Oggetto del Consiglio n. 1869 del 21 febbraio 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1869/XI Reiezione di proposta di legge: "Referendum consultivo in merito alla posizione della Regione Valle d’Aosta in materia di transito degli automezzi pesanti attraverso il Tunnel del Monte Bianco e l’intera Valle d’Aosta".
Articolo 1 (Oggetto del referendum consultivo)
1. È promosso un referendum consultivo regionale in merito alla posizione della Regione Valle d'Aosta in materia di transito degli automezzi attraverso il tunnel del Monte Bianco e l'intera Valle d'Aosta.
Articolo 2 (Procedimento)
1. Il Presidente della Giunta regionale indice, con proprio decreto, il referendum consultivo tra gli elettori residenti nei comuni della Valle d'Aosta, sul seguente quesito:
"In previsione della riapertura del tunnel del Monte Bianco, ritenete voi che la Regione Autonoma Valle d'Aosta debba adoperarsi, nei limiti delle sue competenze, per impedire il transito di camion con peso superiore alle 28 tonnellate?".
si no
2. L'elettore vota tracciando sulla scheda un segno sul quadrato corrispondente alla scelta da lui effettuata.
3. La consultazione referendaria è effettuata in concomitanza con la prima consultazione elettorale che, nel corso del 2001, concernerà tutti gli elettori della Valle d'Aosta.
4. Il decreto del Presidente della Giunta regionale è emanato entro 5 giorni dall'emanazione dei provvedimenti che stabiliscono la consultazione elettorale di carattere generale a cui verrà abbinato il referendum consultivo.
Articolo 3 (Operazione di voto)
1. Le operazioni di voto e di scrutinio si svolgono con le stesse modalità previste dalla normativa regionale in materia di referendum popolare abrogativo, di cui alla legge regionale 7 maggio 1975, n.16 (Norme sui referendum previsti dallo Statuto speciale per la Valle d'Aosta e sull'iniziativa legislativa del popolo valdostano), da ultimo modificata dalla legge regionale 8 marzo 2000, n. 7.
PrésidentIl m’appartient de vous rappeler que la Ière et la IIème Commission ont exprimé les avis contraires à la majorité et que nous avons un avis contraire sur la recevabilité financière de la part de l’Assessorat du budget.
La parole au rapporteur, Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)A beneficio degli uffici voglio segnalare che l'emendamento, per un mio errore è stato indicato quale allegato all’oggetto n. 26, ma è l’oggetto n. 25.
La tragedia del Tunnel del Monte Bianco ha portato all'attenzione del mondo politico e dell'opinione pubblica il tema dell'incidenza del traffico pesante sull'ambiente, sulla salute dei cittadini e sulla sicurezza del traffico, tema che finora era forse rimasto circoscritto nell'ambito delle persone impegnate sulle tematiche ambientali e che il dibattito scaturito dopo l'incendio e la chiusura del traforo ha fatto diventare argomento vivo di confronto politico.
Ne sono scaturite petizioni popolari - ricordo quella organizzata dal Comitato Stop ai TIR - e significative prese di posizione, locali e internazionali, l’ultima delle quali quella del Comité valdôtain sauvegarde du Pays du Mont-Blanc che ha recentemente preso posizione sul tema.
In particolare, sulla decisione di far transitare nuovamente i mezzi pesanti sotto il tunnel, dopo la sua riapertura, prevista per il prossimo settembre, si sono espresse a più riprese le comunità locali d'oltralpe e lo stesso Governo francese. Peraltro la volontà dei cittadini della Vallée de l'Arve come delle istituzioni che li rappresentano è chiara: il traffico pesante su gomma non deve più transitare attraverso il Traforo del Monte Bianco.
Si può concordare o meno su questa indicazione di volontà politica, ma non la si può ignorare.
Nella nostra Regione, invece, non c'è stato ancora modo di valutare appieno qual è l'orientamento della popolazione che vive in Valle: ci sono state petizioni con cui migliaia di cittadini hanno manifestato il loro dissenso circa un possibile passaggio di mezzi pesanti sotto il traforo; ci sono state mozioni e risoluzioni in Consiglio regionale con le quali la maggioranza delle forze politiche si è detta invece favorevole ad una politica di regolamentazione del traffico pesante.
Ma nessuno può sostenere di conoscere pienamente gli orientamenti della maggioranza delle cittadine e dei cittadini residenti in Valle su una questione tanto importante.
Un referendum consultivo che ponga in modo diretto e democratico la domanda alla popolazione darebbe dunque utili indicazioni a tutti coloro che sono coinvolti, a titolo diverso, nelle decisioni da adottare.
