Oggetto del Consiglio n. 1914 del 21 marzo 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1914/XI Integrazione della denominazione di Consiglio regionale valdostano con la dizione "Parlamento della Valle d’Aosta". (Rinvio di risoluzione)
Risoluzione Il Consiglio regionale
Richiamate le tradizioni storico-culturali della comunità valdostana, le cui istituzioni autonomistiche hanno origini secolari, risalendo nel tempo alla Charte des Franchises (XII-XIII sec.) e proseguendo con l'istituzione del Conseil des Commis del 1536;
Valutato che, nell’ambito di un nuovo quadro istituzionale che veda il rapporto di cooperazione tra Stato, Regione e Autonomie Locali improntato al rispetto del principio di sussidiarietà, sia necessario riaffermare il ruolo insostituibile dell’Assemblea regionale, quale massimo organo esponenziale e rappresentativo della comunità valdostana;
Ritenuto che, in attesa di una ridefinizione più ampia delle competenze e del ruolo degli organi regionali, da attuarsi mediante un ripensamento dell’architettura costituzionale dello Stato in senso federale, vada sottolineata la funzione parlamentare del Consiglio regionale inteso quale organo assembleare e legislativo di tutta la comunità valdostana;
Considerato inoltre che il medesimo organo assembleare regionale rappresenta la sede più qualificata ed autorevole sia per la valorizzazione dell'identità regionale sia per il raccordo e la compiuta espressione delle istanze della comunità valdostana;
Ritenuto altresì che l’attuale dizione "Consiglio regionale della Valle d’Aosta – Conseil régional de la Vallée d’Aoste" debba essere integrata dalla denominazione "Parlamento della Valle d’Aosta – Parlement de la Vallée d’Aoste", al fine di meglio definire un’Assemblea direttamente rappresentativa dei cittadini valdostani;
Delibera
di affiancare, in tutti gli atti dell’Assemblea regionale, alla dizione "Consiglio regionale della Valle d’Aosta – Conseil régional de la Vallée d’Aoste" la dizione "Parlamento della Valle d’Aosta – Parlement de la Vallée d’Aoste".
F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi
PrésidentLa parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI)La risoluzione che abbiamo presentato e iscritto con la procedura di urgenza riteniamo che affronti un argomento di cui tanto si è parlato in questi tempi e poco per certi versi si sia concluso.
Riteniamo che la conclusione di questa risoluzione non sia una questione puramente di tipo semantico, ma sia la volontà politica di ribadire, affermandolo con dei primi fatti concreti, un principio di tipo federalista applicato a quelle che possono essere le incombenze della quotidianità di questa Assemblea regionale.
Penso che questa risoluzione abbia se non altro il pregio di trasporre in atti e fatti concreti quanto è già stato a più riprese e a più latitudini enunciato da diverse forze politiche, ma soprattutto da un organismo rappresentativo di quelle che sono le realtà delle assemblee regionali.
Sappiamo che il Presidente di questo Consiglio è anche il Presidente del Congresso delle regioni che dovrebbe essere il primo passo verso un ruolo più incisivo nella vita politica e amministrativa italiana per quanto concerne il peso delle propaggini territoriali dello Stato ossia delle regioni.
Non più tardi, infatti, del 7 marzo, nella seduta inaugurale del Congresso delle regioni, il Presidente Louvin, nella doppia veste affermava, in relazione a una proposta come quella che è stata da noi presentata oggi, che: "? I consigli regionali hanno con orgoglio il buon diritto di denominarsi parlamenti regionali?" e diceva "? come del resto succede con semplicità: le Assemblee consorelle dell’Andalusia, della Baviera, della Scozia e del Tirolo?".
Perché faceva questa affermazione il Presidente Louvin in quella assemblea? Faceva questa affermazione perché era recente la notizia del conflitto di attribuzioni sollevato dallo Stato su analoga iniziativa che era stata portata avanti dal Consiglio regionale della Liguria.
