viene escluso solo il capoluogo di regione.
In particolare vediamo che per quanto riguarda l’indice di terziarizzazione, i distretti tipo quello lombardo di Bormio e Livigno, come abbiamo scritto in premessa dell'interpellanza, o quello trentino che fa perno su San Candido e Sesto, sono davanti alla Valle d’Aosta; al terzo posto abbiamo quello piemontese di Crodo e Formazza, al quarto e al quinto due distretti trentini con le località forti rispettivamente di Ortisei, Castelrotto e Bressanone, e Santa Cristina. La fotografia che scaturisce della Valle d’Aosta turistica non è quindi particolarmente qualificante: ecco perché abbiamo posto all’Assessore alcune domande.
La prima, se non ritiene anche lui che questi giudizi espressi nel "Rapporto Turismo 2001", realizzato dall’ACI-CENSIS, siano piuttosto scadenti e comunque inferiori alle potenzialità che può esprimere una regione a vocazione montana e turistica come la nostra. Quali considerazioni poi si sente di esprimere relativamente al fatto che la nostra regione non figuri nei distretti a vocazione artistico-culturale: sappiamo che le bellezze artistiche e culturali della Valle d’Aosta sono di notevole pregio, in particolare Aosta è città romana.
Inoltre abbiamo una settantina di castelli medioevali, fra cui alcuni di particolare prestigio e in ottime condizioni; abbiamo dei reperti archeologici che sono in via di valorizzazione in Saint-Martin de Corléans, oltre che una storia e un patrimonio culturale che ci permetterebbero di annoverare la nostra regione fra i distretti turistici che possono vantare un'offerta indubbiamente superiore ad altri distretti analoghi presenti in altre regioni.
Vogliamo sapere se non ritiene che tali risultati derivino anche dall’assenza di precise strategie di indirizzo e di programmazione in materia turistica da parte del suo Assessorato.
Abbiamo più volte sottolineato che gli interventi, sia per quanto riguarda l’entità finanziaria, sia per quanto riguarda la molteplicità di iniziative sono cospicui, ma che il loro ritorno tarda ad arrivare. Sappiamo che l'individuazione degli strumenti di promozione arriva con ritardo e che si programma la stagione in corso nel momento in cui dovrebbe essere già programmata o programmabile quella successiva, che ci sono strategie di marketing che sono piuttosto approssimative e tutto questo ci fa capire che la programmazione turistica non ha quel livello di efficienza ed efficacia che meriterebbe una regione come la nostra.
Penso che il convegno abbia peraltro dato alcune indicazioni utili, e qui mi riallaccio alla quarta domanda, perché c’erano delle personalità del settore di tutto rispetto oltre a personaggi del mondo dello spettacolo. Di conseguenza, penso che l’Assessore e gli organi competenti del suo Assessorato possano aver tratto qualche spunto idoneo a rilanciare la promozione turistica in Valle d’Aosta. D’altronde queste due giornate di Saint-Vincent sul turismo hanno comportato un investimento di 140 milioni e non è poca cosa.
Una delle note di rammarico è che purtroppo tale iniziativa è stata effettuata in coincidenza con una riunione del Consiglio regionale, e molti consiglieri, fra i quali il sottoscritto, non hanno potuto partecipare perché c’era questa concomitanza. Peraltro, e ringrazio il Presidente della IV Commissione, è stato opportunamente segnalato allo stesso Assessore, ma anche al Presidente del Consiglio, che iniziative di questa levatura non devono coincidere con le riunioni del Consiglio regionale, altrimenti anche persone come noi che si devono occupare per dovere istituzionale di un settore come quello turistico, sono escluse in quanto il mandato consiliare li assorbe. Questa è comunque una divagazione che è già stata risolta dal Presidente della IV Commissione per quanto ci riguarda.
Mi soffermerei invece sulle domande poste dall'interpellanza e sulle quali sarà interessante sentire la risposta dell’Assessore. Non è la prima volta che un rapporto fotografa la Valle d’Aosta come una regione che, pur essendo a vocazione turistica, non è in grado di offrire qualitativamente un prodotto o un servizio all’altezza delle esigenze moderne del mercato.
Ricordo solo all’Assessore, ma penso che se lo ricorderà di suo, che già l’analisi effettuata dalla CISET, dall'Università Ca' Foscari di Venezia, disegnò una Valle d’Aosta disertata da diverse categorie di utenti, in particolare dai giovani, e di una Valle d’Aosta che stenta a fidelizzare la propria clientela. Questi sono due degli aspetti che mi sono rimasti maggiormente impressi. Sulla base di queste informazioni e sulla base di quanto scritto e domandato nell'interpellanza, attendiamo le risposte dell’Assessore.
