Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1446 del 12 luglio 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1446/XI Parere sullo schema di decreto legislativo recante norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta concernenti l'attribuzione alla Regione di potestà legislativa in materia di finanziamento all'università e di edilizia universitaria.

Deliberazione Il Consiglio

Considerato che l'articolo 48 bis dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta dispone che il Governo è delegato ad emanare uno o più decreti legislativi recanti le disposizioni di attuazione dello Statuto stesso e le disposizioni per armonizzare la legislazione nazionale con l'ordinamento della Regione Valle d'Aosta, tenendo conto delle particolari condizioni di autonomia attribuita alla regione, e che gli schemi dei decreti legislativi sono elaborati da una Commissione paritetica composta da sei membri nominati, rispettivamente, tre dal Governo e tre dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e sono sottoposti al parere del Consiglio stesso;

Rilevato che con nota in data 4 maggio 1999 il Ministro per gli Affari regionali ha trasmesso, ai fini dell'acquisizione del parere di cui all'articolo 48 bis dello Statuto speciale, lo schema di norme di attuazione riguardante "Modifiche alla legge 16 maggio 1978, n. 196 in materia di beni culturali", approvato dalla Commissione paritetica in data 25 marzo 1999;

Visto l'articolo 48bis dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta;

Visto il parere della I Commissione consiliare permanente;

Esprime

parere favorevole sullo schema di decreto legislativo recante norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Valle d'Aosta concernenti l’attribuzione alla Regione di potestà legislativa in materia di finanziamento all’università e di edilizia universitaria.

Allegato

(Omissis)

Président Collègues conseillers, il m'appartient de vous informer que nous sommes dans la nécessité d'exprimer l'avis sur le projet de décret législatif portant: "Normes d'application du Statut spécial en matière d'attribution à la Région de la compétence législative en matière de financement à l'université et de construction de bâtiments universitaires".

Vous connaissez tous les dispositions de l'article 48 bis du Statut spécial, qui prévoit justement que les schémas desdits décrets sont élaborés par une commission paritaire et qu'ils sont soumis à l'avis de notre Assemblée.

Pour ce qui concerne tout précisément ce projet, le 5 juin dernier le Ministre aux affaires régionales a transmis au Conseil de la Vallée, pour l'expression dudit avis, le schéma des normes d'application concernant l'attribution à la Région du pouvoir législatif en matière de financement à l'université et de construction de bâtiments universitaires, approuvé par la Commission paritaire le 19 avril 2000.

Le texte a été soumis à l'examen préalable de la Ière Commission du Conseil, qui a exprimé à ce sujet un avis favorable à la majorité. Le projet contient deux articles, l'un portant sur les normes législatives et la compétence administrative qui s'ensuit et le deuxième ayant trait à l'utilisation pour les affectations universitaires des immeubles de l'armée, qui devrait avoir lieu sur la base d'une entente préalable entre le Ministre de la défense et le Président du Gouvernement de la Vallée.

La discussion est ouverte.

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Pensavamo che su un argomento del genere, che sicuramente è un argomento interessante, sia per il contenuto, ma anche per il tipo di provvedimento, in quanto porta nuove competenze alla Regione, ci fosse stata quanto meno un'illustrazione che andasse al di là di quella che è la sintetica relazione che accompagna lo schema di decreto legislativo. Perché diciamo questo? Diciamo questo per una serie di ragioni che cercherò di sintetizzare in questo mio breve intervento.

Ci troviamo nella situazione interessante di veder attribuite alla Regione Valle d'Aosta in questo caso, insieme alle Province di Bolzano e di Trento, competenze in materia universitaria, competenze che normalmente spettano allo Stato e non sono nelle potestà delle altre regioni a statuto ordinario, ma neppure di altre regioni a statuto speciale. Perciò, da un punto di vista della valutazione politica, sicuramente non possiamo non prendere atto con soddisfazione di una norma che va nella direzione di quella "devolution" di cui tanto si parla in questi giorni, ossia di attribuzione di ulteriori competenze alle regioni. Perciò la premessa non può che essere positiva.

Alcune perplessità peraltro le rimarchiamo sui modi e sui tempi con cui questo schema di decreto legislativo viene ad essere esaminato.

