Oggetto del Consiglio n. 1854 del 21 febbraio 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1854/XI Iniziative finalizzate a riconoscere alla quarta prova sostenuta e superata in sede di esame di Stato una valenza nazionale e sovranazionale. (Interpellanza)
Interpellanza Preso atto del Progetto Lingue 2000 attivato dall’anno scolastico 1998/99 dal Ministero della P.I per diffondere e potenziare la conoscenza di due lingue comunitarie nelle scuole di ogni ordine e grado;
Attesa la valenza innovativa di tale progetto:
- dal punto di vista dei contenuti, in quanto si fa riferimento ai livelli di conoscenza della lingua così come sono codificati nel documento europeo "Quadro comune europeo di riferimento. Consiglio d’Europa, Strasburgo, 1997";
- dal punto di vista della certificazione perché è prevista, oltre alla valutazione interna della scuola, anche una certificazione esterna, rilasciata da Agenzie europee a ciò accreditate;
Considerato che tali certificati costituiscono crediti formativi per il curricolo scolastico e professionale ed hanno valore anche fuori dai confini nazionali;
Preso atto che le scuole della Regione non sono state coinvolte in tale progetto, ma che esse, almeno per quanto riguarda la lingua francese, sono caratterizzate dalla continuità di apprendimento della lingua dalle materne alle superiori e che tale conoscenza è certificata con un’apposita prova, e con relativa distinta valutazione, all’interno dell’esame di stato che conclude il curricolo scolastico;
Ritenendo che la conoscenza della lingua francese acquisita nelle scuole della Regione sia almeno pari alle competenze linguistiche certificate dall’Alliance Française (Agenzia Europea di certificazione della conoscenza della lingua francese);
Ritenendo inoltre opportuno operare per dare alla "spendibilità" dell’esame di stato sostenuto in Valle una valenza nazionale e sovranazionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente per sapere:
- se, e come, intenda attivarsi perché la quarta prova sostenuta e superata in sede di esame di stato in Valle d’Aosta sia riconosciuta come omologa al DALF (Diplôme Approfondi de Langue Française), così da diventare un credito formativo valido a tutti gli effetti.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Beneforti
PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Il nostro gruppo riprende un'iniziativa già avviata dal gruppo di Forza Italia, perché credo che un problema importante non appartenga né a una forza politica né all’altra, ma appartenga a chi lo recepisce, all’intera comunità.
Vogliamo qui ricordare che da tre anni è in atto, a livello nazionale, una sperimentazione avviata dal Ministero della pubblica istruzione, che si chiama "Progetto Lingue 2000", che ha il compito di diffondere e potenziare la conoscenza di due lingue comunitarie nelle scuole di ogni ordine e grado.
È un progetto che ha alcune valenze innovative interessanti. In primo luogo per quanto riguarda i contenuti, nel senso che si fa riferimento ai livelli di conoscenza della lingua così come sono codificati a livello europeo nel quadro comune europeo di riferimento "Cadre de référence".
Vi è una seconda novità interessante, non essendo mai stato fatto finora un rapporto così stretto fra scuola e certificazione esterna, ed è la seguente: attraverso questo progetto si propone alle scuole di far sostenere gli alunni, che hanno seguito un percorso curriculare linguistico, che è tarato sulle competenze linguistiche definite dal "Cadre de référence", anche un esame all’esterno della scuola presso quelle agenzie europee di certificazione che rilasciano diplomi di livelli diversi di conoscenza della lingua. Si tratta di diplomi che hanno un valore che va oltre il semplice valore scolastico; essi diventano crediti formativi sia per la professione, sia per l’inserimento nel mondo del lavoro, anche a livello scolastico universitario, e soprattutto sono crediti formativi che hanno valore al di là del confine del comune, della provincia, della regione o dello Stato che li ha rilasciati, perché sono riconosciuti in tutto il mondo.
Ora le scuole della Valle d’Aosta non sono state coinvolte in questo progetto: non giudico questa scelta, mi limito a prenderne atto.
Ma dobbiamo prendere atto di una cosa chiaramente interessante: all’interno delle scuole valdostane c’è un patrimonio di esperienze di insegnamento plurilingue che, a nostro avviso, dovrebbe essere valorizzato.
Riteniamo pertanto che alcune di queste innovazioni che sono state introdotte nella scuola italiana, innovazioni collegate con tutto il processo che avviene a livello europeo di apprendimento, conoscenza, certificazione delle lingue, riteniamo - dicevo - che questo valore innovativo sia fatto proprio anche dalla scuola valdostana.
E quali sono i due elementi importanti di questo processo innovativo? Lo ricordavo in premessa: da una parte è l’adeguamento dei curricula di apprendimento linguistico ai principi che a livello europeo sono definiti nel "Cadre de référence", dall’altra è il collegamento della scuola con agenzie estere di valutazione, nel senso che la scuola prepara gli alunni a conseguire certificati che danno loro la possibilità di veder riconosciuto il proprio risultato scolastico attraverso questi crediti formativi.
Abbiamo in particolare una lingua nella scuola valdostana che è appresa in modo continuativo dalla scuola materna fino alle superiori.
Abbiamo una conclusione di questo curricolo scolastico attraverso l’esame di Stato che prevede che ci sia una quarta prova valutata a sé stante, quindi con una valutazione ad hoc.
Cosa si chiede? Questa è la domanda che poniamo con l’interpellanza all’Assessore.