A questo proposito va detto che un'iniziativa similare è già stata adottata dal Consiglio regionale della Toscana senza peraltro innescare polemica alcuna e che nelle settimane scorse il Consiglio regionale della Lombardia ha a sua volta fatto propria una risoluzione similare accogliendo quegli indirizzi che sono stati espressi anche all'assemblea che ha insediato il Congresso delle regioni.
Pensiamo che questo sia un segnale al quale la nostra Regione non può e non deve sottrarsi per quella che è la tradizione di autonomia che abbiamo sempre anticipato rispetto agli eventi della politica regionale e nazionale.
Riteniamo che ci sia relativamente poco altro da dire perché la risoluzione nella sua semplicità è chiara nella conclusione ossia di affiancare alla dizione: "Consiglio regionale della Valle d’Aosta - Conseil régional de la Vallée d’Aoste" la dizione: "Parlamento della Valle d’Aosta - Parlement de la Vallée d’Aoste" nella convinzione che sia opportuno evidenziare sempre più quel ruolo importante che ha l’Assemblea legislativa regionale nell’ambito delle determinazioni della politica ai vari livelli. Ovviamente riteniamo che il livello regionale, in un'ottica di ripensamento dell’architettura costituzionale dello Stato italiano in chiave federalista, debba valorizzare le assemblee regionali.
Il segnale che vogliamo dare con questa risoluzione è riaffermare sì un principio, ma riaffermare ancora una volta, come qualcuno diceva, il ruolo guida che questa Regione, in virtù della sua autonomia e della sua tradizione, che sta alla base di questa autonomia, ha sempre avuto nella dialettica che si è innescata sul meccanismo delle riforme istituzionali.
PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)Sulla risoluzione di Forza Italia, di cui non contesto la legittimità, voglio fare alcune osservazioni, dichiarerò anche il nostro voto che è contrario e voglio brevemente argomentarne il perché.
Intanto, lo dico come premessa, mi pare che la risoluzione contenga un errore nella denominazione del Consiglio nostro perché non è "il Consiglio regionale della Valle d’Aosta", ma: "il Consiglio della Valle". "Il Consiglio della Valle" è il Consiglio dello Statuto ed è una denominazione a cui personalmente sono affezionato.
Voglio chiarire che ogni Regione può scegliere il nome che vuole per il proprio Consiglio. Ciò mi è talmente chiaro, che in sede di Congresso delle regioni ho personalmente votato una risoluzione, presentata dai rappresentanti della Liguria e poi fatta propria da tutto il consesso, in cui si solidarizzava in sostanza con il Consiglio regionale della Liguria che a stragrande maggioranza ha deciso di utilizzare per il proprio Consiglio regionale la denominazione di "Parlamento".
Sono dell'opinione dunque che qualunque Consiglio regionale, che intenda autonomamente fregiarsi del nome di "Parlamento", lo possa fare tranquillamente perché del resto le assemblee regionali nostre sono assemblee legislative che hanno ampie competenze riconosciute dalla Costituzione, quindi non mi dà nessun fastidio, né di tipo politico, né di tipo etimologico che le assemblee regionali, se lo ritengono opportuno, decidano di chiamarsi "Parlamento".
Ciò premesso, a scanso di equivoci, non sono assolutamente d’accordo che questo Consiglio della Valle si chiami "Parlamento della Valle d’Aosta" perché mi sembra che intanto nei richiami storici che anche il gruppo di Forza Italia ha fatto, il nome del "Conseil des Commis" abbia una dignità storica in questa Regione, ma poi il fatto che ormai da ben oltre cinquant'anni il termine "Consiglio della Valle" sia quello utilizzato, sia quello che originalmente ci caratterizza perché credo che nessuna assemblea legislativa al mondo possa fregiarsi della denominazione di "Consiglio della Valle"? ce n’è qualcuna? Chiedo scusa della mia ignoranza?
Président? Le Parlement d’Andorre est le Conseil de Vallée.