Président La parole à l’Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA)Penso che questa interpellanza, per come è stata posta, meriti una risposta piuttosto approfondita. Ho l’impressione che - a questo proposito conosco l’abilità del Consigliere Tibaldi - si parta sempre dalle premesse di un certo tipo su una ricerca, in questo caso, su un'impostazione, su un lavoro, ma senza analizzare bene quali sono stati i contenuti, gli indici, per trarre delle conclusioni assolute che in questo caso non sono corrispondenti alla realtà. I casi sono due: o l’interpellanza nasce da un suggeritore, che ha suggerito male, che non ha ascoltato bene la relazione che è stata presentata, oppure, se è un lettore, mi dispiace dire che parte da premesse sbagliate; d’altro canto può darsi che la lettura, trattandosi di un tomo piuttosto consistente, sia stata piuttosto approssimativa.
Per non essere superficiale e per rispondere compiutamente all'interpellanza, penso che si debba leggere tutto il rapporto ACI-CENSIS, cercando di capire che esso è nato come contributo a quanto sancito dalla legge di riforma n. 135/2001, che prevede l'istituzione dei distretti turistici e dei sistemi turistici locali omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse. Questo rapporto vede, nella futura ipotetica istituzione dei distretti turistici, un'opportunità importante per istituzioni, per operatori del settore e per gli automobilisti: qui occorre fare subito chiarezza, perché se il rapporto ACI-CENSIS ha messo a fuoco tutto lo scenario turistico italiano in funzione dell’obiettivo volto ad individuare i distretti innovando l’offerta, si dimentica tuttavia un fatto essenziale, e cioè che tutte le regioni a statuto speciale sono escluse dalla legge n. 135 e pertanto sono estranee alla formazione dei distretti.
Questo è il primo grande presupposto di approccio culturale alla ricerca. Come tutti sanno, inoltre, il nuovo Governo della Repubblica non accetta l’impianto della legge n. 135, varata dal "Governo Amato", quindi non si hanno ancora le famose "linee guida" previste dall’articolo 2 della stessa legge; pertanto, la legge 135 è priva di regolamentazione. Non solo il rapporto ACI-CENSIS ha quindi un obiettivo, pure apprezzabile, collocato in un'ottica diversa dall’ordinamento giuridico esistente, la legge n. 135, ma lo stesso ordinamento appare appiedato perché privo di regolamento di attuazione. Questo per rispondere alle premesse dell'interpellanza.
Ciò che però colpisce di più dal punto di vista tecnico è il quarto paragrafo dell'interpellanza, là dove si dice " che i due distretti valdostani individuati, rispettivamente composti da 28 e 45 comuni denotano scarsi indici di ospitalità alberghiera e di ristorazione, nonché un esiguo rapporto fra presenze turistiche e popolazione residente;". Qui torna quel richiamo precedente, là dove suggerivo una lettura completa del rapporto ACI-CENSIS; infatti è bene precisare che i parametri usati per individuare gli indicatori seguono la metodologia che è descritta alla pagina 146 del rapporto, che prevede l’utilizzo di queste fonti: ACI, località di interesse storico-ambientale, poi tornerò dopo sull’aspetto dello "storico-ambientale" perché prima l’interpellante dice che hanno escluso il capoluogo, e tutti sappiamo che la grande ricchezza degli aspetti storici e culturali è concentrata nel capoluogo di Aosta?
(interruzione del Consigliere Tibaldi, fuori microfono)
? continuando la lettura del rapporto: ADN Kronos, dati quantitativi, musei per tipologia; Città del vino: individuazione comuni aderenti all'Associazione Città del vino; Divin Web, Scuole sub (ripeto: in Valle d’Aosta, scuole sub), Federazione Golf, dati quantitativi, numero di impianti e di buche; Gambero Rosso, dati qualitativi, numero di osterie e trattorie e numero di forchette, nome di alberghi per numero di chiavi e numero di aziende vinicole; Guida Michelin, dati qualitativi, ristoranti per numero di forchette e alberghi per qualità offerta; Guida Veronelli, dati qualitativi; ISTAT, dati quantitativi, presenze turistiche, alberghi, posti letto, e questo mi sembra sia un dato significativo; Legambiente, qualità delle coste; Ministero lavori pubblici, dati qualitativi, individuazione comuni costieri e comuni montani; Pasmania, sito Internet, dati quantitativi, impianti di divertimento, e poi Touring Club, eccetera.
