Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1444 del 12 luglio 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1444/XI Modalità di erogazione dei finanziamenti agli enti gestori di servizi per anziani. (Interpellanza)

Interpellanza Vista la DG n. 1716 del 27 maggio 2000, con la quale vengono approvati importi e modalità di erogazione dei finanziamenti da assegnare agli enti gestori di servizi per anziani per l’anno 2000 e viene introdotto in modo generalizzato il metodo di calcolo sulla base di una quota capitaria;

Constatato che per la determinazione dei contributi alle microcomunità vengono distinte due tipologie di quote, quelle per i servizi residenziali, differenziati secondo la gravità dell’utente, e quelli alberghieri uguali per tutti;

Considerato che con questa nuova metodologia di calcolo è possibile individuare con maggior precisione i costi sanitari derivanti dalla cura degli utenti ammalati e/o non autosufficienti;

Evidenziato che i costi sanitari per non autosufficienti sono riconducibili più al settore sanitario, di competenza dell’USL, che non a quello socio-assistenziale, di competenza dell’amministrazione regionale e/o degli enti locali;

Considerato inoltre che con tale atto amministrativo si modificano anche le somme richieste agli utenti che usufruiscono dei diversi servizi domiciliari;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l’Assessore competente per sapere:

1) se ritiene, dai dati a sua disposizione, che con questa nuova modalità di calcolo sia possibile individuare eventuali microcomunità che, operando di fatto come strutture di RSA, vanno finanziate con le risorse dell’USL;

2) se intende, e in che modo, concertare le decisioni relative all’assistenza agli anziani non autosufficienti anche con le parti sociali;

3) se, a suo avviso, con le modalità di pagamento previste per gli utenti si sia registrato un aumento rispetto agli anni scorsi.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Beneforti

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Credo che qualcuno di noi, analizzando le decisioni che ogni settimana vengono assunte dalla Giunta, si soffermi in particolare su un aspetto o su un altro.

La nostra attenzione si è soffermata sulla delibera del 27 maggio 2000 con la quale la Giunta precisa gli importi e le modalità con cui vengono erogati i finanziamenti da assegnare agli enti gestori dei servizi per anziani per tutto l'anno 2000. Questa delibera presenta alcune novità interessanti e la novità più interessante è l'introduzione della quota capitaria che è già stata sperimentata con le comunità rette da gestori privati, da IPAB, e con la modifica anche delle modalità di intervento anche per tutte le altre tipologie di servizi.

Ritengo, come ho detto più volte, quindi per onestà intellettuale lo ripeto, che questo è un modo più razionale per definire i criteri in base ai quali vanno erogati i finanziamenti agli enti locali per gestire i servizi per gli anziani.

In cosa consiste questa quota capitaria? C'è una quota che la Regione eroga agli enti gestori a fronte di utenti che non sono autosufficienti e la quota varia da 90.000 a 36.000 lire giornaliere a seconda del grado di non autosufficienza degli ospiti.

Poi accanto a questa quota differenziata esiste un'altra quota alberghiera, che non varia da utente a utente: per la quota alberghiera è stata calcolata la cifra di 75.000 lire al giorno, moltiplicato per 30 grammi fa 2.250.000 lire, al mese, una cifra che è di 250.000 lire superiore a quella prevista fino all'anno scorso. Fino all'anno scorso agli utenti era chiesta una quota di lire 2.000.000 mensili, adesso agli utenti viene chiesta una quota di lire 2.250.000.

Capisco che sia giusto adeguarsi all'indice ISTAT, ma il finanziamento regionale quest'anno è inferiore a quello dell'anno scorso, quindi c'è un indice ISTAT al contrario: l'anno scorso erano previsti 26.500 milioni, mentre quest'anno 26.380 milioni. A fronte di questo finanziamento di 120 milioni in meno c'è un aumento della quota che paga l'utente.

Ora l'ISTAT sappiamo ha un indice di aumento di 1,5 percento circa, ma 250.000 lire su 2.000.000 di lire credo che superi di gran lunga la percentuale di 1,5 percento che è l'aumento dell'ISTAT. Questa delibera presenta pertanto queste novità importanti che sono, da una parte, la quota capitaria per i non autosufficienti e, dall'altra parte, un aumento notevole per gli autosufficienti.