Le origini di questo provvedimento stanno, come è detto nella relazione, nell'articolo 17, comma 120, della legge n. 127/1997, la quale diceva che si prevedeva l'attribuzione della potestà in materia di edilizia universitaria successivamente all'emanazione di un decreto di autorizzazione al rilascio di titoli di studio universitari aventi valore legale nello Stato.

Questo decreto ad oggi non lo abbiamo ancora visto e non sappiamo nemmeno se sia in discussione alla commissione paritetica, anzi da un prospetto che era stato fornito non risulterebbe essere neppure fra le materie che la Commissione paritetica sta esaminando, di conseguenza per poter oggi predisporre questo schema di decreto legislativo la Commissione paritetica ha dovuto inserire all'articolo 1 un comma 3 che stabilisce che la Regione eserciterà le funzioni previste dai commi 1 e 2 del presente articolo successivamente al decreto di autorizzazione, di cui parlavo poc'anzi.

Perciò ci troviamo in una situazione un po' paradossale: anziché partire dalle fondamenta, abbiamo la sensazione che si voglia partire dal tetto. Perché dico questo?

Perché le competenze legislative in materia di finanziamento e di edilizia universitaria hanno un senso nella misura in cui hanno un contenuto, e il contenuto non può non passare attraverso la consapevolezza da parte di questo Consiglio regionale di quali titoli di studio avranno riconoscimento nell'ambito di questa istituzione universitaria, che dovrà prendere avvio.

Si è parlato molto di corsi universitari, peraltro corsi universitari che erano sempre sotto l'egida dell'Università degli studi di Torino; qui stiamo facendo un ulteriore passo avanti nei confronti di questa università non statale, ma riteniamo che un passo del genere debba essere inserito in un contesto più chiaro. Perciò vorremmo sapere dall'Assessore quali sono i motivi dei ritardi per cui ad oggi non è stato ancora emanato il decreto che riconosce efficacia a determinati titoli di studio, che dovrebbero essere conseguiti presso l'università costituenda, e vorremmo anche sapere se l'Assessore ci può dare notizia in merito a quale ipotesi immagino l'Assessorato stesso stia formulando con il ministero competente, anche perché sono argomenti non di poco conto, perché lo stesso tipo di università che verrà fatto avrà anche dei riflessi dal punto di vista dimensionale, di conseguenza anche dal punto di vista non solo delle aree, ma anche degli impegni finanziari che con questa legge potranno essere adottati quanto prima dall'Amministrazione regionale.

Un'altra riflessione, sulla quale vorremmo avere delle risposte, riguarda l'articolo 2. Con tale articolo mi sembra di poter dire che si accarezzi una vecchia suggestione, che è quella dell'utilizzo ai fini dell'istruzione universitaria delle caserme Testafochi di Aosta e sicuramente questa è un'idea.

Essendo questa però una norma di attuazione e dunque norma che va al di là di quella che può essere la mera esecuzione di un singolo provvedimento o atto amministrativo, riteniamo che la previsione dell'articolo 2 dovrebbe essere il più aperta possibile, e di conseguenza non precludere anche altre ipotesi che un domani potessero essere ritenute percorribili.

Voglio dire con questo che l'articolo 5, comma 1, dello Statuto della Valle d'Aosta prevede che i beni del demanio dello Stato situati nel territorio della regione passano al demanio della Regione, ad eccezione di quelli che interessano la difesa, ed ecco dunque il riferimento pertinente agli immobili delle forze armate, ma ad eccezione anche dei servizi di carattere nazionale.

Allora mi sembra di poter affermare che in questa Regione ci siano diversi altri immobili statali, che in un ipotetico futuro potrebbero essere oggetto di dismissione da parte dello Stato per certe funzioni, e magari di acquisizione da parte della Regione. Penso all'Ufficio imposte, penso al Tribunale, penso al Catasto, penso a tante altre sedi di uffici statali pubblici, e di conseguenza ritengo che questo articolo 2, per essere una norma di attuazione, sia scritto in maniera troppo stretta. E su questo ci riserviamo di fare ulteriori valutazioni e di presentare anche degli emendamenti.

Non c'è molto altro da aggiungere su questo primo intervento in discussione generale, anche perché in assenza di un'illustrazione ci riserviamo, come gruppo, a seguito dell'intervento dell'Assessore, di fare eventuali ulteriori valutazioni.

PrésidentD'autres conseillers en discussion générale?