A tale proposito anche la Regione Autonoma Valle d'Aosta può e deve dire la sua e se gli amministratori ricevono un'indicazione dal popolo di cui sono rappresentanti, possono senz'altro agire con maggiore forza e determinazione.
Lo Statuto della Valle d'Aosta non prevedeva in modo esplicito il referendum consultivo, ma non lo escludeva nemmeno tanto che una qualificata dottrina lo riteneva pacificamente ammissibile.
Oggi il problema dell'ammissibilità è superato. Con l'entrata in vigore della recente riforma costituzionale, che ha allargato le competenze della nostra Regione in materia costituzionale, il referendum consultivo è espressamente previsto ed ammesso.
Del resto sempre più stanno acquistando significato democratico forme di consultazione della volontà popolare sia su questioni circoscritte all'ambito locale, quali il traffico nei centri cittadini, sia su temi che coinvolgono "grandi decisioni", in genere attinenti la qualità dell'ambiente e della vita.
Sempre più le grandi decisioni che interessano il rapporto uomo/ambiente si collocano in modo trasversale rispetto agli schieramenti politici. Per questo è opportuno valorizzare momenti di democrazia diretta che non si pongono in contrasto, ma al servizio delle decisioni che le istituzioni sono chiamate a prendere.
L'impianto della proposta di legge è molto semplice.
L'articolo 1 definisce su quale tema si vuole promuovere il referendum consultivo.
L'articolo 2 esplicita il quesito sottoposto alla votazione popolare e indica quando si indirà il referendum. Si è scelto a tale proposito di far svolgere il referendum in concomitanza con la prima consultazione elettorale che interesserà tutta la Regione nel 2001, in modo anche da contenerne i costi.
L'articolo 3 richiama le norme in vigore circa le operazioni di voto e di scrutinio, già in vigore per il referendum popolare abrogativo.
Un emendamento, relativo all'introduzione di un ulteriore articolo, l'articolo 4, è già stato presentato dai proponenti in modo da garantire l'adeguata copertura finanziaria alla presente proposta di legge secondo gli indirizzi formulati dagli uffici regionali competenti.
Président Je donne lecture de l’amendement présenté par les Conseillers Curtaz et Squarzino:
Emendamento Aggiungere il seguente articolo 4:
"Articolo 4
(Finanziamento)
1. Gli oneri derivanti dall’applicazione della presente legge, valutati in lire 800 milioni, trovano copertura sul capitolo 22830 ("Spese per consultazioni elettorali e referendum di interesse regionale"), che rientra tra quelli indicati nell’elenco coperto col fondo di riserva, ai sensi dell’articolo 36 della legge regionale. 27 dicembre 1989, n. 90 ("Norme in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione Autonoma Valle d’Aosta")."
La discussion est ouverte.
La parole au Conseiller Piccolo.
Piccolo (SA)In merito alla proposta di legge intendo evidenziare, colleghi, che la I Commissione a maggioranza ha deciso di esprimere parere contrario dopo un’ampia discussione nella quale sono state addotte una serie di motivazioni.
Per quanto attiene il voto contrario da me espresso in sede di commissione e che ripeto qui oggi, ho dichiarato di non condividere l’impostazione del provvedimento che ha una sua chiara e precisa motivazione politica da parte dei proponenti, posizione che credo sia ormai chiara a noi tutti, un provvedimento quindi che si prefigge obiettivi e scelte politiche che non corrispondono agli obiettivi e agli intendimenti della Stella Alpina.
Per noi infatti il problema del transito degli automezzi pesanti attraverso il Tunnel del Monte Bianco è quello che detto transito avvenga sì, ma regolamentato e monitorato con l’obiettivo inoltre di diminuire in particolare l’inquinamento ambientale e non certamente, come viene indicato nella proposta dei Verdi, ritenendo che l’incidenza del traffico pesante sull’ambiente sia legata al peso delle 28 tonnellate dei mezzi.
Senza entrare nello specifico del disegno di legge ritengo doveroso anche in questa occasione sottolineare e ribadire quanto più volte dichiarato in altre sedi e in altri tempi non molto lontani a proposito di referendum. Per noi il referendum è un importante strumento di democrazia dove il cittadino può e deve poter esprimere il proprio volere su particolari problemi tramite una consultazione diretta.
Questa precisazione mi pareva doverosa per ribadire che il voto contrario al disegno di legge non deve essere interpretato come un voto contrario allo strumento del referendum per quanto ho testé evidenziato.