Chiediamo se non sia possibile fare in modo che questa quarta prova, sostenuta e superata all’esame di Stato, abbia una valenza di credito formativo equiparabile ai certificati di conoscenza della lingua francese che vengono rilasciate dalle agenzie europee, in questo caso dall'Alliance française.
Su questo tema, che a noi sembra estremamente interessante per gli studenti valdostani, vorremmo sapere il parere dell’Assessore.
PrésidentLa parole à l’Assesseur à l’éducation et à la culture, Pastoret.
Pastoret (UV)Pour la deuxième fois cet argument, concernant le Projet "Lingue 2000", est porté à l’attention de cette Assemblée. Il y a quelques mois c’était M. Tibaldi qui avait interpellé le Gouvernement à cet égard et aujourd’hui c’est Mme Squarzino qui avance ces questions.
Il y a des arguments qui se représentent de temps à autre à l’attention du Conseil et surtout des médias qui suivent les travaux de cette Assemblée; ce sont les thèmes sur lesquels les auteurs de l’initiative estiment pouvoir le plus retenir l’attention de l’opinion publique à laquelle on cligne l’?il en espérant pouvoir tirer du profit politique et électoral.
Pour ce faire quel est le comportement? Il s’agit de poser une question sur des événements et puis de porter sur ces événements de jugements politiques.
Malheureusement les règles de comportement de l’Assemblée se soumettent à une liturgie qui prévoit qu’il y a des questions initiales presque toujours différentes par rapport au contenu de l’initiative, ça il faut bien le dire et par la suite une réplique, qui reviendra dans quelques minutes à la collègue Squarzino, qui en général représente l’occasion pour créer le bruit nécessaire afin que l’initiative devienne une véritable nouvelle qui soit à même d’être répandue par les médias et connue par l’opinion publique.
Je dois dire que pendant ces deux ans et demi j’ai pu apprécier l’honnêteté et le comportement de quelques collègues, mais j’ai dû prendre acte que trop souvent il y a eu une aptitude désagréable de comportement face aux réponses qui sont données en construisant par la suite des théorèmes faux et parfois en les diffusant parmi l’opinion publique.
Peut-être faire de la politique entraîne aussi ces habitudes qui à mon avis par contre disqualifient la politique en général et le rôle de cette Assemblée et cela peut importer relativement peu quand les arguments ne sont pas importants, mais c’est assez grave quand tout cela peut créer des malentendus dans l’opinion publique comme en est et en a été le cas avec ce Projet "Lingue 2000".
Je dis cela parce que l’on évoque cet argument pour revenir au fameux thème de la spendibilità qui assez longtemps était chevauché à l’intérieur et à l’extérieur de cette salle.
J’estime donc nécessaire de revenir d’une façon plus ample sur l’argument de cette interpellation et pour ces raisons je ne serai pas bref.
Je veux le faire afin de remettre un peu le pendule à l’heure effectivement sur cette question et je le ferai en fournissant à vous tous, chers collègues, les informations nécessaires sur ce Projet "Lingue 2000" en tirant par la suite quelques conclusions.
Permettez-moi de le dire, je trouve d’ailleurs juste que tous les collègues aient le même niveau de connaissance de Mme Squarzino sur ce sujet, car je ne veux pas vous cacher que la collègue Squarzino a bien assumé ses informations auprès de moi-même et de l’Assessorat pour préparer cette initiative.
A la suite d’un message de sa part j’ai cherché Mme Squarzino pour lui fournir la réponse aux doutes et aux éléments dont elle avait besoin. Certainement je n’ai pas réussi dans cette tâche. Voilà donc pourquoi cette initiative tombe sur nos bancs aujourd’hui.
Mais je dois aussi remarquer que l’initiative n’aborde pas d’autres points qui sont strictement liés à cet argument Progetto "Lingue 2000" et pourquoi? Parce que cela tient encore à la liturgie dont j’ai parlé tout à l’heure: "Ne pas écrire et ne pas dire tout au préalable". Sinon comme pourrait-on par la suite opérer avec le coup de scène final en sortant peut-être du chapeau du magicien les arguments plus savoureux?
Mais laissons tomber ces arguments, revenons donc à ce Projet "Lingue 2000". Qu’est-ce que c’est ce projet?
Il Progetto "Lingue 2000 è un'iniziativa avviata dal Ministero della pubblica istruzione nel 1999. Si tratta di un progetto triennale, quindi a termine, che si concluderà nel 2001 e che ha lo scopo di promuovere lo studio delle lingue straniere secondo gli orientamenti del Consiglio d’Europa contenuti nel documento: "Les langues vivantes: apprendre, enseigner, évaluer un cadre européen de référence".
Gli obiettivi del Progetto "Lingue 2000" sono: l’introduzione precoce di una lingua straniera nella scuola primaria e di una seconda lingua straniera nella scuola secondaria, l’aggiornamento in questa prospettiva degli insegnamenti e dei programmi, l’organizzazione più efficace degli insegnamenti linguistici, la promozione dell’acquisizione delle competenze linguistiche da parte di studenti individuati e preparati dai docenti di lingue.