N'ayant personne d'inscrits à parler, je ferme la discussion? oui? Pardon.

Frassy (FI)Presentiamo un emendamento a questo punto sull'articolo 2.

PrésidentJe vous signale que nous sommes à l'expression d'un avis et qu'il n'est pas prévu de présenter des amendements sur le document en question. Le document peut être agréé par ce Conseil ou bien repoussé dans sa substance, mais il n'y a pas lieu de présenter des amendements car la discussion a lieu au Conseil de la Vallée et au Gouvernement sur le texte établi par la Commission paritaire.

Pour motion d'ordre la parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Chiederei al Presidente del Consiglio se può esplicitare meglio il percorso legislativo nell'esame di questo tipo di atti, perché mi sembra di poter dire che nel nostro Regolamento consiliare non vi sia una previsione diversa per questo tipo di atti rispetto agli atti che correntemente vengono sottoposti all'esame del Consiglio regionale.

Perciò la preclusione alla presentazione di emendamenti, per certi versi, va a limitare la sovranità del Consiglio regionale e una limitazione di questo tipo ritengo che debba trovare una regolamentazione in qualche norma che mi sfugge, perciò inviterei il Presidente a dare piena informazione del percorso che intende seguire.

PresidenteIl fondamento formale della nostra deliberazione di oggi sta nell'articolo 48 bis dello Statuto, in particolare nel secondo comma, là dove si dice che gli schemi dei decreti legislativi sono elaborati da una commissione paritetica composta da sei membri nominati rispettivamente tre dal Governo e tre dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta, e sono sottoposti al parere del Consiglio stesso.

Sullo schema di decreto legislativo non è prevista una possibilità di emendamento da parte di questo Consiglio; il Consiglio è chiamato ad esprimere il proprio parere positivo o negativo, motivato o meno, questo appartiene alla sovranità dell'aula stabilirlo, ma non è previsto che vi sia una facoltà di emendamento da parte del Consiglio regionale sul testo del decreto legislativo stesso.

Dopo di che siamo in discussione generale e ciascuno può presentare le proprie osservazioni, ed eventualmente chiedere un rinvio o una pronuncia negativa sul provvedimento, ma non è consentito a questo Consiglio intervenire nel procedimento attraverso un emendamento del testo in questione. Può rappresentare la propria posizione il Consiglio attraverso atti di altro genere, che siano espressione della propria volontà, ma non intervenire formalmente sul testo dello schema di decreto legislativo che è stato approntato dalla Commissione paritetica.

Sur la motion d'ordre est-ce que d'autres conseillers souhaitent intervenir?

La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI)Vorrei evidenziare al Presidente e ai consiglieri tutti che c'è un'analogia nel 69 bis degli atti che vengono notificati alla Commissione europea. In questo caso il nostro Regolamento prevede la possibilità di apportare modificazioni, tant'è che in conseguenza delle modificazioni si deve procedere ad una nuova notifica.

È vero che l'articolo 48 bis dello Statuto non fa nessun riferimento di tipo procedurale, ma anche perché l'articolo dello Statuto non può far riferimento a quella che è la procedura del Consiglio regionale, mentre l'articolo 69 bis del Regolamento del Consiglio regionale, in una situazione che ha una sua analogia in quanto sono atti che hanno sfere di influenza su ambiti legislativi che vanno oltre il Consiglio regionale e prevedono la possibilità di modificazione e di conseguenza di riesame. Anche perché se così non fosse, mi domando quali sono gli strumenti del Consiglio regionale per poter esprimere un parere negativo motivato, perché il parere negativo motivato non può essere espresso attraverso un positivo, in quanto il voto o è positivo o è contrario. Di conseguenza l'indicazione che vogliamo dare alla Commissione paritetica mi sfugge in quale sede debba e possa essere data.

Se non vi è una sede e se questa sede non è il Consiglio regionale, è evidente che ci troviamo a subire una "deminutio" delle potestà di questo Consiglio regionale; "deminutio" che è ancora più paradossale se pensiamo che il Consiglio regionale è assemblea legislativa sovrana e non ha possibilità di "interferire", o meglio di inserirsi in quel procedimento legislativo che conferisce all'Assemblea stessa ulteriori poteri legislativi o amministrativi.