Voglio inoltre rimarcare che, per quanto concerne invece l’aspetto del riordino della materia referendaria nel suo complesso, non sia positivo in questo particolare momento che ogni forza politica porti avanti a spizzichi e bocconi provvedimenti legislativi simili a quello di oggi; meglio sarebbe che si giungesse prima a una legge organica sui referendum propositivi, consultivi ed abrogativi evitando così il rischio innanzitutto di mortificare ogni altra futura iniziativa legislativa del singolo consigliere.
Credo sia corretto essere coerenti con quanto deciso e concordato unanimemente in I Commissione, dove sono presenti tutte le forze politiche del Consiglio regionale, e cioè addivenire a testi unici per singole materie, percorso e obiettivo che ha già prodotto i suoi frutti con il "Progetto abrogazione" riducendo un gran numero di leggi e regolamenti della legislazione regionale e che sta continuando a produrre i suoi frutti, il tutto per facilitare il compito di chi deve applicare le leggi, cioè i funzionari e venire incontro al cittadino con l’adozione di testi più semplici, più chiari, più completi e di più facile lettura.
Concludo ribadendo il voto contrario alla proposta di legge da parte della Stella Alpina.
PrésidentLa parole au Conseiller Borre.
Borre (UV)Anch'io, in qualità di Presidente della II Commissione, voglio dichiarare il perché del voto contrario a maggioranza all’interno della II Commissione.
La nostra commissione aveva solo competenze di compatibilità finanziaria, quindi il disegno di legge in questione non contiene - ho visto solo adesso l’emendamento - nessuna norma finanziaria pur essendo evidente e confermato dai pareri espressi in sede tecnica dai competenti servizi che l’effettuazione della consultazione referendaria comporterebbe un onere rilevante quantificato in circa 800 milioni.
Non poteva dunque la nostra commissione che rilevare la carenza di compatibilità finanziaria almeno finché non fosse introdotta una specifica norma di prelievo dal fondo di riserva obbligatorio.
Tanto vi dovevo rappresentare per quanto riguarda la competenza limitata alla II Commissione. Mi sia permesso però aggiungere qualche rilievo personale approfittando della parola che mi è concessa in ordine all'iniziativa promossa dai colleghi Curtaz e Squarzino.
Devo anzitutto rilevare che a mio parere essa rappresenta un uso anomalo dello strumento legislativo. Ritengo che l’iniziativa di consultazione popolare dovrebbe essere promossa in altro modo con la raccolta di firme o ad opera di un certo numero di consiglieri regionali e in forza di una legge generale al momento inesistente che disciplini lo svolgimento della consultazione.
Tutti sappiamo che lo Statuto speciale non contemplava questo tipo di referendum abrogativo e che soltanto all’inizio del mese di febbraio di quest’anno, con legge costituzionale n. 2 del 2001, è previsto che il referendum consultivo sia introdotto nel nostro ordinamento.
La nostra cultura e la nostra tradizione ci propongono non pochi esempi di partecipazione popolare nella gestione delle nostre consorterie, nelle latterie sociali, in tutte le forme cooperative perciò la consultazione referendaria non è certo estranea alla nostra mentalità.
È però vero che questo strumento deve essere opportunamente e correttamente regolato e che il nostro Consiglio vi deve provvedere in tempi rapidi assicurandosi che vengano fissate modalità di svolgimento e criteri di ammissibilità certi ed equi per tutti i cittadini. Quanto poi alle possibilità che siano le forze politiche presenti in Consiglio a chiedere la consultazione popolare credo che sia di tutta evidenza che possono farvi ricorso solo minoranze qualificate e non un numero esiguo di consiglieri.
Questo d’altronde lo prevede la costituzione ed ora è previsto anche dal nuovo Statuto. Da queste osservazioni, necessariamente sintetiche e sommarie, discende la necessità di respingere questa proposta, ma anche l’opportunità di mettere mano senza ritardi a una legge che sia moderna e funzionale disciplina dell’istituto referendario.
Non mi sono soffermato sul merito della proposta perché credo che altri colleghi del mio gruppo approfondiranno meglio di me la nostra posizione politica in proposito che si rispecchia pienamente nell’operato finora condotto dall’Esecutivo regionale tanto all’interno della Regione quanto in sede internazionale.
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Credo che dagli interventi fatti finora dai colleghi della maggioranza emerga un po' l’atteggiamento di glissare il problema che è quello della consultazione popolare.
Intanto volevo dire che ringrazio le commissioni per il voto contrario; il voto contrario è un voto al limite favorevole alla discussione in aula, quindi non entro in merito sul fatto che la commissione ha dato voto contrario, anzi meglio voto contrario che astensione.
Credo poi che sia abbastanza strumentale e fuorviante il portare qui come elementi di bocciatura di questa legge degli elementi di tipo formale, nel senso che questo Consiglio può tranquillamente, se vuole, votando questa legge, attivare un referendum consultivo su una questione che alcuni cittadini ritengono importante. Credo sia questo il tema su cui finora non ho sentito interventi pertinenti.