Bisogna quindi andare a capire che tipi di parametri sono stati usati per una regione alla quale questo tipo di problematica non interessa assolutamente, perché i distretti turistici, che rientrano nella legge n. 135, non hanno nulla a che vedere con le regioni a statuto speciale, è comprensibile che se queste sono fonti per la misurazione e per le conclusioni, non si possono considerare per la Valle d’Aosta delle conclusioni attendibili. Chiunque di noi capisce che se tutta la Valle d’Aosta può essere giustamente a vocazione turistica, non può aggregare turisticamente il Comune di Oyace con Cervinia, Valtournenche o Gressoney o Cogne; non si possono aggregare Comuni di valenze diverse come quelli di Lillianes o di Pontboset, senza nulla togliere dal punto di vista turistico a queste località, con Saint-Vincent ad esempio!
Ma vi è di più. A quanto sembra gli interpellanti hanno dimenticato una cosa importante. Sempre nell’analisi della proposta dell’ACI-CENSIS sono esclusi per principio i capoluoghi di regione, motivo per il quale il maggior giacimento di beni culturali della Valle d’Aosta non viene menzionato; quindi, di fatto, sparisce il distretto artistico-culturale, nonostante, come dicono gli interpellanti, la Valle d’Aosta vanti un patrimonio di tutto rispetto, ed è un patrimonio che noi da anni stiamo cercando di valorizzare. Se si guarda, infatti, la pagina 138 del dossier, vengono enucleati i distretti 53 e 55, rispettivamente di 28 e di 45 comuni, escluso quello di Aosta, perché secondo il rapporto tutti i capoluoghi di regione sono esclusi dalla valutazione. Allora, caro Consigliere Tibaldi, bisogna essere più precisi e più corretti nelle cose, perché se si parte da un'analisi dove si enucleano di fatto tutte le potenzialità dei beni storici e culturali della nostra regione, e poi si traggono delle conclusioni per dire che siamo assenti su questo versante, mi pare che la premessa non sia molto corretta per giungere a quelle conclusioni. Il rapporto prende in considerazione anche ulteriori comuni aventi vocazione attrattiva, o pretesto turistico, salendo da 2841 a circa 3123 comuni, che pur rappresentando il 38 percento dei comuni italiani, sono pur sempre 3123 su un totale di 8100!
In questo rapporto, si veda anche pagina 37: i comuni a vocazione turistica della Valle d’Aosta sono 73 ed Aosta a parte, città d’arte per eccellenza con oltre 500.000 presenze all’anno negli ultimi sei anni e 29 alberghi. Non è campionata la città, per non distorcere i risultati, come non sono campionate Roma, Venezia, tanto per fare un esempio! Un terzo della popolazione valdostana, un terzo della potenzialità turistica soprattutto in un settore, in questa ricerca non è presente, e allora come si fa a dire che come regione siamo scadenti dal punto di vista della presenza e della valorizzazione di questi beni?
Veniamo alla presenze?
(interruzione del Consigliere Tibaldi, fuori microfono)
? ma il rapporto bisogna leggerlo, bisogna partire dalle presenze e bisogna sottolineare quali sono i criteri su cui si basa la ricerca e quali sono le finalità della ricerca! Venendo alle presenze, il confronto per quanto riguarda le presenze avviene solo fra i distretti a vocazione montana, quindi prende in considerazione il sottosistema turistico delle Dolomiti, del Trentino e dell’Appennino, per cui non viene proiettato un dato su scala assoluta, ma proporzionato ai dati del sottosistema montano. La mancata congestione di presenze non è dunque un punto di debolezza, bensì un elemento di forza, il rapporto CENSIS vuole essere un processo di analisi per comprendere i fenomeni e non una valutazione: ad esempio, è emerso il dato che la vocazione prevalente per quanto riguarda la Valle d’Aosta è quella montana.
Come sapete, il sistema Italia ha registrato nel 2000 332.358.000 presenze e 79.128.000 arrivi con un incremento di circa +6,5 percento negli arrivi e +7,8 percento nelle presenze. In questo contesto la Valle d’Aosta - e qui correggiamo il dato CENSIS con quello ufficiale ISTAT - ha registrato nel 2000 3.207.000 presenze, rimanendo stabile rispetto all’anno precedente, mentre regioni come la Lombardia hanno perso il 5,4, la Provincia di Trento lo 0,2 e la Liguria il 2,7. Occorre fare confronti omogenei, Tibaldi, per poter trarre delle conclusioni! Se pensate che la popolazione residente indicata nel rapporto ACI-CENSIS a pagina 137 in 79.724 unità è invece di oltre 122.000 e si opera una suddivisione fra le presenze alberghiere e la popolazione residente, si potrà constatare che il rapporto fra popolazione residente e presenze turistiche è impressionante, non per la sua esiguità, bensì per la sua eccezionale misura di grandezza.
