Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1875 del 7 marzo 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1875/XI Problematiche concernenti la carenza di posti letto per lungodegenti presso le strutture sanitarie regionali. (Interrogazione)

Interrogazione Appreso che la Valle d’Aosta, in base ai dati raccolti sia dalla ricerca Prometeo come dalla ricerca del Censis sulla sanità, risulta la Regione con il minor numero di letti per mille abitanti e con il conseguente tasso di utilizzo molto alto;

Atteso che la nostra Regione registra l’assenza di posti letto per lungodegenti, a fronte di un tasso di invecchiamento della popolazione superiore alla media nazionale;

Avendo registrato che questa situazione di carenza strutturale, fonte di grave disagio per le famiglie e per una fascia debole della popolazione, non è stata inserita come una delle priorità nel programma della nuova maggioranza;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l’Assessore competente per sapere:

1) se nell’agenda di lavoro della nuova maggioranza è presente il problema della carenza dei posti letto, specie per lungodegenti;

2) se, in base ai dati a disposizione, si è giunti ad una quantificazione dei bisogni degli utenti non autosufficienti e alla scelta delle risposte più idonee, differenziate secondo i bisogni;

3) quali sono attualmente le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) presenti in Valle d’Aosta e se esse sono sufficienti per rispondere ai bisogni degli utenti e delle loro famiglie.

F.to: Squarzino Secondina - Beneforti

Presidente La parola all’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Prima di rispondere nel merito all'interrogazione è doveroso chiarire che quanto riferito dai Consiglieri nell’introduzione a sostegno dell’oggetto in discussione necessita di alcune precisazioni logiche.

Prima precisazione: innanzitutto la ricerca Prometeo non è attendibile tant’è che il Ministero della sanità si è rifiutato di dare i dati ai ricercatori e si è rifiutato di avallare il documento che non ha pertanto nessun rilievo esterno. Questo mi è stato confermato in un incontro avuto per altri motivi la settimana scorsa con uno strettissimo collaboratore del Ministro Bindi.

Seconda precisazione: Prometeo 2000 inoltre riporta i dati 1997, pertanto non solo è un'indagine datata, ma è anche improprio fare riferimento a quei valori perché lo standard di 5,4 posti letto della media nazionale è ormai un dato inaccettato persino a livello centrale e la Valle d’Aosta oggi con 4,3 posti letto per 1.000 abitanti è assolutamente in linea con la progressiva contrazione subita da questo standard nei documenti di programmazione ministeriale attestato ormai su 4,5 posti letto per 1.000 abitanti. Non solo, in tutti i documenti di indirizzo alle regioni, inclusa la bozza del "piano sanitario Veronesi 2001-2003", l’ospedale indicato per il prossimo futuro è un ospedale altamente tecnologico, ma fortemente contratto nella sua capacità ricettiva.

Ciò per dire che un dato apparentemente negativo nel 1997 è oggi, anno di grazia 2001, positivo tant’è che le regioni da due anni stanno chiudendo molti posti letto.

Il punto è l’appropriatezza dei percorsi di cura e non solo o principalmente la capacità ricettiva dell’ospedale. Analoga riflessione sul collegamento fra posti letto e tassi di utilizzo che in Valle è dell’82 percento, conforme cioè allo standard nazionale che lo vuole non inferiore al 75 percento poiché è una misura conseguente più dell’appropriatezza dei ricoveri che non della capacità ricettiva della struttura. È fra l’altro possibile ottenere anche il 100 percento con accoglimenti inappropriati, ma questo è un altro tipo di ragionamento.

Vorrei ricordare che uno degli assunti principali delle analisi di programmazione sanitaria vuole che ad un aumento dell’offerta spesso si accompagni un aumento, talvolta anche improprio purtroppo, della domanda di prestazioni per cui la strada che si è seguita non è stata quella di predisporre solo un aumento dell'offerta, ma soprattutto quella di organizzare un'offerta di strutture differenziate per bisogni assistenziali: acuto, post acuto, riabilitativo, lungodegenziale senza confusione fra bisogni assistenziali che ciascuna di queste categorie comporta.

La popolazione anziana regionale, ma anche l’evoluzione delle malattie per le quali un tempo si registrava una mortalità più elevata dell’attuale esprimono una domanda di assistenza tipicamente a lungo termine e a basso contenuto clinico-sanitario che ha portato già da tempo anche l’Assessorato ad organizzare modelli di assistenza a lungo termine in ambienti sempre più professionali che garantiscano dei profili assistenziali pertinenti ai bisogni.

Terza precisazione: parlare tout court di lungodegenza senza differenziarla al suo interno alle diverse situazioni assistenziali che devono trovare risposta in base all’età, al contesto familiare, alla gravità clinica, eccetera, è pura demagogia. Se per lungodegenza si intende quella strettamente intraospedaliera, esiste sì una mancanza di posti letto ospedalieri dedicati anche se ciò non ha impedito di effettuare questa attività di assistenza all’interno delle diverse specialità, ma se di lungodegenza si parla come bisogno assistenziale a basso contenuto clinico e a forte impronta socio-assistenziale e socio-sanitaria, non vi è affatto carenza di posti letto in Valle d’Aosta, anzi.

