Oggetto del Consiglio n. 1632 del 16 novembre 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1632/XI Problematiche di certificazione dei prodotti valdostani. (Interpellanze)
Interpellanza Appreso che il Consorzio Produttori Fontina ha deciso di recedere dall’Istituto valdostano per la certificazione dei prodotti a denominazione di origine prodotta "CERTIDOP", definito come un apparato burocratico avulso dalla realtà produttiva e in grado di emettere i certificati di conformità previsti dalla normativa comunitaria, soltanto dopo due anni e mezzo di attività";
Osservato che la "CERTIDOP" richiede prezzi di certificazione maggiori di 4 o 5 volte rispetto a quelli praticati da primari istituti di certificazione nazionali ed internazionali;
Richiamato il dibattito susseguente alla propria interpellanza datata 13/5/1999;
Ribadite le critiche avanzate, a suo tempo, in ordine alla costituzione e alla composizione della "CERTIDOP";
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l’Assessore competente per sapere:
1) se corrispondono al vero le affermazioni del Consiglio di amministrazione del Consorzio Produttori Fontina relativamente al ruolo e ai prezzi di certificazione praticati da "CERTIDOP";
2) qual è il giudizio dell’Amministrazione rispetto all’attuale situazione, perché si è a suo tempo insistito sulla soluzione "locale" per la certificazione dei prodotti valdostani, che ne sarà ora della "CERTIDOP";
3) quali indirizzi intende avere nel futuro l’Amministrazione relativamente alle problematiche di certificazione dei prodotti della nostra Regione, in modo da garantirne serietà, prestigio ed economicità.
F.to: Curtaz
Interpellanza Premesso:
- che il Consorzio Produttori Fontina ha deciso di recedere dall’Istituto valdostano per la certificazione dei prodotti a denominazione di origine protetta "CERTIDOP";
- che il Consorzio costituisce uno dei principali soci in seno all’Istituto;
- che il suo recesso è motivato dall’eccesso di burocrazia vigente all’interno dell’Istituto e dall’esosità dei costi fatti pagare dal medesimo per la certificazione delle fontine;
- che i produttori valdostani, viste le difficoltà in cui versa l’agricoltura di montagna, non possono permettersi di pagare cifre ingiustificate per la certificazione dei loro prodotti: fatto, questo, che sembra essere disconosciuto o quantomeno sottovalutato dall’Istituto;
il sottoscritto Consigliere regionale
Interpella
l’Assessore competente per sapere:
1) quali considerazioni esprime sulla decisione assunta dal Consorzio;
2) perché l’Istituto pratica un prezzo così elevato per la certificazione, mentre altri enti omologhi riescono a offrire il medesimo servizio a un costo decisamente più conveniente;
3) quale posizione intende assumere la Regione, anch’essa aderente all’Istituto, in seguito all’iniziativa del Consorzio.
F.to: Tibaldi
PrésidentJe rappelle que l'interpellation dont au point n° 41 est discutée conjointement à l'interpellation dont au point n° 33.
La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)L'Assessore si ricorderà come già nel 1999 noi esprimemmo delle perplessità sulla CERTIDOP, in particolare sul fatto che si fosse scelta una soluzione locale dal corto respiro e sulla circostanza che scegliendo la soluzione locale si fossero individuate delle categorie di persone all'interno della CERTIDOP tali da creare una certa confusione fra controllante e controllato. Dopo la discussione di quella interpellanza la CERTIDOP ha iniziato ad operare e noi abbiamo appreso a fine settembre di un gesto per certi versi clamoroso del Consorzio dei produttori della Fontina che hanno manifestato il loro recesso da socio della CERTIDOP con delle espressioni molto severe e soprattutto con un'osservazione di un certo peso, che cito: "? Il prezzo per la certificazione delle forme di fontina operato dalla CERTIDOP sarebbe di tre o quattro volte superiore a quelli comuni di mercato?".