Curtaz (PVA-cU)? quindi ritengo che questa caratterizzazione, questa originalità, questa particolarità vadano conservate, credo che sia anche un segno distintivo opportuno perché ci ricollega alla storia di questa Regione e non vedo l’opportunità che questa Assemblea decida di cambiare nome o di affiancare al proprio nome un nome diverso che, calato in questa realtà, sarebbe estraneo alla nostra cultura giuridica, alla nostra cultura costituzionale, alla nostra cultura politica, quindi esprimo il parere contrario a nome del nostro gruppo a questa risoluzione per le ragioni che ho detto.
Ovviamente nulla in contrario che altre assemblee regionali si orientino diversamente.
PrésidentLa parole au Conseiller Nicco.
Nicco (GV-DS-PSE) Vorrei, in primo luogo, esprimere un apprezzamento pieno per il richiamo alle tradizioni, alla storia politica e culturale della comunità valdostana, in particolare alle sue secolari istituzioni autonomistiche, richiamo che è contenuto nella risoluzione presentata dai colleghi di Forza Italia. Il fatto che, indipendentemente dalla differente collocazione politica in quest’aula, quegli elementi costituiscano un patrimonio comune è certo un elemento positivo e da sottolineare.
Così come vorrei esprimere piena condivisione rispetto alla sostanza della questione, ovvero al ruolo "insostituibile", come è definito nella risoluzione, dell’Assemblea regionale quale massimo organo rappresentativo della comunità valdostana e credo che ciò vada contro certe derive presidenzialistiche che talvolta aleggiano non tanto in quest’aula, ma sicuramente in altre, quindi condivido questa espressione che è stata richiamata anche dal collega Frassy nella sua presentazione.
Per quel che è poi del merito della proposta, ovvero di affiancare l’attuale dizione, "Consiglio regionale della Valle d’Aosta - Conseil régional de la Vallée d’Aoste" con quella di "Parlamento della Valle d’Aosta - Parlement de la Vallée d’Aoste", è una proposta che, come è stato ricordato, certo si affianca ad altre simili. Se n’è discusso in Toscana, in Liguria, al Congresso delle regioni; abbiamo letto su "La Stampa" le posizioni differenti espresse dal Ministro Loiero e dal Coordinatore dei presidenti dei consigli regionali in materia.
In merito vorrei spendere qualche parola riprendendo anche cose in parte dette dal collega Curtaz sulla definizione attuale della nostra Assemblea.
Lo Statuto speciale al titolo V, "Organi della Regione", reca: "Sono organi della Regione il Consiglio della Valle, la Giunta?" eccetera.
Non è vero che non si parli mai di "Consiglio regionale". In altri articoli dello Statuto in effetti si parla anche di "Consiglio regionale", ma certo qui, dove si parla degli organi della Regione, la dizione è quella e non altra: "Consiglio della Valle". E quella dizione è anche quella che ricorre nel decreto luogotenenziale n. 545, Ordinamento amministrativo, capo II, "Organi", dove si dice che "la Valle d’Aosta è retta da un Consiglio" "? il Consiglio della Valle nomina nel suo seno il Presidente?" eccetera, qui sempre la dizione è quella di "Consiglio della Valle".
Ma se poi facciamo un passo indietro e risaliamo agli accordi del 15 maggio 1945, che, mi piace ripetere qui, sono l’unico vero atto pattizio fra la Valle d’Aosta e lo Stato italiano perché liberamente contrattati tra un’autorevole delegazione valdostana, Passerin d’Entrèves, Federico Chabod, Viglino, il Canonico Bovard, da un lato, e chi rappresentava lo Stato italiano dall’altro ovvero il CLN piemontese, ebbene lì la definizione era di "Consiglio generale" e questa era ripresa poi: "? il Consiglio generale sovrintende all’amministrazione della Valle in tutti i suoi rami, eccetto l’amministrazione militare e quella della giustizia?".