Concludo rispondendo alle domande della interpellanza. La mappa dettagliata dei distretti turistici con queste valutazioni e distribuzioni in termini di "rating", cioè di storia, di valutazioni, di ordini, di classifiche, e di "ranking", cioè di posizione pura e semplice nella classifica, parte da indicatori quantitativi e qualitativi del tutto insufficienti ed espressi con una costruzione di indici fatta su scala nazionale per una finalità ben precisa, che non riguarda la Valle d’Aosta, Regione a statuto speciale. Essa assume una valenza molto relativa anche perché propone distretti montani a vocazione turistica, che comunque non possono essere aggregati con una semplificazione come quella che citavo prima, unendo un comune come quello di Hône o di Bard, con Cogne o Courmayeur.
Stiamo attenti poi a non ingigantire questo rapporto, che pure contiene elementi apprezzabili, perché si tratta di un primo passo di un progetto di analisi e di proposte che non è certo attendibile e preciso, come possono essere i dati ufficiali dell’ISTAT, che spesso sono anch’essi provvisori. Il rapporto dunque non presenta i risultati di strategie di indirizzo o di programmazione, ma si limita a proporre una valutazione di eventuali futuri distretti sulla base di fonti e di pubblicazioni, sulle quali la campagna promozionale della Regione non si è esercitata negli ultimi venti anni. I veri risultati sono invece quelli che vi ho citato nelle presenze turistiche della nostra regione, che già quest’anno presentano un sicuro incremento apprezzabile intorno al 3-4 percento di maggiori presenze, che per l’anno in corso, malgrado il tunnel, la ferrovia, l’alluvione, ci hanno posto in parità, mentre talune regioni leader che vi ho menzionato prima hanno manifestato flessioni anche importanti e in alcuni casi impreviste. Ho qui i dati ISTAT, che naturalmente sono a disposizione del Consigliere.
Riguardo all’ultimo punto, sui suggerimenti e sulle indicazioni che si possono trarre dal convegno di Saint-Vincent, vorrei dire che tutte le leggi che il Consiglio regionale ha approvato sono la prova di una consapevolezza dell'importanza del turismo nella nostra regione. Stiamo attuando un programma di governo e credo che i risultati siano confortanti, anche se è evidente che tutti vorremmo prendere la scorciatoia e raggiungere subito il massimo. Aggiungo anche che la comunità valdostana sta raggiungendo negli ultimi anni una consapevolezza interna, vorrei dire comune per comune, sul ruolo del turismo come elemento di sviluppo della comunità locale. Questo per introdurre, in conclusione, due importanti sottolineature che si evincono dal documento e che forse sono sfuggite ad uno sguardo non attento. Un basso rapporto presenze-residenti non significa affatto che la regione in questione stenti dal punto di vista turistico; forse significa che genera una politica compatibile con l’ambiente, con flussi di mobilità e quant’altro. La forza del turismo, 38 percento del PIL regionale, viene da sola a conferma dell'importanza del settore, senza che sia significativo il rapporto fra presenze e abitanti.
Se vi è un ritardo, come si può eventualmente sostenere, nella montagna turistica della Valle d’Aosta, ritengo che anche questo possa essere un fattore premiante per lanciare nei prossimi anni la forte identità di una montagna più silenziosa, che porta avanti uno sviluppo soft, ragionato, con meno macchine. Teniamo conto che tale rapporto è finalizzato all’ACI, a quelli che viaggiano e che cercano sulle guide i ristoranti, e non a quelli che vanno a scoprire la cultura e la specificità locale di una regione, e quindi bisogna capire qual è il taglio della ricerca! La montagna che vogliamo sviluppare è una montagna di forti identità, che porti avanti uno sviluppo consono alle proprie forze, che non prenda insegnamenti da quella che può essere definita la montagna chiassosa o costruita senza una propria identità.