Lo stesso aumento che viene registrato per gli utenti delle microcomunità lo si registra anche per l'assistenza domiciliare, nel senso che fino all'anno scorso chi pagava il massimo dei pasti pagava 10.000 lire, quest'anno chi paga il massimo dei pasti paga 15.000 lire.

Lo stesso aumento lo si riscontra per quanto riguarda l'assistenza domiciliare; l'anno scorso per un'ora di assistenza domiciliare si pagava come massimo 12.000 lire, quest'anno chi usufruisce dell'assistenza domiciliare paga come massimo 15.000 lire, quindi c'è un aumento di 3.000 lire all'ora per l'assistenza domiciliare e 5.000 lire per ogni pasto.

Ora questi pochi dati ci dicono - può darsi che ci siano nella delibera altri elementi o ci sia un meccanismo che mi è sfuggito - che esiste un aumento notevole del costo del servizio da parte degli utenti.

Il secondo problema su cui ha più insistito anche il testo dell'interpellanza è relativo al rapporto che c'è fra le microcomunità e le RSA, residenze sanitarie assistenziali. Il fatto di aver introdotto una quota capitaria, differenziata a seconda della gravità della non autosufficienza, fa sì che sia possibile d'ora in avanti, già prima lo era, adesso lo è in modo un po' più chiaro, stabilire con certezza quali sono gli utenti per così dire impropri delle microcomunità, in quanto sono utenti che hanno principalmente dei problemi socio-sanitari, non socio-assistenziali, e quindi sarebbero utenti destinati maggiormente a delle residenze sanitarie assistenziali che non a delle microcomunità.

E qui non è solo questione di nome, è molto di più: intanto le residenze sanitarie assistenziali farebbero parte del servizio sanitario dell'USL, quindi entrerebbero in un circuito più ampio che riguarda la sanità. Invece, se si lasciano questi servizi all'interno delle microcomunità, l'onere viene caricato sulla parte socio-assistenziale, e diversa è la partecipazione degli utenti. Agli utenti che sono presi in carico in strutture socio-assistenziali, si chiede la quota per la parte alberghiera e poi si dà la parte sanitaria in più; invece nelle residenze sanitarie assistenziali, che sono all'interno della sanità, il modo con cui viene calcolato il costo è diverso in quanto vi rientrano dei criteri di tipo sanitario e non di tipo socio-assistenziale. Terzo elemento: ci sono una serie di impegni nel piano socio-sanitario che dicono che le RSA sono lì a portate di mano, che bisogna realizzarle in fretta e qui non si capisce bene che rapporto c'è fra questa delibera e le RSA.

Ci sono poi altri problemi che sono qui impliciti e che solleverò nella seconda parte del mio intervento.

PrésidentLa parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Approfitto dell'occasione per dire che è un po' difficile rispondere a domande se poi nell'esposizione delle stesse si amplia l'oggetto; non mi riferisco tanto alle interpellanze, mi riferisco alle interrogazioni e mi rivolgo al Presidente del Consiglio perché se vengono poste tre domande, vengono date tre risposte e non si può pretendere dall'Assessore di turno che risponda, secondo le procedure che sono adottate dal Regolamento consiliare, a cose che non sono state poste in anticipo.

Nell'interpellanza c'è la possibilità di sentire l'esposizione del Consigliere che, come nel caso di specie, è andato oltre quello che è richiesto nell'interpellanza stessa, per cui risponderò a quanto era scritto nell'interpellanza in prima battuta e poi risponderò a quanto richiesto dalla Consigliera nella sua esposizione. Premesso che è opportuno precisare che gli enti gestori di microcomunità ricevono dalla Regione un contributo pro capite, cosiddetta "quota capitaria", graduato in relazione al grado di gravità delle condizioni dell'utente e dall'utente una quota alberghiera, che prevede un importo di lire 75.000 al giorno, si precisa che tale nuova modalità di calcolo non ha nulla a che vedere con la possibilità che una o più microcomunità vengano in futuro adibite a svolgere le funzioni proprie di una RSA.

L'intendimento della Regione riguardo alle RSA è che tali strutture siano destinate ad accogliere utenti affetti da patologie psichiatriche, da demenza e da morbo di Alzheimer. Inoltre la gestione delle RSA potrà essere affidata anche ad enti locali in base a quanto sarà stabilito in apposito accordo di programma. Non è scritto che solo l'USL potrà gestire le RSA, anzi l'intendimento da parte degli enti locali è di gestirle direttamente in accordo di programma con Regione per quanto riguarda i servizi sociali e USL per quanto riguarda i servizi sanitari.