Perciò avanzo comunque delle perplessità sul percorso legislativo che il Presidente del Consiglio ha nei fatti tratteggiato, perché mi sembra che questo tipo di percorso si manifesti in un'espropriazione della sovranità di questo Consiglio.

PresidenteVorrei portare alcuni chiarimenti al Consigliere Frassy.

Il primo è di questa natura. Non vi è analogia fra questo procedimento legislativo e quello del 69 bis; nel 69 bis siamo di fronte ad atti amministrativi o legislativi che sono di questo Consiglio e sottoposti al parere della Commissione europea per quanto riguarda la loro compatibilità con l'articolo 93 del trattato di Roma. Nel caso invece che stiamo affrontando siamo in presenza di un atto legislativo dello Stato, una norma di attuazione dello Stato, sulla quale siamo chiamati ad esprimere un nostro parere, che viene evidentemente preso in considerazione prima della deliberazione finale ad opera del Consiglio dei ministri. Siamo su due atti di natura totalmente distinta.

Poiché però giustamente il Consigliere Frassy mi chiede come può il Consiglio regionale esplicitare la sua posizione, lo strumento è l'ordine del giorno che può essere presentato nel corso di questa discussione, prima dell'espressione del parere. Cioè non possiamo in nessun modo interferire sulla globalità del documento che è sottoposto alla nostra approvazione, possiamo esprimere adesione oppure non esprimerla, possiamo precisare anche la nostra posizione attraverso ordini del giorno sottoposti alla votazione dell'Assemblea, ma non possiamo intervenire con emendamento perché non siamo noi l'organo deliberante del decreto legislativo stesso. Credo di aver chiarito a sufficienza la differenza fra queste due fattispecie. Chiusa la mozione d'ordine, altri consiglieri ritengono di intervenire nel merito del provvedimento?

La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU)La questione posta dal Consigliere Frassy, di carattere regolamentare?

Président? Conseiller, sur motion d'ordre ou bien sur le fond de la question?

Curtaz (PVA-cU)? mi induce a fare una riflessione che avrei fatto comunque, ma che risulta ancora maggiormente pertinente, e questa riflessione la faccio prima di entrare brevemente sul merito del provvedimento.

Ancora una volta, e credo che diventerà nei prossimi mesi il mio chiodo fisso, assistiamo ad una procedura in cui il ruolo del Consiglio è sostanzialmente svuotato. Può darsi che apprendendo anche le argomentazioni utilizzate dal Presidente del Consiglio sia necessariamente svuotato, perché ho ascoltato con attenzione le osservazioni fatte dal Presidente, ma quello che a me risulta più importante da sottolineare è che dal punto di vista politico, al di là degli aspetti giuridico-regolamentari, il ruolo del Consiglio è azzerato.

È svuotato perché intanto il Consiglio non decide mai un indirizzo preventivo sul lavoro della Commissione paritetica; non lo decide mai perché i membri della Commissione paritetica, da quello che ho potuto capire, decidono sostanzialmente su indirizzi dati dai rispettivi governi.

E anche qui sono i rispettivi governi che decidono la linea politica sull’emanazione di un provvedimento, affinché si arrivi all'intesa fra Stato e Regione, e decidono soprattutto le priorità.

Certo, bisogna sempre tener conto dell'interlocutore, non è un atto unilaterale, per cui i tempi vengono spesso, questo lo posso capire, bloccati anche da un atteggiamento più o meno collaborativo da parte dell'interlocutore, in questo caso dello Stato.

Comunque non c'è mai un indirizzo preventivo da parte del Consiglio, così come non c'è mai una discussione preventiva da parte della commissione competente.

La commissione competente, la prima, e lo Stato, si occupano della norma di attuazione, quando la norma di attuazione è già preconfezionata e il Consiglio può dare un parere positivo o negativo. E non c'è in questo momento mai la possibilità di dare un'indicazione alternativa; in questo a me sembra che la vicenda regolamentare sottolineata da Frassy meriti maggiore attenzione, perché al Consiglio non è consentito di dare un'indicazione alternativa.

