Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1871 del 7 marzo 2001 - Resoconto

OBJET N° 1871/XI Communications du Président du Conseil régional.

PresidenteInformo il Consiglio dell’attività svolta dalla Presidenza e dagli organi consiliari dopo l’ultima riunione dell’Assemblea:

Disegni di legge presentati:

Disegno di legge n. 113, presentato dalla Giunta regionale in data 1° marzo 2001: "Ulteriori modificazioni della legge regionale 29 maggio 1996, n. 11 (Disciplina delle strutture ricettive extralberghiere), già modificata dalla legge regionale 4 agosto 2000, n. 23";

Riunioni:

Ufficio di Presidenza: 1

I Commissione: 1

II Commissione: 1

IV Commissione: 1

V Commissione: 2

Conferenza Capigruppo: 1

Il Presidente del Consiglio Roberto Louvin e i Consiglieri Leonardo La Torre e Carlo Curtaz non parteciperanno ai lavori dell’Assemblea in quanto impegnati al primo Congresso delle regioni che si tiene a Roma oggi e domani.

Si ricorda che i delegati del Consiglio regionale al Congresso delle regioni sono stati nominati, in data 1° febbraio, dall’Ufficio di Presidenza sentita la Conferenza dei Capigruppo consiliari.

Scusa inoltre l’assenza per malattia il Consigliere Andrea Lanièce.

È mancato nei giorni scorsi all’età di 93 anni Giovanni Chabloz, nota figura di antifascista intransigente, militante della Sinistra, componente, in rappresentanza del PCI, del primo Consiglio Valle nominato dal CLN e primo Sindaco di Nus dopo la Liberazione.

Con Giovanni Chabloz scompare dunque uno degli ultimi esponenti della classe politica valdostana tra le due guerre mondiali impegnata in una dura lotta contro il Fascismo per l’affermazione dei valori di libertà, di democrazia e di autonomia.

Il Presidente Louvin ha inviato, a nome del Consiglio regionale, un messaggio di cordoglio alla famiglia del defunto ricordandone: "? il grande impegno politico svolto attraverso una costante passione e un grande senso civile delle istituzioni".

Ai familiari di Giovanni Chabloz rinnoviamo le più sentite condoglianze di questa Assemblea.

La parola al Consigliere Fiou sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio.

Fiou (GV-DS-PSE)Mi voglio associare al Presidente Marco Viérin nel formulare le condoglianze ai familiari per la scomparsa del loro congiunto Jean Chabloz.

Ho avuto modo di conoscere Jean parecchi anni or sono perché frequentavamo la stessa sezione del PCI, la Lexert, dedicata alla memoria del suo compagno di lotta partigiana ucciso dai Nazifascisti nel 1944.

Nella "Lexert" si incontravano parecchi partigiani e qualche volta si aveva occasione di sentire ripercorrere le vicende della Resistenza in Valle d’Aosta, ma anche vicissitudini di emigranti valdostani all’estero.

Questi ricordi mi hanno indotto, alla notizia della sua dipartita, a riprendere in mano il suo libro: "Les temps ont changé" per rileggere ancora in quelle pagine la storia di un diciassettenne che nel 1924 lascia famiglia, casa, patria per cercare in Francia le opportunità di emancipazione.

È la storia emblematica di molti emigranti valdostani: l’attraversamento avventuroso della montagna, la difficile ricerca del lavoro, la costruzione di nuovi rapporti umani e sociali, ma con nel cuore sempre la Valle d’Aosta.

Jean Chabloz dell’emigrante valdostano incarna tutte le caratteristiche: la caparbietà nell’affrontare le difficoltà, la dedizione al lavoro come elemento di riscatto delle difficoltà stesse e di promozione sociale. Ed è dalla considerazione della centralità del lavoro nei processi di riscatto della dignità umana che attinge i primi orientamenti politici che diventeranno presto scelta di vita al di là e al di sopra di ogni altra cosa.

Nel 1935 aderisce al Partito comunista francese, allora clandestino, vive le esperienze del Front populaire français e le vicissitudini dell’occupazione tedesca.

Molto attivo nella Comunità degli immigrati a Parigi, collabora fin dal 1934 a "La voix des Valdôtains", giornale dell'opposizione al Fascismo degli esuli valdostani e dal 1937 a "La voce degli Italiani" alla cui redazione partecipano anche Togliatti, Di Vittorio, Baldini ed altri, cosa che evidenzia i crescenti legami di Chabloz con il Partito comunista italiano.

Nel 1941, designato per ricostruire l’organizzazione del Partito comunista in Valle d’Aosta, ritorna nella sua terra di origine. Organizza con Pepelin e Lexert i primi nuclei comunisti all’interno della Cogne e mantiene i contatti fra i Comunisti valdostani e il Comitato nazionale e regionale piemontese del PCI.

Dopo l’8 settembre viene nominato Responsabile dell'organizzazione dei gruppi comunisti della Resistenza in Valle. Nasce così la componente comunista della Resistenza valdostana che fa capo a Chabloz e a Lexert e che viene poi affiancata dalla componente che fa capo a Emile Chanoux.

Nel 1944 Chabloz viene arrestato, torturato, poi condannato a morte. Si salva dalla fucilazione con un tentativo di fuga durante il quale si lancia da una finestra al terzo piano della caserma in cui è imprigionato, si rompe una gamba per cui viene ricoverato in ospedale e sfugge alla condanna a morte. Verrà poi trasferito in carcere a Torino e rilasciato in seguito ad un accordo di scambio di prigionieri.

Nel 1945 il CLN lo nomina Consigliere regionale come rappresentante del PCI, ricoprirà questa carica fino al 1949. Fu anche Sindaco di Nus fino al 1946.

Nel 1991, ormai ultraottantenne, non condividendo la trasformazione del PCI in PDS, fonda insieme a Luciano Lillaz il partito di Rifondazione comunista in Valle d’Aosta.

Con questa storia di vita Jean Chabloz è sicuramente uno dei protagonisti della storia della Valle d’Aosta del secolo appena concluso, un protagonista fuori dagli schemi con cui viene letta la storia valdostana del ?900 e perciò non sempre valutato per il ruolo che ha svolto, un protagonista scomodo dalla coerenza spinta forse fino alle estreme conseguenze.

La sua formazione in un susseguirsi di lotte prima per la sopravvivenza poi nella lotta antifascista lo hanno forse portato a guardare dubbioso all'evoluzione del mondo del dopoguerra, non sufficientemente rigoroso se rapportato alle sue aspettative.

Questo può aver ingenerato in lui un atteggiamento duro rispetto a scelte che portavano a percorsi diversi da quelli tracciati quando l’elaborazione politica veniva fatta in trincea.

A me pare di intravedere un po' di amarezza nel titolo del libro biografico che ho già citato "Les temps ont changé"; mi sembra di vederlo scuotere la testa mentre pronuncia appunto con amarezza questa considerazione.

La sua vita, la sua attività sono comunque una fonte di insegnamento da approfondire ancora a cui attingere per ridefinire quel sistema di valori e convinzioni rinnovati di cui oggi sentiamo il bisogno e che fatichiamo ad individuare.