Oggetto del Consiglio n. 1408 del 21 giugno 2000 - Resoconto
OGGETTO N. 1408/XI Eventuale privatizzazione della "Centrale Laitière". (Interpellanza)
Interpellanza Considerate le dichiarazioni fatte dall’Assessore all’Agricoltura in merito ad una precedente interrogazione sulla situazione economica e finanziaria della Centrale del latte;
Preso atto del perdurare di una oggettiva situazione di crisi dei punti di pareggio necessari illustrati dall’Assessore stesso;
Appresa la crescente difficoltà finanziaria nonostante l’illustrazione di relativi modici incrementi di fatturato non coerenti con lo sviluppo dei costi e dei punti di pareggio necessari;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l’Assessore competente per conoscere:
se nei piani dell’Amministrazione si prevede di privatizzare la Centrale del latte così come già avvenuto in altre regioni.
F.to: Lattanzi - Frassy
PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (FI)In merito ad un'interpellanza presentata con il Consigliere Lanièce riguardo alla Centrale del Latte avevamo avuto dall'Assessore tutta una serie di elementi, di dati e anche di prospettive, che sostanzialmente ci confermavano quelle che erano state alcune impressioni che ormai erano consolidate, cioè quelle di un perdurare, pur in presenza di un aumento del fatturato, di una situazione di una certa difficoltà nel funzionamento, nell'operatività e soprattutto nell'equilibrio finanziario della Centrale stessa, che probabilmente alla chiusura di questo semestre presenterà ancora dei conti in rosso e altrettanto farà, immaginiamo, per quanto possa essere buono l'incremento del fatturato, un bilancio in rosso anche alla fine di quest'anno.
Bilanci che ricordiamo sono poi di norma ripianati dall'Amministrazione regionale; l'ultima volta furono circa 3 i miliardi che la Regione dovette inserire nelle casse della Centrale del Latte di Gressan.
Alla luce di quelle considerazioni, che parlavano di punti di pareggio che si potevano identificare per una sufficienza di funzionamento della Centrale intorno ai 13-14 miliardi di fatturato, in presenza di un fatturato di 7-8 miliardi, proprio alla luce di quei punti di pareggio che finalmente anche dalla direzione della Centrale del Latte venivano individuati come punti di pareggio che avevamo anticipato l'anno scorso, se lei si ricorda, Assessore, come quelli che noi consideravamo i punti di pareggio prevedibili; preso atto che anche la direzione della Centrale del Latte prende atto che quelli sono i punti di pareggio; preso atto anche del perdurare di questa oggettiva situazione di difficoltà e di crisi, ci siamo chiesti se nelle intenzioni politiche dell'Assessorato non ci potesse essere la prospettiva di cominciare a valutare con serietà e concretezza un eventuale processo di privatizzazione di questa azienda.
Faccio una premessa, che ritengo importante nel momento in cui vado a illustrare l'interpellanza. Siamo consapevoli, come Valdostani, che la Centrale del Latte può e deve diventare uno snodo importante della produzione del latte, che sappiamo ha tutta una serie di requisiti qualitativi che inducono chi acquista questo latte a doversi assumere l'onere finanziario di una qualità maggiore del prodotto e quindi di un onere maggiore finanziario, ed è evidente che sia questa amministrazione gestionale, sia chiunque anche privato dovesse mai un giorno gestire quella Centrale del Latte, non potrebbe che orientarsi a un mercato di altissima qualità, proprio per la qualità che noi vediamo come fattore e valore importante nel commercio, e quindi verso delle "nicchie di mercato".
È evidente che se la nicchia di mercato viene ricercata con il sistema commerciale che oggi abbiamo denunciato come insufficiente, la nicchia si trasforma in un buco rosso.
Invece riteniamo che, proprio per la peculiarità del prodotto base, il latte valdostano, prodotto con certi criteri che sono funzionali alla produzione della fontina e di tutti i prodotti tipici della Valle d'Aosta, questa particolarità e questo valore devono trovare nella Centrale del Latte la trasformazione in prodotti di altissima qualità e non nicchia di mercato rispetto alla pochezza del fatturato, ma nicchia di mercato rispetto al mercato globale, che però deve essere di ampio respiro.
Fatta questa premessa doverosa, consapevoli dell'importanza del ruolo che gioca la Centrale, ci chiediamo se a questo punto non sarebbe opportuno prendere contatti in maniera più seria e concreta con aziende che, operando nel grande mercato, abbiano interesse, come sta avvenendo in grandi aziende - cito la Centrale del Latte di Milano che con fatturati di circa 200 miliardi e utili per circa 20 miliardi è sotto le attenzioni di grandi gruppi come "Granarolo" o come "Yomo" - ad andare a sviluppare prodotti di altissima qualità e di nicchia.
Un caso per tutti è "Raggio di Sole", che fa solo prodotti caseari e lattieri di alta qualità perché biologici e quindi puri sotto l'aspetto della qualità.
Ci chiediamo se non sia ormai una considerazione da fare in maniera concreta, quella di cercare dei partner o addirittura qualcuno che possa assumersi la gestione, visto l'occasione in ambito valdostano di un sito industriale che è fra i più all'avanguardia in Europa per la sua qualità e la sua efficienza.
Chiedo all'Assessore se in questo senso ci può dare qualche lume.
PrésidentLa parole à l'Assesseur à l'agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.
Perrin (UV)Ma réponse sera lapidaire, car l'Assessorat conformément aux indications du Gouvernement régional, a donné mandat à Finaosta d'analyser la situation économique et de gestion de la Centrale Laitière d'Aoste.