Tale progetto si pone degli obiettivi in linea con il processo di riforma e di crescita delle competenze linguistiche degli studenti, di fatto - lo ricordo velocemente - gli obiettivi principali del Progetto "Lingue 2000" sono già stati ampiamente realizzati in Valle d’Aosta poiché nella nostra Regione è già presente l’apprendimento di tre lingue comunitarie con le seguenti modalità:
- educazione bilingue italiano/francese con il metodo originale dell’alternanza delle lingue progressivamente dalla scuola materna all’università;
- insegnamento della lingua tedesca, articolo 40 bis dello Statuto, dalla scuola materna alla scuola media nella valle di Gressoney con proseguimento della lingua in alcuni istituti secondari;
- insegnamento della lingua inglese come terza lingua comunitaria con le seguenti modalità: dalla scuola elementare dall’anno scolastico 1999-2000 in forma sperimentale ma vieppiù generalizzata, data di partenza del Progetto "Lingue 2000", nella scuola media dall’anno scolastico 1989-1990, dieci anni prima del Progetto "Lingue 2000", in quasi tutte le scuole superiori, all’Università della Valle d’Aosta.
In Valle d’Aosta poi sono realizzate da tempo modalità di formazione docenti e di insegnamento secondo gli orientamenti del Consiglio d’Europa, modalità che hanno largamente anticipato il Progetto "Lingue 2000".
Queste attività consistono in:
- attività formative regionali a sostegno dell’educazione bilingue in tutti i gradi di scuola;
- formazione di formatori dell’area linguistica;
- piano regionale pluriennale di formazione a sostegno dell'introduzione della lingua inglese prima nella scuola media e poi nella scuola elementare;
- formazione docenti di lingua tedesca nella valle di Gressoney;
- convegni, seminari, stage di formazione all’estero;
- scambi scolastici;
- partecipazione a progetti europei internazionali quali la Coopération transfrontalière, Programma europeo "Socrates", "Comenius", "Lingua", "Ario", il Programma "Leonardo da Vinci";
- la coopération con la communauté française de Belgique, con l’Académie de Grenoble.
Tutto ciò è stato ed è realizzato su vasta scala in Valle d’Aosta indipendentemente dal Progetto "Lingue 2000" del quale vale la pena di ricordare la diffusione recente ed anche assai ridotta, difatti lo stesso Ministero della pubblica istruzione stima che il progetto abbia interessato finora il 6 percento della popolazione scolastica italiana, mentre in Valle d’Aosta l’introduzione della terza lingua comunitaria ha interessato la quasi totalità degli alunni dei vari ordini di scuola.
Va sottolineato come il Progetto "Lingue 2000" si ponesse come obiettivo l’ampliamento dell'offerta di formazione linguistica e la creazione delle condizioni atte a favorire il potenziamento della lingua curriculare e della seconda lingua straniera, ma per fare questo individuava la creazione di ristretti gruppi di apprendimento. Cito: "? Si tratta di individuare all’interno della singola classe o di più classi gruppi di alunni con bisogni omogenei di potenziamento linguistico e formare aggregazioni diverse all’interno della stessa classe o fra classi diverse?", circolare ministeriale n. 217 del 13 settembre 1999.
E tutto ciò con il chiaro indirizzo di prevedere questo percorso non in modo generalizzato, ma appunto per gruppi, esattamente l’opposto di quanto si è fatto, si fa e si intende continuare a fare in Valle d’Aosta con l’inserimento generalizzato, come si evince dai dati forniti, di un'ulteriore lingua comunitaria.
Come si vede, quindi, il Progetto "Lingue 2000" è un'ottima iniziativa, ma limitata rispetto ai bisogni degli insegnamenti linguistici delle scuole italiane e della realtà della Valle d’Aosta, dove l’educazione bilingue inizia nella scuola materna e l’insegnamento plurilingue con l’introduzione della terza lingua comunitaria inizia già nella scuola elementare.
C’è da aggiungere poi che il Progetto "Lingue 2000" difficilmente sopravvivrà in futuro poiché allo stato di fatto esso è al terzo anno di attuazione e per il prossimo anno non sono stati previsti ulteriori finanziamenti perché tale progetto è stato considerato troppo oneroso per lo Stato continuare a pagare laddove erano state richieste le certificazioni esterne su scala nazionale. Ricordo per inciso che le certificazioni esterne non sono state presenti dappertutto e vedremo poi perché.
Per contro i progetti e le sperimentazioni per l’insegnamento plurilingue nella nostra Regione sono destinate ancora a crescere, questo per una scelta politica della maggioranza, in modo generalizzato fino a coprire interamente tutti gli ordini di scuola e, poiché le illazioni corrono rapide, ricordo che del Progetto "Lingue 2000" è stata data opportuna informazione dall'Amministrazione regionale e questo ben prima che le diverse iniziative consiliari se ne occupassero e nonostante che il Ministero avesse inviato alla Regione Valle d’Aosta tale progetto solo per conoscenza, dal momento che, come dovrebbe essere noto a chi si occupa della pubblica amministrazione, la Regione Valle d’Aosta non ha accesso ai finanziamenti dei progetti ministeriali.
Ma certo è che il vero nodo, posto nella speranza di sollevare ancora una volta discussioni e perché no? Polemiche, è la spendibilità.
A suo tempo il Consigliere Tibaldi aveva sostenuto che il Progetto "Lingue 2000" darebbe una spendibilità diversa e maggiore rispetto a quella attualmente in essere in Valle d’Aosta. Va ricordato a questo proposito che il Progetto "Lingue 2000" non introduce spendibilità nei termini che aveva sostenuto allora il collega Tibaldi. Tale progetto prevede che la competenza linguistica acquisita dagli studenti - cito -:
"? abbia certificazione interna e/o esterna delle competenze acquisite. Nel caso della certificazione esterna delle competenze acquisite le scuole potranno rivolgersi agli enti certificatori che operano a livello internazionale e con i quali potranno realizzare anche forme di collaborazione in itinere. Questo Ministero, che ha in corso con gli enti predetti i contatti necessari per la definizione di intese, fornirà indicazioni orientative sui costi. I risultati conseguiti dagli alunni, e si intendono qui sia quelli interni che quelli esterni, saranno documentati in un portfolio linguistico o libretto personale la cui configurazione potrà essere messa a punto dalla scuola stessa anche in base agli esempi proposti nei documenti del Consiglio d’Europa richiamati nelle linee guida?".