Quindi, stando a questa osservazione, ci troveremmo di fronte da una parte a un ente che, essendo locale ed essendo composto così come si diceva, non ha tutta l'autorevolezza che sarebbe richiesta per questo tipo di ente, dall'altra parte che a una minore qualificazione dell'ente corrisponde un prezzo di certificazione di tre o quattro volte superiore rispetto a istituti di carattere europeo, la cui qualificazione sarebbe superiore.
Questo fatto ci ha preoccupato molto, da qui l'interpellanza con la quale chiediamo se corrispondono al vero le affermazioni del Consiglio di amministrazione del Consorzio produttori fontina relativamente al ruolo e ai prezzi di certificazione praticati dalla CERTIDOP; in secondo luogo chiediamo qual è il giudizio dell'Amministrazione regionale rispetto all'attuale situazione e perché a suo tempo si è insistito sulla soluzione locale per la certificazione dei prodotti valdostani; terza e ultima questione: quali indirizzi intende avere in futuro l'Amministrazione relativamente alle problematiche di certificazione dei prodotti della nostra Regione in modo da garantirne serietà, prestigio ed economicità.
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)Il tema della certificazione degli alimenti, della qualità degli alimenti, è di estrema attualità, oggi che si parla di mucca pazza, di pesce al mercurio, di verdure con i pesticidi. Facendo riferimento alla certificazione di prodotti di qualità e di prodotti alimentari tipicamente locali, è opportuno che tutti gli enti e i soggetti che partecipano alla garanzia di qualità lo facciano nel migliore dei modi.
CERTIDOP, come ha detto il collega Curtaz, ha avuto un suo avvio qualche tempo fa; avvio stentato, avvio difficoltoso che si è subito arenato nel settembre scorso con una forte azione critica da parte del socio principale: il Consorzio produttori fontina. Azione critica che si è concretizzata attraverso un recesso, direi un clamoroso recesso da questo istituto per ragioni che lo stesso Consorzio fontina ha motivato marcatamente attraverso un comunicato stampa dove evidenzia disfunzioni che sono tutt'altro che trascurabili.
A cosa si fa riferimento in questo comunicato stampa? Questo recesso è determinato dal fatto che la CERTIDOP, più che un organismo di certificazione, pare essere diventata un apparato burocratico, un apparato di pratiche, un apparato che applica costi per la certificazione che sono almeno quattro volte - così si legge - superiori al prezzo di mercato praticato da organismi analoghi, organismi che sono accreditati a livello comunitario ai sensi del regolamento CEE n. 2.081/1992 e successive norme adottate in sede comunitaria.
Direi che queste accuse sono tutt'altro che trascurabili, sono piuttosto pesanti e, visto che la Regione fa parte a pieno titolo di questo istituto, sarebbe opportuno sentire la versione del socio regionale in merito all'iniziativa del Consorzio produttori fontina. Ciò per sapere se tale iniziativa è valutata come estemporanea, magari fuori luogo, oppure se effettivamente le motivazioni indicate in quel documento stampa contengo anche un briciolo di verità.
C'è da dire che la situazione del comparto zootecnico agricolo valdostano versa anche in difficoltà. Difficoltà che non vengono certamente alleviate con l'imposizione di prezzi completamente al di fuori di una logica di mercato, perché il prodotto fontina o gli altri prodotti riconosciuti come DOP, che sono il lardo di Arnad, il "fromadzo" e il prosciutto di Bosses, potrebbero essere certificati anche da altri organismi autorizzati.
La Regione ha un suo ruolo che non è solo quello di socio, ma ha anche un ruolo di vigilanza o, almeno, leggendo la normativa nazionale che adotta una direttiva comunitaria, il D.M. 18 dicembre 1997 prevede all'articolo 7 che la vigilanza sugli organismi di controllo privati autorizzati, com'è il CERTIDOP, sia esercitata a livello nazionale dal Ministero per le politiche agricole, però anche dalle regioni e dalle province autonome per le strutture ricadenti nel proprio territorio di competenza.