Lo ricordava prima il collega Curtaz: oggi ci sono alcuni strumenti di democrazia che integrano l’elezione, che avviene secondo scansioni temporali precise. Sono strumenti come la petizione, il referendum che sono attivati dalla base, dalla società civile.
La società civile in questo periodo storico si sta, di volta in volta, autorganizzando attorno ad alcuni temi che ritiene importanti. Il popolo di Seattle, per esempio, le reti che si creano qua e là dimostrano come ci sia questa forte potenzialità: è il tentativo che l’opinione pubblica mette in opera per porre all’attenzione politica un certo problema.
Credo che chi governa, i decisori, debbano in qualche modo farsi carico delle volontà di alcuni cittadini di dire in qualche modo la propria.
Qui noi abbiamo avuto due fatti importanti: prima una petizione di più di 10.000 firme che chiedeva di ridimensionare il traffico sotto il Traforo del Monte Bianco e, recentemente, questa lettera manifesto con cui alcuni abitanti della Valle chiedono di dare alla popolazione valdostana la possibilità di decidere, o almeno di esprimersi, su una scelta importante come il transito dei TIR pesanti nella nostra Valle.
A me stupisce che questa maggioranza, che si è appena costituita, che rappresenta l’80 percento dell’elettorato valdostano, non abbia il coraggio di verificare con i propri elettori cosa questi pensano rispetto a questo tema.
Ora questa maggioranza ha scelto una linea ben precisa sulla regolamentazione dei TIR, è una decisione politica che rispetto. Sta di fatto che alcuni cittadini non la pensano allo stesso modo e si chiedono perché su questa questione importante non possono dire la loro. Con questa iniziativa politica si vuole dare la parola a questi cittadini.
Se le forze di maggioranza non hanno il coraggio di verificare cosa pensa il proprio elettorato su questo tema, credo che ci siano dei motivi ben chiari: probabilmente temono che il loro elettorato non la pensi allo stesso modo, temono di essere smentiti dal proprio elettorato.
Allora o questa maggioranza, che ha preso una decisione chiara sulla regolamentazione dei TIR, accetta una verifica con il proprio elettorato in modo che questa decisione sia avvalorata ulteriormente oppure vuol dire che ha paura di cosa pensano gli elettori.
Eppure chi rappresenta l’80 percento della popolazione, se prende delle decisioni, lo fa pensando di rappresentare il proprio elettorato. Non si capisce come questa maggioranza, ripeto forte dell’80 percento dell’elettorato, non abbia il coraggio di confrontarsi con il proprio elettorato e di verificare, referendum consultivo alla mano, cosa effettivamente pensa. Questo è molto grave. Ed è altrettanto grave che ci si nasconda dietro a criteri formali per negare alla popolazione valdostana questa possibilità.
PrésidentLa parole au Vice-président Lattanzi.
Lattanzi (FI)Volevo esternare in aula quello che ho già espresso ai colleghi Verdi in merito a questa legge.
Qui ci sono due tematiche evidenti: una di metodo e una di contenuto. Non voglio sfuggire a entrambi i giudizi che vogliamo esternare su questa questione.
Per quanto riguarda il metodo, abbiamo già espresso le nostre perplessità legate al fatto che questo referendum incontrerebbe grosse difficoltà a passare trattandosi di argomenti di caratura nazionale e internazionale per cui si rischierebbe di innescare una procedura che potrebbe venire bloccata sotto l’aspetto della legittimità, ma non voglio utilizzare questa argomentazione per dire che noi invece rispetto al contenuto siamo assolutamente contrari e spiego il perché.
Credo che se in quest’aula ci fosse un consigliere o un gruppo di consiglieri che presentasse un referendum consultivo per chiedere ai cittadini se vogliono portare le tasse al 10 percento, penso che avrebbero un'ottima occasione per fare una gran bella figura e per sentirsi dire da tutti i cittadini che nessuno vuole pagare le tasse, però ci sono argomenti che, proprio per la delicatezza e l’importanza delle scelte che si vanno a fare, meritino la responsabilità di chi è stato indicato ad amministrare la cosa pubblica che si deve pertanto assumere la responsabilità di queste decisioni.
Sarebbe troppo facile chiedere ai Valdostani semplicemente, così come è stato messo nel quesito, se vogliono che passino meno TIR in Valle d’Aosta. Non c’è un Valdostano che ne vuole di più, anzi se potessimo, probabilmente toglieremmo anche le macchine perché è vero che i Verdi portano avanti una battaglia di ecologia, ma credo che nessun Valdostano in Valle d’Aosta voglia la propria Regione con i fumi, con i gas, con gli scarichi, con l’asfalto, con le malattie. Siamo tutti d’accordo.