Questo e non altro è quanto il Ministero ha dettato in relazione al Progetto "Lingue 2000" con la citata circolare n. 217/1999 e questa è la citazione di detta circolare.
I contenuti sono quindi chiari e sulla base di questo progetto lo studente, che desideri ottenere questa certificazione, deve sottoporsi o attraverso percorsi interni alla scuola o attraverso una di queste agenzie ad un accertamento linguistico, nel caso delle agenzie, atto a verificarne il livello di preparazione e tutto ciò è possibile anche in Valle d’Aosta con una positiva differenza: non si parla da noi di gruppi di apprendimento, difatti a tutti gli studenti valdostani viene data la formazione all’interno di ogni classe secondo quanto già esposto in precedenza per le scuole elementari, materne e secondarie.
Coloro che sulla base del lavoro svolto dalle singole scuole vogliono poi essere sottoposti alla certificazione esterna, come gli studenti delle scuole italiane che secondo il Progetto "Lingue 2000" potevano farlo, sono posti in condizione di avere questa certificazione, difatti è a questo scopo che è stata fatta dall’Assessorato la presentazione di tale opportunità il 7 novembre 2000, cosa che sembra da alcuni sia ignorata.
È il caso di ricordare che, per esempio, in una scuola secondaria della nostra Regione ciò si sta già facendo e che attualmente sono diversi gli insegnanti che si stanno rivolgendo all’Assessorato per sfruttare questa opportunità ma, ripeto, si tratta di un di più dal momento che in modo generalizzato la certificazione interna per le diverse lingue è già fatta dalle stesse scuole.
Ed è appena il caso di ricordare ancora che l’inglese nelle scuole medie è insegnato a tutti e che la conoscenza dell’inglese è per tutti certificata dalla scuola. Una bella differenza, credo, con i risultati del Progetto "Lingue 2000" che, pur facendo ricorso anche alle agenzie certificatrici, ha assicurato in questa fase la possibilità di seguire questo percorso linguistico a meno di uno studente su dieci sul territorio dello Stato.
Attualmente, mentre i fondi necessari per continuare a finanziare il Progetto "Lingue 2000" non sono stati previsti dal Ministero della pubblica istruzione, in Valle d’Aosta si intende invece continuare a sostenere l’apprendimento plurilingue in modo significativo, anche con certificazioni esterne per coloro che lo desiderano.
Quanto poi alla spendibilità del Progetto "Lingue 2000", va ricordato che le competenze certificate dalle agenzie consistono in valutazioni che non sostituiscono in alcun modo le valutazioni interne alle scuole e che pertanto possono essere accettate in casi ben definiti, ma ciò non costituisce un obbligo come nel caso dei titoli di studio rilasciati dalle scuole.
Esse costituiscono pertanto un valore aggiunto, certo importante, ma non sostitutivo all'educazione così come è stato ricordato nello scorso novembre nell’apposita conferenza organizzata dall’Assessorato che ho ricordato prima, conferenza durante la quale le agenzie sono state appositamente invitate e durante la quale hanno illustrato le loro attività proprio in relazione alla loro adesione anche in Valle d’Aosta alla certificazione a costi agevolati per gli studenti delle scuole valdostane.
Queste certificazioni non sono però né rilasciate né rilasciabili dalle scuole per quanto riguarda i percorsi esterni bensì dalle agenzie esterne che verificano il grado di conoscenza e competenza linguistica con appositi esami di verifica.
Queste agenzie, ed è questa la loro stessa ragione di esistere, offrono questa certificazione in Valle d’Aosta come negli altri paesi del mondo e nelle altre regioni d’Italia in qualità di soggetti esterni alla scuola ed ai quali è la scuola che indirizza gli allievi che ritiene in possesso dei requisiti per affrontare tale certificazione, in buona sostanza gli allievi bravi. Questo è quanto prevede il Progetto 2000, una bella contraddizione con gli ammonimenti che da lei, Consigliera Squarzino, abbiamo sempre ricevuto in ordine alla necessità di non discriminare gli studenti. Ricordiamo tutti bene il dibattito sulla maturità bilingue e il rifiuto della meritocrazia quando si parlava della IV prova.
Va poi anche ricordato che le certificazioni di queste agenzie non sono state introdotte dal Progetto "Lingue 2000". Queste certificazioni sono presenti da decenni, come queste agenzie, e la loro spendibilità non è stata modificata né tanto meno ampliata dal Progetto "Lingue 2000", è la stessa che si otteneva già venti anni fa con il PET dell’English Centre o il DELF o il DALF dell’Alliance française venti anni fa.
E voglio ancora ricordare con forza come questo progetto statale:
- abbia avuto ed abbia un carattere temporaneo: tre anni;
- non continuerà a meno di sconvolgenti cambiamenti;
- nonostante il boom di richieste esso non ha coinvolto un numero significativo di studenti;
- non ha consentito né consente di avere spendibilità totali generalizzate di diplomi degli studi, queste spendibilità laddove ci sono non sono sostitutive del sistema scolastico né possono adottare i risultati delle certificazioni della scuola in sostituzione delle proprie certificazioni.
