Oggetto del Consiglio n. 1482 del 26 luglio 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1482/XI Posa di manufatti artistici presso luoghi monumentali della città di Aosta. (Interpellanza)
Interpellanza Premesso che la Regione Autonoma Valle d’Aosta collateralmente all’esposizione delle opere di Stephen Cox denominata "Fasti", organizzata da luglio ad ottobre presso il Museo Archeologico regionale, ha disseminato i luoghi monumentali della città di Aosta di bizzarri manufatti dell’artista medesimo;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore all’Istruzione e cultura per sapere:
1) quali siano i costi complessivi relativi alla posa di tali manufatti;
2) quali siano i criteri con cui sono stati individuati i manufatti e i luoghi in cui collocarli;
3) se l’assenza di ogni indicazione relativamente ai manufatti sia dovuta all’oggettiva impossibilità di meglio definirli;
4) se non ritenga che tali somme potessero essere meglio spese per abbellire con opere permanenti la città.
F.to: Frassy - Lattanzi
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Innanzitutto per correggere l'oggetto dell'interpellanza, in quanto nella mia interpellanza si parla di manufatti e si fa riferimento all'artista, ma non vengono assolutamente definiti manufatti artistici. Probabilmente l'oggetto dell'interpellanza anticipa la risposta che l'Assessore darà all'interpellanza stessa. Come cittadino, più che come Consigliere, sono rimasto abbastanza sorpreso e perplesso dall'invasione alla quale abbiamo assistito già ormai da un paio di settimane a questa parte di strade e piazze della città di Aosta da quelli che definisco nell'interpellanza bizzarri manufatti.
È vero che l'arte ha modalità di espressione le più disparate, ma è altrettanto vero che l'arte dovrebbe quanto meno essere rispettosa dei luoghi in cui la stessa viene esposta.
Abbiamo notato come l'esposizione di Stephen Cox, che - leggendo la stampa locale, ma anche la stampa degli addetti ai lavori - sicuramente gode di fama di artista che va ben al di là dei confini nazionali, è un inglese, come questa, dicevo, sia un'esposizione che è stata ipotizzata con delle tempistiche quanto meno sorprendenti, perché non dimentichiamo che l'ispirazione di questo artista, per sue stesse dichiarazioni che sono apparse sulla stampa locale, trae origine dalla cultura classica di cui sicuramente a buon ragione l'Italia può esserne definita "la culla", e anche perché la città di Aosta, insieme ad altre due città, Torino e Roma, è l'unica che ha il pregio di vestigia romane ancora ben conservate e di avere addirittura l'intera cinta muraria praticamente visibile.
Allora diventa spontaneo domandarsi se abbia senso la provocazione che se non l'Assessore, gli uffici della Sovrintendenza, coloro che hanno allestito, pensato e studiato la mostra, se abbia senso la provocazione di mettere innanzi a luoghi monumentali, a luoghi che sono oggetto di attenzione e di ammirazione da parte dei tanti turisti che vengono in questa città, dei manufatti - mi ripeto nella definizione - difficilmente comprensibili, e ancor più difficilmente comprensibili nella misura in cui non hanno alcuna indicazione, tant'è che creano la confusione nel turista stesso che vedendo la Porta Pretoria o un altro monumento, ipotizza che anche questi pezzi siano frutto di reperti archeologici.
È un modo un po' strano di promuovere un'esposizione ed è ancora più strano il fatto che questa iniziativa sia partita in maniera totalmente scoordinata con la città di Aosta, che la ospita sul suo territorio, tant'è che è cosa nota la polemica a mezzo stampa innescata dal sindaco Grimod, il quale era stupito e sorpreso di questi ingombranti manufatti, blocchi, che venivano collocati sul territorio comunale in quanto non ne sapeva assolutamente nulla.
Si ipotizzava già probabilmente dello scherzo di qualche buontempone, si è scoperto invece successivamente che il tutto rientrava nella mostra allestita al museo da parte dell'Amministrazione regionale di questo Stephen Cox.
Allora quali sono le riflessioni che noi poniamo in questa interpellanza, fatte queste premesse?