Le potenzialità della Valle dal punto di vista turistico sono interessanti, il rapporto parla della nostra regione come della regione con il tasso più alto di comuni a vocazione turistica, pari al 98 percento, ma questo non è stato sottolineato, e credo anch'io al di sopra di ciò che fino ad oggi il "prodotto Valle d’Aosta" ha saputo e potuto esprimersi, ma soltanto con la consapevolezza di tutti, enti pubblici e privati, addetti alla promozione così come esperti di vendita, preposti all'accoglienza. Perché quando si parla di fedelizzazione questo è un aspetto molto importante, ma non è un compito che va esclusivamente addebitato all’azione del Governo regionale; penso che proprio l’aspetto dell'accoglienza, che è una delle debolezze individuate dalla Ca' Foscari, sia l’aspetto che maggiormente deve coinvolgere gli operatori turistici.
Ho già sottolineato che possediamo un patrimonio artistico-culturale di indubbio valore, forse non è conosciuto e segnalato perché solo da poco abbiamo cercato di lanciare una promozione a tutto tondo del patrimonio turistico valdostano, forse perché è da poco che si collabora con altri settori, insieme ai quali si cerca di lanciare e vendere un prodotto unico della nostra regione. Parlando di strategie, voglio ricordare che in questi anni abbiamo preparato il terreno legislativo per permettere questo rilancio, mi riferisco alla legge di riforma di tutto il settore. Su questa base stiamo costruendo una nuova politica commerciale, e voglio ricordare, anche qui, la spinta data dall’Amministrazione alla creazione dei consorzi - i cui progetti ora verranno sostenuti - per una nuova accoglienza, per il riordino delle AIAT, per una nuova promozione in sinergia con gli operatori. Per quanto attiene la programmazione, da non dimenticare che l’elemento importante sarà l’Osservatorio regionale del turismo e commercio, di recente costruzione e, a breve, operativo. Infine, le giornate di Saint-Vincent hanno portato ad una conclusione molto importante: che il futuro del turismo dovrà puntare, in generale, ma in particolare per realtà come la nostra, proprio per gli elementi di caratterizzazione che dicevo prima, soprattutto sulla "qualità" del turismo.
Si dà atto che, dalle ore 17,25, presiede il Vicepresidente Viérin Marco.
PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (FI) Assessore, lei è un po' troppo suscettibile. Quando uno propone un'interpellanza, che magari non le va troppo a genio, si inalbera e cerca di ascriverne la colpa agli interpellanti. Gli interpellanti, in questo caso, hanno una sola "colpa": quella di aver riassunto i contenuti essenziali del rapporto "ACI-CENSIS Turismo 2001", il quale fotografa una Valle d’Aosta sbiadita. Non è la prima volta che i rapporti CENSIS sono sgraditi a chi governa questa Valle. Nel 1990 quel rapporto CENSIS che definitiva la Valle d’Aosta come "una terra di benessere senza sviluppo", venne presto archiviato perché faceva emergere una realtà valdostana che in quest’aula, o in altre stanze, si tende volentieri a disconoscere.
La sua risposta, Assessore, ci pare peraltro piuttosto disarticolata. Probabilmente, e qui le restituisco un'osservazione, le hanno preparato una risposta che è piuttosto superficiale, perché noi il rapporto ACI-CENSIS lo abbiamo guardato, naturalmente nelle parti che si riferiscono ai distretti valdostani.
E se lei legge anche la legenda, dove si dà spiegazione dei simboli che vengono collocati vicino ad ogni parametro, vediamo come nei singoli parametri le qualità dell'ospitalità, della ristorazione, la segmentazione dell'ospitalità e della ristorazione, il rapporto presenza-residenti, l'integrazione delle varie offerte turistiche e il vino, presentino dei valori che oscillano fra lo scadente e lo scarso a seconda della tipologia, e il debole o il minimamente segmentato quando si fa riferimento alla segmentazione. Non abbiamo dato noi un'interpretazione al rapporto; noi abbiamo riportato solo quelle che sono state le risultanze di un rapporto, naturalmente formulando domande che sono stimolanti e che hanno stimolato la sua suscettibilità, tant’è che la sua risposta è disarticolata. Nella prima parte della risposta lei fa addirittura riferimento ad un aspetto normativo amministrativo che non ha nulla a che vedere con l'indagine statistica che qui viene fatta! Che la legislazione statale non c’entra nulla con la regione a statuto speciale, lo sappiamo e ne siamo consapevoli, ma dove sta il problema? Non ne fa cenno il rapporto! Ne ha fatto cenno lei, o qualche suo dirigente, per cercare di giustificare la posizione scadente che occupano questi due distretti valdostani, che qui vengono identificati per quanto riguarda l’aspetto turistico.