Attenzione, l'argomentazione del Presidente, vera dal punto di vista formale, in cui si dice che come Consiglio possiamo dire sì oppure possiamo dire no, riguarda però un aspetto solo formale perché non possiamo mai dire no, in quanto una norma di attuazione è sempre una nuova competenza, anche se insoddisfacente, che la Regione assume. A volte è un aumento di competenza ottenuto attraverso lotte politiche, attraverso pressioni, attraverso un lungo e faticoso lavoro, e poi alla fine il risultato buono o meno buono che sia viene sottoposto al nostro vaglio, e noi possiamo dire di no? Possiamo dire no da un punto di vista politico, ci può essere una minoranza, un'opposizione che può smarcarsi rispetto a un certo provvedimento, ma ritengo quasi impossibile che la totalità del Consiglio, e soprattutto la maggioranza possa dire di no, quando il Governo che essa stessa appoggia ha prima suggerito e poi avallato l'operato della Commissione paritetica, perché se non ci fosse questo avallo a monte, ovviamente i commissari valdostani nella Commissione paritetica non avrebbero dato il loro assenso. Questo mi sembra normale.

Quindi questo nostro parere è una mera presa d'atto, non si può fare diversamente, non ci sarà mai un voto negativo ad una norma di attuazione. E questo pone, come in altri campi, ancora una volta un problema di democrazia e un problema di marginalità assoluta del Consiglio regionale.

Questo in merito alle procedure seguite è chiaramente un discorso che vale per questa norma di attuazione, vale per la successiva, vale per tutte le norme di attuazione che abbiamo approvato e che andremo ad approvare.

Rispetto, invece, al merito di questa norma di attuazione specifica, annunciamo il nostro voto favorevole, ci troviamo d'accordo, anche se lo stesso articolato dimostra quello che andavo dicendo; c'è già una norma molto specifica sulla possibilità di un accordo di dettaglio con le forze armate, e quindi indica già una strada, indica già una scelta. Peraltro è una scelta che, lo dico subito, ci vede favorevoli, perché il fatto che le caserme vengano trasformate in sedi universitarie e i militari vengano sostituiti dagli studenti universitari non può che vederci d'accordo. Quindi sul merito esprimiamo il nostro parere positivo.

PrésidentLa parole au Conseiller Marguerettaz.

Marguerettaz (Aut)Credo che il dibattito che è iniziato su questo punto sia, più che nel merito dell'oggetto, sulle procedure della Commissione paritetica, procedure che poi portano questo Consiglio a doversi confrontare con norme di questo genere.

Vorrei fare alcune considerazioni in questo senso, anticipando subito che l'articolato così come è espresso ci vede naturalmente favorevoli.

Dissento abbastanza da ciò che ha detto il collega Curtaz, perché questo Consiglio, a mio avviso, ha le possibilità di dare degli indirizzi preventivi ai propri rappresentanti in seno alla Commissione paritetica con gli strumenti che ha tradizionalmente a disposizione. Penso alle varie risoluzioni che ogni consigliere può presentare quando lo ritiene più opportuno e che poi vengono sottoposte alla valutazione del Consiglio. Quindi, da questo punto di vista, dovremmo fare un po' tutti una autocritica, nel senso che obiettivamente su temi di questa portata è anche colpa dei consiglieri se ci si ritrova all'ultimo a dover dibattere un testo che non è emendabile.

Approfitto di questo punto per fare una considerazione più ampia. Più che di questioni procedurali, mi interrogo su questioni forse più di tipo politico. Il Presidente della Giunta qualche tempo fa ci ha presentato, non so se in sede di Conferenza dei Capigruppo o se in qualche commissione particolare?

(interruzione del Presidente della Giunta, fuori microfono)

? era la I Commissione? Probabilmente sostituivo un collega, comunque ero presente in quella sede. Il Presidente della Giunta, dicevo, ci ha presentato la situazione di tutti i punti che sono alla discussione della Commissione paritetica, fra l'altro situazione molto articolata, riferendoci a quale stadio dell'iter si trovavano le varie questioni. A fronte di questa sua descrizione, così come a fronte di ciò che siamo chiamati a discutere oggi, una considerazione che mi sento di fare è la seguente.

Mi sembra che ciò che esce come accordo delle parti dalla Commissione paritetica, nessuno se ne risenta, sono sì questioni importanti qual è questa o qual è quella che segue, ma non sono le questioni decisive per la nostra Regione. Sono ben altre le materie di spessore che potrebbero decidere il futuro della nostra Regione, ne dico due per tutte perché vado a memoria, dovrei riprendermi gli appunti che non ho con me, ma la "questione energetica" e la "questione delle quote latte" sono due argomentazioni che hanno un peso assai diverso rispetto a quelle a cui siamo chiamati a dare un giudizio oggi.