Aveva senso effettivamente andare a creare "a latere" di questa mostra un simile percorso di statue, di blocchi di pietre le più svariate, senza ipotizzare un'area dove potessero essere se non altro anche spiegate e di conseguenza capite quali erano le ispirazioni che avevano portato l'artista inglese a realizzare quelle opere? Quali sono stati di conseguenza i criteri che hanno fatto sì che venissero individuati quei luoghi e in quei luoghi venissero collocati quei blocchi in pietra? Perché rinunciare ad evitare la confusione in cui parecchi turisti sistematicamente e quotidianamente incorrono nel pensare che queste siano opere che appartengono alla tradizione storico-culturale della città, non potendo chiaramente sapere e capire che sono opere invece che sono attribuite ad un artista contemporaneo? E non era forse il caso che la spesa, di cui chiediamo un dato certo, al di là di quelle che sono state le anticipazioni di stampa, che la spesa per andare a collocare temporaneamente queste strutture venisse impiegata per abbellire realmente in maniera permanente la nostra città?
Vorremmo capire qual è il senso che sta dietro quella che riteniamo essere "una provocazione" che probabilmente l'Assessore o gli uffici dell'Assessorato hanno voluto fare alla cultura della città di Aosta.
PresidenteLa parola al Presidente della Giunta, Viérin Dino.
Viérin D. (UV)Je ne veux pas me mesurer avec la sensibilité artistique de M. Frassy; il aura la possibilité de se mesurer avec des critiques d'art et avec ceux qui sont compétents en la matière. En ce qui me concerne j'exerce temporairement des fonctions politico-administratives et donc je répondrai aux questions qui m'ont été posées, en essayant d'éclaircir quels ont été les objectifs et les finalités de cette initiative, tout en rassurant également M. Frassy quant aux rapports que nous entretenons avec la municipalité d'Aoste. Si l'on suit tout simplement ce que les médias nous relatent, on peut parfois avoir des idées et des opinions qui ne correspondent pas à la réalité.
Mais en tout cas revenons à l'exposition. "Fasti" l'exposition de Stephen Cox est installée au Musée archéologique régional d'Aoste et le projet artistique prévoyait et prévoit, vu qu'il a été conçu ainsi, de s'étendre au centre historique de la ville, car bon nombre des créations de cet artiste, le plus célèbre sculpteur anglais contemporain, sont monumentales. C'est d'ailleurs l'une des caractéristiques de sa démarche et de son activité artistique. En effet certaines de ses réalisations sont placées dans des espaces publics, ainsi que dans les plus grands musées du monde, comme il Palazzo degli Uffizi de Florence, la National Gallery, la Tate Gallery et le Victoria and Albert Museum de Londres. La National Gallery a d'ailleurs ouvert une exposition, qui durera quelques mois, des travaux de ses artistes les plus représentatifs de l'art international et a inclus Stephen Cox parmi ceux-ci. Voilà pourquoi après Giò Pomodoro en 1998 et Ivan Theimer en 1999, l'été 2000 nous permet de découvrir six grandes sculptures de Cox installées Place Chanoux, Place Roncas, rue de Sales et à la Porte Prétorienne. Une initiative donc, insérée dans un projet de caractère général concernant les sculpteurs et leurs liens avec les espaces ouverts, avec la ville d'Aoste.
Quel a été le coût global de l'installation de ces six sculptures? Le coût global s'élève à 10 millions de lires. C'est l'artiste lui-même, ainsi que le commissaire de l'exposition, l'historien d'art Luigi di Corato, qui ont décidé des pièces exposées, et c'est ce dernier qui a choisi les emplacements.
D'ailleurs, lors du vernissage des expositions concernant Stephen Cox, mais aussi lors de l'exposition des peintures au musée archéologique, le dit commissaire a précisé quelle était la signification artistique de ce choix, et quel était le lien entre la ville d'Aoste, ?uvre artistique de Cox et ses précédentes expositions.
Il est également nécessaire de préciser que depuis le samedi 8 juillet, jour de l'inauguration de l'exposition - et je réponds là à une critique que je partage, qui a été formulée par M. Frassy -, un panneau placé près de chaque sculpture indique le titre de cette dernière, l'année de sa réalisation et les matériaux employés.
Pour ce qui est enfin de la dernière question, les décisions concernant l'embellissement de la ville, nous essayons de contribuer à une initiative et donc à un objectif qui revient tout d'abord à la municipalité.
Nous essayons de contribuer également à l'essor touristique et commercial de la ville, je ne veux pas oublier le fait que si nous organisons la plus grande partie de nos activités culturelles à Aoste, c'est pour apporter à la ville d'Aoste un soutien du point de vue commercial et touristique, mais en tout cas nous essayons de contribuer à l'embellissement de la ville. Et à part ces choix temporaires critiqués et contestés, je veux rappeler à M. Frassy que nous avons récemment acheté l'?uvre de Dorino Ouvrier: "Les accordéonistes", et cette ?uvre ornera bientôt le nouveau parc de la rue Festaz, conformément au projet approuvé par le Gouvernement, dans le cadre des travaux de rénovation de l'ancien Cinéma Splendor.