Il problema è che purtroppo ci sono delle decisioni che vanno prese mediando quella che è l’utopia con quello che è il pragmatismo perché, quando abbiamo avuto il momento di chiusura del tunnel, tutti siamo stati d’accordo che l’assenza del trasporto su gomma comunque creava dei problemi come siamo stati d’accordo che vanno studiate nel nuovo millennio strutture di trasporto diverse da quelle per il trasporto su gomma, però sono processi lunghi, non riteniamo che con un referendum consultivo che probabilmente all’80 percento direbbe sì ad un numero minore di TIR? e poi?
Come quella delle 28 tonnellate che è un limite che ha scritto chi? In base a che cosa? Invece di aver un TIR di 34-35 tonnellate potremmo avere due TIR da 28 tonnellate per portare la stessa merce o tre TIR o comunque un aumento dei TIR come abbiamo già espresso in termini chiari in commissione.
Quindi non voglio esulare dal metodo che è stato utilizzato su cui noi solleviamo delle perplessità, ma sul merito di questo obiettivo politico che è far dire all’Amministrazione che i Valdostani vogliono meno traffico dei TIR.
E allora? Il problema è che noi abbiamo la responsabilità di garantire che ci sia un trasporto delle merci nazionale e internazionale che passa, guarda caso, anche dalla nostra regione, che sicuramente merita un'attenzione, nel senso della regolamentazione alla riapertura del tunnel, che sicuramente merita un’analisi approfondita per lanciare le iniziative che portino le merci dalla gomma alla ferrovia, ma noi oggi siamo nel 2001 e la ferrovia Aosta-Martigny non esiste neanche nei progetti e il tunnel forse aprirà a settembre e se aprirà a settembre, scaricherà una parte del traffico che oggi quelli del Fréjus stanno subendo perché noi purtroppo abbiamo il tunnel chiuso senza considerare poi tutte le ricadute economiche.
Ribadisco che per quanto ci riguarda, alla luce delle argomentazioni sostenute con onestà intellettuale dai Verdi perché è una loro battaglia, non siamo convinti che ridurre a 28 il massimo del tonnellaggio per il trasporto delle merci sia una soluzione a diminuire i TIR, più diminuiamo la portata più aumentiamo il numero dei motori che trascinano le merci perché oggi come oggi non c’è alternativa a trasportare le merci in altra maniera e se vogliamo tagliare fuori l’Italia dall’Europa, possiamo portare anche a 15 tonnellate - perché non 15 tonnellate? - i TIR, ma ci troveremo tre TIR per portare la stessa merce che porta un TIR oggi.
Piuttosto per mantenere basso il tasso di inquinamento c’è da fare una battaglia e una regolamentazione per quanto riguarda i motori che bruciano certi tipi di carburanti piuttosto che altri che sono più inquinanti.
C’è però da ragionare su quella che è una forte iniziativa di trasferire le merci dalla gomma alla ferrovia e su questo siamo tutti d’accordo.
Ribadiamo la nostra contrarietà a questa legge alla quale voteremo contro perché non ne condividiamo il contenuto e quindi non vogliamo fare il gioco delle tre carte per dire che siamo contro la forma, mentre il contenuto lo discutiamo in un altro momento. No, siamo proprio contrari al sistema di andare a chiedere qualcosa che è così scontato per i cittadini, ma che non fa i loro interessi.
Non rappresentiamo l’80 percento della maggioranza, ma per quel poco che rappresentiamo riteniamo che i nostri cittadini abbiano dato a noi la responsabilità di decidere se le merci devono andare sulla gomma o sul treno.
Noi abbiamo preso un impegno con i nostri elettori: quello di trasferire le merci in parte dalla gomma al treno, però con pragmatismo senza chiudere le frontiere e senza isolarci dall’economia.
PrésidentLa parole au rapporteur, Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU) Ringrazio il Vicepresidente Lattanzi per il suo intervento perché è un intervento onesto e spero di sentire ancora nella discussione generale degli altri interventi di persone che entrino sul merito del problema e sul merito del quesito referendario.
Voglio quindi cogliere l’occasione di questo mio primo intervento, non so se ce ne sarà un secondo, dipende dall’andamento del dibattito sulla materia, per replicare in maniera necessariamente succinta alle argomentazioni che sono state portate finora dai Consiglieri che sono intervenuti.