Questo mi pone un interrogativo sulla capacità di questo Governo regionale di fare le dovute pressioni, perché credo che poi la procedura vera sia questa, sui propri rappresentanti della commissione paritetica, per far sì che questioni quali quelle che ho citato ed altre di sostanziale importanza vengano, queste sì, affrontate con maggior celerità.

A margine di tutto questo va fatta una conclusiva considerazione, che ci è stata illustrata da parte di uno dei rappresentanti della Regione nella commissione paritetica nel corso della stessa riunione a cui facevo riferimento. Abbiamo scoperto che il Governo, più o meno furbescamente, con una sorta di "escamotage" ha di fatto modificato la procedura prevista in origine per l'attuazione delle norme di attuazione. Ci è stato riferito di una sorta di "preconsiglio dei ministri" che dà un parere preventivo, sebbene questo organo non sia autorizzato a fare scelte di questo genere, e che questo stesso preconsiglio è spesso influenzato nelle sue scelte più dal funzionariato ministeriale che non dalla parte politica. Ed evidentemente un'impostazione distorta da quella originale, aumentandone la burocraticità, non giova alla nostra Regione; ci fa perdere ulteriore tempo, ci fa infilare in quei meandri ministeriali che tutti purtroppo conosciamo.

Credo che questi argomenti che ho cercato di porre alla vostra attenzione meriterebbero forse un maggiore approfondimento in primis da parte del Governo, ma, nella misura in cui il Governo regionale lo ritenesse opportuno, anche il Consiglio potrebbe dare il suo contributo. Se la situazione non si modifica, cioè se la situazione rimane impostata così com'è ora, la mia impressione è che ci troveremo ad assumere provvedimenti quali questo, che certamente non sono provvedimenti da sottovalutare, ma che sono ben altra cosa rispetto alle norme di attuazione di cui questa Regione avrebbe bisogno. Approfitto della parola per dichiarare il voto favorevole sul punto in oggetto.

PrésidentSi personne ne demande la parole, je déclare close la discussion générale.

La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Pastoret.

Pastoret (UV)Non entrerò nei dettagli tecnici che sono stati sollevati dai colleghi, ai quali ha dato risposta il Presidente del Consiglio. Ci sono invece delle questioni che il collega Frassy ha posto, alle quali cercherò di dare risposta nel merito della norma che viene presentata all'attenzione del Consiglio.

Come è già stato ricordato, l'articolo 17, comma 120 della legge n. 127/1997, "Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo", prevede l'istituzione di una università nella Regione Valle d'Aosta e l'autorizzazione per la predetta istituzione al rilascio di titoli di studio universitari aventi valore legale dovrà essere concessa con decreto del ministro, ed è quanto citava Frassy prima. Infatti al comma citato si dice che l'autorizzazione per le predette istituzioni al rilascio di titoli di studio universitari, aventi valore legale, è concessa con decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, previa intesa rispettivamente con la Provincia autonoma di Bolzano e con la Regione autonoma Valle d'Aosta. Tali decreti - e qui si trova una parte della risposta che devo dare al Consigliere Frassy - sono emanati sentito altresì "l'Osservatorio per la valutazione del sistema universitario in ordine alle dotazioni didattiche, scientifiche, strumentali, finanziari ed edilizie".

È evidente che qui ci troviamo di fronte ad una piccola contraddizione, che poi rileva a quanto il Consigliere Frassy diceva prima, perché si dice che devono essere contenute tutte queste risorse, ma la Regione Valle d'Aosta poi non ha una competenza. È questa la ragione per cui stiamo andando avanti con questo procedimento parallelamente alle procedure che mi è stato chiesto di illustrare e che dico quali sono.

Posto che è il ministro che concede con decreto l'autorizzazione a rilasciare i titoli aventi valore legale, il ministero deve acquisire il parere di quello che si chiamava allora osservatorio e che attualmente ha cambiato nome e si chiama "Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario".

Tale comitato, come avrete avuto modo di sapere, è stato nelle settimane scorse a rendere visita alla Regione Valle d'Aosta, perché oltre ad esaminare il progetto su carta, doveva rendersi conto di quelle che sono le attuali strutture e le previsioni future.