La regione a statuto speciale cosa c’entra? Sappiamo di essere una regione a statuto speciale, non è che lo abbiamo scoperto leggendo questo rapporto CENSIS, rapporto che, fra l’altro, non distingue nemmeno fra regione a statuto speciale e regioni a statuto ordinario! Il rapporto CENSIS classifica, ripeto, sulla base delle vocazioni, per cui qui ci sono vocazioni montane, vocazioni marine, vocazioni artistico-culturali, e via dicendo, secondo una mappatura che viene resa molto bene da un punto di vista generale, con una cartina policromatica che penso l’Assessore abbia visto.
L’assenza di Aosta: questo lo avevo premesso anch'io, ma le bellezze artistico-culturali non sono tutte concentrate nel capoluogo. È ovvio, nel capoluogo ci sono numerose bellezze artistico-culturali, ma ci sono tanti comuni che hanno valenze artistico-culturali, cito per esempio il Comune di Fénis, dove si trova uno dei principali castelli valdostani.
Vogliamo mettere in dubbio che il turista in quella zona non sia diretto a visitare prevalentemente il castello? Cos’altro c’è di bello da proporre, Consigliere Perron? Questo per dire che le bellezze culturali non sono tutte concentrate nel capoluogo, ma sono - e i 70 castelli ne sono una testimonianza - collocate un po' in tutta la Valle. Quindi, Assessore, non deve venir qui e demolire il rapporto CENSIS solo perché ha fotografato in maniera diversa - da quelle che sono le sue aspettative - la Valle d’Aosta turistica, e proporci l’analisi di un altro rapporto ISTAT, che non è stato divulgato né pubblicizzato nell’ambito di quell'iniziativa, peraltro sostenuta dalla Regione, che si è svolta a Saint-Vincent a metà novembre!
I dati ISTAT li vedremo, ma qui c’è un rapporto completo e organico, che dà un'immagine della Valle d’Aosta, che non è quella che lei continua a sostenere: è un'immagine completamente differente, è un'immagine di una Valle che stenta a dare efficacia agli strumenti di indirizzo che vengono applicati in materia di politica turistica. È questo il dato fondamentale! È inutile venir qui a correggere i dati del CENSIS, proponendo quelli dell'ISTAT! Purtroppo questo rapporto ha fornito una fotografia che non è quella che ci aspettavamo tutti quanti, in particolare lei, Assessore! Lei dirà che questo è il punto di partenza di una serie di interventi. Staremmo a vedere se gli interventi della Regione a favore del CENSIS o dell’ACI, magari modificheranno il suo giudizio nel corso delle prossime analisi, non lo so! Sta di fatto che questa prima campionatura non dà lustro né credibilità alle iniziative che il suo Assessorato sta intraprendendo in questo momento.
Cosa possiamo dire? Possiamo dire che ci ha deluso non solo la sua risposta, ma ci ha deluso l’ensemble di certe iniziative che vengono poste in essere a livello di Assessorato; una strategia che vede un dispendio di risorse non indifferente per fiere o iniziative promozionali, che non sono il frutto di una programmazione attenta con gli operatori del settore, ma che tuttavia hanno un loro peso dal punto di vista economico - c'è una serie di delibere che lo testimonia inequivocabilmente - senza però aver dato l’esito sperato. Abbiamo visto d’altronde che i distretti valdostani sono superati da distretti montani analoghi appartenenti ad altre regioni: Lombardia, Trentino, Piemonte. Purtroppo, ancora una volta, la Valle d’Aosta cede il passo nonostante le sue bellezze e le sue potenzialità naturali e artistico-culturali, a regioni che rispetto a noi hanno molto meno!
Ecco qual è il messaggio che ci sentiamo di restituire al mittente. Lei ha più volte parlato di qualità dell’offerta globale; l’offerta globale è stata smontata da questo rapporto perché la capacità di integrazione e di terziarizzazione dei singoli segmenti turistici è smentita, nel senso che abbiamo ricevuto valutazione D, la lettera più bassa che poteva essere attribuita alla nostra regione! Mettetevi d’accordo con il CENSIS o mettete d’accordo il CENSIS e l’ISTAT, sta di fatto che nell'interpellanza si faceva riferimento a questo rapporto, ma questo rapporto non attribuisce un'immagine positiva alla Valle d’Aosta turistica!
Si dà atto che, dalle ore 17,37, riassume la presidenza il Presidente Louvin.