Voglio ricordare a tutti, da Piccolo a Borre, a Lattanzi che su un punto hanno fatto una qualche confusione: hanno utilizzato delle argomentazioni che forse potrebbero essere valide per quanto riguarda un referendum abrogativo, non tenendo conto che in questo caso si tratta di un referendum consultivo, quindi le argomentazioni che ha sviluppato Borre sulla necessità delle maggioranze o delle minoranze qualificate per poter chiedere un referendum, eccetera, intanto hanno un senso per il referendum abrogativo perché si abroga una legge che già c’è, quindi un provvedimento normativo in vigore.
Hanno invece meno senso per quanto riguarda un referendum consultivo dove si chiede soltanto un parere. Non proponiamo un referendum, noi proponiamo al Consiglio di fare una legge che indica un referendum; alla fine non è una minoranza che può chiedere di indire un referendum, è sempre la maggioranza del Consiglio che lo fa, se lo ritiene opportuno. Quindi noi non abbiamo nessun potere, neanche fossimo qui in diciassette potremmo decidere niente, perché ci vuole sempre la maggioranza del Consiglio per indire il referendum.
Un altro elemento di possibile confusione è un argomento portato dal Presidente della I Commissione e questo lo voglio chiarire bene, altrimenti ci avviamo verso argomentazioni poco sensate. Il Presidente Piccolo dice: "Questa proposta di legge è intempestiva perché sarebbe stato più opportuno inserirla in un quadro già formato di normativa attuativa delle nuove competenze che la Regione ha acquisito con la legge costituzionale".
A parte la battuta che posso fare, seguendo il ragionamento che ha fatto questo pomeriggio il Consigliere Cottino, che l'approvazione di questa normativa non rientra fra le priorità della nuova maggioranza, purtroppo non ci sono i tempi tecnici, ne abbiamo già discusso in commissione. Non ci sono i tempi tecnici perché se il tunnel riapre a settembre, se le decisioni vengono prese a maggio, non potremmo aspettare che il Consiglio approvi una normativa generale sul referendum consultivo per poi farci rientrare questa iniziativa.
Allora siamo ricorsi a iniziative particolari che sono già state utilizzate in altre regioni per referendum di questo tipo; sul fatto dell'ammissibilità ci sono stati anche degli studi interni nella nostra Regione, quindi non sto a spendere delle ulteriori parole tant’è che, sempre coerentemente con questo nostro discorso, si pensava oltre che per questioni finanziarie di associare il referendum consultivo con le prime elezioni utili che sarebbero poi le elezioni politiche, perché l’esigenza di tempestività viene rispettata e si unirebbe a un’esigenza di risparmio.
Poi la II Commissione ha rilevato un problema vero a cui noi non avevamo pensato fino in fondo, per nostra inesperienza. Immaginando questo meccanismo avevamo pensato che in questo modo il referendum non costasse niente, invece abbiamo scoperto che questo non è vero, intanto perché c’è un problema di coordinamento fra normativa statale e regionale, quindi il problema è più complesso di come lo avevamo immaginato, ma comunque ci sarebbero dei costi, quindi è vero che c’è mancanza di copertura finanziaria. Però la commissione, Presidente Borre, si è rifiutata consapevolmente di entrare nel merito. Infatti l’emendamento che abbiamo presentato noi, avrebbe potuto presentarlo la commissione.
Diciamo la verità: qui c’era l’esigenza di fare in fretta questa cosa, di farla arrivare in Consiglio prima possibile in modo da levarsi questa patata bollente prima che il tema diventi un po' caldo, magari questa estate. Questo è l’obiettivo politico della maggioranza, legittimo, ma non ho mai visto una legge andare avanti così spedita, soprattutto se presentata dall'opposizione. È una cosa legittima, fa parte delle responsabilità politiche e su questo non ho da lamentarmi.
Lattanzi entra sul merito del quesito contestando con delle argomentazioni che ritengo infondate, ma che possono avere una certa dignità. Dice Lattanzi: "Perché avete utilizzato questo criterio delle 28 tonnellate piuttosto che delle 30 o delle 32 o delle 26?" Ma perché ci siamo rifatti a quelli che sono dei precedenti nel settore.
Sono i precedenti svizzeri ora superati perché la Svizzera ha adottato altre normative, però gli Svizzeri fino a poco tempo fa utilizzavano il criterio delle 28 tonnellate per trovare un discrimine fra TIR di piccolo cabotaggio e TIR grandi. Ecco il perché delle 28 tonnellate.
Poi il discorso che faceva Lattanzi: "Con questo criterio finisce che passano tre TIR al posto di due", credo che questo non sarebbe vero.