Ne deriva che la Regione ha una duplice funzione: quella di socio o associato del CERTIDOP e quella di organo di controllo e di vigilanza. Questa interpellanza si è quindi resa necessaria proprio per questa duplice veste che riveste l'Amministrazione e anche per cercare di fare un po' di chiarezza, per dissipare quelle che sembrano polemiche fra enti, fra agricoltori, fra allevatori o meglio fra enti rappresentanti dei produttori e conferitori, o piuttosto si tratti di un malessere che da strisciante è emerso e che quindi sta uscendo in tutta la sua gravità.
La conclusione del comunicato stampa è significativa quando si spiega che la fontina potrebbe essere certificata da organismi con valenza riconosciuta non solo a livello locale, ma con accreditamento a livello europeo; è come dire se qui non abbiamo istituti all'altezza della situazione tanto vale ricorrere a consulenze esterne per procedere alla certificazione della qualità, tanto vale rivolgersi direttamente ad enti che siano in grado di farlo professionalmente evitando spese inutili, evitando tempi inutili e soprattutto situazioni di disagio all'interno del comparto agricolo. Attendo la risposta dell'Assessore e mi riservo una replica.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV)Prima di rispondere alle domande farò un breve "excursus" della procedura che ha portato alla costituzione di CERTIDOP anche perché le date sono significative. La Regione Valle d'Aosta con propria delibera di Giunta del 29 giugno 1998 aderisce al CERTIDOP, il quale è stato costituito dal Consorzio produttori fontina e da Coopagrival.
La Regione aderisce in rappresentanza dei prodotti DOP privi di una propria organizzazione di tutela, cioè per "fromadzo", "jambon de Bosses" e "lar d'Arnad", quindi in sostituzione di un ente che al momento non esisteva, però con l'intenzione della Regione di recedere non appena un ente di tutela dei rispettivi prodotti fosse istituito.
Il CERTIDOP è quindi un ente di diritto privato, è stato riconosciuto con decreto del Presidente della Giunta nel dicembre 1998 e l'autorizzazione all'organismo CERTIDOP Valle d'Aosta ad effettuare i controlli sulla DOP fontina è stata concessa con decreto del 4 dicembre 1999 per cui l'attività dell'ente inizia praticamente nel 2000. Questo per confutare un'affermazione non precisa del Consorzio che parla di due anni e mezzo di inattività, cioè CERTIDOP ha operato a partire dal 2000.
I controlli di CERTIDOP sono eseguiti nel corso del 2000 secondo un piano di controllo che è stato approvato e che abbiamo contribuito a realizzare. I controlli hanno interessato i caseifici cooperativi privati nonché il Consorzio produttori fontina, mentre i controlli sui prodotti di alpeggio sono avvenuti a campione, uno ogni 15. A tutt'oggi, tutti i soggetti sottoposti ad ispezione, ad eccezione del Consorzio produttori fontina, sono risultati idonei e certificabili e per numero 28 di questi è già stata rilasciata certificazione; per gli altri è in atto il rilascio della certificazione.
Il costo della certificazione è stato analizzato dal consiglio di CERTIDOP e in considerazione anche dei costi di funzionamento dell'ente è stata fissata una quota forfetaria per forma di fontina certificata in un primo tempo in lire 700, ricorretta poi in lire 583 più IVA che corrisponde sempre a questo importo di 700 lire lordo a forma.
Con lettera del 14 agosto abbiamo chiesto a CERTIDOP di fornirci un'analisi dettagliata dei costi e quali valutazioni siano state fatte per forfetizzare il corso della certificazione. Nelle risposte è messo in evidenza che un organismo, avente un'attività limitata e circoscritta di certificazione, ha chiaramente dei costi fissi di funzionamento che vanno a gravare sui costi di certificazione.
In questa prima fase l'ente ha dovuto inoltre supportare anche le spese di avviamento della struttura che hanno influito su questi costi. Queste sono le motivazioni che CERTIDOP ha addotto a giustificazione di queste spese che sembrano essere maggiori di quelle di una normale certificazione fatta a livello nazionale.