Nous pensons donc avec cette initiative, avoir répondu favorablement à la sollicitation qui nous a été adressée par M. Frassy.
PresidenteLa parola al Consigliere Frassy.
Frassy (FI)Brevemente alcune considerazioni sulle risposte puntuali del Presidente della Giunta.
Innanzitutto penso che oggi abbiamo capito come la stampa sia inattendibile, perché l'Assessore Ferraris mi sembra che abbia smentito precedentemente notizie apparse sulle pagine della Valle del quotidiano "La Stampa", il Presidente della Giunta ha dato smentita di altre notizie apparse su "La Stampa" nella pagina della Valle.
A me dispiace però che le notizie vengano smentite solo in aula; sarebbe buona norma che le notizie di stampa infondate venissero smentite sugli organi stessi, affinché ne fosse data contezza ai tanti lettori che ritengono, fintanto che non gli viene spiegato, fondato ciò che leggono.
Su "La Stampa" del 26 giugno il Sindaco di Aosta Grimod testualmente dice: "L'impresa ha avviato i lavori un paio di giorni prima, prima di ricevere l'autorizzazione comunale" e poi ancora si sperticava in giudizi, chiamando scatole di pietra quelli che io definisco manufatti e dicendo che sono opportuni cartelli informativi. Questo per dire ciò che ha detto il sindaco di Aosta.
Ma sempre su "La Stampa" del 29 giugno si dice ancora che il costo non è di 800 milioni, come erroneamente affermato da altri organi d'informazione, ma di 70 milioni. Oggi apprendiamo che è di 10 milioni?
(interruzione del Presidente della Giunta, fuori microfono)
? l'operazione sette statue in città è costata nel suo complesso 70 milioni. Le sette statue sono quelle che sono disseminate nella città, che sono sette, fino a lì ci arriviamo, siamo in grado di contare! Quali siano i costi complessivi relativi alla posa; il fatto di avere scritto "complessivi", Presidente, vuol dire che la posa comprende tutto ciò che è necessario a collocare i manufatti, non vuol dire il nolo della gru, altrimenti non avremmo scritto i costi complessivi. Questo mi sembra scontato. Non sono 10 allora, sono 70?
(precisazione del Presidente della Giunta, fuori microfono)
? mi scusi, Presidente, si parla di sette statue in città; le sette statue sono i sette manufatti o le sette scatole come vengono definite dal sindaco di Aosta. Allora non so se la risposta dei 10 milioni sia il costo unitario, dunque 10 per 7 fa 70, allora alla fine tornano i conti!
A questo punto vorrei capire se la risposta della stampa è inattendibile: 70 milioni sette statue...
(intervento del Presidente della Giunta, fuori microfono)
? comunque non ci siamo capiti; 70 milioni è il costo che le casse pubbliche sostengono per esporre con tanto di posa? no? Nemmeno! I 70 milioni sono infondati!
Non entriamo in quella che è la critica artistica perché per certi versi esula da quello che è il dibattito politico e poi l'arte chiaramente è soggetta a sensibilità diverse. Io evidenzio soltanto che l'ispirazione di Cox è una certa cultura classica, lo dice lui stesso, sono i fasti della romanità; ogni volta che individuiamo un reperto archeologico, una statua decapitata, un sarcofago danneggiato, ce ne dispiacciamo, e Cox che essendo anglosassone non ha capito questo nostro dispiacere le statue le fa già decapitate e i sarcofagi li fa già fessurati. È un'interpretazione artistica, per carità, che in una città che ha una cultura artistica e una tradizione artistica, probabilmente la riteniamo superata e superflua.
Sull'abbellimento della città prendo atto di quello che ha detto il Presidente, però gli vorrei dire che gli importi qui utilizzati per un'operazione di qualche settimana poteva forse regalare alla città di Aosta altre statue lignee come quella citata, o come la maternità di Siro Viérin che sta al Beauregard.
Queste erano delle considerazioni che volevamo fare a chiusura di questa piccola polemica di mezza estate, ma che ci sembrava opportuno affrontare, visto che è andata ad interessare non solo le finanze, ma anche la vita culturale della città di Aosta.
PresidenteSono le ore 13, il Consiglio è sospeso, riprenderà nel pomeriggio alle ore 16.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 12,59.