Può essere un'argomentazione, potremmo discuterne fino a domani perché non credo che avremmo dei dati statistici, ma mi riesce impossibile pensare a una ditta che avesse dieci camion da 40 tonnellate, che ne prendesse 17-18 da 28 tonnellate con 17-18 autisti per fare lo stesso tragitto, mi sembra impossibile. Si continuerebbero invece ad utilizzare 10 camion da 40 tonnellate, mi sembra che dal punto di vista economico la questione non ponga dubbi.
Allora perché questo referendum? Lattanzi dice, magari non a torto, che: "Ci sono dei problemi internazionali, sarebbe una battaglia utopica, sarebbe una battaglia difficile da vincere".
Noi ce ne rendiamo conto che avrebbe delle difficoltà una proposta del genere, ma io mi chiedo e vi chiedo: un referendum di questo tipo con un voto, come ritiene Lattanzi, plebiscitario a favore di un contenimento o di una limitazione del transito dei TIR, darebbe più peso o meno peso all’Amministrazione regionale nella contrattazione?
Secondo me darebbe più peso perché il Presidente della Giunta, che tratta con i Governi italiano e francese, con l’Unione europea, sarebbe sorretto da un pronunciamento popolare assai significativo.
Dicevamo nella relazione che la proposta di referendum non è in contrasto con l'istituzione, ma è a sostegno della posizione dell'istituzione, noi la interpretiamo in questo modo oltre che una verifica su come la pensano i Valdostani. Perché anch’io penso che la stragrande maggioranza sarebbe a favore di una limitazione dei TIR, però è tutta da verificare, magari scopriremmo che le cose non stanno così. Su come è formulato il quesito voglio rassicurare tutti, nel senso che noi su questo quesito non ci moriamo. Se ci sono degli emendamenti migliorativi rispetto al quesito, siamo disposti ad esaminarli ed eventualmente ad approvarli. Noi abbiamo scelto un criterio, se ci sono criteri più validi, siamo disposti ad accettarli.
Voglio fare ancora un breve richiamo storico che mi sembra dovuto in questa occasione, anzi ne faccio due anche se uno è di storia più recente e comincio da questo.
I primi ad aver proposto un referendum consultivo sulla faccenda dei TIR sono i nostri amici Democratici di Sinistra perché mi ricordo un articolo del Direttore responsabile de "Le Travail" di un annetto fa in cui veniva lanciata questa proposta, che poi non ha avuto seguito a livello istituzionale.
Ma su tutte le tematiche relative al passaggio dei TIR voglio soprattutto, indirizzandomi ai colleghi dell’Union Valdôtaine, ricordare un articolo, che è di un'attualità stupefacente, scritto nel 1979 da Bruno Salvadori, un bell’articolo su due pagine, il quale già immaginava che il problema dei TIR sarebbe diventato un problema enorme per la Valle d’Aosta e lui cercava di immaginare delle soluzioni, le indicava, le analizzava vedendone i pro e i contro giungendo alla fine a una conclusione: che l’unico sistema è quello di limitare i TIR. Vi consiglio di leggerlo perché è interessante anche per l’attualità storica. Mi riesce difficile quasi credere che questo articolo è stato scritto 22 anni fa.
Lui dice: "? La solution ne réside pas dans le choix d’un moyen permettant aux marchandises de s’écouler plus facilement; elle consiste uniquement dans la diminution du trafic commercial ainsi nous rendrons à la Vallée d’Aoste sa vocation touristique en faisant ses intérêts et en sauvant des vies humaines?".
E conclude:"? Le choix d’autres solutions est certainement plus facile si l’on veut faire de la démagogie. Notre proposition est certainement la plus difficile à réaliser car elle engage et dépend de la volonté du Gouvernement, des partis et de l’Etat italien. Cependant elle est la seule qui ne soit pas dictée par des intérêts extérieurs, mais seulement par ceux des Valdôtains pour les Valdôtains?".
PrésidentLa parole au Conseiller Cottino.
Cottino (UV)Molto brevemente, non vi annoierò a lungo, però credo che sia necessario dire con molta onestà qual è stata negli ultimi tempi in particolare la posizione dell’Union valdôtaine a proposito dei TIR. Preciso subito che nessuno all’interno dell’Union è innamorato di guardare il passaggio dei TIR sull’autostrada o all’uscita del Tunnel del Monte Bianco.
Abbiamo fatto altri tipi di valutazione, abbiamo fatto delle valutazioni che riteniamo estremamente importanti e che ci hanno portato a dire che è meglio studiare i modi di limitare il passaggio dei TIR piuttosto che dire no ai TIR, di conseguenza siamo ancora su quelle posizioni, siamo ancora sulle posizioni che ci porteranno a trovare delle soluzioni per la regolamentazione dei TIR.