Per discutere con appropriatezza di concetti, il problema della lungodegenza, queste due tipologie assistenziali: ad alto e basso contenuto clinico devono essere distinte sia perché corrispondono a livelli di gravità clinica diversi, sia perché la risposta organizzata deve necessariamente trovare soluzioni corrispondenti a tali profili clinico-assistenziali in strutture appropriate.

La Valle d’Aosta nel prevedere un'offerta di servizi per lungodegenti non li ha pensati, come si faceva un tempo, come un'unica categoria che veniva accolta in Ospedale per rimanervi con degenze lunghissime bensì come categoria differenziata, il cui passaggio per l’Ospedale è solo uno dei momenti del processo di cura e in cui l’Ospedale è solo uno dei nodi strutturali di un'offerta ampia e differenziata della rete socio-sanitaria regionale.

Non a caso il termine di lungodegenza, che deriva dall’inglese, si riferisce al trattamento rieducativo di soggetti per i quali, ove possibile, l’obiettivo deve essere quello di restituire loro una condizione di salute migliore o una minore dipendenza e quindi una maggiore autonomia ed ha come condizione di successo il concetto di prosecuzione del trattamento o continuità assistenziale, in questo derivando dall’inglese.

Ma per rispondere alle domande degli interroganti, al punto primo: "se nell’agenda di lavoro della nuova maggioranza è presente il problema della carenza dei posti letto?", è sufficiente ricordare che nel programma della maggioranza, presentato al Consiglio il 30 giugno 1998, alla voce sanità, salute e politiche sociali, i primi quattro punti prevedono:

- attuare una politica di deospedalizzazione in modo tale da connotare l’Ospedale regionale come struttura di ricovero per i casi acuti mediante l’istituzione del servizio di ospedalizzazione domiciliare e dell’assistenza domiciliare integrata;

- la realizzazione delle residenze sanitarie assistite di Antey e di Aosta, la trasformazione in residenze sanitarie assistite di due microcomunità: una in bassa Valle e una in alta Valle;

- completare la riorganizzazione del servizio ospedaliero procedendo negli interventi di miglioramento e modernizzazione dell’Ospedale regionale;

- identificare i letti ospedalieri dedicati alla riabilitazione intensiva del Presidio Beauregard e potenziare il servizio territoriale di riabilitazione anche mediante l’istituzione del servizio di trasporto domiciliare, rafforzare la presenza di strutture assistenziali ambulatoriali sul territorio. Su questo, come ben si sa, si sta lavorando.

Seconda domanda: "Se, in base ai dati a disposizione, si è giunti ad una quantificazione dei bisogni degli utenti non autosufficienti e alla scelta delle risposte più idonee, differenziate secondo i bisogni". La dotazione complessiva di posti letto del presidio ospedaliero, necessaria alla Regione Valle d’Aosta in base al progetto di ampliamento dell’Ospedale, approvato con delibera di Giunta regionale n. 3.433/2000, avente per oggetto l’approvazione dello studio delle necessità strutturali del Presidio ospedaliero di viale Ginevra di Aosta, redatto dal Dott. Heinrich Limacher di Zurigo, incaricato con delibera n. 1.990 in data 14 giugno 1999, tenuto conto dei bisogni della popolazione valdostana, è di 567 posti letto di cui 447 nell’Ospedale per acuti di viale Ginevra e 120 nell’Ospedale per la riabilitazione e lungodegenza del Beauregard di cui 60 posti letto per la riabilitazione e 60 per la lungodegenza.

Al punto 3 si chiede quante "sono attualmente le RSA presenti in Valle d’Aosta e se esse sono sufficienti per rispondere ai bisogni degli utenti?". Per quanto concerne le residenze sanitarie assistenziali, al momento in Valle d’Aosta vi sono 31 microcomunità che coprono sostanzialmente il fabbisogno di assistenza e la tipologia di pazienti destinati alle RSA nell’83 percento dei casi, cioè utenti gravissimi o mediamente gravi con un indice di autosufficienza N2 - N3, cioè non autosufficienti.

Chiarisco nuovamente che in Valle d’Aosta si è deciso di mantenere la rete delle microcomunità che coincidono sostanzialmente con le RSA per anziani esistenti in altre realtà regionali, mentre in Valle d’Aosta per RSA si intendono le strutture dedicate a dementi e Alzheimer, per cui a tutt’oggi sulle statistiche nazionali non risultano RSA in Valle d’Aosta pur continuando noi a scrivere al Ministero che individuiamo come RSA le microcomunità così come in Piemonte individuano altre strutture a media degenza e quant’altro con terminologie diverse.