E vorrei ancora sottolineare che in relazione al Progetto "Lingue 2000" la Valle d’Aosta si è fatta interprete, come ho già anticipato prima, in modo diligente di questo progetto adottandone di fatto le linee guida e più in particolare quelle ancora più ampie ed importanti del Consiglio d’Europa.
Nell’autunno 1999, quando il Ministero inviava la circolare n. 217, stava partendo nelle scuole della Valle d’Aosta la sperimentazione dell'introduzione della terza lingua comunitaria nelle scuole elementari e materne e questo in piena sintonia con quanto si sviluppava a livello ministeriale.
Ricordo che nelle scuole medie vi era già da noi la presenza di una terza lingua comunitaria con ben dieci anni di anticipo: 1989; in ogni caso, tanto per dire se sono state o meno coinvolte le scuole della Regione, del Progetto "Lingue 2000" è stata data opportuna conoscenza e diffusione con nota della Sovrintendenza agli studi del 25 ottobre 1999.
Il servizio ispettivo ha collaborato con tutte le scuole che hanno richiesto informazioni per quanto riguarda il Progetto 2000 e la conferenza del novembre 2000 è stata la testimonianza che c’è stato un lavoro di presentazione, di preparazione e di volontà di fare accedere le scuole a questo tipo di progetto.
Quanto poi alla supposta spendibilità di questi titoli, non vedo l’ora che lo Stato chiarisca se sarà in grado di rendere attivi questi progetti, che invece non sono più stati finanziati, e di vedere se lo Stato consentirà, di conseguenza, una spendibilità effettiva delle competenze linguistiche acquisite nelle scuole. Lo Stato è partito con i progetti, ma li renderà poi praticabili introducendo la spendibilità che qui si reclama?
Invito la collega Squarzino, in qualità di appartenente ad un partito che contribuisce a reggere le sorti del Governo italiano, a farsi parte diligente affinché si superino le contraddizioni del Progetto "Lingue 2000" e che le certificazioni rilasciate dal sistema scolastico siano totalmente riconosciute. Perché non lo fa lo Stato?
Ricordo che la spendibilità ottenuta con le certificazioni esterne nei casi in cui questa è possibile viene ottenuta a seguito di un esame che accerta dei livelli codificati ed è quindi selettiva, per numeri fra l’altro assai ridotti di studenti, per élites scolastiche. Questa è la contraddizione che è stata introdotta con il Progetto "Lingue 2000" quando si doveva riconoscere la competenza linguistica acquisita all’interno del processo scolastico!
Ma, in attesa di interventi che consentano una modifica dell’attuale stato di cose, chiarisco che qualsiasi certificazione esterna alla Valle d’Aosta, conseguita in qualsivoglia modo, quindi anche all’interno del Progetto "Lingue 2000", non consente, contrariamente a quanto molti hanno detto, l’accesso al pubblico impiego nella nostra Regione senza l’accertamento linguistico preliminare, accertamento che invece non è richiesto, come ben si dovrebbe sapere, per gli studenti della nostra Regione che abbiano superato con successo la quarta prova di francese all’esame di maturità e questo non è chiarito dal sottoscritto, ma dall’articolo 8 della legge regionale n. 52/1998 e dall’articolo 4 della legge regionale n. 25/1999.
Sono pertanto ragioni prive di costrutto quelle secondo le quali un titolo conseguito con il Progetto "Lingue 2000" esenterebbe dall’accertamento linguistico chi volesse accedere al pubblico impiego nella nostra Regione. Le leggi votate da questo Consiglio, colleghi, dicono esattamente chi e come può accedere senza accertamenti linguistici a posti del pubblico impiego nella nostra Regione.
E io auspico che almeno all’interno di questo Consiglio si conosca ciò che si è votato rendendolo esecutivo in forza di legge, ma credo che questo mio ottimismo sia destinato ad essere smentito, e lo è già nei fatti, dal senso dell'iniziativa della Consigliera Squarzino che fonda naturalmente tutta la sua interpellanza sulla lingua francese poiché il Progetto "Lingue 2000" ancora una volta viene usato strumentalmente per introdurre il tema della spendibilità del francese. Capisco, si tratta di una tigre da cavalcare.
Così come cerca di cavalcare questa stessa tigre un gruppo di giovani di Forza Italia che diffondono volantini il cui contenuto non è vero in relazione a quanto detto prima non perché l’ho detto io, ma perché questo è statuito dalle leggi n. 52 e n. 25. Il titolo di piena conoscenza della lingua francese, ottenuto in sede di esame di maturità, esenta perennemente i nostri studenti da ogni ulteriore verifica della conoscenza della lingua francese in questa Regione, nessun altro è ammesso a questa esenzione tanto meno con il Progetto "Lingue 2000" come ha avuto modo di sostenere il collega Tibaldi e come altri hanno avuto modo di sostenere.
Ma dicevamo del francese ed è a questo che voglio tornare. Le iniziative sul francese, anzi secondo me contro il francese perché mi pare che sia questa l’immagine che fuoriesce da questa Assemblea, rappresentano un cavallo di battaglia di alcune forze politiche.
Certamente ognuno di noi ha il diritto e il dovere di professare idee politiche proprie, di perseguire filosofie che ad esse si rifanno. Trovo singolare se non grave che in questa stessa sala, che rappresenta l’istituzione della nostra comunità, ci si scagli a volte, non faccio il processo alle intenzioni e non parlo di oggi, contro uno degli elementi fondanti la nostra autonomia?
Squarzino (fuori microfono) ? sta rispondendo a me, Assessore. Le faccio presente che sta rispondendo a me.