Posso capire che i colleghi della Valle d’Aosta per l’Ulivo non siano nelle stesse precise identiche posizioni nostre e non solo per questioni ideologiche, ma anche per altri motivi.
Evidentemente noi a questo gruppo di lavoro, al quale il Presidente della Giunta ha già fatto accenno non solo oggi ma anche altre volte, noi ci crediamo e ci crediamo anche per un rapporto fiduciario che abbiamo nei confronti delle persone che rappresenteranno questo Consiglio all’interno di questo gruppo di lavoro.
Ora io capisco che da parte dei Verdi questo tipo di rapporto fiduciario non ci possa essere, da parte nostra c’è e abbiamo la grande convinzione che alla fine otterremo degli ottimi risultati.
Permettetemi di fare un’altra riflessione sempre a proposito di questa legge. Il collega Curtaz nella sua relazione dice: "? Lo Statuto della Valle d’Aosta non prevedeva in modo esplicito il referendum consultivo, ma non lo escludeva nemmeno?".
Questo lo afferma lui. Evidentemente voi, al momento in cui ad Aosta è venuto Boato e avete fatto una pubblicità enorme sul discorso delle modifiche alla Costituzione dando un risalto enorme alla notizia che questo prevedeva anche il referendum consultivo, a quel momento lì voi dicevate qualcosa di molto diverso rispetto a quello che avete scritto perché dicevate che finalmente ci sarebbe stata la possibilità di fare un referendum consultivo.
Qualcuno lo aveva già detto che, con un po' di buona volontà e volendo, forse la possibilità di un referendum consultivo c’era per quanto riguardava lo Statuto, fermo restando la necessità di regolamentarlo ovvero di regolamentare tutti i referendum consultivi, non solo questo referendum.
Per quanto riguarda l’accenno alle modifiche alla Costituzione, vorrei ricordare che in data odierna questo iter della modifica costituzionale non esiste ancora?
(interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)
? quello che manca è un altro discorso. Oggi non esiste ancora e voi ci chiedete di votarla oggi la proposta di legge, non fra dieci o quindici giorni; oggi non esiste ancora, allora vi preghiamo di essere più coerenti nelle affermazioni e nelle azioni che susseguono alle affermazioni.
Anche questo aspetto è perlomeno discutibile perché, al di là della possibilità o meno di approvazione della legge stessa, ho qualche dubbio anche sull’ammissibilità del referendum con un quesito di questo tipo perché le affermazioni del collega Lattanzi credo che debbano essere tenute in debito conto non perché le ha fatte Lattanzi, ma perché sono realiste?
(interruzione del Consigliere Curtaz, fuori microfono)
? no, Lattanzi sa benissimo che anche in qualità di Vicepresidente io non l’ho votato. Noi abbiamo votato Marco Viérin per cui lui non ha nessun debito di riconoscimento nei miei confronti né io nei suoi. Non ci sono problemi, non è questione di Vicepresidente, collega Curtaz. Per quanto mi riguarda comunque ho dei dubbi sul discorso dell'ammissibilità.
Per quanto riguarda il metodo, è vero, è poco importante, lo ammetto, ma effettivamente manca la copertura finanziaria per questa legge, avete presentato un emendamento adesso, ma ci sarebbe stata la necessità di farlo in tempi diversi, cosa che sovente sottolineate e risottolineate, in modo che la commissione potesse acquisirlo.
Per quanto riguarda il discorso dell’essere smentiti, delle paure, ognuno di noi può averne tante; io lo respingo nel modo più assoluto e in tutta tranquillità. Mi sento legittimato in questo Consiglio a portare avanti le cose che personalmente ho detto in campagna elettorale e successivamente, è una forma di democrazia. Eventualmente sarò o saremo smentiti nel 2003.
Fino ad allora, cara collega, credo che le sue affermazioni non valgano più delle mie e non ho la pretesa che le mie valgano più delle sue.
Per quanto riguarda l’articolo di Bruno Salvadori, non me lo ricordo sicuramente ma, stando a quanto ha letto il collega Curtaz, parla di regolamentazione e di riduzione del numero dei TIR ed è quello che continuiamo a dire.
Per i motivi che ho detto, ma ne potrei aggiungere altri, non voteremo questa legge.
PrésidentLa discussion générale est close.
Nous procédons à la votation du projet de loi n° 105.
Je soumets au vote l’article 1er:
Conseillers présents et votants: 31
Pour: 2
Contre: 29
Le Conseil n’approuve pas.
Suite au rejet du premier article du projet de loi, aux termes de l’article 77, 2ème alinéa, du Règlement intérieur, la proposition entière est considérée comme refusée.