Le rapport vient de nous être consigné et face à la situation délicate dans laquelle la Centrale se trouve, afin surtout d'en garantir l'activité, soit pour ce qui concerne le ramassage et l'écoulement du lait, mais aussi justement pour ce qui concerne le maintien de la production et la vente des produits de qualité de la Centrale, nous avons invité dans cette phase Finaosta à rechercher des partenaires pour atteindre une éventuelle privatisation. Tout cela bien sûr dans le respect des lignes programmatiques que nous nous sommes données, concernant le secteur laitier dans son ensemble, et que le Gouvernement entre autres a approuvées. Ce sont des lignes qui vont dans la direction de valoriser toute la filière lait et qui ont été souscrites par tous les acteurs de la filière.
Donc c'est dans ce sens que nous allons procéder à évaluer l'éventuelle opportunité de trouver un partenaire pour la gestion de la Centrale Laitière.
PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (FI)È stato breve, conciso e anche molto chiaro. Mi scusi, Assessore, quando è stato dato mandato a Finaosta di cercare i partner?
(interruzione dell'Assessore Perrin, fuori microfono)
? ah, in questi giorni. Dicevo, è stato molto chiaro e preciso e questo non può che farci piacere se l'indirizzo è quello di cercare dei partner che nelle linee programmatiche della maggioranza possano essere interessati ad assumersi, secondo noi, l'opportunità della gestione della Centrale del Latte.
Vorrei fare solo due riflessioni. In questi giorni abbiamo assistito a tutta una serie di incontri di economia in Valle d'Aosta, l'ultimo citato scherzosamente dal Consigliere Marguerettaz stamani e riferito al vicepresidente del CNEL, che in questi giorni diceva in maniera molto chiara che la nostra Regione soffre di un assistenzialismo in economia che è devastante prima di tutto per noi stessi. Assistenzialismo che, se in certi periodi della nostra storia poteva essere giustificato, oggi diventa una palla al piede che non permette all'economia valdostana di poter pensare di avere delle prospettive di sviluppo e di benessere per noi stessi, perché di questo stiamo parlando, di come garantirci il futuro benessere.
In questa ottica credo che sia assolutamente condivisibile lo sforzo che la Giunta fa di tutelare un'agricoltura difficile, e non c'è dubbio che si debba partire da questo presupposto, perché l'agricoltura di montagna non è come l'agricoltura di pianura e pertanto necessita non tanto di assistenza, ma di vero e proprio sostegno; viceversa, non esisterebbe, nel senso che se non esistesse l'agricoltura di montagna, non esisterebbe di conseguenza la montagna perché sarebbe l'abbandono totale. E sui grandi principi credo che siamo d'accordo.
Il problema è che se non usciamo da delle linee programmatiche e politiche di esclusivo assistenzialismo, diventa difficile pensare che la nostra agricoltura possa anche decollare. Credo che la politica dell'agricoltura non possa limitarsi solo al sostegno, ma debba mirare al sostegno allo sviluppo, che è cosa molto diversa. Su questo ritengo che si debba aprire un confronto cogliendo l'occasione della privatizzazione del sito industriale che trasforma il prodotto base, che evidentemente ha una sua peculiarità, un confronto sereno, ma anche attento con gli stessi allevatori.
Dobbiamo chiederci insieme agli allevatori quale deve essere il futuro nostro. Può anche essere quello di mantenere un sostegno che è giustificato sotto l'aspetto di principio, ma se questo poi ci porta alla fame, forse è il caso che facciamo delle riflessioni.
Ribadisco che secondo noi la Centrale del Latte deve orientarsi anche nella sua gestione privatistica a una nicchia di mercato, quindi di altissima qualità perché ha tutti i presupposti per fare un'operazione di questo tipo, però c'è dall'altra parte la consapevolezza che così come in questo caso si parla della Centrale del Latte, si parla del latte, del prodotto dell'agricoltura e quindi del sostegno che all'agricoltura e agli agricoltori viene dato per rimanere in un certo ambito l'agricoltura, lo stesso ragionamento vale per molte altre aziende.
Dobbiamo fare uno sforzo e ci vuole coraggio; lei ha tre anni ancora di tempo, mi auguro che questo coraggio ce l'abbia, il coraggio di affrontare da gestore delle politiche, della Giunta evidentemente, ma soprattutto sue, mettendosi di fronte agli agricoltori, di affrontare questo problema, perché l'alternativa è: o continuiamo a sperare che qualcuno ci assista e moriremo probabilmente di fame, oppure troviamo delle soluzioni diverse, magari dei compromessi, magari meno vantaggiosi nel breve, ma con l'opportunità di stare sul mercato nel medio e lungo termine e probabilmente di mantenere bene o male un benessere che nell'agricoltura è conquistato con estremo sacrificio. La vita di un agricoltore credo infatti sia paragonabile in Valle d'Aosta a pochissime altre attività sotto l'aspetto del sacrificio personale.
In questa ottica sono contento che l'Assessore abbia colto anche lui dall'ultima interpellanza l'esigenza di cominciare a guardarsi intorno, di mettere fuori la testa e di cominciare ad affrontare, prendendo "il toro per le corna", mi scusi la similitudine con l'agricoltura, si potrebbe dire meglio: "la vacca per le corna", affrontare in una maniera veramente importante la soluzione della privatizzazione o comunque della migliore gestione della Centrale del Latte, perché tutto il settore che fa capo a quell'azienda potrebbe averne un beneficio finanziario ed economico.