È chiaro che il Consorzio produttori fontina, preoccupato da questa situazione, ha segnalato a CERTIDOP le sue perplessità sia sul costo sia sull'operatività, direi che in questo caso forse le perplessità più comprensibili sono quelle sul costo perché l'operatività dell'ente è stata comunque un'operatività positiva. A questo proposito però io credo che sia giusto precisare che il consorzio è membro fondatore dell'ente, che un suo rappresentante siede nel consiglio e partecipa direttamente alle decisioni dell'ente e che la Regione, questo lo ribadisco in rappresentanza delle altre DOP non rappresentate dal consorzio di tutela, non rappresenta in questo momento le istanze del Consorzio produttori fontina, il quale è presente all'interno del Consiglio CERTIDOP.
La decisione assunta dal Consorzio di recedere da socio dell'ente è chiaramente una sua decisione autonoma di cui abbiamo preso atto ed al consorzio abbiamo chiesto di avere ulteriori elementi di valutazione perché abbiamo ricevuto una semplice comunicazione e abbiamo letto il comunicato stampa come avete potuto leggere tutti voi.
Sennonché questa decisione al momento non è attuabile. Intanto perché il Consorzio non potrebbe recedere sino alla conclusione dell'annata e questo è un fatto normale; inoltre il Ministero, al quale compete l'autorizzazione agli enti certificatori, da noi sentito, non intende in questa fase autorizzare altri organismi certificatori per le nostre DOP se non di fronte a gravi violazioni o inadempienze compiute dall'ente certificatore autorizzato.
Secondo il Ministero in questo momento non esistono le motivazioni per sostituire l'ente certificatore che è stato autorizzato. Per rispondere alla terza domanda del Consigliere Curtaz, cioè quali indirizzi intende avere nel futuro l'Amministrazione, o quale posizione, chiede Tibaldi - le domande sono analoghe -, intende assumere la Regione, l'Assessorato tramite gli uffici competenti ha seguito l'avvio e l'operato dell'ente soprattutto per quanto concerne la definizione dei piani di controllo e le modalità di certificazione esercitando il suo compito di vigilanza.
Il dato importante è che CERTIDOP, servendosi comunque di persone qualificate provenienti dall'esterno, sta certificando il prodotto fontina e si avvia attraverso la definizione dei piani di controllo già depositati al Ministero, che verranno probabilmente discussi il 27 di questo mese, a certificare gli altri prodotti DOP valdostani.
Se la recessione del Consorzio da CERTIDOP dovesse essere confermata ed accettata, è chiaro che verrebbe a mancare all'istituto certificatore la sua componente principale, cioè il suo socio di maggiore rilevanza. In questo caso, è vero, il CERTIDOP non risponderebbe più all'obiettivo per cui è stato costituito e l'obiettivo specifico era quello di raggruppare sotto un certificatore tutte le nostre DOP.
Nel momento in cui questo fatto si avverasse noi dovremmo prendere delle decisioni conseguenti, però allo stato dei fatti all'Amministrazione regionale interessa che i prodotti DOP Valle d'Aosta siano certificati e in questo momento particolare l'unico ente autorizzato per farlo è CERTIDOP sul quale vigiliamo affinché rispetti le procedure approvate.
PrésidentLa parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (PVA-cU)Sulle risposte dell'Assessore volevo fare alcune osservazioni: l'Assessore non ha negato un quadro a mio giudizio preoccupante della vicenda perché proprio le ultime parole dell'Assessore confermano che se il Consorzio produttori fontina confermasse la sua intenzione di recedere l'operazione CERTIDOP sarebbe già fallita dopo neanche un anno dal suo avvio concreto di operatività.
Non è fallita a caso perché sul problema gestionale avevamo già evidenziato tutte le nostre perplessità e queste perplessità sono state confermate dall'operatività della struttura, ma il problema del costo è una cosa di una rilevanza estrema perché non si poteva non tener conto nel far partire una struttura locale della sua economicità. Ci sarà pure qualcuno che ha studiato questo organismo e in tal caso non poteva non far emergere fin dall'inizio che una struttura così piccola su un territorio così piccolo avrebbe avuto dei costi di gestione enormemente più grandi rispetto agli istituti di certificazione nazionali e internazionali. Quindi il dire oggi la gestione è antieconomica perché dobbiamo far pagare la certificazione di ogni forma di fontina 700 lire quando fuori dalla Valle d'Aosta costa circa un quarto, questo lo dice il Consorzio, significa che c'è stata una valutazione sbagliata proprio nell'impostazione della risoluzione del problema.