Riguardo al secondo punto dell'interpellanza, la Regione intende concertare le decisioni relative all'assistenza di anziani secondo le modalità stabilite per il patto per lo sviluppo della Valle d'Aosta siglato lo scorso 17 maggio 2000 con le organizzazioni sindacali e l'Associazione di rappresentanza delle categorie economiche e professionali, specificatamente a quanto previsto al capitolo 9 (Metodo e contenuti della concertazione).

Riguardo al terzo punto dell'interpellanza, confesso di non capire cosa richiede la Consigliera, ma mi limito a dare lettura dell'ammontare delle rette introitate dal 1994 al 1998:

- nel 1994 si è introitato 6,8 miliardi circa, pari al 24,17 percento sul costo totale dei servizi;

- nel 1995: 6,854 miliardi, pari al 24 percento;

- nel 1996: 7,386 miliardi, pari al 25,57 percento;

- nel 1997: 8,615 miliardi, pari al 26,86 percento;

- nel 1998: 9,522 miliardi, pari al 28,70 percento;

- nel 1999 dovremmo aver superato i 10 miliardi di introiti.

Ma al di là di questi dati la percentuale sul costo totale dei servizi in questi anni è passata dal 24 percento circa al 29 percento circa per cui non c'è stata una grossissima forbice in questo senso. Per quanto riguarda il tema affrontato dalla Consigliera sui supposti aumenti, vorrei precisare che non è corretto fare riferimento agli indici ISTAT perché la Consigliera Squarzino sa benissimo che la retta di 2 milioni mensili è stata fissata 7 anni fa, siamo ben sotto l'aumento dell'indice ISTAT ed è stata una scelta politica precisa questa di mantenere questa retta politica di 2 milioni al mese - sottolineo: retta politica - a fronte di un costo medio per ogni anziano che si aggira dai 3,7 milioni a 4,2 milioni, pertanto siamo ben al di sotto dell'indice ISTAT. Abbiamo solo applicato quanto stiamo già applicando da due anni a questa parte nella convenzione con il Père Laurent e il Bonifacio Festaz per quanto riguarda le quote capitarie.

A questo proposito preciso che la trattativa è durata più di un anno con le amministrazioni locali e che il CELVA ha proposto ufficialmente alla Regione di portare da 75.000 a 90.000 il costo della quota capitaria, lettera del 12 aprile 2000?

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

? lettera del 12 aprile 2000, la quota capitaria alberghiera portata da 75.000 a 90.000.

La Giunta regionale ha ritenuto di rimanere a 75.000 lire con l'aumento di 250.000 lire per i casi che possono sostenere questa spesa, questo va detto con assoluta chiarezza, i casi che possono sostenere calcolando il reddito dell'anziano e il reddito del nucleo familiare anagrafico e sono casi che pagano anche 3,5 milioni al mese perché hanno una pensione di silicosi, una pensione per reddito di lavoro dipendente autonomo che supera queste cifre.

Per cui nulla di scandaloso, anzi siamo ben al di sotto del rapporto indice ISTAT. È improprio anche dire che abbiamo diminuito i finanziamenti da 26,8 miliardi a 26,380 miliardi; è un aspetto contabile, definendo le quote capitarie come le abbiamo definite, l'importo complessivo era ed è di 26,380 miliardi, ma la Giunta regionale si è riservata una quota a disposizione perché nella stessa delibera si dice che a metà del secondo semestre si farà una valutazione del tutto e si verificherà la situazione di ogni singolo comune per poter fare gli aggiustamenti che si riterranno necessari fermo restando che nessun ente locale potrà percepire più di quanto ha percepito nell'anno precedente, pertanto c'è una somma a disposizione della Giunta regionale concordata con il CELVA, non c'è nessuna diminuzione dei finanziamenti.