Ieri c'è stata una riunione del Comitato nazionale per la valutazione, non so se sia conclusa o se sia continuata oggi, aspettiamo a ore, o al massimo nel giro di qualche giorno, il risultato di questa valutazione. Se, come noi auspichiamo e crediamo, questa valutazione sarà positiva, verrà trasmessa al ministero e il ministro potrà a questo punto emettere il decreto.

Una volta che il ministro avrà emesso il decreto autorizzante l'Università della Valle d'Aosta ad emettere titoli aventi valore legale, questa potrà legittimamente funzionare. Ma dovendo legittimamente funzionare, dovrà anche avere tutte le competenze che sono proprie di un'istituzione universitaria, ivi compresa questa competenza in materia di edilizia.

Rendendoci conto che la "127/1997" portava insita questa parte di contraddizione in termini di tempi e di coincidenza di tempi che il Consigliere Frassy ha evidenziato, la scelta è stata da parte della Commissione paritetica ha fatto avanzare questa norma di attuazione, che viene sottoposta all'attenzione del Consiglio. E lo rilevava giustamente il Consigliere Frassy, al comma 2 dell'articolo 1, proprio in relazione a quell'osservazione che egli faceva, si dice: "successivamente all'emanazione delle predette norme la Regione autonoma della Valle d'Aosta eserciterà le relative funzioni amministrative", questo proprio perché c'è la questione legata alla tempistica.

Evidentemente il fatto di procedere con questi tempi consentirà certamente dopo l'emissione del decreto da parte del ministro, ma in tempi ragionevoli al Consiglio dei ministri qualora, come noi crediamo e speriamo, questo Consiglio regionale approvi questa norma di attuazione, di procedere analogamente da parte sua alla approvazione e quindi di riempire questa lacuna, che è l'unica che rimane in questo processo del progetto universitario.

Per quanto riguarda la richiesta che il Consigliere Frassy ha fatto relativamente all'articolo 2 di questa norma di attuazione sulle caserme delle Forze armate, l'articolo 2, comma 1 dice: "L'utilizzo per l'edilizia universitaria di beni immobili delle Forze armate, ai sensi degli articoli 5 e 6 dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, avviene d'intesa fra il Ministro della difesa e il Presidente della Giunta regionale".

Si traccia il percorso, la strada attraverso la quale poi si definisce l'utilizzo. Evidentemente non è al momento possibile dire quale sarà l'utilizzo dal punto di vista della quantità di territorio di beni immobili necessari e utilizzabili. Questo attiene al progetto universitario e al dimensionamento che tale progetto avrà.

L'articolo 2, comma 1, porta quanto io ho detto prima in relazione all'edilizia universitaria, quindi la domanda che il Consigliere Frassy faceva rispetto all'apertura possibile di non precludere altre possibilità di utilizzo, è elemento di altra analisi e di altro tipo di valutazione, perché questa è la norma di attuazione che viene proposta per quanto riguarda l'edilizia universitaria.

Sul dimensionamento finale generale dell'università, man mano che si attueranno i corsi, verrà fatto il calcolo necessario per la quota necessaria di utilizzo, che come previsione posso dire non sarà di occupazione totale di tutta la superficie delle caserme che si trovano all'interno della città di Aosta. Ma evidentemente questo provvedimento riguarda quanto è portato nel titolo del provvedimento stesso.

Devo poi accogliere con piacere il fatto che si siano espressi i Consiglieri Curtaz a nome del gruppo consiliare Valle d'Aosta per l'Ulivo e Marguerettaz a nome del gruppo consiliare degli Autonomisti, con favore rispetto alla valutazione di questa norma di attuazione perché questa norma va a riempire da un lato un vuoto che c'era e che era previsto già dalla "127", ma, dall'altro, va anche a sancire un elemento assolutamente importante, va a disegnare un'ipotesi di strada che si apre per trattare per quanto riguarda, e lo sottolineava il Consigliere Curtaz, l'utilizzo di parte di queste aree importanti all'interno della città di Aosta e che sicuramente potranno, con la conclusione di questo percorso e con la realizzazione della sede universitaria in luogo di parte delle caserme presenti all'interno del territorio di Aosta, contribuire a riqualificare la città, ma soprattutto riqualificare e qualificare l'offerta culturale e l'offerta dell'insegnamento universitario in Valle d'Aosta.