Pastoret (UV)? certo, sto rispondendo a lei e venendo all'interpellanza posta dalla Consigliera Squarzino e senza dilungarci su questi temi e al suo quesito finale, la Consigliera ci chiede come e se ci si intenda attivare perché la IV prova di francese sia riconosciuta come omologa al DALF.
Va innanzitutto ricordato che il DELF e il DALF sono due livelli di competenza linguistica riconosciuti in base ad esami effettuati presso les Alliances françaises sulla base di una valutazione delle competenze di comunicazione, di competenze linguistiche, secondo progressivi livelli in coerenza al quadro europeo di riferimento, per l’apprendimento all’insegnamento delle lingue del Consiglio d’Europa.
Si tratta di diplomi rilasciati dal Ministero dell’éducation nationale francese come sistema di certificazioni che richiedono prove specifiche sostenute in sessioni di esame una o più volte all’anno a seconda del livello a cui un individuo chiede di partecipare; si articolano su più livelli che corrispondono a gradi via via più elevati di apprendimento, il DELF 1 ad esempio ha quattro unità che sono progressivamente più complesse, il DELF 2 consiste in due unità anche queste progressivamente più complesse, il DALF è un elemento continuativo del DELF 1 e 2 e richiede delle competenze molto elevate per quanto riguarda la conoscenza della lingua francese. Per accedere al DALF è necessario aver superato il DELF di secondo grado o il test di controllo di accesso al DALF con due prove scritte e due orali. Ricordo che il test ha una validità di due anni contrariamente alla maturità bilingue e alla certificazione che abbiamo introdotto con validità perenne.
Il percorso certificativo DELF e DALF ha uno sviluppo assolutamente autonomo dai percorsi scolastici e presuppone diverse verifiche che sono veri e propri esami con selezioni apposite. Chi esamina e certifica è un'agenzia esterna, in questo caso l’Alliance française. La Consigliera Squarzino ci chiede se l’Alliance potrà riconoscere l’esame di Stato degli studenti valdostani.
Essendo in tema di Progetto "Lingue 2000", perché non si chiede se non sia possibile che gli studenti che fanno per svariati anni l’inglese a scuola non possano avere il riconoscimento del PET che è un analogo titolo di conoscenza linguistico e che ha gli stessi procedimenti di riconoscimento del DELF e del DALF? Certamente non lo chiede la collega perché bisogna continuare a presentare l’ingiustizia del francese nelle scuole valdostane, il tema è monocorde e non c’è possibilità di uscirne. Sarà questo un tormentone che ci porteremo dietro.
Rimango comunque sempre perplesso che non si chieda che ci sia automatismo fra la certificazione scolastica e quella degli enti esterni né per l’inglese, né per il tedesco, né per lo spagnolo eppure già attualmente vi sono in questa Regione studenti che fanno otto anni consecutivi di inglese a scuola.
Le iniziative che stiamo assumendo e che abbiamo assunto sono diverse e io le ripeto ho già avuto modo di dirle a telefono alla collega Squarzino. Ma ripeto qui cosa stiamo facendo per avere un riconoscimento internazionale che desideriamo quanto lei, se non più di lei, visto che stiamo anche lavorando per cercare di ottenerlo anche se si tratta di un'operazione complessa che presuppone accordi a livello politico-istituzionale rispetto ai quali l’Assessorato si è mosso su diversi fronti.
Abbiamo sollecitato prima e sottoposto poi all’attenzione della Commissione ministeriale italo-francese la richiesta formale di riconoscimento dell’esame di francese sostenuto in sede di esame di Stato per l’accesso alle università francesi in sostituzione degli accertamenti linguistici relativi alle immatricolazioni degli studenti stranieri.
Abbiamo avviato un’articolata procedura per giungere al risultato di double délivrance de diplôme attraverso un progetto con la Francia, con l’Académie de Grenoble sul modello del diploma franco-tedesco denominato "abibac" che potrà consentire agli studenti valdostani di vedere riconosciuto in Francia il loro titolo e reciprocamente evidentemente agli studenti francesi analogo riconoscimento in Italia.
In più rispetto alla sua domanda, l’Assessore, la Giunta e la maggioranza non sono pregiudizialmente contrari ad accordi con l’Alliance française per un riconoscimento della IV prova all’esame di Stato come omologa ad un titolo riconosciuto dall’Alliance française, ma per fare ciò bisogna tenere conto di due presupposti che vanno valutati.
Il primo che non può essere fatto obbligo a nessun soggetto esterno alla Regione di accettare un accordo tanto meno se questo accordo toglie ad un'agenzia certificatrice la sua stessa ragione di essere: l’esistenza di un mercato di riferimento. L’Alliance française o meglio les Alliances françaises potranno aderire ad una tale iniziativa se questa sarà la scelta del Ministero francese de l'éducation nationale. Ricordo per inciso che fra pochi anni avremo degli studenti valdostani che, secondo il vecchio assioma citato a proposito del francese, avranno completato un curriculum scolastico con tredici anni di studio dell’inglese essendo questo presente a partire dalle elementari. Dovremo chiedere allora in questo caso, sulla base di questa logica, agli English centres, attraverso il loro Ministero dell'istruzione, di riconoscere i nostri titoli scolastici? Io lo auspico! Mi chiedo però se il Regno Unito, famosissimo per aver creato un impero finanziario sull’apprendimento dell’inglese, aderirà a un'iniziativa che minerebbe il business dell’apprendimento dell’inglese nel mondo.