Per quanto riguarda gli aumenti dei pasti e dell'assistenza domiciliare, sono anche questi collegati a un correlativo aumento di trasferimenti riguardante il costo del personale per l'assistenza domiciliare che nella delibera viene calcolato se non sbaglio a 33.000 all'ora e che dovrà poi essere visto in un'ottica più generale dell'assistenza domiciliare. Qui va precisato un aspetto fondamentale: laddove l'utente, l'anziano o il nucleo familiare non è in grado di sostenere la quota alberghiera interviene o il comune con la revisione delle tariffe, può farlo e siamo nella logica degli asili nido, oppure la Regione applicando la legge regionale n. 22 che è una novità assoluta in questo contesto.

Finora non si applicava la legge regionale n. 22, da ora in poi si potrà applicarla e questa legge consente alla Regione di finanziare direttamente l'anziano nel caso in cui non riesca a garantire le 75.000 lire giornaliere e ce ne sono molti di questi casi, pertanto questi aumenti sono di fatto una partita di giro per i casi in cui non ci sia questa possibilità di finanziamento; per i casi in cui i redditi personali lo permettono nulla vieta che contribuiscano in parte al costo del servizio.

Aggiungo però che la logica di queste nuove disposizioni sta nel potenziare l'assistenza domiciliare integrata e di tentare di ricoverare il meno possibile, di istituzionalizzare il meno possibile gli anziani; per questo motivo abbiamo tenuto una posizione ferma e decisa per non finanziare gli autosufficienti, sono un'anomalia storica da sconfiggere l'inserimento in strutture residenziali di soggetti autosufficienti. Ce ne sono, noi non li finanzieremo perché con il parere e con il visto dell'Unità di valutazione geriatrica gli autosufficienti devono rimanere a casa con tutti i servizi alternativi che sono previsti e che vanno dall'assistenza domiciliare tout court alla comunità alloggio, al centro di incontro, soggiorni climatici e via dicendo.

Anche sotto l'aspetto dell'equità della contribuzione, se la Consigliera prende l'allegato D, la tabella delle contribuzioni familiari, può rendersi conto che è stato fatto un grosso tentativo, a mio parere valido, di diluire i costi delle prestazioni in ben 7 fasce retributive e aumentando il numero delle persone a carico del nucleo familiare facendo in modo tale che siano privilegiate le fasce deboli rispetto a coloro che hanno un reddito sufficiente per poter garantire i servizi.

Questo va in una logica di responsabilizzazione dei nuclei familiari che devono evitare di scaricare gli anziani in ospedale come si fa ancora troppo spesso. Sapeste quante volte l'Assessore alla sanità viene contattato da persone insospettabili perché il padre o il nonno rimanga in Geriatria perché pensano ancora che la Geriatria sia un istituto geriatrico e non un istituto di ricovero per acuti. Sono ancora troppi questi casi e sono troppi quelli che pensano che se l'anziano viene ricoverato, poi non deve più rientrare a casa o deve andare in una microcomunità o in un centro di incontro, ma l'importante è che non rientri a casa. Vogliamo responsabilizzare i nuclei familiari e devo dire che queste politiche tariffarie che sono state attuate in questi anni hanno visibilmente dimostrato che sono oggettivamente valide.

Sulla seconda parte dell'intervento della Consigliera riguardante le RSA, vorrei per l'ennesima volta chiarire che in Valle d'Aosta abbiamo deciso anni fa che le nostre strutture per anziani si chiamano microcomunità. Se è vero che all'inizio erano nate per casi autosufficienti, è anche vero che nel corso degli anni queste microcomunità si sono trasformate in RSA, pertanto la nostra rete di strutture per anziani è costituita da microcomunità per anziani che, secondo il documento trasmesso mesi fa alle parti sociali, per quanto riguarda la tipologia dei servizi, sono definite strutture per anziani non autosufficienti.

Le RSA di Carema sono le microcomunità di Pont-Saint-Martin, è chiaro? Lo dico perché è opportuno che parliamo tutti la stessa lingua.

Le RSA in Valle d'Aosta costituiranno dei nuclei di 20 o al massimo 40 persone aggregate alle microcomunità, superspecializzati per malati di Alzheimer, dementi e psichiatrici. Questa è la scelta che abbiamo fatto dopo aver costituito un gruppo di lavoro tecnico con la presenza di rappresentanti comunali, pertanto questa è la terminologia che dobbiamo usare. In questa ottica abbiamo deciso che i nuclei di RSA potranno essere gestiti dall'USL, ma potranno essere gestiti anche dagli enti locali in accordo di programma con Regione e USL.