PrésidentLa parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV)Permettez-moi d'apporter quelques précisions quant aux problèmes de procédure qui ont été posés, mais aussi sur les aspects plus politiques concernant les rapports entre la Région et le Gouvernement portant sur ce décret ou d'autres décrets d'application du Statut.

Il est vrai, la procédure est une procédure bloquée. C'est une procédure qui a été établie avec des dispositions constitutionnelles. On peut changer de procédure, mais je me pose la question si une autre procédure permettrait une négociation au sein de la commission paritaire entre les représentants de deux gouvernements, parce qu'à la fin c'est au Gouvernement qui incombe cette responsabilité; il n'y a pas non plus de parallélisme, car si avec les limites présentées et qui découlent de cette procédure bloquée, c'est cette Assemblée qui est appelée à exprimer un avis pour la Région Vallée d'Aoste, d'autre part c'est le Conseil des ministres, donc ce n'est pas le Parlement.

Et la procédure - c'est un avis que nous partageons - est bloquée. Nous revendiquons le fait que la procédure soit bloquée, car nous demandons au Conseil des ministres de ne pas apporter de modifications au texte approuvé par la Commission paritaire, et de même façon cette Assemblée ne peut apporter de modifications au texte approuvé. Mais de plus, la procédure étant établie sur un rang constitutionnel, nous manifestons notre opposition quant à d'autres procédures qui voient un examen préventif de ces dispositions dans ce "pré-conseil des ministres" ou dans d'autres organes. A ce propos, la procédure est claire. Le texte approuvé par la Commission paritaire est envoyé au Conseil régional et ensuite au Conseil des ministres, ce sont les deux seuls organes qui peuvent s'exprimer avec un avis favorable ou défavorable.

Quand il y a avis favorable des deux organes l'on peut passer à la publication du décret législatif; en cas d'avis défavorable la procédure doit être à nouveau entamée.

Pour ce qui est par contre des aspects plus politiques, je ne pense pas que nous devons faire des pressions sur nos représentants; les pressions nous devons les faire sur les représentants du Gouvernement, parce que souvent ce sont eux qui ralentissent les travaux de la Commission paritaire.

Ces travaux ont rencontré également des difficultés, compte tenu des changements d'ordre politique qui sont intervenus; le "turn over" au niveau de Gouvernement italien ne permet pas d'avoir cette continuité nécessaire pour pouvoir assurer un suivi à ces différents problèmes. Néanmoins il y a des questions qui doivent être définies.

Le Président du Conseil, Amato, à Milan a déclaré son avis favorable à la "devolution". Nous voudrions bien qu'il commence par donner application aux statuts existant et donc par exemple à approuver au Conseil des ministres les deux dispositions portant application de notre Statut, que la Commission paritaire et cette Assemblée ont déjà approuvées, à savoir les quotas laitiers et les compétences en matière de biens culturels. Par ailleurs nous avons sollicité, la Commission paritaire doit se réunir au cours de ces journées, l'approbation des autres dispositions concernant notamment le transfert des compétences en matière d'énergie, de bureaux du travail, ainsi que tous les autres problèmes que je vous ai exposés lors de la réunion de la Ière Commission.

En tout cas, pour faire le point sur ce rapport, mais surtout pour exprimer officiellement encore une fois notre malaise quant au ralentissement des travaux de cette commission et à la non-approbation par le Conseil des ministres des dispositions déjà approuvées par la Commission paritaire et par cette Assemblée, nous avons demandé, par un courrier officiel, une rencontre au Président du Conseil, afin de pouvoir définir un calendrier de ces travaux.

PrésidentLa parole au Conseiller Frassy pour déclaration de vote.

Frassy (FI)Il nostro gruppo voterà a favore di questo provvedimento, anche se ritiene che il procedimento bloccato, come giustamente è stato definito dal Presidente della Giunta, sia una situazione sulla quale qualche riflessione politica bisognerà fare.

Riteniamo comunque che, essendo un provvedimento che apporta competenze ulteriori alla Regione, sia un provvedimento che debba essere votato in questa fase.

Sarà attenzione nostra verificare che queste competenze possono essere poi gestite nella maniera migliore.

Président Je soumets au vote le schéma de décret législatif portant puissance législative en matière de financement à l'université et de construction de bâtiments universitaires:

Conseillers présents et votants: 25

Pour: 25

Le Conseil approuve à l'unanimité.