Poi è invalsa l’abitudine di usare quell’altra definizione di Consiglio regionale, specie credo dopo la nascita delle regioni a statuto ordinario e solo recentemente ho potuto constatare, e di ciò mi rallegro, che si sta ritornando alla dizione originaria, se è vero che la penultima edizione della carta intestata dei gruppi consiliari recava: "Consiglio regionale della Valle d’Aosta - Conseil régional de la Vallée d’Aoste" e l’ultima invece reca, giustamente: "Conseil de la Vallée - Consiglio regionale della Valle d’Aosta", quindi un passo lo abbiamo fatto, potremmo fare anche quello successivo.
Questa non è solo una differenza formale, ha una sua precisa sostanza. Il Consiglio regionale è il Consiglio di ogni regione, ordinaria e non, mentre invece il "Consiglio della Valle" o "Conseil de la Vallée" è l’organo legislativo specifico della Valle d’Aosta o meglio, come qualcuno di noi preferisce, del "Pays d’Aoste".
E dunque sulla caratterizzazione specifica di questa definizione io credo che occorra riflettere ancora un attimo prima di buttarla a mare.
Se poi si vuole procedere ad una modificazione della denominazione, sarebbe ancora una volta errato limitarsi ad una semplice trasposizione in Valle d’Aosta di ciò che avviene altrove. Oggi ogni regione ha un consiglio regionale, domani ogni regione dovrebbe avere un parlamento, per noi un "parlamento – parlement". Tra l’altro, questo termine non mi pare faccia parte della nostra storia politico-istituzionale.
E allora cerchiamo piuttosto nella nostra storia un elemento specifico e caratterizzante. In sede di commissione speciale avevamo affrontato anche questa questione; se i colleghi si ricordano, nella seconda relazione presentata al Consiglio nella seduta del 24 maggio 2000, la proposta che abbiamo fatto era la seguente: "? La Région a pour organes le Conseil de la Vallée (ou Assemblée générale), le Gouvernement régional, le Président de la Région?". La commissione aveva fatto questa proposta riprendendo la definizione della nota Assemblea dei tre Stati. Prima è stato ricordato il Conseil des Commis; il Conseil des Commis in realtà era l’organo esecutivo, noi invece abbiamo fatto riferimento all’Assemblea generale dei tre Stati istituita almeno a partire dalla fine del XIV° secolo con il compito specifico di provvedere agli "affaires du Pays".
Quindi ritengo che se mutamento ci debba essere, questo mutamento possa opportunamente avvenire in questa direzione. Nuova denominazione che tuttavia non credo che dovrebbe, come si legge nella risoluzione, essere integrativa, ma semmai sostitutiva di quella attuale e che andrebbe comunque collocata nel quadro di quella revisione organica dello Statuto che mi pare, seppure con strumenti e percorsi diversi, tutti quanti abbiamo più volte auspicato.
PrésidentAvant de donner la parole au Conseiller Cottino, et juste dans le but d’informer l’Assemblée, je précise que les deux dénominations: "Consiglio della Valle" et "Consiglio regionale o Consiglio regionale della Valle d’Aosta" figurent au même titre dans le Statut dans différents articles. La dénomination utilisée dans le papier en tête du Conseil de la Vallée répond à la dualité des dénominations indiquées dans le Statut.
Les articles 19, 23 et 48 en particulier portent: "Consiglio regionale della Valle" et d’autres articles emploient la définition plus traditionnelle de "Conseil de la Vallée".
La parole au Conseiller Cottino.
Cottino (UV)Seulement pour demander une courte suspension pour voir le comportement de la majorité à propos de cette résolution.
PrésidentLe Conseil est suspendu pendant cinq minutes.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,07 alle ore 19,33.
PrésidentCollègues conseillers, pendant la suspension de nos travaux il y a eu une courte réunion des Chefs de groupe où la majorité des groupes présents s’est exprimée pour la proposition de report de la question dans la Conférence des Chefs de groupe elle-même, afin qu’elle puisse faire l’objet des approfondissements nécessaires.
Y a-t-il quelqu’un qui souhaite s’exprimer sur cette question suspensive? Je rappelle les termes de la question: report en Conférence des Chefs de groupe pour l’approfondissement.
Je rappelle qu’aux termes du Règlement sur cette question suspensive il est prévu qu’il y ait une intervention en faveur et une intervention contre de la part de deux conseillers.