Questo significa che è ininfluente il fatto che vengano gestiti dalle RSA o dalla microcomunità gli anziani non autosufficienti così come non è corretto dire che se gli anziani non autosufficienti fossero inseriti in una RSA, il costo per l'utente sarebbe diverso perché l'utente pagherebbe di meno la quota alberghiera. Non è vero, non è assolutamente vero.

Se la Consigliera prende la tipologia dei servizi della Regione Piemonte, che non è uguale alla nostra e non è neppure uguale a quella della Regione Lombardia e che ha definito ancora altre strutture intermedie rispetto alle RSA e alle microcomunità, vede che ogni regione si è orientata da anni sulla suddivisione netta fra quota alberghiera e quota sanitaria facendo sì che la quota sanitaria venga pagata alla struttura dall'USL con il finanziamento del servizio sanitario regionale e la quota alberghiera viene pagata dagli utenti o dagli enti locali.

È esattamente la nostra situazione con la piccola differenza che gli enti locali qui non pagano nulla perché è la Regione che interviene per conto loro, ma la suddivisione netta fra quota alberghiera e quota sanitaria è una realtà comune, noi stessi abbiamo molti utenti ospitati in strutture esterne alla Valle d'Aosta per i quali l'USL paga la quota sanitaria e il parente o la Regione pagano la quota alberghiera. Per cui non è vero che se fossero RSA pagherebbero di meno perché comunque sia il costo totale di 165.000 lire per anziani non autosufficienti è un costo che sta in mezzo fra le strutture dove si paga di meno e quelle dove si paga fino a 280.000 lire al giorno. Riteniamo che, data la tipologia dei servizi e dato il tipo di assistenza, si possano dare dei servizi ottimali con 165.000 lire al giorno. La differenza nelle RSA riguarderà un trattamento di tipo strutturale infermieristico e specialistico superiore rispetto a quello delle microcomunità; gli standard gestionali sotto questo punto di vista sono stati preparati, ma anche lì andremo a definire con chiarezza a seconda che si tratta di RSA per Alzheimer o RSA per dementi o RSA per casi psichiatrici.

Per quanto riguarda il patto per lo sviluppo, applicheremo il patto per lo sviluppo dove al capitolo 9 si dice che: "? In linea generale per l'attività di concertazione si tiene in considerazione quanto segue: per le materie che interessano temi economici e sociali e prevedono un contestuale impegno di spesa a carico del bilancio della Regione la Giunta regionale si attiverà per procedere a un confronto preventivo con le parti sociali stabilendo anche termini temporali per la formulazione di valutazioni e proposte; per le materie che interessano il mercato dei lavori, i settori produttivi, le politiche sociali, il territorio e l'ambiente la Giunta regionale promuove fasi di consultazione e coinvolgimento delle parti sociali e delle rappresentanze degli enti locali secondo un programma di attività concordato dopo aver individuato modalità e tempi sulla base di una comune valutazione?".

Questo si trova al capitolo 9 del patto per lo sviluppo della Valle d'Aosta.

Concludo dicendo che apporteremo leggere modifiche alla delibera di cui abbiamo parlato perché abbiamo constatato delle incongruenze sotto l'aspetto della correlazione fra la delibera che tratta l'applicazione della legge regionale n. 22 e questa, ma sono aspetti tecnici che non modificano l'impianto sostanziale dello stesso. È comunque una delibera sperimentale che andremo a testare nei mesi di ottobre e novembre con gli enti locali e con le parti sociali per vedere sia l'aspetto economico, sia l'aspetto organizzativo fermo restando che non si tornerà indietro sulla decisione presa riguardante il finanziamento per le quote capitarie.

Questi sono gli accordi che abbiamo assunto con gli enti locali e devo dire che loro stessi hanno espresso soddisfazione per la loro maggiore responsabilizzazione anche se obiettivamente ritengono che gli aspetti finanziari e gli aspetti di trasferimento delle risorse devono essere ulteriormente potenziati, ma questo discorso va ben oltre perché nell'autunno prossimo sarà aperto un tavolo di trattative fra Regione ed enti locali riguardante tutta la finanza locale, ivi comprese le politiche sociali e le politiche di settore.