Ma il secondo punto è più complesso poiché, se anche fosse possibile il ragionamento che ho fatto finora sul riconoscimento dell’esame di Stato come omologo al DALF o al DELF, certo è che vi dovrebbe essere una corrispondenza fra i livelli dell’esame di Stato, quindi della conoscenza linguistica che si porta all’esame di Stato e del diploma esterno e questo non potrebbe significare che un adeguamento del percorso scolastico - mi riferisco alle scuole valdostane - alle procedure di certificazione dell’Alliance, procedure che sono uguali in tutto il mondo.
Una scelta di questo genere comporterebbe in principio un abbandono di quella libertà didattica tanto cara a molte persone, a meno che non si pensi che un sistema di certificazione mondiale con esperienza pluridecennale venga abbandonato dalle agenzie a ciò proposte e dai relativi Stati per uniformarsi al percorso del sistema scolastico valdostano. Caso che considero abbastanza difficile.
In ogni caso, per non lasciare nulla di intentato, e qui concludo, rassicuro la collega Squarzino perché ci siamo proposti di fare un raffronto fra le competenze richieste alla fine del percorso scolastico agli studenti che frequentano le scuole secondarie superiori e quelle che sono richieste dal Ministero dell’istruzione francese, e quindi dall’Alliance française, per rilasciare il titolo del DELF e del DALF. Faremo dei raffronti e questo ci dirà in quali modi si dovrebbe eventualmente operare per giungere alla conclusione che mi è parso capire la collega Squarzino auspica.
Si dà atto che, dalle ore 11,41, presiede il Vicepresidente La Torre.
PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Le chiederei, Assessore, se è possibile di affrontare in V Commissione l’argomento in modo che sia possibile per tutti approfondire l’argomento e confrontarsi sulle varie visioni. A me non resta che risponderle a flash.
La ringrazio, Assessore, per gli ultimi tre minuti perché negli ultimi tre minuti dal suo intervento lei ha dato una risposta al quesito. In tutto il resto lei aveva in mente un altro destinatario, non la sottoscritta; aveva in mente il collega Frassy, i giovani di Forza Italia, aveva in mente un articolo apparso sul giornale "Nuova informazione", aveva in mente forse delle risposte che non era riuscito a dare a Tibaldi; lo stesso Presidente della Giunta passandomi accanto un attimo fa ha detto: "Adesso dopo due ore, c’è anche la Squarzino a cui rispondere", nel senso che finalmente si arriva al dunque.
È chiaro che non posso in dieci minuti riprendere tutte le sue considerazioni e vorrei anche dire che volutamente ho scelto un unico punto del grande problema del Progetto "Lingue 2000", quello che lei ha poi affrontato negli ultimi tre minuti.
Credo che molte delle informazioni che lei ha dato avessero come destinatari i colleghi della maggioranza o i giornalisti e penso anche che fosse giusto che lei con chiarezza e con precisione, in modo puntiglioso e dettagliato, presentasse il "Progetto Lingue 2000" su cui non sono entrata in dettaglio evidenziando solo due elementi, gli stessi che poi lei, Assessore, ha ripreso successivamente e che sono quelli che più ci interessano.
Quando ho affermato: "? Preso atto che le scuole della Regione non sono state coinvolte in tale progetto?", ho volutamente parlato di presa d’atto. Anch'io, come lei, penso che le scuole valdostane rispetto alle lingue facciano molto; credo che la scuola valdostana abbia un grosso atout dal punto di vista linguistico, e le chiedo che questo atout venga valorizzato fino in fondo.
Altro elemento a flash: certificazione esterna. Tutti quelli che hanno letto con attenzione il "Progetto Lingue 2000" e che vogliono portare seriamente avanti il problema, quindi tutti quelli che sono intellettualmente onesti ed informati non direbbero mai che la certificazione esterna è la stessa cosa del curriculum. Tutti sanno che è un valore aggiunto, è un di più che viene offerto agli studenti. La certificazione interna non è identificabile tout court con la certificazione esterna.
Quando lei afferma che il diploma preso ha un valore diverso rispetto alla certificazione, dice una cosa ovvia, si rivolge a chi non è informato, a chi non sa le cose, non alla sottoscritta che le poneva un preciso problema, quello di lavorare perché la certificazione esterna, che è un valore aggiunto, un credito formativo importantissimo, sia attribuibile a chi ha concluso in modo positivo a scuola il percorso linguistico.
Mi stupisce che lei, Assessore nel suo discorso equipari inglese, francese e tedesco, e anche spagnolo aggiungerei. Io ho consapevolezza che il francese in questa Regione ha uno status linguistico totalmente diverso dalle altre lingue, non posso trattarlo allo stesso modo, assolutamente.
Per le altre lingue al massimo potrei fare? (ma come si può dire tutto in dieci minuti?), la seguente proposta: aiutare economicamente le scuole che hanno preparato gli alunni alla certificazione esterna, in modo che queste possano pagare le tasse della certificazione che deve sostenere ogni alunno. Questo vale per tutte le altre lingue, non per il francese che ha uno status diverso. Per questo, Assessore, mi sono occupata del francese, non perché sia contro il francese, Assessore.
È vero che lei in quel momento ha detto: "? parlando così?", però lei rispondeva alle domande che avevo posto, quindi implicitamente lei mi attribuiva una serie di valutazioni che non mi appartengono.
Quando lei all’inizio dice: "Voi avete l’abitudine di scrivere delle cose qui, che sono poi diverse da quelle che dite?", mi sembra che lei, Assessore, abbia parlato per i nove decimi su cose diverse dall'interpellanza, quindi non rimproveri a noi ciò che ha fatto lei?