La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI)Se abbiamo capito bene, il Presidente del Consiglio ha detto due cose: la prima è che nell’ambito della Conferenza dei Capigruppo di maggioranza c’è stata la richiesta di rinviare questo oggetto alla Conferenza dei Capigruppo per una serie di approfondimenti; la seconda, mi sembra che sia la richiesta che il Presidente del Consiglio sta facendo, comunque sia, indipendentemente dall’accoglimento di questa prima richiesta, di sospensiva. Perciò mi sembra di capire che stiamo discutendo di due richieste?
Président? Non, je précise: la question suspensive c’est justement le report de la question.
Articolo 61 del Regolamento, questione sospensiva: vuol dire che non si discute in questa sede, ma viene riportato in Conferenza dei Capigruppo per l’approfondimento.
Frassy (FI)? Questo l’abbiamo capito. Ci sembrava che però fossero state due le proposte, ma poco importa. La proposta è quella della sospensiva, allora due considerazioni di tipo politico.
La prima: questa risoluzione è una risoluzione che non ha la pretesa di essere vangelo, come si suol dire, nel senso che è una proposta su un tema di attualità conosciuto da tutti i colleghi consiglieri in quanto è un tema di attualità politica sul quale peraltro il confronto non solo è auspicabile, ma anzi è doveroso. Non riteniamo che ci siano di conseguenza dei tecnicismi tali che mettano questo Consiglio, convocato per la giornata di oggi e di domani, nell'impossibilità di addivenire a una conclusione concreta.
La seconda, Presidente, è che non condividiamo la procedura che lei sta seguendo in quanto l’articolo 61 sulle questioni pregiudiziali e sospensive prevede che debbano essere poste prima che abbia avuto inizio la discussione generale e la discussione generale ha inizio con l'illustrazione dei punti iscritti all’ordine del giorno?
Président? Collègue Conseiller, il faut lire par entier l’article 61?
Frassy (FI)? No, mi deve lasciar finire, Presidente.
Dopodiché è vero che il 2° capoverso del 1° comma aggiunge che: "Il Presidente?", ed è per questo che dico che la richiesta non è dei Capigruppo ma è del Presidente, "? ha tuttavia la facoltà di ammetterla anche nel corso della discussione qualora la presentazione della questione pregiudiziale e sospensiva sia giustificata da nuovi elementi emersi nel corso del dibattito".
Allora, gli elementi, Presidente, non sono le valutazioni politiche sugli approfondimenti, gli elementi sono oggettivi, sono delle situazioni di tipo sostanziale, chiaramente non delle valutazioni di tipo politico.
Noi riteniamo che non ci siano i presupposti né di tipo regolamentare né di tipo politico per arrivare a questa non conclusione anche perché sul tema del federalismo, sul tema della denominazione "parlamenti regionali", c’è stato un grosso dibattito politico al quale hanno partecipato le varie forze politiche qui rappresentate, al quale ha dedicato approfondimenti, come ha ricordato il collega Nicco, nei due anni e mezzo la Commissione speciale perciò gli approfondimenti erano stati fatti, altra cosa sono poi le conclusioni degli approfondimenti.
Ma se è per questo, Presidente, la mia esperienza di componente la Commissione del Regolamento mi porta ad altre conclusioni non ottimiste, nel senso che anche noi in Commissione Regolamento in questi due anni e mezzo abbiamo esperito una serie di tentativi di modifica del Regolamento senza approdare ad alcunché tant’è che mi sembra di ricordare che il Presidente ha deciso a un certo punto di chiudere ogni ipotesi di modifica del Regolamento mancando il presupposto politico per arrivare a modificare il Regolamento.
La modifica che qui proponiamo è una modifica che è vero che non è lessicale, ma è a nostro avviso un forte segnale politico che penso possa essere risolto in termini relativamente brevi. Ricordo, l’ho detto prima, che il Consiglio è convocato anche per la giornata di domani; ricordo che gli emendamenti sono proponibili da qualsiasi forza politica per aprire un dibattito sostanziale; ricordo anche che il Presidente del Consiglio Louvin su questo argomento si era espresso in maniera chiara e netta a favore di questo tipo di impostazione.