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Ringrazio l'Assessore per tutte le informazioni che ha dato. Non sono però soddisfatta della risposta che mi ha dato nel suo complesso e spiego perché: perché lei ha eluso i problemi di fondo, nel senso che ai miei dati su un aumento che c'è di fatto e che si attesta sul 12 percento circa per quanto riguarda, per esempio, gli utenti delle microcomunità o del 50 percento per i pasti addirittura?, questo aumento segue un aumento che non è paragonabile neanche all'aumento dell'indice ISTAT in questi 7 anni.

Non è aumentato del 12 percento l'indice ISTAT in questi 7 anni, Assessore, quindi chiaramente lei non può dirmi che siamo stati al di sotto, dell'indice ISTAT siamo stati molto al di sopra.

Lei mi ha risposto dandomi dei dati da cui risulta che c'è una maggior percentuale di partecipazione alla spesa da parte delle famiglie. Ma questo è un dato diverso.

Non mi dimostra che le famiglie pagano di meno, ma mi fornisce solo il dato del contributo delle famiglie nel loro complesso: mentre nel 1995 raggiungeva solo il 24 percento, nel 1999 raggiunge il 29 percento.

Questo non vuol dire che l'aumento è stato regolare, significa solo che c'è stata una politica per responsabilizzare le famiglie a pagare, il che è una cosa totalmente diversa dal contributo che ogni singolo utente dà. Poi ci sono i motivi per aumentarli, però si abbia l'onestà intellettuale di dire: "Sì, li abbiamo aumentati del 12 percento, per questo e quest'altro motivo", non perché l'indice ISTAT è aumentato.

Altro elemento per il quale non sono soddisfatta della sua risposta, Assessore, è proprio questo confronto fra microcomunità e RSA. Ho provato ad ascoltarla attentamente, lei stesso, Assessore, non sa bene cosa sono le microcomunità e cosa sono le RSA perché io prendo la relazione sanitaria del 1998, quella che lei ci ha dato, da cui risulta chiaramente che nelle microcomunità il 43 percento risulta affetto da qualche problema sanitario poi, se andiamo a vedere, i problemi sanitari sono: psichiatrici, Alzheimer, demenza senile e soltanto questi riguardano più di 200 persone in totale.

Questo vorrebbe dire per certi aspetti che queste microcomunità funzionano come RSA.

Però poi lei, Assessore, ha aggiunto: "Sì, dobbiamo rivedere il tutto perché oggi le nostre microcomunità non sono RSA perché per le RSA ci vuole un tipo di personale infermieristico diverso, ci vuole personale specializzato superiore a quello delle microcomunità", quindi lei stesso, Assessore, oscilla: quando le interessa, dice che le microcomunità svolgono funzione di RSA in modo che non diciamo più che bisogna fare delle nuove RSA quando invece chiediamo con forza che le microcomunità svolgano un ruolo di RSA e quindi come tali siano riconosciute, lei dice che non è possibile perché le RSA hanno bisogno di altro personale. Non solo, lei ha aggiunto una cosa che secondo me è folle, cioè lei con le RSA vuole ricostruire quello che la legge ha annullato, cioè lei vuole ricostruire i reparti psichiatrici per anziani dementi. Lei ha detto che vuole una RSA per gli Alzheimer, un'altra per gli psichiatrici, un'altra per i dementi senili, a questo punto differenziate e se questo non è ricostruire un ambiente-ghetto per questi malati, non lo so.

Lei continua a dire: "Noi nella nostra politica abbiamo sempre detto che le nostre microcomunità svolgono una funzione di RSA", ma il piano socio-sanitario che questo Consiglio regionale ha approvato e che lei ha voluto fortemente, piano socio-sanitario che è stato per un anno ancora prorogato e quindi ancora in vigore, dice esattamente l'opposto: il progetto obiettivo a tutela della salute degli anziani distingue la tipologia dei servizi: l'assistenza domiciliare è una cosa, il centro diurno è una cosa, la microcomunità è un'altra cosa, le RSA un'altra cosa e questo è scritto a pagina 1.503 del bollettino. La RSA è un'altra cosa, da costruire, però lei nel frattempo mi dice che da noi le microcomunità sono RSA, così mi ha risposto!

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? Allora sono impropriamente delle RSA perché dovrebbero avere un contratto diverso con il personale e una modalità diversa di assistenza.