Di queste 31 strutture 28 sono gestite da enti pubblici, comuni e comunità montane, per un totale di 489 posti letto, 3 convenzionate:

- Refuge Père Laurent: 140 posti letto;

- Bonifacio Festaz: 80 posti letto;

- Casa della previdenza di Châtillon: 15 posti letto;

per un totale di 235 posti letto.

La risposta della Regione in merito al fabbisogno della popolazione corrisponde quindi a un totale di 724 posti letto.

È importante precisare a tal riguardo che, per quanto riguarda le strutture residenziali per anziani, dai dati emersi dal più recente censimento in materia, compiuto questo dal Ministero dell’interno e riguardante il 1998, le regioni del nord-ovest si segnalano per il maggior numero di strutture e di posti letto. Inoltre è emerso che il rapporto posti letto anziani, pari a 1 posto letto ogni 46 anziani a livello nazionale, in Valle d’Aosta è pari a 1 posto ogni 25, quasi la metà o il doppio, secondo i punti di vista, secondo noi è il doppio.

Il parametro della nostra Regione è uno dei più alti d’Italia e con la realizzazione delle RSA, riservate appunto a dementi psichici e Alzheimer, tale valore sarà ancora più elevato.

In concreto, e rispondo all’ultima parte della domanda, per quanto riguarda la RSA di Antey, i lavori dovrebbero completarsi entro la primavera 2002; per quanto riguarda invece la struttura di Aosta, in regione Gotrau sono state ultimamente avviate le procedure per il conferimento dell’incarico di progettazione.

PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Mettiamo da parte i dati della ricerca Prometeo, Assessore, so che lei questi non vuole considerarli validi.

Io le riporto i dati desunti da documenti regionali, documenti di cui l’Assessorato è responsabile, anzi è uno degli estensori.

Se noi prendiamo la relazione sanitaria della Valle d’Aosta per il 1998 a pagina 43 si legge: "Considerata l’assenza di posti letto dedicati alla riabilitazione e lungodegenza?", quindi in Ospedale non ci sono posti per lungodegenti e per riabilitazione.

Inoltre lei ci ha fatto una lezione sulla distinzione fra lungodegenti e riabilitazione, fra alta e bassa ospedalizzazione, però se io leggo i documenti ufficiali della Regione, si parla di riabilitazione e lungodegenza.

Prendo a questo punto un altro documento regionale, aggiornato al 2 luglio 1999, dal titolo: "Stima sui fabbisogni di posti letto in RSA". Si tratta di un documento regionale redatto da un gruppo di lavoro formato da dipendenti regionali e dell’USL. Cosa dicono gli estensori del documento? Parlano di fabbisogno di posti letto in residenze protette, quindi dicono che mancano posti letto in RSA o similari.

Sappiamo che ci sono delle microcomunità che danno una risposta a tutta una serie di bisogni, ma poi vi sono alcuni bisogni precisi per soddisfare i quali lo stesso Assessorato parla di necessarie RSA. Se lei mi risponde che non sono necessarie le RSA in valle, a questi bisogni non viene data risposta, Assessore! C’è una contraddizione nel suo discorso: da una parte afferma che il nostro servizio dà già risposte a tutti i bisogni, dall’altra dice, giustamente, che ci si sta attivando, per trovare nuove risposte a bisogni a cui adesso non viene data soddisfazione.

Lei continua ad equiparare RSA a microcomunità; Assessore, non sono io, ma sono i suoi uffici che indicano i parametri diversi di personale che sono richiesti in una RSA o nelle strutture delle nostre microcomunità, allora lei non può dirmi?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? Assessore, io non l’ho interrotta, perché mi interrompe sempre in questo modo? Lei ha fatto il suo discorso e io faccio il mio, poi ci saranno altri momenti in cui lei risponderà alle mie osservazioni. Io sto mettendo in luce, Assessore, che lei ha fatto un'equiparazione fra RSA e microcomunità dicendo che le nostre microcomunità sono omologabili alle RSA. Allora rispetto a questa sua affermazione io le contesto due dati:

- primo: che lei stesso dice: "Abbiamo bisogno di RSA", quindi vuol dire che l’attuale risposta non è sufficiente;

- secondo: che le strutture che hanno ammalati non autosufficienti hanno bisogno di un'assistenza sanitaria molto superiore alle altre, pertanto è inutile che affermiamo che le microcomunità sono delle RSA quando non hanno il personale che i suoi documenti affermano che devono avere.

Questo significa che anche dalla sua risposta emerge che è insufficiente oggi, non dico domani, ma oggi, la risposta che viene data ai bisogni di cura e assistenza di non autosufficienti.

Le faccio notare, Assessore, che, quando nella prima domanda parlavo di maggioranza, parlavo della nuova maggioranza?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? nell'interpellanza Assessore, c’era scritto: "se nell’agenda di lavoro della nuova maggioranza?". Constato che nel documento della nuova maggioranza non è inserita come priorità l'assistenza degli anziani, specie dei non autosufficienti.