Non vorrei che qui ci fosse la politica dei due forni: che il partito di maggioranza relativa tenga un atteggiamento politico da Pont-Saint-Martin in su e tenga un atteggiamento politico diverso da Pont-Saint-Martin in giù.
Noi predichiamo la chiarezza su argomenti importanti come sono gli argomenti delle riforme di tipo costituzionale. Perciò riteniamo, riepilogando, che non ci siano presupposti significativi da un punto di vista politico per rinviare la votazione di questa risoluzione, per i motivi che ritengo di aver illustrato, ma riteniamo, e per certi versi è ancora più grave la riflessione che sto per fare, che non ci siano appigli regolamentari per giustificare un rinvio con questa procedura perciò inviterei il Presidente del Consiglio a valutare attentamente la procedura che vuol fare votare dall’aula.
PrésidentLa parole au Conseiller Fiou en faveur de la question suspensive.
Fiou (GV-DS-PSE)Non entro nel merito delle questioni regolamentari perché sicuramente il Presidente è più preparato di me in materia.
Riguardo invece all'opportunità del rinvio, avendo il dibattito fornito tutta una serie di elementi di riflessione riguardo all'opportunità di cambiare questa dizione o addirittura di quale dizione andare ad individuare, mi pare che un momento di riflessione in proposito sia opportuno.
PrésidentConseiller Tibaldi, je ne peux pas vous donner la parole, parce que on ne peut pas introduire motion d’ordre sur motion d’ordre. Il faut régler cette motion d’ordre et il est prévu qu’il y ait une intervention en faveur et une contre de la part de deux conseillers uniquement. Je regrette, mais je ne peux pas vous autoriser à parler.
Je soumets au vote la motion d’ordre sur le report de la question aux Chefs de groupe:
Conseillers présents: 26
Votants: 24
Pour: 24
Abstentions: 2 (Curtaz, Squarzino Secondina)
Le Conseil approuve.
La question est reportée à la Conférence des Chefs de groupe.
La parole au Conseiller Tibaldi qui souhaite faire une courte déclaration pour le procès-verbal.
Tibaldi (FI)Per una corta, ma doverosa dichiarazione. Chiedo al Consiglio di sostare ancora qualche secondo.
È inaudito Presidente, che proprio lei che dovrebbe sovrintendere con imparzialità questa Assemblea invochi l’applicazione di una norma, o meglio di un appiglio regolamentare, che non esiste e che non giustifica assolutamente questo rinvio. Se la questione è politica, poteva essere affrontata in termini sostanziali con emendamenti al testo. Era una proposta aperta e mi pare che il mio collega sia stato alquanto esplicito quando l’ha illustrata a tutti quanti voi.
Arrivare oggi ad invocare l’articolo 61, facendo una forzatura dello stesso, ed è la seconda volta che accade in questa legislatura, mi sembra un atto assolutamente irrispettoso ancor più se compiuto da un Presidente che ha la pretesa di rappresentare la Conferenza delle regioni, cioè le assemblee legislative a livello nazionale, e che vuole riqualificare la valenza politica di questa Assemblea nei confronti degli organi esecutivi.
Mi sembra un autogol clamoroso, Presidente Louvin: proprio dalla sua bocca è arrivata oggi la proposta di rinvio a fronte di un'iniziativa politica che lei ha caldeggiato e portato avanti in quella sede istituzionale di estrema importanza.
Noi non possiamo accettarla, per queste ragioni non abbiamo partecipato alla votazione che lei oggi ha proposto.
PrésidentLe Conseil prend acte de la déclaration, le Bureau de la Présidence est en tout cas convoqué pour vendredi et si les collègues du Bureau de la Présidence souhaitent préciser les termes de la question de nature réglementaire, il y aura lieu d’en discuter à ce moment.
La séance est levée.
La réunion se termine à 19 heures 46.