Ribadiamo quello che abbiamo già detto; adesso questo nodo è venuto al pettine forse prima di quanto ci aspettassimo, può essere anche l'occasione di chiudere questo CERTIDOP, evitiamo di avere il nostro piccolo ente di certificazione locale perché non sempre piccolo e locale è bello ma qualche volta non succede e questo è un caso dove non succede non solo per ragioni economiche che sono così evidenti dai dati, ma anche per questioni di prestigio perché se facciamo certificare i nostri prodotti da un organismo internazionale, ne ha beneficio non solo quel prodotto, ma tutta l'economia agricola della nostra Regione. Quindi è in quel senso che ci si deve avviare.
Da questo fallimento, non sappiamo ancora se sarà un fallimento definitivo o soltanto un fallimento annunciato, credo che l'Amministrazione debba fare una riflessione per guardare altrove le risorse che possono dare ai nostri prodotti quel prestigio che i prodotti agricoli valdostani meritano.
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)Mi aspettavo dalla risposta dell'Assessore un atteggiamento più prudente, quindi per questo non è che sia molto soddisfatto delle sue argomentazioni. Un atteggiamento più prudente, nel senso che, dinanzi a una divergenza che nasce all'interno dell'Associazione CERTIDOP tra un suo socio che è comunque rappresentativo, cioè il Consorzio fontina, e lo stesso ente, ho preso atto oggi di una difesa d'ufficio da parte dell'Assessore.
Questa difesa d'ufficio poggia su due elementi fondamentali:
- il primo: l'Assessore non disconosce le proprie perplessità sul costo; il costo effettivo non è quello auspicato immagino anche dal socio Regione, che comunque rappresenta tre prodotti: lardo di Arnad, "fromadzo" e prosciutto di Bosses;
- il secondo elemento fondamentale, un po' paradossale, è che gli ulteriori chiarimenti vengono chiesti al Consorzio per motivare il suo recesso e non magari anche al CERTIDOP per motivare l'applicazione di questi prezzi elevati?
(interruzione dell'Assessore Perrin, fuori microfono)
? non l'ho sentito.
Allora, questo atteggiamento mi ha creato i dubbi che sto esprimendo ad alta voce. C'è da dire che il settore agricolo e zootecnico, e l'Assessore lo conosce meglio di me, versa in uno stato di difficoltà che non viene certo attenuato da atteggiamenti burocratici di questo tipo.
Non voglio oggi esprimere un giudizio di favore o di condanna nei confronti del CERTIDOP, non ho gli elementi per farlo. Avevo gli elementi e ho gli elementi per sottoporre però tale questione a chi di competenza, in questo caso all'Assessore; elementi che mi auguro vengano approfonditi con maggiore prudenza, come ho detto in premessa, perché questa distonia all'interno del CERTIDOP non è certamente qualificante sia per il mondo agricolo e zootecnico che lavora e che fa parte di questa filiera produttiva che dal latte arriva fino alla fontina sia per l'immagine finale che ha lo stesso prodotto fontina, il quale, come sappiamo, non più tardi di un anno fa è stato coinvolto nella vicenda delle forme congelate che non ha portato lustro.
Quindi, Assessore, alle sue considerazioni aggiungo l'invito di approfondire non solamente la conoscenza delle motivazioni precise che hanno indotto il consorzio a compiere questo atto, che lei dice formalmente non può essere eseguito fino a fine anno, ma è comunque una volontà dichiarata che ha portato ad uno stato di disagio, ma di approfondire anche l'attività dell'ente certificatore che, avvalendosi di competenze esterne, ha anche costi superiori alla media. Soldi che più che essere assorbiti dall'apparato burocratico dovrebbero forse essere utilmente destinati alla fase di adozione delle certificazioni e venire incontro alle legittime esigenze dei produttori di fontina.