(interruzione dell’Assessore Pastoret, fuori microfono)
? ma io non l’ho fatto! Io qui ho scritto le cose che ho detto, infatti non mi occupo di queste lingue, ma solo del francese perché ha uno status particolare.
Ripeto: mi stupisco che lei metta sullo stesso piano il francese con le altre lingue, non me lo sarei aspettato dal membro di un partito per il quale il francese è un importante elemento di identità.
Sono d’accordo con lei che la double délivrance è una cosa molto interessante, ma è un’altra cosa rispetto alla possibilità di far riconoscere l'esame di francese superato all'esame di Stato come diploma di DALF.
Lei ci rimprovera di occuparci adesso di questo argomento in modo strumentale. Assessore, nel 1990 c’erano già i crediti formativi, ma non c’era questo quadro di riferimento a livello europeo e non c’era questa direttiva chiara a livello europeo che invita tutti i paesi a far apprendere ai loro cittadini almeno due lingue comunitarie. Recentemente quindi c’è un’attenzione particolare sull’apprendimento delle lingue.
Non solo, ma a livello di Paesi europei si indica anche, nel quadro di riferimento, qual è la struttura linguistica che i nostri ragazzi, cittadini europei, dovrebbero sapere nelle varie lingue per cui, quando lei fa quell’affermazione: "Mi stupisce che la Consigliera Squarzino accetti che il percorso scolastico degli alunni sia adeguato a quello dell’Alliance?", io le chiedo: lei sarebbe stupito che le scuole valdostane nel loro percorso linguistico non tenessero conto di quello che è il quadro europeo di riferimento? Quello ci dovrebbe stupire, non l’attuale situazione.
Infine non vedo dalle sue argomentazioni delle contraddizioni rispetto alla domanda finale che ho posto tant’è vero che lei, dopo aver cercato di dimostrare che tutta questa questione è strumentale e non ha senso, alla fine ha dichiarato: "? Non siamo pregiudizialmente contrari ad un accordo con l’Alliance".
Questo vuol dire che si è intravista questa possibilità. È chiaro che non è una cosa automatica.
Certo, Assessore, che ci vuole un accordo con il Ministero dell’educazione, ma anche qui non è il Ministero dell’educazione che deve muoversi da Parigi per venire a chiederci: "Avete voglia voi, visto che siete una Regione bilingue particolare, di fare un accordo con noi in cui stabiliamo certe cose?".
Ci vuole secondo me anche da parte dell’Assessorato e della Giunta un'attivazione in questo senso.
Sono d’accordo con lei che l’Alliance non è assolutamente obbligata a recepire le nostre richieste, ma tutto si gioca nel confronto e nell'accordo. Prendo atto che non c’è una pregiudiziale contraria da parte sua a questa questione.
E su questa questione noi torneremo, non per voler fare demagogia, ma perché questo è un problema che riguarda i nostri ragazzi, loro soprattutto!
Rispetto alla mobilità che caratterizza l'attuale mercato del lavoro, sarebbe ingiusto che i nostri ragazzi che sanno il francese fossero in qualche modo discriminati rispetto ad altri giovani del restante territorio nazionale ed europeo, solo perché questi hanno un DALF e i nostri solo un esame di francese che non ha alcun riconoscimento ufficiale al di là delle frontiere regionali.
PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi per fatto personale.
Tibaldi (FI)Ho chiesto la parola per fatto personale e la ringrazio, Presidente, perché sono stato citato impropriamente o perlomeno sono state riprese alcune mie affermazioni, sono stato chiamato in causa da un'interpellanza che è stata proposta dall’Ulivo nei confronti dell’Assessore Pastoret.
Innanzitutto abbiamo constatato che la risposta all'interpellanza che abbiamo proposto noi il 6 dicembre arriva con due mesi di ritardo perché buona parte?
PresidenteLei ha diritto di intervenire per fatto personale, ma deve essere un fatto personale, non inerente all'interpellanza?
Tibaldi (FI)? mi permetta di finire, Presidente. È fatto personale quando un Consigliere viene coinvolto...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
? Presidente Viérin, lei non è il Presidente del Consiglio, se permette. È stato assente durante il dibattito, viene qua e vuole dettare l’ordine di poter discutere oppure no?
Presidente Mi consenta, Tibaldi, le ho dato la parola per fatto personale e glielo confermo, ma lei mi deve specificare in cosa consiste il fatto personale.
Tibaldi (FI)L’Assessore Pastoret ha attribuito al sottoscritto alcune dichiarazioni che non sono dichiarazioni facenti parte di ciò che ho detto in aula il 6 dicembre scorso. Mi ha citato due o tre volte, Assessore?
(interruzione dell’Assessore Pastoret, fuori microfono)
? certamente, quelle in cui io avrei attribuito un immediato parallelismo fra la spendibilità e la certificazione riconosciuta dal Progetto "Lingue 2000". Oggi abbiamo appreso della visione minimalista e riduttiva che ha l’Assessore di questo progetto.
PresidenteAbbiamo chiarito che non è un'affermazione sua e direi che il fatto si è esaurito? per fatto personale?
La parola all’Assessore all’istruzione e cultura, Pastoret, per fatto personale.
Pastoret (UV)Semplicemente perché mi vengono attribuite delle affermazioni che non ho fatto. Io ho citato il Consigliere Tibaldi relativamente a una sua iniziativa e ho fatto delle considerazioni di carattere generale, tutto lì.