E ancora i "primi tre, cioè assistenza domiciliare integrata, centro diurno, microcomunità sono assistiti in modo unitario dagli enti locali, mentre l'ultimo sarà gestito dalla USL?".

Vicquéry (fuori microfono) ? È un altro capitolo?

Squarzino (PVA-cU)? Chiedo una verifica per piacere del numero legale.

Président? Vous aurez droit à votre vérification du nombre légal dès que vous aurez terminé votre intervention, Mme la Conseillère...

Squarzino (PVA-cU)? Ce n'est pas vrai, Monsieur le Président? non c'è il numero legale, quindi chiedo che venga sospeso il Consiglio?

Président? Nous sommes à la présence de 18 conseillers, Mme la Conseillère, vous pouvez continuer?

Squarzino (PVA-cU)? Maintenant oui, mais j'ai brûlé quelques secondes que je reprends après?

Président? Il ne vous revient pas encore de vous accorder le temps de parole, Mme la Conseillère, continuez à l'utiliser dans la mesure où il vous est accordé: 2 minutes 50 secondes?

Squarzino (PVA-cU)? Non siamo molto generosi oggi, Signor Presidente?

Président? On n'est pas non plus à une compétition de la Coupe d'Europe...

Squarzino (PVA-cU)? Volevo però affrontare ancora due aspetti: ho chiesto all'Assessore cosa rispondeva rispetto alla concertazione con le parti sociali e lui mi ha detto che questo viene fatto in base al patto sociale che è stato firmato e via dicendo. Però, Assessore, io credo che il patto sociale e la concertazione non vogliano dire che su temi di questo genere lei non ascolti i sindacati che sono i rappresentanti delle parti sociali. Allora questa delibera è stata fatta sentendo gli enti locali, giusto, sacrosanto, ma non sentendo affatto le parti sociali. Alle parti sociali è stata comunicata per informazione questa delibera sette giorni dopo che era stata assunta dalla Giunta: quindi non c'è stata concertazione con le parti sociali e questo nonostante noi ogni volta chiedessimo: "Ma allora la Commissione per gli anziani, l'Osservatorio anziani?" E lui ogni volta rispondeva: "Ma tutto viene poi ripensato, rivisto insieme al patto sociale".

Questo non è avvenuto. E se l'Assessore avesse incontrato i sindacati, forse questi gli avrebbero fatto capire l'obbrobrio di un'indicazione che c'è in questa delibera. Voi sapete che agli anziani, anche ai più poveretti, vengono lasciate 200.000 lire come argent de poche per le spese personali, per la dignità della persona. Da quest'anno non è più così. Da quest'anno gli anziani, anche se hanno la testa a posto, se sono persone che capiscono quello che fanno, devono per qualunque cosa, che sia un fazzoletto, una caramella, un cioccolatino, un fiore, andare a chiedere i soldi al gestore della microcomunità per avere i soldi per poter comperare quello?

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? allora, Assessore, io la prego di rivedere questa norma. Assessore, se un anziano è solo, senza figli né fratelli e ce ne sono?

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? già, ma gli dà i soldi soltanto se va a chiedere ogni volta?

Président? Veuillez conclure votre intervention, Mme la Conseillère, s'il vous plaît; Assesseur, je vous prie de laisser terminer encore quelques secondes.

Squarzino (PVA-cU)? Assessore, io la prego di ripensare a questo e la prego di chiedersi se è rispettata la dignità di una persona che, raggiunto 80, 85, 90 anni è, non essendo più autosufficiente, non può uscire e comperarsi le cose a cui per legge ha diritto poiché le è dato un argent de poche perché possa gestirlo come vuole?

Se questa persona non ha un gruzzolo a cui far riferimento per poter anticipare 200.000 lire, deve - ripeto - ogni volta chiedere i soldi al gestore della microcomunità. Ho visto una donna piangere perché ha detto: "Io non ho i soldi, devo andare a chiedere al direttore i soldi per comperare due cioccolatini per dare ai volontari che a Pasqua o a Natale vengono a farmi gli auguri".

(battibecco tra la Consigliera Squarzino Secondina e l'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

PrésidentVous aurez la parole quand il vous appartiendra d'intervenir, pour l'instant laissez relire l'argument à l'ordre du jour qui n'a pas été entendu à cause de votre intervention.